Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Circolare mensile, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

 

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo da versare sul conto corrente postale nr. 39389069 dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la sola iscrizione all’Associazione, mentre la quota annuale 2005 è di euro 25,00 per le persone fisiche e di euro 34,00 per le Associazioni e gli Enti.

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it

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AGGIORNAMENTI

 

FRASCATI (RM) 20 maggio 2007 – Mostra di immaginette sacre


Il socio MASSIMO MARCUCCI di Roma, allestisce una mostra di immaginette sacre , in data 20 maggio, a Frascati, presso l’Istituto Salesiano “Villa Sora”, grazie al prezioso appoggio offertogli dal Direttore Don Leonardo MANCINI.
L’esposizione, che verrà allestita nell’atrio antistante la Chiesa di Maria Ausiliatrice, in coincidenza con il giorno della Santa Messa degli ex-allievi dell’Istituto, susciterà senza dubbio interesse. I santini esposti sono di vari Paesi europei e abbracciano un arco di 150 anni da metà Ottocento alla fine del Novecento.

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SAN BENEDETTO PO (MN) 28 aprile -12 MAGGIO 2007
– Mostra di IMMAGINETTE SACRE "I SANTI BENEDETTINI”


La socia prof. FRANCESCA CAMPOGALLIANI CANTARELLI ha curato una mostra di santini sul tema “I Santi Benedettini”, con la consulenza di Francesco Tommasi, nell’ambito dei festeggiamenti inerenti i Mille anni di Polirone (1007-2007) cominciati con una medaglia ed un francobollo.
San Benedetto Po è un comune della provincia di Mantova.
Il nome deriva dall’omonima abbazia benedettina fondata dalla famiglia di Matilde di Canossa verso il secolo X, intorno alla quale sorse il paese. In principio il nome era così formato: San Benedetto Polirone. “Polirone” indicava l’area di bassa pianura compresa fra due fiumi, il Po e il Lirone (quest’ultimo oggi sommerso dalle onde del tempo). Il 27 aprile presso la Sala della Crocefissione del Monastero di San Benedetto in Polirone, si è svolta la cerimonia di presentazione del francobollo emesso da Poste italiane in occasione del millenario del Monastero.
Per l’occasione è stata presentata una pubblicazione con la storia postale di San Benedetto Po ed è stata inaugurata oltre all’esposizione di immaginette sacre, anche una mostra di opere grafiche di Eros Donnini, già capo incisore del Poligrafico delle Stato, e una esposizione di monete, curata da Sergio Leali, Stefano Siliberti.
Le mostre sono state ospitate nella "Galleria d'arte moderna" del complesso monastico dal 28 aprile al 12 maggio con orari 9.00-12.00 e 15.00-18.00. Per informazioni: tel. 0376614327, e-mail remolasagna@alice.it. Sabato 5 maggio, giorno di emissione del francobollo, sarà in funzione un ufficio postale distaccato dotato di annullo speciale. Per maggiori informazioni sulle celebrazioni del Millenario Polironiano, potete consultare il sito www.millenariopolironiano.it . (Fonte: http://www.fsfi.it/news.htm)

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THIENE (VI), 19-27 MAGGIO 2007 – Mostra “I SANTINI RELIGIOSI”


Il socio ROBERTO DE SANTIS di Alessandria ci segnala una mostra di immaginette sacre a Thiene (VI) sul tema “Santini religiosi” di cui al sito:
http://www.vicenza.com/
“La parrocchia di San Vincenzo si fa promotrice, con la collaborazione dell’assessorato alla cultura, dell’Ascom mandamento di Thiene, della Pro Thiene e del consorzio di pro loco Medio Astico, di un singolare e curioso evento culturale-religioso. Si tratta di un’esposizione di immagini sacre, i cari vecchi “santini” che tante persone tengono gelosamente nel portafoglio, sotto il cuscino, oppure sul comodino accanto al letto e che, per la prima volta a Thiene, vengono riuniti per realizzare una mostra del tutto particolare.
La mostra, che si terrà al patronato “Ferrarin” della parrocchia di San Vincenzo, verrà inaugurata sabato 19 maggio alle 17. Sarà poi visitabile fino a domenica 27 maggio con il seguente orario: dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20, la domenica dalle 9 alle 12 e dalle 17 alle 20.
L’evento è stato pensato dal parroco di San Vincenzo, don Piergiorgio Sandonà, curato da Antonio Valle ed organizzato da Elsa Maria Marsilio e Graziella Lucchin. La collezione esposta, 1500 immagini sacre che fanno parte della collezione personale di MARIA e GERMANO ZUCCOLLO, riporta l’aspetto della devozione popolare.
I santini sono piccole immagini dal grande significato un tempo venerate ora quasi dimenticate, sono piccole “icone” di fede, preghiere, aneddoti, dedicate alla Madre Celeste, a Gesù Cristo, ai Santi, ai Beati e ai Venerabili. Grande spazio nella mostra sarà dedicato alla devozione mariana.
Si potranno ammirare le immagini della Madonna tratte dalle litanie del Santo Rosario, dai tanti santuari sparsi nel mondo, ma anche legate a luoghi particolarmente familiari come Monte Berico e l’Olmo di Thiene. Inoltre, saranno esposte le immagini dei Santi venerati dalle comunità cristiane nei vari continenti, noti e meno noti.
Un santino è stato creato proprio per l’occasione. Si tratta dell’immagine di San Vincenzo diacono martire di Saragozza, tratta da un quadro del Maganza “Madonna in trono tra San Vincenzo e San Anastasio” che si trova nella vecchia chiesetta di San Vincenzo”.

 

 

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VITA ASSOCIATIVA


ELETTI I NUOVI ORGANI SOCIALI PER IL PROSSIMO QUINQUENNIO


Sono stati eletti dai soci i 5 consiglieri che compongono il nuovo Consiglio Direttivo.
Essi sono: 1- MANFE’ Renzo; 2 - ZUCCO Gianni; 3 - MASETTI ZANNINI Gian Lodovico; 4 - VITAGLIANO Saverio; 5 - MENNONNA Antonio.
I nuovi membri del Collegio dei Revisori sono: 1 - FARAGLIA Giuliana; 2 - CERINI Agostino; 3 - GUALTIERI Giancarlo.
I nuovi membri del Collegio dei Probiviri sono: 1 - ALESSANDRONI Maria Gabriella; 2 - ZANOT Luigi; 3 - FRISON Carluccio.
Mentre ringraziamo i membri uscenti per la loro disponibilità e tempo donato a favore dell’associazione, diamo il benvenuto ai nuovi membri e auguriamo un buon lavoro a tutti.


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6 MARZO: CONFERENZA IN SEDE DEL DR.ANTONIO MENNONNA


Il socio Dr. Antonio Mennonna di Muro Lucano ha tenuto una conferenza sulla tematica della sua ultima fatica editoriale presentata ufficialmente alla stampa lo scorso febbraio:
BASILICATA MARIANA – Itinerario storico-religioso nei luoghi di culto”. Gli autori sono Mario MENNONNA e Antonio MENNONNA
L’autore si è soffermato sui vari aspetti del volume, che ammonta a circa 350 pagine e contiene oltre 1.100 immagini, in prevalenza dedicate ad aspetti religiosi e agiografici.
Ha dimostrato come per ognuno dei 131 Comuni della Basilicata è stata messa a fuoco sia la Storia del comune, sia la presentazione del santuario o dei santuari e, infine, l’elenco delle chiese.


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3 APRILE: DONATO SERIO HA PROPOSTO IL RIPRISTINO DELLA CIRCOLARE MENSILE


Il socio DONATO SERIO di Grottaglie è venuto a trovarci in sede in occasione della riunione sociale di aprile u.s. Tali visite sono sempre gradite. Ha chiesto la parola per sottolineare di sentire la mancanza della Circolare con cadenza mensile. Il vice presidente Renzo Manfè ha risposto ringraziando e confermando che altri soci hanno chiesto tale ripristino mensile. […]. Il nuovo Consiglio direttivo prenderà in considerazione la citata proposta.


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LIBRO DEI SOCI SARA’ DIRAMATO NEL LUGLIO 2007


Si conferma che con la prossima Circolare Informativa (nr.284) sarà spedito il “Libro dei Soci” edizione 2007.


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30 GIUGNO-22 LUGLIO 2007: MOSTRA SOCIALE AICIS A ROSETO (TE)


Si conferma la Mostra a Roseto degli Abruzzi per 3 settimane: dal 30 giugno al 22 luglio p.v., su due temi (avremo due stanze a disposizione): 90° delle apparizioni a Fatima e 500° ann.rio della morte di San Francesco di Paola.
Gli associati che desiderano partecipare (bastano 20 immaginette) anche a uno dei due temi, si mettano in contatto con la Segreteria AICIS (06-7049.1619).


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VOTAZIONE, A SCRUTINIO PALESE, PER IL RENDICONTO 2006


Gli associati sono chiamati ad esprimersi con un voto palese (la scheda deve essere firmata) per l’approvazione o meno del Rendiconto 2006.
Chi desidera apporre dei suggerimenti o delle critiche costruttive sappia che saranno graditissimi.


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CIRCOLARE AI SOCI EFFETTIVI


Alcuni soci del 2006 non hanno ancora rinnovato la quota del 2007.
Da questo mese il Notiziario non verrà più spedito a chi non è in regola con i pagamenti.


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DISTINTIVO AICIS


Prevediamo a giorni l’arrivo dei distintivi AICIS ordinati alla Ditta Colombo Medaglie di Milano.
Il distintivo o “bottone da giacca” verrà inviato ai soci nel mese di Luglio con il Notiziario nr.284.


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80° GENETLIACO DI SUA SANTITA’ BENEDETTO XVI

“Ripetutamente vedo con gioia riconoscente quanto è grande la schiera di coloro che mi sostengono con la loro preghiera; che con la loro fede e con il loro amore mi aiutano a svolgere il mio ministero; che sono indulgenti con la mia debolezza, riconoscendo anche nell’ombra di Pietro la luce benefica di Gesù Cristo. Per questo, (applauso) vorrei in quest’ora ringraziare di cuore il Signore e tutti voi”.
Sono le parole che chiudono un’omelia del Santo Padre nella quale la corrente della gratitudine a Dio, alla propria famiglia e agli amici - gratitudine per il dono del ministero sacerdotale e apostolico, per chi lo ha preceduto sulla cattedra petrina - legano ogni pensiero, tra ricordi e commozione.
I ricordi Benedetto XVI li ha condivisi con la grande folla che ha riempito Piazza San Pietro in versione quasi estiva per esprimergli il proprio affetto e i propri auguri.


Il nostro Presidente ha trasmesso in Vaticano lo scorso 16 aprile 2007, giorno del compleanno del Pontefice, il seguente messaggio per conto dell’Associazione:

"Santità,
auguri vivissimi e sinceri di buon compleanno in occasione del Suo 80° genetliaco a nome mio personale e dell’Associazione Italiana Cul-tori Immaginette Sacre, sorta a Roma nel 1983.
Le giunga il “grazie” più sentito per i tanti anni che ha donato e continua a donare alla Santa Chiesa ed a noi tutti. Grazie, inoltre, per questi due anni di Pontificato per aver posto nel cuore del mondo, sofferente di relativismo e nichilismo, la “questione di Dio” e di aver sottolineato che non può essere elusa da nessuno.
Le siamo e rimarremo vicini con devozione, affetto e soprattutto con la preghiera. Grazie Santità e …”ad multos annos”!


GIAN LODOVICO MASETTI ZANNINI
Presidente AICIS
Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre

 

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MOSTRE DI IMMAGINETTE SACRE

 

TRIESTE, 3 Febbraio-11 Marzo 2007 –
Mostra “L’ALTARE DELL’ESODO –
Santi, Santini e Santuari delle genti istriane, fiumane e dalmate –

Da un repertorio di immaginette sacre e dalle masserizie degli esuli”



Il socio MARIO TASCA di Follina, cui va il sentito “grazie” del Consiglio Direttivo, su invito del vice-presidente Renzo MANFE’ ha visitato per tutti noi la mostra di Trieste trasmettendoci, quindi, l’unito commento e le foto fatte personalmente.
La mostra è stata allestita in occasione del 60° anniversario del Trattato di Pace e della tragedia delle foibe, dell’esodo e dell’odissea dei campi profughi del popolo istriano, fiumano e dalmata.
Nelle belle sale di palazzo Gopcevich erano presentate circa 250 immaginette di un periodo compreso tra il fine ‘800 e gli anni ‘40/50 del ‘900.
I santini erano suddivisi in tre filoni:

1) - Immaginette relative a chiese, santuari o conventi, che comprendevano i santini generici che propagandano il luogo di culto e il Santo venerato, quelli relativi alla Comunione Pasquale, alle novene, al Mese Mariano, alle confraternite.

2) - Immaginette relative a sacerdoti, normalmente dedicati alla consacrazione e alla prima Messa, al 25° o al 50° di sacerdozio, o anche santini stampati a ricordo di missioni tenute da sacerdoti di fama in Cattedrale o in Chiesa parrocchiale.

3) - Immaginette personali, quelli a ricordo di una persona cara defunta, e quelli stampati per la prima Comunione o per la Cresima dei bambini: particolarmente toccanti le immaginette dei fanciulli istriani che ricordano la loro Prima Comunione nei Centri di Raccolta Profughi (C.P.R.).

I santini erano presentati in bacheche disposte in tre sale alle cui pareti erano appese,come degno corollario, circa 90 oleografie sacre, recuperate dalle povere masserizie degli esuli ancora oggi depositate in un magazzino del porto di Trieste.
Ritengo opportuno, per meglio comprendere l’entità del dramma patito da quei nostri fratelli Italiani, per troppi anni colpevolmente ignorato o minimizzato da autorità e opinione pubblica del resto d’Italia, riportare alcuni brani delle parole introduttive al catalogo del presidente dell’I.R.C.I., Istituto Regionale per la Cultura Istriano-Fiumano-Dalmata, che assieme al circolo culturale “Norma Cossetto” ha organizzato l’esposizione, dell’Assessore alla Cultura del comune di Trieste e dell’autore del catalogo Piero Delbello.
“I quadri oleografici proposti adornavano le case, soprattutto le camere da letto, di tutte le famiglie istriane ed anch’essi se ne sono venuti via con la nostra gente. Chi è morto, chi è dovuto dopo esule diventare da subito emigrante, in cerca di buona sorte altrove, chi per anni e anni ha vissuto nei campi profughi, o i più fortunati, in portinerie, in alloggi di camera e cucina, se non addirittura in camere singole, subaffittate ad una intera famiglia, e da utilizzare magari solo per dormire.... ebbene: questi spesso non hanno potuto ritirare neanche le oleografie col Santo o con la Madonna cui ogni sera, in Istria, a Fiume, in Dalmazia, prima di addormentarsi, si rivolgeva la preghiera.
La mostra è stata un viaggio di grande intensità emotiva e di indubbio richiamo culturale attraverso sentimenti e comportamenti legati alla vita sociale di queste comunità italiane, tragicamente sradicate dalla terra d’origine. Comunità per le quali l’attaccamento ai valori religiosi ha assunto un rilevante e peculiare aspetto di tutela identitaria.
Ci piace pensare che questa iconografia oggi, nel 2007, simboleggi l’altare del sacrificio di tutto il nostro popolo, i nostri morti, caduti in maniera violenta per mano infame, i nostri esuli sparsi per il mondo e i nostri diritti calpestati”.


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BOLOGNA, 31 Marzo-15 Aprile 2007
Mostra “MINIATURE E INCISIONI DALLA COLLEZIONE WALTHER MAZZONI”


Il socio ROBERTO DE SANTIS di Alessandria ci ha dato notizie di una mostra allestita nel Museo della Sanità e dell'Assistenza - Via Clavature, 8 - 40124 Bologna dal 31 marzo al 15 aprile u.s., e soprattutto che verrà riproposta, per quanti non hanno avuto occasione di visitarla, nel prossimo novembre a Pieve di Cento.
In esposizione vi erano oltre 150 pezzi di una raccolta di migliaia di santini, miniature e incisioni sacre, frutto della passione personale del maestro Walther Mazzoni.
Una raccolta che gode di valore proprio, degli intenti educativi ed estroversi del suo autore, del merito di aver creato un circolo virtuoso in Africa. Per molti anni il Maestro Walther Mazzoni ha raccolto come passione personale, migliaia e migliaia di santini, incisioni sacre e miniature, mentre ogni giorno lavorava come maestro nella scuola «G. Pascoli» cercando di allevare generazioni intere di bravi ragazzi, bravi cittadini.
La sua raccolta di santini è stata messa a disposizione della famiglia e grazie all'intervento di un acquirente, è servita a finanziare una scuola che porta il suo nome, nella Repubblica Democratica del Congo.
Attualmente la scuola Walther Mazzoni è in corso di costruzione e i lavori termineranno entro giugno 2007. Essa sorge a Malinda, località a sette chilometri dalle sede parrocchiale di Rungo e potrà accogliere 360 bambini provenienti da quattordici villaggi limitrofi.
Padre Mariano Prandi nell'autunno 2006 fu invitato da Valerio Gualandi, sindaco di San Giorgio di Piano e da don Luigi Lavagna, parroco di quella comunità, a tenere una relazione pubblica sulle condizioni sociali e politiche nella Repubblica Democratica del Congo, essendo da anni missionario comboniano e parroco di Rungo, nel Distretto di Haut-Uele.
Fu in quella occasione che Vanni Mazzoni, anche a nome della madre Ermelinda Girometti e della sorella Luisa, gli diede la somma ricavata dalla cessione della raccolta di santini e stampe del padre.
La mostra espone i pezzi più interessanti e antichi di questa grande raccolta che avrà in futuro destinazione pubblica.
Sarà possibile vederla poi a novembre a Pieve di Cento, in occasione della locale Mostra Nazionale del Santino. Il catalogo a cura di Matteo Gehringer e Vanni Mazzoni, propone circa 70 esemplari, con presentazione di G.Campanini Direttore del Museo della Sanità e dell'Assistenza, testi di M.Gehringer sul significato religioso delle immagini sacre, Vanni Mazzoni in ricordo del padre Walther, e Padre Mariano Prandi comboniano.
La mostra è stata promossa da Museo della Sanità e dell'Assistenza e Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, in collaborazione con il Comune di Pieve di Cento. (FONTE: http://www.comune.bologna.it)



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FOLLINA (TV), 1-29 Aprile 2007 –
Mostra “PREGHIERE E DEDICHE MANOSCRITTE SULLE IMMAGINETTE SACRE - I SANTINI PERSONALIZZATI"


Il 29 aprile u.s. si è chiusa l'esposizione di immaginette sacre che il sempre attivo MARIO TASCA ha presentato nuovamente a Follina a partire dal 1° aprile scorso sul tema:

"PREGHIERE E DEDICHE MANOSCRITTE SULLE IMMAGINETTE SACRE - I SANTINI PERSONALIZZATI"

presso l'antico Refettorio della millenaria Basilica S. Maria di Follina.
Il socio TASCA ci ha inviato l’unito commento del giornalista Diego Berti de “IL GAZZETTINO di TREVISO”, pubblicato il 10 aprile u.s.
“Nella splendida cornice della secolare e storica Abbazia S. Maria di Follina, si potrà ammirare fino al 25 aprile, una bellissima mostra di preghiere e dediche manoscritte sulle immagini sacre. Tra i promotori di questa iniziativa, il follinese Mario Tasca, che risulta essere uno tra i più conosciuti collezionisti italiani di immagini sacre in Italia. Come lui stesso ci ha confermato, questa passione gli è venuta circa quindici anni fa, dopo che una sua vecchia zia gli aveva lasciato in eredità un piccolo malloppo di santini.
Tasca ha cominciato a cercare i Santini presso amici, parenti, conoscenti, nelle chiese, nei mercatini dell'antiquariato, oppure scambiando spesso con altri collezionisti, riuscendo a raccogliere in soli quindici anni la bellezza di oltre diecimila immagini; le più pregiate sono principalmente le incisioni, cromolitografie e le immaginette merlettate che vanno dalla metà dell'800 ai primi 900.
Al di là dell'intrinseco valore collezionistico e financo di antiquariato del vecchio santino, il suo fascino ed il suo pregio derivano dal fatto che quel pezzettino di carta è arrivato dai nostri avi passando tra più generazioni; è stato in alcuni casi pre-gato, baciato e stropicciato e ringraziato, a volte cucito su una sottoveste, custodito in un messale, conservato con cura ed amore come richiesta di aiuto ad un santo protettore o come preghiera alla madonna, ha vissuto assieme alla persona che lo possedeva gioie speranze e dolori, nel proprio portafogli, ma pur sempre tenuto con sé!
La mostra che raccoglierà oltre duemila pregiate opere, potrà essere visitata con il seguente orario: festivi 10-12 e 16-19, prefestivi 16-19.



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RAVENNA 5-20 Maggio 2007 –
Mostra sulla “MAMMA”:
immaginette sacre nell’ambito dell’esposizione fotografica del fotoreporter Giampiero Corelli


Sabato 5 maggio a Ravenna , nel palazzo dei Congressi della Provincia, (Largo Firenze) alle ore 17.00 verrà presentato il libro “Mamma mia”, edito da Danilo Montanari.
Alle ore 18,30 dello stesso giorno, in Santa Maria delle Croci in Via Guachimanni ci sarà inaugurata la mostra fotografica del fotoreporter ravennate Giampiero CORELLI dedicata al tema della mamma, a cura di Elisabetta Gulli Grigioni e Nadia Ceroni; presentazione di Adriana Panitteri, giornalista Tg1 RAI.
In merito la rivista ravennate “La Piazza” del 3 marzo u.s. commenta: “Il progetto è di mettere insieme le immagini della mamma così come sono state catturate dall’obiettivo della macchina fotografica di Corelli, dalla rappresentazione della maternità nei quadri delle collezioni permanenti del Museo d’arte della città di Ravenna e dagli oggetti materiali della collezione privata di Elisabetta Gulli Grigioni, antropologa ravennate”.
In Santa Maria delle Croci, chiesa ad un’unica navata, un tempo dedicata a Santa Apollonia ed ora adibita a Sala Mostre, saranno presenti delle immaginette sacre della socia Prof. ELISABETTA GULLI GRIGIONI, sul tema della mamma. (Per informazioni: Tel. 0544. 482017 - 482775).



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LOVERE 13-20 Maggio 2007 –
Mostra “LA SANTITA’ RAFFIGURATA NEI SECOLI – Stampe e santini dal XV al XX secolo”.


Il socio ENNIO BELOTTI di Lovere ha in allestimento una mostra, con proprio materiale, nell’Aula Capitanio di Lovere presso le Suore di Maria Bambina da domenica 13 a domenica 20 maggio 2007 sul tema: “La santità raffigurata nei secoli – Stampe e santini dal XV al XX secolo”.
Il settore delle stampe è arricchito da opere di Luca da Leida, Giovan Battista Piranesi, Antonio tempesta, Dorè mentre il settore dei santini vedrà tra gli altri una parte dedicata alle Sante locali Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa. Ricordiamo che proprio nel corrente anno ricorre il bicentenario della nascita di Santa Bartolomea Capitanio.


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BRESCIA, 12-25 Maggio 2007 –
Mostra “IL SANTO ROSARIO:
PONTI DI DEVOZIONE E DI ARTE TRA BRESCIA, VAL SABBIA, LORETO, POMPEI, LONDRA”


Il socio Mons. ANTONIO FAPPANI, Presidente della “Fondazione Civiltà Bresciana” di Brescia ci ha comunicato che la citata Fondazione e l’Associazione “IL PONTE” hanno organizzato un convegno di studi per il 12 maggio e una mostra di materiale sacro e immaginette devozionali dal 12 al 25 maggio, sul tema: Il S.Rosario: ponti di devozione e di arte tra Brescia, Val Sabbia, Loreto Pompei, Londra” nei locali della Fondazione di Brescia in Vicolo S.Giuseppe 5.
Il convegno si terrà alle ore 15.00 del 12 maggio nel Salone Dr.Mario Piazza della Fondazione Civiltà Bresciana. Introdurrà i lavori Mons. ANTONIO FAPPANI.
Il vescovo di Brescia, Mons.GIULIO SANGUINETI porgerà un saluto ai convegnisti, seguìto dal Sindaco della città Prof. PAOLO CORSINI. Inizieranno, quindi, le relazioni con: “Teologia e Storia nel Rosario” tenuta da Fr. Carlos Pacheco O. P., Convento dei domenicani di San Marco, Firenze.
Seguirà quindi l’intervento di ALFREDO BONOMI su “La devozione del R osario in Valle Sabbia” e di Anna Fausti Prati su “Modesto Faustini e gli affreschi della “Cappella Spagnola” nel Santuario di Loreto.
Prenderà poi la parola BARBARA D'ATTORNA per “Gli affreschi di Angelo Landi nella cupola del santuario di Pompei” e terminerà Carissimo Ruggeri con la relazione su “L’altare della Madonna del Rosario di Brompton (Londra)”.
Nello stesso giorno ci sarà l’inaugurazione della Mostra con le Pale del Rosario delle Chiese della Valle Sabbia, gli affreschi di Modesto Faustini nella “Cappella Spagnola” del Santuario di Loreto, gli affreschi di Angelo Landi nel Santuario di Pompei, l’altare del Rosario nella Chiesa di Brompton (Londra), già in San Domenico in Brescia e i misteri del Rosario e le litanie lauretane nei Santini. Per le immaginette ci risulta che espongono il nostro Segretario SAVERIO VITAGLIANO di Roma e Mons. ANTONIO FAPPANI di Brescia.
L’orario della mostra sarà 9-12 e 14.30-17,30 da lunedì a venerdì. Per i festivi e prefestivi, al momento di andare in stampa non conosciamo ancora l’orario. I soci interessati a visitare l’esposizione di sabato o domenica sono invitati a telefonare (nei sopracitati orari) alla Fondazione Civiltà Bresciana (tel.030-3757267).


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ROMA, 22-31 Maggio 2007 –
Mostra di IMMAGINETTE SACRE "


Il socio GIANCARLO GUALTIERI di Roma esporrà immaginette della propria collezione nei locali della Parrocchia “Santo Spirito” in Via Cesare Pavese a Roma.
Il materiale in esposizione dal 22 al 31 corrente mese abbraccerà un periodo che va dal 18° al 20° secolo. L’orario di visita sarà 17-19 dal lunedì al venerdì, mentre di sabato e di domenica è possibile una visita anche al mattino.

 

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CISLAGO (VA), 17 Giugno 2007 –
Mostra “SANTITA’ AL FEMMINILE –
LA DONNA NELL’ICONOGRAFIA SACRA”


L’Associazione “IL GRAPPOLO” con il Patrocinio del Comune, dell’AICIS e della Parrocchia e con la collaborazione di LUCIANO GALBUSERA, allestisce una mostra di immaginette sacre a Cislago per domenica 17 giugno p.v. sul tema “Santità al femminile – La donna nell’iconografia sacra” che si terrà nel sottopalestra della locale Scuola Elementare in P.za E. Toti, con orario dalle 9,00 alle 19,00.
Partecipano con proprio materiale: Luciano GALBUSERA di Cislago (VA), Dr. Sergio AGLIETTI di Busto Arsizio (VA), Enrica ALBERTI di Olgiate Olona(VA), Olga e Carlo MAZZELLA di Varallo Pombia (NO), Vito LIBONI di Cislago(VA), Silvana RAIMONDI di Olgiate Olona (VA), Prof. Marcello VENDEMMIATI di Cassano Spinola (AL) e Roberto DE SANTIS di Alessandria e il Prof. BEATO per conto dell’Archivio Storico del Santuario di Saronno.
La presentazione della Mostra, con apposite schede, è curata dal Dott. Sergio AGLIETTI



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CAPRINO VERONESE (VR), 22-25 giugno 2007 –
Mostra “SANTI E SANTE NELLE IMMAGINETTE SACRE"


Il socio GIOVANNI ZENI di Caprino Veronese in collaborazione con Don PAOLO MILLI, Vicario parrocchiale di Caprino Veronese e Lubiara, organizza una mostra di santini nell’ambito della “Sagra di San Zuane” (San Giovanni Battista) avente per tema “Santi e Sante nelle immaginette sacre”.
L’allestimento dell’esposizione di circa 400 santini sarà nei locali della Parrocchia di Lubiara di Caprino Veronese (VR) in Via P.Madinelli 12 con il seguente orario: Venerdì/lunedì: 20-22; sabato e domenica: 16/19 e 20/22.
Per eventuali informazioni: Giovanni Zeni tel.045-6230.155; cell.335-833.2343 ed e-mail: jerry941@alice.it.
La Chiesa di Lubiara fin dal 1600 era rettoria dipendente da Caprino. E’ stata eretta in parrocchia il 30 luglio 1927. La chiesa così come l’ammiriamo oggi, e' stata costruita nel 1930 su una preesistente cappella dei conti Nichesola: di questa cappella e' rimasto il campanile romanico del XV sec.



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ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE), 30 giugno-22 luglio 2007 –
Mostra sociale A.I.C.I.S. per il “90° ANNIVERSARIO DELLE APPARIZIONI DI FATIMA
e il 500° ANN.RIO DELLA MORTE DI SAN FRANCESCO DI PAOLA ”


L’AICIS, in collaborazione con il Circolo Filatelico Numismatico Rosetano che cura l’allestimento, e con l’Amministrazione Comunale di Roseto che mette cortesemente a disposizione i locali, nella Villa Comunale di Roseto degli Abruzzi, detta anche “Lido delle Rose”, nel periodo 29 giugno/22 luglio p.v. esporrà immaginette sacre su una doppia tematica: “90° ann.rio delle Apparizioni di Fatima” e “500° ann.rio della morte di San Francesco di Paola”.
Trattandosi di mostra sociale è importante, e soprattutto graditissima, la partecipazione dei soci residenti nelle diverse parti d’Italia.
Invitiamo pertanto gli associati che desiderano partecipare, di mettersi in contatto con la Segreteria (tel.06-7049.1619).
Potranno quindi spedire 20 immaginette devozionali (20 santini che saranno poi montati su un foglio di cm.21x16, e corrispondono a 1 quadro espositivo) scegliendo una delle due tematiche sopraindicate.
Si raccomanda di far pervenire le immaginette non per via ordinaria, ma almeno per Raccomandata AR, indirizzando il plico a “Renzo MANFE’ –AICIS – C/o Bernasconi – Via Merulana 136 – 00185 ROMA RM” entro il 20 giugno p.v.
L’esposizione troverà idonea collocazione in due stanze, ciascuna su un tema specifico. Grazie a quanti vorranno contattarci per esporre.


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CAMPAGNA "UN SANTINO PER OGNI SOCIO"




SANTINI SIMBOLICI CON FRASI

Il socio GIOVANNI ZENI di Caprino Veronese ha trasmesso un'immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
L’immaginetta reca la figura della spiga e del pellicano.
Nel simbolismo cristiano “le spighe di frumento sono il pane dell’Eucaristia, il corpo, la natura umana di Cristo, generosità, il giusto” (J.C. Cooper).
La credenza popolare ritiene che il Pellicano nutra i propri piccoli con il proprio sangue e pertanto rappresenta il sacrificio, la carità e la pietà.
Nel senso cristiano, “il pellicano rappresenta il sacrificio di Cristo: Cristo come nostro Pellicano (Dante), che versò il Suo sangue per i peccati dell’umanità; la crocifissione; la redenzione, attraverso il sacrificio del sangue; l’Eucaristia.” (J.C. Cooper)

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BOCCADIRIO: IL SANTUARIO DELLA B.V. DELLE GRAZIE


La socia GABRIELLA GRADI di Roma ha trasmesso delle immaginette per la campagna “Un santino per ogni socio”.
Boccadirio si trova in provincia di Bologna, ma a pochi passi dal confine con la Toscana, nel comune di Baragazza. Non è un paese, e neppure una parrocchia. E' un Santuario, cioè "un luogo sacro ove i fedeli, per un motivo di particolare devozione, vanno numerosi in pellegrinaggio" (C.J.C.).
Il "motivo particolare" è la devozione alla Beata Vergine delle Grazie.
La tradizione popolare, suffragata da documenti storici, narra che il 16 luglio 1480 due fanciulli, Donato Nutini e Cornelia Vangelisti, nativi di Baragozza, si trovavano in questo luogo a pascolare il gregge. Ad essi apparve la Madonna, in una balza, dall'altra parte del rio Davena, verso ponente.
Ai due piccoli la Madonna per prima cosa promette la grazia di una speciale consacrazione a Dio: per Donato nel sacerdozio, per Cornelia nella vita religiosa.
Ad essi la Madonna manifestò anche il suo desiderio di essere venerata in quel luogo, promet-tendo per questo protezione e grazie.
A tale richiesta, il popolo di Baragazza "diede prontissima fede e, subito, cominciò a fabbricare in detto luogo una piccola chiesetta che fu intitolata alla Vergine delle Grazie".
Questi particolari sono narrati dal sacerdote don Lorenzo Amorotti, che fu parroco […]
(Fonte: http://xoomer.alice.it)


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LA MADONNA DELL’EREMITA DI CALOMINI


Il socio Prof. CARLUCCIO FRISON di Massa Finalese (MO) ha trasmesso l’immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” e il seguente articolo.
A chi, da Castelnuovo in Garfagnana, scende verso Lucca percorrendo la Strada provinciale, è con qualche difficoltà che riuscirà a scorgere le indicazioni per l’Eremo di Calomini, in comune di Gallicano.
Ubicato a circa 3 km dal paese, nella Valle della Turrite, l’Eremo appare quasi all’improvviso, inserito in uno scenario naturale molto suggestivo, scavato quasi interamente nella roccia così da sembrare quasi incastonato ad essa.
Si tratta di un eremo secolare: da sempre luogo di devozione. Numerose sono infatti le testimonianze che ci documentano il transito di numerosi pellegrini provenienti dalle vicine diocesi di Modena, Massa Carrara, Reggio Emilia; Lucca, Pistoia, ecc. Ed ancor oggi, nonostante il luogo impervio e la strada assai irta, stretta e tortuosa, molti sono i fedeli che lo raggiungono, quasi ogni giorno. Ma il maggior concorso di fedeli che sale al Santuario vi sale nei mesi di Maggio e di Settembre, in coincidenza con le feste dedicate alla Madonna.
La Chiesa e l’annesso eremo sono scavati interamente nella roccia, paziente opera dei diversi religiosi che si sono succeduti nel tempo nella custodia del Santuario. Già intorno al 1361 si hanno notizie di una chiesetta, dedicata a S. Maria ad Martires, dove si venerava una statua della Madonna, anche se si ritiene che […]

CARLUCCIO FRISON

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LA MADONNA DELLA QUERCIA


Il socio GERMANO PISTOLESI di Francavilla D’Ete (AP) ha trasmesso l’immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Il Convento sorse là dove, nel 1650, il pio morrovallese Alessandro Collaterale fece mettere fra i rami di una folta e centenaria quercia il quadro raffigurante la Madonna con il Bambino Gesù, tela da lui fatta dipingere e che da allora fu chiamata la Madonna della Quercia. I contadini si fermavano spesso a venerare la sacra immagine e la Madonna rispose con grazie speciali sempre più numerose.
Nel 1721 l'edicola, costruita a protezione della sacra e venerabile immagine, divenne una Cappella mariana e nel 1724 si iniziò la costruzione della Chiesa e del complesso religioso attuale affidato ai Padri Passionisti, giunti qui nel 1779.
Il Convento venne soppresso con l'unità d'Italia e trasformato in un cascinale. Solo nel 1926 i Padri Passionisti vi ritornarono e ne fecero un centro di spiritualità in nome del "Santo dei giovani".
La Chiesa fu edificata nel 1724 in forme settecentesche. […]


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SAN BENEDETTO MARTIRE


Il socio Padre MICHELE GIULIANO, ofm ha trasmesso l’immaginetta da lui stesso fatta stampare a devozione di San Benedetto Martire per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Il santino rappresenta l’urna con il corpo santo del martire San Benedetto che viene venerato nella Chiesa dei Santi Bernardino e Rocco di Chieri, in provincia di Torino.
L’immaginetta, contrassegnata sul retro con la sigla “MG7” reca una breve preghiera a Dio onnipotente.

 

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Lucca: IL VOLTO SANTO


Il dr. GIUSEPPE TAMBURINI di Pisa ha trasmesso l’immaginetta del Volto Santo di Lucca per la campagna “Un santino per ogni socio” e le seguenti notizie.
Secondo la tradizione il Volto Santo di Lucca fu scolpito in Terrasanta da Nicodemo, aiutato dagli Angeli, che si servì del legno dello stesso albero da cui era stato prelevato il legno per la Croce. Il Crocifisso giunse poi via mare a Luni e successivamente fu trasportato a Lucca su interessamento del vescovo Giovanni.
Nel marzo 2001 si è svolto a Lucca un convegno dal titolo "La Santa Croce di Lucca. Il Volto Santo, storia, tradizioni, immagini", organizzato dallo stesso Comune con il patrocinio della Conferenza Episcopale Italiana.
In quella sede eminenti studiosi di storia, storia dell'arte, teologia e antropologia hanno fatto il punto sui vari argomenti che ruotano attorno alla sacra immagine. Parallelamente al Convegno è stato pubblicato il Catalogo della Mostra di Arezzo "La bellezza del sacro. Sculture medievali policrome".
Nel catalogo ha suscitato particolare attenzione il contributo della A. M. Maetzke su Il Volto Santo di Sansepolcro. Documentata riscoperta del più antico Crocifisso monumentale dell'Occidente.
Nel suo articolo la Maetzke, oltre a ribadire la datazione al IX-X secolo del monumentale Crocifisso di Sansepolcro, afferma con certezza che il primo Volto Santo di Lucca fu ceduto ai frati di Borgo Sansepolcro (i Camaldolesi) con atto di cessione datato 4 giugno 1179 e che, quindi, l'originale Volto Santo di Lucca sia il Crocifisso di Sansepolcro.
A questo proposito il professore Raffaele Savigni dell'Università di Pisa, con nota integrativa del 14 ottobre 2002, pubblicata con gli Atti del Convegno, esprime perplessità sia perché dell'atto di cessione la studiosa non indica la segnatura archivistica per cui risulta impossibile verificarne l'attendibilità, sia perché il documento, se autentico, dimostra soltanto la cessione di un Crocifisso tunicato non meglio specificato (la città di Lucca non viene mai menzionata), ai frati di Sansepolcro.
Nell'attesa che gli studiosi possano meglio chiarire la portata del documento, la sua autenticità e sciogliere così il dubbio relativo a quale dei due Crocifissi sia l'originario Volto Santo di Lucca, dobbiamo riconoscere che fin dal Medioevo la devozione del popolo si è sempre manifestata con grande fervore attorno a questo Simulacro.
L'immagine del Volto Santo ha impermeato la storia e la vita pubblica di Lucca, da quando veniva effigiato sulle monete dell'antica Repubblica a quando era la meta ambita di […]


GIUSEPPE TAMBURINI

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12 GIUGNO: SAN PIETRO CELESTINO


La socia ALFREDINA CELLI di Pescara ha trasmesso l’immaginetta per la campagna “Un santino per ogni socio”.
Pietro Angeleri, in seguito chiamato fra' Pietro da Morrone, poi divenuto papa col nome di Celestino V e, infine, canonizzato come San Pietro Celestino, nacque ad Isernia nel 1215 da Angelo Angelerio e Maria Leone, contadini poveri, onesti e profondamente religiosi.
Si dedicò fin da ragazzo al lavoro dei campi.
Nel 1231 vestì l'abito benedettino, ma a 20 anni, insoddisfatto della vita spirituale dell'ordine, si ritirò da eremita in una grotta nelle vicinanze del fiume Aventino, nei pressi di Palena.
Nel 1238 andò a Roma dove fu ordinato sacerdote nel 1241. Celebrò la prima messa nella chiesa di San Pietro in Montorio e tornò in Abruzzo, stabilendosi alle falde del monte Morrone, prendendo come modello di vita S. Giovanni Battista: non beveva vino, non mangiava carne e praticava 4 quaresime l'anno.
Nel 1259 fra' Pietro ottenne i finanziamenti per costruire l'Abbazia morronese che sorse attorno all'antica chiesetta di S. Maria del Morrone, poi detta di Santo Spirito.
Verso il 1265 fra' Pietro fece costruire l'Eremo di Sant'Onofrio (patrono degli eremiti), dove si ritirò in preghiera.
Qui nel luglio 1294 fu informato dell'avvenuta elezione a Pontefice, avvenuta nel Conclave di Perugia il 5 luglio 1294.[…]


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ALATRI: SAN SISTO I, PAPA E MARTIRE


I soci VITTORIO e FABRIZIO PECCI, unitamente al sig.Parroco della Concattedrale di Alatri (FR) trasmettono l’immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” e le unite notizie storiche.
San Sisto I, patrono della Città di Alatri e della Diocesi di Anagni-Alatri, romano, fu Papa dal 117 al 127. Era figlio della famiglia Pastori, romano della regione di via Lata.
Il suo nome, Xystus, probabilmente di origine greca, è stato in seguito erroneamente confuso con Sistus (che ne ha proseguito la numerazione) in riferimento al fatto che fu il sesto successore di Pietro.
Secondo il Liber Pontificalis, durante il suo pontificato diede tre disposizioni:
1-Nessuno, ad eccezione dei ministri del culto, durante la consacrazione può toccare il calice e la patena.
2-I vescovi che si sono recati presso la Santa Sede, al loro ritorno nella diocesi devono presentarsi con una lettera apostolica che conferma la loro piena comunione con il soglio di Pietro.
3-Dopo il Prefazio della Messa il sacerdote deve recitare il Sanctus con l'assemblea. Alla sua morte (127), fu inumato nel sepolcreto della basilica Vaticana.
Il suo culto ad Alatri si è sviluppato da una complessa vicenda. Nell’anno 1132 un’epidemia stava flagellando questa zona dell’Italia. Rainolfo, conte di Alife, decise di inviare degli ambasciatori a Roma per ottenere da Papa Anacleto II le reliquie di qualche santo con lo scopo di liberare la propria città dalla pestilenza.
Durante il colloquio fu annunciato che il crollo di una trave della Basilica di S.Pietro aveva causato lo scoperchiamento della tomba di San Sisto. L’evento fu interpretato come un segno divino per cui le ossa del Santo vennero affidate alla delegazione di Alife.
Durante il viaggio di ritorno, la mula bianca che portava le spoglie del Santo pontefice si impuntò in mezzo alla strada per decidersi di ripartire più tardi, ma prendendo la direzione di Alatri. Così le reliquie vennero in parte lasciate in quel luogo e San Sisto fu dichiarato Patrono di Alatri: era l’11 gennaio. […]


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GIARRE (CT) – LA MADONNA DELLA STRADA


Il socio Prof. ALFREDO FICHERA di Mascali ha trasmesso l’immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” e le seguenti notizie.
Il culto della Madonna della Strada è uno dei più antichi dell’area ionico-etnea; infatti risale alla conquista normanna della Sicilia e la conseguente liberazione dell’isola.
La leggenda racconta che Ruggero I “il Normanno”, prima di affrontare l’esercito Saraceno che stazionava nelle terre di Mascali, ebbe una visione della Madonna che gli predisse la vittoria e gli indicò un luogo dove scavare un pozzo d’acqua per dissetare i cavalli. Rincuorato dalla visione, Ruggero con eroico coraggio affrontò i musulmani e li sconfisse.
Fu così che per ringraziare la Madonna per a sua celeste protezione volle costruire una cappella in suo onore, proprio vicino al pozzo che ancora oggi si conserva.
Volle altresì, infeudato il territorio nel 1092, elevare il vescovo di Catania a barone delle terre di Mascali.
La cappella nel tempo ha subito ristrutturazioni ed ampliamenti, l’ultimo dei quali, nel 1908, secondo il gusto estetico del tempo ha dato alla chiesa un aspetto liberty.
Recentemente, con decreto del vescovo di Acireale, la chiesa, già parrocchia Santa maria della Strada, è stata elevata a Santuario. Ogni seconda domenica di maggio vi si celebra la festa della Madonna.
Il Santuario è facilmente raggiungibile all’uscita di Giarre dell’autostrada Messina-Catania.

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IMMAGINETTA DI PRIMA COMUNIONE


Il “CEIS - Collezionisti Emiliani di Immagini Sacre” di Bologna ha trasmesso un'immaginetta sul tema della Prima Comunione nell’ambito della campagna sociale “Un santino per ogni socio”.
Il santino, che misura cm.8 x 4,50, risale agli anni ‘Quaranta/Cinquanta ed è piuttosto appetibile per quei soci che raccolgono immaginette sulle tematiche della Prima Comunione, o/e degli Angeli o/e della Santa Eucaristia.


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17 MAGGIO 2007: SAN PASQUALE BAYLON (1540-1592)


Padre MICHELE GIULIANO ofm ha trasmesso l’unita immaginetta per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Nato il giorno di Pentecoste, il 16.5.1540, a Torre Hermosa nel regno spagnolo di Aragona, e morto nei pressi di Valencia, a Villa Real il 17. 5.1592, giorno i Pentecoste, quest'umile "frate laico" che non si sentì degno di accedere all'ordine sacerdotale, fu davvero "pentecostale", cioè favorito dagli straordinari doni dello Spirito Santo, tra cui il dono della sapienza infusa.
Pasquale, illetterato, svolse in convento la mansione di portinaio, ma è considerato addirittura "il teologo" dell'Eucaristia, non solo per le dispute che egli sostenne con i calvinisti di Francia, durante un suo viaggio a Parigi, ma anche per gli scritti che egli ci ha lasciato, una specie di compendio dei maggiori trattati su questo argomento.
E l'Eucaristia fu il centro della sua vita spirituale e meritò di essere proclamato da papa Leone XIII patrono delle opere eucaristiche, e più tardi patrono dei congressi eucaristici internazionali.
I suoi biografi raccontano che durante le esequie, al momento dell'elevazione dell'ostia e del calice, il frate già irrigidito dalla morte riaperse gli occhi per fissare il pane e il vino della mensa eucaristica e rendere l'ultima testimonianza del suo amore al divino sacramento.
I suoi genitori, molto poveri, l'avevano mandato dietro il gregge di famiglia e più tardi come garzone di un ricco allevatore. A 18 anni fece domanda di ammissione al convento di S. Maria di Loreto dei francescani riformati alcantarini, e fu respinto.
Egli rifiutò a sua volta una cospicua eredità offertagli da un ricco allevatore della zona, Martino Garcia. Infine poté emettere i voti religiosi il 2. 2.1564, come "fratello laico", non sentendosi degno di aspirare al sacerdozio.
Morì giovane, all'età di 53 anni. Ventisei anni dopo, il 29 ottobre 1618, veniva proclamato beato e nel 1690 santo.
(Font: http://www.enrosadira.it/santi/p/ pasqualebaylon.htm)


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1607-2007: IV centenario della morte di
Santa MARIA MADDALENA de’ PAZZI


Il socio LUCIO BIGI di Firenze per la ricorrenza del quarto centemario della morte di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi ha trasmesso un pieghevole per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Caterina de' Pazzi è nata a Firenze il 2.4.1566. A 16 anni entra nel Monastero di clausura di S.Maria degli Angeli. Qui riceve il nome di Sr.Maria Maddalena. Dopo la professione religiosa, il 27.5.1584, comincia un itinerario mistico, segnalato di grazie e numerosissime esperienze singolari, che fa da lei una delle più grande estatiche della Chiesa.
A eccezione di tre lettere, non scrisse nulla di proprio pugno. Ma perché i suoi confessori volevano determinare se l'origine di questi fenomeni era divina o no e lei parlava in estasi (non volendo le suore "lassar perdere nessuna" delle sue parole: cf. II 292), è obbligata a conferire tutto quello che li accadeva ai superiori, tramite le sorelle, che scrivevano quello che lei diceva, fuori dell'estasi o durante le stesse esperienze mistiche.
Così furono prese dalla sua bocca e raccolte sotto sua dettatura le relazioni delle sue esperienze mistiche: e questi costituiscono quattro grossi volumi di manoscritti originali, le cosiddette "sue" opere, perché conservano ipis verbis il tenore originale del suo discorso, essendo da lei stessa riveduti, schiariti e corretti.
Sono questi: (I) I Quaranta Giorni; (II) I Colloqui; (III) Revelatione e Intelligentie (o I otto giorni dello Spirito Santo); (IV) La Probatione - Renovatione della Chiesa.
Queste relazioni saranno complimentati ancora in vita della Santa con altri testi di natura biografica, avvisi, ammaestramenti e ricordi personali, raccolti a titolo particolare da carmelitane che con lei vivevano e privavano (non ancora integralmente pubblicati). Insieme tutti questi testi costituiscono uno dei maggiori monumenti della letteratura mistica cattolica.
L'autunno di 1602 s'è ammalata e il 19 ottobre 1604 raccoglie al letto, colpita da tubercolosi polmonare. Comincia allora la fase della sua vita chiamata il nudo patire, una fase posteriore alla trasformazione del matrimonio spirituale e unica nella storia della mistica. Muore il 25.5.1607.
Il suo corpo incorruttibile si trova attualmente sotto l'altare maggiore della Chiesa del Monastero di S.Maria degli Angeli e di S.Maria Maddalena de' Pazzi, che si trova ora in V.dei Massoni, 26, a Careggi, Firenze. (fonte: www.ocarm.org)

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1° maggio: festa di san RICCARDO PAMPURI


Il socio GRAZIANO TONI di Faenza, titolare della “PUBBLICAZIONI - Collezionare Cultura” di Lugo (RA) ha inviato l’ immaginetta di San Riccardo Pampuri per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Riccardo nasce nel 1897 a Trivolzio. Entra nel 1915 all'università di Pavia presso la facoltà di Medicina e Chirurgia.
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale è arruolato all'89a Sezione di Sanità e, quindi, assegnato all'ospedale da campo con sede a Malonno in Valle Camonica, in provincia di Brescia.
Il 20 marzo 1921 si iscrive al Terzo Ordine di S. Francesco Il 6 luglio 1921 si laurea a pieni voti in medicina e chirurgia (110/110).
Lavora per sei anni come medico condotto a Morimondo (Milano). Nell’Anno Santo 1925 incontra Don Riccardo Beretta, figura di sacer-dote che risulterà determinante per le sue scelte future.
Nel 1927 entra a Bre-scia nel noviziato dei Fatebenefratelli e vi emette la professione religiosa il 24 ottobre 1928.
Gli viene affidato il gabinetto dentistico.
Purtroppo nella primavera del 1929 la sua salute peggiora per la tubercolosi.
Il 18 aprile 1930 è trasferito nell'Ospedale del Fatebenefratelli di Milano dove muore il primo maggio.

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23 GIUGNO: FESTA DI SAN GIOVANNI DA MATERA


La socia DONATA CAROLILLO di Tricarico ha qui trasmesso per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” una immaginetta di San Giovanni da Matera con San Guglielmo da Vercelli.
Giovanni da Matera o anche da Pulsano, dal luogo dove ha avuto inizio la sua ultima opera monastica. Nasce verso il 1070 in Matera da una ricca e nobile famiglia (detta Scalcioni probabilmente dopo, dal termine “scalzi”, con cui sono stati poi chiamati dalla popolazione i monaci di Giovanni).
Ancora ragazzo, animato da uno straordinario spirito di pietà, abbandona la casa paterna e si dirige a Taranto dove chiede ospitalità e lavoro ai monaci basiliani dell’Isola di S. Pietro. Qui gli viene affidata la custodia delle pecore.
Quando aveva lasciato i fasti della sua casa, aveva scambiato i suoi lussuosi abiti con quelli di un povero. Certo il gesto di s. Francesco che si spoglia dei suoi abiti per indossare un saio, era già stato fatto tante volte nei secoli precedenti da questi iniziali eremiti e monaci.
Giovanni è molto provato da questo lavoro e quando sta per cedere, sente una voce interna “Dio è con te” che lo rianima; alla vista di una barca crede di vedere un volere di Dio e quindi si fa trasportare in Calabria, dove conduce una vita di solitudine e mortificazione; da lì passa in Sicilia standoci due anni e proseguendo la sua vita di penitente. Ritorna in Puglia a Vinosa, vicino Taranto e Matera, e lì continua la sua consueta vita, ospitato dai parenti che nel frattempo si erano trasferiti per motivi politici, ma ridotto quasi ad un scheletro; ciò nondimeno riesce a non farsi riconoscere.
Prende a girare fra il popolo di vari paesi predicando ed esortando ad una vita di preghiera, attirando la benevolenza di molti ed anche l’accodarsi di alcuni discepoli; subisce anche delle calunnie per cui finisce in prigione per ordine del conte Roberto di Chiaromonte. Viene liberato miracolosamente e deve allontanarsi da tutti, continuando a predicare in altre zone: Giunto a Capua, sente di nuovo la sua voce guida che gli dice di ritornare in Puglia.
Sui monti dell’Irpinia a Bagnoli incontra s. Guglielmo da Vercelli (con lui nel santino sopra) che con alcuni discepoli conduce vita eremitica. Si ferma con loro finché ha una visione che indica per entrambi le loro strade, opposte ma sempre nell’Italia Meridionale, infatti Giovanni opera in Puglia mentre Guglielmo fonderà poi il monastero e santuario di Montevergine. […] - (Fonte:www.santiebeati.it)

ANTONO BORRELLI


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Prima Domenica di Giugno: FESTA DELLA MADONNA DI GALASSINO


Il socio ALBERTO BOCCALI di Cesena ha trasmesso l’immaginetta della Madonna di Galassino per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Nell’ottobre 1608 il vescovo sarsinate Nicola Brauzzi, con rito solenne, impartiva la benedizione della prima pietra della chiesa che ospita l’immagine della Madonna di Gavazzino in San Damiano di Mercato Saraceno.
La sua costruzione sarebbe legata ad una visione della Madonna che ebbe, in quel periodo, un certo Galassino da Cesena residente a San Damiano.
La tradizione dice che l’anziano lavoratore ritornando di tarda sera a casa dai campi cavalcava un asino che all’improvviso si mise a correre all’impazzata. Galassino invocò il nome di Gesù e Maria e fu tirato a terra con fiamme di fuoco. Rimasto illeso, dopo l’apparizione della Santa Vergine pensò di edificare in quel luogo una cella.
La sacra immagine dipinta su muro da autore sconosciuto con il titolo di “Maria Ausiliatrice” è comunemente chiamata “Madonna di Galassino”, pur provenendo da un’altra celletta della zona.
Nel corso dei secoli non ha mancato, con le sue grazie, di esaudire quanti a Lei si rivolgevano con fede, co-me lo testimoniano i molteplici ex-voto donati per grazia ricevuta. Il restauro avvenuto negli ultimi decenni ha riportato sia la chiesa che la sacra immagine al loro stato originario. La grande devozione popolare rimane, nono-stante la soppressione della processione.
La festa che si celebrava il 7 giugno ora è passata alla prima domenica dello stesso mese, ma nella Chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano.

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NOTIZIE DAL MONDO



LUGO (RA): IL MUSEO INTERNAZIONALE DEL SANTINO


Un obiettivo al quale Pubblicazioni Collezionare Cultura (la società del nostro associato TONI GRAZIANO) sta lavorando, è la realizzazione nel 2007 a Lugo del primo “Museo Internazionale del Santino”.
Si tratta di una struttura con un percorso espositivo e multimediale che sviluppa varie tematiche legate ai santini.
Dal periodo storico al tipo di stampa dalle preghiere alle lavorazioni conventuali.
Gli argomenti spazieranno dal periodo storico al tipo di stampa, dalle preghiere alle lavorazioni conventuali.
Il percorso espositivo si snoda tra oltre 20.000 immaginette, datate dal XV al XX secolo, provenienti da varie collezioni private italiane ed estere. (Fonte: http://www.collezionarecultura.it)



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CARDINAL TOPPO: I SANTUARI, LUOGHI DI INCONTRO CON LA TRINITA'


BANGALORE, 22 marzo 2007 (ZENIT.org).- Luoghi creati da Dio per riempirci del Suo Spirito, ascoltare la Sua Parola e conoscere e amare Suo Figlio: così definisce i santuari il Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici dell’India (CBCI).
Il Cardinale Telesphore Placidus Toppo – Arcivescovo di Ranchi (Bihar) – è intervenuto la settimana scorsa alla Consulta Internazionale su Santuari e Pellegrinaggi svoltasi a Bangalore. Per quell'occasione, il porporato ha voluto sottolineare l’importanza dei santuari, descrivendoli come “segni visibili del potere dell’amore di Dio”, secondo quanto raccolto sulla web della CBCI.
“Lo Spirito di Dio è presente quando i credenti gli preparano il loro cuore, e la gente accorre ai santuari proprio con questa disposizione”, ha spiegato. Il porporato ha affermato che i luoghi santi attirano moltissime persone, e ha citato Gerusalemme, Roma, Santiago de Compostela, Calcutta, Vailankanni (nel Tamil Nadu) e Sardhana (nel Meerut). “Quando i cristiani visitano questi luoghi, sperimentano un’immensa gioia e vi sentono, di fatto, la presenza di Gesù, il Signore Risorto”, ha constatato. Quanto alla nascita di un luogo santo, ha indicato che nella tradizione cristiana tali luoghi hanno questa considerazione per uno speciale intervento dall’Alto.
“Come nel caso di Lourdes” “e di Fatima, dove Maria, la Madre di Gesù, ha esortato i credenti a un maggiore impegno per Cristo e i valori del Vangelo”. Il porporato ha affrontato anche la ragione per cui segni visibili del potere dell’amore di Dio, come guarigioni e conversioni, tendono a sperimentarsi di più nei luoghi sacri. A questo proposito, il Cardinale ha spiegato che si tratta di un cammino che le persone intraprendono verso un luogo sacro realizzato con fede, senza altri condizionamenti. “Più ancora, quando altri credenti li accompagnano, rafforzano la loro fede e la loro intenzione”, ha aggiunto.
“I santuari e i luoghi di pellegrinaggio, che il Signore ha creato per noi, esistono perché possiamo riempirci del Suo Spirito, ascoltare la Parola di Dio, arrivare a conoscere Suo Figlio Gesù e nostro Salvatore più intimamente e amarlo più ardentemente”, ha sintetizzato.



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20.3.2007: LE FIGURINE CHE RACCONTANO LA PASQUA…
IL VESCOVO MONS. MAURO PIACENZA E MONS. RAFFAELLO MARTINELLI PRESENTANO LA NUOVA RACCOLTA DELLA EDITRICE ROMAGNOLA ‘PUBBLICAZIONI COLLEZIONARE CULTURA’: I SANTINI DELLA PASQUA


Conferenza Stampa 20 marzo 2007 presso: Sala Marconi Radio Vaticana – Piazza Pia, 3 - Roma
“Anche gli umili santini possono giovare alla fede” così auspica Sua Ecc. Mons. Mauro Piacenza, Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa nella prefazione all’Album della Pasqua, parafrasando Virgilio, “arbusta iuvant humilesque myricae”.
La raccolta ripercorre il cammino di Gesù fino al compimento dell’Avvenimento misterioso e miracoloso della morte e resurrezione di Cristo attraverso più di 400 preziose figurine italiane ed europee.
Novità dell’Album sono i testi di accompagnamento alle immagini, a cura di Mons. Raffaello Martinelli, che cessano di essere testi puramente descrittivi del santino, come per le precedenti raccolte, ma per la prima volta spiegano le scene riprodotte dalla figurina, aiutano il lettore a ripercorrere con la mente, con il cuore e con gli occhi la via crucis di Cristo.
Per informazioni e per ricevere materiale inerente alla editrice: Pubblicazioni Collezionare Cultura -Via F.lli Ferrucci, 40 – 48022 Lugo (Ravenna) Tel.: 0545-288824 - e-mail: comunicazione@collezionarecultura.it



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MASCALUCIA (CT): INAUGURATA STATUA BRONZEA DI GIOVANNI PAOLO II


E’ stata inaugurata dall’Arcivescovo di Catania Mons.Salvatore Gristina, nella cittadina pedemontana di Mascalucia, una grande statua bronzea raffigurante il servo di Dio Giovanni Paolo II benedicente, così come è ricordato ancora con tanto affetto e riconoscenza dalle popolazioni etnee in occasione della visita pastorale che egli fece il 4-5 novembre 1994 alla Chiesa di Catania.
Molti i fedeli, provenienti anche dai paesi vicini e convenuti nello slargo antistante il cimitero comunale della frazione di Massannunziata, sulla via che porta al santuario diocesano della Madonna della Sciara a Mompileri, alla presenza del clero e delle autorità del luogo. C’è stato un momento commovente allorché il Presule ha benedetto la statua e ha rievocato l’amabile figura dell’indimenticabile Papa, con particolare riferimento al suo magistero sulla famiglia. “Oggi noi siamo chiamati a riflettere sulla realtà della famiglia – ha sottolineato l’Arcivescovo - cercando di conciliare tanti punti di vista, ma senza far venir meno l’istituto della famiglia”.
Il simulacro è stato donato dall’anziano cittadino mascalucese Salvatore Di grazia in memoria della moglie scomparsa ed è opera dello scultore monzese Guido Marini.
Dopo la cerimonia, l’Arcivescovo ha raggiunto la sede della Parrocchia Maria SS. Annunziata,in Massannunziata per presiedere nella cripta di San Giuseppe del santuario mariano delle genti dell’Etna, la Concelebrazione Eucaristica insieme con il vice parroco e rettore don Emanuele Sapuppo, con i Padri della vicina comunità missionaria P.I.M.E. e con il novello sacerdote don Salvatore Consoli. (Fonte:L’Osservatore Romano, pag.4 del 26-27.2.2007)

ANTONINO BLANDINI

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2 APRILE: KAROL WOJTYLA - CHIUSA SOLENNEMENTE LA FASE DIOCESANA DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE


Un momento atteso con gioia dai fedeli di tutto il mondo: si è chiusa,stamani, nella Basilica di S.Giovanni in Laterano,dopo 21 mesi, la fase diocesana della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio, Giovanni Paolo II.
L’evento si è tenuto durante la celebrazione dell’Ora Sesta in una Basilica gremita di porporati, presuli, autorità politiche e tantissimi fedeli che, venuti anche dalla Polonia, si sono radunati nel piazzale antistante.
Viva poi è l’emozione con la quale si attende la Messa in suffragio di Giovanni Paolo II, che Benedetto XVI presiederà oggi pomeriggio,alle 17.30 in Piazza San Pietro. Già stamani, per commemorare il secondo anniversario della morte di Papa Wojtyla, il cardinale Stanislaw Dziwisz aveva celebrato una Messa presso la tomba del Papa nelle Grotte Vaticane.
Il porporato ha ribadito che Giovanni Paolo II è stato “il Papa della vita”. “Ci riempie di gioia e di speranza - ha detto - il fatto che proprio la santità diventa il più caratteristico e il più riconoscibile tratto” del suo “atteggiamento” e del suo “servizio”. Stasera, sarà sempre l’ex segretario personale di Giovanni Paolo II a presiedere la veglia dei giovani in memoria del Papa, accompagnata dalle riflessioni dell’arcivescovo Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano. (Fonte: Radio Vaticana del 2.4.2007)


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MILANO, PINACOTECA AMBROSIANA: 33 ICONE IN MOSTRA FINO AL 1° LUGLIO RACCONTANO IL CRISTIANESIMO IN BULGARIA


Trentatrè icone di dimensione imponente che svelano un aspetto della Bulgaria che non ci si aspetta. Una terra fiera della sua identità cristiana. Queste opere, che provengono dalla Galleria nazionale di Belle Arti di Sofia, arrivano per la prima volta in Italia, ospiti della Pinacoteca Ambrosiana di Milano dove resteranno in mostra fino al 1° luglio. Tesori dell’iconografia orientale, le icone riescono a rimandare a quel Dio che nessun uomo ha potuto vedere, nemmeno Mosè.
E incarnano la storia di un popolo perseguitato a causa della fede, che le ha gelosamente custodite e tramandate. Insieme alle icone fanno parte della rassegna sette manoscritti provenienti dall’Istituto ecclesiastico storico archivistico presso il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Bulgara. Sono il simbolo di una tradizione nazionale che dal Medioevo è resistita fino a metà del Novecento, quando i monaci nei conventi dei Balcani continuavano a copiare a mano, per la fede nelle parole e nelle icone ricopiate. E la Bulgaria, appena entrata a far parte dell’Unione Europea, rivendica questa forte impronta spirituale. Lo hanno sottolineato alla presentazione della mostra, il metropolita di Varnn Velki, Preslav Kirill e il console bulgaro a Milano, Ivo Ivanov.
“I bulgari non hanno mai abbandonato la propria fede cristiana “, ha detto il metropolita Kirill, “piuttosto per lunghi anni non sono riusciti ad esprimerlo, soffocati dal dominio ottomano e dal regime comunista ateo. Le icone testimoniano una tradizione rimasta nell’ombra, ma che oggi fa risorgere il suo popolo”. (Fonte: Radio Vaticana, 2.4.2007)


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BENEDETTO XVI NOMINA IL CARD.TARCISIO BERTONE NUOVO CAMERLENGO DI SANTA ROMANA CHIESA


Il Papa ha accolto la rinuncia presentata dal cardinale Eduardo Martínez Somalo all'incarico di Camerlengo di Santa Romana Chiesa, in adempimento a quanto previsto nella Costituzione Apostolica “Universi Dominici Gregis”, ed ha chiamato a succedergli nel medesimo incarico il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone.
Il cardinale Martínez Somalo, spagnolo, lo scorso 31 marzo ha compiuto 80 anni. Era stato nominato Camerlengo da Giovanni Paolo II il 5 aprile del 1993. Il Papa in una Lettera inviata al porporato esprime il suo “vivo ringraziamento per la solerzia, la competenza e l’amore” con cui il cardinale Martínez Somalo ha svolto questo “delicato compito, a servizio della Santa Sede e della Chiesa universale”.
Benedetto XVI manifesta inoltre il suo “sincero apprezzamento per la grande dignità e la solenne sobrietà” con cui ha esplicato il ruolo di Camerlengo dopo la morte di Giovanni Paolo II.
Ricordiamo che il cardinale camerlengo di Santa Romana Chiesa ricopre fondamentalmente due incarichi: in primo luogo, quando il pontefice è in viaggio, o assente, amministra i beni temporali. Ben più noto, invece, è il compito che assume dopo la morte del Pontefice: è infatti il cardinale che presiede il periodo della cosiddetta Sede vacante. (Fonte: Radio Vaticana del 4.4.2007)



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MOSTRA “VATICAN CLICK” IN VATICANO: LE FOTO DEGLI ULTIMI 11 PAPI


E’ stata inaugurata dal cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, nella tarda mattinata in Vaticano, una mostra che raccoglie una serie di scatti del Servizio fotografico dell’Osservatore Romano. Aperta fino al 27 maggio, consente l’ingresso gratuito tutti i giorni dalle 10 alle 19 e il mercoledì dopo le 13, al termine dell’udienza generale.
Cinque milioni di immagini: è questo il patrimonio del Servizio fotografico dell’Osservatore Romano che per celebrare i suoi trent’anni di attività ha allestito una mostra al Braccio di Carlo Magno, in piazza San Pietro.
"Vatican click” aprirà i battenti al pubblico domani, al termine dell’udienza generale e proporrà cinque sezioni di fotografie: i volti degli ultimi undici Pontefici, da Pio IX a Benedetto XVI, una galleria dedicata a Giovanni Paolo II e un’altra intitolata a Benedetto XVI. E oggi il ricco patrimonio fotografico dell’Osservatore Romano si può consultare anche sul sito www. photo.va, un modo per incontrare più da vicino i successori di Pietro e cogliere significativi particolari della vita della Chiesa. (Fonte: Radio vaticana del 24.4.2007)



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APARECIDA (BRASILE) 13 MAGGIO: BENEDETTO XVI INAUGURERA’ V CONFERENZA DELL’EPISCOPATO LATINO-AMERICANO E CARAIBICO


Fervono i preparativi in vista della V Conferenza generale del CELAM, l’Episcopato latinoamericano e caraibico, che il 13 maggio prossimo sarà inaugurata da Benedetto XVI presso il Santuario di Nostra Signora Aparecida, in Brasile.
All'importante appuntamento, che durerà fino al 31 maggio, parteciperanno quasi 500 vescovi: al centro dei lavori figurano le grandi sfide ecclesiali e sociali del continente. In particolare si rifletterà su due dimensioni fondamentali: essere “discepoli” e “missionari” di Gesù Cristo.

OTTO MILIONI DI PELLEGRINI L'ANNO NEL SANTUARIO IN CUI SI RECHERA' IL PAPA

Nel Santuario della Patrona del Brasile, continua senza sosta l'arrivo di pellegrini...
Una storia che inizia nel 1717 con una prodigiosa apparizione («Aparecida» significa «apparsa») e che oggi vede confluire otto milioni di pellegrini all'anno al grande santuario, posto in una piccola città situata fra San Paolo e Rio de Janeiro.
È la seconda volta che l'assemblea del Celam si tiene in Brasile: la precedente fu nel 1955 a Rio de Janeiro, quando si tenne la prima assemblea del Celam.
Le successive si tennero nel 1968 a Medellin, in Colombia - alla sua apertura partecipò Paolo VI -, nel 1979 a Puebla, in Messico - era presente Giovanni Paolo II, all'inizio del suo pontificato -, nel 1992 a Santo Domingo - anche qui con Wojtyla - in coincidenza con i 500 anni della «scoperta» dell'America e dell'inizio della sua evangelizzazione.


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MISILMERI (PA), 21 MAGGIO: CONVEGNO “ECUMENISMO E SPIRITUALITA’ SU MADRE ANTONIA LALIA


Il 21 maggio a Misilmeri (Pa) presso l’istituto Maria SS. Annunziata in C.so IV aprile 67, giornata in memoria della Serva di Dio Madre Maria Antonia Lalia e convegno dal titolo “ Ecumenismo e spiritualità il Madre Antonia Lalia” interverranno diverse autorità civili e religiosi tra cui l’arcivescovo di Palermo Mons.Paolo Romeo, e il postulatore della causa P. Vito Gomez.

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RUBRICA: CURIOSANDO TRA I LIBRI E SANTINI


1-Titolo: ROSALIA. DELLE IMMAGINI DEVOZIONALI DELLA SANTUZZA.


Autore: Crisafulli Vincenzo Editore: Promopress
Data di Pubblicazione: 2006 Pagine: 126 Prezzo: euro 20.00
Acqueforti, xilografie, cromolitografie, stampe, calcografie. Le immagini devozionali dedicate a Santa Rosalia nel corso dei secoli sono state realizzate con molti metodi a stampa e attraverso tecniche che, in qualche caso, hanno raggiunto vere e proprie forme d’arte.
La patrona di Palermo ha sempre goduto di incondizionata venerazione, anche al di fuori delle mura delle città, a partire dalla prima metà del ‘600, quando le sue ossa furono trovate nella grotta di Monte Pellegrino. A lei si devono molti miracoli (la peste debellata resta il punto più alto della sua misericordia) e gli innumerevoli ex voto nel santuario a lei dedicato stanno a testimoniarlo.
In libreria si può acquistare una particolare storia delle immagini sulla Santa. Un volume che raccoglie un repertorio iconografico insolito ma molto popolare, quello dei santini. Un complesso lavoro do ricerca attraverso musei, collezioni private e archivi quello condotto da Vincenzo Cristafulli che alla fine ha realizzato il volume Rosalia. Delle immagini devozionali della Santuzza.
L’ampio apparato illustrativo che comprende pezzi dal XVII al XX secolo – è corredato da un testo che ripercorre la storia dei santini di Rosalia e contiene molte curiosità. Non ultima la notizia secondo la quale «una delle stampe devozionali più conosciute dedicata alla Santuzza è stata tratta nei primi del Novecento da un dipinto di Otama Kiyohara, pittrice giapponese della fine dell’Ottocento che visse a Palermo perché sposò il pittore Vincenzo Ragusa».
In generale, i santini in Sicilia, spiega Crisafulli «hanno sempre avuto un valore apotropaico, ed infatti, per allontanare i cattivi influssi, erano posti nelle casse della biancheria del corredo della sposa, talvolta nelle fondazioni delle case o incollati al muro per capezzale».
Alle immaginette sacre, inoltre, veniva attribuito una importante funzione taumaturgica. Ma, al di là, dell’importanza che ognuno attribuisce all’immaginetta sacra, Crisafulli spiega che l’avvio della produzione in serie dei santini ha reso il «sacro a portata di mano, attribuendo ai santi una connotazione di familiarità», mentre prima il sacro era rappresentato in maniera gigantesca, e comunque distaccata e lontana, nei grandi dipinti delle chiese. (http://www.siciliaonline.it)

2-Il socio LORENZO FATTORI ci ha inviato la seguente segnalazione:

Giovedì 14 marzo presso il Museo della Città di Rimini, nella sala del “Giudizio Universale”, è stato presentato il bel volume “San Nicola e la reliquia di Rimini. Storia, arte, spiritualità”.
Lo studio è stato curato da Andrea Donati e Natalino Valentini direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli”.
La bella pubblicazione fa la sua comparsa in contemporanea con la grande mostra “San Nicola. Splendori d’arte d’Oriente e d’Occidente”, allestita al Castello Svevo di Bari. Alcuni dei saggi del volume riminese sono scritti dagli stessi curatori della mostra.
L’interesse verso la reliquia di San Nicola conservata a Rimini inizia nel gennaio 2003, quando la Chiesa cattolica di Rimini, d’intesa con il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ha fatto dono di un frammento della sua reliquia alla Diocesi Greco-Ortodossa di Dimitriade (la greca Volos). Nella presentazione è stato messo in evidenza come la pubblicazione nasce da un evento di ecumenismo tra due chiese di credo diverso: ma questo è il “potere” di San Nicola ritenuto concordemente il santo che unisce le due chiese cattolica e ortodossa.
Nella basilica di Bari si celebrano infatti entrambe le confessioni.
Nella pubblicazione si ricostruiscono le diverse tradizioni sull’arrivo a Rimini dell’omero di san Nicola vescovo di Myra. Le prime leggende risalgono al XII secolo e tutte concordano su un viaggio rocambolesco delle reliquie.
La ricerca mette in evidenzia anche la documentazione della Vita e dell’Inno liturgico dedicato a san Nicola e presente nel Passionario della Cattedrale dell’inizio dell’ XI secolo (ora custodito presso l’Archivio Diocesano), che testimoniano una viva devozione per il santo prima ancora dell’arrivo della reliquia a Rimini.
Infine, il volume non poteva non esaminare l’agiografia di san Nicola che è colma di eventi affascinanti, di miracoli straordinari, talora orlati di fiabesco. Ma questo non può assolutamente sminuire i tratti del grande Taumaturgo, figura di estrema importanza nella storia della cultura d’Oriente e d’Occidente, dell’Europa in particolare.
Il volume, nato a seguito d’iniziative ecumeniche, speriamo che sia il primo di una serie perché da un lato permette di rafforzare il dialogo tra cattolici e ortodossi, e dall’altro consente di riscoprire alcuni aspetti della nostra storia che si sono dimenticati nel corso dei secoli. Il libro è pubblicato dall’editore Pazzini.

Lorenzo Fattori

3-“LE MIE PREGHIERE – PREGHIERE PER IL CRISTIANO E LA FAMIGLIA” di Padre ENZO RIDOLFI, editore “La Fede”



E’ un volume di 525 pagine ed è in vendita a 5.00 euro. Ovviamente sono ben accette anche offerte libere. In alternativa si può chiedere al Convento dei Cappuccini di Rovereto (tel.0464-437575) e presso il sito www.lafedepenzo.it e-mali: la fede@cheapnet.it
Padre Enzo RIDOLFI, frate cappuccino, ha raccolto tante preghiere da recitare all’alba o al tramonto, per propiziare una nascita o accompagnare una morte, per il lavoro nei campi, in fabbrica o in ufficio, per implorare la pioggia o la guarigione da una malattia. Preghiere prima dei pasti e dopo i pasti, per un viaggio, per i bambini, per i coniugi, per i genitori, ai Santi Gioacchino ed Anna per avere la grazia di un figlio. Preghiere alla Santa Famigli, agli Angeli, alla Vergine Maria ed ai Santi, ecc.
L’autore ha scovate queste e tante altre preghiere dentro antichi libri devozionali e nella memoria dei vecchi fedeli raccogliendole in questo corposo manuale.


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PERCHE’ LE IMMAGINI SACRE


Da un anno monsignor Raffaello Martinelli, Officiale alla Congregazione per la Dottrina della Fede e collaboratore del Cardinale Joseph Ratzinger per 23 anni, ha messo a disposizione dei fedeli presso la Basilica dei SS Ambrogio e Carlo al Corso, a Roma, alcune schede catechistiche su argomenti di attualità, redatte sulla base del Catechismo e di altri documenti pontifici.
Con grande meraviglia monsignor Martinelli, che dal 1987 è anche Rettore del Collegio Ecclesiastico Internazionale San Carlo e Primicerio della Basilica di San Carlo al Corso (www.sancarlo.pcn.net), ha constatato che più di 800.000 schede sono state prese dalle persone che sono entrate nella Basilica. Presentiamo qui di seguito un tema che all’AICIS sta molto a cuore:


CHE COSA SONO LE IMMAGINI SACRE?


Sono raffigurazioni (statue, pitture,mosaici,sculture…) di contenuti religiosi, che vengono effettuate con vario materiale e con diversi stili. In particolare esse rappresentano Dio, Gesù Cristo, lo Spirito Santo, la Madonna, i Santi.

DI CHE COSA SI SERVONO LE IMMAGINI RELIGIOSE?

Si servono di elementi che provengono da questo mondo, nelle sue diverse componenti: umano, animale, vegetale, materiale. Ma tali elementi sono lì dipinti per indicare qualcos’altro: rimandano a realtà che non appartengono a questo mondo visibile. Sono riflesso, segno del divino, del religioso, dello spirituale, del soprannaturale.

CHE TIPO DI PASSAGGIO ESIGONO LE IMMAGINI SACRE?

In esse l’uomo è sollecitato a passare dal visibile all’invisibile, dal significante al significato, dal mondo creato a Dio. Per questo noi chiamiamo simboliche le immagini religiose. Sono un ponte tra il visibile e l’invisibile, tra il fedele e il mistero.

DA QUANDO ESISTONO LE IMMAGINI SACRE?

La scelta di rappresentare contenuti della fede cristiana con immagini risale a molto tempo addietro. Fin dai primi secoli, i cristiani realizzavano e utilizzavano immagini sacre. Una antica e autorevole testimonianza in tal senso sono le catacombe, ove anche oggi si possono ammirare ad esempio varie raffigurazioni di Cristo e della Beata Vergine Maria.
“Gli artisti di ogni tempo hanno offerto alla contemplazione e allo stupore dei fedeli i fatti salienti del mistero della salvezza, presentandoli nello splendore del colore e nella perfezione della bellezza” (Card. Joseph Ratzinger, Introduzione al Compendio).


PERCHE’ ALCUNE RELIGIONI PROIBISCONO LE IMMAGINI?

L’Ebraismo e l’Islamismo ad esempio proibiscono di raffigurare Dio, in quanto vogliono in tal modo evidenziare la totale invisibilità, l’infinita diversità e superiorità di Dio rispetto alle sue creature: Dio è il totalmente Altro. La rappresentazione del sacro in immagini costituisce per tali religioni una profanazione.


L’ANTICO TESTAMENTO PROIBISCE LE IMMAGINI?

• Nell’Antico Testamento, Dio aveva ordinato: “Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra” (Es 20,2-4). Tale “ingiunzione divina comportava il divieto di qualsiasi rappresentazione di Dio fatta dalla mano dell’uomo.
Il Deuteronomio spiega: “Poiché non vedeste alcuna figura, quando il Signore vi parlò sull’Oreb dal fuoco, state bene in guardia per la vostra vita, perché non vi corrompiate e non vi facciate l’immagine scolpita di qualche idolo” (Dt 4,15-16).
È il Dio assolutamente trascendente che si è rivelato a Israele. “Egli è tutto”, ma, al tempo stesso, è “al di sopra di tutte le sue opere” (Sir 43,27-28). Egli è “lo stesso autore della bellezza” (Sap 13,3). […]

Mons. Raffaello Martinell

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LA LITOGRAFIA


La litografia, dal greco “lithos”, pietra, è la tecnica di stampa inventata dal cecoslovacco JOHANN ALOYS SENEFELDER ed è all’origine dell’odierna tecnologia “offset”.
Johann Aloys nasce il 6 novembre 1771 a Praga e muore il 26 febbraio 1834 a Monaco di Baviera.
Una mattina del 1796, questo drammaturgo e musicista, dovendo fare la lista dei vestiti da portare alla sua lavandaia, preso dalla fretta, scrive sull’unica cosa che ha a disposizione in quel momento: su una pietra levigata, con una matita grassa. Senefelder che, tra l’altro, era già personalmente alla ricerca di un metodo economico di stampa commerciale per diffondere le sue opere teatrali ed i suoi spartiti musicali, improvvisamente si rende conto della novità e da quel momento avvia le sue sperimentazioni. Aveva, infatti scoperto in tale circostanza le proprietà delle pietre calcaree, tratte dalle cave bavaresi di Solnhofen e di Kelheim, di assorbire grassi, “resine” e saponi, allo stato asciutto o di rifiutarli quando vengono bagnate con soluzioni acido-gommose.
Nel 1800, Senefelder lascia all'ufficio di Brevetti di Londra una 'Descrizione completa della litografia '.
Nel bel volume “SANTINI” di Elisabetta Gulli Grigioni e Vittorio Pranzini,la litografia viene così descritta: “Disegnando con una speciale matita grassa o litografica direttamente sulla pietra asciutta, dopo averla lavata con soluzioni acide, la si inchiostra con un rullo. La reazione sarà quella di far aderire l’inchiostro solo sulle parti disegnate, che risultano così pronte per la stampa.
La pietra viene successivamente sostituita con lastre metalliche di zinco o di alluminio opportunamente trattate. Con la sovrapposizione di più pietre inchiostrate a colori differenti si ottiene la “cromolitografia”.
Con la scomposizione nei tre colori primari (giallo, rosso, blu) si aprirà la strada alla moderna tecnica della tricromia”. (A sin.: s.Caterina di Alessandria, litografia nr.38 tratta dal sopracitato volume “Santini”)
Nel 1801, il socio di Senefelder, Antoine Andre, importa la litografia a Londra. Suo fratello, Frédéric Andre, ottiene un brevetto di importazione per la Francia nel 1802. In Italia appare nel 1805, sotto gli auspici dell'officina di G. Dall'armi. La litografia viene quindi introdotta in Danimarca in 1812. Ma è con il 1815 che questa arte ha un pieno sviluppo.
Nel 1818, Senefelder fonda un'officina a Parigi.
Nel 1819, descrive la sua invenzione in un libro, prima edito in tedesco a Monaco, e immediatamente in francese per la Francia.

RENZO MANFE’


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CERIMONIE DI CANONIZZAZIONE E BEATIFICAZIONE


PALERMO, 21 aprile 2007
CERIMONIA DI BEATIFICAZIONE DI
FRANCESCO SPOTO (1924-1964)

UN NUOVO BEATO NELLA TERRA DI SICILIA

Il 21 Aprile nella cattedrale di Palermo , il cardinale Salvatore De Giorgi, delegato da Sua Santità Benedetto XVI, ha elevato agli onori degli Altari il Venerabile Padre Francesco Spoto dei missionari dei Servi dei Poveri.
La cattedrale era gremita di fedeli, sacerdoti e religiosi. La folla all’esterno della chiesa ha potuto seguire la cerimonia grazie ad un maxi schermo collocato nel piazzale. Il momento più emozionante che ho vissuto è stato quando il cardinale ha letto la formula di Beatificazione.
E’ stato quindi intonato l’inno al Beato Francesco Spoto, mentre tra gli applausi e la commozione dei fedeli che sventolavano i foulard con l’immagine del beato è stato svelato il grande ritratto. Ma chi era il Beato Francesco Spoto?

ANTONINO COTTONE

 

(Profilo biografico, tratto dall’omelia di sua ecc.za Mons: Paolo Romeo arcivescovo metropolita di Palermo in occasione della celebrazione di ringraziamento)
Padre Francesco Spoto è stato il settimo successore del Beato Fondatore Giacomo Cusmano e sono in tanti coloro che hanno avuto la fortuna e la gioia di averlo conosciuto.
Nacque l’8 luglio 1924 a Raffadali (AG), in una famiglia religiosa e di solide tradizioni morali e laboriosa. A dodici anni entrò nel Seminario della Congregazione dove iniziò il suo breve, ma intenso viaggio verso il Signore.
Era talmente serio, determinato, tenace che i compagni presto lo ribattezzarono con il soprannome di “tedesco”, nomignolo che fece il paio con l’epiteto “roccia” appioppatogli affettuosamente da Don Rampello, Rettore della Chiesa di San Giovanni Battista di Raffadali. Privilegiato compendio culturale è il copioso e multiforme corpus dei suoi scritti, per lo più prediche, centinaia di lettere e, infine, il diario scritto negli ultimi giorni della sua vita.
Ordinato Sacerdote (il 22 luglio 1951), gli fu affidato l’insegnamento ai seminaristi della Congregazione e lo inviarono ad esercitare il ministero pastorale presso alcune comunità delle Suore Serve dei Poveri e in un paio di parrocchie. Così iniziò il suo ministero sacerdotale: con semplicità, nella cura della pastorale ordinaria.
Conobbe "solo" Cristo: Sacerdozio e Ostia. Celebrava la santa Messa lentamente, in raccoglimento, mentre Gesù crocifisso rinnovava il sacrificio tra le sue mani.
Molti furono i confratelli che lo apprezzarono. Dalla loro stima ed affetto scaturì l’elezione a Superiore Generale nel Capitolo del 1959.I giovani della Congregazione lo veneravano perché vedevano in lui la realizzazione del loro ideale.
Riservato e modesto com’era, non aveva mai pensato né desiderato quella responsabilità; eppure non indietreggiò. La sorella Antonina ha testimoniato quanto il fratello le aveva detto: «Accetto questa responsabilità dalle mani di Dio, con la fiducia che sostiene i deboli e colma le deficienze umane».
Dopo l’elezione, si dedicò completamente al governo della Congregazione, dando notevole impulso e tenace sostegno a tutte le iniziative intraprese. Le Missioni trovarono sempre in lui un attento e generoso fautore ed animatore. Risultato tangibile di questa conduzione fu che la Congregazione conobbe una notevole ripresa.
Come Superiore sapeva coniugare il compito della conduzione chiara con il dovere del rispetto dell’altrui libertà. Significativa è a questo proposito la testimonianza dei confratelli: «Pur potendoci obbligare a ritornare in Italia, prudentemente volle lasciarci arbitri e responsabili. E quando decidemmo di non abbandonare - per amore dei fedeli - la Missione, egli volle rimanere accanto a noi, come un padre resta accanto ai figli bisognosi di conforto» (Benito Ruggiero, in “Informatio, 50”).
Visse perciò gli ultimi quattro mesi della sua vita a Biringi, Diocesi di Mahagi-Nioka, nella foresta africana di Rungu-Erira nell’Ituri, provincia dell’allora Zaire. Oggi Repubblica Democratica del Congo.
Sull'esempio di San Francesco d'Assisi, il beato si mise sulle orme di Cristo. Davvero, per usare l'espressione del-l'altro suo grande modello, cioè Paolo di Tarso, prese vita in lui il «mihi vivere Christus est» (Fil 1, 21).
Tutti coloro che lo conobbero personalmente non possono dimenticarne la squisitezza d’animo e di comportamento, quasi che ogni suo gesto dovesse prolungare la dignità propria delle azioni liturgiche. Tutti ricordano il suo aspetto sempre amabile, sereno, signorile. La sua affabilità e confidenza arricchivano l’amico e l’interlocutore. Si intuivano, al di là del velo della sua umiltà, la ricchezza e la profondità spirituale. Il mistero, che solo Dio conosce, della sua tenace ricerca di santità e di ascesi spirituale, ci è in parte rivelato dal suo prezioso “Diario”, scritto nella foresta africana, che va dal 7 novembre al 10 dicembre 1964, che ritengo una proficua lettura spirituale che consiglio a tutti.
Sacerdote umano, saggio, buono, sereno e sorridente, con una certa somiglianza con l’indimenticato Papa Giovanni Paolo I, ormai definito "il sorriso di Dio", il neo beato ha perseverato fino alla morte nella fedeltà al suo Signore Gesù, interpretando così il carisma del Fondatore e la sua vocazione al supremo sacrificio della propria vita.
In estrema sintesi, di lui possiamo affermare che la sua vita invita sacerdoti, consacrati e laici a vivere con coerenza evangelica. A tutti ricorda che bisogna fidarsi di Dio ritenendolo l’unica roccia su cui poggiarci, la guida sicura che elimina i dubbi e le incertezze del nostro vivere quotidiano. P. Spoto si è lasciato abitare da Dio ed in Lui tutto è diventato trasparenza e riflesso della Sua tenerezza e testimone del suo amore senza limiti.
Al suo Istituto P. Spoto dice: “Coraggio! Investite con più ardore nella vostra specifica missione a favore dei poveri e dell’evangelizzazione per far conoscere ed amare Cristo Gesù ed il suo amore misericordioso”.
Ci rivolgiamo a te, Beato Francesco per ottenere, per tua intercessione, il dono di una vita santa che ci faccia riconoscere la presenza di Dio lungo i nostri giorni e ci consenta di farci guidare dalla sua Parola.
Così sia
Le spoglie del Beato riposano nella Parrocchia Cuore Eucaristico di Gesù in Palermo, dove sono meta di numerosi fedeli che rendono omaggio al Beato e chiedono grazie e intercessioni.

Mons.PAOLO ROMEO

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CITTA’ DI CASTELLO, 27 MAGGIO 2007
CERIMONIA DI BEATIFICAZIONE DI CARLO LIVIERO


Domenica 27 maggio a Città di Castello verrà proclamato beato Monsignor Carlo Liviero, il venerabile, il vescovo dei bambini e dei giovani.
Carlo Liviero nacque a Vicenza il 29 maggio 1866, in quel secolo che ha dato alla Chiesa, specie quella italiana, tante figure splendenti in santità, operosità, apostolato a tutti livelli e che adesso man mano, ot-tengono il riconoscimento ufficiale della Chiesa e mons.Carlo Liviero è fra essi.
Da Vicenza la famiglia si sposta a Monselice in provincia di Padova, dove il padre ferroviere viene trasferito, qui frequenta le scuole elementari ed il ginnasio, manifestando altresì ben presto la sua vocazione per il sacerdozio e quindi nell’ottobre del 1881 entra nel seminario di Padova, dove si distingue per la sua profonda pietà, diligenza e applicazione allo studio.
Il 30 novembre 1888 viene ordinato sacerdote a 22 anni, poco tempo dopo è inviato a Gallio, sull’altopiano di Asiago (Vicenza) detto dei Sette Comuni, per insegnare ai giovinetti inclini al seminario.
Nel 1890 diventa Arciprete di Gallio e dopo 10 anni (1900) viene trasferito ad Agna nella Bassa Padovana (Padova); il territorio versava in sfavorevoli condizioni economiche, che si ripercuotevano sulla vita religiosa e morale dei suoi abitanti.
Il parroco Liviero dà vita ad opere di ampio respiro, mettendo al servizio del Regno di Dio le sue eccellenti doti umane e spirituali, per sollevare da ogni tipo di miseria i fedeli a lui affidati. Intraprese altresì una dura lotta contro l’anticlericalismo imperante, propugnato con l’azione sovversiva dei rivoluzionari socialisti; i suoi parrocchiani lo denominarono “martello del socialismo”.
La sua concreta opera di apostolato, di organizzazione e ideologica, gli procurò il riconoscimento dei suoi superiori e il 6 marzo 1910 fu consacrato vescovo di Città di Castello, storica città in provincia di Perugia.
Anche qui e da subito dovette impegnarsi, come ad Agna, a contrastare in campo aperto, i nemici della Chiesa, socialisti, liberali e massoni, con tutto l’ardore della sua giovane età e delle sue fondate convinzioni.
L’iniziale ostilità nei suoi confronti, ben presto si trasformò in ammirazione, per il numeroso complesso di opere spirituali e caritative, che in poco tempo sorsero per il suo impulso pastorale. Il seminario rifiorì con un discreto vivaio di vocazioni; nel 1915 sorse l’”Ospizio del Sacro Cuore” per l’educazione dei fanciulli poveri ed orfani; nel 1920 il “Pensionato S. Cuore” per gli studenti e nel 1925 una colonia marina a Pesaro per gli orfani e per i bambini scrofolosi e rachitici della diocesi. […] (www.santiebeati.it)

ANTONIO BORRELLI


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1-SAN PAOLO (BRASILE), 11 MAGGIO 2007
CERIMONIA DI CANONIZZAZIONE DI
ANTONIO GALVAO DE FRANCA (1739-1822)


Al termine dell’udienza generale del 2 maggio, Benedetto XVI, salutando i pellegrini di lingua portoghese, ha accennato al suo prossimo viaggio apostolico in Brasile, che si terrà dal 9 al 13 maggio (giorno di inaugurazione della Conferenza Generale dell’episcopato latino americano e dei Carabi il 13 maggio ad Aparecida): “Dopo l’incontro con i giovani latino americani e con l’episcopato di quel continente, spero di poter presiedere la canonizzazione del beato fra Antônio de S.Ana Galvão e inaugurare ad Aparecida la V Conferenza Generale dell’Episcopato di America Latina e dei Caraibi”.
Il papa, infine, ha invocato “la protezione di Nostra Signora per il buon esito di questa evento tanto importante per tutta l’America Latina. Che questo significativo incontro – ha concluso Benedetto XVI – serva da stimolo ai discepoli di Cristo per accogliere con fede coraggiosa e rinnovata speranza la conclusione di questa assemblea”.
Fra Antonio nacque nel 1739 a Guaratinguetà nell’interno dello Stato di Sao Paulo, Brasile. L’ambiente familiare era profondamente cristiano. Il padre capitano apparteneva al Terz’Ordine Francescano, la madre Izabel ebbe 11 figli e morì a 38 anni, donna estremamente caritatevole.
A tredici anni fu inviato dal padre a studiare nel Seminario dei Padri Gesuiti dove già si trovava il fratello José, dopo quattro anni di studi voleva rimanere tra i gesuiti, ma il padre preoccupato dalla politica antigesuitica del governo del Marchese di Pombal, lo dissuase e preferì che andasse tra i frati Minori Scalzi della Riforma di s. Pietro d’Alcantara .
Il 16 aprile 1761 emise la professione solenne impegnandosi con giuramento, secondo l’usanza, a difendere il titolo di “Immacolata” della Madonna, dottrina allora controversa ma onorata dai francescani. Dopo appena un anno l’11 luglio 1762 fu ammesso all’ordinazione sacerdotale a 23 anni perché fu ritenuto idoneo nonostante la giovane età. […] (www.santiebeati.it)

ANTONIO BORRELLI

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2-ROMA, PIAZZA SAN PIETRO, 3 GIUGNO 2007
CERIMONIA DI CANONIZZAZIONE DI
GIORGIO PRECA (1880-1962)


GIORGIO PRECA
nacque il 12 febbraio 1880 a La Valletta, Malta da Vincenzo e Natalina Ceravolo. Il 17 febbraio venne battezzato nella Chiesa Parrocchiale della BMV del Porto Salvo a La Valletta. Nel 1888 la famiglia Preca si trasferì nel città commerciale di Hamrun poco distante da La Valletta.
Dopo il liceo classico passò al Seminario di Malta. Era proprio tra il 1905 e il 1906 che Giorgio Preca avvicinò alcuni giovani a Hamrun e incominciò per loro una serie di incontri formativi. Scelse uno, Eugenio Borg, e lo formò nella lettura dei Sacri Testi (più tardi Eugenio diventò primo Superiore Generale della Societas Doctrinae Christianae [SDC] e mori in odore di santità).
Don Giorgio venne ordinato sacerdote il 22.XII1906. Per alcune settimane si dedicò alla preghiera e contemplazione. Verso la fine di gennaio 1907 chiamò di nuovo il gruppo di giovani e il 2 febbraio si incontrarono nella Chiesa detta Ta’ Nuzzu a Hamrun per una lezione di Don Giorgio. Il 7 marzo seguente si radunarono in un piccolo locale che nel frattempo avevano preso in affitto. Queste due date segnano l'inizio della Societas Doctrinae Christianae: un gruppo di giovani laici formati nella vita ascetica e nei principi della religione cattolica, mandati ad insegnare il popolo.
All'inizio Don Giorgio chiamò la sua società "Societas Papiduum et Papidissarum" (voleva infatti dare grande rilievo ad una fedeltà filiale nei confronti del Papa). Comunque venne intanto scelto, quasi per scherzo, un altro nome al nuovo gruppo: "museum". Questo nome piacque e Don Giorgio ne fece un acrostico: "Magister utinam sequatur Evangelium universus mundus!". Nel 1910 si inaugurò la sezione femminile della SDC con l’aiuto di Giannina Cutajar.
Con il passare del tempo si delineò la fisionomia della società: laici lavoratori celibi totalmente dediti all'apostolato della catechesi sia dei piccoli che degli adulti; una vita di grande disciplina, modestia nel vestire, una serie di piccole preghiere da recitare a memoria ogni quarto d'ora ("L'Orologio Museumino"), un'ora di catechesi ogni giorno in centri aperti in quasi tutte le parrocchie delle isole Maltesi, e poi una ora di formazione permanente per i soci.
Nel 1909 Don Giorgio ricevette l'ordine di chiudere tutti i centri. Il Servo di Dio obbedì senza lamentarsi. Erano gli stessi parroci a protestare presso il Vescovo che revocò l'ordine. Negli anni 1914 - 1915 apparvero su alcuni giornali Maltesi degli articoli infamanti e disprezzanti sulla società del MUSEUM ma Don Giorgio impose ai membri il voto della mansuetudine e insegnava loro di subire il disprezzo del mondo con serenità.
Nel 1916 il Vescovo di Malta ordinò una inchiesta sull'operato della società che ebbe un esito favorevole al Beato Preca. Furono imposti alcuni cambiamenti, ma la via per il riconoscimento e lo sviluppo della società era pienamente aperta. Il decreto di erezione canonica porta la data del 12 aprile 1932. […] (Fonte: wvvv.vatican.va)


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3-ROMA, PIAZZA SAN PIETRO, 3 GIUGNO 2007
CERIMONIA DI CANONIZZAZIONE DI
SIMONE DA LIPNICA (1435/40-1482)

 

SIMONE nacque a Lipnica Murowana, in Polonia, tra il 1435 ed il 1440. Sin da giovane si rive-lò particolarmente quanto insolitamente devoto alla Vergine Maria. Essendo studente presso l’università di Cracovia, venne a contatto con San Giovanni da Capestrano, che aveva appena aperto nel 1453 il primo convento di frati francescani. Simone, assai desideroso di entrarvi, fu però persuaso a concludere prima i suoi studi.
Divenne poi finalmente frate e ricevette l’ordinazione presbiterale entro il 1465.
La sua devozione e la fama di predicatore gli meritarono svariati incarichi all’interno dell’ordine: dal 1465 fu guardiano della casa di Tarnow e membro del capitolo provinciale a Cracovia. Ma già due anni prima era stato scelto quale predicatore ufficiale delle cattedrale di Wawel, primo del suo ordine ad occupare un ruolo tradizionalmente in mano ai domenicani. Divenne così presto famoso per le sue omelie, in particolar modo per la chiarezza nell’interpretazione delle Sacre Scritture, a tal punto che parecchie conversioni furono ritenute frutto della sua grande semplicità anche nel trattare difficili questioni di fede.
Nel 1478 fu nominato definitore dell’ordine a Cracovia. Si recò poi a Pavia in occasione di un capitolo generale dei Frati Minori, nonché in pellegrinaggio a Roma ed in Terra Santa, quest’ultima meta forse sognando di poter morire martire per mano turca. Fece ritorno a Cracovia nel 1482, mentre una terribile epidemia di peste imperversava in città. Simone non mancò con altri suoi confratelli di prestarsi nel soccorso dei malati, contraendo così l’infezione letale.
Sul letto di morte formulò una richiesta alquanto singolare: essere sepolto sotto l’ingresso della chiesa, in modo tale da essere calpestato da tutti i visitatori. […] - (www.santiebeati.it)

ANTONIO BORRELLI

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4-ROMA, PIAZZA SAN PIETRO, 3 GIUGNO 2007
CERIMONIA DI CANONIZZAZIONE DI
CARLO DI SANT’ANDREA HOUBEN (1821-1893)


Papa Giovanni Paolo II l’ha elevato agli onori degli altari come "beato" il 16 ottobre 1988. Giovanni Andrea Houben nacque l’11.XII.1821 a Munstergeleen in Olanda e sin da bambino manifestò il desiderio di farsi sacerdote. Vi si decise solo verso i ventidue anni, quando chiamato a prestare il servizio militare a Bergen-op-Zoom, sentì parlare da un suo compagno della Congregazione dei Passionisti, fondata nel Settecento da s. Paolo della Croce.
Una volta congedato chiese di essere ammesso nei Passionisti e accolto dal beato Domenico Barberi per il noviziato nel convento di Ere (Belgio), prendendo il nome di Carlo di S. Andrea; professò i voti il 10 dicembre 1846 e terminati gli studi superiori, venne ordinato sacerdote il 21 dicembre 1850, dal vescovo Labis di Tournai.
A fine 1851 fu inviato in Inghilterra dove i Passionisti avevano fondato tre conventi; lavorò con grande entusiasmo, così da divenire un “Apostolo dell’Ecumenismo” adoperandosi per il bene delle anime e per l’unità dei cristiani.
Ma il Signore lo voleva in altro posto: nel 1857 fu inviato nel convento di Mount Argus presso Dublino, in Irlanda, fondato un anno prima. Qui padre Carlo di S. Andrea trascorse quasi tutta la sua vita; la fama delle sue virtù attirò ben presto al convento un gran numero di fedeli che affluivano per avere una sua benedizione, in particolare gli ammalati, con guarigioni sorprendenti.
Lo chiamavano il ‘Santo di Mount Arges’ e di lui si può dire quello che si dice di Gesù, “passò facendo del bene”. A causa della scarsa conoscenza della lingua irlandese non fu un grande predicatore, né missionario tra il popolo, ma si dedicò specialmente alla direzione spirituale di quanti lo visitavano, attraverso il sacramento della confessione.
Un padre Pio da Pietrelcina di quell’epoca in Irlanda; portava sempre in mano un crocifisso per ricordare continuamente la Passione, celebrava con molto fervore la Messa, che si prolungava oltre il solito. Dodici anni prima della sua morte, fu colpito da una malattia da cui non si rimise più completamente, soffriva di nevralgie ai denti, emicrania e vertigini, tutto sopportò senza lamentarsi. […] (www.santiebeati.it)

ANTONIO BORRELLI


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5-ROMA, PIAZZA SAN PIETRO, 3 GIUGNO 2007
CERIMONIA DI CANONIZZAZIONE DI
MARIA EUGENIA DI GESU’ MILLERET (1817-1898)


La socia onoraria EMILIA BAGNASCO ANGIOLINO di Roma ci ha trasmesso le seguenti note biografiche di Maria Eugenia di Gesù.
[…] Anne Eugénie Milleret de Brou (Metz, Alsazia, 25/08/1817 - Auteuil, Parigi, 10/03/1898) si inserisce nella linea di fondatori e fondatrici di istituti religiosi intesi all'educazione cristiana dei giovani con una caratteristica particolare: la sua Congregazione si dedicherà alle figlie della borghesia e dell'aristocrazia liberali (e spesso atee o indifferenti) di cui lei stessa faceva parte, per cui sapeva bene che "l'istruzione che si propone alle donne è di solito del tutto superficiale, senza efficacia per l'educazione dei figli e nessun nesso visibile con la fede... la donna ha una visione totalmente errata della propria dignità e dei propri doveri: poche ragazze sono state preparate ad affrontare la serietà della vita, ad accettare la sventura e il dolore, ... a prendersi cura di miserie che, del resto, non hanno mai occasione di vedere."
Assistendo nel 1836 al Quaresimale di P. Lacordaire a Parigi si forma in lei la convinzione che "siamo qui per lavorare alla venuta del Regno del Padre celeste per noi e per altri" e che "per l'avvenire, il destino, la nobiltà morale" della Francia, del mondo e della Chiesa è necessario "formare dei caratteri temprati, con un'attenzione particolare alla rettitudine, alla schiettezza, alla lealtà, al senso dell'onore, alla generosità, alla capacità di dedizione", a "essere forti e avere un'influenza netta e positiva sia pure in ambito modesto".
Dopo un breve noviziato presso le Visitandine, spronata dal confessore P. Combalot inizia il 1° aprile 1839 una nuova Congregazione che segue la Regola di s.Agostino. Le prime professioni sono ricevute da mons. Affre, arcivescovo di Parigi, il 25 dicembre 1844.
Nel 1843 la Congregazione è stata affidata dalla Curia a un sacerdote che persegue lo stesso fine, la formazione dei laici cattolici, P. Emanuele d'Alzon (Le Vigau, Gard, 1810 - Nimes, 1880), attivo membro del Consiglio Superiore dell'Istruzione Pubblica e fondatore, nel 1845, dei Religiosi dell'Assunzione.
La Costituzione o Regola di vita stilata nel 1840 è approvata definitivamente il 1° aprile 1888 (poi rivista nel 1970). La Congregazione riceve il decreto di lode il 2 aprile 1855 e l'approvazione definitiva l'11 aprile 1888.
Lo spirito e il carisma dell'Assunzione sono stati così sintetizzati da Paolo VI in occasione della beatificazione di Madre M. Eugenia (09/02/1975): Adorare ed educare. La spiritualità della Congregazione si fonda su "l'estensione del Regno di Gesù Cristo in se stessi e nel mondo, un grande spirito di preghiera, una certa libertà di spirito che lasci a ciascuna il carattere della sua grazia, uno spirito di comunità e amore fraterno, uno stile educativo sgorgante dalla vita contemplativa" sostenuta dalla recita dell'Ufficio divino, lo studio, il silenzio, la letture della Parola e l'orazione.
Centro della vita contemplativa è l'Incarnazione di Cristo, perché essa è il mistero in cui "tutte le cose umane sono state divinizzate e hanno trovato il loro fine... è per mezzo del mistero dell'Incarnazione in cui un Dio ha fatto corporalmente le opere di misericordia che è stata divinizzata la carità attiva alla quale devono essere formate le donne destinate a vivere nel mondo."
"L'educazione consiste anzitutto nell'annunciare Gesù Cristo per farlo conoscere e amare, e nel cooperare allo sviluppo integrale degli individui e dei popoli." […]

EMILIA BAGNASCO ANGIOLINO


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SANTUARI e IMMAGINI MARIANE in ITALIA

Continua l’elenco per regione dei Santuari Mariani, di Chiese e dei luoghi italiani di venerazione della Madonna, stilata dal Prof. FRANCESCO BRACALETTI – Largo Beato Placido Riccardi 3 – 00146 ROMA RM.
Coloro che desiderano inviare o apporti per le Regioni già pubblicate o che pubblicheremo, potranno contattare il socio Bracaletti, che sarà ben lieto e riconoscente di qualsiasi contributo utile a migliorare o completare detti elenchi.

17 - ALTO ADIGE

ARCO TN - Madonna delle GRAZIE
ARCO TN - LAGHEL
AVIO TN - IMMACOLATA CONCEZIONE
AVIO TN - NEVE
BARCESINO DI LEDRO TN - ADDOLORATA
BASELGA DI BRESIMO TN - BASELGA
BOLBENO TN - LARES
BORGO VALSUGANA TN - ONER
BOSENTINO TN - FELES
BRESSANONE BZ - AMBITU
BRESSANONE BZ - GRAZIE
BRESSANONE BZ - HILF
CAGNOLA DI TRENTO TN - LASTE
CAMPO DI TRENS BZ - PACE
CANAZEI GRIES TN - NEVE
CARISOLO TN - POTERE
CASTELDARNE BZ - PANE
CAVALESE TN - ADDOLORATA […]
COLDIFREINA -

18 - UMBRIA


AMELIA TR - ASSUNTA
ASSISI PG - ANGELI
ASSISI PG - PIANTO
BEVAGNA PG - GRAZIE
BEVAGNE PG - VALLE
CAMPELLO SUL CLITUNNO PG - BIANCA
CANOSCIO PG - TRANSITO
CANTALUPO PG - PIA
CAPODACQUA DI FOLIGNO PG - CASTELLO
CASACASTALDA PG - OLMO
CASALINA PG - BAGNI
CASCIA PG - VISITAZIONE
CASTAGNOLA DI GIANO PG - FOSCO
CASTEL RIGONE PG - MIRACOLI
CASTEL RITALDI PG - BRUNA
CASTEL S.MARIA PG - NEVE
CASTELVECCHIO DI M.MARTANA PG - LORETO
CERRETO DI SPOLETO PG - MIRACOLI
CERRETO DI SPOLETO PG - STELLA
CITTA'DELLA PIEVE PG - Madonna di FATIMA
CITTA'DI CASTELLO PG - BELVEDERE

 

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