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LA LEGIONE TEBEA
La mitica Legione Tebea o Tebana, detta anche Legione
Fulminante per i grandi prodigi di valore compiuti in
Oriente, era formata - così dice una antica Passio
- da oltre 6000 soldati, ma più probabilmente
si trattava di una coorte, circa un migliaio di uomini,
per lo più originari dell’Egitto e più
precisamente delle zone della Tebaide (da cui il nome
di Tebea) della Nubia e dell’Etiopia.
Poichè queste terre erano state tra le prime
ad essere evangeizzate, i soldati che la componevano
erano in maggioranza di religione cristiana e si dice
che il Primicerius Maurizio, cioè il Capo della
Legione, non accettasse nelle sue file se non dei cristiani.
Essa era stanziata normalmente sui confini meridionali
dell’Impero Romano, ma per arginare le numerose
incursioni delle tribù celtiche nelle Gallie,
proprio sui confini tra Gallia e Italia, nel 286 d.
C., la Legione Tebea venne trasferita sulle Alpi, sotto
il comando generale di Marco Aurelio Massimiano Erculeo,
che condivideva il titolo di imperatore con Diocleziano
e che aveva designato Milano come capitale dell’impero.
Secondo una delle versioni storiche, traversato il passo
del Gran San Bernardo e giunti ad Octodurum (ora Martigny),
prima del combattimento imminente, Massimiano comandò
ai soldati di offrire sacrifici agli dei, ma la gran
parte di essi rifiutò, professando che essi adoravano
solo Gesù Cristo.
Santi Cefalofori
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Al comando di Maurizio, i dissidenti si allontanarono
quindi dal grosso delle truppe, stabilendosi ad Augaunum,
poi diventata Saint Maurice dal nome del Legionario,
seguiti e raggiunti però dalle altre truppe fedeli
a Massimiano, che ne ordinò dapprima la flagellazione
e poi la decapitazione. Probabilmente venne dapprima
giustiziato un soldato ogni dieci, procedendo poi ad
una seconda decimazione.
L’altra versione della storia riguardante la Tebea
- desunta dalla Passio stilata dal Vescovo Eucherio
di Lione – narra che la Legione si sarebbe rifiutata
di combattere contro delle popolazioni cristiane che
popolavano le Alpi e per questo sterminata.
Quasi tutti i soldati uccisi trovarono sepoltura in
piccoli centri montani adiacenti i luoghi in cui era
avvenuta la loro decapitazione; alcuni di quei corpi,
poi, vennero trasferiti a Roma per ordine papale e successivamente
varie reliquie ritornarono nei siti dove questi eroi
della fede erano stati inizialmente seppelliti.
Questi legionari, ricordati anche come i Martiri di
Auganum, sono molto venerati in quella zona in cui sono
stati ritrovati i resti di un’antica basilica,
risalente al IV secolo, in cui probabilmente il Vescovo
Teodoro aveva raccolto alcune delle reliquie dei Legionari,
il chè confermerebbe la realtà degli avvenimenti
sopra riportati.
Si dice anche che il sangue di alcuni
di questi martiri sia stato conservato da San Martino
di Tours.
San Maurizio
Patrono degli Alpini
e delle Guardie Svizzere.
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San Candido
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San Vittore
Patrono di Caselle
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Sta di fatto che un grande numero di legionari cristiani
furono martirizzati, fra il 285 ed il 300 d.C. e fra
questi, forse primo fra tutti, SAN MAURIZIO,
che era il Comandante in capo (Primicerius)
e gli altri alti ufficiali, tra i quali CANDIDO,
Senatore dei soldati (Senator
Militum), ESUPERIO o Essuperio,
(Maestro di campo), Vittore il Veterano
ed altri di cui non si conosce il nome. Liturgicamente
essi vengono ricordati il 22 settembre.
Sant'Urso è rappresentato nel vessillo
in alto a sinistra
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Ad alcuni dei soldati venne ordinato
di trucidare i compagni che dissentivano gli ordini
di Massimiano ma questi, rifiutatisi d'impugnare
le lance contro i loro fratelli, vennero anch'essi
condannati a morte; dapprima scampati alla carneficina
e fuggiti, furono però
alla fine raggiunti ed uccisi.
Tra questi martiri si ricordano URSO E
VITTORE, ufficialmente riconosciuti dal
Martyrologium Romanun come soldati tebei, insieme
ai precedenti già citati, che vengono ricordati
il 30 settembre.
Sembra, invece, che il San VITTORE
venerato a Caselle, Asigliano, Feletto, Borghetto,
Canale, Odolengo e Balangero, sia un ulteriore
pseudo-martire tebeo, quindi
ben distinto dai due precedenti, ma le notizie
in proposito sono frammentarie ed insufficienti. |
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I pochi sopravvissuti di questi legionari, si sarebbero
spinti oltre le Alpi, in Italia, dove per lo più
si fermarono, svolgendo un’azione evangelizzatrice
a favore delle popolazioni che abitavano in quelle vallate.
Va prima di tutto sottolineato che essi non vengono
riconosciuti dal Martyrologium Romanum come ufficialmente
appartenenti alla Legione Tebea e che secondo le varie
Passio, decisamente successive di qualche secolo, le
loro vite sono un intreccio di realtà e leggenda,
secondo cui quasi tutti i finirono martirizzati. Si
ricordano:
SANTI AVVENTORE, SOLUTORE E OTTAVIO
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Sant' Avventore, Solutore e Ottavio
vengono ricordati dalla liturgia il 20 novembre.
Secondo una Passio scritta circa due secoli dopo
le vicende, sembra che riuscissero a sfuggire
alle varie decimazioni, ma vennero perseguiti
e presi vicino Torino, dove Avventore e Ottavio
furono uccisi, mentre Solutore riuscì a
sfuggire di nuovo, trovando riparo in una cava
di rena, venendo poi raggiunto ed ucciso anche
lui dai soldati romani.
Il suo corpo, come quello degli altri due, venne
ritrovato da una donna che li seppellì
vicino Torino, facendo poi costruire su quel luogo
una cappella, da cui poi i corpi vennero traslati
alla Consolata e definitivamente collocati in
una chiesa intitolata ai tre martiri. |
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SANT’ALESSANDRO
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Secondo la sua Passio, Alessandro,
comandante di una centuria e vessillifero della
sua Legione, di cui custodiva le insegne da battaglia,
sembra essere sfuggito alla decimazione ed essersi
rifugiato a Milano dove però venne riconosciuto
ed imprigionato, là dove ora sorge la chiesa
a lui dedicata. Essendo Massimiano arrivato in
quella città, lo convocò alla sua
presenza, imponendogli ancora una volta di sacrificare
agli dei, ma al secco rifiuto di Alessandro, lo
fece di nuovo imprigionare.
In prigione, il vessillifero della Tebea venne
visitato da San Fedele che lo aiutò a fuggire
verso Como, dove però venne ancora ripreso
e destinato alla decapitazione, ma i carcerieri
- forse per intervento divino - non riuscirono
a compiere alcun gesto contro di lui e nuovamente
Alessandro fuggì, portandosi a Bergamo
dove, invece di vivere nel nascondimento, si diede
alla predicazione, convertendo molti alla fede.
Infine, venne catturato e decapitato, nel 303.
Si narra che, mentre alcuni cristiani erano intenti
a trasportare il suo corpo fuori della città,
per seppellirlo in un podere, lo depositarono
per qualche momento su di un prato e quando lo
risollevarono, videro che alcune gocce del suo
sangue avevano dato vita, nell’erba, a dei
fiori.
Alessandro, è Patrono di Bergamo e dei
militari in genere e delle persone imprigionate
senza colpa, viene sempre raffigurato a cavallo,
mentre sventola un’insegna, talvolta decorata
da un giglio che era l’emblema della sua
centuria. Viene ricordato liturgicamente il 26
agosto.
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SAN GIULIANO, Legionario
Della sua vicenda vengono narrate due versioni:
in una viene ricordato come sfuggito alla carneficina
di Augaunum e stabilitosi poi in un piccolo centro rurale
dove visse allevando pecore e cercando di portare alla
fede i contadini dei dintorni, ma venne ucciso per invidia,
da alcuni pastori.
L’altra “vita”
lo dice invece condannato ai lavori forzati in una miniera,
dove avrebbe comunque svolto un’opera di evangelizzazione,
attirando altre anime alla sua religione e sarebbe stato
infine assassinato.
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SAN FEDELE, Legionario
Soldato della Legione convertito al Cristianesimo, fugge
da Milano per sottrasi alla persecuzione e alle imposizioni
di Massimiano, con l'intento di raggiungere Como insieme
ad alcuni commilitoni.
Vengono però ben presto
raggiunti e lui solo riuscirà a scampare alla
morte, rifugiandosi per qualche tempo in vari paesi
dove cercava di evangelizzare le popolazioni. Verrà
poi raggiunto dalla giustizia romana e decapitato.
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SAN MAGNO
Come gli altri scampati alla decimazione, Magno
sembrerebbe essersi rifugiato oltre le Alpi, in
Italia ma ripreso venne giustiziato e poi sepolto
là dove oggi sorge la chiesa a lui dedicata,
nel paese da lui denominato Castelmagno.
Viene ricordato il 19 agosto.
La sua immagine iconografica, come per la maggior
parte dei martiri tebei, lo raffigura appunto
nelle vesti di soldato romano.
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SAN MARCHESE
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Soldato della Legione, cristiano, martirizzato
nella zona di Altessano dove venne poi sepolto
in una tomba scoperta, secoli dopo, durante dei
lavori di scavo.
Nel sacello vennero ritrovate le ossa del Santo,
un calice, un libro ma gli scopritori se ne appropriarono
mettendo tutto a tacere.
Di lì a poco però, ad un povero
che si recava in quel luogo a pregare, apparve
una misteriosa visione di una giovane donna che
gli raccontò del ritrovamento e del successivo
occultamento del corpo del martire e lo esortò
a rendere noto il luogo della sepoltura di Marchese.
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SAN CHIAFFREDO
Anch'egli si sarebbantuario.e rifugiato sulle Alpi per
sfuggire la persecuzione anti-cristiana di Massimiano,
ma raggiunto dai suoi commilitoni, fu martirizzato
e ucciso sulle montagne nel 290.
Nel 522, in seguito a circostanze miracolose,
gli abitanti di Crissolo trovarono il sepolcro
del santo e là costruirono una chiesa in
suo onore, meta sin da allora di pellegrinaggi,
chiesa che successivamente si ampliò fino
a diventare un grande s
San Chiaffredo è Patrono di Saluzzo.
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SAN BESSO E SAN PORZIO
San Besso
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Scampato alla carneficina, San Besso scappò
verso la val Soana dove evangelizzò le
popolazioni della zona ma finì ucciso e
gettato giù dal Monte Fantino.
Narra la leggenda che cadendo, lasciasse la sua
impronta su una roccia, là dove ora c’è
un santuario a lui dedicato.
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Insieme a Besso, anche lui fuggitivo dopo la
decimazione, san Porzio si rifugiò in Valle
d’Aosta dove predicò il Vangelo,
ma poi i due si separarono e San Porzio si stabilì
vicino al lago Miserin dove si dedicò alla
pastorizia convertendo la popolazione. Si dice
che abbia scolpito personalmente una statua della
Madonna, ponendola poi in una piccola cappella
che presto diventò meta di pellegrinaggi.
La zona venne denominata Champorcier (Campo di
Porzio) diventato poi Saint Porcier. |
SAN FORTUNATO
Legionario, fu anche lui giustiziato insieme
ai suoi compagni della Tebea, dopo essersi rifiutato
di sacrificare agli dei ed aver gettato via le
armi, inginocchiandosi e pregando Dio di accettare
il sacrificio suo e dei suoi commilitoni.
Il suo corpo sembra esser stato traslato da Augaunum
a Roma. Fu venerato infatti nelle Catacombe di
Santa Priscilla dove il corpo rimase fino agli
inizi del 1600 quando, dopo una ricognizione,
venne traslato a Turbigo assieme ad altri quattro
corpi di martiri.
Nel 1950 ca. il parroco di Lonate Pozzolo richiese
con grande ardore uno dei corpi dei martiri e
gli vennero concesse le spoglie di San Fortunato
che vennero traslate nel paese tra grandi festeggiamenti
e sistemate in una splendida urna sotto l'altare
Maggiore della Parrocchia. (Vedi foto
a destra).
Tuttavia, anche la cittadina di Casei vanta delle
reliquie di San Fortunato che sarebbero state
traslate da Roma a Casei verso la metà
del 1700.
Probabilmente si tratta di due santi omonimi appartenenti
entrambi alla mitica Legione. |
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SANT’ANTONINO
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Nato a Tebe, venne allevato secondo
i dettami religiosi e si arruolò nella
Legione Tebea insieme a s. Espedito e a San Fedele,
sotto il comando di s. Maurizio.
Ad Auganum si
unì a tutti i suoi compagni nell’affermare
la sua fede cristiana ma riuscì a fuggire,
benché ferito, e a raggiungere Piacenza
dove, accolto dal nobile Festo cominciò
a predicare.
Scoperto, gli venne imposto di sacrificare
alla dea Minerva ma, rifiutatosi, venne ucciso
per decapitazione sulle rive del fiume Trebbia,
entro cui venne gettato.
Si narra che, per intervento
di due angeli, il capo e il sangue raccolto in
un'ampolla vennero depositati nella casa di Festo
che successivamente ne trovò anche il corpo
che seppellì con le altre reliquie. Le
sue spoglie sono conservate con quelle di san
Vittore a Piacenza e sembra che il suo sangue
abbia le stesse proprietà di quello di
San Gennaro.
E’ Patrono di Piacenza e viene quasi sempre
rappresentato con uno stendardo della Legione
Tebea. |
SAN COSTANZO
Viene ricordato il 22 settembre.
Il suo nome, molto diffuso grazie al grande Costantino
e ad altri imperatori romani, vuol dire “colui
che è saldo nella fede”.
Insieme ad altri suoi commilitoni della Legione,
scampò al massacro e si diresse verso la
Val Maira dove sembra, insieme a san Ponzio, si
diede ad evangelizzare le popolazioni della zona.
Successivamente, però, venne di nuovo perseguitato
a causa della fede e decapitato nei boschi della
Val Maira.
Nel presunto luogo della decapitazione venne poi
costruita una chiesa a lui dedicata, attorno a
cui si sviluppò una cittadina a lui intitolata,
Villar San Costanzo, di cui è Patrono.
E' anche Patrono di Saluzzo.
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SAN VALERIANO
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Appartenente alla Legione
Tebea, riuscì a sfuggire alla decimazione
e riuscì a rifugiarsi nella Val di Susa.
Là si diede ad evangelizzare le popolazioni
nei pressi di Cumiana, dove però venne
probabilmente raggiunto anche lui dai suoi ex-commilitoni,
che l'uccisero.
Una leggenda vuole che là
dove si inginocchiò per l'ultima volta,
rimase l'impronta delle sue ginocchia. Là,
dunque, venne poi costruita una cappella.
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SAN SEVERIANO
Patrono di Polonghera.
Sembra esser stato anche lui
un legionario della Tebea. Il suo corpo, una volta conservato
a Cervere di Saluzzo, nella prima metà del 1600
venne concesso alla cittadina di Polonghera dove poi
rimase.
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SAN DONNINO, cubicularius, maestro di camera
Soldato e martire sotto il regno
di Diocleziano venne decapitato con i suoi commilitoni
per aver aiutato i cristiani che venivano torturati.
Si narra che egli raccolse la sua testa e guadò
il vicino fiume, giungendo sull'altra sponda,
dove più tardi verrà eretta una
cattedrale a lui dedicata.
Se non viene rappresentato come Santo Cefaloforo,
cioè senza la testa o con la propria testa
in mano, San Donnino viene quasi sempre ritratto
con un cane accanto, poichè aveva guarito
una donna morsa da un cane rabbioso.
Avrebbe infatti il potere taumaturgico di guarire
dal morso di cani affetti da rabbia e dal morso
di altri animali velenosi.
In base a tale leggenda, nella zona di Parma,
nella festa di questo Santo, per tradizione, si
faceva mangiare del pane benedetto ai cani per
preservarli dalla rabbia.
E' Patrono di Fidenza.
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SANT'INNOCENZO, Soldato
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Le sue spoglie si trovano ad Aosta.
Nella sacrestia della certosa di Calci (Pisa)
è conservata una reliquia di questo Santo
con la seguente scritta: Reliquiae Sancti Innocentii
M.
Viene ricordato il 22 settembre. |
SAN SECONDO
Era uno dei capi della Legione e venne ucciso
prima di attraversare le Alpi, poiché venne
giustiziato a Vittimulo.
Era diretto insieme ad altri soldati verso la
Svizzera ma, avendo proclamato la sua appartenenza
alla fede cristiana, era stato imprigionato e
condotto in catene a in quella cittadina, dove
venne giustiziato.
Le sue spoglie rimasero là fino al IX secolo,
poi vennero traslate in varie zone, tra cui Torino,
nel Duomo di San Giovanni Battista, mentre il
capo venne conservato a Novalera e successivamente
portato a Ventimiglia, di cui divenne Patrono
contro la pestilenza, per aver liberato la città
dalla malattia.
Viene ricordato, come Sant’Alessandro, il
26 agosto.
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Si dice che appartenessero alla Legione Tebea anche
moltissimi altri martiri, la cui storia a volte sfuma
nella leggenda e nella sovrapposizione con altri personaggi,
indubbiamente santi anch'essi, ma di epoche diverse.
Vengono spesso citati come trucidati nella carneficina
di Augaunum e dintorni anche:
Defendente, Ponzio, Alverio,
Cassio e Fiorenzo, Sebastiano, Tegolo, Verano, Evenzio,
Pancrazio, Leone, Dalmazio o Dalmazzo, Tiberio, Carpoforo,
Essanto, Severo, Licinio, Severino, Vitale, Costanzo,
Ponzio, Teonesto, Espedito, Gusmeo e Matteo. |
San Defendente
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San Ponzio
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Santi Cassio e Fiorenzo |
San Tegolo |
San Magno al centro, San Maurizio,
San Costanzo,
San Ponzio, San Chiaffredo, San Dalmazio, San
Pancrazio |
SANTA VARENA
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Sembra, inoltre, che tra gli altri martiri sia da ricordare anche una donna,
Santa Varena, giunta anch'essa dall’Egitto
e che, al seguito della Legione, svolgeva la funzione
di vivandiera.
Allontanatasi dal grosso dell'esercito e sfuggita
dunque alla decimazione, avrebbe vissuto nella
zona di Villa del Foro, prima di recarsi a Milano,
per poi raggiungere un paese delle Alpi svizzere
dove si dedicò alla cura dei lebbrosi,
morendo poi per il contagio.
La festa di Santa Varena si celebra a Villa del
Foro con una processione a fine agosto, inizi
di settembre.
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SANTI FELICE E REGOLA
Anche se probabilmente la loro
appartenenza alla Legione Tebea è una leggenda,
i Santi Martiri Felice e Regola ed il loro servitore
Essuperanzio vengono ricordati tra i tanti martiri
morti nella decimazione o successivamente.
Scampati al massacro, essi si sarebbero rifugiati
a Zurigo dedicandosi all'evangelizzazione della
città ma, scoperti dalle autorità
romane, vennero condannati alla decapitazione
dal Governatore.
Come San Donnino, farebbero parte dei cosiddetti
santi Cefolofori, cioè "portatori
di testa", in quanto avrebbero preso le loro
teste cadute in terra e le avrebbero portate sino
al luogo della loro sepoltura.
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I tre santi sono rappresentati nel vessillo
in alto a destra
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SANTI GUSMEO E MATTEO SOLDATI
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Sulla vita dei Santi Gusmeo e Matteo Martiri, patroni di Gravedonia sul Lago di Como, si raccontano due differenti versioni.
Una racconta che erano compagni dei santi Fedele e Carpoforo prima citati e che con questi subirono il martirio durante la persecuzione di Massimiano, ma dalla lettura della Vita dei Santi Fedele e Carpoforo non si fa menzione della loro amicizia.
Si è quindi venuti alla conclusione che Gusmeo e Matteo facessero comunque parte della Legione Tebea e che come altri loro compagni erano riusciti a sfuggire al massacro di Augaunum e a rifugiarsi a Gravedona, dove però vennero comunque scoperti ed uccisi.
Non vi sono però notizie certe e testimonianze prima del rinvenimento dei loro corpi avvenuto nel 1250 circa. I loro resti vennero venerati e lo sono tuttora nella chiesa del capoluogo. La loro ricorrenza viene festeggiata l'11 settembre, data in cui i corpi vennero rinvenuti.
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Si ringrazia per il contributo all'idea
e per alcune foto, Fabio Arduino, i cui articoli troverete
nel settore Collaborazioni
- Per altri Santi Militari, vedere in Religiosità:
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