Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

LE POESIE, LE CANZONI E I PRESEPI DI
PADRE LUCIO MARIA ZAPPATORE



P. Lucio Maria Zappatore è da poco il Parroco della Parrocchia romana dei SS. Silvestro e Martino ai Monti.
Carmelitano (O. C.), già lo conoscevamo da tempo, poichè uno dei nostri Parroci precedenti, scoppiettante e pieno di idee come lui, P. Antonio, con lui aveva preso i voti e con lui ha voluto festeggiare i 40 anni di Ordinazione, invitando anche noi alla cerimonia.
Lo vedevamo, inoltre, in qualche Messa solenne che raccoglieva i Carmelitani sparsi nelle varie Parrocchie romane... ed era noto, poi, il suo impegno di divulgazione della devozione al Beato Angelo Paoli, suo punto di riferimento, che è sepolto proprio nella nostra chiesa...
Ed ora è la nostra guida spirituale.

P. Lucio è eclettico; è' un poeta che scrive in romanesco, è un musicista, compositore di tante canzoni religiose che da tempo cantiamo durante la Messa, ma soprattuto è il sacerdote che fece dire in dialetto romanesco Volemose bene” a Giovanni Paolo II, durante l’incontro con il clero romano, il 26 febbraio 2004. Moltissimi, sicuramente, avranno già sentito parlare di questo aneddoto.

Questo è quello che lui racconta a tutti, riguardo a questa esperienza col Papa polacco, in cui gli fece dire: “Damose da fa. Volemose bene. Semo romani”.
«L’anno prima il Papa disse a noi parroci che aveva fatto il conto di essere più romano che cracoviense, perché era da 24 anni vescovo di Cracovia e da 25 vescovo di Roma – ricorda Padre Lucio -. Così mi è nata l’idea di chiedergli di parlarci in romanesco. Portai anche un’altra motivazione al Papa, e cioè che ogni volta che andava a visitare un Paese all’estero, faceva un saluto nella lingua locale, per entrare ancor di più nel cuore delle persone. Allora, perché no anche ai romani?».

La domanda creò qualche imbarazzo alle spalle del Papa che sembrava piuttosto divertito da quella provocazione. «Notai un po’ di trambusto, dietro al Papa si sono subito allertati, perché di solito le domande che le persone gli rivolgono in udienza sono concordate con la Prefettura Pontificia.
La mia richiesta, invece, non era prevista. Poco dopo gli passarono un foglio – ricorda padre Lucio - e lui scelse le tre frasi che tutti ricordiamo: “Damose da fa. Volemose bene. Semo romani”.

E’ stato per un considerevole numero di anni il parroco di Santa Maria Regina Mundi a Torre Spaccata e per inclinazione, a nel tempo libero, si è dilettato a scrivere poesie significative nella lingua di Trilussa, cosa che gli riesce particolarmente bene, dedicandole non solo al Papa polacco, ma anche a Papa Benedetto e all'argentino, Francesco.

P. Lucio è anche compositore di musica e testi sacri e nel suo ruolo di Parroco di una grande Parrocchia di periferia ha dato vita alla A.P.C.T, sorta ufficialmente il 10 novembre 1975, per promuovere, in una zona senza iniziative culturali, formazione, insegnamento della musica, della chitarra classica, del pianoforte, del flauto, del canto come mezzo educativo, creando il primo coro di bambini per il servizio liturgico della Parrocchia, seguendo i principi pedagogici del Metodo Corale del musicista ungherese Zoltan Kodàly, organizzando moltissimi concerti con ottimi musicisti. A queste esperienze, si affiancarono un corso di danza classica e quello di un laboratorio teatrale, animazione del concerto di Natale, ecc.

Le sue canzoni più "gettonate" sono "Oggi è festa" - Santo - Padre Nostro - Benedetto sei tu - Nel cuore un sogno - Madonna de noantri (in romanesco) e l'Inno alla Gioia, l’inno dell’U. E.
Realizzato da Beethoven a conclusione della nona sinfonia, è un annuncio di pace, di amicizia, di unione spirituale e universale che si conclude in quell'apoteosi di suoni :che è l' Inno alla gioia.
La versione del testo realizzato da P. Lucio per i sui Piccoli Cantori è, ovviamente, in italiano.

Ha, inoltre, scritto mol te canzoni che evidenziano la spiritualità Carmelitana:

Sorse Elia Profeta - Fior del Carmelo - Gloria del Libano -. Evviva la bella - Beata, beatissima Vergine Maria - Stella del Mare - O Maria Vergine del Carmelo - Guidaci Maria - Quanto son belli i tuoi passi, figlia di Sion -

.Ma sono tante e tante le collaborazioni che ha effettuato con vari musicisti, realizzando anche solo testi.

 

http://tidido.com/it/a35184374053228/songs

 

 

E vogliamo parlare delle sue poesie?

Per ora ci riferiamo solo a quelle dedicate ai 3 Pontefici con cui lui ha avuto una "certa confidenza"..

AR PAPA NOSTRO, GAJARDO E TOSTO!
(in ricordo di Giovanni Paolo II)

Ciài lassati così, a poco a poco,
sempre più curvo in quer vestito bianco.
Fino all’urtimo hai fatto véde er foco
ch’ardeva drento ar core tuo, mai stanco.

Quanno ch’hai dato er pugno sur leggìo,
perché nun ce riuscivi più a parlà,
se semo messi tutti a pregà Iddio,
che te facesse ancora un po’ campà.

Ciài visto ‘n quela piazza? Che rimpianto!
Ce bastava sapé che stavi lì:
saressimo restati nun sai quanto,
pe’ fatte compagnia e facce sentì.

Ma mo te ne sei annato veramente,
e ce resta quer: “damose da fà”!
Tu nun ciài detto “dateve”, ma in mente,
te vorzi mette in mezzo p’ aiutà.

Io penzo che l’hai detto a sta magnera,
sapenno che la strada de quaggiù,
sarebbe stata certo più leggera,
si ‘n mezzo a noi ce stassi puro Tu!

‘NA FINESTRA SU NER CELO

“Possiamo essere sicuri che il nostro amato Papa sta adesso alla finestra della casa del Padre, ci vede e ci benedice” (
dall’Omelia del Card. Ratzinger durante il funerale di S. Santità, il Papa Giovanni Paolo II, 08.04.05)

Dio, che pace, che luce: finarmente
so’ giunto anch’io quassù. Ma sai ch’edè?
Me sento ancora preso co’ la mente
a guardà giù, p’annà a vedè che c’è.

Famme aprì ‘sta finestra: giù se sente
un bisbijo de canti e nun zocchè.

Anvedi là a San Pietro quanta gente
che sta a fa er funerale proprio a me!
L’ho cercati p’ er monno da quer dì:
per cui se spiega come a sta magnera,
li giovani mo stanno tutti lì.

Ma senti er Cardinale che sta a dì:
com’ha fatto a vedemme da la tera
affacciato ‘n finestra a bbenedì?

 

 

L’ABBITINO DER PAPA GIOVANNI PAOLO II

E’ stato l’Abbitino benedetto
la prima garza, quella c’ha fermato
er sangue che scoreva giù dar petto
quer giorno che successe l’attentato.
Da quanno ch’eri ancora ragazzetto,
portavi sempre ar collo intorcinato
‘sto segno de Maria, der suo affetto,
che co’ ‘sto dono Lei cià dimostrato.
Quanno sabbato, er giorno de Maria,
hai chiuso l’occhi e s’è squarciato er velo
te sei trovato in bbona compagnia:
co’ l’angeli e li santi a bruciapelo,
te s’è aperta davanti quela via
p’ annà a ‘ncontrà la Mamma su ner celo.

(Luglio 2005)

Il Papa Giovanni Paolo II ha sempre manifestato pubblicamente la sua devozione alla Madonna del Carmine, di cui portava lo Scapolare (l’”abitino”) fin da ragazzo.

Il giorno dell’attentato lo scapolare che indossava, sotto la veste bianca papale, rimase insanguinato.
Il S. Padre, al ritorno dall’ospedale, chiese ai Padri Carmelitani della Traspontina un nuovo scapolare e mandò un mazzo di rose rosse alla Madonna del Carmine

 

SEMO ROMANI!


“In quanto cattolici, in qualche modo, tutti siamo anche romani… siamo tutti nati a Roma.”
(dall’Omelia per l’insediamemto sulla Cattedra di Roma, in S. Giovanni in Laterano, del Papa Benedetto XVI, 07.05.05)

Papa Giovanni Paolo Seconno
sorprese a tutti quanti, quanno disse:
“Semo romani!” e fino ‘n capo ar monno
sapessi er battimani che sortisse!

Ma mo che Benedetto, chiaro e tonno,
ha detto ‘n’antra cosa da stupisse:
che tutti li cristiani ponno, in fonno,
esse romani! E no! Famo a capisse!

Ce pò stà bbene sì, che puro quelli,
se fanno come noi, ma so’ antri piani:
nun c’entra co’ la storia e li gemelli!

Nun pò valè pe’ tutti li cristiani,
quer che disse de noi er sommo Belli:
“Noi, pe’ grazzia de Dio, semo Romani!”

Per Papa Benedetto, in occasione della sua visita al Campidoglio nel 2009, P. Lucio aveva già composto un'altra poesia:

Er Papa che salisce ar Campidojo
è un fatto che te lassa senza fiato,
perché stavorta sòrte for dar sojo,
pe creanza che tiè ‘n bon vicinato.

Er Sinnaco e la giunta co l'orgojo
jànno fatto un invito, er più accorato,
perchè Roma -se sà - vojo o nun vojo,
nun pò fà propio a meno der Papato.

Roma, tu ciài auto drento ar petto
la forza pe portà la civirtà.
Mò che Pietro t’ha messo er su' zucchetto,

ETERNA Iddio t’ha fatto addiventà.
Accoji allora Papa Benedetto
che viè pe benedìtte e ringrazzià!

HABEBAMUS PAPAM!
(AR PAPA CHE SORTE, BENEDETTO XVI)

So’ rimasto de stucco! Che sconforto
ner sentì ch’ha deciso de mollà.
Er Papa, a Roma, o è vivo oppuro è morto:
nun ce sò vie de mezzo da inventà.

“Si more un Papa ne viè un’artro”: è tosto,
ma mò nun vale più: come diremo?
“Ogni morte de Papa” ... ma all’opposto
‘sto Papa campa: che ce inventeremo?

Ma er core a noi ce dice de fidasse,
‘sto Papa… lui lo sa quello che fa.
prima  ch’er tempo se lo buggiarasse,
s’è aritirato solo e in umirtà.

E la Fede me dice da che esisto,
che la Barca de Pietro nun s’affonna;
ché, Papa doppo Papa, è sempre Cristo,
a manovrà er timone e a sfragne l’onna.

Roma, 13 Febbraio 2013

  PAPA FRANCESCO
(Le confidenze de lo Spirito Santo)

Mentre stanno a discute in tonno in tonno
sur Papa da portà sur sagro sojo,
so’ annato zitto zitto ‘n capo ar monno,
e j’ho sfornato er Cardinal Bergojo. 

‘Sto nome l’ho infilato piano piano,
tra un voto e l’artro senza fà rumore; 
peccui se sò trovati tra le mano,
‘sto  Papa, che de certo è un bon pastore. 

“Francesco”: su ‘sta scerta nun m’immischio,
anzi j’ho detto: “su, mò tira er freno, 
un nome più tranquillo, senza rischio
ma lui è annato dritto com’un treno.

Mò co ‘sto nome sulle spalle, hai visto
mai che riesce a raddrizzà er timone,
a mette tutti in fila dietro a Cristo,
e a sistemà magara er Cuppolone?

Roma, 15.03.2013

 


 

 

 

 

Qualche foto della Sua nomina a Parroco della chiesa dei SS. Silvestro e Martino, a Roma

6-11-2016, assieme il Vescovo Gianrico Ruzza, Vescovo del Settore Centro

 

 

Consegna delle chiavi della Basilica

 

La conserverò con estrema cura...

 

Vi aspergo con l'acqua battersimale

 

Incensazione del Reliquiario di S. Martino

Un nuovo impegno...

 
 

 

 

I PRESEPI DI PADRE LUCIO

Oltre a quanto sopra, abbiamo saputo che P. Lucio è un appassionato di Presepi, raccolti nei lunghi anni della sua professione, provenienti da ogni parte del mondo, da cui spesso glieli portavano i suoi fedeli. La collezione, ha così preso una consistenza imponente, fino ad arrivare a quasi 500 pezzi diversi.

Ce ne sono per tutti i gusti: grandi, piccolissimi, di stoffa, gesso, metallo, ceramica... e chi più ne ha più ne metta...
Alcuni sono stati realizzati da suoi amici e parrocchiani con materiale di scarto, riciclato e rinato a nuova vita. Sono stati utiizzati chiodi, pillole, pane (le famose rosette, ma anche altro), balza di legno, pasta, il cruscotto di una macchina...
Insomma, sono anche parecchio "curiosi"....

La mostra è stata allestita nella cripta dell'antica chiesa

 

VISIONE DALL'ALTO

 
 

VISTA D'INSIEME

 
 

 

 

CARRELLATA

 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 

 

 

SPIRITOSI

 
 

 

LA MADONNA CHE FILA LA LANA

 
 

 

 

GRUPPI MISTI

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

PEZZI SINGOLI, VARIE TECNICHE, VARI MATERIALI

 
 

LEGNO, IUTA, CERAMICA

DIPINTI SU VETRO

VARI MATERIALI E TECNICHE

IN CERAMICA

 

 

 

NELLA PIETRA

 


SOTTO VETRO

CON LA SABBIA, A TEATRINO E ALTRO

 

ETNICI

 

IN MERLETTO

SOTTO LA CAMPANELLA DI VETRO

 

CIOTOLA E PIATTINO

 

IN CERAMICA

 

 

 

 

VARI PRESEPI INTAGLIATI SU LEGNO

 

 

 

CLASSICI

 
 
 
 
 
 

 

 

I PIU' CURIOSI

IL PRESEPE NEL PANETTONE AL CIOCCOLATO

 

SOSPESO NELL'ARIA

IN UN PICCOLO TELEVISORE

 

NEL MANGIANASTRI E TANTO ALTRO

 

NELLA SCATOLA DI FAGIOLI

 

SU PAPIRO

 

CON SEMI DI QUALCHE FRUTTO ESOTICO

 
 

 

NEI GUSCI DI ALCUNI FRUTTI

 

 

IN UNA BOTTIGLIA DI PROFUMO, IN UN'ANFORA E IN UNA LATTINA DA BIBITE

 

iN UN CIOCCO DI LEGNO - SU UNA SCACCHIERA

 

UTILIZZANDO DEL PANE

 

CON CANNE DI BAMBU'

 

CON LA PASTA

 

NELLA BOTTICELLA


NEL FLACONE DELLE MEDICINE

 

TUTTO DI CHIODI, CORREDATO DA UNA POESIA IN ROMANESCO

 

UN ANTICO CAPO-LETTO CON SACRA FAMIGLIA

 

IN UN CRUSCOTTO DI UNA MACCHINA

 

 

 

asconi)

GUIDA AI PRESEPI

 

Ecco l'elenco di tutti i Presepi realizzati, alcuni apposta da artisti particolari. Cercate di rintracciarli...

 

- 1 - Presepio artistico in stoffa inamidata

- 2 - Col pongo, fatto dai bambini di prima elementare

- 3 - Dalla Puglia su un tronco di ulivo

- 4 - Da Lecce (Puglia), artistico in cartapesta
- 5 - Da S. Gregorio Armeno ()Na) il paese dei presepi
- 6 - Da Wadovice (il paese natale di Papa Giovanni Paolo II)
- 7 - Un'orchestra che diventa presepio (G. Bernasconi)
- 8 - Mulino a vento da Trapani (Sicilia)
- 9 - Rigatoni e spaghetti
- 10 . Realizzato interamente con chiodi e viti ( G. Bernasconi)
- 11 - Gli scacchi non si danno battaglia ma vanno al presepe (G. B.)
- 12 - Dentro una noce (G. Bernasconi)
- 13 - Con gli stuzzicadenti (G. Bernasconi)
- 14 - Presepi in miniatura (gusci di pistacchio, noccioline.. )
- 15 - In una saponetta profumata
- 16 - Con la lava dell'Etna
- 17 - Coppia di presepi africani di stoffa e arbusti
- 18 - Dentro un contachilometri, una radiolina, un cellulare
- 19 - Con i fagioli, dentro una scatola di fagioli
- 20 - Con cerchi uniti, realizzato da una comunità di disabili
- 21 - Dentro una lattina
- 22 - Presepe con la Cattedrale di Varsavia, realizzato con carta stagnola colorata
- 23 - Da Betlemme, in feltro
- 24 - Dalla Bolivia
- 25 - Dal Trentino, in ferro battuto colorato
- 26 - Con tre bicchieri di plastica (realizzato da un bambino)
- 27 - Tegola dipinta (A. Cofano)
- 28 - Realizzato con corallo rosso di Trapani (Sicilia)
- 29 - Dall'Africa, in pietra saponaria
- 30 - Classico presepe napoletano
- 31 - Botticella dalla Sicilia
- 32 - Dall'Africa, in ebano

- 33 - Da Praga
- 34 - Da Betlemme, in compensato a strati sovrapposti
- 35 - Mappamondo in legno di balza
- 36 - Dalla Colombia con foglie esotiche
- 37 - Da Stoccolma
- 38 - Angelo di Natale dall'Austria
- 39 - Dal Cile
- 40 - Dagli indiani d'America (Bambinello sulla spalla di Maria)

- 41 - Da Hong Kong
- 42 - Da Haiti
- 43 - Dalla Svezia
- 44 - Mattonella in gesso (D. Longo)
- 45 - Presepio in pillole (G. Bernasconi)
- 46 - Dalle filippine (lava dell'eruzione del 1992)
- 47 - In terracotta
- 48 - Da Tropea (Calabria)
- 49 - Dentro una boccetta di profumo
- 50 - In legno delle Dolomiti
ecc..


 

 

 

 

Beh, mi sembra di aver narrato e rappresentato abbastanza... Che ne dite?

 

 

 

 

Altri link connessi al Presepe ed al Natale:

 

- I miei Presepi

- I miei Presepi, altre curiosità


- Storia del Presepe

- In giro per Presepi

 

- Presepi amici

 

- Altri Presepi

- Concorso Presepi 2008

- Concorso Presepi 2011

- Concorso Presepi 2013

 

- Mostra di 50 Presepi, Basilica di S. Antonio al Laterano 2011-12, Roma

 

- Mostra dei 100 Presepi, Basilica di S. Antonio al Laterano, 2015-16, Roma

- Vetrina di Natale

- Chi è Babbo Natale?

- Canti natalizi

- Preghiere a Gesù Bambino

- Poesie natalizie

 

- Letterine di Natale

 

e

* In Di tutto un pò: Il Presepe dei Netturbini romani

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e Nel mondo di Orietta:


- Il Natale di Orietta

 

 

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