Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

 

 

 

ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE

 

 

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Notiziario bimestrale, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

 

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare.

Per il 30° anniversario della fondazione dell'A.I.C.I.S. (1983-2013), il Consiglio Direttivo, riunitosi in ottobre u.s., per nuovi tesserati, mai prima iscritti, ha riconfermato la campagna promozionale 2012.
Il Consiglio, infatti, ha stabilito che anche per l’anno 2013 quanti non sono stati mai iscritti all’AICIS e desiderano associarsi oltre la quota di iscrizione (euro 3,00), pagheranno nel 2013 la quota promozionale di euro 22,00, anziché 35,00. L'importo dovrà essere versato sul conto corrente postale nr. 39389069 intestato all' A.I.C.I.S. (Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre)

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al 31 dicembre

 

DIRITTI DEI SOCI:

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di volta in volta verranno rese note.

Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice Presidente
Tel. 328-6911.049
e-mail: aicis_rm@yahoo.it

 

 

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SANTINI E SANTITA'

NOTIZIARIO A.I.C.I.S. N. 2 - 2017
Aprile - Giugno 2017

 

13 GIUGNO - SANT'ANTONIO DI PADOVA

 

 

2/2017- SANTINI OFFERTI DAI SOCI PER GLI ASSOCIATI

1 - Sant’Elia Facchini. (Pieghevole: cm.8.50x5.50). Interno: Notizie. Retro: Preghiera alla Vergine. Santino offerto da PierluigiBENASSI
2 - San Venanzio, abate di Tours. Retro: Preghiera. Santino offerto da Don Damiano Marco GRENCI
3 - Anima devota, Angelo e il Ss.mo. (Ediz.FB 60-a 6). Santino offerto da C.E.I.S. (Collezionisti Emiliani Immaginette Sacre)
4 - San Giov.Paolo II, Santa Faustina K. e Gesù. - Santino offerto da p.Michele M.GIULIANO, ofm. Retro: Coroncina Misericordia.
5 - N.S. di Fatima (EGIM nr.157). Retro: Preghiera. Santino offerto da Giuliana FARAGLIA
6 - Beato Antonio Franco, 4° Cent.rio insediamento a Santa Lucia del Mela. Retro: Preghiera. Santino
offerto da Antonella Alibrando
7 - Reliquia di S.Antonio donata dalla Basilica di Padova a Cava dei Tirreni. Retro: Preghiera. Santino offerto da Giuseppe MELONE.
8 - Santa Candida, V.M. venerata nella Basilica di S.Pietro ad Aram in Napoli.(MG 43) Retro: Preghiera. Santino offerto da p.Michele M.GIULIANO, ofm.
9 - S.Antonio, statua lignea 1700, venerato a Teano. Retro: Preghiera. Santino offerto dal p.Michele M.GIULIANO, ofm.
10 -Madonna di Lourdes. Santino offerto da p.Michele Michele GIULIANO, ofm.
11 - Sant’Agapito, martire. Retro: cenni di vita e Preghiera. Santino offerto da Edmondo BARCAROLI. 12 - Santa Maria delle Grazie, venerata a Trecase - Retro: Preghiera. Santino offerto da Giuseppe MELONE

 

 

VITA ASSOCIATIVA

 

 


ELEZIONI QUINQUENNALI PER RINNOVO CONSIGLIO DIRETTIVO,
COLLEGIO DEI REVISORI E COLLEGIO DEI PROBIVIRI


Allegato a questo numero si trasmette la scheda elettorale per la votazione dei candidati agli organi sociali il cui mandato è scaduto il 31 dicembre 2016.
Il Consiglio Direttivo, applicando l’art.9 dello Statuto, ha deliberato il 4 aprile 2017 di surrogare l’Assemblea Ordinaria dei Soci con un Referendum con l’ammissione del voto per corrispondenza, in modo da avere la più larga e diretta partecipazione dei soci tesserati nel 2017
Come indicato sulla scheda stessa si possono votare fino a 7 nominativi per il Consiglio Direttivo, mentre per i Revisori ed i Probiviri si possono segnare al massimo 5 preferenze.
La scheda che deve rimanere impersonale e segreta, deve essere immessa nella busta più piccola recante la dicitura “Elezioni cariche sociali AICIS anno corrente” e, una volta chiusa, va inserita nella busta più grande diretta alla Segreteria AICIS.
La busta va spedita entro il 10 agosto 2017.
I soci tutti sono invitati a trasmettere il proprio voto.

 

 

4° Centenario del Beato Antonio Franco a S.Lucia del Mele

1617 - 18 MAGGIO - 2017: IL BEATO ANTONIO FRANCO NEL IV CENT.RIO
DELLA PRESA DI POSSESSO DELLA “PRELATURA NULLIUS” A SANTA LUCIA DEL MELA

Antonio Franco nacquev a Napoli il 26 settembre 1585, figlio del nobile Orlando Franco e di Anna Francesca Pisana. A sedici anni ottenne la laurea dottrinale e civile. Non avendo ancora l'età per essere ordinato sacerdote, venne trasferito dal padre a Roma, per completare gli studi ecclesiastici. Non era trascorso nemmeno un anno dalla permanenza a Roma, quando il padre gli comunicò che doveva trasferirsi in Spagna, alla Corte Reale di Filippo III a Madrid, nell'intento di procurargli una sistemazione conforme alle nobili tradizioni di famiglia.
Dopo quattro anni divenne Cappellano Reale (1611) e dopo un decennio di permanenza a corte fu proposto dallo stesso Re a governare la Prelatura di Santa Lucia del Mela, divenendo altresì Regio Consigliere e Cappellano Maggiore del Regno di Sicilia.
Prese possesso della Prelatura Nullius il 18 maggio 1617.
Mezzo secolo prima c'era stato il Concilio di Trento nel quale si erano stabilite nuove norme sul decoro dei religiosi e delle chiese, per questo istituì nel suo Palazzo Vescovile dei concili periodici nei quali accoglieva i sacerdoti della Prelatura e li istruiva su come comportarsi con i fedeli.

La vita di Beato Antonio Franco Frequenti furono le sue visite pastorali nelle varie parrocchie, dove oltre a predicare la parola di Dio l'insegnava dando l'esempio. Infatti, un giorno mentre si recava nella vicina Gualtieri vedendo un povero vestito di stracci si tolse i pantaloni e glieli donò, durante un periodo di siccità fece sgorgare una sorgente a San Filippo del Mela nel luogo dove ancora oggi esiste un'edicola votiva con un'immagine del beato.
Era molto devoto alla Madonna della Neve (che allora era venerata in Contrada San Giuseppe) e spesso si recava in pellegrinaggio scalzo per fare penitenza e chiedere alla Vergine una grazia.
Essendo a Santa Lucia fiorente l'attività di allevamento del baco da seta purtroppo esisteva anche
la piaga dell'usura che flagellava la popolazione, per questo Mons. Franco decise di usare il suo patrimonio personale per aiutare la gente vittima in modo che potesse liberarsi dalla tenaglia dell'usura. Il prelato continuò, inoltre, l'opera di costruzione e di restauro, iniziata dal suo predecessore Mons. Simone Rao Grimaldi, sia della Cattedrale, sia del Palazzo Prelatizio.
Nonostante fosse di origine nobile viveva in semplicità e infliggeva penitenze al suo corpo esile per chiedere l'espiazione dei peccati dei suoi fedeli: dormiva su un giaciglio di paglia e si puniva corporalmente con due catene (i santi si fustigavano per sentirsi nella sofferenza più vicini a Gesù), una legata alla vita e una la usava per flagellarsi.


Attualmente una di queste catene viene custodita nella Cattedrale e su richiesta dei fedeli e a discrezione del parroco viene portata nella casa di un malato devoto perché lo aiuti a liberarsi della sofferenza, se la catena si muove significa che la grazia è stata concessa quindi il malato o guarisce o muore (in molti casi la morte è una liberazione perché è la fine delle sofferenze).

Oltre a ciò spesso si recava nell'ospedale di San Michele per assistere moralmente i malati e se qualcuno si trovava lì abbandonato da tutti egli provvedeva ad assisterlo, e leccando le piaghe di un malato di cancrena ulcerosa si ammalò di un male alle vie respiratorie che oggi sarebbe diagnosticato come tumore.

Il 2 settembre 1626, nel Palazzo Vescovile, a 40 anni rese l'anima a Dio e dopo pochi giorni venne sepolto nella Cattedrale sotto l'Altare del SS. Crocifisso.

La scomparsa di Beato Antonio Franco Dopo appena sette anni dalla sua scomparsa, nel paese si sparse la voce di un trafugamento del corpo, quindi il 7 luglio 1633 aprirono la cassa in legno ma trovando la salma perfettamente conservata la richiusero. Successivamente il clero pensò di spostarlo nella più intima cappella di Santa Lucia, posta a destra dell'altare maggiore, e di sostituire l'urna in legno con una di cristallo. Nel 1656 ci fu la seconda ricognizione.
Aprendo la cassa con le sacre spoglie con stupore videro il corpo incorrotto di Mons. Antonio Franco con un ramoscello di basilico fresco, verde e profumato nella mano. Da allora i luciesi hanno sempre abbinato quella pianta al loro protettore, diventando anche il principale elemento utilizzato per gli abbellimenti in suo onore. (Continua)




[La socia Antonella Alibrando, che ha inviato questo articolo, ha trasmesso anche l’allegata immaginetta del Beato Antonio Franco, stampata recentemente per il IV Cent.rio dell’insediamento nella Prelatura]

 

 

Curiosando tra libri e antiche chiesette

LA CHIESA ROMANA DI SANTA MARIA DEL PIANTO AL GHETTO

di Maria Gabriella Alessandroni

Un episodio leggendario del 1546 è all’origine della chiesa: due nemici si incontrano, uno chiede perdono ma, disprezzato dall’altro, lo uccide. Su un antico dipinto murario escono lacrime dagli occhi della Madonna.
L’immagine ritenuta così miracolosa viene trasferita in via del Calderari nella vicina chiesa di San Salvatore de Cacaberis (chiamata così dal nome dei catini, vasi e caldaie di rame, fabbricati dai Calderari e dai Catinari). Tra il 1608 e il 1612 la chiesetta, demolita, fu ricostruita da Nicola Segrebondi, rimanendo però incompleta, priva di facciata, inglobata nel palazzo Costaguti con accanto altri edifici (ingresso nella prima figura).
Risulta così poco evidente e, inoltre, apparentemente è sempre chiusa.
Con gioia ho appreso che vi si può accedere la domenica, per la messa delle 11, da un altro ingresso posto nella retrostante piazza delle Cinque Scole.
Una gradevolissima sorpresa l’interno: a croce greca, con cupola ottagonale, pareti decorate, frammento di paliotto gotico vicino all’ingresso (seconda figura).

Nell’altare maggiore, tra quattro colonne di alabastro, l’affresco del 1400 della Madonna del Pianto, che appare in forma di Madonna lactans, entro una ricca cornice e incoronata come il Bambino (v. terza figura).
Un cartiglio azzurro posto sotto la cornice riporta la frase: OCULI TUI SICUT PISCINAE IN HESEBON (Cantico dei Cantici, VII, 4).
Nelle pareti laterali dipinti seicenteschi di Lazzaro Baldi, di Agostino Ciampelli.

L’immaginetta di Santa Maria del Pianto, reperibile all’interno della Chiesa, è riportata nella quarta figura.
Diversamente da altre fonti, nel suo volumetto Le Chiese di Roma Claudio Rendina attribuisce il pianto dell’immagine, situata ai margini del ghetto, alla ostinazione degli ebrei nel non volersi convertire.
Data la sua posizione, era sede di una Confraternita, riconosciuta dal Pontefice Paolo III Farnese, dedita alla catechizzazione degli Ebrei.


 

 

MOSTRE DI SANTINI

TERRASINI (PA) - 24 marzo/24 aprile 2017
Mostra “SANTI E SANTINI - 500 ANNI DI CULTURA,
ARTE E DEVOZIONE”


Alla vigilia della celebrazione del 750° anniversario della Dedicazione della Basilica-Cattedrale di Monreale (25 aprile 1267-2017), lo scorso 24 marzo 2017 è stata inaugurata a Terrasini (Palermo), nel salone del civico n. 28 di Via Giuseppe Di Stefano - Parrocchia Chiesa Madre, una grandiosa mostra sul tema: “Santi e santini 500 anni di Cultura, Arte e Devozione” promossa e organizzata dall’Associazione culturale “Così, per… passione!” e dalla Biblioteca “Ludovico II De Torres” del Seminario Arcivescovile di Monreale, con la collaborazione dell’Unione Filatelica Siciliana e con il concorso della Parrocchia Chiesa Madre “Maria SS. delle Grazie” di Terrasini (Pa).

L’esposizione è stata seguita da un gruppo di rappresentanti degli organismi promotori e della Associazione culturale “Così, per… passione!” che ha curato l’attuazione pratica e gli aspetti logistici della iniziativa, provvedendo a selezionare, nel rispetto dell’ordine di presentazione, gli esemplari esposti, a seconda dei soggetti in essi raffigurati, della data e della tipologia della loro lavorazione e le caratteristiche iconografiche, evitando eventuali doppioni, ripetizioni, e a sistemarli in mostra.

“Una rassegna di santini (“santine”, “santuzzi”), immaginette e cartoncini devozionali, cartoline (come si dice in gergo) ‘viaggiate’, raffiguranti immagini sacre: esemplari ricercati, rari (da collezione), databili tra la fine del 1400 e il 2010, dalle varie, particolari, tecniche (xilografia, calcografia, litografia, monocromia in seppia o policromia, incisioni, canivet fatti a mano, pizzo, ricamo, ecc.), frutto della maestria di vari ideatori e di geniali disegnatori o incisori, per lo più ignoti, capaci di autentici capolavori. Molto più di “pezzi di carta”.

Lo scopo della iniziativa è di contribuire a riscoprire la religiosità della gente, a soffermare l’attenzione sul rapporto tra l’iconografia sacra nelle varie sfaccettature e la religiosità popolare di cui la stessa produzione iconografica è espressione, e sulla storia della Chiesa, anche quella locale (i santini scandiscono tale storia): un percorso di devozione che accompagna organizzatori, espositori e visitatori, in pratica quanti sono in vari modi coinvolti, nel periodo quaresimale teso ad accrescere la partecipazione alla Pasqua. (Fonte: Comunicato)




OPUSCOLO DELLA MOSTRA


In occasione di questo eccezionale evento, l’organizzatore Ino Cardinali ha pubblicato un opuscolo dal titolo: “SANTI E SANTINI - 500 anni di cultura, arte e devozione” sulla Mostra di immaginette sacre a Terrasini (PA).
Riportiamo il contenuto suddiviso in due parti. La prima parte in questa Rivista nr. 2/2017 e la seconda parte nel nr. 3/2017.

PRIMA PARTE


Non ci si aspettava una tale accoglienza, una così consistente adesione: 107 partecipanti con oltre 2000 “immaginette sacre” o, più comunemente – e noi così li chiameremo – “santini” (in dialetto siciliano: “santine” o “santuzzi”) di tutti i tipi e di tutte le epoche.
Si è tentati quasi quasi di pensare a provare un po’ di rimodulare (senza mancar di rispetto, comunque!) quel “Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori” che campeggia sulle quattro facciate del Palazzo della Civiltà Italiana, o della Civiltà del Lavoro, nel quartiere dell’EUR a Roma: italiani, popolo di santini, ecc. ec
Battuta a parte, corrisponde al vero la considerazione che i siciliani in particolare siano stati educati alla immagine sacra. E sin dai tempi dei mosaici bizantini in Sicilia delle cattedrali di Monreale e Cefalù, e della Cappella palatina in Palermo.
E c’è un di più: i siciliani sono stati educati pure al possesso e alla fruizione individuale, privata, dell’immagine sacra.
Tanti ricordano come i santini generalmente venissero conservati nei libri di preghiere, di… ‘i cosi di Ddiu’, messali e messalini, libri d’Ore, breviari, Vangeli, Bibbie; oppure riposti nei portafogli, in taschini; ovvero esposti al capezzale o su comodini accanto al letto, o sulle pareti delle stanze o in cucina, e ancora nelle case di città o di campagna, sulle porte dei laboratori (di falegnami, carpentieri,
carradori, calzolai, ecc.), nelle officine, nei negozi, nelle botteghe e nelle retrobotteghe, nei casolari, nelle stalle, nei granai, a volte quasi come amuleti, per via delle qualità protettive ad essi attribuiti

Nei momenti di bisogno generale, nelle calamità, la fruizione si fa collettiva.
Simpatico quel brano di Vincenzo Cardarelli, tratto da Santi del mio paese – Poesie, letto molto tempo fa:

«Ce ne sono di chiese e di chiesuole, / al mio paese, quante se ne vuole! / E santi che dai loro tabernacoli / son sempre fuori a compiere miracoli. / Santi alla buona, santi famigliari, / non stanno inoperosi sugli altari. / E chi ha cara la subbia, chi la pialla, / chi guarda il focolare e chi la stalla, / chi col maltempo, di prima mattina, / comanda ai venti, alla pioggia, alla brina, / chi fra cotanti e così vari stati, ha cura dei mariti disgraziati».

L’inimmaginabile numero di coloro che si sono sentiti coinvolti ed hanno subito risposto al bando di partecipazione da noi emesso e la quantità e varietà di materiale pervenuto, è segno, non solo del fatto che le attività dell’Associazione sono seguite, ma, soprattutto, di quanto sia indovinata la tipologia di questa mostra e di come essa sia ricca di significato e “assai popolare”, carica di forza di attrazione, di valenza affettiva, di interesse: il valore e il significato dei santini sono presenti nel cuore e nella vita del popolo.
A darle rilevanza, il fatto che essa sia stata promossa ed organizzata insieme alla prestigiosa Biblioteca “Ludovico II De Torres” del Seminario Arcivescovile di Monreale, con la collaborazione della sempre encomiabile Unione Filatelica Siciliana e con l’essenziale concorso della Parrocchia Chiesa Madre “Maria SS. delle Grazie” di Terrasini; e che vi prendano parte con funzione inducente, trainante, come “capiscuola”, attraverso una significativa selezione di esemplari rarissimi, collezionisti noti a livello nazionale, dal curriculum di tutto rispetto, componenti della citata Unione Filatelica e dell’AICIS, Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre, due organismi che vantano una non comune tradizione nel campo. (Mi viene in mente quel… “Guest star”, che in italiano corrisponde a “con la partecipazione straordinaria di”, preso in prestito dalla terminologia cinematografica e televisiva per indicare la presenza di celebrità che, sia pur con ruoli apparentemente non primari, va tuttavia a conferire un prestigio del tutto speciale alla produzione tutta).
Ecco il primo dato contrassegnante questa mostra, il primo messaggio che ci piace si colga perché ci sembra abbia una valenza pedagogico-didattica: l’importanza del collezionismo (dal latino “colligere”: legare insieme, raggruppare) e delle collezioni.
Si colleziona per istinto, per inclinazione, per spinta interiore, per tendenza al possesso, all’ordine, alla conservazione, per gusto estetico, per bisogno di relax, per divertimento, per occupare il tempo libero in maniera positiva, istruttiva e costruttiva.

Una parentesi. Il tema e la tipologia della Mostra ci portano a pensare che se ci fossimo trovati a vivere tra la fine del 1300 e la prima metà del 1400 avremmo potuto imbatterci in un certo Bernardino degli Albizzeschi, più famoso come Bernardino da Siena, religioso appartenente all’Ordine dei Frati Minori e teologo, che – con l’intento di trattenere e dissuadere quanti ascoltavano le sue prediche dal gioco d’azzardo, allora molto diffuso quasi ovunque lui andasse – invitava il popolo ad occupare il tempo diversamente e a volgere più spesso lo sguardo a Gesù, alla Madonna e ai santi, e ai tipografi delle città suggeriva di stampare santini al posto delle carte da gioco… Da lì, il patronato di San Bernardino da Siena a favore di tipografi e pubblicitari. Da lì, il successo dei santini, che si è prolungato nei secoli.
Chiusa parentesi.
Si colleziona, in certi casi, anche per trovare gratificazione, prestigio, fama. E si colleziona pure per voglia di maggiore e di più diretta socializzazione e di confronto con quanti condividono una medesima passione.
Ma lasciamo che sia ciascun collezionista a dire la sua.
Si raccoglie oggi, si raccoglie domani, fino a quando, all’improvviso, si diventa collezionisti. E le collezioni diventano una parte importante della vita.
Secondo una recente ricerca, un italiano su 8 colleziona qualcosa, i collezionisti italiani sono più di 7 milioni, ma sono soltanto la punta dell’iceberg: esistono, infatti, coloro che sono “collezionisti” senza saperlo. Il “di dentro”, l’interiore, il nascosto, ciò che va oltre quel che si vede e si tocca…, son queste le parole che rappresentano la metafora del collezionista, il punto di partenza e di tendenza: è da una spinta interiore (dal “di dentro”) che nasce la collezione, edè l’interiore, il “di dentro”, il punto di arrivo; e i suoi percorsi sono rivolti al penetrare in/all’interno di “un mondo dentro il mondo”.

Sono percorsi che diventano un habitus mentale e comportamentale, ed anche una abitudine alla logica, al metodo, all’ordine: «L’ordine, e l’ordine soltanto, fa in definitiva la libertà. Il disordine fa la schiavitù», scrive Charles Péguy nella rivista Cahiers de la Quinzaine.

Ogni collezione è frutto di ricerca tra amici e conoscenti, tra mercatini“delle pulci” e negozi ed aste, che mette in evidenza il contrasto tra l’interesse e la passione dei collezionisti e l’indifferenza, il distacco, degli altri. La si tratta bene, con cura, la si ammira, la si studia (ci si scrive su, pure), la si illustra nei dettagli (ci si tiene a parlarne), la si arricchisce. Ci si affeziona ad essa.Si è presi ed affascinati da quel che cela e via via svela…

Ci siamo! È il caso (il passaggio è pertinente, appropriato) dei santini: essi non sono solo collezionismo (in questo caso si tratta di collezionismo relativamente recente) e non sono “pezzi di carta”, di vario formato, o di altro materiale, e basta. Sono molto di più.
Dietro ogni santino – nella sua duplice struttura: iconica e verbale (immagine e testo scritto) – c’è una storia, un vissuto, da scoprire, decodificare, conoscere.
E siamo al secondo dato che contraddistingue la mostra e ne conferma il particolare valore culturale, sociale e territoriale, in direzione – a prescindere dal credo professato – del recupero e della sopravvivenza dell’identità delle nostre comunità.
Al di là di un “ritorno indietro” al tempo dell’infanzia e dell’ adolescenza, al ricordo di “chi e come eravamo”, i santini – con le relative figurazioni, simbologie e tecniche di realizzazione, con il loro ruolo “comunicativo” e “informativo” – rappresentano una lezione di storia e di arte legata all’iconografia, dalle molteplici sfaccettature culturali, artistiche, et-no-antropologiche, ambientali; connessa, altresì, agli oltre duemila anni di cristianità, alla vita della Chiesa, e non solo; al culto e alle devozioni; ai valori del binomio “sentimento religioso popolare-antropologia”, spesso coincidenti; alla sociologia religiosa; alla estetica teologica; al bisogno di spiritualità, di un contatto, un tramite, tra ciò a cui si conferisce valore sacro e religioso e ciò che non si vede («…Imagines sunt libri laicorum, invisibilia per visibilia»).

Per i credenti sono raffigurazioni di Gesù, della Madonna e di Santi, di Beati, di Servi ritenuti intercessori ed anche “amici” presso Dio, modelli di vita da imitare, “canoni” (l’etimologia della parola significa: “regola”, “unità di misura con cui confrontarsi”. Da qui il termine “canonizzazione”: dichiarazione ufficiale della santità di una persona scomparsa da parte della autorità ecclesiale cattolica o ortodossa); oppure di episodi delle Sacre Scritture; o ancora di miracoli, di nozioni teologiche o di eventi di storia religiosa. In tutti i casi, favoriscono la divulgazione della Parola di Dio, la propagazione del culto. (Comtinu

 

MUSSOMELI (CL), 9-16 APRILE 2017
Mostra: “PASSIONE DI CRISTO - Santini, statue, foto, quadri e pitture”

 

Il 9 aprile p.v., in coincidenza con la Settimana Santa, a Mussomeli (Caltanissetta), con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale e della Pro Loco, sarà inaugurata una mostra sul tema della “Settimana Santa”.
Nella Sala San Francesco di Via Palermo saranno presentati immaginette sacre, ma anche statue, foto, quadri e pitture tutti riguardanti la tematica della Settimana di Passione di Gesù.
Vi partecipano i collezionisti Mario Siracusa, Salvatore Catalano, Gianni Piazza, Antonio Valenza, Don
Liborio, Franzù, Lina Piparo, Enzo Profita, Domenico Frangiamore, Giuseppe Rubino
. L’esposizione rimarrà aperta fino al 16 aprile p.v.

 

VALTESINO DI RIPATRANSONE (AP), 4-14 Maggio 2017 - Mostra di immaginette:
“MADONNA DI FATIMA NEL 1° CENTENARIO DELLE APPARIZIONI”


Nell’ambito dei festeggiamenti per il 1° centenario delle Apparizioni della Madonna di Fatima organizzati dalla Parrocchia omonima di Valtesino di Ripatransone (Ascoli Piceno) dal 4 al 14 maggio, il socio prof. Alberto Pulcini di Ripatransone presenterà una Mostra di santini sulla tematica della Madonna di Fatima.
Le immaginette saranno tratte dalla propria collezione. L’esposizione che verrà inaugurata il 5 maggio alle ore 21.30 sarà fruibile al pubblico fino al 14 maggio.

 

MESSINA, 13 maggio-9 luglio 2017 - Mostra di santini:
“LA MADONNA ATTRAVERSO LE IMMAGINI DELLA DEVOZIONE POPOLARE”

Sabato 13 maggio 2017 verrà inaugurata una mostra di immaginette sacre a Messina, nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Pisani. Grazie alla disponibilità del Parroco Don Franco Arena, il nostro socio Sante Currò sta predisponendo immaginette della propria collezione che verranno esposte al pubblico a partire dalla data del primo centenario delle apparizioni di Fatima fino a domenica 9 luglio 2017.
L’esposizione di un congruo numero di santini del XX-XXI secolo con tema la Vergine Maria venerata
nelle varie regioni d’Italia vuole sottolineare la venerazione del popolo italiano verso la Madonna nostra Madre. Le didascalie saranno a cura del Parroco e di due giovani volontari della Parrocchia.

 

ROMA, 3-4 GIUGNO 2017
Mostra di immaginette: “GIUGNO, MESE DI SANT’ANTONIO”


Sabato 3 e domenica 4, l’AICIS è stata invitata a partecipare come ospite alla manifestazione nazionale “Roma Colleziona” a Via del Serafico n.3 a Roma Eur. Il Presidente Giancarlo Gualtieri e il Vice Presidente Renzo Manfè, in tale circostanza, presenteranno una piccola mostra sul santo taumaturgico Antonio di Padova.
La manifestazione “Roma Colleziona” sarà aperta al pubblico sabato 3 giugno con orario 10-18 e domenica 9-17.

 

AUGUSTA (SR), 17-25 GIUGNO 2017 - Mostra di santini:
“IL SACRO CUORE DI GESÙ NELLE IMMAGINI DELLA DEVOZIONE POPOLARE”


Il prossimo 17 giugno p.v. ad Augusta (Siracusa) verrà inaugurata una mostra iconografica su “Il Sacro Cuore di Gesù nelle immagini della devozione popolare” nella Chiesa dedicata al S.Cuore della città.
L’occasione di rilevante importanza locale è l’80° anniversario della posa della prima pietra della Chiesa Parrocchiale (1937-2017), “Su questa pietra edificherò la mia Chiesa”
Le immaginette, immagini, cartoline e annulli postali, proverranno dalle raccolte private dei collezionisti Salvatore Enrico Pappalardo e Daniele Pennisi e saranno presentate a cura dell’Associazione Culturale “Percorsi Sacri”.
Saranno immagini di vari periodi storici, dal sec. XVIII a oggi. Di particolare interesse saranno le siderografie e le litografie del sec. XIX e le pregevoli cromolitografie fustellate del primo trentennio del sec. XX.

 

ALESSANDRIA, 13 maggio-26 giugno 2006
Mostra di santini: “LE APPARIZIONI DI FATIMA NELLE IMMAGINI DEVOZIONALI”


In vista della canonizzazione (13 maggio 2017) dei due pastorelli di Fatima, Giacinta e Francesco Marto, richiamiamo l’attenzione sulla interessante e bella mostra di santini, articolata in varie sezioni, organizzata undici anni fa (13 maggio 2006) nella Parrocchia Cuore Immacolato di Maria in Alessandria, dal socio Roberto De Santis e dall’Associazione di volontariato Aquero con il patrocinio AICIS e della Sezione OFTAL di Alessandria.

Commentava allora a pag.18 del giornale “La Voce” (nr.18 - 12 maggio 2006) Roberto De Santis:
“Nell’era dell’immagine, le immagini colorate che invitano alla preghiera e alla meditazione raffigurate in questi santini, potranno sicuramente aiutare il fedele, ma anche il curioso, a meglio comprendere ciò che di straordinario è accaduto quel 13 maggio 1917”.
(Il santino qui riprodotto, Edizioni EGIM nr.157, è stato inviato dalla socia Giuliana Faraglia di Roma e viene allegato a questo numero per tutti gli associati).

 

LIBERI (CE), 1-6 Agosto 2017 -
Mostra di santini “S. ALFONSO M. DE LIGUORI…E NON SOLO”

Il socio Cav. Salvatore Valletta il 1° agosto p.v., con il Patrocinio del Comune di Liberi (CE), della locale Pro Loco e dell’AICIS, organizzerà una Mostra su Sant’Alfonso Maria de Liguori, vescovo e dottore della Chiesa. Valletta esporrà oltre alle immaginette sacre, anche ex voto e oggetti appartenuti al grande Santo napoletano (Collezione S. Valletta).
La mostra che aprirà il 1° agosto, rimarrà aperta al pubblico fino al 6 dello stesso mese.

 

 

 

CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI

20 gennaio 2017: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 20 gennaio 2017, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S.E.
Rev.ma il Signor Card. Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza, il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione
a promulgare i seguenti decreti riguardanti:


1 NUOVO BEATO

il miracolo, attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Arsenio da Trigolo (al secolo: Giuseppe Migliavacca), Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, Fondatore della Congregazione delle Suore di Maria Santissima Consolatrice, nato il 13 giugno 1849 e morto il 10 dicembre 1909.

1 - Ven.le Servo di Dio ARSENIO DA TRIGOLO (1849-1909)

Giuseppe Antonio nasce il 13.6.1849 a Trigolo, Cremona (Italia). Viene ordinato sacerdote a Cremona il 21.3.1874. Svolge il ministero pastorale a Paderno Ponchielli e Cassano d’Adda, prima di entrare nella Compagnia di Gesù. (continua)

7 NUOVI VENERABILI


Sono stati promulgati 7 decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.

1 - Ven.le Servo di Dio RAIMONDO JARDON HERRERA (1887-1934)

Raimondo Jardón Herrera nasce il 21 gennaio 1887 a Tenancingo (Messico). Ordinato sacerdote a Saltillo, celebra la sua Prima Messa a Cuernavaca e rientra a Monterrey dove inizia a esercitare il ministero nella Cattedrale.
Il suo apostolato è una benedizione per la comunità. Per lui non esistono categorie sociali. Padre Jardón viene esiliato due volte durante la persecuzione religiosa del Messico. Confida sempre nella Provvidenza, segreto della sua audacia.(continua)

2 - Ven.le Servo di Dio GIOVANNI SAEZ HURTADO (1897-1982)

“È nato per esser santo ed è stato un santo sulla terra”. Così lo ha descritto un testimone che lo ha conosciuto.
Giovanni Sáez Hurtado nasce il 18 dicembre 1897 in Alcantarilla, Murcia (Spagna) da famiglia contadina. Il 1° ottobre 1910 entra nel Seminario di Murcia, dove il 26 maggio 1923 è ordinato sacerdote. Dopo i primi incarichi, nel luglio 1936 è destinato alla parrocchia di S. Giovanni Battista di Alquerias, dove, come nelle precedenti destinazioni, è apprezzato per il suo stile di vita umile e la sua dedizione verso i giovani.

3 - Ven.le Servo di Dio IGNAZIO BESCHIN (1880- 1952)

Giuseppe Beschin nasce il 26.8.1880 a San Giovanni Ilarione, Verona.
Ancora bambino, ammalatosi di tifo, promette a Dio: «Fammi guarire per seguire san Francesco». Guarisce, e nel 1893 entra nel Collegio Serafico di Chiampo (Vicenza), veste il saio francescano il 12.9.1895 e professa i voti solenni il 2.8.1902. Ordinato sacerdote il 10.8.1903, celebra la Prima Messa nelle sue Lore il giorno di Maria Bambina.
Si laurea in Morale all’Antonianum di Roma e ottiene il dottorato in Diritto canonico al seminario Patriarcale di Venezia. Sono titoli che, insieme alla sua grande intelligenza, lo impongono alla stima di confratelli e superiori, ai quali non sfuggono anche la saggezza, la prudenza e la grande carità con cui avvicina e sostiene tutte le miserie umane.
Con la prima guerra mondialeè arruolato nel settore Sanità dell’esercito. Lo cercano i commilitoni per avere conforto, consiglio e per scrivere a casa, ma anche i parroci dei territori in cui sosta la sua Compagnia, per essere aiutati nel loro ministero. Dopo 33 mesi di naia, il Padre Generale lo chiama a Roma e gli affida la Vicepostulazione delle Cause di canonizzazione.
Ministro Provinciale della Provincia Veneta per due mandati (continua)

4 - Ven.le Servo di Dio GIUSEPPE WECH VANDOR (1909-1979)

Giuseppe Wech Vandor nasce il 29.10.1909 a Dorog, Komárom-Esztergom (Ungheria). Sogna un futuro da ingegnere ma poi accoglie la vocazione religiosa e sacerdotale.
Il 2.8.1927 entra nel noviziato salesiano. Nel 1932 si reca in Italia per gli studi teologici e cambia il proprio cognome da “Wech” in “Vandor” che significa “pellegrino”.
Il 5.7.1936 diventa sacerdote e il 1° settembre dello stesso anno parte per le Grandi Antille dove rimane fino alla morte. Per la repentina chiusura delle opere che dirige, accetta lo spostamento in diverse località. Trascorre gli ultimi 25 anni a Santa Clara (1954-1979), Cuba.(continua)

5 - Ven.le Servo di Dio FRANCESCO CONVERTINI (1898-1976)

Francesco Convertini nasce il 29.8.1898 in contrada Papariello di Locorotondo (Bari). Durante la Prima Guerra Mondiale è chiamato sotto le armi ove è ferito, fatto prigioniero e condotto in Polonia. Tornato in Patria dice “sì” alla chiamata del Signore. Diviene sacerdote salesiano. Parte da Genova per l’India dopo aver ricevuto il Crocifisso Missionario dalle mani del Beato Filippo Rinaldi.
Novizio del Ven. Stefano Ferrando, si distingue per un eccezionale zelo apostolico. Suo campo di missione diviene il Bengala, dove nessuno come don Francesco ha tanti amici e figli spirituali tra ignoranti e sapienti, tra ricchi e poveri. E’ l’unico missionario che può entrare in una casa di Induisti o di Musulmani. E’ sempre in cammino di villaggio in villaggio: a cavallo, (continua)

(Fonte: infoans.it)

6 - Ven.le Serva di Dio SANTINA MARIA ADDOLORATA (1897-1981)

Maria Addolorata De Pascali nasce il 10.6.1897 ad Acquarica di Lecce, da famiglia benestante. Frequenta le elementari dalle Suore di Carità dell’Immacolata Concezione d’Ivrea. Dopo la morte del padre, inizia a maturare una vocazione di speciale consacrazione al servizio dei più bisognosi. Non entra in quella congregazione, ma nelle Suore Compassioniste Serve di Maria, dopo aver incontrato la Beata Maddalena Starace, loro fondatrice.
Professa i voti perpetui nel 1927, aggiungendo al nome di Battesimo quello di Santina, ma la sua permanenza non dura molto: si sente infatti chiamata a fondare qualcosa di nuovo
Il 14.1.1929 ottiene la dispensa dai voti e l’11 aprile dello stesso anno, insieme a tre compagne, dà inizio alle Suore Discepole del Sacro Cuore, con il preciso compito di «amare, patire e operare» con il
Cuore stesso di Gesù.
Eletta Madre Generale nel 1939, sr.Santina (continua)

7 - Ven.le Servo di Dio GIOVANNI TYRANOWSKI (1901-1947)

Jan Leopold Tyranowski, polacco di Cracovia, fu avviato dal padre a studi da contabile. Schivo e amante della vita ritirata, preferì lavorare nella sartoria paterna, in modo da avere più tempo da dedicare alla preghiera, alle letture spirituali e alla frequentazione della sua parrocchia, intitolata a san Stanislao Kostka e retta dai Salesiani.
Quando il suo direttore spirituale lo spronò a occuparsi dei giovani, la sua vita cambiò: il suo appartamento divenne un vero e proprio cenacolo, dal quale uscirono almeno undici vocazioni sacerdotali. Una in particolare è diventata famosa a livello mondiale: quella di Karol Wojtyła, poi Papa, all’epoca un semplice studente universitario. Jan Tyranowski proseguì (continua)

(Fonte: www.santiebeati.it)

 

27 FEBB. 2017: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 27 febbraio 2017, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S.E.
Rev.ma il Signor Card. Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza, il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione
a promulgare i seguenti decreti riguardanti:

1 NUOVO BEATO

Decreto riguardante il martirio del Servo di Dio Tito Zeman, Sacerdote professo della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, nato il 4 gennaio 1915 e ucciso in odio alla Fede l’8 gennaio 1969.


1 - Ven.le Servo di Dio TITO ZEMAN (1915-1969)

Titus Zeman nasce a Vajnory il 4.1.1915 primo di dieci figli di una famiglia di contadini e sacrestani. All’età di 10 anni, guarisce per intercessione di Maria Ss.ma e le promette di “essere suo figlio per sempre” e di diventare sacerdote salesiano. Realizza questo sogno nel 1927. Quando il regime comunista si instaura nella Cecoslovacchia post-bellica e perseguita la Chiesa, don Titus difende il simbolo del crocifisso (1946), pagando con il licenziamento dalla scuola in cui insegna. Sfuggito alla “Notte dei barbari” e alla deportazione dei religiosi (13-14 aprile 1950), si chiede cosa possa fare per permettere ai chierici di raggiungere la meta del sacerdozio.
Decide allora, non senza sofferenza, di varcare con loro la Cortina di ferro, in direzione di Torino dove il Rettor Maggiore, don Ricaldone, lo accoglie e benedice l’impresa.
Dopo due passaggi riusciti (estate e autunno 1950), nell’aprile 1951 la spedizione fallisce.
Don Titus Zeman affronta così: una settimana di torture tra la cattura e l’arresto (9-16 aprile 1951); ulteriori 10 mesi di detenzione preventiva, pesantemente torturato, sino al processo del 20-22 febbraio 1952; ulteriori 12 anni di detenzione (1952-1964); quasi 5 anni in libertà condizionata, sempre spiato, seguito, perseguitato (1964-1969).
Don Zeman è bollato come “m.u.k.l.”, o«uomo destinato all’eliminazione» e sperimenta la vita dura nelle carceri e nei campi di lavoro forzato.
È costretto alla triturazione manuale e senza protezione dell’uranio radioattivo; trascorre centinaia di giorni in cella di isolamento; è poco curato, in un quadro di crescente compromissione cardiaca, polmonare e neurologica. Il 10.3.1964 ritorna a casa, “irriconoscibile”, (continua)


(Fonte: infoans.org)

7 NUOVI VENERABILI

Sono stati promulgati 7 decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.


1 - Ven.le Servo di Dio OTTAVIO ORTIZ ARRIETA (1878-1958)

Ottavio nasce a Lima (Perù) il 19.4.1878. Nel dicembre 1893 entra nella scuola salesiana come apprendista falegname, poi aderendo alla chiamata del Signore, entra nel noviziato di Callao.
Nel 1902 emette i voti perpetui nelle mani di Don Paolo Albera, Visitatore straordinario. Continua nella medesima casa come assistente, maestro, studente di filosofia e poi di teologia.
Nel 1906 è inviato a fondare una nuova scuola professionale nella città di Piura. Il 27.1.1907 è ordinato sacerdote. Dopo l’opera di Piura, don Ortiz è chiamato a dirigere le opere di Cuzco e Callao. Qui, mentre si dedica al lavoro con i giovani, il 21.11.1921 lo raggiunge la nomina di vescovo della lontana diocesi di Chachapoyas, sulla Cordigliera Andina del Nord, a 2300 metri di altezza e 250.000 anime.
E’ ordinato vescovo nel Tempio di Maria Ausiliatrice a Lima l’11.6.1922 e, dopo un mese di viaggio raggiunge la sua sede episcopale. La sua vitaè un continuo viaggiare: lunghi giorni a cavallo, a piedi, sulla cordigliera, nelle foreste, sui fiumi. Fin dall’inizio organizza Missioni ed Esercizi Spirituali per la gente e per i sacerdoti. (continua)


2 - Ven.le Servo di Dio ANTONIO PROVOLO (1801-1842)

Antonio Provolo nasce a Verona il 17.2.1801da modesta famiglia. Morto il papà nel 1816, studia prima presso i Carmelitani Scalzi e, dopo la soppressione napoleonica degli Ordini religiosi, presso il ginnasio di San Sebastiano, finché, sentendosi chiamato al sacerdozio, entra nel seminario vescovile di Verona.
E’ ordinato sacerdote il 18.12.1824. Dopo due anni di insegnamento in Seminario, segue don Luigi Bragato nell’Oratorio di S. Lorenzo, frequentato da molti giovani, ai quali dedica il suo impegno di catechista, educatore e cultore di musica e canto. Si dedica, inoltre, alle missioni per il popolo, specie come confessore e predicatore.
Nel 1830 accade che Don Lodovico Maria Besi (1805-71), che in alcune stanze vicino alla chiesa di S. Pietro Incarnato, aveva raccolto qualche sordomuto, per dare loro un insegnamento, decide di partire per Roma per entrare nel Collegio di Propaganda Fide e divenire missionario. Insomma la piccola scuola deve chiudere. Don Antonio Provolo, ispirato dal Signore, si trasferisce qui continuando l’opera iniziata dal Besi. Nello stesso anno apre una scuola per sordomuti e comincia una scuola serale per gli artigiani poveri, che istruisce in tutto. Pone nel 1840 (continua)

3 - Ven.le Servo di Dio ANTONIO REPISO MARTINEZ DE ORBE (1856-1929)

Antonio nasce a Venta de Córdoba (Messico), l’8.2.1856. Figlio unico, a 14 anni, contro la volontà del padre, entra in Seminario e il 20.3.1881 è ordinato sacerdote.
E’ Vice parroco a Villa de Guadalupe, poi a Pachuca, quindi a Villa Victoria. Nel 1889 fonda la scuola parrocchiale di San Andrés Chiautla, e nel 1891 è parroco di Xochimilco, dove apre un’altra scuola parrocchiale. Il 14.8.1893 entra nella Compagnia di Gesù. Nel 1897è inviato a Oaxaca dove si distingue come un confessore e direttore spirituale
Il 15.11.1898 fonda la Congregazione delle Suore Divino Pastore. Nel 1902 lavora come missionario in Puebla.
Inizia a soffrire per una piaga ulcerosa che man mano si diffonde su tutta la schiena e così profonda da vedere le vertebre. Nonostante la sua malattia, continua ad esercitare il suo ministero. Nel 1903 è nominato Tesoriere della Casa de San Simón, e nel 1904 è inviato alla Sierra Tarahumara a lavorare
a fianco degli indiani. (continua)

4 - Ven.le Serva di Dio MARIA DELLA MERCEDE CABEZAS TERRERO (1911-1993)

Maria della Mercede Cabezas Terrero nasce il 19.12.1911 a S. Cristobal de la Cuesta (Spagna) da famiglia contadina. A 14 anni è colpita da una malattia sconosciuta che le causa molti dolori. Neppure
l’intervento nel 1929 le dà alcun sollievo. Il 22.4.1929, per intercessione del Ven.Bernardo de Hoyos, S.J., guarisce di colpo da qualsiasi disturbo: medici, parroco e familiari hanno una sola spiegazione, miracolo
Dal 1937, sotto la guida dei Padri Gesuiti, si dedica alle opere di pietà e apostolato verso gli emarginati, soprattutto le bambine, rimaste con molti bisogni materiali e morali a causa della Guerra Civile spagnola.
Negli anni quaranta matura la consacrazione alla vita religiosa. Nel 1948, su consiglio del gesuita P. Carvajal va a Santander dove il vescovo il 14.9.1949 approva il gruppo già formato come Operaie Missionarie del Sacro Cuore di Gesù volto all’apostolato tra i malati e l’educazione delle ragazze.(continua)

5 - Ven.le Serva di Dio LUCIA DELL’IMMACOLATA (1909-1954)

Maria Ripamonti nasce il 26 maggio 1909 ad Arquate (Brescia) dove resta a vivere un cristianesimo convinto fino al 1932. Animatrice nell’Azione Cattolica e nella Parrocchia, lavora in filanda e poi in una fabbrica per aiutare la numerosa famiglia.
All’inizio del 1932 giunge a Brescia e chiede ed ottiene di far parte dell’Istituto delle Ancelle della Carità. Pronuncia i voti con il nuovo nome di Suor Lucia dell’Immacolata.
Emette i voti perpetui nel 1938. Vive sempre nella Casa Madre servendo con gioia e letizia di cuore. Cerca con passione (continua)

6 - Ven.le Servo di Dio PIETRO HERRERO RUBIO (1904-1978)

Pietro Herrero Rubio nasce il 29 aprile 1904 a Orihuela in Spagna da famiglia benestante e di solide radici cristiane. Si trasferisce a Madrid nel 1919 per intraprendere gli studi medici e viene a contatto con i più illustri luminari dell’epoca.
Specializzatosi in ostetricia e ginecologia va a stabilirsi ad Alicante. Sposato nel 1931 con Patrocinio Javaloy Lizón, attivo nell’Azione cattolica, negli anni caldi della guerra civile spagnola sperimenta personalmente le asprezze della persecuzione anticattolica. (continua)

7 - Ven.le Servo di Dio VITTORIO TRANCANELLI- (1944-1998)

Vittorio nasce a Spello (Perugia) il 26.4.1944. Si stabilisce a Perugia nel 1970 dopo il matrimonio con la moglie Lia. Nel 1974, proprio alla vigilia della nascita del primo figlio, Trancanelli vive personalmente l’esperienza della malattia: una grave forma di colite ulcerosa che lo porta in pericolo di vita e che poi lo porterà a convivere con il disagio di una ileostomia.
Serio professionista , vive la quotidianità mettendo in pratica il Vangelo della Carità, facendosi carico degli “ultimi” della società, soprattutto dei più piccoli (spesso senza nessuno e con gravi patologie psicofisiche). Con la moglie Lia accolgono ben sette minori in difficoltà tra affido e adozione. E insieme ad altre famiglie istituisce l’associazione «Alle Querce di Mamre»,
che nell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve resta un punto
di riferimento per le mamme con bambini che si trovano in situazioni
di disagio.
Ammalatosi di nuovo nel 1998, (continua)

23 MARZO 2017: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 23 marzo 2017, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S.E.
Rev.ma il Signor Card. Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza, il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione
a promulgare i seguenti decreti riguardanti:


36 NUOVI SANTI


A) - Il miracolo, attribuito all’intercessione del Beato ANGELO DA ACRI, del Beato FRANCESCO MARTO e della Beata GIACINTA MARTO.

1 - Beato ANGELO DA ACRI (1669-1739) Lucantonio Falcone nasce ad Acri (Cosenza) il 19 ottobre 1669. La sua famiglia, molto religiosa, non contrasta il suo ingresso tra i Cappuccini, avvenuto a diciannove anni; tuttavia, pochi mesi dopo, il giovane lascia il convento, in preda ai dubbi se sposarsi o dedicare la vita a Dio.

Ottiene poi di essere riammesso, ma esce di nuovo perché non si ritiene degno della vocazione. Infine rientra per una terza e definitiva volta: con la professione religiosa, cambia nome in fra Angelo. Nel
1700 viene ordinato sacerdote. Secondo i suoi biografi, fu angelo di nome e di fatto (continua)

2 - Beato FRANCESCO MARTO (1908-1919)

Francesco nasce l’11 giugno 1908 ad Aljustrel, frazione di Fatima in Portogallo, decimo figlio di Emanuele Pietro Marto e Olimpia di Gesù. Insieme alla sorella minore Giacinta e alla cugina Lucia, fu uno dei veggenti delle apparizioni mariane di Fatima, tra il maggio e l’ottobre 1917; all’epoca aveva nove anni.
D’indole riservata e incline alla contemplazione, amava ritirarsi a pregare, per «consolare Gesù», come diceva. Ammalatosi durante una violenta epidemia di spagnola nel 1918, muore il 4 aprile 1919, dopo aver ricevuto la sua prima ed ultima Comunione.
La sorella Giacinta lo seguirà il 20 gennaio 1920.
Entrambi sono stati beatificati da san Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000.

3 - Beata GIACINTA MARTO (1910-1920)

Giacinta nasce l’11 marzo 1910 ad Aljustrel, frazione di Fatima in Portogallo, undicesima e ultima figlia di Emanuele Pietro Marto e Olimpia de Jesus. Insieme al fratello Francesco e alla cugina Lucia, è una dei veggenti delle apparizioni mariane di Fatima, tra il maggio e l’ottobre 1917.
D’indole vivace, impara ad accettare di buon grado le sofferenze, anche compiendo piccoli sacrifici per amore di Dio e della Madonna. Ammalatasi durante una violenta epidemia di influenza “spagnola” nel 1918, muore il 20.2.1920 nell’ospedale «Dona Estefânia» di Lisbona.
Suo fratello Francesco l’aveva preceduta il 4.4.1919. Entrambi sono stati beatificati da san Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000.


B) Il Santo Padre, inoltre, ha approvato i voti favorevoli della Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi Membri della Congregazione circa la canonizzazione dei seguenti Beati:

- ANDREA DE SOVERAL e AMBROGIO FRANCESCO FERRO, Sacerdoti diocesani, e MATTEO MOREIRA, Laico, nonché 27 Compagni, Martiri, uccisi in odio alla Fede in Brasile il 16 luglio 1645 e il 3 ottobre 1645;

- CRISTOFORO, ANTONIO e GIOVANNI, adolescenti, Martiri, uccisi in Messico in odio alla Fede nel 1529.

4 - Beati ANDREA DE SOVERAL, AMBROGIO FRANCESCO FERRO E MATTEO MOREIRA E 27 COMPAGNI (+1645)

1 - Martirio di Cunhaú: Il 16 luglio 1645, gli olandesi che occupano il nord-est del Brasile, raggiungono Cunhaú dove risiedono molti coloni attorno alla fabbrica dove sono impegnati nella piantagione di canna da zucchero. E’ domenica. Al momento della Messa, 69 persone sono riunite nella cappella della Madonna di Candeias.
La cappella viene circondata e invasa da soldati calvinisti e indiani che macellano tutti coloro che sono lì, compreso il parroco, padre André de Soveral che celebra la Santa Messa.

2 - Martirio di Uruaçu.
Dopo l’evento di Cunhaú, molti residenti cercano asilo in Forte dos Reis Magos o si rifugiano in ripari di fortuna. Il 3 ottobre, sono portati presso la riva del fiume Uruaçu dove l’attendono indiani e soldati olandesi armati. Ci sono circa 80 persone.
Gli olandesi, di religione calvinista, hanno portato un pastore protestante per dissuaderli dalla loro fede cattolica. Il tentativo è inutile ed i cristiani che assistono alla Messa celebrata da Padre Ambrogio
Francesco Ferro vengono selvaggiamente uccisi. Tra di loro c’è Mateus Moreira al quale mentre strappano il cuore, esclama:“Lode al Santissimo Sacramento”. Padre André de Soveral, Ambrogio Francis Ferro sacerdote, Mateus Moreira e ventisette compagni sono stati beatificati da Giovanni Paolo II il 5 marzo 2000.

5 - Beati CRISTOFORO (1514-1527), ANTONIO (1516-1529) E GIOVANNI (1517-1529)

A Tlaxcala in Messico, beati Cristoforo, Antonio e Giovanni, martiri, che, durante la prima evangelizzazione dell’America, hanno aderito con entusiasmo alla fede cristiana e sono per questo percossi a morte dai loro concittadini.
Al tempo della conquista spagnola nel 1519 con Cortés esiste nel Messico la religione azteca, il cui culto si esplica con un gran numero di crudeli sacrifici umani e la vita religiosa è dominata dalla casta dei sacerdoti idolatri.
Questo crudele aspetto della religione pagana, favorisce il diffondersi della nuova religione cristiana o per convinzione o per forza perché arrivata con i conquistatori spagnoli; ma i sacerdoti ed i pagani fedelissimi, naturalmente avversano i missionari. I Francescani e poi i Domenicani, lavorano per la promozione degli Indios e per difenderli da questi sanguinari riti, sono drastici nell’evangelizzazione e prendono a distruggere templi e idoli; oggi certamente ciò non sarebbe approvato, ma bisogna ragionare con il pensiero ed i fini di allora. Tutto questo porta (continua)


40 NUOVI BEATI

1 - il martirio dei Servi di Dio GIUSEPPE MARIA FERNANDEZ SANCHEZ e 32 Compagni, Sacerdoti e Fratelli Coadiutori della Congregazione della Missione, nonché 6 Laici, dell’Associazione della Medaglia Miracolosa della Beata Maria Vergine, uccisi in odio alla Fede nel 1936 durante la guerra
civile spagnola.

2 - il martirio della Serva di Dio REGINA MARIA VATTALIL (al secolo: Maria), Suora professa della Congregazione delle Suore Clarisse Francescane; uccisa in odio alla Fede il 25 febbraio 1995.

- Servi Di Dio GIUSEPPE MARIA FERNANDEZ SANCHEZ CON 32 RELIGIOSI E 6 LAICI (+1936)

Questo gruppo di martiri della famiglia vincenziana è costituito da 33 membri della Congregazione della Missione, 17 dei quali sacerdoti e 16 fratelli coadiutori, il cui processo iniziò nel novembre 1960 e che ora si deve completare adattandolo alla nuova normativa canonica. A questi 33 religiosi sono stati aggiunti 6 secolari, Caballeros de la Medalla Milagrosa, primizia di un laicato militante che alimentò la sua fede con la protezione della Vergine nella Cattedrale di Madrid, formandosi alla scuola di S. Vincenzo de Paoli.
Tutti furono vittima della feroce persecuzione religiosa che a metà degli anni ‘30 pretendeva di eliminare la Chiesa di Spagna.

MARTIRI DI VALLECAS (Spagna): Servi Di Dio GIUSEPPE MARIA FERNANDEZ SANCHEZ e 7 compagni E giungiamo ad una data da ricordare in modo particolare in questo lungo elenco di martìri:
i vespri della festa di Cristo Re, che si celebravano nell’ultima domenica di ottobre. Il venerdì 23 fu il giorno scelto dai boia per farla finita con il gruppo di Vincenziani che trattenevano in regime carcerario dalla fine di luglio, al numero 4 di calle San Felipe Neri, senza il minimo necessario e in una costante minaccia di morte. Sono i cosiddetti martiri di Vallecas, per essere stati martirizzati e sepolti nel cimitero di questa città presso Madrid
I loro corpi sono stati poi recuperati e riconosciuti insieme a quelli di tre Figlie della Carità. Nella Casa Provinciale Vincenziana è chiamata“il dormitorio dei martiri” la sala dove hanno vegliato i loro resti mortali nel novembre 1941. Sono in totale otto: 3 sacerdoti e 5 Fratelli.

Questi sono i loro nomi

1 - Servi Di Dio GIUSEPPE MARIA FERNANDEZ SANCHEZ:
vicedirettore e formatore di varie generazioni di Figlie della Carità. Godeva di fama di santità già in vita. Capì con chiarezza il pericolo e insieme alla Visitatrice Sr. Justa Domínguez de Vidaurreta (per la quale pure è in corso il processo di Canonizzazione) mise in salvo il numeroso noviziato, portandosi antrambi dove si scatenava la persecuzione, per non lasciare le consorelle senza aiuto. Aveva 61 anni ed era nato a Oviedo. In precedenza era stato Vice Visitatore d’India e professore in vari seminari.

2 - Servo di Dio ROQUE GUILLÉN GARCÉS: di 57 anni.
La fama di martirio di P. Roque si mantiene viva nella sua parrocchia di Sarrión (Teruel) e il suo nome resta unito alla Adoración Nocturna, perchè Zaragoza, che fu la seconda fondazione in Spagna, celebró la prima veglia il 28 Maggio del 1879, proprio il giorno della nascita di Roque Guillén: nella festa straordinaria del maggio 1939 la famiglia e i devoti di Sarrión furono fieri di poter offrire nella mensa eucaristica una vittima battezzata nella loro parrocchia.

3 - Servo di Dio BENITO PARAFELA NOVOA: di 49 anni.
Nato a Amoeiro (Orense). Scrittore famosissimo e molto stimato nella Congregazione. Cercò di salvare l’archivio e la biblioteca provinciale, trasportando personalmente le cose più importanti nella
casa di San Felipe Neri. Aveva 49 anni.

4 - Servo di Dio SATURNINO TOBAR GONZALEZ:
amministratore delle Fondazioni collegate alle Figlie della Carità; originario di Tardajos (Burgos), di 78 anni;

5 - Servo di Dio AGUSTIN NOGAL TOBAR:
anch’egli di Tardajos (Burgos), di 51 anni, era aiutante di Fr. Saturnino nell’amministrazione;

6 - Servo di Dio CESAREO ELEXGARAY DE OTAZUA:
originario di Busturia (Vizcaya), di 32 anni;

7- Servo di Dio CRISTOBAL GONZALEZ CARCEDO:
nato a Lodoso (Burgos), di 23 anni;

8 - Servo di Dio JUAN NÚÑEZ ORCAJO:
originario di Fontioso (Burgos), di 54 anni.

Inoltre, in ordine cronologico elenchiamo:

- Servo di Dio FR.VICENTE CECILIA GALLARDO di 22 anni, originario di Cabra (Córdoba) e Servo di Dio
- FR. MANUEL TRACHINER MONTAÑANA, di 21 anni, nativo di Puzol (Valencia) e educato presso le Figlie della Carità alla Beneficencia di Valencia, entrambi della casa di Hortaleza. Li uccisero sulla strada di Canillas, all’alba del 20 luglio, mentre andavano a Madrid per ricevere ordini dai superiori. Nel bagaglio avevano messo la sottana e il crocifisso e questo fu il delitto che pagarono con la morte immediata.
Nello stesso giorno fu dato l’assalto alla casa di Horteleza, facendo prigionieri tutti i Padri e i Fratelli, con il parroco del paese.

Qualche notizia confusa arrivò alla Casa Provinciale e il Servo di Dio FR. ROQUE CATALÁN DOMINGO
si offrì di andare a Horteleza per conoscere la verità e portare aiuto. Domingo già godeva di fama di santo e da tutti era conosciuto il suo desiderio di martirio.
Prima di partire chiese la benedizione del Superiore e avvertì i suoi compagni: Se non torno, recitate un Te Deum. Non cercò il martirio, semplicemente ne ebbe la premonizione e lo accettò per quello che è: una grazia di Dio. Vestito di una camicia scura e con un bastone, riuscì a raggiungere Horteleza, e lì, giunto al convento della Sacra Famiglia, lo interrogarono e lo uccisero, perchè era un frate. Era originario di La Aldehuela (Teruel) ed aveva 62 anni quando morì. Il suo principale maestro spirituale era stato suo padre, che dopo vari anni di vedovanza entrò nella Trappa di Dueñas (Palencia), lasciando come sua traccia una scia di virtù e semplicità evangelica.

- Servo di Dio P. JOSE IBÁÑEZ MAYANDÍA: in quanto Superiore era stato minacciato in modo particolare nella notte del 24 luglio.
Compiendo coraggiosamente il suo dovere rimase nella casa e la domenica 26, molto presto, andò a dire messa nel vicino Ospedale dei Convalescenti. Fu arrestato e imprigionato nelle Scuole Cattoliche, già trasformate in Ateneo Libertario de Chamberí dopo che ne erano state scacciate le proprietarie Figlie della Carità. Lo abbandonarono, credendolo morto, nel pascolo del villaggio, ma il giorno seguente, andati a fucilare un’altra vittima, lo trovarono in vita e ritornarono con lui alla Scuole Cattoliche, dove lo finirono in modo particolarmente crudele ed offensivo, data la sua condizione di sacerdote.
Originario di La Puebla de Híjar (Teruel) fu martirizzato il 27 luglio 1936 all’età di 59 anni. Era stato uno zelante missionario. Durante la guerra d’Africa accompagnò le Figlie della Carità destinate all’ospedale di Larache, e si occupò della loro direzione spirituale.

L’11 agosto furono ritrovati presso le mura del macello i cadaveri del Servo di Dio PERFECTO DEL RÍO PÁRAMO e del Servo di Dio ESTANISLAO PÁRAMO MARCOS, cugini tra loro, con quello del cappellano della chiesa di San José, D. Cecilio del Río, fratello del primo, che li aveva accolti a casa sua.
Tre giorni prima era stata scoperta la loro condizione di religiosi ed erano stati fatti prigionieri.
Entrambi erano originari di Pedrosa del Río Urbel (Burgos) e avevano rispettivamente 54 e 51 anni.
Il 12 dello stesso mese martirizzarono: il Servo di Dio P. HILARIO BARRIOCANAL QUINTANA come i precedenti due della comunità di García de Paredes e anche lui della zona di Burgos: Quintanavides. Era segretario del Visitatore e cappellano dell’opera sociale “La goccia di latte”, in calle Espada. Lì si rifugiò, ma il 9 agosto i miliziani del Circolo Socialista del Puente de Segovia, si impossessarono dell’edificio. Pensarono che il P. Barriocanal fosse parente del portiere, ma qualcuno lo denunciò e il giorno 11, alle 6 e mezza della sera, lo condussero alla chiesa di S.ta Cristina
Lo assassinarono nella Casa de Campo il 12 Agosto 1936. Aveva 67 anni.

Nella seconda quindicina di agosto il panorama di Chamberì è spaventoso. La parrocchia di Santa Teresa e Santa Isabella distrutta; la basilica trasformata in scuderia; nelle case religiose si erano installate le checas (squadre d’incontrollabili, quali la Brigada del Almanacer, che giustiziavano qualsiasi persona denunciata, anche anonimamente, senza prove certe dopo un processo sommario).
Il 21 agosto viene martirizzato nel cimitero di Aravaca il congregante Servo di Dio JOSÉ GARVI CALVENTE, originario di Madrid, di 55 anni, commerciante, sposato con una figlia, dopo essere passato per la sede del Partito Comunista Radio 9 sita in Santa Engracia 46.

Il 23 dello stesso mese, nella sede di Cuartel de la Montaña, sono martirizzati altri quattro congreganti della Medaglia Miracolosa:
- il Servo di Dio JUSTO RAMÓN PIEDRAFITA originario di Huesca, 40 anni, portiere, sposato e con 6 figli.
- il Servo di Dio AGUSTÍN FERNÁNDEZ VÁZQUEZ, originario di El Escorial (Madrid), 41 anni, postino, tesoriere dell’Associazione e persona sempre disponibile in basilica, sposato senza figli
- Il Servo di Dio FELIPE BASAURI ALTUVE, originario di Bilbao, 55 anni, impiegato, sposato e con 3 figli.
- Il Servo di Dio EDUARDO CAMPOS VASALLO, originario di Orduña (Vizcaya), 52 anni, assistente in Lavori Pubblici, sposato e con 6 figli. I quattro passarono per il Circolo Socialista del Norte, istallato nel convento di Esclavas de Martínez Campos, 8, che fu la checa incaricata di catturare i Congreganti della Medaglia Miracolosa.
- Il Servo di Dio MANUEL REQUEJO PÉREZ entró nella Congregazione quando era canonico del paese di Osma. Durante la persecuzione religiosa si rifugiò presso le Sorelle dei Poveri in Calle Doctor Esquerdo, fingendosi un vecchio. Nella stessa situazione si trovava il Redentorista P. Antonio Girón. Li martirizzarono entrambi la domenica 30 agosto, denunciati da un miliziano che i suoi compagni avevano messo a custode della Casa. Capendo che li stavano per uccidere si confessarono a vicenda e iniziarono insieme la recita del Rosario.Era originario di Aranda de Duero (Burgos) ed aveva 64 anni.

- Il Servo di Dio ELEUTERIO CASTILLO GÓMEZ era vicedirettore dei novizi.
Riuscì a recarsi al convento delle Trinitarie, di cui era cappellano, per consumare il Santissimo; ma immediatamente furono fatti prigionieri i 16 membri della comunità di Horteleza. Grazie ad un parente potè uscire dal carcere, ma continuò ad essere sorvegliato e tornarono ad arrestarlo, questa volta prendendo anche suo cognato Juan Alonso Hidalgo, che era della Guardia Civile. Al Quartier Generale, dove viveva sua sorella, era molto conosciuto come prete vincenziano.
Nel mese di maggio aveva amministrato la prima comunione a due sue nipoti e ad altre bambine nella vicina chiesa di las Salesas, in una cerimonia con grande concorso di folla. Una di queste nipoti è Carmelitana scalza nel Monastero di Loeches (Madrid). La denuncia fu fatta da una delle guardie del Quartier Generale. All’alba del 3 settembre li fucilarono entrambi, vicio al Quartier Generale. Stava per compiere 33 anni. Era nato a Marmellar de Arriba (Burgos).

Alla Comunità di Lope de Vega appartenevano i Padri: Servo di Dio MAURILIO TOBAR GONZÁLEZ e Servo di Dio PONCIANO NIETO ASENSIO. Il primo era superiore della Casa de Capellanes; mentre P. Nieto era una famoso scrittore di letteratura religiosa e vincenziana.
Si rifugiarono a Abascal, 9, in casa di Dª Julia Angulo Pozas, cugina di P. Maurilio Tobar. Li uccisero tutti e tre il 23 settembre.
Il P. Maurilio era originario di Tardajos (Burgos), di 56 anni, ed era fratello dell’altro martire H. Saturnino Tobar González. Il P. Nieto era nato a Valverde de Campos (Valladolid) e, al momento della morte, aveva 61 anni

- Servo di Dio JOSÉ SANTOS ORTEGA originario di Tardajos (Burgos), di 54 anni, fu vittima del tradimento di un giovane che finse di volerlo proteggere. Quando uscì dalla Casa Provinciale si rifugiò in casa di parenti a Guindalera, ma fu denunciato. Fu allora che quel giovane, cui aveva fatto dei favori, finse di difenderlo ma in realtà lo fece portare al Comitato. I suoi resti riposano nel cimitero di Hortalez

- Servo di Dio BENJAMÍN ORTEGA ARANGUREN era stato accolto con grande carità da una famiglia, con cui rimase, facendo vita monacale, fino al 13 ottobre, quando fu portato alla checa di Fomento. I suoi benefattori fecero di tutto per salvarlo, e contattarono anche un miliziano conosciuto, il quale però disse che “trattandosi di una sacerdote e religioso, non si poteva fare niente, perchè la gente di sinistra avevano giurato di eliminare tutti i preti”. Morì martire il 19 ottobre 1936 a 51 anni.

Novembre è il mese del grande olocausto di Paracuellos del Jarama.
Dal Carcere Modelo il giorno 7 vengono martirizzati: il Servo di Dio P. VICTORIANO REGUERO VELASCO originario di Valladolid, e il Servo di Dio Fr. GIL BELASCOAIN ILARRAGORRI, originario di Legarda (Navarra), rispettivamente di 34 e 53 anni.
Della stessa prigione il giorno seguente muore Servo di Dio P. LAUREANO PÉREZ CARRASCAL, di 60 anni, originario di Valladolid. Il 15, muore dal carcere di Ventas Servo di Dio P. TEODORO GÓMEZ CERVERO di 59 anni, nato a Deza (Soria). Il 27, festa della Medaglia Miracolosa, martirizzarono a Paracuellos (carcere di S. Antón) :

- il Servo di Dio Fr. PEDRO ARMENDÁRIZ ZABALETA, nato a Amatriaín (Navarra), di 57 anni;

- il Servo di Dio Fr. JOSÉ GARCÍA PEREZ. novizio di 21 anni, di Tuy (Pontevedra); e il giovane congregante
- il Servo di Dio MIGUEL AGUADO CAMARILLO, quest’ultimo del carcere di Porlier.

Il 29, anche da S. Antón, fu martirizzato il Servo di Dio P. PEDRO-PASCUAL GARCÍA MARTÍN di 34 anni, originario di Monteagudo del Castillo (Teruel).

Il 30, della stessa prigione, furono uccisi: il Servo di Dio Fr. JOAQUÍN ZUBILLAGA ECHARRI originario di Echeverri (Navarra), di 37 anni e il Servo di Dio P. FRANCISCO MORQUILLAS FERNÁNDEZ di Sarracín (Burgos), di 47 anni. Gli ultimi tre e il P. Reguero erano della Comunità della Casa Provinciale.
La pagellina-ricordo di Miguel Aguado dice testualmente:“Era un povero operaio e apparteneva alle Compañías del Cerro de los Ángeles, Adorador Nocturno e Caballero de la Milagrosa”. Aveva 33 anni e lasciò 6 figli e la moglie nella più completa miseria, ma con una fede incrollabile. Ella, certa che era stata la Madonna della Medaglia Miracolosa a portarselo in cielo nel giorno della sua festa, seppe infondere nei figli la speranza.

- La morte del Servo di Dio FR. BARTOLOMÉ GELABERT PERICÁS di Hortaleza nato a Consell (Mallorca), di 64 anni, della comunità di Hortaleza (Madrid) e quella del Servo di Dio P. BENITO QUINTANO DIAZ, della comunità di Valdemoro, ha un carattere diverso.
Dopo vari mesi di prigione offrirono loro la libertà in quanto anziani e immediatamente; ma poi, non avendoli mai persi di vista, li fucilarono, rispettivamente il 27 novembre e il 12 dicembre. P. Quintano era nato a Lodoso (Burgos) e aveva 75 anni. Entrambi soffrirono grandi pene in carcere.

Chiude l’elenco dei martiri della Congregazione il Servo di Dio FR. ISIDRO ALONSO PEÑA.
Aveva 77 anni e morì distrutto dai maltrattamenti nel carcere di Ventas il 14 dicembre, assistito spiritualmente da P. Manuel Rodríguez. Era entrato in prigione il 29 luglio con i suoi compagni di Valdemoro.
Essi amavano la vita, la loro famiglia, la loro vocazione, i loro ministeri. Amavano il loro futuro. Ma nella scala dei valori Dio stava sopra tutte le cose e non esitarono a seguire il duro cammino della Croce, lasciando come loro traccia una scia di martirio la cui fama si è mantenuta ininterrotta fino a noi.

(Fonte: www.vincenziani.com)

2 - Venerabile Serva di Dio REGINA MARIA VATTALIL (1894-1995)

Mariam nasce il 29 gennaio 1954 a Pulluvazhy, villaggio indiano vicino a Kochi nel Kerala da famiglia contadina. Nel 1972, completati gli studi secondari, entra nel convento francescano di Clarist a Kidangoor vicino a Palai nel 1972 e professa i voti il 1° maggio 1974 con il nome Rani (regina) Maria. Inizia la sua missione nell’India settentrionale a Bijnore nel 1975 e poi entra a Udainagar nel 1992.
I programmi di sviluppo in cui è impegnata a favore dei poveri tribali sono in contrasto con gli interessi dei mutuatari senza scrupoli e degli sfruttatori sociali.
Diviene l’oggetto del loro odio. I suoi nemici decidono di liberarsi di lei. Il 25 febbraio 1995, durante un suo viaggio in autobus verso Indore viene uccisa brutalmente in pieno giorno davanti ai passeggeri con 54 colpi di coltello mentre lei continua a ripetere: “Gesù! Gesù!”.

3 NUOVI VENERABILI

Sono stati promulgati 8 decreti riguardanti l’eroicità delle virtù dei seguenti Servi di Dio DANIELE DA SAMARATE, MACRINA RAPARELLI e DANIELA ZANETTA, i quali, pertanto, acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.

1 - Ven.le Servo di Dio DANIELE da SAMARATE (1876-1924)

Felice Rossini nasce a San Macario, frazione di Samarate (Varese) il 15.6.1876. Il 15.1.1890, entra tra i frati cappuccini nel convento di Sovere (Bergamo). Nella vestizione cambia il nome in quello di fra Daniele da Samarate. Il 24.6.1892 emette la sua prima professione religiosa. Completa i suoi studi di filosofia e teologia a Milano e professa solennemente nel 1896.
Non ancora sacerdote, nel 1898 ottiene di partire per la missione del Maranhão (Alto Brasile), aperta da soli sei anni. È consacrato sacerdote a Fortaleza (Cearà) il 19.3.1899 e nel gennaio 1900 è destinato alla Colonia Agricola di S. Antonio do Prata (Parà) dove rimane, direttore illuminato, costruttore intraprendente, missionario infaticabile, fino al gennaio 1913.
Durante questi anni di intenso apostolato fra quella gente assetata di Dio, contrae la lebbra. Di ritorno in Italia per consulte mediche, il (continua)


2 - Ven.le Serva di Dio MACRINA RAPARELLI (1893-1970)

Elena nasce il 2.4.1893 a Grottaferrata (RM) e due anni dopo nasce Agnese, sorella, collaboratrice e sostenitrice dell’Opera che il Signore avrebbe loro affidato. Padre Nilo Borgia, monaco di grande virtù e santità diviene il formatore e la guida spirituale delle due sorelle.
Questi, constatando l’impegno nella vita spirituale, permette loro di emettere il voto di castità. Un giorno Elena che matura l’idea di una Fondazione gli dice:“Noi vogliamo fondare una Istituzione di rito Bizantino per i popoli Orientali e per gli Albanesi”
E’ il segno che P. Nilo attende dal Signore.
Ma poco dopo egli è inviato in Albania, e così prima di partire prega San Luigi Orione del quale è molto amico, a voler ospitare Elena ed Agnese affinché si formino alla vita religiosa. E’ però l’Arciprete di Mezzojuso, Papàs Onofrio Buccola, ad accettare il gruppo di “Signorine” nella propria Parrocchia. Il 2.7.1921 Elena ed Agnese Raparelli partono da Roma per Palermo; si recano a ossequiare (continua)

(Fonte: www.santiebeati.it)


3 - Ven.le Serva di Dio DANIELA ZANETTA (1962-1986)

Daniela Zanetta nasce il 15 dicembre 1962 a Maggiora (NO).
Fin dalla nascita deve convivere con una rarissima malattia, epidermolisi bollosa distrofica: una malforamazione ereditaria dell’epidermide che provoca in tutto il corpo bolle e lacerazioni alla pelle. Le speranze di guarigione vengono subito escluse dai medici e l’unica cura consiste nel sottoporsi giornalmente a tre ore di delicate e dolorose medicazioni.
Nononstante la gravità della malattia Daniela, con l’aiuto e l’amore dei genitori e dei fratelli minori, cresce insieme alle sue coetanee, frequenta con ottimi risultati le scuole, lasciando negli insegnanti un ricordo indelebile e conseguendo il diploma magistrale.
Nel 1973 incontra la spiritualità del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich. Questo incontro la rinforza nell’affrontare la sua malattia, in particolare vivendo le parole del Vangelo “Dove due o più sono uniti nel mio nome, li sono io presente in mezzo a voi” (MT 18,20):
La certezza della presenza di Gesù, frutto dell’unità, le dà la forza per amarLo. Il 26 ottobre del 1983 inizia il suo diario, oggi diventato per molti fruttuoso testo di meditazione. (continua)

(Fonte: www.santiebeati.it)

 

1217- 2017: 8° CENTENARIO DELLA CHIESA IN CAMPITELLI

di DAVIDE CARBONARO

È proprio del cuore umano dedicare uno spazio ed una abitazione al mistero.
E mentre sono le mani degli uomini a disegnare ed edificare i perimetri dell’incontro con il divino, la Parola di Dio e la Liturgia ci ricordano che è Dio stesso, l’inaccessibile, che viene ad abitare tra gli uomini ed è sempre lui che porta a compimento l’opera iniziata. In tale prospettiva, non ricordiamo un antico monumento più volte edificato, ma la festa del popolo di Dio intorno ad uno spazio che perpetua nel tempo la memoria della salvezza.

Così il racconto di quanto accaduto in questi otto secoli da quando Papa Onorio III il 5 aprile 1217 dedicò la chiesa di Campitelli, suscita il rendimento di grazie per la continua novità che in Cristo Gesù la Chiesa sperimenta.

Fondazione e Dedicazione


Il ricordo dell’antica chiesa di Santa Maria in Campitelli a Roma, è legata alla toponomastica ed alla storia del rione omonimo di Campitelli, poi dal 1900 a quello di Sant’Angelo, corrispondente alla IX e X regione augustea tra il Teatro di Marcello ed il Portico di Ottavia. Fin dal II secolo a.C. questo territorio fu segnato dalla presenza di templi e portici di grande rilievo le cui
tracce sono ancora oggi visibili.
Studi topografici attestano la primitiva chiesa di Campitelli sui resti del tempio di Giove Statore edificato dall’architetto greco Hermodoros di Salamina. L’Huelsen (1927) insieme ad altri studiosi riferisce che la chiesa fu edificata nella contrada “de Campitiello” nel XI secolo. Essa è menzionata per la prima volta nel Liber censuum di Cencio Savelli Camerario, compilato nel 1192 sotto il pontificato di Lucio III (1100-1185). Dalla fonte risulta che i presbiteri della Chiesa di Campitelli partecipavano alla “festa degli archi e dei turiboli” durante le festività pasquali.
Il pontefice Onorio III (1150-1227) ne restaurò le vestigia e la consacrò il 5 aprile del 1217. Lo storico C. A. Erra (1695-1771) riporta una antica iscrizione testimoniata nella Visita Apostolica del 1564 che riferisce dell’evento:

IN NOMINE DNI AMEN ANNO DNI MCCXVII PONTIFICATUS DNI HONORII PAPE ANNO EIUS II DIE V MENSIS APRILIS INDICT. VI CONSECRATA EST ECCLESIA HEC AD EODEM SUMMO PONTIFICE ET UNIVERSALI PAPA PER EIUS SANCTAS MANUS RECONDITE SUNT IN HOC ALTARI BEATE MARIE VIRGINIS MULTE RELIQUIE SANCTORUM ET SANCTARUM


Le diverse ricostruzioni e l’unione alla Congregazione della Madre di Dio

All’incirca nel 1290 fu eretto sull’altare maggiore un tabernacolo gotico di marmo commissionato dalla nobile famiglia Capizzucchi, tra le più antiche del patriziato municipale romano ed eseguito dal Magister Deodatus secondo la diffusa tipologia cosmatesca. Altri elenchi di insigni luoghi di culto romano censiranno la Chiesa di Campitelli: il Catalogo di Torino (sec. XIV); quello di Nicola Signorili
segretario del Senato Romano al tempo di Martino V (1417-1431); i Libri Anniversariorum (1461) ed il Catalogo del Panvinio (1492). Inoltre la Aedes S. Mariae in Campitello è attestata nelle piante del Bufalini (1551) e del Du Pérac (1577).

Il primitivo tempio dedicato alla Natività della Madre di Dio, sorgeva in corrispondenza dell’angolo orientale del palazzo Lovatelli (già Serlupi) con la facciata rivolta verso la “Torre dei Merangoli”.
Nel 1527 durante il Sacco di Roma la chiesa di Campitelli fu oggetto di un singolare sacrilegio. Furono estratte delle ostie dal tabernacolo e calpestate. In riparazione al gesto sacrilego per diversi secoli si pose attenzione al culto del Santissimo Sacramento e si sviluppò la tradizione delle Quarant’ore alla quale intervenivano i Pontefici. Papa Paolo V con una bolla del 15 gennaio 1618, unì la rettoria di Campitelli alla Congregazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio fondati nel 1574 a Lucca da San Giovanni Leonardi (1541-1609). Il Leonardi ed i suoi primi compagni avevano già ricevuto dal Papa Clemente VIII nel 1601 l’antico tempio di Santa Maria in Portico sulle rive del Tevere.

Appena i Chierici del Leonardi presero possesso della fatiscente chiesa ed abitazione di Campitelli la demolirono per edificarne una nuova con l’annesso convento e collegio di teologia. Fu il cardinale Vicario Garcia Mellini (1591-1629) che pose la prima pietra il 10 maggio 1619 e la nuova costruzione “per la povertà dei padri”, come afferma lo storico Erra, fu completata nel 1648. Conformi alle descrizioni delle fonti sono i disegni delle piante e sezioni conservati nel Codice Chigi della Biblioteca
Vaticana. Il nuovo edificio ebbe vita breve. Dopo che la città di Roma scampò il pericolo della peste nel 1656, Papa Alessandro VII (1599-1667) volle che l’antica icona di Santa Maria in Portico, venerata nel luogo dove apparve nel VI secolo alla nobile Santa Galla e al Papa Giovanni I, fosse trasportata nella vicina chiesa di Campitelli e qui iniziare la fabbrica del nuovo tempio votivo dedicato a Colei che aveva liberato la Città di Roma dal terribile contagio.

Nel 1658 il Senato di Roma e i Chierici del Leonardi presentarono alcune proposte al Pontefice che non soddisfatto della sistemazione e adattamento del precedente edificio, incaricò nel 1660 l’architetto Carlo Rainaldi di progettare ed eseguire una nuova fabbrica. Con documento autografo del 31 agosto 1661 Alessandro VII ordinò l’unione delle due case religiose dei Chierici della Madre di Dio: quella di Santa Maria in Portico e quella di Santa Maria in Campitelli.

La traslazione dell’icona di Santa Maria in Portico e la sua sistemazione nell’abside della nuova chiesa, avvenne il 14 gennaio 1662. Inoltre, il Pontefice, decretò che: “La detta chiesa di Santa Maria in Campitelli, si denomini da indi in poi Santa Maria in Portico in Campitelli”.

L’IMMAGINE DELLA “VIRGO LACTANS” o SANTA MARIA IN CAMPITELLO



Dell’antico edificio oggi rimangono pochissime tracce, tuttavia testimonianze significative.
Una parte del muro perimetrale appartenuto alla casa natale della Beata Ludovica Albertoni (1474-1533) è inglobato nella prima cappella di sinistra (Cappella Altieri). L’affresco della Madonna che allatta il Bambino (sec. XVI) situato nella terza cappella di sinistra fatta edificare dal Cardinale Raimondo Capizzucchi nel 1685 e dedicata all’Apostolo Paolo.
L’Erra riferisce che l’affresco mariano durante la demolizione dell’antica chiesa di Campitelli, fu lasciato intatto. Il popolo cominciò ad onorare l’immagine con lampade, ceri e tavolette votive. I padri “per impedire qualche sconcerto”, innalzarono una parete dinanzi all’effige.

Ma il popolo eliminato il tramezzo continuò ed accrebbe la devozione verso la pia immagine mariana. Constatata la devozione popolare il Cardinale Raimondo Capizzucchi fece sistemare l’affresco nella cappella dove oggi si trova. E’ comprensibile lo “sconcerto” di cui riferisce l’Erra.
Il Concilio di Trento con il decreto De invocatione, veneratione, et reliquiis sanctorum et sacris imaginibus definì la posizione della Chiesa riguardo alle iconografie devozionali. Tra gli scopi di questo decreto vi era il voler evitare immagini di natura sensuale o sconvenienti, che si riteneva potessero fuorviare il fedele e distoglierlo dalla preghiera. Fu demandato ai vescovi il compito di valutare
Mentre l’iconografia della “Madonna del Latte” decadeva, per contro, la venerazione popolare delle antiche immagini continuò legata al desiderio di maternità. Un’altro affresco della Vergine lactans dipinto su muro e posto sulla facciata della primitiva chiesa di Campitelli, afferma il Ferraironi (1883-1963) era stato incoronato dal Capitolo Vaticano il 2 luglio 1651, tuttavia andò in frantumi quando si tentò di rimuoverlo per dar luogo alla costruzione della Chiesa attuale.
Di essa oggi è conservata una copia su tela nel Convento di Campitelli.
L’immagine della Virgo lactans orientò la spiritualità del Servo di Dio P. Cosimo Berlinsani (1619-1694) sacerdote professo dell’Ordine della Madre di Dio e parroco di Campitelli e della Serva di Dio Anna Moroni (1613-1675) che nel XVII secolo fondarono la Congregazione delle Suore Oblate del Bambino Gesù (2 luglio 1672).
Uno degli scritti di P. Cosimo fu appunto “La nutrice spirituale di Gesù Bambino” un testo di teologia affettiva e di prassi devozionale nei confronti della divina infanzia che certamente ebbe impulso dalla contemplazione di questa immagine mariana.

“MULTE RELIQUIE SANCTORUM ET SANCTARUM”


L’iscrizione che commemora la dedicazione di Santa Maria in Campitelli riferisce che il Pontefice Onorio III per eius sanctas manus collocò presso l’altare numerose reliquie di Santi e Sante.
Lo storico Erra ne fornisce un elenco in tre classi: “La prima comprende quelle di Gesù Cristo, la seconda quelle di Maria Vergine, la terza quella dei Santi”. Questa divisione si ricava anche dagli elenchi delle Visite conservati nell’Archivio parrocchiale di Campitelli.
Al tempo di Bonifacio VIII (1230-1303) queste reliquie furono sistemate in un “Tabernacolo” marmoreo posto nel ciborio cosmatesco di Deodato commissionato dalla famiglia Capizzucchi come testimonia una tavola descrittiva nel Vetera Monimenta di Giovanni Ciampini (1690).
Ippolito Marracci il mariologo che con i suoi scritti pose fine nel XVII secolo alla controversia tra“macolatisti” ed “immacolatisti”, redige la sua prima opera descrivendo una singolare “reliquia mariana” che Papa Onorio III pose tra le altre nell’altare di Campitelli e cioè i “grani o piccoli globuli” con i quali seconda l’antica tradizione la Vergine Maria recitava la preghiera del Padre nostro: Pro Marianae coronae calculis (1642).
Al di là dell’autenticità dell’oggetto, ciò che conta per il teologo Marracci è il Sensus fidei cioè la fede che il popolo di Dio lega a questa singolare “memoria mariana” ed inoltre l’opuscolo è un vero e proprio trattato sulla preghiera. L’inconsueta reliquia fu inserita nel prospetto della Stauroteca (reliquiario della croce) cesellato da Gregorius Aurifex (sec. XII) e contenente oltre ad un frammento della croce, la veste di Santa Maria e le reliquie degli apostoli Pietro e Paolo e di Santa Barbara. (continua)

 

 

Beatificazioni e Canonizzazioni Aprile-Giugno 2017

 

1 - OVIEDO (SPAGNA), 22 APRILE 2017: BEATIFICAZIONE DI LOUIS ANTONIO ORMIERES

Luis Antonio Rosa Ormières (1809-1890), nasce il 14.7.1809 a Quillan (Francia). Il 21.12.1833 è ordinato sacerdote.
Padre Ormières, rendendosi conto della carenza educativa e religiosa presente nei bambini della campagna, al fine di fondare una scuola, chiede aiuto alla congregazione delle Suore dell’Istruzione Cristiana di Saint-Gildard, che invia tre religiose, con a capo suor San Pasquale (al secolo Julienne-Marie Lavrillouz).
Quel gruppo costituirà in seguito la base per una congregazione autonoma da lui fondata: le Suore del Santo Angelo Custode. Muore a Gijón il 16.1.1890.
Il 22 aprile prossimo verrà beatificato a Oviedo in Spagna, dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.


2 - VERONA (ITALIA), 29 APRILE 2017: BEATIFICAZIONE DI LEOPOLDINA NAUDET

Il 29 aprile p.v. sarà beatificata a Verona nella Basilica di S.Anastasia Leopoldina Naudet.
La cerimonia sarà presieduta dal card.Angelo Amato. Leopoldina nasce a Firenze il 31.5.1773 e muore il 17.8.1834. Fonda l’Istituto Sorelle della Sacra Famiglia.
Il miracolo era avvenuto quasi 40 anni fa, e riguarda la guarigione di Andrea Zemin, bimbo di 6 mesi, di Creazzo (Vicenza), da una meningite purulenta. «Il nostro è un carisma che unisce la contemplazione di Dio e il servizio del prossimo – spiega suor Marisa Adami, già superiora generale delle Sorelle della Sacra Famiglia – con l’espressione specifica della fondatrice che diceva che la nostra santificazione dipende da quella degli altri (dei prossimi) e dalla contemplazione scaturisce l’azione fruttuosa”.


3 - GIRONA (SPAGNA), 6 MAGGIO 2017: BEATIFICAZIONE DI ANTONIO ARRIBAS HORTOGUELA E 6 COMPAGNI

Antonio Arribas Hortigüela nacque a Cardenadijo p
Insegnante ed economo della Scuola Apostolica dei Missionari, si scontrò energicamente con i miliziani che, il 21 luglio 1936, ordinarono l’espulsione degli allievi, ottenendo per loro gli alimenti necessari.
Con sei compagni fuggì dal campo di prigionia improvvisato dov’erano stati costretti, ma dopo quasi un mese di peregrinazioni caddero nelle mani dei miliziani e furono fucilati.


4 - FATIMA (PORTOGALLO), 13 MAGGIO 2017: CANONIZZAZIONI DI FRANCESCO E GIACINTA MARTO

I Pastorelli di Fatima, Francesco e Giacinta Marto, saranno proclamati santi il prossimo 13 maggio durante il viaggio pastorale di Papa Francesco in Portogallo per celebrare il Centenario delle Apparizioni della Madonna di Fatima ai due pastorali e Lucia Dos Santos.
I pastorelli diventano così i primi santi non martiri tra i bambini canonizzati dalla Chiesa Cattolica in due millenni di vita.

 


5 - DUBLINO (IRLANDA), 13 MAGGIO 2017: BEATIFICAZIONE DI JOHN SULLIVAN

 

Il prossimo 13 maggio p.v. nella Chiesa di S.Francesco Saverio a Dublino, presieduta dal cardinale
Angelo Amato in rappresentanza di Papa Francesco, si terrà la cerimonia di beatificazione di John Sullivan: è la prima che si svolgerà in Irlanda.
La sua importanza si estende anche alla Chiesa Protestante, a cui John appartenne nei primi 35 anni della sua vita, assumendo così un portata ecumenica. Egli nasce a Dublino l’8 maggio 186
Nel 1896 passa al cattolicesimo. Entra tra i Gesuiti professando i primi voti l’8 settembre 1902. E il 20.7.1907 viene ordinato sacerdote.
La sua è una vita di completa dedizione, sia ai membri della Compagnia di Gesù, sia ai malati e ai poveri, arricchita da doni eccezionali. Muore nell’ospedale di St Vincent a Dublino il 19.2.1933.

 

6 - LA SPEZIA (ITALIA), 10 GIUGNO 2017: BEATIFICAZIONE DI ITALA MELA

Il 10 giugno p.v., in Piazza Europa a La Spezia, sarà proclamata Beata Itala Mela da parte del card.Angelo Amato.
Una mistica dedita all’approfondimento della dimensione trinitaria della vita cristiana: così può essere sintetizzata la testimonianza di Itala Mela, nata a La Spezia il 28 agosto 1904 da genitori lontani dalla fede.
Mentre frequenta il Liceo, la morte del fratello di 9 anni la getta nella disperazione e nella totale negazione della fede. Ma solo due anni dopo, in seguito a una misteriosa scossa interiore, comincia una nuova vita all’insegna del motto: «Signore, se ci sei, fatti conoscere».
È il punto di partenza di un percorso mistico con al centro il mistero della Trinità.
Pur continuando a restare nel mondo emette così i voti di povertà, castità e obbedienza, cui si aggiungono il voto “del più perfetto” (che consiste nel ricercare sempre l’azione più perfetta da fare) e, infine, quello dell’impegno a diffondere la verità della ”Inabitazione”. Muore il 29.4.1957. (Fonte: www.santiebeati.it)

 

 

7- VILNIUS (LITUANIA), 25 GIUGNO 2017: BEATIFICAZIONE DI TEOFILO MATULIONIS

Il vescovo lituano Teofilo Matulionis (1873-1962), martire del comunismo sovietico all’età di 89 anni, verrà beatificato domenica 25.6.2017 nella capitale Vilnius.
Matulionis ha conosciuto i gulag, i carceri e la sorveglianza permanente da parte dell’occupante sovietico.
Teofilo Matulionis, martire lituano beatificato oggi, che ha resistito per oltre un ventennio alla prigionia e alle persecuzioni del regime comunista del suo Paese. Fino a quando, il 20 agosto 1862, dopo l’ennesimo sopruso subito, cessò una esistenza che «fu un faticoso calvario di restrizioni e di sofferenze», come ebbe a dire Giovanni Paolo II nella celebrazione sotto il “Monte delle Croci” durante la visita in Lituania, Lettonia ed Estonia del ‘93.

 

 

MOSTRE DI SANTINI

 


 SOGLIANO AL RUBICONE (FC) - 20 nov./4 dic.2016 - Mostra di immaginette sacre “GLI ANGELI NEI SANTINI”

Lo scorso 20 novembre 2016, nella Chiesa del Suffragio di Sogliano al Rubicone,  è stata inaugurata una bella mostra di 33 pannelli sul tema “Gli Angeli nei Santini”.
Lino Gualtieri con il materiale della propria collezione personale ha allestito tale esposizione di immaginette sacre merlettate, seppiate, crolitografie, ecc. Ha esteso, inoltre, la tematica degli angeli ai capolavori su cartoline d’epoca ed alle letterine per il Santo natale.


 
TERRASINI (PA) - 18 marzo/18 aprile 2017 - Mostra “SANTI E SANTINI. 500 ANNI DI CULTURA, ARTE E DEVOZIONE”

Una mostra “Santi e santini 500 anni di Cultura, Arte e Devozione” promossa e organizzata dall’Associazione culturale “Così, per… passione!” e dalla Biblioteca “Ludovico II De Torres” del Seminario Arcivescovile di Monreale, con la collaborazione dell’Unione Filatelica Siciliana e con il concorso della Parrocchia Chiesa Madre “Maria SS. delle Grazie” di Terrasini (Pa), si terrà da sabato 18 marzo a Martedì 18 Aprile a Terrasini, nel salone del civico n. 28 di via Giuseppe Di Stefano (di fronte alla Villa San Giuseppe, tra via Roma dal lato dell’arco, e Piazzetta Titì Consiglio, dall’atro lato), di proprietà della locale Parrocchia Chiesa Madre.
“Una rassegna di santini (“santine”, “santuzzi”), immaginette e cartoncini devozionali, cartoline ‘viaggiate’, raffiguranti immagini sacre: esemplari ricercati, rari (da collezione), databili tra la fine del 1400 e il 2010, dalle varie, particolari, tecniche (xilografia, calcografia, litografia, monocromia in seppia o policromia, incisioni, canivet fatti a mano, pizzo, ricamo, ecc.), frutto della maestria di vari ideatori e di geniali disegnatori o incisori, per lo più ignoti, capaci di autentici capolavori. Molto più di “pezzi di carta”.
L’intento della iniziativa è quello di contribuire a riscoprire la religiosità della nostra gente, a soffermare l’attenzione sul rapporto tra l’iconografia sacra nelle varie sfaccettature e la religiosità popolare di cui la stessa produzione iconografica è espressione, e sulla storia della Chiesa, anche quella locale (i santini scandiscono tale storia): un percorso di devozione che accompagna organizzatori, espositori e visitatori, nel periodo quaresimale teso ad accrescere la partecipazione alla Pasqua e alla vigilia della celebrazione del 750° anniversario della Dedicazione della Basilica-Cattedrale di Monreale (25 aprile 1267-2017).(continua


TARQUINIA (VT) - 14-16 Ottobre 2016 - Mostra “S.LUCIA FILIPPINI NELL’IMMAGINETTA SACRA e la Parrocchia a Lei intitolata”

In occasione della festa per il 50° anniversario della dedicazione della Parrocchia di Santa Lucia Filippini (Via Tirreno, 01016 Tarquinia VT), nei giorni 14 - 15 - 16 ottobre, all'interno della chiesa, a cura del Circolo Filatelico Numismatico Tarquiniense, è stata allestita la mostra "Santa Lucia Filippini nell'immaginetta sacra e la parrocchia a lei intitolata".

 

BORGARO (TO) - 21 dicembre 2016 - Mostra di santini e cartoline “IL SANTO NATALE PER TUTTI”


Il 21 dicembre 2016 Salvatore Nicoletta ha allestito una mostra di immaginette sacre e cartoline nel Centro Anziani di Villa Tapparelli nel comune di Borgaro (TO) sul tema “Il Santo Natale per tutti”. I giornali locali hanno titolato l’esposizione “ Un vero tesoro artistico e storico la mostra di collezione di santini e cartoline di Natale di Salvatore Nicoletta a Villa Tapparelli”.
E infatti l’esposizione a Villa Tapparelli, nel Centro Anziani, è stata possibile grazie alla collaborazione dell’Associazione dei Pensionati borgaresi e il patrocinio del Comune.
Il messinese Salvatore Nicoletta, da qualche anno a Borgaro, ha proposto anche la visione di francobolli e delle classiche cartoline di Natale che per certi aspetti sono non solo il segno di devozione religiosa ma anche veri e propri pregiati prodotti artistici che condensano il valore del messaggio della Natività e la sua importanza. La mostra ha suscitato molta curiosità sia per i bei pezzi esposti, sia per questa miscelazione di cartoline e francobolli accanto ai classici santini.

 

 

SANTI PATRONI DI REGIONI E PROVINCE ITALIANE

di Giancarlo Gualtieri

Con il termine patrono, in latino ‘patronus’ = protettore che a sua volta deriva da ‘pater’ = padre, si identificava nella Roma antica un cittadino di una certa autorevolezza, in genere patrizio, chiamato così per via del legame, detto di patrocinio, ossia di protezione, che aveva con i cittadini comuni, i ‘clientes’. Con l’avvento del cattolicesimo fu introdotto il termine “santo patrono” per indicare una persona, venerata come santa, alla quale la Chiesa affidava la protezione di un paese, di una cittadina, o di una categoria di fedeli che esercitava un determinato mestiere.
I fedeli possono anche chiedere la guarigione da specifiche malattie rivolgendo preghiere od offerte votive al “santo patrono” al fine di ottenere la sua intercessione presso Dio.


2 - REGIONE BASILICATA o LUCANIA Regione Basilicata o Lucania e Province:
POTENZA e MATERA


Il territorio della Chiesa cattolica in Italia è suddiviso in sedici “Regioni Ecclesiastiche”; la regione Basilicata o Lucania comprende 3 Arcidiocesi: Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo / Acerenza / Matera-Irsina; 3 Diocesi: Melfi-Rapolla- Venosa / Tricarico / Tursi-Lagonegro, con un totale di 270 parrocchie.

La Regione Basilicata ha tre Santi Patroni:

1 - SAN GERARDO MAIELLA (Muro Lucano, 6 aprile 1726 - Materdomini, 16 ottobre 1755). Avuta la chiamata del Signore, all’età di 22 anni scappò di casa lasciando un biglietto alla madre con scritto “mamma, perdonami, vado a farmi santo”, unendosi alla Congregazione del Santissimo Redentore.
Dopo sette anni di umile vita religiosa, coronata da molti eventi prodigiosi e da un episodio oscuro (fu accusato ingiustamente di aver avuto una relazione con una donna), morì di tisi nel convento redentorista di Materdomini di Caposele.
Papa Leone XIII lo dichiarò beato il 29 gen. 1893, fu poi canonizzato da papa Pio X l’11 dic. 1904 ed è stato proclamato patrono della Basilicata da Papa Giovanni Paolo II con decreto del 21 apr. 1994. San Gerardo Maiella oggi è universalmente invocato come protettore delle donne incinte.

2 - SAN DONATO SIMONE da Ripacandida (noto come San Donatello) (Ripacandida, 1179 – Petina, 17 ago. 1198).
Di famiglia modesta, Donato Simone a soli quindici anni entrò nell’abbazia di Montevergine, fondata da san Guglielmo da Vercelli, e, l’anno successivo fu accolto nel monastero Sant’Onofrio di Massadiruta dove fu impiegato nei lavori più umili come zappare l’orto, accudire alle galline ecc. senza mai lamentarsi.
Il giovanetto, di notte, faceva penitenza immergendosi nell’acqua gelida di un fiume fino alla vita, qui pregava e, al mattino presto, prima che i frati si destassero, rientrava al convento. Dopo una breve e prodigiosa vita, circondato dai confratelli, si spense a soli 19 anni. Numerosi sono i prodigi attribuiti al giovane Santo dopo la sua morte.
Nel dic. 1775 la Sacra Congregazione dei Riti confermò la elezione di S. Donatello a Protettore principale di Ripacandida.

3 - MADONNA NERA del Sacro Monte di Viggiano (PZ) è un antico simulacro rinvenuto prodigiosamente, indicato da una fiamma celeste, nel luogo dove fu poi costruito l’attuale Santuario, meta di continui pellegrinaggi.
Nel 1890, papa Leone XIII incoronò la Madonna del Monte di Viggiano “Patrona e Regina” della Lucania. I festeggiamenti in onore della Madonna Nera si svolgono la 1^ domenica di maggio quando, con solenne processione, la statua viene portata all’interno di una teca, dal paese al Santuario del Sacro Monte e la prima domenica di settembre quando, la statua viene riportata alla Chiesa Madre di Viggiano.

Il Santo patrono della città di POTENZA

SAN GERARDO DELLA PORTA, ovvero Gerardo di Potenza (Piacenza, ... – Potenza, 30 ott. 1119).
Nato a Piacenza dai nobili marchesi Della Porta, Gerardo intorno al 1110 giunse nella cittadina lucana dove decise di dedicarsi alla vita apostolica.
Proclamato vescovo della città di Potenza nel 1111 ricoprì tale carica fino alla sua morte (30.10.1119). Tra i vari miracoli che gli vengono attribuiti quello più famoso è quello della scacciata dei Turchi, secondo una leggenda popolare la città di Potenza fu liberata da un’invasione turca grazie all’intercessione di Gerardo presso gli angeli celesti che scacciarono gli invasori.
Nel 1124 papa Callisto II lo proclamò santo. Le reliquie di S. Gerardo riposano sotto l’altare a lui dedicato nella Chiesa Cattedrale di Potenza.
Due sono le festività del Santo, il 30 ottobre, giorno della sua morte, e il 30 maggio a ricordo della traslazione delle sue ossa.

La Città di MATERA ha due Santi Patroni

1 - SANT’EUSTACHIO (Roma, II secolo). Secondo la Leggenda Aurea, a un cacciatore di nome Placido, mentre inseguiva un cervo, questo si volse a lui mostrando tra le corna una croce luminosa sormontata dalla figura di Gesù che gli diceva: «Placido, perché mi perseguiti? Io sono Gesù che tu onori senza sapere».
Questo episodio indusse Placido, la moglie e i due figli a convertirsi e a farsi battezzare. Placido prese il nome di Eustachio, la moglie quello di Teopista, ed i figli, uno Teopisto e l’altro Agapio. Sant’Eustachio è il Santo Patrono della città di Matera sin dal 994 quando, assediata dai Saraceni, fu salvata dall’intervento miracoloso di Eustachio e dei suoi famigliari in veste di cavalieri.
La data della festa è il 20 settembre di ogni anno.

2 - MADONNA della BRUNA. Matera ha anche come Protettrice la Madonna della Bruna.
La leggenda popolare narra di una giovanetta che chiese ad un contadino di essere accompagnata a Matera sul suo carro, giunti alla periferia della cittadina, scese dal carretto e presentandosi come la madre di Dio invitò il contadino a riportare al Vescovo il suo messaggio.
Questi con i prelati e tutto il popolo accorse subito ad accogliere la Vergine, ma al suo posto trovò la statua della Madonna di colore bruno, che fu portata in processione in città su un carro trionfale addobbato. La statua della Madonna attualmente si trova all’interno di una teca nel transetto della Cattedrale a lei dedicata e la Festa si svolge il 2 luglio di ogni anno.

3 - REGIONE CALABRIA


Regione Calabria e Province:
CATANZARO - CROTONE - COSENZA - VIBO VALENTIA - REGGIO CALABRIA


La “Regione ecclesiastica Calabria” comprende 3 Arcidiocesi:
Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace (Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina - Diocesi di Lamezia Terme) con 136 parrocchie; Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano (Diocesi di Cassano all’Ionio
- Arcidiocesi di Rossano-Cariati - Diocesi di San Marco Argentano-Scalea) con 132 parrocchie; Arcidiocesi di Reggio Calabria- Bova (Diocesi di Locri-Gerace - Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea - Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi) con 119 parrocchie.

Il Santo Patrono della Regione CALABRIA

SAN FRANCESCO DI PAOLA. Francesco di Paola (Paola, 27 marzo 1416 – Tours, 2 aprile 1507), eremita fondatore dell’Ordine religioso dei Minimi. E’ stato canonizzato il 1° maggio 1519 da Papa Leone X. Il 27 marzo 1943, da Papa Pio XII, è stato proclamato“Patrono della gente di Mare” con il Breve “Quod Sanctorum Patronatus”. Il 22 giugno 1962 è stato nominato, da Papa Giovanni XXIII, “Celeste Patrono presso Dio della Calabria”.

Il Santo Patrono della Città di CATANZARO

SAN VITALIANO da CAPUA. Vitaliano (Capua? metà VII sec. – Montevergine, 16 lug. 699) fu il 25º vescovo della città di Capua e leggendario fondatore del Santuario di Montevergine. Le sue reliquie, secondo la tradizione, vennero portate nella città di Catanzaro nel 1122 da papa Callisto II in occasione dell’inaugurazione della Cattedrale normanna.
Sono conservate nel busto d’argento del Santo nella ricostruita Cattedrale. I fedeli di Catanzaro sono legati profondamente al Santo Patrono della città, invocato particolarmente in difesa contro pubbliche calamità e nei terremoti.
Ogni anno si celebra la festa patronale il giorno 16 luglio, sacerdoti di tutta l’Arcidiocesi si radunano in tale occasione per rendere omaggio al Santo e scambiare il bacio di pace con l’Arcivescovo che celebra la Messa, cui prendono parte tutte le autorità cittadine e provinciali.

La Città di CROTONE ha due Santi Patroni

1 - SAN DIONIGLI L’AEROPAGITA. Dionigi l’Areopagita antico giurista e vescovo greco. Giudice dell’Areopago di Atene, fu convertito al cristianesimo dalla predicazione e dalla preghiera dell’apostolo Paolo. Il santo è patrono delle città di Atene e di Crotone e la sua festa è celebrata il 3 ottobre. Bisogna però dire che, a partire dal IX secolo è stato confuso con Dionigi di Parigi, infatti nella città di Crotone viene, erroneamente?, venerato un mezzobusto cefaloforo (che porta la propria testa mozzata) come il martire parigino.

2 - LA MADONNA di CAPO COLONNA.
Il Quadro, opera di fattura bizantina e raffigurante una Vergine a figura intera che allatta (in greco Galaktotrophousa), fu incendiato dai turchi sbarcati nella cittadina nel 1519. Miracolosamente non si bruciò, allora fu buttato in mare ma approdò a riva dove fu ritrovato ancora una volta integro da un pescatore. I crotonesi ogni anno la terza domenica di maggio ricordano questo avvenimento con una solenne processione accompagnando l’immagine della Vergine, dal Duomo al santuario di Capocolonna, per 12 chilometri con una fiaccolata notturna. Il ritorno dal santuario è quanto di più spettacolare e suggestivo, poiché avviene via mare, in un corteo di barche.


La Città di COSENZA ha due Santi Patroni

1 - LA MADONNA del PILERIO. È una icona del tipo Galaktotrophousa raffigurante il Bambino che viene nutrito dal seno della Vergine.
Risale al XII secolo e si trova dal 1607 in una cappella all’interno del Duomo di Cosenza. Il culto alla Madonna del Pilerio risale all’anno 1576, quando salvò la popolazione cosentina da una devastante epidemia di peste che aveva mietuto centinaia di vittime e per questo motivo fu eletta poi Patrona Protettrice della cittadina.
La festa patronale oggi viene celebrata il 12 febbraio, per ricordare il rovinoso terremoto che colpì la Calabria nel 1854.


2 - SAN FRANCESCO DI PAOLA. A Cosenza la Chiesa con l’annesso Convento di San Francesco di Paola si trova su un’altura che sovrasta la confluenza la confluenza dei fiumi Crati e Busento. Fu fatta edificare dai Minimi sotto il Provincialato di Padre Bernardino da Cropalati, compagno e confessore del Santo, intorno al 1510, su un terreno dove sorgeva una chiesetta dedicata alla Madonna di Loreto. All’interno, sull’ultimo altare della parete di destra della navata, è situata la statua lignea raffigurante
il Santo Paolano, intagliata e dorata risalente al secolo XVII, che viene portata in processione per le vie della città ogni anno la prima domenica del mese di giugno.


Il Santo Patrono della Città di VIBO VALENTIA

- SAN LEOLUCA
. Leoluca o Leone Luca (Corleone, 815 circa – Vibo Valentia, 915) fu un monaco basiliano ed abate.
A vent’anni, si rinchiuse nel monastero basiliano di Agira, un mitico paesino in provincia di Enna liberato da demoni dall’abate Filippo.
Dopo un breve pellegrinaggio a Roma si portò in Calabria presso il monastero di Vena Inferiore e poi ne divenne il nuovo abate. Morì il 1 marzo del 915 all’età di cento anni.
Nel 2006 nella chiesa di Santa Ruba, nel comune di San Gregorio d’Ippona, a circa due chilometri da Vibo Valentia, è stata ritrovata la tomba con le reliquie dell’abate San Leone Luca di Corleone, patrono
della città di Vibo Valentia e di Corleone.
I festeggiamenti si svolgono il primo marzo e sono accompagnati da manifestazioni musicali, sagre e fuochi pirotecnici.


La Città di REGGIO CALABRIA ha due Santi Patroni

1 - SAN GIORGIO. (Cappadocia metà sec. III - † Lydda-Palestina, 303 ca), martire cristiano che, secondo la famosa leggenda aurea, sconfisse un drago pestifero al quale era stata offerta in sacrificio la giovane figlia del re (episodio divenuto simbolo della lotta del bene contro il male). L’antico culto di San Giorgio nella città di Reggio di Calabria risale agli inizi dell’XI secolo ed è legato alla sconfitta inflitta ai saraceni ad opera del Duca Ruggero Borsa, che aveva chiesto la protezione del Santo Cavaliere, e per questa vittoria i reggini lo adottarono a loro protettore e Santo Patrono della città festeggiandolo ogni anno il 23 aprile.

2 - MADONNA della CONSOLAZIONE. Il secondo sabato di settembre di ogni anno a Reggio Calabria si celebra la Patrona, Santa Maria Madre della Consolazione, con una splendida processione che porta la Vara con l’effigie della Madonna.
Si tratta di un dipinto (opera del reggino Nicolò Andrea Capriolo del 1547), raffigurante la Vergine seduta in trono che sorregge Gesù bambino tra san Francesco d’Assisi e sant’Antonio di Padova, in alto due angeli incoronano la Vergine con in mano una palma.
Molti sono gli eventi miracolosi nel corso dei secoli legati alla Madonna della Consolazione: la pestilenza del 1571; l’assedio dei turchi del 1594; la pestilenza del 1636; il catastrofico terremoto del 1638; la carestia del 1672 fino al terribile terremoto del 1908.

 

 

 


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