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ASSOCIAZIONE ITALIANA CULTORI IMMAGINETTE SACRE
CHE COSA E’
L’A.I.C.I.S.?
L’AICIS è l’Associazione,
apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati
cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano
di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico,
culturale, artistico, religioso
PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?
Perché l’unione fa la
forza. Per essere informati, attraverso la Notiziario
bimestrale, di quanto interessa il settore e poter effettuare
lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare
alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre
di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per
avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per
avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi
Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli
su santi e santuari. |
COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.
Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619)
e richiedendo l'apposito modulo da compilare.
Per il 30° anniversario della fondazione dell'A.I.C.I.S. (1983-2013), il Consiglio Direttivo, riunitosi in ottobre u.s., per nuovi tesserati, mai
prima iscritti, ha riconfermato la campagna promozionale 2012.
Il Consiglio, infatti, ha stabilito che anche per l’anno
2013 quanti non sono stati mai iscritti all’AICIS e desiderano associarsi oltre la quota di iscrizione (euro 3,00), pagheranno nel
2013 la quota promozionale di euro 22,00, anziché 35,00. L'importo dovrà essere versato sul conto corrente postale nr. 39389069
intestato all' A.I.C.I.S. (Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre)
L’anno sociale decorre dal 1° gennaio
al 31 dicembre
DIRITTI DEI SOCI:
- ricevere le Circolari Informative, con immaginette
omaggio;
- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;
- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;
- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;
- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta
di immaginette nelle Circolari Informative.
Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne,
in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile
adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì
del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che
di volta in volta verranno rese note.
Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice
Presidente
Tel. 328-6911.049
e-mail: aicis_rm@yahoo.it
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SANTINI E SANTITA'
NOTIZIARIO A.I.C.I.S. N. 2 - 2017
Aprile - Giugno 2017
13 GIUGNO - SANT'ANTONIO DI PADOVA
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2/2017- SANTINI OFFERTI DAI SOCI PER GLI ASSOCIATI
1 - Sant’Elia Facchini. (Pieghevole: cm.8.50x5.50). Interno: Notizie. Retro: Preghiera alla Vergine. Santino offerto da PierluigiBENASSI
2 - San Venanzio, abate di Tours. Retro: Preghiera. Santino offerto da Don Damiano Marco GRENCI
3 - Anima
devota, Angelo e il Ss.mo. (Ediz.FB 60-a 6). Santino offerto da C.E.I.S.
(Collezionisti Emiliani Immaginette Sacre)
4 - San Giov.Paolo II, Santa
Faustina K. e Gesù. - Santino offerto da p.Michele M.GIULIANO, ofm.
Retro: Coroncina Misericordia.
5 - N.S. di Fatima (EGIM nr.157). Retro: Preghiera.
Santino offerto da Giuliana FARAGLIA
6 - Beato Antonio Franco,
4° Cent.rio insediamento a Santa Lucia del Mela. Retro: Preghiera. Santino
offerto da Antonella Alibrando
7 - Reliquia di S.Antonio donata dalla
Basilica di Padova a Cava dei Tirreni. Retro: Preghiera. Santino offerto da
Giuseppe MELONE.
8 - Santa Candida, V.M. venerata nella Basilica di
S.Pietro ad Aram in Napoli.(MG 43) Retro: Preghiera. Santino offerto da
p.Michele M.GIULIANO, ofm.
9 - S.Antonio, statua lignea 1700, venerato
a Teano. Retro: Preghiera. Santino offerto dal p.Michele M.GIULIANO,
ofm.
10 -Madonna di Lourdes. Santino offerto da p.Michele Michele GIULIANO,
ofm.
11 - Sant’Agapito, martire. Retro: cenni di vita e Preghiera.
Santino offerto da Edmondo BARCAROLI. 12 - Santa Maria delle Grazie,
venerata a Trecase - Retro: Preghiera. Santino offerto da Giuseppe MELONE
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VITA ASSOCIATIVA
ELEZIONI QUINQUENNALI PER RINNOVO CONSIGLIO DIRETTIVO,
COLLEGIO DEI REVISORI E COLLEGIO DEI PROBIVIRI
Allegato a questo numero si trasmette la scheda elettorale per la votazione dei candidati agli organi sociali il cui mandato è scaduto il 31 dicembre 2016.
Il Consiglio Direttivo, applicando l’art.9 dello Statuto, ha deliberato il 4 aprile 2017 di surrogare
l’Assemblea Ordinaria dei Soci con un Referendum con l’ammissione del voto per corrispondenza, in modo da avere la più larga
e diretta partecipazione dei soci tesserati nel 2017
Come indicato sulla scheda stessa si possono votare fino a 7 nominativi per
il Consiglio Direttivo, mentre per i Revisori ed i Probiviri si possono segnare al massimo 5 preferenze.
La scheda che deve
rimanere impersonale e segreta, deve essere immessa nella busta più piccola recante la dicitura “Elezioni cariche sociali AICIS
anno corrente” e, una volta chiusa, va inserita nella busta più grande diretta alla Segreteria AICIS.
La busta va spedita entro il
10 agosto 2017.
I soci tutti sono invitati a trasmettere il proprio voto.
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4° Centenario del Beato Antonio Franco a S.Lucia del Mele
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1617 - 18 MAGGIO - 2017: IL BEATO ANTONIO FRANCO NEL IV CENT.RIO
DELLA PRESA DI POSSESSO DELLA “PRELATURA NULLIUS” A SANTA LUCIA DEL MELA
Antonio Franco nacquev a Napoli il 26 settembre
1585, figlio del nobile Orlando
Franco e di Anna
Francesca Pisana. A sedici
anni ottenne la laurea dottrinale
e civile. Non avendo ancora
l'età per essere ordinato
sacerdote, venne trasferito
dal padre a Roma,
per completare gli studi
ecclesiastici. Non era trascorso
nemmeno un anno
dalla permanenza a
Roma, quando il padre gli
comunicò che doveva trasferirsi
in Spagna, alla
Corte Reale di Filippo III a
Madrid, nell'intento di procurargli una sistemazione conforme alle
nobili tradizioni di famiglia.
Dopo quattro anni divenne Cappellano
Reale (1611) e dopo un decennio di permanenza a corte fu
proposto dallo stesso Re a governare la Prelatura di Santa Lucia
del Mela, divenendo altresì Regio Consigliere e Cappellano Maggiore
del Regno di Sicilia.
Prese possesso della Prelatura Nullius il
18 maggio 1617.
Mezzo secolo prima c'era stato il Concilio di
Trento nel quale si erano stabilite nuove norme sul decoro dei religiosi
e delle chiese, per questo istituì nel suo Palazzo Vescovile
dei concili periodici nei quali accoglieva i sacerdoti della Prelatura
e li istruiva su come comportarsi con i fedeli.
La vita di Beato Antonio Franco
Frequenti furono le sue visite pastorali nelle varie parrocchie,
dove oltre a predicare la parola di Dio l'insegnava dando l'esempio.
Infatti, un giorno mentre si recava nella vicina Gualtieri vedendo
un povero vestito di stracci si tolse i pantaloni e glieli donò,
durante un periodo di siccità fece sgorgare una sorgente a San
Filippo del Mela nel luogo dove ancora oggi esiste un'edicola votiva
con un'immagine del beato.
Era molto devoto alla Madonna
della Neve (che allora era venerata in Contrada San Giuseppe) e
spesso si recava in pellegrinaggio scalzo per fare penitenza e
chiedere alla Vergine una grazia.
Essendo a Santa Lucia fiorente
l'attività di allevamento del baco da seta purtroppo esisteva anche
la piaga dell'usura che flagellava la popolazione, per questo
Mons. Franco decise di usare il suo patrimonio personale per aiutare
la gente vittima in modo che potesse liberarsi dalla tenaglia
dell'usura. Il prelato continuò, inoltre, l'opera di costruzione e di
restauro, iniziata dal suo predecessore Mons. Simone Rao Grimaldi,
sia della Cattedrale, sia del Palazzo Prelatizio.
Nonostante fosse di origine nobile viveva in semplicità e infliggeva
penitenze al suo corpo esile per chiedere l'espiazione dei peccati
dei suoi fedeli: dormiva su un giaciglio di paglia e si puniva
corporalmente con due catene (i santi si fustigavano per sentirsi
nella sofferenza più vicini a Gesù), una legata alla vita e una la
usava per flagellarsi.
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Attualmente una di queste catene viene custodita
nella Cattedrale e su richiesta dei fedeli e a discrezione del
parroco viene portata nella casa di un malato devoto perché lo aiuti
a liberarsi della sofferenza, se la catena si muove significa che la
grazia è stata concessa quindi il malato o guarisce o muore (in molti
casi la morte è una liberazione perché è la fine delle sofferenze).
Oltre a ciò spesso si recava nell'ospedale di San Michele per
assistere moralmente i malati e se qualcuno si trovava lì abbandonato
da tutti egli provvedeva ad assisterlo, e leccando le piaghe
di un malato di cancrena ulcerosa si ammalò di un male alle vie
respiratorie che oggi sarebbe diagnosticato come tumore.
Il 2 settembre
1626, nel Palazzo Vescovile, a 40 anni rese l'anima a Dio
e dopo pochi giorni venne sepolto nella Cattedrale sotto l'Altare
del SS. Crocifisso.
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La scomparsa di Beato Antonio Franco Dopo appena sette anni
dalla sua scomparsa, nel paese si sparse la voce di un trafugamento
del corpo, quindi il 7 luglio 1633 aprirono la
cassa in legno ma trovando la salma perfettamente
conservata la richiusero. Successivamente il clero
pensò di spostarlo nella più intima cappella di Santa Lucia, posta
a destra dell'altare maggiore, e di sostituire l'urna in legno con
una di cristallo. Nel 1656 ci fu la seconda ricognizione.
Aprendo
la cassa con le sacre spoglie con stupore videro il corpo incorrotto
di Mons. Antonio Franco con un ramoscello di basilico fresco,
verde e profumato nella mano. Da allora i luciesi hanno sempre
abbinato quella pianta al loro protettore, diventando anche il
principale elemento utilizzato per gli abbellimenti in suo onore. (Continua)
[La socia Antonella Alibrando, che ha inviato questo articolo, ha trasmesso
anche l’allegata immaginetta del Beato Antonio Franco, stampata
recentemente per il IV Cent.rio dell’insediamento nella Prelatura]
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Curiosando tra libri e antiche chiesette
LA CHIESA ROMANA DI SANTA MARIA DEL PIANTO AL GHETTO
di Maria Gabriella Alessandroni
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Un episodio leggendario del 1546 è all’origine della chiesa: due nemici si incontrano, uno chiede perdono ma, disprezzato dall’altro, lo uccide. Su un antico dipinto murario escono lacrime dagli
occhi della Madonna.
L’immagine ritenuta così miracolosa viene trasferita in via del Calderari
nella vicina chiesa di San Salvatore de Cacaberis (chiamata così dal nome dei catini, vasi e caldaie di
rame, fabbricati dai Calderari e dai Catinari). Tra il 1608 e il 1612 la chiesetta, demolita, fu ricostruita
da Nicola Segrebondi, rimanendo però incompleta, priva di facciata, inglobata nel palazzo Costaguti con accanto altri
edifici (ingresso nella prima figura).
Risulta così poco evidente e, inoltre, apparentemente è sempre chiusa.
Con gioia ho appreso che vi si può accedere la domenica, per la messa delle 11, da un altro ingresso posto nella retrostante
piazza delle Cinque Scole.
Una gradevolissima sorpresa l’interno: a croce greca, con cupola ottagonale, pareti decorate, frammento di paliotto
gotico vicino all’ingresso (seconda figura).
Nell’altare maggiore, tra quattro colonne di alabastro, l’affresco del 1400 della
Madonna del Pianto, che appare in forma di Madonna
lactans, entro una ricca cornice e incoronata
come il Bambino (v. terza figura).
Un cartiglio azzurro
posto sotto la cornice riporta la frase: OCULI TUI
SICUT PISCINAE IN HESEBON (Cantico dei Cantici,
VII, 4).
Nelle pareti laterali dipinti seicenteschi di Lazzaro
Baldi, di Agostino Ciampelli.
L’immaginetta di Santa Maria del Pianto, reperibile
all’interno della Chiesa, è riportata nella quarta
figura.
Diversamente da altre fonti, nel suo volumetto Le
Chiese di Roma Claudio Rendina attribuisce il pianto
dell’immagine, situata ai margini del ghetto, alla
ostinazione degli ebrei nel non volersi convertire.
Data la sua posizione, era sede di una Confraternita,
riconosciuta dal Pontefice Paolo
III Farnese, dedita alla catechizzazione
degli Ebrei.
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MOSTRE DI SANTINI
TERRASINI (PA) - 24 marzo/24 aprile 2017
Mostra “SANTI E SANTINI - 500 ANNI DI CULTURA,
ARTE E DEVOZIONE”
Alla vigilia della celebrazione del 750° anniversario della Dedicazione
della Basilica-Cattedrale di Monreale (25 aprile 1267-2017), lo
scorso 24 marzo 2017 è stata inaugurata a Terrasini (Palermo), nel
salone del civico n. 28 di Via Giuseppe Di Stefano - Parrocchia Chiesa
Madre, una grandiosa mostra sul tema: “Santi e santini 500 anni di
Cultura, Arte e Devozione” promossa e organizzata dall’Associazione
culturale “Così, per… passione!” e dalla Biblioteca “Ludovico II De
Torres” del Seminario Arcivescovile di Monreale, con la collaborazione
dell’Unione Filatelica Siciliana e con il concorso della Parrocchia
Chiesa Madre “Maria SS. delle Grazie” di Terrasini (Pa).
L’esposizione è stata seguita da un gruppo di rappresentanti degli
organismi promotori e della Associazione culturale “Così, per… passione!”
che ha curato l’attuazione pratica e gli aspetti logistici della iniziativa, provvedendo a selezionare, nel rispetto dell’ordine
di presentazione, gli esemplari esposti, a seconda dei soggetti in essi raffigurati, della data e della tipologia della loro lavorazione
e le caratteristiche iconografiche, evitando eventuali doppioni, ripetizioni, e a sistemarli in mostra.
“Una rassegna di santini (“santine”, “santuzzi”), immaginette e cartoncini devozionali, cartoline (come si dice in gergo) ‘viaggiate’,
raffiguranti immagini sacre: esemplari ricercati, rari (da collezione), databili tra la fine del 1400 e il 2010, dalle varie,
particolari, tecniche (xilografia, calcografia, litografia, monocromia in seppia o policromia, incisioni, canivet fatti a mano, pizzo,
ricamo, ecc.), frutto della maestria di vari ideatori e di geniali disegnatori o incisori, per lo più ignoti, capaci di autentici capolavori.
Molto più di “pezzi di carta”.
Lo scopo della iniziativa è di contribuire a riscoprire la religiosità della gente, a soffermare l’attenzione sul rapporto tra l’iconografia
sacra nelle varie sfaccettature e la religiosità popolare di cui la stessa produzione iconografica è espressione, e sulla
storia della Chiesa, anche quella locale (i santini scandiscono tale storia): un percorso di devozione che accompagna organizzatori,
espositori e visitatori, in pratica quanti sono in vari modi coinvolti, nel periodo quaresimale teso ad accrescere la partecipazione
alla Pasqua. (Fonte: Comunicato)
OPUSCOLO DELLA MOSTRA
In occasione di questo eccezionale evento, l’organizzatore Ino Cardinali ha pubblicato un opuscolo dal titolo: “SANTI
E SANTINI - 500 anni di cultura, arte e devozione” sulla Mostra di immaginette sacre a Terrasini (PA).
Riportiamo il
contenuto suddiviso in due parti. La prima parte in questa Rivista nr. 2/2017 e la seconda parte nel nr. 3/2017.
PRIMA PARTE
Non ci si aspettava una tale accoglienza, una così consistente adesione: 107 partecipanti con oltre 2000 “immaginette sacre”
o, più comunemente – e noi così li chiameremo – “santini” (in dialetto siciliano: “santine” o “santuzzi”) di tutti i tipi e di tutte
le epoche.
Si è tentati quasi quasi di pensare a provare un po’ di rimodulare (senza mancar di rispetto, comunque!) quel “Italiani, popolo
di santi, poeti e navigatori” che campeggia sulle quattro facciate del Palazzo della Civiltà Italiana, o della Civiltà del Lavoro,
nel quartiere dell’EUR a Roma: italiani, popolo di santini, ecc. ec
Battuta a parte, corrisponde al vero la considerazione che i
siciliani in particolare siano stati educati alla immagine sacra. E sin dai tempi dei mosaici bizantini in Sicilia delle cattedrali di
Monreale e Cefalù, e della Cappella palatina in Palermo.
E c’è un di più: i siciliani sono stati educati pure al possesso e alla fruizione
individuale, privata, dell’immagine sacra.
Tanti ricordano come i santini generalmente venissero conservati nei libri di preghiere,
di… ‘i cosi di Ddiu’, messali e messalini, libri d’Ore, breviari, Vangeli,
Bibbie; oppure riposti nei portafogli, in taschini; ovvero esposti al capezzale o su
comodini accanto al letto, o sulle pareti delle stanze o in cucina, e ancora nelle
case di città o di campagna, sulle porte dei laboratori (di falegnami, carpentieri,
carradori, calzolai, ecc.), nelle officine, nei negozi, nelle botteghe e nelle retrobotteghe,
nei casolari, nelle stalle, nei granai, a volte quasi come amuleti, per
via delle qualità protettive ad essi attribuiti
Nei momenti di bisogno generale,
nelle calamità, la fruizione si fa collettiva.
Simpatico quel brano di Vincenzo Cardarelli, tratto da Santi del mio paese – Poesie,
letto molto tempo fa:
«Ce ne sono di chiese e di chiesuole, / al mio paese,
quante se ne vuole! / E santi che dai loro tabernacoli / son sempre fuori a compiere
miracoli. / Santi alla buona, santi famigliari, / non stanno inoperosi sugli
altari. / E chi ha cara la subbia, chi la pialla, / chi guarda il focolare e chi la stalla,
/ chi col maltempo, di prima mattina, / comanda ai venti, alla pioggia, alla brina,
/ chi fra cotanti e così vari stati, ha cura dei mariti disgraziati».
L’inimmaginabile numero di coloro che si sono sentiti coinvolti ed hanno subito risposto al bando di partecipazione da noi
emesso e la quantità e varietà di materiale pervenuto, è segno, non solo del fatto che le attività dell’Associazione sono seguite,
ma, soprattutto, di quanto sia indovinata la tipologia di questa mostra e di come essa sia ricca di significato e “assai popolare”,
carica di forza di attrazione, di valenza affettiva, di interesse: il valore e il significato
dei santini sono presenti nel cuore e nella vita del popolo.
A darle rilevanza, il fatto che essa sia stata promossa ed organizzata insieme alla
prestigiosa Biblioteca “Ludovico II De Torres” del Seminario Arcivescovile di Monreale,
con la collaborazione della sempre encomiabile Unione Filatelica Siciliana e con l’essenziale
concorso della Parrocchia Chiesa Madre “Maria SS. delle Grazie” di Terrasini;
e che vi prendano parte con funzione inducente, trainante, come “capiscuola”, attraverso
una significativa selezione di esemplari rarissimi, collezionisti noti a livello nazionale,
dal curriculum di tutto rispetto, componenti della citata Unione Filatelica e
dell’AICIS, Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre, due organismi che vantano
una non comune tradizione nel campo. (Mi viene in mente quel… “Guest star”,
che in italiano corrisponde a “con la partecipazione straordinaria di”, preso in prestito
dalla terminologia cinematografica e televisiva per indicare la presenza di celebrità
che, sia pur con ruoli apparentemente non primari, va tuttavia a conferire un prestigio
del tutto speciale alla produzione tutta).
Ecco il primo dato contrassegnante questa mostra, il primo messaggio che ci piace
si colga perché ci sembra abbia una valenza pedagogico-didattica: l’importanza del
collezionismo (dal latino “colligere”: legare insieme, raggruppare) e delle collezioni.
Si colleziona per istinto, per inclinazione, per spinta interiore, per tendenza al possesso,
all’ordine, alla conservazione, per gusto estetico, per bisogno di relax, per divertimento,
per occupare il tempo libero in maniera positiva, istruttiva e costruttiva.
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Una parentesi.
Il tema e la tipologia della Mostra ci portano a pensare che se ci fossimo trovati a vivere tra la fine del 1300 e la prima metà
del 1400 avremmo potuto imbatterci in un certo Bernardino degli Albizzeschi, più famoso come Bernardino da Siena, religioso
appartenente all’Ordine dei Frati Minori e teologo, che – con l’intento di trattenere e dissuadere quanti ascoltavano le sue prediche
dal gioco d’azzardo, allora molto diffuso quasi ovunque lui andasse – invitava il popolo ad occupare il tempo diversamente
e a volgere più spesso lo sguardo a Gesù, alla Madonna e ai santi, e ai tipografi delle città suggeriva di stampare santini al
posto delle carte da gioco… Da lì, il patronato di San Bernardino da Siena a favore di tipografi e pubblicitari. Da lì, il successo
dei santini, che si è prolungato nei secoli.
Chiusa parentesi.
Si colleziona, in certi casi, anche per trovare gratificazione, prestigio, fama. E si colleziona pure per voglia di maggiore e di più
diretta socializzazione e di confronto con quanti condividono una medesima passione.
Ma lasciamo che sia ciascun collezionista a dire la sua.
Si raccoglie oggi, si raccoglie domani, fino a quando, all’improvviso, si diventa collezionisti. E le collezioni diventano una parte
importante della vita.
Secondo una recente ricerca, un italiano su 8 colleziona qualcosa, i collezionisti italiani sono più di 7 milioni, ma sono soltanto
la punta dell’iceberg: esistono, infatti, coloro che sono “collezionisti” senza saperlo.
Il “di dentro”, l’interiore, il nascosto, ciò che va oltre quel che si vede e si tocca…, son queste le parole che rappresentano la metafora
del collezionista, il punto di partenza e di tendenza: è da una spinta interiore (dal “di dentro”) che nasce la collezione, edè l’interiore, il “di dentro”, il punto di arrivo; e i suoi percorsi sono rivolti
al penetrare in/all’interno di “un mondo dentro il mondo”.
Sono percorsi
che diventano un habitus mentale e comportamentale, ed anche una abitudine
alla logica, al metodo, all’ordine: «L’ordine, e l’ordine soltanto, fa
in definitiva la libertà. Il disordine fa la schiavitù», scrive Charles Péguy
nella rivista Cahiers de la Quinzaine.
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Ogni collezione è frutto di ricerca tra amici e conoscenti, tra mercatini“delle pulci” e negozi ed aste, che mette in evidenza il contrasto tra
l’interesse e la passione dei collezionisti e l’indifferenza, il distacco,
degli altri. La si tratta bene, con cura, la si ammira, la si studia (ci si
scrive su, pure), la si illustra nei dettagli (ci si tiene a parlarne), la si
arricchisce. Ci si affeziona ad essa.Si è presi ed affascinati da quel che
cela e via via svela…
Ci siamo! È il caso (il passaggio è pertinente, appropriato) dei santini:
essi non sono solo collezionismo (in questo caso si tratta di collezionismo
relativamente recente) e non sono “pezzi di carta”, di vario formato,
o di altro materiale, e basta. Sono molto di più.
Dietro
ogni santino – nella sua duplice struttura: iconica e verbale
(immagine e testo scritto) – c’è una storia, un vissuto, da
scoprire, decodificare, conoscere.
E siamo al secondo dato che contraddistingue la mostra e ne conferma il particolare
valore culturale, sociale e territoriale, in direzione – a prescindere dal
credo professato – del recupero e della sopravvivenza dell’identità delle nostre
comunità.
Al di là di un “ritorno indietro” al tempo dell’infanzia e dell’ adolescenza, al
ricordo di “chi e come eravamo”, i santini – con le relative figurazioni, simbologie
e tecniche di realizzazione, con il loro ruolo “comunicativo” e “informativo”
– rappresentano una lezione di storia e di arte legata all’iconografia, dalle
molteplici sfaccettature culturali, artistiche, et-no-antropologiche, ambientali;
connessa, altresì, agli oltre duemila anni di cristianità, alla vita della Chiesa, e
non solo; al culto e alle devozioni; ai valori del binomio “sentimento religioso
popolare-antropologia”, spesso coincidenti; alla sociologia religiosa; alla estetica
teologica; al bisogno di spiritualità, di un contatto, un tramite, tra ciò a
cui si conferisce valore sacro e religioso e ciò che non si vede («…Imagines
sunt libri laicorum, invisibilia per visibilia»).
Per i credenti sono raffigurazioni di Gesù, della Madonna e di Santi, di Beati,
di Servi ritenuti intercessori ed anche “amici” presso Dio, modelli di vita da
imitare, “canoni” (l’etimologia della parola significa: “regola”, “unità di misura
con cui confrontarsi”. Da qui il termine “canonizzazione”: dichiarazione ufficiale
della santità di una persona scomparsa da parte della autorità ecclesiale
cattolica o ortodossa); oppure di episodi delle Sacre Scritture; o ancora di miracoli,
di nozioni teologiche o di eventi di storia religiosa. In tutti i casi, favoriscono
la divulgazione della Parola di Dio, la propagazione del culto. (Comtinu
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MUSSOMELI (CL), 9-16 APRILE 2017
Mostra: “PASSIONE DI CRISTO - Santini, statue, foto, quadri e pitture”
Il 9 aprile p.v., in coincidenza con la Settimana Santa, a Mussomeli (Caltanissetta), con il patrocinio
dell’Amministrazione Comunale e della Pro Loco, sarà inaugurata una mostra sul tema della “Settimana
Santa”.
Nella Sala San Francesco di Via Palermo saranno presentati immaginette sacre, ma anche statue,
foto, quadri e pitture tutti riguardanti la tematica della Settimana di Passione di Gesù.
Vi partecipano i collezionisti Mario Siracusa, Salvatore Catalano, Gianni Piazza, Antonio Valenza, Don
Liborio, Franzù, Lina Piparo, Enzo Profita, Domenico Frangiamore, Giuseppe Rubino. L’esposizione rimarrà
aperta fino al 16 aprile p.v. |
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VALTESINO DI RIPATRANSONE (AP), 4-14 Maggio 2017 - Mostra di immaginette:
“MADONNA DI FATIMA NEL 1° CENTENARIO DELLE APPARIZIONI”
Nell’ambito dei festeggiamenti per il 1° centenario delle Apparizioni della Madonna di Fatima organizzati
dalla Parrocchia omonima di Valtesino di Ripatransone (Ascoli Piceno) dal 4 al 14 maggio, il socio prof. Alberto
Pulcini di Ripatransone presenterà una Mostra di santini sulla tematica della Madonna di Fatima.
Le immaginette
saranno tratte dalla propria collezione. L’esposizione che verrà inaugurata il 5 maggio alle ore 21.30
sarà fruibile al pubblico fino al 14 maggio. |
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MESSINA, 13 maggio-9 luglio 2017 - Mostra di santini:
“LA MADONNA ATTRAVERSO LE IMMAGINI DELLA DEVOZIONE POPOLARE”
Sabato 13 maggio 2017 verrà inaugurata una mostra di immaginette sacre a Messina, nella Chiesa dei
Santi Pietro e Paolo dei Pisani. Grazie alla disponibilità del Parroco Don Franco Arena, il nostro socio Sante
Currò sta predisponendo immaginette della propria collezione che verranno esposte al pubblico a partire
dalla data del primo centenario delle apparizioni di Fatima fino a domenica 9 luglio 2017.
L’esposizione di un congruo numero di santini del XX-XXI secolo con tema la Vergine Maria venerata
nelle varie regioni d’Italia vuole sottolineare la venerazione del popolo italiano verso la Madonna nostra
Madre. Le didascalie saranno a cura del Parroco e di due giovani volontari della Parrocchia. |
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ROMA, 3-4 GIUGNO 2017
Mostra di immaginette: “GIUGNO, MESE DI SANT’ANTONIO”
Sabato 3 e domenica 4, l’AICIS è stata invitata a partecipare come ospite alla manifestazione nazionale “Roma Colleziona” a Via del Serafico n.3 a Roma Eur. Il Presidente Giancarlo Gualtieri e il Vice Presidente
Renzo Manfè, in tale circostanza, presenteranno una piccola mostra sul santo taumaturgico Antonio di Padova.
La manifestazione “Roma Colleziona” sarà aperta al pubblico sabato 3 giugno con orario 10-18 e domenica
9-17.
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AUGUSTA (SR), 17-25 GIUGNO 2017 - Mostra di santini:
“IL SACRO CUORE DI GESÙ NELLE IMMAGINI DELLA DEVOZIONE POPOLARE”
Il prossimo 17 giugno p.v. ad Augusta (Siracusa) verrà inaugurata una mostra iconografica su “Il Sacro
Cuore di Gesù nelle immagini della devozione popolare” nella Chiesa dedicata al S.Cuore della città.
L’occasione
di rilevante importanza locale è l’80° anniversario della posa della prima pietra della Chiesa Parrocchiale
(1937-2017), “Su questa pietra edificherò la mia Chiesa”
Le immaginette, immagini, cartoline
e annulli postali, proverranno dalle raccolte private dei collezionisti Salvatore Enrico Pappalardo e Daniele
Pennisi e saranno presentate a cura dell’Associazione Culturale “Percorsi Sacri”.
Saranno immagini di vari
periodi storici, dal sec. XVIII a oggi. Di particolare interesse saranno le siderografie e le litografie del sec.
XIX e le pregevoli cromolitografie fustellate del primo trentennio del sec. XX. |
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ALESSANDRIA, 13 maggio-26 giugno 2006
Mostra di santini: “LE APPARIZIONI DI FATIMA NELLE IMMAGINI DEVOZIONALI”
In vista della canonizzazione (13 maggio 2017) dei due pastorelli di Fatima, Giacinta e Francesco Marto,
richiamiamo l’attenzione sulla interessante e bella mostra di santini, articolata in varie sezioni, organizzata
undici anni fa (13 maggio 2006) nella Parrocchia Cuore Immacolato di Maria in Alessandria, dal socio Roberto
De Santis e dall’Associazione di volontariato Aquero con il patrocinio AICIS e della Sezione OFTAL di
Alessandria.
Commentava allora a pag.18 del giornale “La Voce” (nr.18 - 12 maggio 2006) Roberto De Santis:
“Nell’era dell’immagine, le immagini colorate che invitano alla preghiera e alla meditazione raffigurate in
questi santini, potranno sicuramente aiutare il fedele, ma anche il curioso, a meglio comprendere ciò che di
straordinario è accaduto quel 13 maggio 1917”.
(Il santino qui riprodotto, Edizioni EGIM nr.157, è stato inviato dalla socia Giuliana Faraglia di Roma e viene
allegato a questo numero per tutti gli associati). |
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LIBERI (CE), 1-6 Agosto 2017 -
Mostra di santini “S. ALFONSO M. DE LIGUORI…E NON SOLO”
Il socio Cav. Salvatore Valletta il 1° agosto p.v., con il Patrocinio del Comune di Liberi (CE), della locale Pro Loco e dell’AICIS,
organizzerà una Mostra su Sant’Alfonso Maria de Liguori, vescovo e dottore della Chiesa. Valletta esporrà oltre
alle immaginette sacre, anche ex voto e oggetti appartenuti al grande Santo napoletano (Collezione S. Valletta).
La
mostra che aprirà il 1° agosto, rimarrà aperta al pubblico fino al 6 dello stesso mese. |
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CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI
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20 gennaio 2017: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 20 gennaio 2017, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S.E.
Rev.ma il Signor Card. Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza, il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione
a promulgare i seguenti decreti riguardanti:
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1 NUOVO BEATO
il miracolo, attribuito all’intercessione del Venerabile
Servo di Dio Arsenio da Trigolo (al secolo: Giuseppe Migliavacca),
Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori
Cappuccini, Fondatore della Congregazione delle
Suore di Maria Santissima Consolatrice, nato il 13 giugno
1849 e morto il 10 dicembre 1909.
1 - Ven.le Servo di Dio ARSENIO
DA TRIGOLO (1849-1909)
Giuseppe Antonio nasce il 13.6.1849
a Trigolo, Cremona (Italia). Viene ordinato
sacerdote a Cremona il 21.3.1874. Svolge
il ministero pastorale a Paderno Ponchielli
e Cassano d’Adda, prima di entrare
nella Compagnia di Gesù. (continua)
7 NUOVI VENERABILI
Sono stati promulgati 7 decreti riguardanti l’eroicità
delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto,
acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.
1 - Ven.le Servo di Dio RAIMONDO JARDON
HERRERA (1887-1934)
Raimondo Jardón Herrera nasce il
21 gennaio 1887 a Tenancingo (Messico).
Ordinato sacerdote a Saltillo, celebra
la sua Prima Messa a Cuernavaca
e rientra a Monterrey dove inizia
a esercitare il ministero nella Cattedrale.
Il suo apostolato è una benedizione
per la comunità. Per lui non esistono
categorie sociali. Padre Jardón
viene esiliato due volte durante la persecuzione
religiosa del Messico. Confida
sempre nella Provvidenza, segreto della sua audacia.(continua)
2 - Ven.le Servo di Dio GIOVANNI SAEZ HURTADO
(1897-1982)
“È nato per esser santo ed è stato un
santo sulla terra”. Così lo ha descritto un
testimone che lo ha conosciuto.
Giovanni
Sáez Hurtado nasce il 18 dicembre
1897 in Alcantarilla, Murcia (Spagna) da
famiglia contadina. Il 1° ottobre 1910
entra nel Seminario di Murcia, dove il 26
maggio 1923 è ordinato sacerdote. Dopo
i primi incarichi, nel luglio 1936 è destinato
alla parrocchia di S. Giovanni Battista di Alquerias, dove,
come nelle precedenti destinazioni, è apprezzato per il suo
stile di vita umile e la sua dedizione verso i giovani.
3 - Ven.le Servo di Dio IGNAZIO BESCHIN (1880-
1952)
Giuseppe Beschin nasce il 26.8.1880 a San Giovanni Ilarione, Verona.
Ancora
bambino, ammalatosi di tifo, promette a
Dio: «Fammi guarire per seguire san Francesco». Guarisce, e nel 1893 entra nel Collegio
Serafico di Chiampo (Vicenza), veste
il saio francescano il 12.9.1895 e professa
i voti solenni il 2.8.1902.
Ordinato sacerdote
il 10.8.1903, celebra la Prima Messa
nelle sue Lore il giorno di Maria Bambina.
Si laurea in Morale all’Antonianum di Roma e ottiene il
dottorato in Diritto canonico al seminario Patriarcale
di Venezia. Sono titoli che, insieme alla sua
grande intelligenza, lo impongono alla stima di
confratelli e superiori, ai quali non sfuggono anche la saggezza,
la prudenza e la grande carità con cui avvicina e sostiene
tutte le miserie umane.
Con la prima guerra mondialeè arruolato nel settore Sanità dell’esercito. Lo cercano i
commilitoni per avere conforto, consiglio e per scrivere a
casa, ma anche i parroci dei territori in cui sosta la sua
Compagnia, per essere aiutati nel loro ministero. Dopo 33
mesi di naia, il Padre Generale lo chiama a Roma e gli affida
la Vicepostulazione delle Cause di canonizzazione.
Ministro
Provinciale della Provincia Veneta per due mandati (continua)
4 - Ven.le Servo di Dio GIUSEPPE WECH VANDOR
(1909-1979)
Giuseppe Wech Vandor nasce il
29.10.1909 a Dorog, Komárom-Esztergom
(Ungheria). Sogna un futuro da ingegnere
ma poi accoglie la vocazione religiosa e sacerdotale.
Il 2.8.1927 entra nel noviziato
salesiano. Nel 1932 si reca in Italia per gli
studi teologici e cambia il proprio cognome
da “Wech” in “Vandor” che significa “pellegrino”.
Il 5.7.1936 diventa sacerdote e il 1° settembre dello
stesso anno parte per le Grandi Antille dove rimane fino alla
morte. Per la repentina chiusura delle opere che dirige, accetta
lo spostamento in diverse località. Trascorre gli ultimi 25 anni a
Santa Clara (1954-1979), Cuba.(continua)
5 - Ven.le Servo di Dio FRANCESCO CONVERTINI
(1898-1976)
Francesco Convertini nasce il 29.8.1898 in contrada Papariello
di Locorotondo (Bari). Durante la
Prima Guerra Mondiale è chiamato sotto
le armi ove è ferito, fatto prigioniero e
condotto in Polonia. Tornato in Patria
dice “sì” alla chiamata del Signore. Diviene
sacerdote salesiano. Parte da Genova
per l’India dopo aver ricevuto il
Crocifisso Missionario dalle mani del
Beato Filippo Rinaldi.
Novizio del Ven.
Stefano Ferrando, si distingue per un eccezionale
zelo apostolico. Suo campo di
missione diviene il Bengala, dove nessuno come don
Francesco ha tanti amici e figli spirituali tra ignoranti
e sapienti, tra ricchi e poveri. E’ l’unico missionario
che può entrare in una casa di Induisti o di Musulmani.
E’ sempre in cammino di villaggio in villaggio: a cavallo, (continua)
(Fonte: infoans.it)
6 - Ven.le Serva di Dio SANTINA MARIA
ADDOLORATA (1897-1981)
Maria Addolorata De Pascali nasce il
10.6.1897 ad Acquarica di Lecce, da famiglia
benestante. Frequenta le elementari
dalle Suore di Carità dell’Immacolata
Concezione d’Ivrea. Dopo la
morte del padre, inizia a maturare una
vocazione di speciale consacrazione al
servizio dei più bisognosi. Non entra in
quella congregazione, ma nelle Suore
Compassioniste Serve di Maria, dopo aver incontrato la Beata
Maddalena Starace, loro fondatrice.
Professa i voti perpetui
nel 1927, aggiungendo al nome di Battesimo quello di Santina,
ma la sua permanenza non dura molto: si sente infatti
chiamata a fondare qualcosa di nuovo
Il 14.1.1929 ottiene
la dispensa dai voti e l’11 aprile dello stesso anno, insieme a
tre compagne, dà inizio alle Suore Discepole del Sacro Cuore,
con il preciso compito di «amare, patire e operare» con il
Cuore stesso di Gesù.
Eletta Madre Generale nel 1939, sr.Santina (continua)
7 - Ven.le Servo di Dio GIOVANNI TYRANOWSKI
(1901-1947)
Jan Leopold Tyranowski, polacco di Cracovia,
fu avviato dal padre a studi da
contabile. Schivo e amante della vita ritirata,
preferì lavorare nella sartoria paterna,
in modo da avere più tempo da
dedicare alla preghiera, alle letture spirituali
e alla frequentazione della sua
parrocchia, intitolata a san Stanislao Kostka
e retta dai Salesiani.
Quando il suo
direttore spirituale lo spronò a occuparsi
dei giovani, la sua vita cambiò: il suo appartamento divenne
un vero e proprio cenacolo, dal quale uscirono almeno undici
vocazioni sacerdotali. Una in particolare è diventata famosa
a livello mondiale: quella di Karol Wojtyła, poi Papa, all’epoca
un semplice studente universitario. Jan Tyranowski proseguì (continua)
(Fonte: www.santiebeati.it)
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27 FEBB. 2017: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 27 febbraio 2017, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S.E.
Rev.ma il Signor Card. Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza, il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione
a promulgare i seguenti decreti riguardanti:
1 NUOVO BEATO
Decreto riguardante il martirio del Servo di Dio Tito
Zeman, Sacerdote professo della Società Salesiana di
San Giovanni Bosco, nato il 4 gennaio 1915 e ucciso in
odio alla Fede l’8 gennaio 1969.
1 - Ven.le Servo di Dio TITO ZEMAN (1915-1969)
Titus Zeman nasce a Vajnory il
4.1.1915 primo di dieci figli di una famiglia
di contadini e sacrestani. All’età di
10 anni, guarisce per intercessione di
Maria Ss.ma e le promette di “essere suo
figlio per sempre” e di diventare sacerdote
salesiano. Realizza questo sogno nel
1927. Quando il regime comunista si instaura
nella Cecoslovacchia post-bellica
e perseguita la Chiesa, don Titus difende
il simbolo del crocifisso (1946), pagando con il licenziamento
dalla scuola in cui insegna. Sfuggito alla “Notte dei barbari”
e alla deportazione dei religiosi (13-14 aprile 1950), si chiede
cosa possa fare per permettere ai chierici di raggiungere la
meta del sacerdozio.
Decide allora, non senza sofferenza, di
varcare con loro la Cortina di ferro, in direzione di Torino dove
il Rettor Maggiore, don Ricaldone, lo accoglie e benedice l’impresa.
Dopo due passaggi riusciti (estate e autunno 1950),
nell’aprile 1951 la spedizione fallisce.
Don Titus Zeman affronta
così: una settimana di torture tra la cattura e l’arresto
(9-16 aprile 1951); ulteriori 10 mesi di detenzione preventiva,
pesantemente torturato, sino al processo del 20-22 febbraio
1952; ulteriori 12 anni di detenzione (1952-1964); quasi 5
anni in libertà condizionata, sempre spiato, seguito, perseguitato
(1964-1969).
Don Zeman è bollato come “m.u.k.l.”, o«uomo destinato all’eliminazione» e sperimenta la vita dura
nelle carceri e nei campi di lavoro forzato.
È costretto alla triturazione
manuale e senza protezione dell’uranio radioattivo;
trascorre centinaia di giorni in cella di isolamento; è poco curato,
in un quadro di crescente compromissione cardiaca, polmonare
e neurologica. Il 10.3.1964 ritorna a casa, “irriconoscibile”, (continua)
(Fonte: infoans.org)
7 NUOVI VENERABILI
Sono stati promulgati 7 decreti riguardanti l’eroicità
delle virtù dei seguenti Servi di Dio, i quali, pertanto,
acquisiscono il nuovo titolo di “Venerabile”.
1 - Ven.le Servo di Dio OTTAVIO ORTIZ ARRIETA
(1878-1958)
Ottavio nasce a Lima (Perù) il
19.4.1878. Nel dicembre 1893 entra nella
scuola salesiana come apprendista falegname,
poi aderendo alla chiamata del
Signore, entra nel noviziato di Callao.
Nel
1902 emette i voti perpetui nelle mani di
Don Paolo Albera, Visitatore straordinario.
Continua nella medesima casa come assistente,
maestro, studente di filosofia e poi di teologia.
Nel
1906 è inviato a fondare una nuova scuola professionale nella
città di Piura. Il 27.1.1907 è ordinato sacerdote. Dopo l’opera
di Piura, don Ortiz è chiamato a dirigere le opere di Cuzco e
Callao. Qui, mentre si dedica al lavoro con i giovani, il
21.11.1921 lo raggiunge la nomina di vescovo della lontana
diocesi di Chachapoyas, sulla Cordigliera Andina del Nord, a
2300 metri di altezza e 250.000 anime.
E’ ordinato vescovo
nel Tempio di Maria Ausiliatrice a Lima l’11.6.1922 e, dopo un
mese di viaggio raggiunge la sua sede episcopale. La sua vitaè un continuo viaggiare: lunghi giorni a cavallo, a piedi, sulla
cordigliera, nelle foreste, sui fiumi. Fin dall’inizio organizza
Missioni ed Esercizi Spirituali per la gente e per i sacerdoti. (continua)
2 - Ven.le Servo di Dio ANTONIO PROVOLO
(1801-1842)
Antonio Provolo nasce a Verona il
17.2.1801da modesta famiglia. Morto il
papà nel 1816, studia prima presso i Carmelitani
Scalzi e, dopo la soppressione
napoleonica degli Ordini religiosi, presso
il ginnasio di San Sebastiano, finché, sentendosi
chiamato al sacerdozio, entra nel
seminario vescovile di Verona.
E’ ordinato
sacerdote il 18.12.1824. Dopo due anni di insegnamento in
Seminario, segue don Luigi Bragato nell’Oratorio di S.
Lorenzo, frequentato da molti giovani, ai quali dedica
il suo impegno di catechista, educatore e cultore di musica e canto. Si dedica, inoltre, alle missioni per il
popolo, specie come confessore e predicatore.
Nel 1830 accade
che Don Lodovico Maria Besi (1805-71), che in alcune stanze
vicino alla chiesa di S. Pietro Incarnato, aveva raccolto qualche
sordomuto, per dare loro un insegnamento, decide di partire
per Roma per entrare nel Collegio di Propaganda Fide e divenire
missionario. Insomma la piccola scuola deve chiudere.
Don Antonio Provolo, ispirato dal Signore, si trasferisce qui
continuando l’opera iniziata dal Besi. Nello stesso anno apre
una scuola per sordomuti e comincia una scuola serale per gli
artigiani poveri, che istruisce in tutto. Pone nel 1840 (continua)
3 - Ven.le Servo di Dio ANTONIO
REPISO MARTINEZ DE ORBE
(1856-1929)
Antonio nasce a Venta de Córdoba
(Messico), l’8.2.1856. Figlio unico, a 14
anni, contro la volontà del padre, entra in
Seminario e il 20.3.1881 è ordinato sacerdote.
E’ Vice parroco a Villa de Guadalupe,
poi a Pachuca, quindi a Villa Victoria. Nel
1889 fonda la scuola parrocchiale di San Andrés Chiautla, e nel
1891 è parroco di Xochimilco, dove apre un’altra scuola parrocchiale.
Il 14.8.1893 entra nella Compagnia di Gesù. Nel 1897è inviato a Oaxaca dove si distingue come un confessore e direttore
spirituale
Il 15.11.1898 fonda la Congregazione delle
Suore Divino Pastore. Nel 1902 lavora come missionario in Puebla.
Inizia a soffrire per una piaga ulcerosa che man mano si
diffonde su tutta la schiena e così profonda da vedere le vertebre.
Nonostante la sua malattia, continua ad esercitare il suo
ministero. Nel 1903 è nominato Tesoriere della Casa de San
Simón, e nel 1904 è inviato alla Sierra Tarahumara a lavorare
a fianco degli indiani. (continua)
4 - Ven.le Serva di Dio MARIA
DELLA MERCEDE CABEZAS
TERRERO (1911-1993)
Maria della Mercede Cabezas Terrero
nasce il 19.12.1911 a S. Cristobal de la
Cuesta (Spagna) da famiglia contadina.
A 14 anni è colpita da una malattia sconosciuta
che le causa molti dolori. Neppure
l’intervento nel 1929 le dà alcun
sollievo. Il 22.4.1929, per intercessione del Ven.Bernardo de
Hoyos, S.J., guarisce di colpo da qualsiasi disturbo: medici, parroco
e familiari hanno una sola spiegazione, miracolo
Dal 1937,
sotto la guida dei Padri Gesuiti, si dedica alle opere di pietà e
apostolato verso gli emarginati, soprattutto le bambine, rimaste
con molti bisogni materiali e morali a causa della Guerra Civile
spagnola.
Negli anni quaranta matura la consacrazione alla vita
religiosa. Nel 1948, su consiglio del gesuita P. Carvajal va a Santander
dove il vescovo il 14.9.1949 approva il gruppo già formato
come Operaie Missionarie del Sacro Cuore di Gesù volto
all’apostolato tra i malati e l’educazione delle ragazze.(continua)
5 - Ven.le Serva di Dio LUCIA DELL’IMMACOLATA
(1909-1954)
Maria Ripamonti nasce il 26 maggio
1909 ad Arquate (Brescia) dove resta a
vivere un cristianesimo convinto fino al
1932. Animatrice nell’Azione Cattolica e
nella Parrocchia, lavora in filanda e poi
in una fabbrica per aiutare la numerosa
famiglia.
All’inizio del 1932 giunge a
Brescia e chiede ed ottiene di far parte
dell’Istituto delle Ancelle della Carità.
Pronuncia i voti con il nuovo nome di Suor Lucia dell’Immacolata.
Emette i voti perpetui nel 1938. Vive sempre nella Casa
Madre servendo con gioia e letizia di cuore. Cerca con passione (continua)
6 - Ven.le Servo di Dio PIETRO
HERRERO RUBIO (1904-1978)
Pietro Herrero Rubio nasce il 29
aprile 1904 a Orihuela in Spagna da famiglia
benestante e di solide radici cristiane.
Si trasferisce a Madrid nel 1919
per intraprendere gli studi medici e
viene a contatto con i più illustri luminari
dell’epoca.
Specializzatosi in ostetricia e
ginecologia va a stabilirsi ad Alicante. Sposato nel 1931 con
Patrocinio Javaloy Lizón, attivo nell’Azione cattolica, negli
anni caldi della guerra civile spagnola sperimenta personalmente
le asprezze della persecuzione anticattolica. (continua)
7 - Ven.le Servo di Dio VITTORIO TRANCANELLI- (1944-1998)
Vittorio nasce a Spello (Perugia) il 26.4.1944. Si stabilisce a
Perugia nel 1970 dopo il matrimonio con la moglie Lia. Nel
1974, proprio alla vigilia della nascita del primo figlio, Trancanelli
vive personalmente l’esperienza della malattia: una
grave forma di colite ulcerosa che lo porta in pericolo di vita e
che poi lo porterà a convivere con il disagio di una ileostomia.
Serio professionista , vive la quotidianità mettendo in pratica
il Vangelo della Carità, facendosi carico degli “ultimi” della società,
soprattutto dei più piccoli (spesso senza nessuno e con
gravi patologie psicofisiche). Con la moglie Lia accolgono ben
sette minori in difficoltà tra affido e adozione. E insieme ad
altre famiglie istituisce l’associazione «Alle Querce di Mamre»,
che nell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve resta un punto
di riferimento per le mamme con bambini che si trovano in situazioni
di disagio.
Ammalatosi di nuovo nel 1998, (continua)
23 MARZO 2017: PROMULGAZIONE DI NUOVI DECRETI
Il 23 marzo 2017, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza privata S.E.
Rev.ma il Signor Card. Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle
Cause dei Santi. Nel corso dell’Udienza, il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione
a promulgare i seguenti decreti riguardanti:
36 NUOVI SANTI
A) - Il miracolo, attribuito all’intercessione del Beato ANGELO
DA ACRI, del Beato FRANCESCO MARTO e della Beata
GIACINTA MARTO.
1 - Beato ANGELO DA ACRI (1669-1739) Lucantonio Falcone nasce ad Acri (Cosenza)
il 19 ottobre 1669. La sua famiglia,
molto religiosa, non contrasta il suo ingresso
tra i Cappuccini, avvenuto a diciannove
anni; tuttavia, pochi mesi dopo,
il giovane lascia il convento, in preda ai
dubbi se sposarsi o dedicare la vita a Dio.
Ottiene poi di essere riammesso, ma esce
di nuovo perché non si ritiene degno della
vocazione. Infine rientra per una terza e
definitiva volta: con la professione religiosa,
cambia nome in fra Angelo. Nel
1700 viene ordinato sacerdote. Secondo i suoi biografi, fu angelo
di nome e di fatto (continua)
2 - Beato FRANCESCO MARTO (1908-1919)
Francesco nasce l’11 giugno 1908 ad Aljustrel, frazione di Fatima
in Portogallo, decimo figlio di Emanuele Pietro Marto e
Olimpia di Gesù. Insieme alla sorella minore Giacinta e alla cugina
Lucia, fu uno dei veggenti delle apparizioni mariane di Fatima,
tra il maggio e l’ottobre 1917; all’epoca aveva nove anni.
D’indole riservata e incline alla contemplazione, amava ritirarsi
a pregare, per «consolare Gesù», come diceva. Ammalatosi durante
una violenta epidemia di spagnola
nel 1918, muore il 4 aprile 1919, dopo
aver ricevuto la sua prima ed ultima Comunione.
La sorella Giacinta lo seguirà
il 20 gennaio 1920.
Entrambi sono stati
beatificati da san Giovanni Paolo II il 13
maggio 2000.
3 - Beata GIACINTA MARTO
(1910-1920)
Giacinta nasce l’11 marzo 1910 ad Aljustrel, frazione di Fatima
in Portogallo, undicesima e ultima figlia di Emanuele Pietro
Marto e Olimpia de Jesus. Insieme al fratello Francesco e alla cugina
Lucia, è una dei veggenti delle apparizioni mariane di Fatima,
tra il maggio e l’ottobre 1917.
D’indole vivace, impara ad
accettare di buon grado le sofferenze, anche compiendo piccoli
sacrifici per amore di Dio e della Madonna. Ammalatasi durante
una violenta epidemia di influenza “spagnola” nel 1918, muore
il 20.2.1920 nell’ospedale «Dona Estefânia» di Lisbona.
Suo fratello
Francesco l’aveva preceduta il 4.4.1919. Entrambi sono stati
beatificati da san Giovanni Paolo II il 13 maggio 2000.
B) Il Santo Padre, inoltre, ha approvato i voti favorevoli
della Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi Membri
della Congregazione circa la canonizzazione dei seguenti
Beati:
- ANDREA DE SOVERAL e AMBROGIO FRANCESCO FERRO,
Sacerdoti diocesani, e MATTEO MOREIRA, Laico, nonché
27 Compagni, Martiri, uccisi in odio alla Fede in Brasile
il 16 luglio 1645 e il 3 ottobre 1645;
- CRISTOFORO, ANTONIO e GIOVANNI, adolescenti,
Martiri, uccisi in Messico in odio alla
Fede nel 1529.
4 - Beati ANDREA DE SOVERAL, AMBROGIO
FRANCESCO FERRO E MATTEO MOREIRA E 27
COMPAGNI (+1645)
1 - Martirio di Cunhaú: Il 16 luglio 1645, gli olandesi che occupano
il nord-est del Brasile, raggiungono Cunhaú dove risiedono
molti coloni attorno alla fabbrica dove sono impegnati nella
piantagione di canna da zucchero. E’ domenica. Al momento
della Messa, 69 persone sono riunite nella cappella della Madonna
di Candeias.
La cappella viene circondata e invasa da soldati
calvinisti e indiani
che macellano tutti coloro
che sono lì, compreso
il parroco, padre
André de Soveral che celebra
la Santa Messa.
2 - Martirio di Uruaçu.
Dopo l’evento di Cunhaú,
molti residenti cercano
asilo in Forte dos
Reis Magos o si rifugiano in ripari di fortuna. Il 3 ottobre, sono
portati presso la riva del fiume Uruaçu dove l’attendono indiani
e soldati olandesi armati. Ci sono circa 80 persone.
Gli olandesi,
di religione calvinista, hanno portato un pastore protestante per
dissuaderli dalla loro fede cattolica. Il tentativo è inutile ed i cristiani
che assistono alla Messa celebrata da Padre Ambrogio
Francesco Ferro vengono selvaggiamente uccisi. Tra di loro c’è
Mateus Moreira al quale mentre strappano il cuore, esclama:“Lode al Santissimo Sacramento”. Padre André de Soveral, Ambrogio
Francis Ferro sacerdote, Mateus Moreira e ventisette compagni
sono stati beatificati da Giovanni Paolo II il 5 marzo 2000.
5 - Beati CRISTOFORO (1514-1527), ANTONIO
(1516-1529) E GIOVANNI (1517-1529)
A Tlaxcala in Messico, beati Cristoforo,
Antonio e Giovanni, martiri, che,
durante la prima evangelizzazione
dell’America, hanno aderito con entusiasmo
alla fede cristiana e sono per
questo percossi a morte dai loro concittadini.
Al tempo della conquista spagnola
nel 1519 con Cortés esiste nel
Messico la religione azteca, il cui culto
si esplica con un gran numero di crudeli
sacrifici umani e la vita religiosa è
dominata dalla casta dei sacerdoti idolatri.
Questo crudele aspetto della religione
pagana, favorisce il diffondersi
della nuova religione cristiana o per
convinzione o per forza perché arrivata con i conquistatori spagnoli;
ma i sacerdoti ed i pagani fedelissimi, naturalmente avversano
i missionari. I Francescani e poi i Domenicani, lavorano
per la promozione degli Indios e per difenderli da questi sanguinari
riti, sono drastici nell’evangelizzazione e prendono a distruggere
templi e idoli; oggi certamente ciò non sarebbe approvato,
ma bisogna ragionare con il pensiero ed i fini di allora. Tutto questo
porta (continua)
40 NUOVI BEATI
1 - il martirio dei Servi di Dio GIUSEPPE MARIA FERNANDEZ
SANCHEZ e 32 Compagni, Sacerdoti e Fratelli Coadiutori
della Congregazione della Missione, nonché 6 Laici, dell’Associazione
della Medaglia Miracolosa della Beata Maria
Vergine, uccisi in odio alla Fede nel 1936 durante la guerra
civile spagnola.
2 - il martirio della Serva di Dio REGINA MARIA VATTALIL (al
secolo: Maria), Suora professa della Congregazione delle
Suore Clarisse Francescane; uccisa in odio alla Fede il 25
febbraio 1995.
- Servi Di Dio GIUSEPPE MARIA FERNANDEZ
SANCHEZ CON 32 RELIGIOSI E 6 LAICI (+1936)
Questo gruppo di martiri della famiglia vincenziana è costituito
da 33 membri della Congregazione della Missione, 17 dei quali sacerdoti
e 16 fratelli coadiutori, il cui processo iniziò nel novembre
1960 e che ora si deve completare adattandolo alla nuova normativa
canonica. A questi 33 religiosi sono stati aggiunti 6 secolari,
Caballeros de la Medalla Milagrosa, primizia di un laicato militante
che alimentò la sua fede con la protezione della Vergine nella Cattedrale
di Madrid, formandosi alla scuola di S. Vincenzo de Paoli.
Tutti furono vittima della feroce persecuzione religiosa che a metà
degli anni ‘30 pretendeva di eliminare la Chiesa di Spagna.
MARTIRI DI VALLECAS (Spagna): Servi Di Dio GIUSEPPE MARIA
FERNANDEZ SANCHEZ e 7 compagni E giungiamo ad una data
da ricordare in modo particolare in questo lungo elenco di martìri:
i vespri della festa di Cristo Re, che si celebravano nell’ultima domenica
di ottobre. Il venerdì 23 fu il giorno scelto dai boia per
farla finita con il gruppo di Vincenziani che trattenevano in regime
carcerario dalla fine di luglio, al numero 4 di calle San Felipe
Neri, senza il minimo necessario e in una costante minaccia
di morte. Sono i cosiddetti martiri di Vallecas, per essere stati martirizzati
e sepolti nel cimitero di questa città presso Madrid
I loro
corpi sono stati poi recuperati e riconosciuti insieme a quelli di
tre Figlie della Carità. Nella Casa Provinciale Vincenziana è chiamata“il dormitorio dei martiri” la sala dove hanno vegliato i loro
resti mortali nel novembre 1941. Sono in totale otto: 3 sacerdoti
e 5 Fratelli.
Questi sono i loro nomi
1 - Servi Di Dio GIUSEPPE MARIA FERNANDEZ
SANCHEZ:
vicedirettore e formatore di varie generazioni
di Figlie della Carità. Godeva di fama di santità già in vita. Capì
con chiarezza il pericolo e insieme alla Visitatrice Sr. Justa Domínguez
de Vidaurreta (per la quale pure è in corso il processo
di Canonizzazione) mise in salvo il numeroso noviziato, portandosi
antrambi dove si scatenava la persecuzione, per non lasciare
le consorelle senza aiuto. Aveva 61 anni ed era nato a Oviedo. In
precedenza era stato Vice Visitatore d’India e professore in vari
seminari.
2 - Servo di Dio ROQUE GUILLÉN GARCÉS: di 57 anni.
La fama di martirio di P. Roque si mantiene viva nella sua parrocchia
di Sarrión (Teruel) e il suo nome resta unito alla Adoración
Nocturna, perchè Zaragoza, che fu la seconda fondazione in Spagna,
celebró la prima veglia il 28 Maggio del 1879, proprio il
giorno della nascita di Roque Guillén: nella festa straordinaria
del maggio 1939 la famiglia e i devoti di Sarrión furono fieri di
poter offrire nella mensa eucaristica una vittima battezzata nella
loro parrocchia.
3 - Servo di Dio BENITO PARAFELA NOVOA: di 49 anni.
Nato a
Amoeiro (Orense). Scrittore famosissimo e molto stimato nella
Congregazione. Cercò di salvare l’archivio e la biblioteca provinciale,
trasportando personalmente le cose più importanti nella
casa di San Felipe Neri. Aveva 49 anni.
4 - Servo di Dio SATURNINO
TOBAR GONZALEZ:
amministratore delle Fondazioni collegate alle Figlie della Carità; originario
di Tardajos (Burgos), di
78 anni;
5 - Servo di Dio AGUSTIN
NOGAL TOBAR:
anch’egli
di Tardajos (Burgos), di 51 anni,
era aiutante di Fr. Saturnino
nell’amministrazione;
6 - Servo
di Dio CESAREO ELEXGARAY
DE OTAZUA:
originario di Busturia
(Vizcaya), di 32 anni;
7-
Servo di Dio CRISTOBAL GONZALEZ
CARCEDO:
nato a
Lodoso (Burgos), di 23 anni;
8 -
Servo di Dio JUAN NÚÑEZ ORCAJO:
originario di Fontioso
(Burgos), di 54 anni.
Inoltre, in ordine cronologico
elenchiamo:
-
Servo di Dio
FR.VICENTE CECILIA GALLARDO
di 22 anni, originario di
Cabra (Córdoba) e Servo di Dio
- FR. MANUEL TRACHINER
MONTAÑANA, di 21 anni, nativo
di Puzol (Valencia) e educato
presso le Figlie della Carità
alla Beneficencia di Valencia,
entrambi della casa di Hortaleza. Li uccisero sulla strada di Canillas,
all’alba del 20 luglio, mentre andavano a Madrid per ricevere
ordini dai superiori. Nel bagaglio avevano messo la sottana e il
crocifisso e questo fu il delitto che pagarono con la morte immediata.
Nello stesso giorno fu dato l’assalto alla casa
di Horteleza, facendo prigionieri tutti i Padri
e i Fratelli, con il parroco del paese.
Qualche
notizia confusa arrivò alla Casa Provinciale e
il Servo di Dio FR. ROQUE CATALÁN DOMINGO
si offrì di andare a Horteleza per conoscere
la verità e portare aiuto. Domingo
già godeva di fama di santo e da tutti era conosciuto
il suo desiderio di martirio.
Prima di
partire chiese la benedizione del Superiore e
avvertì i suoi compagni: Se non torno, recitate un Te Deum. Non
cercò il martirio, semplicemente ne ebbe la premonizione e lo accettò
per quello che è: una grazia di Dio. Vestito di una camicia
scura e con un bastone, riuscì a raggiungere Horteleza, e lì, giunto
al convento della Sacra Famiglia, lo interrogarono e lo uccisero,
perchè era un frate. Era originario di La Aldehuela (Teruel) ed
aveva 62 anni quando morì. Il suo principale maestro spirituale
era stato suo padre, che dopo vari anni di vedovanza entrò nella
Trappa di Dueñas (Palencia), lasciando come sua traccia una scia
di virtù e semplicità evangelica.
- Servo di Dio P. JOSE IBÁÑEZ MAYANDÍA: in quanto Superiore
era stato minacciato in modo particolare nella notte del 24 luglio.
Compiendo coraggiosamente il suo dovere rimase nella casa e la
domenica 26, molto presto, andò a dire messa nel vicino Ospedale
dei Convalescenti. Fu arrestato e imprigionato nelle Scuole
Cattoliche, già trasformate in Ateneo Libertario de Chamberí dopo
che ne erano state scacciate le proprietarie Figlie della Carità. Lo
abbandonarono, credendolo morto, nel pascolo del villaggio, ma il giorno seguente, andati a fucilare un’altra vittima, lo trovarono
in vita e ritornarono con lui alla Scuole Cattoliche, dove lo finirono
in modo particolarmente crudele ed offensivo, data la sua condizione
di sacerdote.
Originario di La Puebla de Híjar (Teruel) fu
martirizzato il 27 luglio 1936 all’età di 59 anni. Era stato uno zelante
missionario. Durante la
guerra d’Africa accompagnò le
Figlie della Carità destinate all’ospedale
di Larache, e si occupò
della loro direzione spirituale.
L’11 agosto furono ritrovati presso
le mura del macello i cadaveri
del Servo di Dio PERFECTO DEL
RÍO PÁRAMO e del Servo di Dio
ESTANISLAO PÁRAMO MARCOS,
cugini tra loro, con quello del
cappellano della chiesa di San
José, D. Cecilio del Río, fratello
del primo, che li aveva accolti a
casa sua.
Tre giorni prima era
stata scoperta la loro condizione
di religiosi ed erano stati fatti prigionieri.
Entrambi erano originari
di Pedrosa del Río Urbel (Burgos)
e avevano rispettivamente 54 e
51 anni.
Il 12 dello stesso mese martirizzarono:
il Servo di Dio P. HILARIO
BARRIOCANAL QUINTANA come i precedenti due della comunità
di García de Paredes e
anche lui della zona di Burgos: Quintanavides. Era segretario del
Visitatore e cappellano dell’opera sociale “La goccia di latte”, in
calle Espada. Lì si rifugiò, ma il 9 agosto i miliziani del Circolo
Socialista del Puente de Segovia, si impossessarono dell’edificio.
Pensarono che il P. Barriocanal fosse parente del portiere, ma
qualcuno lo denunciò e il giorno 11, alle 6 e mezza della sera, lo
condussero alla chiesa di S.ta Cristina
Lo
assassinarono nella Casa de Campo il 12
Agosto 1936. Aveva 67 anni.
Nella seconda quindicina di agosto il panorama
di Chamberì è spaventoso. La parrocchia
di Santa Teresa e Santa Isabella distrutta;
la basilica trasformata in scuderia; nelle case
religiose si erano installate le checas (squadre
d’incontrollabili, quali la Brigada del Almanacer,
che giustiziavano qualsiasi persona denunciata,
anche anonimamente, senza prove
certe dopo un processo sommario).
Il 21 agosto viene martirizzato nel cimitero
di Aravaca il congregante Servo di Dio
JOSÉ GARVI CALVENTE, originario di Madrid,
di 55 anni, commerciante, sposato con
una figlia, dopo essere passato per la sede
del Partito Comunista Radio 9 sita in Santa Engracia 46.
Il 23 dello stesso mese, nella sede di Cuartel de la Montaña, sono
martirizzati altri quattro congreganti della Medaglia Miracolosa:
- il Servo di Dio JUSTO RAMÓN PIEDRAFITA originario di Huesca,
40 anni, portiere, sposato e con 6 figli.
- il Servo di Dio AGUSTÍN
FERNÁNDEZ VÁZQUEZ, originario di El Escorial (Madrid), 41
anni, postino, tesoriere dell’Associazione e persona sempre disponibile
in basilica, sposato senza figli
- Il Servo di Dio FELIPE
BASAURI ALTUVE, originario di Bilbao, 55 anni, impiegato, sposato
e con 3 figli.
-
Il Servo di Dio EDUARDO CAMPOS VASALLO,
originario di Orduña (Vizcaya), 52 anni, assistente in Lavori Pubblici,
sposato e con 6 figli. I quattro passarono per il Circolo
Socialista del Norte, istallato nel convento di Esclavas
de Martínez Campos, 8, che fu la checa incaricata di
catturare i Congreganti della Medaglia Miracolosa.
- Il Servo di Dio MANUEL REQUEJO PÉREZ entró nella Congregazione quando era
canonico del paese di Osma. Durante la persecuzione
religiosa si rifugiò presso le Sorelle
dei Poveri in Calle Doctor Esquerdo, fingendosi
un vecchio. Nella stessa situazione si
trovava il Redentorista P. Antonio Girón. Li
martirizzarono entrambi la domenica 30
agosto, denunciati da un miliziano che i suoi
compagni avevano messo a custode della
Casa. Capendo che li stavano per uccidere si
confessarono a vicenda e iniziarono insieme
la recita del Rosario.Era originario di Aranda
de Duero (Burgos) ed aveva 64 anni.
-
Il Servo di Dio ELEUTERIO CASTILLO
GÓMEZ era vicedirettore dei novizi.
Riuscì a
recarsi al convento delle Trinitarie, di cui era
cappellano, per consumare il Santissimo; ma
immediatamente furono fatti prigionieri i 16 membri della comunità
di Horteleza. Grazie ad un parente potè uscire dal carcere, ma
continuò ad essere sorvegliato e tornarono ad arrestarlo, questa
volta prendendo anche suo cognato Juan Alonso Hidalgo, che era
della Guardia Civile. Al Quartier Generale, dove viveva sua sorella,
era molto conosciuto come prete vincenziano.
Nel mese di maggio
aveva amministrato la prima comunione a due sue nipoti e ad altre
bambine nella vicina chiesa di las Salesas, in una cerimonia con
grande concorso di folla. Una di queste nipoti è Carmelitana scalza
nel Monastero di Loeches (Madrid). La denuncia fu fatta da una
delle guardie del Quartier Generale. All’alba del 3 settembre li fucilarono
entrambi, vicio al Quartier Generale. Stava per compiere
33 anni. Era nato a Marmellar de Arriba (Burgos).
Alla Comunità di Lope de Vega appartenevano i Padri: Servo di
Dio MAURILIO TOBAR GONZÁLEZ e Servo di Dio PONCIANO
NIETO ASENSIO. Il primo era superiore della Casa de Capellanes;
mentre P. Nieto era una famoso scrittore di letteratura religiosa e
vincenziana.
Si rifugiarono a Abascal, 9, in casa di Dª Julia Angulo
Pozas, cugina di P. Maurilio Tobar. Li uccisero tutti e tre il 23 settembre.
Il P. Maurilio era originario di Tardajos (Burgos), di 56 anni,
ed era fratello dell’altro martire H. Saturnino Tobar González. Il P.
Nieto era nato a Valverde de Campos (Valladolid) e, al momento
della morte, aveva 61 anni
- Servo di Dio JOSÉ SANTOS ORTEGA originario di Tardajos (Burgos), di 54 anni, fu vittima del tradimento
di un giovane che finse di volerlo proteggere. Quando uscì
dalla Casa Provinciale si rifugiò in casa di parenti a Guindalera,
ma fu denunciato. Fu allora che quel giovane, cui aveva fatto dei
favori, finse di difenderlo ma in realtà lo fece portare al Comitato.
I suoi resti riposano nel cimitero di Hortalez
- Servo di Dio BENJAMÍN
ORTEGA ARANGUREN era stato accolto con grande carità
da una famiglia, con cui rimase, facendo vita monacale, fino al 13
ottobre, quando fu portato alla checa di Fomento. I suoi benefattori
fecero di tutto per salvarlo, e contattarono anche un miliziano
conosciuto, il quale però disse che “trattandosi di una sacerdote e
religioso, non si poteva fare niente, perchè la gente di sinistra avevano
giurato di eliminare tutti i preti”. Morì martire il 19 ottobre
1936 a 51 anni.
Novembre è il mese del grande olocausto di Paracuellos del Jarama.
Dal Carcere Modelo il giorno 7 vengono martirizzati: il Servo
di Dio P. VICTORIANO REGUERO VELASCO originario di Valladolid,
e il Servo di Dio Fr. GIL BELASCOAIN ILARRAGORRI, originario di
Legarda (Navarra), rispettivamente di 34 e 53 anni.
Della stessa
prigione il giorno seguente muore Servo di Dio P. LAUREANO
PÉREZ CARRASCAL, di 60 anni, originario di Valladolid.
Il 15, muore dal carcere di Ventas Servo di Dio P. TEODORO
GÓMEZ CERVERO di 59 anni, nato a Deza
(Soria). Il 27, festa della Medaglia Miracolosa, martirizzarono
a Paracuellos (carcere di S. Antón) :
- il Servo di Dio Fr. PEDRO ARMENDÁRIZ ZABALETA,
nato a Amatriaín (Navarra), di 57 anni;
-
il
Servo di Dio Fr. JOSÉ GARCÍA PEREZ. novizio
di 21 anni, di Tuy (Pontevedra); e il giovane congregante
- il Servo di Dio MIGUEL AGUADO CAMARILLO,
quest’ultimo del carcere di Porlier.
Il
29, anche da S. Antón, fu martirizzato il Servo
di Dio P. PEDRO-PASCUAL GARCÍA MARTÍN di
34 anni, originario di Monteagudo del Castillo
(Teruel).
Il 30, della stessa prigione, furono uccisi:
il Servo di Dio Fr. JOAQUÍN ZUBILLAGA
ECHARRI originario di Echeverri (Navarra), di
37 anni e il Servo di Dio P. FRANCISCO MORQUILLAS
FERNÁNDEZ di Sarracín (Burgos), di
47 anni. Gli ultimi tre e il P. Reguero erano della
Comunità della Casa Provinciale.
La pagellina-ricordo
di Miguel Aguado dice testualmente:“Era un povero operaio e apparteneva alle Compañías
del Cerro de los Ángeles, Adorador Nocturno
e Caballero de la Milagrosa”. Aveva 33
anni e lasciò 6 figli e la moglie nella più completa
miseria, ma con una fede incrollabile. Ella,
certa che era stata la Madonna della Medaglia
Miracolosa a portarselo in cielo nel giorno della
sua festa, seppe infondere nei figli la speranza.
-
La morte del Servo di Dio FR. BARTOLOMÉ GELABERT PERICÁS di Hortaleza nato a Consell (Mallorca), di 64 anni, della comunità
di Hortaleza (Madrid) e quella del Servo di Dio P. BENITO QUINTANO
DIAZ, della comunità di Valdemoro, ha un carattere diverso.
Dopo vari mesi di prigione offrirono loro la libertà in quanto
anziani e immediatamente; ma poi, non avendoli mai persi di
vista, li fucilarono, rispettivamente il 27 novembre e il 12 dicembre.
P. Quintano era nato a Lodoso (Burgos) e aveva 75 anni. Entrambi
soffrirono grandi pene in carcere.
Chiude l’elenco dei martiri della
Congregazione il Servo di Dio FR. ISIDRO ALONSO PEÑA.
Aveva
77 anni e morì distrutto dai maltrattamenti nel carcere di Ventas il
14 dicembre, assistito spiritualmente da P. Manuel Rodríguez. Era
entrato in prigione il 29 luglio con i suoi compagni di Valdemoro.
Essi amavano la vita, la loro famiglia, la loro vocazione, i loro ministeri.
Amavano il loro futuro. Ma nella scala dei valori Dio stava sopra
tutte le cose e non esitarono a seguire il duro cammino della Croce,
lasciando come loro traccia una scia di martirio la cui fama si è mantenuta
ininterrotta fino a noi.
(Fonte: www.vincenziani.com)
2 - Venerabile Serva di Dio REGINA MARIA
VATTALIL (1894-1995)
Mariam nasce il 29 gennaio 1954 a Pulluvazhy, villaggio indiano
vicino a Kochi nel Kerala da famiglia contadina. Nel 1972,
completati gli studi secondari, entra nel convento francescano di
Clarist a Kidangoor vicino a Palai nel 1972 e professa i voti il 1°
maggio 1974 con il nome Rani (regina) Maria. Inizia la sua missione
nell’India settentrionale a Bijnore nel 1975 e poi entra a
Udainagar nel 1992.
I programmi di sviluppo in cui è impegnata
a favore dei poveri tribali sono in
contrasto con gli interessi dei mutuatari
senza scrupoli e degli sfruttatori sociali.
Diviene l’oggetto del loro odio. I suoi nemici
decidono di liberarsi di lei. Il 25 febbraio
1995, durante un suo viaggio in
autobus verso Indore viene uccisa brutalmente
in pieno giorno davanti ai passeggeri
con 54 colpi di coltello mentre lei
continua a ripetere: “Gesù! Gesù!”.
3 NUOVI VENERABILI
Sono stati promulgati 8 decreti riguardanti l’eroicità delle
virtù dei seguenti Servi di Dio DANIELE DA SAMARATE, MACRINA
RAPARELLI e DANIELA ZANETTA, i quali, pertanto, acquisiscono
il nuovo titolo di “Venerabile”.
1 - Ven.le Servo di Dio DANIELE da SAMARATE
(1876-1924)
Felice Rossini nasce a San Macario, frazione di Samarate
(Varese) il 15.6.1876. Il 15.1.1890, entra tra i frati cappuccini
nel convento di Sovere (Bergamo). Nella vestizione cambia il
nome in quello di fra Daniele da Samarate. Il 24.6.1892
emette la sua prima professione religiosa. Completa i suoi
studi di filosofia e teologia a Milano
e professa solennemente nel 1896.
Non ancora sacerdote, nel 1898 ottiene
di partire per la missione del
Maranhão (Alto Brasile), aperta da
soli sei anni. È consacrato sacerdote
a Fortaleza (Cearà) il 19.3.1899 e
nel gennaio 1900 è destinato alla
Colonia Agricola di S. Antonio do
Prata (Parà) dove rimane, direttore
illuminato, costruttore intraprendente,
missionario infaticabile, fino
al gennaio 1913.
Durante questi
anni di intenso apostolato fra quella gente assetata di Dio,
contrae la lebbra. Di ritorno in Italia per consulte mediche, il (continua)
2 - Ven.le Serva di Dio MACRINA RAPARELLI
(1893-1970)
Elena nasce il 2.4.1893 a Grottaferrata (RM) e due anni
dopo nasce Agnese, sorella, collaboratrice e sostenitrice dell’Opera
che il Signore avrebbe loro affidato. Padre Nilo Borgia,
monaco di grande virtù e santità diviene il formatore e la
guida spirituale delle due sorelle.
Questi, constatando l’impegno
nella vita spirituale, permette loro di emettere il voto di
castità. Un giorno Elena che matura
l’idea di una Fondazione gli dice:“Noi vogliamo fondare una Istituzione
di rito Bizantino per i popoli
Orientali e per gli Albanesi”
E’ il
segno che P. Nilo attende dal Signore.
Ma poco dopo egli è inviato
in Albania, e così prima di partire
prega San Luigi Orione del quale è
molto amico, a voler ospitare Elena
ed Agnese affinché si formino alla
vita religiosa. E’ però l’Arciprete di
Mezzojuso, Papàs Onofrio Buccola,
ad accettare il gruppo di “Signorine”
nella propria Parrocchia. Il 2.7.1921 Elena ed Agnese
Raparelli partono da Roma per Palermo; si recano a ossequiare (continua)
(Fonte: www.santiebeati.it)
3 - Ven.le Serva di Dio DANIELA ZANETTA
(1962-1986)
Daniela Zanetta nasce il 15 dicembre
1962 a Maggiora (NO).
Fin dalla nascita deve convivere
con una rarissima malattia, epidermolisi
bollosa distrofica: una
malforamazione ereditaria dell’epidermide
che provoca in tutto
il corpo bolle e lacerazioni alla
pelle. Le speranze di guarigione
vengono subito escluse dai medici
e l’unica cura consiste nel
sottoporsi giornalmente a tre ore
di delicate e dolorose medicazioni.
Nononstante la gravità della malattia Daniela, con
l’aiuto e l’amore dei genitori e dei fratelli minori, cresce insieme
alle sue coetanee, frequenta con ottimi risultati le
scuole, lasciando negli insegnanti un ricordo indelebile e conseguendo
il diploma magistrale.
Nel 1973 incontra la spiritualità
del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich. Questo
incontro la rinforza nell’affrontare la sua malattia, in particolare
vivendo le parole del Vangelo “Dove due o più sono uniti
nel mio nome, li sono io presente in mezzo a voi” (MT 18,20):
La certezza della presenza di Gesù, frutto dell’unità, le dà la
forza per amarLo. Il 26 ottobre del 1983 inizia il suo diario,
oggi diventato per molti fruttuoso testo di meditazione. (continua)
(Fonte: www.santiebeati.it)
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1217- 2017: 8° CENTENARIO DELLA CHIESA IN CAMPITELLI
di DAVIDE CARBONARO
È proprio del cuore umano dedicare uno spazio ed una abitazione al mistero.
E mentre sono le mani degli
uomini a disegnare ed edificare i perimetri dell’incontro con il divino, la Parola di Dio e la Liturgia ci ricordano
che è Dio stesso, l’inaccessibile, che viene ad abitare tra gli uomini ed è sempre lui che porta a compimento
l’opera iniziata. In tale prospettiva, non ricordiamo un antico monumento più volte edificato, ma la
festa del popolo di Dio intorno ad uno spazio che perpetua nel tempo la memoria della salvezza.
Così il racconto
di quanto accaduto in questi otto secoli da quando Papa Onorio III il 5 aprile 1217 dedicò la chiesa di
Campitelli, suscita il rendimento di grazie per la continua novità che in Cristo Gesù la Chiesa sperimenta.
Fondazione e Dedicazione
Il ricordo dell’antica chiesa di Santa Maria in Campitelli a Roma, è legata alla toponomastica ed alla storia del rione omonimo
di Campitelli, poi dal 1900 a quello di Sant’Angelo, corrispondente alla IX e X regione augustea tra il Teatro di Marcello ed il
Portico di Ottavia. Fin dal II secolo a.C. questo territorio fu segnato dalla presenza di templi e portici di grande rilievo le cui
tracce sono ancora oggi visibili.
Studi topografici attestano la primitiva chiesa di Campitelli sui resti del tempio di Giove Statore
edificato dall’architetto greco Hermodoros di Salamina. L’Huelsen (1927) insieme ad altri studiosi riferisce che la chiesa fu edificata
nella contrada “de Campitiello” nel XI secolo. Essa è menzionata per la prima volta nel Liber censuum di Cencio Savelli
Camerario, compilato nel 1192 sotto il pontificato di Lucio III (1100-1185). Dalla fonte risulta che i presbiteri della Chiesa di
Campitelli partecipavano alla “festa degli archi e dei turiboli” durante le festività pasquali.
Il pontefice Onorio III (1150-1227)
ne restaurò le vestigia e la consacrò il 5 aprile del 1217. Lo storico C. A. Erra (1695-1771) riporta una antica iscrizione testimoniata
nella Visita Apostolica del 1564 che riferisce dell’evento:
IN NOMINE DNI AMEN ANNO DNI MCCXVII PONTIFICATUS DNI HONORII PAPE ANNO EIUS II DIE V MENSIS APRILIS INDICT. VI
CONSECRATA EST ECCLESIA HEC AD EODEM SUMMO PONTIFICE ET UNIVERSALI PAPA PER EIUS SANCTAS MANUS RECONDITE SUNT
IN HOC ALTARI BEATE MARIE VIRGINIS MULTE RELIQUIE SANCTORUM ET SANCTARUM
Le diverse ricostruzioni e l’unione alla Congregazione della Madre di Dio
All’incirca nel 1290 fu eretto sull’altare maggiore un tabernacolo gotico di marmo commissionato
dalla nobile famiglia Capizzucchi, tra le più antiche del patriziato municipale romano ed eseguito
dal Magister Deodatus secondo la diffusa tipologia cosmatesca. Altri elenchi di insigni luoghi di culto
romano censiranno la Chiesa di Campitelli: il Catalogo di Torino (sec. XIV); quello di Nicola Signorili
segretario del Senato Romano al tempo di Martino V (1417-1431); i Libri Anniversariorum (1461) ed
il Catalogo del Panvinio (1492). Inoltre la Aedes S. Mariae in Campitello è attestata nelle piante del
Bufalini (1551) e del Du Pérac (1577).
Il primitivo tempio dedicato alla Natività della Madre di Dio, sorgeva in corrispondenza dell’angolo
orientale del palazzo Lovatelli (già Serlupi) con la facciata rivolta verso la “Torre dei Merangoli”.
Nel
1527 durante il Sacco di Roma la chiesa di Campitelli fu oggetto di un singolare sacrilegio. Furono
estratte delle ostie dal tabernacolo e calpestate. In riparazione al gesto sacrilego per diversi secoli si
pose attenzione al culto del Santissimo Sacramento e si sviluppò la tradizione delle Quarant’ore alla
quale intervenivano i Pontefici. Papa Paolo V con una bolla del 15 gennaio 1618, unì la rettoria di
Campitelli alla Congregazione dei Chierici Regolari della Madre di Dio fondati nel 1574 a Lucca da
San Giovanni Leonardi (1541-1609). Il Leonardi ed i suoi primi compagni avevano già ricevuto dal
Papa Clemente VIII nel 1601 l’antico tempio di Santa Maria in Portico sulle rive del Tevere.
Appena i
Chierici del Leonardi presero possesso della fatiscente chiesa ed abitazione di Campitelli la demolirono
per edificarne una nuova con l’annesso convento e collegio di teologia. Fu il cardinale Vicario Garcia Mellini (1591-1629) che
pose la prima pietra il 10 maggio 1619 e la nuova costruzione “per la povertà dei padri”, come afferma lo storico Erra, fu completata
nel 1648. Conformi alle descrizioni delle fonti sono i disegni delle piante e sezioni conservati nel Codice Chigi della Biblioteca
Vaticana. Il nuovo edificio ebbe vita breve. Dopo che la città di Roma scampò il pericolo della peste nel 1656, Papa
Alessandro VII (1599-1667) volle che l’antica icona di Santa Maria in Portico, venerata nel luogo dove apparve nel VI secolo
alla nobile Santa Galla e al Papa Giovanni I, fosse trasportata nella vicina chiesa di Campitelli e qui iniziare la fabbrica del
nuovo tempio votivo dedicato a Colei che aveva liberato la Città di Roma dal terribile contagio.
Nel 1658 il Senato di Roma e i
Chierici del Leonardi presentarono alcune proposte al Pontefice che non soddisfatto della sistemazione e adattamento del precedente
edificio, incaricò nel 1660 l’architetto Carlo Rainaldi di progettare ed eseguire una nuova fabbrica. Con documento
autografo del 31 agosto 1661 Alessandro VII ordinò l’unione delle due case religiose dei Chierici della Madre di Dio: quella di
Santa Maria in Portico e quella di Santa Maria in Campitelli.
La traslazione dell’icona di Santa Maria in Portico e la sua sistemazione nell’abside della nuova chiesa, avvenne il
14 gennaio 1662. Inoltre, il Pontefice, decretò che: “La detta chiesa di Santa Maria in Campitelli, si denomini da indi
in poi Santa Maria in Portico in Campitelli”.
L’IMMAGINE DELLA “VIRGO LACTANS” o SANTA MARIA IN CAMPITELLO
Dell’antico edificio oggi rimangono pochissime tracce, tuttavia testimonianze significative.
Una parte del muro perimetrale appartenuto alla casa natale della Beata Ludovica Albertoni
(1474-1533) è inglobato nella prima cappella di sinistra (Cappella Altieri).
L’affresco della Madonna che allatta il Bambino (sec. XVI) situato nella terza cappella di sinistra
fatta edificare dal Cardinale Raimondo Capizzucchi nel 1685 e dedicata all’Apostolo
Paolo.
L’Erra riferisce che l’affresco mariano durante la demolizione dell’antica chiesa di Campitelli,
fu lasciato intatto. Il popolo cominciò ad onorare l’immagine con lampade, ceri e tavolette
votive. I padri “per impedire qualche sconcerto”, innalzarono una parete dinanzi all’effige.
Ma il popolo eliminato il tramezzo continuò ed accrebbe la devozione verso la pia immagine
mariana. Constatata la devozione popolare il Cardinale Raimondo Capizzucchi fece sistemare
l’affresco nella cappella dove oggi si trova. E’ comprensibile lo “sconcerto” di cui riferisce l’Erra.
Il Concilio di Trento con il decreto De invocatione, veneratione, et reliquiis sanctorum et
sacris imaginibus definì la posizione della Chiesa riguardo alle iconografie devozionali. Tra gli
scopi di questo decreto vi era il voler evitare immagini di natura sensuale o sconvenienti, che
si riteneva potessero fuorviare il fedele e distoglierlo dalla preghiera. Fu demandato ai vescovi
il compito di valutare
Mentre l’iconografia
della “Madonna del Latte” decadeva, per contro, la venerazione popolare delle antiche immagini continuò legata al
desiderio di maternità. Un’altro affresco della Vergine lactans dipinto su muro e posto sulla facciata della primitiva chiesa di
Campitelli, afferma il Ferraironi (1883-1963) era stato incoronato dal Capitolo Vaticano il 2 luglio 1651, tuttavia andò in frantumi
quando si tentò di rimuoverlo per dar luogo alla costruzione della Chiesa attuale.
Di essa oggi è conservata una copia su tela
nel Convento di Campitelli.
L’immagine della Virgo lactans orientò la spiritualità del Servo di Dio P. Cosimo Berlinsani (1619-1694) sacerdote professo
dell’Ordine della Madre di Dio e parroco di Campitelli e della Serva di Dio Anna Moroni (1613-1675) che nel XVII secolo fondarono
la Congregazione delle Suore Oblate del Bambino Gesù (2 luglio 1672).
Uno degli scritti di P. Cosimo fu appunto “La nutrice
spirituale di Gesù Bambino” un testo di teologia affettiva e di prassi devozionale nei confronti della divina infanzia che certamente
ebbe impulso dalla contemplazione di questa immagine mariana.
“MULTE RELIQUIE SANCTORUM ET SANCTARUM”
L’iscrizione che commemora la dedicazione di Santa Maria in Campitelli riferisce che il Pontefice Onorio III per eius sanctas
manus collocò presso l’altare numerose reliquie di Santi e Sante.
Lo storico Erra ne fornisce un elenco in tre classi: “La prima comprende quelle di Gesù Cristo, la seconda quelle di Maria Vergine,
la terza quella dei Santi”. Questa divisione si ricava anche dagli elenchi delle Visite conservati nell’Archivio parrocchiale
di Campitelli.
Al tempo di Bonifacio VIII (1230-1303) queste reliquie furono sistemate in un “Tabernacolo” marmoreo posto nel ciborio cosmatesco
di Deodato commissionato dalla famiglia Capizzucchi come testimonia una tavola descrittiva nel Vetera Monimenta
di Giovanni Ciampini (1690).
Ippolito Marracci il mariologo che con i suoi scritti pose fine nel XVII secolo alla controversia tra“macolatisti” ed “immacolatisti”, redige la sua prima opera descrivendo una singolare “reliquia mariana” che Papa Onorio III
pose tra le altre nell’altare di Campitelli e cioè i “grani o piccoli globuli” con i quali seconda l’antica
tradizione la Vergine Maria recitava la preghiera del Padre nostro: Pro Marianae coronae calculis
(1642).
Al di là dell’autenticità dell’oggetto, ciò che conta per il teologo Marracci è il Sensus fidei cioè
la fede che il popolo di Dio lega a questa singolare “memoria mariana” ed inoltre l’opuscolo è un
vero e proprio trattato sulla preghiera. L’inconsueta reliquia fu inserita nel prospetto della Stauroteca
(reliquiario della croce) cesellato da Gregorius Aurifex (sec. XII) e contenente oltre ad un
frammento della croce, la veste di Santa Maria e le reliquie degli apostoli Pietro e Paolo e di Santa
Barbara. (continua)
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Beatificazioni e Canonizzazioni Aprile-Giugno 2017
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1 - OVIEDO (SPAGNA), 22 APRILE 2017: BEATIFICAZIONE DI LOUIS ANTONIO ORMIERES
Luis Antonio Rosa Ormières (1809-1890), nasce il 14.7.1809 a Quillan (Francia). Il 21.12.1833 è ordinato sacerdote.
Padre
Ormières, rendendosi conto della carenza educativa e religiosa presente nei bambini della campagna, al fine di fondare una
scuola, chiede aiuto alla congregazione delle Suore dell’Istruzione Cristiana di Saint-Gildard, che invia tre religiose, con a capo
suor San Pasquale (al secolo Julienne-Marie Lavrillouz).
Quel gruppo costituirà in seguito la base per una congregazione autonoma
da lui fondata: le Suore del Santo Angelo Custode. Muore a Gijón il 16.1.1890.
Il 22 aprile prossimo verrà beatificato a
Oviedo in Spagna, dal cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi.
2 - VERONA (ITALIA), 29 APRILE 2017: BEATIFICAZIONE DI LEOPOLDINA NAUDET
Il 29 aprile p.v. sarà beatificata a Verona nella Basilica di S.Anastasia Leopoldina Naudet.
La cerimonia sarà presieduta dal card.Angelo Amato. Leopoldina nasce a Firenze il 31.5.1773
e muore il 17.8.1834. Fonda l’Istituto Sorelle della Sacra Famiglia.
Il miracolo era avvenuto quasi 40 anni fa, e riguarda la guarigione di Andrea Zemin, bimbo
di 6 mesi, di Creazzo (Vicenza), da una meningite purulenta. «Il nostro è un carisma che unisce la
contemplazione di Dio e il servizio del prossimo – spiega suor Marisa Adami, già superiora generale
delle Sorelle della Sacra Famiglia – con l’espressione specifica della fondatrice che diceva
che la nostra santificazione dipende da quella degli altri (dei prossimi) e dalla contemplazione
scaturisce l’azione fruttuosa”.
3 - GIRONA (SPAGNA), 6 MAGGIO 2017: BEATIFICAZIONE DI ANTONIO ARRIBAS HORTOGUELA E 6 COMPAGNI
Antonio Arribas Hortigüela nacque a Cardenadijo p
Insegnante ed economo della Scuola Apostolica dei Missionari, si scontrò energicamente con i
miliziani che, il 21 luglio 1936, ordinarono l’espulsione degli allievi, ottenendo per loro gli alimenti necessari.
Con sei compagni
fuggì dal campo di prigionia improvvisato dov’erano stati costretti, ma dopo quasi un mese di peregrinazioni caddero nelle
mani dei miliziani e furono fucilati.
4 - FATIMA (PORTOGALLO), 13 MAGGIO 2017: CANONIZZAZIONI DI FRANCESCO E
GIACINTA MARTO
I Pastorelli di Fatima, Francesco e Giacinta Marto, saranno proclamati santi il prossimo 13
maggio durante il viaggio pastorale di Papa Francesco in Portogallo per celebrare il Centenario
delle Apparizioni della Madonna di Fatima ai due pastorali e Lucia Dos Santos.
I pastorelli diventano
così i primi santi non martiri tra i bambini canonizzati dalla Chiesa Cattolica in due millenni
di vita.
5 - DUBLINO (IRLANDA), 13 MAGGIO 2017: BEATIFICAZIONE DI JOHN SULLIVAN
Il prossimo 13 maggio p.v. nella Chiesa di S.Francesco Saverio a Dublino, presieduta dal cardinale
Angelo Amato in rappresentanza di Papa Francesco, si terrà la cerimonia di beatificazione
di John Sullivan: è la prima che si svolgerà in Irlanda.
La sua importanza si estende anche alla Chiesa Protestante, a cui John
appartenne nei primi 35 anni della sua vita, assumendo così un portata ecumenica. Egli nasce a Dublino l’8 maggio 186
Nel
1896 passa al cattolicesimo. Entra tra i Gesuiti professando i primi voti l’8 settembre 1902. E il 20.7.1907 viene ordinato sacerdote.
La sua è una vita di completa dedizione, sia ai membri della Compagnia di Gesù, sia ai malati e ai poveri, arricchita da
doni eccezionali. Muore nell’ospedale di St Vincent a Dublino il 19.2.1933.
6 - LA SPEZIA (ITALIA), 10 GIUGNO 2017: BEATIFICAZIONE DI ITALA MELA
Il 10 giugno p.v., in Piazza Europa a La Spezia, sarà proclamata Beata Itala Mela da parte del
card.Angelo Amato.
Una mistica dedita all’approfondimento della dimensione trinitaria della vita
cristiana: così può essere sintetizzata la testimonianza di Itala Mela, nata a La Spezia il 28 agosto
1904 da genitori lontani dalla fede.
Mentre frequenta il Liceo, la morte del fratello di 9 anni la
getta nella disperazione e nella totale negazione della fede. Ma solo due anni dopo, in seguito a
una misteriosa scossa interiore, comincia una nuova vita all’insegna del motto: «Signore, se ci sei,
fatti conoscere».
È il punto di partenza di un percorso mistico con al centro il mistero della Trinità.
Pur continuando a restare nel mondo emette così i voti di povertà, castità e obbedienza, cui si aggiungono
il voto “del più perfetto” (che consiste nel ricercare sempre l’azione più perfetta da fare)
e, infine, quello dell’impegno a diffondere la verità della ”Inabitazione”. Muore il 29.4.1957. (Fonte: www.santiebeati.it)
7- VILNIUS (LITUANIA), 25 GIUGNO 2017: BEATIFICAZIONE DI TEOFILO MATULIONIS
Il vescovo lituano Teofilo Matulionis (1873-1962), martire del comunismo sovietico all’età di 89 anni, verrà beatificato domenica
25.6.2017 nella capitale Vilnius.
Matulionis ha conosciuto i gulag, i carceri e la sorveglianza permanente da parte dell’occupante
sovietico.
Teofilo Matulionis, martire lituano beatificato oggi, che ha resistito per oltre un ventennio alla prigionia
e alle persecuzioni del regime comunista del suo Paese. Fino a quando, il 20 agosto 1862, dopo l’ennesimo sopruso
subito, cessò una esistenza che «fu un faticoso calvario di restrizioni e di sofferenze», come ebbe a dire Giovanni
Paolo II nella celebrazione sotto il “Monte delle Croci” durante la visita in Lituania, Lettonia ed Estonia del ‘93.
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MOSTRE DI SANTINI
SOGLIANO AL RUBICONE (FC) - 20 nov./4 dic.2016 - Mostra di immaginette sacre “GLI ANGELI NEI SANTINI”
Lo scorso 20 novembre 2016, nella Chiesa del Suffragio di Sogliano al Rubicone, è stata inaugurata una bella mostra di 33 pannelli sul tema “Gli Angeli nei Santini”.
Lino Gualtieri con il materiale della propria collezione personale ha allestito tale esposizione di immaginette sacre merlettate, seppiate, crolitografie, ecc. Ha esteso, inoltre, la tematica degli angeli ai capolavori su cartoline d’epoca ed alle letterine per il Santo natale.
TERRASINI (PA) - 18 marzo/18 aprile 2017 - Mostra “SANTI E SANTINI. 500 ANNI DI CULTURA, ARTE E DEVOZIONE”
Una mostra “Santi e santini 500 anni di Cultura, Arte e Devozione” promossa e organizzata dall’Associazione culturale “Così, per… passione!” e dalla Biblioteca “Ludovico II De Torres” del Seminario Arcivescovile di Monreale, con la collaborazione dell’Unione Filatelica Siciliana e con il concorso della Parrocchia Chiesa Madre “Maria SS. delle Grazie” di Terrasini (Pa), si terrà da sabato 18 marzo a Martedì 18 Aprile a Terrasini, nel salone del civico n. 28 di via Giuseppe Di Stefano (di fronte alla Villa San Giuseppe, tra via Roma dal lato dell’arco, e Piazzetta Titì Consiglio, dall’atro lato), di proprietà della locale Parrocchia Chiesa Madre.
“Una rassegna di santini (“santine”, “santuzzi”), immaginette e cartoncini devozionali, cartoline ‘viaggiate’, raffiguranti immagini sacre: esemplari ricercati, rari (da collezione), databili tra la fine del 1400 e il 2010, dalle varie, particolari, tecniche (xilografia, calcografia, litografia, monocromia in seppia o policromia, incisioni, canivet fatti a mano, pizzo, ricamo, ecc.), frutto della maestria di vari ideatori e di geniali disegnatori o incisori, per lo più ignoti, capaci di autentici capolavori. Molto più di “pezzi di carta”.
L’intento della iniziativa è quello di contribuire a riscoprire la religiosità della nostra gente, a soffermare l’attenzione sul rapporto tra l’iconografia sacra nelle varie sfaccettature e la religiosità popolare di cui la stessa produzione iconografica è espressione, e sulla storia della Chiesa, anche quella locale (i santini scandiscono tale storia): un percorso di devozione che accompagna organizzatori, espositori e visitatori, nel periodo quaresimale teso ad accrescere la partecipazione alla Pasqua e alla vigilia della celebrazione del 750° anniversario della Dedicazione della Basilica-Cattedrale di Monreale (25 aprile 1267-2017).(continua)
TARQUINIA (VT) - 14-16 Ottobre 2016 - Mostra “S.LUCIA FILIPPINI NELL’IMMAGINETTA SACRA e la Parrocchia a Lei intitolata”
In occasione della festa per il 50° anniversario della dedicazione della Parrocchia di Santa Lucia Filippini (Via Tirreno, 01016 Tarquinia VT), nei giorni 14 - 15 - 16 ottobre, all'interno della chiesa, a cura del Circolo Filatelico Numismatico Tarquiniense, è stata allestita la mostra "Santa Lucia Filippini nell'immaginetta sacra e la parrocchia a lei intitolata".
BORGARO (TO) - 21 dicembre 2016 - Mostra di santini e cartoline “IL SANTO NATALE PER TUTTI”
Il 21 dicembre 2016 Salvatore Nicoletta ha allestito una mostra di immaginette sacre e cartoline nel Centro Anziani di Villa Tapparelli nel comune di Borgaro (TO) sul tema “Il Santo Natale per tutti”. I giornali locali hanno titolato l’esposizione “ Un vero tesoro artistico e storico la mostra di collezione di santini e cartoline di Natale di Salvatore Nicoletta a Villa Tapparelli”.
E infatti l’esposizione a Villa Tapparelli, nel Centro Anziani, è stata possibile grazie alla collaborazione dell’Associazione dei Pensionati borgaresi e il patrocinio del Comune.
Il messinese Salvatore Nicoletta, da qualche anno a Borgaro, ha proposto anche la visione di francobolli e delle classiche cartoline di Natale che per certi aspetti sono non solo il segno di devozione religiosa ma anche veri e propri pregiati prodotti artistici che condensano il valore del messaggio della Natività e la sua importanza. La mostra ha suscitato molta curiosità sia per i bei pezzi esposti, sia per questa miscelazione di cartoline e francobolli accanto ai classici santini.
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SANTI PATRONI DI REGIONI E PROVINCE ITALIANE
di Giancarlo Gualtieri
Con il termine patrono, in latino ‘patronus’ = protettore che a sua volta deriva da ‘pater’ =
padre, si identificava nella Roma antica un cittadino di una certa autorevolezza, in genere
patrizio, chiamato così per via del legame, detto di patrocinio, ossia di protezione, che aveva con
i cittadini comuni, i ‘clientes’. Con l’avvento del cattolicesimo fu introdotto il termine “santo patrono”
per indicare una persona, venerata come santa, alla quale la Chiesa affidava la protezione
di un paese, di una cittadina, o di una categoria di fedeli che esercitava un determinato mestiere.
I fedeli possono anche chiedere la guarigione da specifiche malattie rivolgendo preghiere od offerte votive al “santo patrono” al fine di ottenere la sua intercessione presso Dio.
2 - REGIONE BASILICATA o LUCANIA
Regione Basilicata o Lucania e Province:
POTENZA e MATERA
Il territorio della Chiesa cattolica in Italia è suddiviso in
sedici “Regioni Ecclesiastiche”; la regione Basilicata o Lucania
comprende 3 Arcidiocesi: Potenza-Muro Lucano-Marsico
Nuovo / Acerenza / Matera-Irsina; 3 Diocesi: Melfi-Rapolla-
Venosa / Tricarico / Tursi-Lagonegro, con un totale di
270 parrocchie.
La Regione Basilicata ha tre Santi Patroni:
1 - SAN GERARDO MAIELLA (Muro Lucano, 6 aprile 1726 -
Materdomini, 16 ottobre 1755). Avuta la chiamata del Signore,
all’età di 22 anni scappò di casa lasciando un biglietto
alla madre con scritto “mamma, perdonami, vado a farmi
santo”, unendosi alla Congregazione del Santissimo Redentore.
Dopo sette anni di umile vita religiosa, coronata da molti
eventi prodigiosi e da un episodio oscuro (fu accusato ingiustamente
di aver avuto una relazione con una donna), morì di
tisi nel convento redentorista di Materdomini di Caposele.
Papa Leone XIII lo dichiarò beato il 29 gen. 1893, fu poi canonizzato
da papa Pio X l’11 dic. 1904 ed è stato proclamato
patrono della Basilicata da Papa Giovanni Paolo II con decreto
del 21 apr. 1994. San Gerardo Maiella oggi è universalmente
invocato come protettore delle donne incinte.
2 - SAN DONATO SIMONE da Ripacandida (noto come San
Donatello) (Ripacandida, 1179 – Petina, 17 ago. 1198).
Di
famiglia modesta, Donato Simone a soli quindici anni entrò
nell’abbazia di Montevergine, fondata da san Guglielmo da
Vercelli, e, l’anno successivo fu accolto nel monastero Sant’Onofrio
di Massadiruta dove fu impiegato nei lavori più umili
come zappare l’orto, accudire alle galline ecc. senza mai
lamentarsi.
Il giovanetto, di notte, faceva penitenza immergendosi
nell’acqua gelida di un fiume fino alla vita, qui pregava
e, al mattino presto, prima che i frati si destassero, rientrava al
convento. Dopo una breve e prodigiosa vita, circondato dai
confratelli, si spense a soli 19 anni. Numerosi sono i prodigi attribuiti
al giovane Santo dopo la sua morte.
Nel dic. 1775 la
Sacra Congregazione dei Riti confermò la elezione di S. Donatello
a Protettore principale di Ripacandida.
3 - MADONNA NERA del Sacro Monte di Viggiano (PZ) è un
antico simulacro rinvenuto prodigiosamente, indicato da una
fiamma celeste, nel luogo dove fu poi costruito l’attuale Santuario,
meta di continui pellegrinaggi.
Nel 1890, papa Leone
XIII incoronò la Madonna del Monte di Viggiano “Patrona e
Regina” della Lucania. I festeggiamenti in onore della
Madonna Nera si svolgono la 1^ domenica di maggio
quando, con solenne processione, la statua viene portata all’interno
di una teca, dal paese al Santuario del Sacro Monte
e la prima domenica di settembre quando, la statua viene riportata
alla Chiesa Madre di Viggiano.
Il Santo patrono della città di POTENZA
SAN GERARDO DELLA PORTA, ovvero Gerardo di Potenza (Piacenza, ... – Potenza, 30 ott. 1119).
Nato a Piacenza dai nobili marchesi Della Porta, Gerardo intorno
al 1110 giunse nella cittadina lucana dove decise di dedicarsi
alla vita apostolica.
Proclamato vescovo della città di
Potenza nel 1111 ricoprì tale carica fino alla sua morte
(30.10.1119). Tra i vari miracoli che gli vengono attribuiti
quello più famoso è quello della scacciata dei Turchi, secondo
una leggenda popolare la città di Potenza fu liberata da un’invasione
turca grazie all’intercessione di Gerardo presso gli angeli
celesti che scacciarono gli invasori.
Nel 1124 papa Callisto
II lo proclamò santo. Le reliquie di S. Gerardo riposano sotto l’altare
a lui dedicato nella Chiesa Cattedrale di Potenza.
Due sono
le festività del Santo, il 30 ottobre, giorno della sua morte, e il
30 maggio a ricordo della traslazione delle sue ossa.
La Città di MATERA ha due Santi Patroni
1 - SANT’EUSTACHIO (Roma, II secolo). Secondo la Leggenda
Aurea, a un cacciatore di nome Placido, mentre inseguiva un
cervo, questo si volse a lui mostrando tra le corna una croce
luminosa sormontata dalla figura di Gesù che gli diceva: «Placido,
perché mi perseguiti? Io sono Gesù che tu onori senza
sapere».
Questo episodio indusse Placido, la moglie e i due figli a
convertirsi e a farsi battezzare. Placido prese il nome di Eustachio,
la moglie quello di Teopista, ed i figli, uno Teopisto e
l’altro Agapio. Sant’Eustachio è il Santo Patrono della città di
Matera sin dal 994 quando, assediata dai Saraceni, fu salvata
dall’intervento miracoloso di Eustachio e dei suoi famigliari
in veste di cavalieri.
La data della festa è il 20 settembre di
ogni anno.
2 - MADONNA della BRUNA. Matera ha anche come Protettrice
la Madonna della Bruna.
La leggenda popolare narra di una giovanetta
che chiese ad un contadino di essere accompagnata
a Matera sul suo carro, giunti alla periferia
della cittadina, scese dal carretto e presentandosi come la madre di Dio invitò il contadino a riportare al Vescovo il suo messaggio.
Questi con i prelati e tutto il popolo accorse subito ad accogliere la Vergine, ma al suo posto trovò la statua della Madonna di
colore bruno, che fu portata in processione in città su un carro trionfale addobbato. La statua della Madonna attualmente si
trova all’interno di una teca nel transetto della Cattedrale a lei dedicata e la Festa si svolge il 2 luglio di ogni anno.
3 - REGIONE CALABRIA
Regione Calabria e Province:
CATANZARO - CROTONE - COSENZA - VIBO VALENTIA - REGGIO CALABRIA
La “Regione ecclesiastica Calabria” comprende 3 Arcidiocesi:
Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace (Arcidiocesi di Crotone-Santa Severina - Diocesi di Lamezia Terme) con 136 parrocchie; Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano (Diocesi di Cassano all’Ionio
- Arcidiocesi di Rossano-Cariati - Diocesi di San Marco Argentano-Scalea) con 132 parrocchie; Arcidiocesi di Reggio Calabria-
Bova (Diocesi di Locri-Gerace - Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea - Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi) con 119 parrocchie.
Il Santo Patrono della Regione CALABRIA
SAN FRANCESCO DI PAOLA. Francesco di Paola (Paola, 27 marzo 1416 – Tours, 2 aprile 1507), eremita fondatore dell’Ordine
religioso dei Minimi. E’ stato canonizzato il 1° maggio 1519 da Papa Leone X. Il 27 marzo 1943, da Papa Pio XII, è stato proclamato“Patrono della gente di Mare” con il Breve “Quod Sanctorum Patronatus”. Il 22 giugno 1962 è stato nominato, da Papa
Giovanni XXIII, “Celeste Patrono presso Dio della Calabria”.
Il Santo Patrono della Città di CATANZARO
SAN VITALIANO da CAPUA. Vitaliano (Capua? metà VII sec. – Montevergine, 16 lug. 699) fu il 25º vescovo della
città di Capua e leggendario fondatore del Santuario di Montevergine. Le sue reliquie, secondo la tradizione,
vennero portate nella città di Catanzaro nel 1122 da papa Callisto II in occasione dell’inaugurazione della Cattedrale normanna.
Sono conservate nel busto d’argento del Santo nella ricostruita Cattedrale. I fedeli di Catanzaro sono legati profondamente
al Santo Patrono della città, invocato particolarmente in difesa contro pubbliche calamità e nei terremoti.
Ogni
anno si celebra la festa patronale il giorno 16 luglio, sacerdoti di tutta l’Arcidiocesi si radunano in tale occasione per rendere
omaggio al Santo e scambiare il bacio di pace con l’Arcivescovo che celebra la Messa, cui prendono parte tutte le autorità
cittadine e provinciali.
La Città di CROTONE ha due Santi Patroni
1 - SAN DIONIGLI L’AEROPAGITA. Dionigi l’Areopagita antico giurista e vescovo greco. Giudice dell’Areopago di Atene, fu
convertito al cristianesimo dalla predicazione e dalla preghiera dell’apostolo Paolo. Il santo è patrono delle città di Atene e di
Crotone e la sua festa è celebrata il 3 ottobre. Bisogna però dire che, a partire dal IX secolo è stato confuso con Dionigi di
Parigi, infatti nella città di Crotone viene, erroneamente?, venerato un mezzobusto cefaloforo (che porta la propria testa mozzata)
come il martire parigino.
2 - LA MADONNA di CAPO COLONNA.
Il Quadro, opera di fattura bizantina e raffigurante una Vergine a figura intera che
allatta (in greco Galaktotrophousa), fu incendiato dai turchi sbarcati nella cittadina nel 1519. Miracolosamente non si bruciò,
allora fu buttato in mare ma approdò a riva dove fu ritrovato ancora una volta integro da un pescatore. I crotonesi ogni anno
la terza domenica di maggio ricordano questo avvenimento con una solenne processione accompagnando l’immagine della
Vergine, dal Duomo al santuario di Capocolonna, per 12 chilometri con una fiaccolata notturna. Il ritorno dal santuario è
quanto di più spettacolare e suggestivo, poiché avviene via mare, in un corteo di barche.
La Città di COSENZA ha due Santi Patroni
1 - LA MADONNA del PILERIO. È una icona del tipo Galaktotrophousa raffigurante il Bambino che viene nutrito dal seno della
Vergine.
Risale al XII secolo e si trova dal 1607 in una cappella all’interno del Duomo di Cosenza. Il culto alla Madonna del
Pilerio risale all’anno 1576, quando salvò la popolazione cosentina da una devastante epidemia di peste che aveva mietuto
centinaia di vittime e per questo motivo fu eletta poi Patrona Protettrice della cittadina.
La festa patronale oggi viene celebrata
il 12 febbraio, per ricordare il rovinoso terremoto che colpì la Calabria nel 1854.
2 - SAN FRANCESCO DI PAOLA. A Cosenza la Chiesa con l’annesso Convento di San Francesco di Paola si trova su un’altura
che sovrasta la confluenza la confluenza dei fiumi Crati e Busento. Fu fatta edificare dai Minimi sotto il Provincialato di Padre
Bernardino da Cropalati, compagno e confessore del Santo, intorno al 1510, su un terreno dove sorgeva una chiesetta dedicata
alla Madonna di Loreto. All’interno, sull’ultimo altare della parete di destra della navata, è situata la statua lignea raffigurante
il Santo Paolano, intagliata e dorata risalente al secolo XVII, che viene portata in processione per le vie della città ogni anno
la prima domenica del mese di giugno.
Il Santo Patrono della Città di VIBO VALENTIA
- SAN LEOLUCA. Leoluca o Leone Luca (Corleone, 815 circa – Vibo Valentia, 915) fu un monaco basiliano ed abate.
A vent’anni,
si rinchiuse nel monastero basiliano di Agira, un mitico paesino in provincia di Enna liberato da demoni dall’abate Filippo.
Dopo un breve pellegrinaggio a Roma si portò in Calabria presso il monastero di Vena Inferiore e poi ne divenne il nuovo
abate. Morì il 1 marzo del 915 all’età di cento anni.
Nel 2006 nella chiesa di Santa Ruba, nel comune di San Gregorio d’Ippona,
a circa due chilometri da Vibo Valentia, è stata ritrovata la tomba con le reliquie dell’abate San Leone Luca di Corleone, patrono
della città di Vibo Valentia e di Corleone.
I festeggiamenti si svolgono il primo marzo e sono accompagnati da manifestazioni
musicali, sagre e fuochi pirotecnici.
La Città di REGGIO CALABRIA ha due Santi Patroni
1 - SAN GIORGIO. (Cappadocia metà sec. III - † Lydda-Palestina, 303 ca), martire cristiano che, secondo la famosa leggenda
aurea, sconfisse un drago pestifero al quale era stata offerta in sacrificio la giovane figlia del re (episodio divenuto simbolo
della lotta del bene contro il male). L’antico culto di San Giorgio nella città di Reggio di Calabria risale agli inizi dell’XI secolo
ed è legato alla sconfitta inflitta ai saraceni ad opera del Duca Ruggero Borsa, che aveva chiesto la protezione del Santo Cavaliere,
e per questa vittoria i reggini lo adottarono a loro protettore e Santo Patrono della città festeggiandolo ogni anno il 23
aprile.
2 - MADONNA della CONSOLAZIONE. Il secondo sabato di settembre di ogni anno a Reggio Calabria si celebra la Patrona,
Santa Maria Madre della Consolazione, con una splendida processione che porta la Vara con l’effigie della Madonna.
Si tratta
di un dipinto (opera del reggino Nicolò Andrea Capriolo del 1547), raffigurante la Vergine seduta in trono che sorregge Gesù
bambino tra san Francesco d’Assisi e sant’Antonio di Padova, in alto due angeli incoronano la Vergine con in mano una
palma.
Molti sono gli eventi miracolosi nel corso dei secoli legati alla Madonna della Consolazione: la pestilenza del
1571; l’assedio dei turchi del 1594; la pestilenza del 1636; il catastrofico terremoto del 1638; la carestia del 1672
fino al terribile terremoto del 1908.
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CIRCOLARI PRECEDENTI
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