* Signore, perdonaci
Signore, Ti chiediamo
* Signore, Ti ringraziamo
Signore, non contento di esserti sacrificato per averci
commensali con te in paradiso, Tu ci nutri di te stesso perché
noi possiamo in qualche modo diventare ‘con-corporei e consanguinei’
tuoi. Grazie, Signore! *
|
che il corpo, che la Vergine Immacolata ha dato alla seconda
Persona della Santissima Trinità, non era un corpo ‘apparente’,
ma ‘reale’ .
Signore, noi crediamo che il Verbo che si è incarnato nel
seno purissimo della Piena di grazia ha veramente sofferto,è morto e risorto per la salvezza del genere umano.
Signore, noi crediamo che chi si astiene dall’Eucaristia,
lo fa “perché non confessa che l’Eucaristia è la carne di nostro
Signor Gesù Cristo, quello che ha sofferto per noi e che
il Padre, nella sua bontà, ha risuscitato”
Signore, noi crediamo che solo una fede granitica nella
presenza reale di Gesù nell’Eucaristia portava i primi cristiani
a quelle rischiose adunanze nelle quali, oltre al ‘pane della
parola’ si ‘spezzava’ e si distribuiva il pane eucaristico.
Signore, noi crediamo che la fede nella presenza reale di
Gesù nella santissima Eucaristia è la condizione indispensabile
per accedere alla Santa Comunione. Anche tra i primi
cristiani “A nessuno era permesso parteciparne se non crede”
alla dottrina della Chiesa.
Signore, noi crediamo che l’Eucaristia è la carne di Cristo.
Infatti quando, nella comunione, prendiamo il pane e il
vino (consacrati) “Non li prendiamo come pane comune e
vino comune, ma come Gesù Cristo nostro Salvatore, fatto
carne per il logos di Dio, ebbe carne e sangue per la nostra
salvezza”.
Signore, noi crediamo che “Il cibo eucaristizzato per il
logos della preghiera che viene da Lui - cibo per il quale il
sangue e le nostre carni sono nutriti per trasformazione - è
la carne e il sangue di quel Gesù fatto carne”.
Signore, noi crediamo che Gesù, che si è dato in sacrificio
per noi sulla croce, si è dato a noi, nella Santissima Eucaristia,
anche in cibo. Sacrificio e cibo finalizzati e consistenti
essenzialmente ambedue in “Azione di grazie” e “offerto in
tutto il mondo”.
Signore, noi crediamo che, ricevendo l’Eucaristia, dobbiamo
- come i primi cristiani - innalzare preghiere sia per
noi stessi, sia per gli altri. Solo così saremo seguaci di Gesù
che per tutti è morto ed è risorto, per tutti è cibo e bevanda
sempre disponibile.
quanto abbiamo ricevuto con religiosa pietà dai nostri antenati.
Ad essa vogliamo rimanere uniti per la vita e per l’eternità.
Signore, noi adoriamo, nel pane e nel vino ‘eucaristizzati’,
la seconda Persona della santissima Trinità, che si è
incarnata per la nostra salvezza.
Signore, noi adoriamo l’infinita compassione che il Verbo
incarnato ha avuto per noi, quando ha lasciato la ‘destra
del Padre’ e ha accettato di ritrovarsi in una stalla.
Signore, noi adoriamo la tua determinazione di risollevarci
dallo stato in cui eravamo. E’ per questo che l’Unigenito
di Dio ha camminato per le nostre strade e con inaudita
pazienza ha cercato di sollevare le nostre conoscenze verso il
mistero dell’Amore infinito.
Signore, noi adoriamo la sincerità del tuo amore verso
di noi. Al punto che hai accettato che il Figlio tuo unico
si sacrificasse perché noi non perdessimo quella vita per la
quale eravamo stati da te creati.
Signore, noi adoriamo la verità del tuo amore per noi,
Infatti hai accettato che la seconda Persona della Trinità
santissima, pur risalendo al cielo, non lasciasse mai più noi
creature umane redente, perché conosceva che le nostre fragilità
ci avrebbero nuovamente reso preda troppo facile per
il tuo e per il nostro avversario.
Signore, noi adoriamo la dedizione, per noi impensabile,
della tua passione per noi. Per addestrarci a pensare, a
sentire, a vivere come si pensa, si sente e si vive in paradiso,
hai deciso di nutrirci del pane del cielo: il tuo Corpo e il tuo
Sangue.
Signore, noi adoriamo la tua volontà di averci tutti con
te in Paradiso. Infatti non solo ci hai istruito e ci hai redento,
ma continuamente ci offri, come un premurosissimo
Padre, ciò che serve e che giova per arrivare al traguardo che
hai deciso di donarci. Ci offri addirittura te stesso.
Signore, è detto nella Sacra Scrittura che la tua delizia è
stare con i figli degli uomini. Ti adoriamo per tanto amore.
Anche la nostra aspirazione è quella di vivere eternamente
con te. Allenaci a quella vita.
*
quando veniamo a riceverti nella S. Comunione o ad adorarti
senza riflettere al dono incredibile di Te, che Tu ci fai.
Signore, perdonaci quando veniamo a riceverti nella S.
Comunione, ma il nostro interesse unico, o almeno principale,
non sei Tu.
Signore, Tu ci hai detto Cercate il regno di Dio e la sua
giustizia e tutte queste cose vi verranno date in aggiunta. Noi,
invece, per le cose contingenti, per le quali inoltre c’è la tua
garanzia, trascuriamo l’essenziale: la tua parola, la tua persona,
la comunione con te. Perdonaci, Signore!
Signore, per aiutarci a conquistare il regno di Dio, per il
quale ci hai creato, Tu ti sei incarnato e rimani accanto a noi
sempre. E noi viviamo come se Tu non ci fossi. Perdonaci,
Signore.
Signore, perdonaci, per tutte le volte che passiamo accanto
a una chiesa, dove Tu stai, e non ci curiamo di fermarci
un momento per farti un ‘saluto’ e dirti un ‘grazie’.
Signore, perdonaci quando diciamo, a volte, anche molte
preghiere ai Santi e non ci preoccupiamo di venire davanti
al Tabernacolo santo, dimenticando che lì ci sei proprio Tu
e che i Santi sono solo intercessori presso di te.
Signore, perdonaci quando non ti ringraziamo per il
dono dell’Eucaristia, dimenticando che essa è la sintesi dei
due misteri fondamentali della nostra santa fede: la tua Incarnazione
e la tua Passione e Morte.
Signore, perdonaci quando ci accostiamo a riceverti
nell’Eucaristia e, invece di nutrire sentimenti di dolore per i
nostri peccati e di gratitudine per il dono che ci hai fatto, ci
permettiamo di giudicare non benevolmente il nostro prossimo.
Signore, perdonaci quando veniamo a comunicarci e ti
raccontiamo tutte le nostre traversie, dimenticando quelle
degli altri: come se non fossero nostri fratelli da amare in
Te, che per aiutare noi e loro ti sei fatto nostro fratello e per
darci una mano rimani sempre fra noi.
*
tanta fede nelle tue parole: il Pane che io vi darò, è la mia
carne per la vita del mondo.
Signore, ti chiediamo di aiutarci ad avere, verso di Te,
almeno tanta buona educazione quanta ne abbiamo tra noi.
Quando una persona viene a farci una visita in casa nostra,
non la lasciamo sola. Verso di te, invece, che hai deciso di
rimanere con noi fino alla fine del mondo per aiutarci, non
troviamo un momento per farti compagnia e dirti ‘grazie’.
Signore, ti chiediamo di donarci un po’ di intelligenza
per capire quanta gratitudine dobbiamo a te e donaci un
po’ di determinazione per far diventare nostra scelta di vita
quella comprensione.
Signore, l’Apostolo delle genti ha scritto Se Dio è per
noi, chi sarà contro di noi? La sua fede poggiava tutta su te.
Aiuta la nostra fede insignificante, perché possa acquisire
quella stessa sicurezza e decidere di dare alla nostra vita la
determinazione di essere un po’ più con Te.
Signore, ti chiediamo la capacità, quando ci confidiamo
con un fratello in difficoltà, di parlare, con convinzione,
della tua presenza reale nella Santissima Eucaristia e di
mostrare, con le nostre scelte, che su quella convinzione noi
regoliamo la nostra stessa vita.
Signore, è commovente pensare al martire Lorenzo, che
preferisce perdere la sua giovanissima vita, piuttosto che lasciare
agli increduli l’Eucaristia che portava ai malati e ai
carcerati. Ti chiediamo per noi un po’ di quella fede perché
ci aiuti nelle scelte esistenziali della vita nostra.
Signore, ti chiediamo di aiutarci a capire che avere Te
fra noi è avere la nostra stessa salvezza eterna, se sapremo e
vorremo servirci del tuo aiuto e dei tuoi doni.
Signore, il mercante avveduto della parabola evangelica
ebbe l’accortezza di posporre ogni bene al possesso del
tesoro nascosto nel campo. Noi siamo duri di mente e non
ci rendiamo conto che rischiamo l’eternità. Dacci luce, volontà
e un po’ di scaltrezza, almeno per trattare i nostri stessi
interessi.
Signore, siamo coscienti che continuamente pecchiamo.
Dacci saggezza per renderci conto che se Tu fra noi rimani
e a disposizione nostra, lo fai proprio per darci forza nelle
prove e coraggio nelle cadute.
*
per i suggerimenti meravigliosi che ci offri per aiutare la nostra
miopia spirituale. Aiutaci a capirti e a voler approfittare
delle tue ispirazioni.
Signore, conoscendo la fragilità della nostra volontà, Tu
ci offri un alimento che dà forza e decisione: la tua Carne e
il tuo Sangue. Grazie, Signore.
Signore, grazie per l’invito tuo a nutrici della tua Carne
e a dissetarci del tuo Sangue. Anche la S. Chiesa, tua Sposa,
ci raccomanda di comunicarci spesso, ‘anche tutti i giorni’.
Tu e la S. Chiesa non perdete occasione per suggerirci quanto
serve per raggiungervi nel Paradiso.
Signore, grazie perché, conoscendo quanto abbiamo bisogno
di te, ti sei messo a nostra disposizione in ogni ora del
giorno e in ogni luogo della terra. Ricordaci che approfittarneè da saggi.
Signore, grazie per gli insegnamenti che ci dai attraverso
gli scritti apologetici dei tuoi ministri e nostri pastori. La
loro parola è tanto più convincente in quanto è avvalorata
dal loro zelo, dalla loro scienza e dalla testimonianza delle
loro scelte.
Signore, sant’Ignazio e san Giustino furono difensori
strenui delle verità di fede. Per loro l’Eucaristia era la sorgente
a cui attingevano il coraggio di testimoniarti anche
col dono della loro stessa vita. Aiutaci ad amarti, imitandoli.
Grazie, Signore, di questi esempi che ci dai.
Signore, la determinazione con la quale questi, e tanti
altri martiri, hanno offerto la vita in testimonianza della verità
poggiava fondamentalmente sull’alimento quotidiano
che Tu hai lasciato per loro e per noi tutti: l’Eucaristia, Carne
e Sangue di Gesù Cristo. Grazie, Signore!.
Signore, a proposito di S. Agnese, vergine e martire, il
Vescovo e Dottore della Chiesa S. Ambrogio scrisse che dinanzi
alla lusinga di un avvenire felice, rispose: E’ un’offesa
allo Sposo attendere un amante”. Poi “Stette ferma, pregò,
chinò la testa”. Chi mai, Signore, può offrire questi miracoli
di eroismo ad una creatura che non è ancora sbocciata alla
vita? Solo Tu, forza dei deboli. Grazie, Signore. Sii Tu sempre
anche la nostra forza
Signore, grazie per la vita, la salute, l’autosufficienza e
per tutti gli altri beni che ci doni. Eternamente ti diremo
grazie per la Santissima Eucaristia. Con essa ci doni te stesso.
*
“Nel ‘dialogo con Trifone’, scritto per i giudei, la dottrina
dell’Eucaristia è felicemente completata, perché se ne
mette in rilievo l’aspetto sacrificale. Fondandosi sulle profezie
di Isaia, Zaccaria e soprattutto Malachia, Giustino distingue
tra i sacrifici cruenti del culto nazionale giudaico e
quello dei cristiani che consistono essenzialmente in azione
di grazie e sono offerti in tutto il mondo.
Solo questi sono i
sacrifici perfetti e accetti a Dio”
S. IRENEO, Vescovo di Lione, verso la fine del II secolo,
scrive: ‘Adversus hereses’.
“Sulla questione della presenza reale, Ireneo ripete le
asserzioni di Giustino. Come questi, egli stabilisce un’equazione
tra l’Eucaristia, cioè gli elementi consacrati, ed il Corpo
e Sangue di Cristo. Scrive: ‘Il pane sul quale furono rese
le grazie è il Corpo di Cristo e il Calice il suo Sangue ().
La
nostra carne si nutrisce con il calice che è il suo Sangue e
cresce con il pane che è il suo Corpo’.
La sua dottrina sull’Eucaristia è sostanzialmente uguale
a quella di S. Giustino, è però più ricca, più varia e, in un
punto almeno, più spinta.
L’Eucaristia è un sacrificio.
Come S. Giustino si rifà ai Profeti per provare che Dio
ha respinto i sacrifici, le oblazioni e gli olocausti dell’Antica
Legge () perché vuole sacrifici puri.
Per questo Gesù Cristo ha istituito l’Eucaristia.
Il pane sul quale furono rese grazie è il Corpo di Cristo e
il calice il suo Sangue.
Eucaristia e Corpo di Cristo sono per lui sinonimi, tanto
che può parlare indifferentemente dell’una e dell’altro.
Ecco un’espressione ardita: Come il pane che viene dalla
terra, avendo ricevuto l’invocazione di Dio, non è più pane
ordinario ma eucaristia, costituita da due cose, una terrestre
l’altra celeste, così i nostri corpi corruttibili, partecipando
all’Eucaristia, non sono più corruttibili perché posseggono
il pegno dell’immortalità.
Obbedendo all’ordine del Signore, la Chiesa, ed essa
sola, offre in tutto il mondo le primizie della creazione, il
pane e il vino, con rendimento di grazie e santificandole.
Ireneo non approfondisce l’equazione: Eucaristia = sacrificio
del nuovo Testamento, perché preoccupato di combattere
gli errori degli Gnostici, ma gli si farebbe un torto
a negare che dimentica questo concetto essenziale.
Egli afferma
che l’Eucaristia è un vero sacrificio, anzi il solo vero
sacrificio del Nuovo Testamento, e che essa si compie con
la consacrazione del pane e del vino. La teologia posteriore
non farà che sviluppare questi concetti” (Damiano Van Den
Eynde, ‘L’Eucaristia: S. Ignazio, S. Giustino e S. Ireneo’ in“L’Eucaristia” di A. Piolanti pag. 115-127).
*
ciò che è convinzione di tutta l’umanità: il sacrificio è una
via, da tutti accettata e praticata, per placare o propiziare la
divinità.
Signore, anche presso il popolo eletto il sacrificio era la
via ordinaria per placare, onorare, propiziare Te. Tu stesso,
Signore, lo hai suggerito nell’Antico Testamento. Perciò noi
lo crediamo.
Signore, dal Libro dei Maccabei apprendiamo che Giuda
Maccabeo, l’indomani di un’azione militare fortunata, volle, con i commilitoni vittoriosi, raccogliere i caduti. Notando
in quasi tutti amuleti, che tradivano il peccato di idolatria,
fece una colletta e la inviò ai sacerdoti perché si offrissero
sacrifici, affinché venissero prosciolti dai loro peccati.
Signore, noi crediamo nella capacità espiatoria del sacrificio
soprattutto quando riflettiamo che per i peccati
dell’umanità, per annullare i quali era sufficiente una sola
parola di Dio Creatore, il Padre volle il sacrificio di Te, suo
Figlio Unigenito, incarnato proprio per avere la possibilità
di morire per noi.
Signore, noi crediamo nell’affermazione dell’Apostolo
Paolo: Senza effusione di sangue non c’è remissione (di colpe).
E’ certo, questa, una frase misteriosa, ma dal momento che
l’ha detta l’Apostolo è vera: il sacro agiografo, che scrive, è
sempre ispirato dallo Spirito Santo, che è Spirito di verità.
Signore, per queste tue misteriose scelte noi crediamo
che anche i sacrifici incruenti, che tanti Santi si imposero
e si impongono per la salvezza dei loro fratelli, sono mezzo
efficace per ottenere per loro la misericordia tua infinita.
Signore, noi crediamo che proprio per questa misteriosa efficacia del sacrificio, Tu ci hai lasciato la santissima
Eucaristia, che è, allo stesso tempo, sacramento e sacrificio.
Sacrificio che Tu ci hai detto di ripetere sempre in memoria
del tuo divino sacrificio.
Signore, la fede del Vescovo e Martire S. Ireneo era
granitica. “Per lui ‘Eucaristia’ e ‘Corpo di Cristo’ sono sinonimi,
tanto che può parlare indifferentemente dell’una e
dell’altra”. Aiutaci a far anche nostro quel linguaggio.
Signore, noi crediamo che nella Santissima Eucaristia
ci hai donato, oltre un sacrificio accetto e gradito a Dio, un
sacramento dove Tu sei sempre presente, sempre disponibile
per darci una mano.
*
perché ci hai rivelato il potere misterioso del sacrificio, imprimendolo
nel cuore e nella mente di ogni uomo.
Signore, ti adoriamo perché con il sacrificio di Gesù,
non ci hai soltanto redento, ma ci hai anche indicato la via
di ogni redenzione.
Signore, Abramo, al Figlio Isacco che gli domandava:“Dov’è la vittima del sacrificio”?, rispose: “Il Signore provvederà,
Figlio mio”.Ti adoriamo perché Tu hai fatto infinitamente
di più: non solo hai provveduto, ma ti sei Tu stesso
offerto in sacrificio per noi.
Signore, il Salmo canta Che cosa renderò al Signore per
quanto mi ha dato? Prenderò il calice della salvezza e invocherò
il nome del Signore. Noi ti adoriamo, Signore, e ti
offriamo, insieme alle nostre lodi, il calice della salvezza:
quello del tuo santissimo Corpo e Sangue. Te stesso.
Signore, ti adoriamo ogni volta che passiamo dinanzi a
te, perché Tu non ci hai ‘detto’ che cosa potevamo offrirti,
ma ci hai ‘dato’ addirittura la vittima da offrirti: la tua Carne
e il tuo Sangue.
Signore, ti adoriamo perché con un solo sacrificio, offerto
da te una volta per tutte, ci hai riconciliato col Padre e
ci hai offerto la possibilità di placare, propiziare e onorare la
Trinità Santissima, offesa dai nostri peccati, ripetendo anche noi la stessa offerta per Cristo, in Cristo e con Cristo.
Signore, ti adoriamo per il tuo amore smisurato per noi.
Tu non solo ti sei sacrificato una volta, ma vuoi che i meriti
di quel sacrificio siano applicati ad ognuno di noi, ogni volta
che te lo chiediamo, ogni volta che il Sacerdote ripete, In
memoria di Me.
Signore, noi ti adoriamo perché con paterna e materna
pedagogia Tu ci inviti ad accettare il sacrificio: mostrandoci
come Tu l’hai accettato.
Signore, noi ti adoriamo per la compassione che hai per
noi. Peccatori, non disponiamo di un sacrificio di propiziazione
per i peccati. Ce lo offri: Te, te stesso, sacrificio e sacramento.
*
tutte le volte che non riflettiamo che l’Eucaristia ti è costata
la croce e la vita.
Signore, perdonaci tutte le volte che con leggerezza trattiamo
la Santissima Eucaristia come se fosse una devozione
qualunque, dimenticando che essa “E’ un vero sacrificio,
anzi il solo vero sacrificio del Nuovo Testamento”.
Signore, perdonaci quando da irresponsabili ci avviciniamo
a Te per riceverti o ti consacriamo sull’altare o ti
doniamo agli altri, come impartissimo una semplice benedizione
o un sacramentale, dimenticando che essa è il grande
sacramento, perché è il grande sacrificio.
Signore, perdonaci quando distrattamente sull’altare
ti consacriamo, non riflettendo che nella consacrazione del
pane e del vino si rinnova il sacrificio della Croce.
Signore, perdonaci quando dimentichiamo che “Dio
ha respinto i sacrifici, le oblazioni e gli olocausti dell’Antica
Legge, perché vuole sacrifici puri”. E il sacrificio puro e santo,
l’Ostia immacolata è la santissima Eucaristia che Gesù ci
ha regalato come sacrificio nuovo.
Signore, perdonaci quando dimentichiamo che “Il pane
sul quale furono rese grazie è il Corpo di Cristo e il suo
Sangue”. Di Cristo che sulla croce conobbe, per la nostra
salvezza, sofferenza e morte.
Signore, perdonaci quando dimentichiamo che l’amore
si esprime in modo incontrovertibile nella sofferenza.
L’amore infinito che Tu hai per noi si è, infatti, espresso in
una sofferenza atroce e senza pari.
Signore, perdonaci quando non riflettiamo che i sacerdoti
che, rinnovando il sacrificio della croce, offrono al Padre
la santa Messa, ubbidiscono a un tuo preciso comando:
Fate questo in memoria di me.
Signore, perdonaci quando non riflettiamo che “Il pane
sul quale furono rese le grazie è il Corpo di Cristo e il Calice
il suo Sangue”. E che “La nostra carne si nutre con il calice
che è il tuo Sangue e cresce con il pane che è il tuo Corpo
dati per noi".
di aiutarci a prendere ogni giorno più coscienza che il tuo
amore per noi ha avuto il costo della Croce.
Signore, ti chiediamo di aiutarci a capire quelle tue misteriose
e tremende parole: Se il chicco di grano caduto non
muore rimane solo, se invece muore produce molto frutto. Il
prezzo della vita è sempre una morte. Il prezzo della nostra
vita è la tua morte.
Signore, quanto è difficile per noi capire quest’espressione
dell’Apostolo Paolo: il Cristo doveva morire e risuscitare
dai morti. Questa inscindibilità, in Cristo, del binomio‘morte-risurrezione’ per la nostra mente rimane misteriosa.
Aiutaci ad accettarla per fede.
Signore, anche tra noi si dice “Amore e Morte”. In te è
stato proprio e solo l’amore che ti ha condotto alla morte.
Apri la nostra mente per prendere coscienza che ogni amore
vero ha quell’altissimo prezzo.
Signore, alla luce del tuo esempio si illuminano le tue
terribili parole: Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso,
prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Dove, Signore,
se non per la via che conduce al Calvario? Aiutaci a capirlo,
aiutaci ad accettarlo.
Signore, alla luce del tuo esempio si illuminano ancor di
più le tue parole: Chi vuol salvare la propria vita la perderà;
chi perderà la propria vita per me la ritroverà nella vita eterna.
E’ folle, Signore, gettarsi in un burrone per sfuggire alla
morte. Ma questa è la tua follia: la follia della Croce.
Signore, la Madre tua e, con Lei, stuoli innumerevoli di
martiri hanno creduto alla tua parola e hanno accettato la
morte per guadagnare la vita. Scuoti la nostra neghittosità e
aiutaci ad essere, con te, eroi della fede.
Signore, per i tuoi uditori della Sinagoga di Cafarnao il
tuo discorso era duro. Anche per noi, Signore, le tue proposte
sono ‘dure’, ma quali alternative abbiamo alle tue parole?
Tu solo hai parole di vita eterna.
Signore, aiutaci ad accettare la nostra condizione di esseri
mortali. Il Figlio tuo, immortale, si fece mortale per ricordarci
che, dopo il peccato, non c’è altra via di redenzione.
*
per gli orizzonti nuovi che apri alla nostra riflessione. Le tue
parole sono veramente sconcertanti, ma sono parole di vita.
E poiché noi vogliamo la vita, ci fidiamo di te, che hai detto
Io sono la vita.
Signore, quando mai nel nostro egoismo avremmo potuto
immaginare che la vita viene dalla morte, la serenità dal
sacrificio se tu non ce l’avessi rivelato con il tuo Vangelo e
con la tua scelta? Grazie, Signore! Imprimi queste verità nel
nostro cuore, nella nostra mente, nei nostri sensi affinché
su di esse scegliamo di condurre la nostra esistenza terrena.
Signore, al pensiero del dolore e della morte tu hai sudato
sangue e tutti noi tremiamo. Ma hai scelto la morte
per ridonarci la vita e per insegnarci che attraverso questa
via maestra si arriva al cielo. Grazie, Signore, dell’esempio e
dell’insegnamento. Aiutaci a farne tesoro.
Signore, non contento di sacrificarti sulla croce, hai
accettato, desiderato, voluto rimanere fra noi per darci il
coraggio di sorbire anche noi, come te e con te, il calice
amarissimo del sacrificio e della morte. Grazie di questa tua
disponibilità illimitata. Aiutaci a venire spesso davanti al tabernacolo
per attingere forza e coraggio.
Signore, noi siamo ‘scorderelli’. Anche ciò che riusciamo
a capire con tanta fatica, lo dimentichiamo tanto facilmente.
Ti ringraziamo, perché hai deciso di rimanere sempre con
noi nel santo tabernacolo per aiutarci a rinfrescare, nella nostra
memoria labile, le tue parole di vita.
Signore, grande è la sofferenza della donna che mette al
mondo il primo figlio. Ma Tu ci hai assicurato che dopo il
parto non ricorda più ciò che ha sofferto per la gioia che è
venuto al mondo un uomo. Grazie, perché ci hai assicurato
che anche le nostre sofferenze si cambieranno presto in gioia.
Signore, ti ringraziamo perché hai posto la tua stessa risurrezione
come garanzia che, se con te accetteremo di morire,
con te risorgeremo. Aumenta la nostra fede, infondi in
noi coraggio, illuminaci perché vediamo le realtà ultime ed
eterne con i tuoi stessi occhi.
Signore, il sacrificio della croce Tu l’hai accettato e sofferto
per noi. Grazie! Il tuo esempio ci aiuti ad accettare il
nostro per noi stessi. E’ saggezza.
*
Ricorda che Melchisedek, re di Salem, sacerdote del Dio
Altissimo, offrì il pane e il vino, alimento santificato e figura
dell’Eucaristia.
Il pane e il vino offerti da Melchisedek sono un alimento
santificato, cioè ‘consacrato’ dal gesto sacrificale del sacerdote
dell’Altissimo. Questo alimento è la figura (tipos)
dell’Eucaristia, pane e vino, che sono anche un nutrimento,
santificata anch’essa dalla consacrazione.
Perché, per lui, come per la Chiesa, il Vecchio Testamento è interamente tipo del Nuovo, e specialmente gli antichi
sacrifici sono figure del sacrificio della Nuova Alleanza”.
Afferma: “Se tu sali con il Salvatore per festeggiare la
Pasqua, Egli ti dà il calice della Nuova Alleanza, ti dà il pane
di benedizione, ti dà il suo Corpo e il suo Sangue”.
Per lui non dobbiamo mancare di carità con i fratelli
insieme ai quali ci avviciniamo “alla stessa mensa del Corpo
di Cristo e alla stessa bevanda del sangue di Lui”.
Nel “Contra Celsum” afferma: “Celso, che ignora Dio,
offre ai demoni sacrifici di ringraziamento, ma noi, rendendo
grazie al demiurgo dell’universo, mangiamo i pani che
gli offriamo con delle azioni di grazie e delle preghiere per i
suoi doni; questo pane, diventato Corpo dalla preghiera (di
consacrazione), diventato una cosa santa che santifica coloro
che ne usano con retta intenzione”.
L’insegnamento è chiarissimo: il sacrificio cristiano è
- un ringraziamento (Eucaristia);
- un’offerta sulla quale si pronuncia una preghiera di
ringraziamento (Eucaristia. Richiamo evidente alle
parole evangeliche: Prese il pane e rese grazie);
- ha un’efficacia particolare: da essa il pane diventa
Corpo (di Cristo, evidentemente);
- cosa santa che santifica colui che la riceve.
La Parola non solo fa sì che il pane diventi Corpo di
Cristo, ma, a sua volta. nutre. Anzi tra il mistero della Parola
e il mistero del pane c’è uno stretto rapporto: l’una e l’altro,
la Scrittura e il Sacramento, sono per noi il mezzo di comunicare
con Logos.
Scrive Origine: “Beviamo il sangue di Cristo, non solo
quando lo riceviamo secondo il rito dei misteri, ma anche
quando riceviamo le sue parole, dove risiede la vita come
dice Egli stesso: Le parole che ho detto sono spirito e vita”.
La Parola, ovviamente, è mezzo dell’unione spirituale con
il Logos in senso analogico: mentre nel Sacramento noi mangiamo
realmente la Carne di Cristo e beviamo realmente il suo
Sangue, nella Parola abbiamo gli stimoli a nutrirci di Cristo,
della sua dottrina, dei suoi insegnamenti, del suo esempio.
Origene ha poi questo bellissimo accostamento:
“Questo
pane del quale Dio Verbo afferma che è il suo Corpo, è
il Verbo che nutre le anime, il Verbo che procede da Dio,
Verbo e pane che viene dal pane celeste (). Questa bevanda,
della quale Dio Verbo afferma che è il suo Sangue, è il Verbo
che disseta ed inebria magnificamente i cuori di coloro che
la bevono (). E questa bevanda è il frutto della vigna vera,
che dice: Io sono la vigna vera.
E’ il sangue di quest’uva che, messo nel torchio della
Passione, ha dato questa bevanda.
Così pane è la parola di Cristo, fatto da questo frumento
che, cadendo in terra, ha reso molto frutto".
Così conclude Camelot: Il pane spezzato, il vino nel calice
sono ‘misterium’ del Verbo, cioè della parola, ma altrettanto
del Verbo, Logos incarnato, che nutre il credente con
il pane della sua parola come del pane che è il suo Corpo.
(Tommaso Camelot, ‘L’Eucaristia nella scuola alessandrina’,
in “L’Eucaristia” di A. Piolanti, p. 129-136).
che, con pani diversi, Tu ci nutri: con il tuo Corpo e Sangue
santissimi e con la tua Parola.
Signore, noi crediamo che l’Eucaristia nutre perché,
nel contesto della Cena pasquale, Tu l’hai detto: Prendete e
mangiate. E: Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e
non bevete il suo sangue non avrete in voi la vita.
Signore, noi crediamo che la tua Parola nutre perché
Tu hai assicurato: Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni
parola che esce dalla bocca di Dio. E: Le mie parole sono
spirito e vita.
Signore, noi crediamo che il nutrimento della parola,
che Tu ci hai offerto nell’Antico Testamento, è stato perfezionato,
nel Nuovo Testamento, dall’Eucaristia: nutrimento
del tuo Corpo e del tuo Sangue.
Signore, i tuoi uditori di Cafarnao, ascoltando il discorso
sul pane della vita, smarriti, si chiedevano: Come può costui
darci a mangiare la sua carne e bere il suo sangue?
Essi
vedevano in Te solo l’uomo; non ti credevano Dio. A Dio
nulla è impossibile. E nell’Eucaristia Tu hai trovato il modo
di nutrirci della tua Carne e del tuo Sangue istituendo il
Sacramento. Noi crediamo a Te.
Signore, le tue trovate sono sorprendenti e misteriose
per noi. Il nostro intelletto non le raggiungerà mai. Perciò
‘crediamo’ che la tua ‘parola’ e l’Eucaristia sono l’alimento
necessario per camminare verso la vita.
Signore, ci hai dotato di intelligenza e di amore. La prima
la nutri con la tua Parola, il secondo con l’Eucaristia.
Noi crediamo in questa paterna premura per noi. Aiutaci ad
approfittarne.
Signore, la vita che viviamo oggi finirà, e presto; perciò
anche la funzione del pane di ogni giorno finirà. Ma la vita
con te in cielo non finirà mai più; quella è nutrita dal Pane
disceso dal cielo. Noi lo crediamo.
Signore, noi crediamo che chi non ascolta e non mette
in pratica le tue parole e non si nutre di Te, che sei la Parola
eterna, si autocondanna all’anoressia spirituale. Aiutaci ad
evitarlo.
*
perché ci ami infinitamente più delle nostre stesse mamme.
Esse ci nutrono con il loro amore e con il loro latte, Tu ci ami
al punto da nutrirci di te: della tua Carne e del tuo Sangue.
Signore, ti adoriamo perché nell’Eucaristia Tu ci doni
un sacrificio-sacramento con il quale possiamo anche noi,
povere creature, offrire un atto di culto adeguato al Padre,
che è nei cieli.
Signore, noi ti adoriamo perché con l’offerta, che con“una preghiera di ringraziamento” diverrà Eucaristia, ci offri
la possibilità di ringraziare il Padre per tutti gli innumerevoli
benefici che ha fatto e continuamente ci fa.
Signore, ti adoriamo perché la parola di consacrazione,
che Tu hai insegnato e che la Chiesa ci dice di recitare
sull’offerta, “ha un’efficacia” particolare: per essa il pane diventa
Corpo di Cristo
Signore, ti adoriamo perché l’Eucaristia è “la cosa santa
che santifica colui che la riceve”. Solo grazie ad essa possiamo
mettere in pratica il comando di Gesù: Siate perfetti
come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli.
Signore, ti adoriamo perché, grazie alla Parola, il pane
non solo “diventa Corpo di Cristo, ma a sua volta nutre”.
Signore, ti adoriamo perché tra la Parola e il Pane, che ci
hai offerto, la Scrittura e il Sacramento, ci hai dato la possibilità
di “comunicare con il Logos” che è la seconda Persona
della Trinità santissima incarnata per la nostra salvezza.
Signore, ti adoriamo perché nel sacrificio del pane e del
vino, “santificato, cioè ‘consacrato’ dal gesto sacrificale del
sacerdote di Dio Altissimo, ci hai dato “La figura (il Tipo)
dell’Eucaristia, pane e vino, che sono anche un nutrimento,
santificato anch’esso dalla consacrazione.
Signore, ti adoriamo perché al dono di te nella santissima
Eucaristia ci hai preparato con tutto il Vecchio Testamento.
Esso, specialmente nei sacrifici antichi, è figura “Del
sacrificio della nuova Alleanza”.
*
quando veniamo a riceverti senza riflettere che il Pane, del
quale Dio Verbo afferma che è il suo Corpo, è il cibo che
nutre le anime.
Signore, perdonaci quando veniamo a riceverti nel Pane
consacrato, senza riflettere che è “Il Verbo che procede da
Dio, Verbo e Pane che viene dal Padre celeste”.
Signore, perdonaci quando sostiamo in adorazione davanti
a Te e non ripensiamo che la “Bevanda, della quale
Dio Verbo afferma che è il suo Sangue, è il Verbo che disseta
ed inebria magnificamente i cuori di coloro che la bevono”.
Signore, perdonaci quando, ragionando dell’Eucaristia,
non pensiamo che il Sangue che Tu ci offri come bevanda“E’ il frutto della vigna vera, che dice: Io sono la vigna vera”.
Signore, perdonaci quando, adorando o comunicandoci
o celebrando, non cerchiamo di convincerci che la bevanda
che tu ci offri, è ‘il sangue di quell’uva benedetta messa nel
torchio della Passione, della morte e della risurrezione’.
Signore, perdonaci quando, ascoltando le Sacre Scritture
o le tue occulte e misteriose ispirazioni, non riflettiamo
che sono anch’esse pane di Cristo, “Fatto da questo frumento,
che, cadendo in terra, ha dato molto frutto” per la salvezza
nostra e di tutti gli esseri umani.
Signore, perdonaci quando, non riflettiamo che “Il
pane spezzato e il vino nel calice sono ‘mistero’ del Verbo,
cioè della parola, ma altrettanto del Verbo, Logos incarnato,
che nutre il credente con il pane della sua parola come del
pane del suo Corpo”.
Signore, Tu solo potevi escogitare e realizzare tanti e
così misteriosi modi per aiutarci a venire con Te in quella
patria che hai creato per noi. Perdonaci quando non meditiamo
questo mistero e quando trascuriamo i divini mezzi,
che Tu metti a nostra disposizione: unici mezzi efficaci per
non mancare il fine per il quale ci hai chiamato all’esistenza.
Signore, perdonaci quando non meditiamo sull’Eucaristia
vista come mistero d’amore senza limiti. Quella riflessione
ci aiuterebbe tanto.
*
l’aiuto della tua grazia, perché essa sola può scuotere la nostra
ignavia a decidersi di approfittare dei meravigliosi mezzi
di salvezza che ci offri.
Signore, rendi docile il nostro cuore e la nostra mente
ad accettare quanto la tua parola suggerisce e l’Eucaristia
vuole realizzare nella nostra vita insignificante.
Signore, la Madonna, non appena ha sentito che nella
realizzazione dell’opera della redenzione era in azione Dio,
ha detto all’angelo: Ecco la serva del Signore, avvenga in me
secondo la tua parola. Dona anche a noi incondizionata disponibilità
nell’ascoltare e nell’accettare la tua Parola.
Signore, della Madre tua hai detto che era più beata perché
ha ascoltato la parola di Dio e l’ha messa in pratica, che
per averti generato, nutrito, accudito. Ti chiediamo una briciola
di quella fede e disponibilità uniche sulla terra.
Signore, S. Giuseppe, l’uomo giusto, dopo la parola
chiarificante del tuo angelo, non ha perduto tempo neanche
per dirti che accettava il tuo piano di redenzione. Si è messo,
silenzioso, a collaborare con te in tutto. Dona anche a noi
una disponibilità totale.
Signore, nel periodo che va dal Giovedì santo alla Ascensione
al cielo, la Madonna stava con gli Apostoli in preghiera
e in attesa. Ma, nel momento di ‘spezzare il pane’, anche
Lei si nutriva di Te. Di Te, Lei, che ti aveva nutrito di Sé,
quando sei nato ed eri bambino. L’Eucaristia e la Parola di
Dio si identificano con la sua volontà. Dona anche a noi la
capacità di scelte così intelligenti ed essenziali, e la volontà
di onorarle nella vita.
Signore, tra noi, l’affamato che sta morendo per denutrizione e non mangia il pane profumato che ha davanti, è
considerato ‘anormale’. Aiutaci a non ripetere, nella nostra
vita, la stessa situazione. Aiutaci a nutrirci abbondantemente
della Parola di Dio e dell’Eucaristia.
Signore, se Tu non ci aiuti, non riusciamo neanche a
renderci conto che la nostra vita, senza il nutrimento di Te,
che Tu ci hai dato, cammina verso la morte. Noi vogliamo
vivere ora ed eternamente, Signore. Mandaci fame e sete
dell’Eucaristia e della parola di Dio.
*
per queste due ali meravigliose, l’Eucaristia e la tua Parola,
uniche che ci permettono di volare verso la vita.
Signore, ti ringraziamo per gli stimoli verso il bene, che
la tua parola produce in noi, e per la capacità, che l’Eucaristia
ci dona, a tradurli in realtà soddisfacenti.
Signore, ti ringraziamo per la disponibilità illimitata
con la quale sei sempre pronto ad aiutarci quando, mossi
dai tuoi richiami, sentiamo il desiderio di camminare verso
di Te.
Signore, ti ringraziamo per la pazienza infinita con la
quale aspetti che, prendendo finalmente coscienza che solo
con Te c’è la vita, ci decidiamo a usare i mezzi che Tu ci doni
e che, unici, ci permettono di conseguirla.
Signore, ti ringraziamo per la fiducia impensabile che
hai verso di noi e con la quale aspetti che anche per noi
arrivi il momento di capire e di volere nutrirci di Te nell’Eucaristia,
e della tua parola, perché senza quei suggerimenti e
quell’alimento è utopia pensare di salvarsi.
Signore, ti ringraziamo per la pedagogia divina con la
quale ci hai preparato a conoscere e ad accettare il mistero
del tuo amore: tutti gli innumerevoli suggerimenti contenuti
nell’Antico Testamento. Li hai offerti a noi come profezia
del dono di Te.
Signore, ti ringraziamo per averci preparato, con la moltiplicazione
dei pani che sfamano il corpo, al miracolo della
santissima Eucaristia, che sazia la fame che l’anima ha di Te.
Li hai offerti a noi come figura e tipo di quel pane celeste che
ci avresti dato e che durerà, dopo quell’Ultima Cena, fino
alla fine del mondo.
Signore, ti ringraziamo per il dono del tuo insegnamento
e della tua Carne e del tuo Sangue, che ci hai offerto
perché non veniamo meno lungo la via difficile che ci deve
condurre a Te.
Signore, ti ringraziamo per la completezza di aiuti che ci
dai: la Parola e l’Eucaristia. Avevamo bisogno di tutti e due.
Aiutaci a giovarcene.
*
“Vedrai i leviti recare dei pani e una coppa di vino e
deporli sulla tavola.
Per tutto il tempo che siano ancora state fatte le preghiere
e le suppliche, questo pane e questa coppa sono del
tutto ordinari. Ma quando sono state compiute le grandi e
mirabili preghiere, allora il pane diventa il Corpo e la coppa
Sangue di nostro Signor Gesù Cristo… Il verbo scende nel
pane e nel calice e diventa suo Corpo”.
“Il pane e il vino sono il Corpo e il Sangue di Cristo,
perché sopra di loro sono state pronunziate le grandi e sante
preghiere”
Nel commento su S. Giovanni scrive: “la Carne del Salvatore è vivificante, perché è unita a Colui che è la vita per
natura, il Verbo di Dio; perciò quando ne gustiamo, abbiamo
la vita in noi e le siamo uniti, come essa è unita al Verbo
che l’abita.
La Manna non era che immagine ed ombra, ‘tipo’,
quindi non poteva conferire l’immortalità; ma il Figlio è
propriamente e veramente il pane della vita, e coloro che vi
hanno una volta partecipato e che si sono in un certo modo
mischiati a Lui con la Comunione, sono più forti dei legami
della morte”.
Sempre commentando il cap. 6 di S. Giovanni osserva:
“Non è per una relazione puramente spirituale che Cristo
dice che sarà in noi, ma per una partecipazione fisica. () Se
si prende un pezzo di cera e lo si mescola con un altro, e che
si fondono tutti e due al fuoco, essi non fanno che una realtà
sola; lo stesso per la partecipazione al Corpo di Cristo e al suo
Sangue prezioso. Egli dimorerà in noi, e a nostra volta saremo
uniti a Lui”
(Tommaso Camelot, ‘L’Eucaristia nella scuola
Alessandrina’, in ’Eucaristia’ di A. Piolanti, pag. 129-145).
che nel sacrificio dell’altare il pane e il vino sono ancora
pane e vino “del tutto ordinari, finché non siano state fatte
le preghiere (consacratorie) e le suppliche”.
Signore, noi crediamo che quando, nel sacrificio dell’altare,
sul pane e sul vino “Sono state compiute le grandi e
mirabili preghiere, allora il Pane diventa il Corpo e la coppa
Sangue di nostro Signor Gesù Cristo”.
Signore noi crediamo che con le preghiere consacratorie,
nel santo sacrificio della Messa, “Il Verbo scende nel
pane e nel calice e diventa Corpo”: lo stesso che è nato dalla
santissima Vergine Maria.
Signore, noi crediamo che “Il pane e il vino sono il Corpo
e il Sangue di Cristo, perché sopra di loro sono state pronunziate
le grandi e sante preghiere”.
Signore, noi crediamo che “La Carne del Salvatore è vivificante,
perché è unita a colui che è la vita per natura”.
Signore Gesù, noi crediamo che, quando riceviamo la
Carne e il Sangue di Te, nell’Eucaristia, “Abbiamo la vita in
noi e siamo uniti (a Te), come quella Carne è unita al Verbo
che la abita”.
Signore, noi crediamo che “La Manna non era che immagine
ed ombra, ‘tipo’, quindi non poteva conferire l’immortalità,
ma il Figlio è propriamente e veramente il Pane
della vita, e coloro che vi hanno una volta partecipato e che
si sono in un certo modo mischiati a Lui con la Comunione,
sono più forti dei legami della morte”.
Signore, noi crediamo che, quando ci comunichiamo,
“Non è per una relazione puramente spirituale che Cristo
dice che sarà in noi, ma per una partecipazione fisica”.
Signore, noi sappiamo che “Se si prende un pezzo di
cera e lo si fonde con un altro, e che si fondano tutte e due
al fuoco, essi non fanno che una realtà sola. (Lo stesso) noi
crediamo che avvenga per la partecipazione al Corpo di Cristo
e al suo Sangue prezioso”.
*
Te, perché nella divina Eucaristia Cristo “Dimora in noi e
noi a nostra volta saremo uniti a Lui”.
Signore, noi adoriamo la grande premura che hai per
noi: per la vita del nostro corpo ci hai offerto ogni alimento
nei frutti della terra. Più ancora ti adoriamo per la infinita
sollecitudine che hai per la vita del nostro spirito: ci hai
offerto un ‘Pane disceso dal cielo, che ha in sé ogni gusto e
desiderio’.
Signore, noi adoriamo la tua divina preveggenza. Sapendo
che senza un alimento celeste, al cielo non ci saremmo
mai giunti, ci hai offerto in nutrimento lo stesso cibo
degli Angeli.
Signore, noi ti adoriamo perché, nel momento della nostra
comunione, ci dai la possibilità di diventare, con Dio,‘come Dio’: l’aspirazione sulla quale il tentatore fece leva,
nel paradiso terrestre, per indurci alla disobbedienza. Dopo
la venuta di Gesù, disobbediente sarà colui che, non comunicandosi
con Te, rinuncia a diventare ‘come Dio’.
Signore, ti adoriamo nel Pane e nel Vino consacrati. Essi
sono il sacramento del tuo Corpo dato e del tuo Sangue versato
per la salute nostra e di tutti. Noi lo crediamo perché
l’hai affermato Tu nell’Ultima Cena.
Signore, noi ti adoriamo nel Tabernacolo santo dove resti
sempre per darci una mano nelle difficoltà, aiutarci nel
pericolo, rincuorarci dopo le tante inevitabili nostre cadute.
Signore, se la nostra fede fosse meno smorta, passeremmo
notti e giorni davanti a te, che giorno e notte hai deciso
di rimanere con noi. Accetta, in riparazione di tanta trascuratezza,
questa nostra adorazione.
Signore, ti adoriamo perché, nonostante la nostra volubilità
e superficialità con le quali trattiamo con Te, ci vuoi
ancora, e vorrai sempre, bene. Tu, che ci hai creato, conosci
la nostra fragilità. Perdona. Accendi in noi fede e amore verso
la tua persona e la tua presenza.
Signore, ti adoriamo perché sei voluto rimanere fra noi
come Dio, comprensione, alimento e aiuto.
quando trattiamo le Sacre Specie del Pane e del Vino ‘eucaristizzati’,
come se fossero semplice pane e vino comune.
Signore, perdonaci quando passiamo davanti al Tabernacolo
in cui Tu stai, per noi, e non ti mandiamo un saluto
né facciamo un atto di adorazione a Te.
Signore, Tu ci hai dato la vita del tempo, perché con
essa noi guadagniamo la vita dell’eternità. Perdonaci quando
viviamo da irresponsabili la vita del tempo e mettiamo a
rischio la vita che dovremmo vivere sempre con Te.
Signore, noi amiamo la vita, noi vogliamo vivere, ma
troppe volte non teniamo conto degli avvertimenti che Tu
ci dai assicurandoci che solo Chi mangia la mia carne e beve
il mio Sangue Io lo risusciterò nell’ultimo giorno per una vita
che non avrà più fine. Perdonaci, Signore, e aiutaci.
Signore, la Manna che fu elargita agli ebrei, era solo“un’immagine e un’ombra o tipo” della santissima Eucaristia.
Perdonaci ogni volta che, nella nostra incoscienza,
inseguiamo le ombre e trascuriamo l’essenza dei tuoi doni,
quelli che conducono verso la vita eterna.
Signore, Tu sei “Il Pane della vita” e chi mangerà di te“non morirà, ma avrà la vita”. Quando trascuriamo di avvicinarci
a Te o di nutrirci di Te diventiamo insipienti come
il malato che vorrebbe guarire, ma trascura di assumere le
medicine che gli possono garantire l’esistenza. Perdonaci,
Signore.
Signore, gli Ebrei chiamavano ‘Pane del cielo’ la manna
del deserto, per il fatto che Tu la facevi piovere dal cielo. Ma
Tu ci hai assicurato che ‘pane vero del cielo’; è solo quello
che il Padre ci dà in Te: quello che, chi ne mangia, non morirà,
ma avrà la vita. Perdonaci quando non ci preoccupiamo
di giovarcene, come se fosse cosa trascurabile
Signore, dopo le parole della consacrazione, “Il Verbo
scende nel pane e nel vino, ed essi diventano tuo Corpo”.
Perdonaci quando ti riceviamo distratti e senza la coscienza
che allora ci uniamo a Te e diventiamo tuoi con-corporei e
tuoi con-sanguinei.
Signore, perdonaci quando diciamo o ascoltiamo le parole
della consacrazione senza riflettere che esse contengono
il segreto e la garanzia della vita eterna.
*
Fede, per credere alle tue parole. Ma credere con una fede
che coinvolga anche la nostra vita.
Signore, dacci una fame e una sete di Te, che ci tormentino,
fino a quando non ti abbiamo ricevuto in noi, nella
santissima Eucaristia.
Signore, dopo il peccato dei nostri progenitori, la fragilità
della natura umana mette sempre a rischio la nostra
salvezza. Riceverti, adorarti e pregarti sono mezzi che ci
possono dare forza e determinazione per evitare il male e
compiere il bene. Donaci questa coscienza e donaci tanta
intelligente accortezza di giovarcene.
Signore, Tu sei sempre disponibile per diventare nutrimento
per la vita del nostro spirito. Ti chiediamo la capacità
di capirlo e la saggezza di non trascurare di servircene.
Signore, Tu solo sei la Via, la Verità e la Vita. Aiutaci a
far diventare convinzioni profonde queste verità e noi comunicheremo
quotidianamente con Te; e trascorrere qualche
minuto in adorazione davanti a Te sarà la più desiderata
cosa della nostra vita.
Signore, come la tua natura umana “è unita al Verbo che
la abita”, così noi diventiamo uniti a Te quando ti riceviamo
nella santa Comunione. Donaci di capire quale impensabile
dono Tu ci fai allora, e donaci l’ambizione di riceverlo.
Signore, scrisse l’Apostolo S. Giovanni: Carissimi, quale
grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli
di Dio e lo siamo realmente. Ricevendoti nella Comunione,
non siamo solo figli, noi formiamo una cosa con te come“Un pezzo di cera, se lo si mescola con un altro, e che fondono tutti e due al fuoco”.
Signore, S. Francesco d’Assisi, venendo a trovarti, ti salutava
così: “Ti adoriamo, santissimo Signore nostro Gesù
Cristo, anche in tutte le tue chiese che sono per il mondo”.
La sua fede lo portava ad adorarti dovunque, ma soprattutto
dove Tu sei presente con il tuo Corpo e Sangue santissimi.
Aiutaci ad acquistare anche noi un po’ di quella fede e saremo
vicino a Te più frequentemente.
Signore, dà un po’ di coerenza alle nostre scelte. Protestare
di credere alla tua parola, e non tradurla in vita vissuta,
non è contraddizione? Tale è la nostra vita. Purtroppo!
*
per la luce che ci hai dato in quest’adorazione circa il valore
dell’Eucaristia come nutrimento dello spirito; ti chiediamo
ancora più luce, Signore, perché gli occhi del nostro spirito
sono ottenebrati.
Signore, ti ringraziamo per i suggerimenti paterni che
ci dai sempre, ma soprattutto quando veniamo ad adorarti
nella santissima Eucaristia. Stacci vicino, Signore, perché
noi abbiamo bisogno di una tua continua premura.
Signore, ti ringraziamo perché, ogni volta che il sacerdote
pronuncia sul pane e sul vino le parole sante della consacrazione,
Ti rendi presente e lì rimani, per essere sempre e
dovunque disponibile per consigliarci, illuminarci, nutrirci;
per donarci forza e volontà sufficienti per affrontare vittoriosamente
le battaglie della vita.
Signore, ti ringraziamo perché ogni volta che veniamo
a farti un po’ di compagnia o a chiederti qualche cosa, non
dobbiamo farci annunciare, né fare le anticamere.
Signore, ti ringraziamo per tutta la pazienza che hai
nell’ascoltare le interminabili litanie di richieste che ti scioriniamo
quando ti veniamo a trovare.
Signore, ti ringraziamo perché, quelle poche volte che
veniamo a farti compagnia, non ci rinfacci che veniamo solo
per chiedere, mai, o quasi, per dirti grazie o che ti vogliamo
bene.
Signore, la tua delizia è stare con i figli degli uomini; ma,
a giudicare dalla rarità delle visite che facciamo a Te, non pare
che la nostra delizia sia quella di stare con Te, che sei Dio. Ti
ringraziamo per questa tua inesauribile comprensione.
Signore, ti ringraziamo perché ci hai detto Chiedete e
otterrete. Nell’Eucaristia sei sempre con le mani piene di
aiuti per noi. Dunque, nel nostro stesso interesse, dovremmo
stare vicino a te quanto più ci è possibile. Ma la nostra
mancanza di fede e la nostra incoscienza non ci aiutano a
capire che è da intelligenti almeno curare i propri interessi.
Signore, ci hai detto Bussate e vi sarà aperto. Noi neanche
ci rendiamo conto del dono che ci fai. Anzi, possiamo
venire da te trovando sempre la porta spalancata. Grazie,
Signore, che ci risparmi anche di bussare.
*
Sulla scia di Ignazio, Giustino e Ireneo cammina il più
grande vanto di quella scuola:
S. Giovanni Crisostomo, chiamato addirittura Dottore
dell’Eucaristia.
Ricorderemo solo pochi testi.
1 - “Poiché Egli ha detto: Questo è il mio Corpo, sottomettiamoci,
crediamo, contempliamolo con gli occhi dell’intelligenza”.
2 - “Non ci ha dato nulla di sensibile; nelle stesse cose sensibili
tutto è spirituale.
Nel Battesimo, ad esempio, vi è un elemento materiale,
l’acqua, che ci è amministrata, ma è una trasformazione che
si compie, la rigenerazione o rinnovazione. Se tu fossi un
essere ‘incorporale’, Egli ti avrebbe dato dei doni incorporali,
ma poiché la tua anima è unita ad un corpo, è nelle cose
sensibili che ti dà i beni spirituali.
Quante persone oggi dicono: io vorrei vedere il suo viso,
i suoi tratti, le sue vesti, i suoi calzari! Ebbene! Tu lo vedi,
lo tocchi, lo mangi. Volevi vedere le sue vesti, ed egli ti dà se
stesso, non solo da vedere, ma da toccare, da mangiare, da
ricevere in te”.
3 - In una mirabile omelia sul tradimento di Giuda, dice:“Giuda era lì, mentre Cristo diceva: Questo, Giuda, è il corpo
che hai venduto per trenta monete d’argento; questo è il
sangue che ti sei vergognosamente impegnato di consegnare
ai farisei scellerati…
Giuda era lì e prese parte alla santa mensa insieme a
Cristo”.
4 - “E’ lui (Cristo) che apparecchia la nostra mensa. Poiché
non è un uomo che fa diventare le oblate Corpo e Sangue di
Cristo: è Cristo stesso che è stato crocifisso per noi.
Il sacerdote, che lo rappresenta, è lì: è lui che pronuncia
le parole che abbiamo ora citate. Ma la forza che agisce e il
dono che ci è dato sono di Dio.
Questo è il mio corpo, dice il sacerdote: questa parola
trasforma le oblate ().
La parola pronunciata una sola volta da Cristo, opera
sui nostri altari, da allora fino a questo giorno e fino alla sua
parusìa, il sacrificio perfetto. ()
Colui che un tempo operava queste cose alla Cena, è lo
stesso che ne è l’autore oggi; noi non siamo che dei ministri;
Colui che santifica e che trasforma è Lui”.
5 - “E’ sempre la stessa vittima, non una pecorella oggi e
un’altra domani, ma sempre la stessa; in tal modo non vi è
che un solo sacrificio.
Ma poiché è offerto in tutti i luoghi, vi sono forse parecchi
Cristi?
Niente affatto, Cristo è dovunque ‘uno’; qui è intero, là
è intero lo stesso, un solo corpo.
Occorre apprendere le meraviglie di questo Sacramento,
lo scopo della sua istituzione e gli effetti che produce.
Noi diventiamo un solo corpo, dice la Scrittura, e membra
della sua carne e delle sue ossa…Egli vuole che diventiamo
il suo corpo, non solo per via affettiva (per la carità),
ma anche realmente, aderendo alla sua carne. () Egli si è
dunque unito (mescolato) a noi, ha inserito il suo Corpo in
noi, affinché diveniamo una sola cosa, come un corpo unito
alla sua testa” (Josepg Lecuyer, ‘l’Eucaristia nella scuola Antiochena’,
in ’Eucaristia’ di A. Piolanti, pag. 150-162)
che dopo le parole della consacrazione Tu sei presente nel
pane e nel vino.
Signore, noi crediamo che nel segno del Pane e del Vino
Tu ci dai te stesso.
Signore, noi crediamo che se fossimo esseri ‘incorporali’,
Tu ci avresti dato “Doni incorporali, ma poiché la nostra
anima è unita ad un corpo, è nelle cose sensibili che ci dai i
beni spirituali”.
Signore, Tu, che ci hai creato, sai di averci fatto bisognosi
di segni ‘sensibili’ per esprimerci e per capire realtà
spirituali. Noi crediamo che Tu aiuti così la nostra fede.
Signore, quante persone oggi dicono: io vorrei vedere il
tuo viso, i tuoi tratti, le tue vesti, i tuoi calzari! Noi crediamo
che nell’Eucaristia non solo ci fai vedere, ma toccare, mangiare,
ricevere, sacramentalmente, Te stesso.
Signore, noi crediamo che Giuda, che era presente
quando Tu istituivi la santissima Eucaristia, dovette sentire
risuonare nella sua anima così le tue divine parole: Questo è
il mio corpo, Giuda, che Tu hai venduto per trenta monete!
Signore, noi crediamo che nell’Ultima Cena, Giuda così
dovette sentire risuonare nell’anima le tue divine parole:“Questo è il sangue, che tu, Giuda, ti sei vergognosamente
impegnato di consegnare ai farisei scellerati!”.
Signore, noi crediamo che nel momento della consacrazione
non è un uomo che fa diventare le oblate Corpo e Sangue
tuo, ma sei Tu stesso; Tu, che sei stato crocifisso per noi.
Signore, noi crediamo che nella persona, nei gesti, nelle
parole del Sacerdote che celebra ci sei Tu. Tu che apparecchi
la mensa e inviti: Prendete e mangiate… Prendete e bevete.
Signore, noi crediamo che “Il sacerdote che ti rappresentaè lì: è lui che pronuncia le parole che abbiamo ora
citate. Ma la forza che agisce e il dono che ci è dato sono di
Dio”.
la tua infinita comprensione: sei Dio, ma parli il linguaggio
che noi possiamo comprendere, il nostro linguaggio sensibile.
Signore, ti adoriamo perché i sacerdoti in tutto il mondo
ripetono Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue,
ma chi trasforma quelle oblate è la tua onnipotenza.
Signore, noi ti adoriamo perché la parola, pronunciata
una volta da Te, opera sui nostri altari, da allora fino a questo
giorno e fino alla parusia, il sacrificio perfetto.
Signore, ti adoriamo perché Colui, che un tempo operava
queste cose alla Cena, è lo stesso che ne è l’autore oggi,
mentre noi (sacerdoti) non siamo che dei ministri: Colui
che santifica e trasforma sei Tu, sacerdote sommo ed eterno.
Signore, ti adoriamo per averci dato, nel sacrifico della
croce, un sacrificio perenne: dopo quel venerdì santo non viè che un solo, divino, eterno sacrificio.
Signore, ti adoriamo perché Tu sei realmente presente
in tutti i luoghi della terra e in tutti i luoghi dove si consacra:
Tu sei dovunque ‘uno’: Tu che sei intero sul mio altare,
sei intero dovunque, un solo Corpo.
Signore, noi ti adoriamo perché Tu sei presente in tutte
le ostie e i calici consacrati perché Tu vuoi che diventiamo
tuo Corpo e Sangue non solo per via affettiva, ma realmente,
aderendo alla tua carne.
Signore, ti adoriamo perché nella comunione col Pane
e col Vino consacrati Tu ti unisci a noi, inserisci il Corpo in
noi, affinché diveniamo una sola cosa, come un corpo unito
alla sua testa.
Signore, noi ti adoriamo perché Tu, vittima unica che ti
sei donato per la vita di tutti, vuoi che a te noi siamo uniti
come il tralcio alla vite, come Te al Padre.
Signore, ti adoriamo perché ci fai scoprire le meraviglie
del sacramento della Santissima Eucaristia, lo scopo della
sua istituzione e gli effetti che produce.
quando pronunciamo o ascoltiamo le tue divine parole di
consacrazione e non ci sforziamo di penetrarne le abissali
profondità.
Signore, perdonaci quando non riflettiamo che l’unità
degli uomini, per la quale hai pregato il Padre nell’Ultima
Cena, Tu ce l’hai prefigurata, quasi materializzata, nel dono
di un solo, unico Pane di vita per tutti.
Signore, perdonaci quando non meditiamo sull’amore
infinito che ti ha fatto scegliere di immedesimarti nel Pane e
nel Vino consacrati in ogni tempo e in ogni luogo, per dare
a tutti e sempre la possibilità di nutrirci di Te.
Signore, perdonaci quando, incoscienti o non curanti
del dono che Tu ci fai di Te stesso, trascuriamo di venirti
a ricevere con frequenza o di venire ad adorarti con fede,
amore e devozione.
Signore, quando, e se qualche volta, siamo venuti a riceverti
con la coscienza in disordine, noi abbiamo imitato
Giuda, che ti riceveva con le labbra, nell’ultima Cena, e nel
cuore macchinava il tradimento. Perdonaci, nella tua infinita
comprensione e misericordia.
Signore, perdonaci quando, offrendoti sull’altare, non
riflettiamo che stiamo offrendo al Padre non un sacrificio
umano, ma che offriamo a Dio, Dio stesso: il più grande e
l’unico sacrificio efficace.
Signore, perdonaci quando prendiamo parte alla sacra
mensa col cuore cattivo e falso del traditore: non abbiamo
capito nulla dell’oceano di amore che stai riversando su noi
e sull’umanità.
Signore, perdonaci quando ci permettiamo di giudicare
i sacerdoti, dimenticando che a loro Tu comunichi la tua
onnipotenza: quella capace di trasformare il pane e il vino
nel tuo Corpo e nel tuo Sangue.
Signore, perdonaci quando non abbiamo la fede di S.
Francesco, che affermava di non vedere altro, nei sacerdoti,"che il santissimo Corpo e Sangue tuo, che essi soli consacrano
ed essi soli distribuiscono agli altri".
*
una scintilla di quella fede che aveva S. Francesco, il quale,
entrando in una chiesa dove Tu stavi, intendeva adorarti "anche in tutte le chiese che sono in tutto il mondo".
Signore, ti chiediamo una fede più grande di quella che
sposta le montagne. Ti chiediamo la fede nel tuo amore, che
ha fatto scendere dal cielo Te, che sei Dio, per farti nutrimento,
forza, luce nostri.
Signore, non ti chiediamo la grazia, che pure hai concesso
ad alcuni santi, di vederti e di toccarti. Ti chiediamo
il dono della fede: quella che vede e crede Te, presente nel
Pane e nel Vino consacrati.
Signore, ti chiediamo una fede che, al di là e contro i
nostri sensi, ci faccia credere che l’ostia, che riceviamo, e che
al palato sembra pane, pane non è, ma, dopo le parole della
consacrazione è il tuo Corpo; che il vino, che al palato sembra
tale, dopo le parole della consacrazione non è più vino,
ma il Sangue tuo preziosissimo.
Signore, ti chiediamo una briciola di quell’infinito amore
che ti ha portato a sacrificarti per noi. Nonostante che ti
abbiamo condannato alla croce, hai voluto rimanere nella
santissima Eucaristia, pronto a rinnovare il sacrificio della
croce ogni volta che ne abbiamo bisogno e che vogliamo.
Signore, ti chiediamo fede indiscussa nelle tue parole e
nei tuoi doni: Solo essi, infatti, sono parole, doni che regalano
la vita eterna.
Signore, nella Sacra Scrittura sono riportate, da parte
di chi aveva imbandito una mensa, queste parole: Venite,
mangiate: venite, bevete, senza spesa, vino e latte. Tu, che ci
dai ben altro di vino e latte, ci inviti a ‘prendere e mangiare’
Te stesso
Signore, dacci grande fede nelle tue parole! Signore,
dacci la buona educazione di accettare, frequentemente e
santamente, il tuo dono.
Signore, abbiamo fame di amore e di pace: Tu ci hai
creato con questa esigenza. Dacci l’intelligenza per scegliere
di non morire di inedia, ma di venire ad attingerli dove essi
sono in abbondanza: in Te, nella santissima Eucaristia
Signore, ci hai detto di amarci come Tu ci hai amato.
Ma è mai possibile per noi? Sì, seguendo l’esempio che Tu
ci hai dato: donarci per gli altri. Aiutaci a farne esperienza.
per la luce che ci hai donato in questa adorazione. Aiutaci a far sì che
approfittiamo del tuo dono. Esso è essenziale per conseguire la vita.
Signore, è scritto che, durante la creazione, Dio disse:
Sia la luce, e la luce fu. Alla parola di Dio onnipotente tutto
ubbidisce. Grazie, Signore! Tu per noi hai chiamato all’esistenza
ciò che non esisteva, per noi hai creato l’ordine dove
era il disordine.
Signore, quella operata da Gesù nell’ultima Cena fu una
creazione ancora più mirabile: dove c’era il pane, c’è il tuo
Corpo; dove c’era il vino, c’è il tuo Sangue. Grazie, Signore,
perché Tu hai compiuto tutte queste meraviglie per la salvezza
nostra e di tutti.
Signore, sbalordisce il fatto che in quella Cena Tu hai
comunicato ai tuoi Apostoli la tua stessa onnipotenza: Fate
questo in memoria di me. E questo senza tener conto dei
meriti o dei demeriti, perché tra i Dodici c’era anche Giuda.
Grazie, Signore, per questa tua infinita bontà.
Signore, le sorprese non solo non finiscono di stupire,
ma aumentano lo stupore. Non solo ai tuoi Apostoli hai comunicato
la stessa onnipotenza di Dio, ma a tutti i sacerdoti
che Tu avresti scelto dopo di loro. Certo! Perché il Sacrificio
e il Sacramento non dovevano finire quella sera, ma prolungarsi
fino alla fine dei tempi. Grazie, Signore! Sei esageratamente
generoso.
Signore, il pane e il vino che Tu, i tuoi Apostoli, i tuoi
Sacerdoti consacreranno non saranno con noi per quella
Cena o per il tempo che dura il rinnovamento del Sacrificio
della Croce: Dureranno fino a quando ci sarà sulla terra
anche un solo uomo da salvare e da aiutare a conquistare il
cielo. Grazie, Signore.
Signore, ciò che tra noi non è neanche immaginabile,
per Te diventa felice realtà!. Veramente il tuo amore è senza
limiti e senza confini; e non sarà mai quieto finché non avrà
riportato all’ovile tutte le pecorelle smarrite, recuperato tutti
i figli prodighi.
Signore, un essere umano non sarebbe mai potuto arrivare
a pensare ciò che Tu hai realizzato e donato. Veramente
Tu solo sei Dio. Dio-amore. Grazie! eternamente grazie!
*
L’Eucaristia è mistero.
Ma non è l’unico mistero con il quale abbiamo relazione.
Poiché noi viviamo immersi in un mare di misteri,
uno più misterioso dell’altro, e li accettiamo tutti senza difficoltà,
non è ragionevole la difficoltà ad accettare il mistero
Eucaristico, che ci viene rivelato da Dio stesso.
Ecco i capisaldi
1 - “Il corpo unito alla divinità, il corpo nato da Maria
Vergine, il corpo di Cristo asceso al cielo, non discende dal
cielo, ma lo stesso pane e vino si trasformano nel Corpo e
Sangue di Dio”.
2 - La conversione eucaristica è ritenuta dai Padri della
Chiesa (del primo millennio del cristianesimo) mirabile perché supera la comprensione umana.
Non diversamente ‘mirabili’ sono
- il concepimento verginale di Maria;
- la interiore relazione dell’anima con il corpo
- l’operazione segreta dello Spirito Santo.
3 - Come tutta la creazione è stata compiuta per opera dello
Spirito Santo, così ora lo Spirito produce cose che trascendono
la natura e non si possono ammettere se non con la fede.
S. Ambrogio:
Diede alla dottrina tradizionale questa limpida formulazione:
- “Come può il pane diventare Corpo di Cristo?
Per mezzo della consacrazione.
- La consacrazione con quali parole viene rivelata?
Con le parole del Signore Gesù…
Venuto il momento di compiere il santo mistero, il sacerdote
cessa di parlare a nome proprio, parla nel nome di Cristo.
Qual’è la parola di Gesù?
Quella stessa che ha creato tutte le cose:
- Il Signore parlò e fu fatta la terra;
- il Signore parlò ed apparvero i mari;
- il Signore parlò e balzarono sulla terra tutte le creature.
Se dunque è tanta la potenza delle parole di Gesù, che le
cose che non esistevano incominciarono ad esistere, quanto
più efficaci saranno per far sì che le cose che già esistevano si
convertano in altre”
S. Giovanni Damasceno:
La Madonna chiese all’Angelo: “Come avverrà ciò dal
momento che io ancora non conosco uomo”?.
La risposta fu: Lo Spirito Santo scenderà su di te; su te
stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo.
E addirittura: Colui che nascerà sarà dunque Santo e
chiamato Figlio dell’Altissimo.
In verità i Padri del primo Millennio del cristianesimo
hanno tentato di balbettare in merito qualche cosa. Ecco:
Dopo le parole della consacrazione il pane
- cessa di essere perché
- si converte,
- si trans-elementa,
- si trasferisce,
- si traspone,
- si trasforma nel Corpo di Cristo.
Ma S. Giovanni Damasceno così avverte: “Se poi vuoi
conoscere il modo con cui avviene, accontèntati di sapere
che si effettua per opera dello Spirito Santo, come per lo
Spirito Santo il Signore unì ipostaticamente a Sé la carne
presa nel seno della Madre”
“Nulla di più sappiamo se non che il Verbo di Dio è verace, operante
e onnipotente, ma il modo è incomprensibile” (Antonio
Piolanti “La Transu-stanziazione”, in ‘Eucaristia’ p. 231 ss).
******
che dopo le parole della consacrazione il pane e il vino non
sono più pane e vino, ma Corpo e Sangue del nostro Signore
Gesù Cristo.
Signore, noi lo crediamo non perché lo comprendiamo (è
un mistero!), ma perché Tu ce l’hai rivelato. E Tu sei ‘la verità’.
Signore, noi lo crediamo perché, immersi in un mare
di misteri, uno più misterioso dell’altro, accettiamo tante
cose, che pure non comprendiamo. Se crediamo nelle cose
che hanno solo una garanzia umana, quanto più dobbiamo
credere in quelle delle quali Tu stesso, Dio, ti fai garante?!
Signore, il miracolo della vita, grazie al quale sopravvive
ogni ‘vivente’ sulla terra, (dalle piante, agli animali, allo
stesso uomo), noi non lo comprendiamo e probabilmente
non lo comprenderemo mai. Ma di esso nessuno di noi dubita.
Non vogliamo diventare ridicoli a dubitare dell’Eucaristia:
uno dei tanti misteri! Perciò noi crediamo.
Signore, ‘come’ il pane, la pasta, la verdura che noi mangiamo
diventano corpo e sangue nostro, nessuno mai riuscirà
a capirlo. Epperò nessuno ha mai provato a negarlo. Il‘come’ ciò avvenga non è sostanziale. Perciò noi crediamo
nell’Eucaristia, anche se non conosciamo ‘come’ avvenga
che il pane e il vino consacrati diventano Corpo e Sangue
di Cristo.
Signore, nel mistero eucaristico non avviene una trasformazione
di cose di una certa natura in altre della stessa
natura, ma addirittura Dio si trasforma in Essere umano, e
ciò per trasformare l’essere umano in Dio. Questo mistero
dei misteri, operato dal tuo amore infinito, noi lo crediamo.
Signore, “Come tutta la creazione è stata compiuta per
opera dello Spirito Santo, così nell’Eucaristia lo Spirito produce
cose che trascendono la natura e non si possono ammettere
se non per fede”. Noi le crediamo, Signore!
Signore, che, grazie alla disponibilità della Madonna
santissima, Dio si è fatto uomo senza la collaborazione di
un uomo, ma con l’intervento dello Spirito Santo noi lo crediamo.
Con la stessa fede crediamo che, per intervento dello
stesso Spirito, Dio si fa pane e vino.
Signore, Tu sei il mistero dei misteri: noi crediamo in
Te. Per te crediamo in tutto quello che Tu ci hai rivelato.
*
la tua divina condiscendenza. Per aiutare la nostra fede fragile,
ci hai assicurato la verità di cose che il nostro intelletto,
pur meraviglioso, non riuscirà mai a comprendere.
Signore, noi adoriamo la tua bontà che ha operato cose‘mirabili’, a nostro vantaggio, come la concezione verginale
di Maria.
Signore, noi ti adoriamo perché ci hai dato un’anima
immortale che agisce misteriosamente in armonia con il nostro
corpo mortale. Come ciò sia possibile Tu solo lo conosci.
Signore, noi ti adoriamo per l’opera ‘segreta ed occulta’
con cui lo Spirito Santo ci consiglia, ci guida, ci sprona.
Anche se non comprendiamo ‘come’ ciò avvenga, ognuno di
noi avverte questa divina azione di amore
Signore, ti adoriamo e ti ringraziamo per il buon esempio
che ci ha dato la Madre tua. Alla proposta dell’Angelo
ha chiesto Come avverrà? La risposta del Messaggero celeste
non ha spiegato il mistero, ha solo assicurato che entrava in
azione Dio stesso. Ciò è bastato a Lei.
Signore, ti adoriamo perché non ci hai complicato le
cose col dirci o col chiederci ‘come’ avverrà ciò che avviene
nel mistero eucaristico, ma solo ci hai detto che avverrà.
Credere e adorare è quanto richiedi a noi.
Signore, ti adoriamo perché non ci spieghi ‘come’ avviene
il miracolo del pane e del vino che diventano Corpo e
Sangue tuo nell’Eucaristia, ma ci dici che ciò avviene grazie
all’azione dello stesso Spirito, che già aveva unito ipostaticamente
la natura umana con quella divina.
Signore, ti adoriamo perché, conoscendo Tu i limiti delle
nostre possibilità conoscitive, ci hai rivelato il progetto e
la realizzazione dello stesso da parte di Dio. Tu non ci chiederai
conto se abbiamo compreso o no il mistero, ma solo se
lo abbiamo creduto ed adorato.
Signore, ti adoriamo perché il mistero eucaristico Tu lo
hai pensato e realizzato per rimanere sempre fra noi e con
noi. Per aiutarci. Perché Tu ci ami come nessuno mai.
*
quando, invece di inginocchiarci e adorarti, perdiamo tempo,
come gli interlocutori di Cafarnao, nel chiederci: può
costui darci la sua carne da mangiare?
Signore, perdonaci quando dimentichiamo che il mistero
eucaristico, che Tu ci hai rivelato, ce l’hai rivelato e
regalato non perché noi avessimo delle conoscenze in più,
ma perché avessimo da adorare Te, che ti sei incarnato “per
noi uomini e per la nostra salvezza”.
Signore, perdona la nostra presunzione. Noi, a volte,
ignoriamo ciò che dovremmo conoscere e pretendiamo capire
ciò che ci trascende.
Signore, quando pretendiamo di spiegare i misteri, noi
diventiamo ridicoli come i tuoi discepoli. Essi, ascoltando il
tuo discorso escatologico, ti chiesero: Quando avverrà tutto
questo? Come se conoscere i tempi dell’avverarsi di eventi
terrificanti, fosse più importante che preoccuparsene. Perdonaci!
Signore, perdonaci quando a parole affermiamo che crediamo
in ciò che Tu dici, ma nelle scelte facciamo come se
quelle verità Tu non ce l’avessi mai dette o come se non
fossero vere. Infatti non troviamo il tempo né per venire a
ricevere la S. comunione, né per venire ad adorarti.
Signore, se noi crediamo che Tu hai creato dal nulla tutte
le meraviglie che ci circondano, non ha senso dubitare che
tu possa “far sì che le cose cha già esistevano si convertano in
altre”. Perdona la pochezza del nostro capire.
Signore, noi tante volte crediamo ai nostri simili, che
pure sono soggetti a ingannarsi e, talvolta, purtroppo, anche
a ingannare. Non credere a Te, che non puoi ingannarti,
perché la stessa verità, né mai ci ingannerai, perché ci ami
come figli, non fa onore all’intelligenza di cui ci hai dotato.
Perdonaci!
Signore, perdonaci quando trascuriamo di ricevere e
adorare quel ‘pane del cielo’ che vorrebbero ricevere e adorare
gli Angeli. Non ci rendiamo conto di ciò che perdiamo,
né della fortuna che abbiamo.
Signore, dall’alto della croce hai pregato il Padre di perdonare
i tuoi crocifissori Perché non sanno quello che fanno.
Quando noi veniamo a riceverti senza fervore, neanche noi
sappiamo ciò che facciamo. Perdonaci!
*
l’umiltà che serve per accettare i limiti del nostro capire. Ciò
davanti a ogni cosa, ma soprattutto di fronte ai ‘misteri’.
Signore, di fronte alla proposta misteriosa della divina
maternità, la Madonna non ha dubitato; non appena ha
sentito che Dio le proponeva di collaborare alla realizzazione
del progetto della redenzione, disse la sua disponibilità
incondizionata: Ecco la serva del Signore, avvenga in me secondo
la tua parola. Ti chiediamo di donarci una briciola di
quella saggezza di fronte al mistero dell’Eucaristia.
Signore, S. Giuseppe, che vedeva svanire tutti i suoi sogni
dorati scorgendo una maternità in atto nella sua Sposa,
quando l’angelo gli propose di assolvere la parte di comprotagonista
nel progetto misterioso della redenzione, non
perse tempo neanche a esprimere il proprio assenso: era
scontato. Dona anche a noi un po’ di quella disponibilità
incondizionata di fronte al mistero eucaristico.
Signore, di fronte a tante cose dobbiamo confessare i
limiti della nostra comprensione, epperò ci fidiamo di quanto
ci viene assicurato. Ti chiediamo di donarci tanta fiducia
nelle tue parole almeno quanta ne usiamo per la parola dei
nostri simili.
Signore, ti chiediamo di scolpire nella nostra mente la
convinzione che, davanti al mistero eucaristico non c’è da
speculare, c’è da adorare. E ti chiediamo aiuto per vincere la
nostra presunzione e fidarci di Te.
Signore, non è facile per noi accettare quanto altri ci
dicono e noi non comprendiamo. Ma aiutaci a capire che
accettare quanto ci assicuri Tu, che sei la verità, è cosa che fa
onore alla nostra intelligenza.
Signore, infiamma d’amore il nostro cuore, e allora forse
comprenderemo qualche cosa del perché ci hai donato Te
stesso nell’Eucaristia e ci inginocchieremo adorando.
Signore, chi si fida di Te è veramente saggio, perché Tu
solo hai parole di vita eterna, e Tu non ci inganni perché sei
il Padre che ci ama oltre ogni possibile immaginazione.
Signore, credere alle tue parole è molto più sicuro che
credere ai nostri sensi. Questa verità la comprenderemo solo
allora che, prostrandoci davanti alla Santissima Eucaristia, ti
diremo: Signore, ti amo!
*
per la luce che ci hai dato in quest’ora di adorazione.
Signore, ti ringraziamo perché ci hai ricordato che l’intelligenza
di cui hai dotato la natura umana è dono meraviglioso,
ma compatibile con la nostra creaturalità e dunque
limitato.
Signore, i misteri con i quali veniamo a contatto sono
opportunità provvidenziali per esercitare la virtù dell’umiltà.
Essa non è finzione, ma onesto riconoscimento delle nostre
possibilità. Ti ringraziamo, Signore!
Signore, quante volte noi ci inganniamo e tentiamo di
ingannare gli altri sforzandoci di far credere che siamo diversi
da quello che siamo! Mettendoci di fronte ai misteri
Tu ci vuoi riportare alla verità delle cose. Grazie, Signore!.
Signore, la Madonna, nell’annunciazione, non ha preteso
di capire, Le è bastato sapere che Tu entravi in azione
anche visibilmente nella nostra storia e chiedevi la collaborazione
di Lei. Grazie che ci dai questo esempio ed aiuto
splendido. Aiutaci ad accettare sempre le tue proposte, sia
che ne capiamo i tempi e i modi, sia che li ignoriamo.
Signore, per San Giuseppe la scoperta della maternità
della Madonna al di fuori del loro rapporto è stato lo scatenarsi
di una tempesta capace di indurre alla disperazione.
Ma appena il tuo Angelo lo ha informato del tuo misterioso
progetto di redenzione, ha detto con i fatti la sua completa
disponibilità, rinunciando a capire il ‘come’. Grazie di questo
esempio splendido.
Signore, ti ringraziamo perché hai quasi materializzato
il mistero della Santissima Eucaristia nel segno del Pane e
del Vino. Il mistero della transustanziazione rimane, ma con
i segni vieni incontro alle esigenze dei nostri sensi. Siamo
creature umane!
Signore, ti ringraziamo perché non ti stanchi mai di indurci,
attraverso le parole e gli esempi, a scegliere sempre Te,
che hai scelto noi dall’eternità e, per aiutarci, hai addirittura
deciso di farti Pane, Vino e Compagnia nostra ogni giorno.
Signore, ti ringraziamo per l’amore infinito che ti ha
fatto assicurare: Io sono con voi fino alla fine dei tempi. Nella
Santissima Eucaristia sei con noi, Signore, non solo con la
tua provvidenza, ma come presenza reale sotto le specie del
pane e del vino.
Tertulliano, in un testo ‘contro Marcione’ afferma che “Cristo
fece del pane il suo corpo, quel corpo che diede per noi” .
Alcuni in Africa pretendevano di celebrare l’Eucaristia
senza il vino.
S. Cipriano protesta con forza e argomenta in questo
modo: ‘Cristo, il Sacerdote per eccellenza, ci domandò di
commemorare il suo sacrificio facendo quello che egli fece.
Ora egli prese il pane e il vino. Se dunque un sacerdote vuole
offrire il vero e perfetto sacrificio deve fare lo stesso’.
S. Agostino. I problemi del suo tempo lo portarono a
insistere sul simbolismo del pane e del vino, cioè sull’unità
della Chiesa, contro i Donatisti.
La lotta poi contro i pelagiani lo condusse a porre in
rilievo la virtù santificante e salvatrice della carne di Cristo
nell’Eucaristia.
Ma il suo insegnamento è solido e luminoso. Ecco un
piccolo florilegio:
1 - “Quel pane che vedete sull’altare, santificato (consacrato)
attraverso la parola di Dio, è il corpo di Cristo.
Quel calice, anzi ciò che quel calice contiene, santificato
(consacrato) attraverso la parola di Dio, è il sangue di Cristo”
S. Agostino considera l’Eucaristia, oltre che sacramento
del corpo e del sangue del Signore, anche sacramento
dell’unità della Chiesa:
2 - In questo pane (consacrato) vi vien detto come dobbiate
amare l’unità. Non erano forse molti i chicchi di grano? ()
Essi sono diventati un pane, che è diventato il corpo di Cristo”.
“(Egli) prese la carne da Maria, e poiché in quella carne ha
camminato e la stessa carne ha dato a mangiare a noi per
la (nostra) salvezza, e nessuno mangia quella carne se prima
non l’ha adorata, è stato trovato come adorare questo
sgabello dei piedi del Signore, e non solo non pecchiamo
adorando, ma pecchiamo non adorando.
3 - Ora sai verso chi vai, (sai) che cosa mangi, che cosa bevi;
meglio (sai) chi mangi, chi bevi”. Ma attenti! Mangiare e
bere che non va inteso come lo hanno inteso i ‘cafarnaiti’ (=
la manducazione che spezzerebbe il corpo di Cristo).
4 - Questo sacrificio sostituì tutti i sacrifici dell’Antico Testamento,
che venivano immolati come ombra del (sacrificio)
futuro: perciò conosciamo anche quella voce del salmo
XXXIX, che parla dello stesso mediatore in profezia: non
hai voluto né sacrificio né oblazione, ma piuttosto mi hai
dato un corpo. Poiché invece di tutte quelle oblazioni viene
offerto il Corpo e viene partecipato a tutti i partecipanti
(Carlo Boyer, “L’Eucaristia e i Padri Africani”, in ’Eucaristia’
di A. Piolanti, pag. 166 ss.).
Gesù prega così nell’ultima Cena: tutti siano una cosa sola
(‘unum’). In quest’unum è il riflesso e la partecipazione
dell’Unum Trinitario: affinché tutti siano una cosa sola; come
tu, Padre mio, sei in me ed io sono in te, così anche essi siano
una cosa sola.
Pietro il Venerabile: “Uno in tutto l’universo è il sacrificio
cristiano: perché il popolo cristiano che l’offre è uno, unicoè il Dio al quale è offerto, una la fede con la quale si offre,
uno ciò che è offerto”.
S. Paolo: Unum corpus et unus Spiritus… Unus Dominus,
una fides, unum Batpisma, unus Deus et Pater omnium, qui
est super omnes, et per omnia, et in omnibus nobis
(Raimondo
Spiazzi, « Eucaristia e Sacerdozio nel mistero dell’unità
della Chiesa », in ‘Eucaristia’ di S. Piolanti, pp. 559-618).
L’eucaristia causa dell’unita’ e della pace della chiesa.
Anzitutto l’Eucaristia è simbolo di unità a motivo delle
sacre specie del pane e del vino. Simbolismo antichissimo che
si riscontra nella Didaché ().
S. Cipriano vede la fusione del popolo cristiano col suo Capo,
Cristo, nella mescolanza dell’acqua e del vino sull’altare.
S. Paolo: Unus panis, unum corpus multi sumus, omnes qui
de uno pane participamus
(Pietro Parente, « L’Eucaristia
causa dell’unità e della pace della Chiesa », in ‘Eucaristia’ di
A. Piolanti, pp. 621-628).
71- Giacché () il sacramento Eucaristico è segno dell’unità
del Corpo Mistico e in quelli, che con maggior fervore lo
venerano, eccita un attivo spirito “ecclesiale” () i fedeli, ()
imparino a far propria la causa delle Chiesa, a pregare Dio
senza intermissione, a offrire se stessi a Dio in grato sacrificio
per la pace e l’unità dalla Chiesa; affinché tutti i figli
della Chiesa siano una cosa sola e abbiano lo stesso sentimento,
né ci siano tra di loro scismi, ma siano perfetti nello
stesso sentimento e nello stesso pensiero, come vuole l’Apostolo;
e tutti quelli che non sono ancora uniti con perfetta
comunione con la Chiesa Cattolica, in quanto sono da essa
separati, ma si gloriano del nome cristiano, quanto prima
con l’aiuto della grazia divina arrivino a godere insieme con
noi di quella unità di fede e di comunione, che Cristo volle
fosse il distintivo dei suoi discepoli.
72- Questo desiderio di pregare e di consacrarsi a Dio per
l’unità della Chiesa devono considerarlo soprattutto come
proprio i religiosi, uomini e donne, essendo essi in modo
particolare addetti all’adorazione del SS. Sacramento, facendogli
corona sulla terra in virtù dei voti emessi.
73- Ma il voto per l’unità di tutti cristiani, di cui nienteè più sacro e più ardente nel cuore della Chiesa, Noi vogliamo
esprimerlo ancora una volta con le stesse parole del
Concilio Tridentino nella conclusione del Decreto sulla SS.
Eucaristia: “in ultimo il santo Sinodo con paterno affetto
ammonisce, esorta, prega e implora ‘per la misericordia del
nostro Dio’, affinché tutti e singoli i cristiani, in questo segno
di unità, in questo vincolo di carità, in questo simbolo
di concordia, finalmente convengano e concordino, e memori
di tanta maestà e di così alto amore di nostro Signore
Gesù Cristo, il quale diede la sua diletta anima in prezzo
della nostra salvezza e la sua carne a mangiare, credano e
adorino questi sacri misteri del suo corpo e del suo sangue
con quella fede ferma e costante, con quella devozione, pietà
e culto, che permette loro di ricevere frequentemente quel
pane 0 sovrasostanziale, e questo sia per essi veramente vita
dell’anima e perenne santità di mente, sicché “corroborati
dal suo vigore” da questo misero pellegrinaggio terrestre
possano pervenire alla patria celeste per mangiare là senza
nessun velo lo stesso “pane degli angeli” che ora “mangiamo
sotto i sacri veli”. (Pio XII, Enciclica “Mediator Dei”).
che ci hai donato la santissima Eucaristia in sostituzione dei
sacrifici antichi, perché serviva un solo unico sacrificio: simbolo
dell’unità di Dio e degli uomini.
Signore, noi crediamo che “Uno in tutto l’universo è il
sacrificio cristiano, perché
- il popolo cristiano che l’offre è uno,
- unico è il Dio al quale è offerto,
- una la fede con la quale si offre,
- uno ciò che viene offerto”.
Signore, noi crediamo che nell’ultima Cena Tu hai pregato: tutti siano una cosa sola; come Tu, Padre, sei in me e io
in Te, così anche essi siano una cosa sola, perché questo era il
tuo compito primario nella redenzione: riunire i figli di Dio
che erano dispersi.
Signore, noi crediamo che attraverso la Santissima Eucaristia
Tu volevi restituire alla famiglia umana quell’unità,
perduta con il peccato, che unisce Te Padre, Figlio e Spirito
Santo, unico Dio in tre Persone uguali e distinte.
Signore, che l’unità della famiglia umana ti stesse tanto
a cuore, lo dimostra la preghiera dell’Ultima Cena. Signore,
noi lo crediamo perché per nessun’altra cosa hai pregato così
appassionatamente il Padre.
Signore, noi crediamo quanto S. Paolo così sinteticamente
dice: nell’Eucaristia c’è un solo pane; e noi, che partecipiamo
alla comunione di un solo pane, pur essendo molti,
siamo un corpo solo.
Signore, noi crediamo che Tu ci vuoi ‘una cosa sola’,
come una cosa sola, da molti chicchi, è diventato il pane;
una cosa sola, da molti acini, è diventato il vino che hai scelto
come materia della santissima Eucaristia.
Signore, noi crediamo con S. Cipriano che, come l’acqua
e il vino uniti insieme formano l’unica materia della
Santissima Eucaristia, così il popolo cristiano, grazie all’Eucaristia,
formi una cosa sola con Te e con i fratelli.
Signore, noi crediamo che “Il sacramento Eucaristico è
segno dell’unità del Corpo Mistico”. Perciò chi se ne nutre e
non è in armonia con tutti gli altri Mangia e beve la propria
condanna.
perché, attraverso la Santissima Eucaristia, Tu ci ricordi che
il popolo cristiano deve diventare Un solo corpo e un solo
spirito, (così come c’è) un solo Signore, un solo Battesimo, un
solo Dio e Padre di tutti, che è sopra tutti, in tutte le cose e in
ciascuno di noi.
Signore, ti adoriamo perché nella realizzazione dell’unità
di tutta la famiglia umana in terra, Tu ci vuoi preparare a
quell’unità che unisce tutta la famiglia di Dio in cielo.
Signore, noi ti adoriamo perché non cessi di ricordarci,
proporci, consigliarci l’unità con la tua preghiera, con la tua
parola e con i simboli che scegli per il dono della Santissima
Eucaristia.
Signore, ti adoriamo perché, incarnandoti, Tu sei voluto
diventare uomo come noi, anzi uomo-Dio che unisce
la sua voce divina a quella nostra per implorare dal Padre la
comprensione per le nostre fragilità.
Signore, noi ti adoriamo perché, non ritenendo abbastanza
l’esserti incarnato, hai voluto, nella Santissima Eucaristia,
unirti a noi fino a formare con noi l’unica famiglia di
Dio e rimanere con noi sempre e dovunque.
Signore, ti adoriamo perché, per farci comprendere
come fra noi dobbiamo diventare ‘una cosa sola’, Tu, Dio,
nella Santissima Eucaristia, ti fai una cosa sola con tutti coloro
che ti ricevono col cuore puro e con fede determinata.
Signore, ti adoriamo perché attraverso il sacrificio della
croce, di cui l’Eucaristia è il rinnovamento, ci ricordi che
l’unità si crea attraverso il dono di noi a Te e ai fratelli.
Signore, ti adoriamo perché, come i chicchi di grano e
gli acini di uva accettano di essere franti per formare un solo
pane e un solo vino, così Tu hai accettato la morte di croce
per indicarci che la via per l’avvento del tuo regno, che è uno
ed eterno, è solo quella del sacrificio.
Signore, noi ti adoriamo perché nella Santissima Eucaristia
l’amore ci fa ‘una cosa sola’ con Te e fra di noi.
*
quando, invece di amarci e di sacrificarci l’uno per gli altri,
litighiamo fra noi. In quei momenti mostriamo di non aver
capito e meno ancora assimilato la lezione che ci imparti
nella Santissima Eucaristia.
Signore, perdonaci quando ci diciamo cristiani, ma le
scelte di Cristo, che è morto in croce per riunire tutti i figli
di Dio che erano dispersi, non sono le nostre scelte; il suo
amore non è il nostro amore.
Signore, perdonaci quando veniamo a riceverti nella S.
Comunione o a stare qualche minuto con Te davanti al tabernacolo
per essere una cosa sola con Te e non siamo una
cosa sola con i fratelli, che sono pure tutti figli tuoi.
Signore, perdonaci quando rivendichiamo puntigliosamente
la nostra identità di creature umane, anche a scapito
dell’unità, mentre, come cristiani, dovremmo essere felici,
sul tuo esempio, di sacrificarla pur di conservare fra noi il
dono dell’amore che unisce e fonde.
Signore, perdonaci quando non comprendiamo, o non
vogliamo comprendere, che nel pane consacrato Tu ci dici“Come dobbiamo amare l’unità. Non erano forse molti i
chicchi di grano? Essi sono diventati un pane, che è diventato
il Corpo di Cristo”.
Signore, perdonaci quando, invece di fare opera di pace
che unisce con i fratelli che sono in difficoltà di reciproca
comprensione, per leggerezza o per cattiveria, facciamo opera
di divisione. Per il tuo amore dev’essere una ferita mortale,
più feroce di quella con la quale, crocifisso, ti hanno
aperto il costato.
Signore, perdonaci quando dimentichiamo che “Cristo
fece del pane il suo Corpo” perché ci sforzassimo di fare, di
tutti i tuoi figli, ‘una cosa’.
Signore, perdonaci quando non riflettiamo che tutti
noi, che partecipiamo della Santissima Eucaristia, pur essendo
molti, dobbiamo diventare un solo corpo. E perdonaci
quando non ci impegniamo a realizzarlo con tutti i fratelli
Signore, Tu hai fatto dono di te a tutti, perché Tu sei
Amore, cioè ‘dono’. Perdonaci quando, per la nostra superbia
e protagonismo vogliamo singolarizzarci.
fede per credere che l’unità di tutti noi, tuoi figli, è un valore
per te sovrano. Gesù infatti, nell’Ultima Cena, per nessuna
cosa ha pregato con tanta insistenza e fervore.
Signore, non collaborare per l’unità è mettersi contro
Te, che nel mondo sei venuto per ricomporre l’unità della
famiglia umana, distrutta dal peccato. Donaci di comprendere
queste verità e donaci la volontà di collaborare con te
generosamente.
Signore, per farci comprendere che Tu vuoi l’unità di
tutti i tuoi figli, sei voluto rimanere fra noi nei simboli del
pane e del vino, nutrimenti che si ottengono con la fusione
di tanti elementi. Apri la nostra mente perché possiamo vedere
i perché delle tue scelte e muovi il nostro cuore perché
ci sintonizziamo con il tuo progetto di redenzione.
Signore, i primi cristiani si riconoscevano nel ‘pane spezzato’
per ricordarsi che avevi accettato che la tua vita fosse
spezzata per noi e per farci capire che anche noi dobbiamo
essere disposti a vedere spezzata la nostra vita per l’unità di
tutti i credenti in Te.
Signore, prima di chiamarci all’esistenza avevi arricchito
la terra di nutrimento per il sostentamento della vita di
tutta la famiglia umana e di tutti i viventi. Ma nell’Eucaristia
ti sei addirittura fatto pane e vino per sostenere la vita
del nostro spirito. Donaci di servirci quanto più frequentemente
possiamo di questo tuo dono che è “vincolo di carità,
segno di unità”.
Signore, il mistero eucaristico Tu ce l’hai donato non
perché avessimo qualche cosa da contemplare, ma perché
avessimo qualche cosa con cui nutrire quella carità che ha
il fine di “congregarci in una sola, unica realtà”. Donaci di
servirci di questo divino mezzo di aggregazione più che possiamo.
Signore, nella santissima Eucaristia Tu ti sei donato a
tutti, per aiutarci a capire che l’unità si realizza attraverso
il dono di sé. Apri la nostra vita a questa conoscenza soprannaturale
e sostituisci il nostro egoismo con quel divino
altruismo che ti ha spinto a incarnarti e a rimanere sempre
con noi.
Signore, il Sacro Concilio di Trento “Esorta, prega e
implora ‘per la misericordia di Dio’ affinché tutti e singoli
i cristiani, in questo segno di unità, in questo simbolo di
carità, in questo simbolo di concordia, convengano e concordino”.
Aiutaci a far nostri questi sentimenti. Aiutaci a
collaborare per l’unità di tutti i cristiani.
perché ci hai detto che, come Tu, il Padre e lo Spirito Santo
siete tre Persone e un solo Dio, così la moltitudine dei tuoi
figli deve formare un corpo solo.
Signore, ti ringraziamo perché Tu, Buon Pastore, ti sei
incarnato per formare, di tutte le tue pecorelle, un solo ovile
sotto un solo Pastore.
Signore, ti ringraziamo perché, pregando Tu il Padre
per l’unità di tutti i suoi seguaci, ci hai insegnato che anche
noi dobbiamo chiedere con amorosa insistenza al Padre tuo
e nostro lo stesso dono.
Signore, ti ringraziamo per l’esempio che ci hanno dato
gli Apostoli e i discepoli tuoi: Essi, in attesa della Pentecoste,
erano uniti nel Cenacolo assidui e concordi nella preghiera,
insieme con alcune donne, e con Maria, la Madre di Gesù, e
con i fratelli di Lui.
Signore, ti ringraziamo per il fervore con cui i primi cristiani,
nelle loro riunioni, pregavano: “Come gli elementi
di questo pane, sparsi nei monti, sono confluiti insieme a
formare un solo pane, così possa la tua chiesa essere una
dall’estremità della terra”.
Signore, ti ringraziamo perché, per evidenziarci, quasi
sensibilmente, l’importanza dell’unità dei tuoi seguaci, hai
fondato la tua Chiesa come unico Corpo mistico, di cui Cristoè il capo e noi tutti le membra.
Signore, ti ringraziamo perché hai ispirato alla tua
Chiesa, nelle sue preghiere liturgiche, di ricordarsi sempre
di pregare il Padre, dietro il tuo esempio, per l’unità di tutti
i battezzati, anzi di tutti gli uomini.
Signore, ti ringraziamo perché nei tempi nostri hai suscitato
nella Chiesa nuovo fervore per l’ecumenismo e hai
suggerito a tutti i cristiani, di tutte le confessioni, quell’ottavario
di preghiere per l’unità dei tuoi seguaci, che è destinato
ad abbattere tutti gli steccati e cancellare tutte le divisioni.
Signore, ti ringraziamo perché Tu vuoi che tutti noi,
che in cielo formeremo la tua famiglia, anche in terra siamo
tra noi una cosa sola.
Nestorio venne scomunicato con questo anatema: “Se
qualcuno rifiuta di confessare che la Carne del Signore è vivificante
ed è la propria carne del Logos di Dio Padre, ma
pretende che sia la carne di qualche altro distinto da Lui e
solo unito a Lui per dignità, la carne di qualcuno in cui abiterebbe
semplicemente la divinità, invece di riconoscere che
essa è vivificante (), perché è la propria carne del Logos che
può vivificare tutto, sia scomunicato”.
Ed ecco il commento conciliare all’anatematismo: “Noi
celebriamo nelle chiese il Sacrificio santo, vivificato e incruento,
e teniamo per fede che il Corpo che ci viene proposto
e similmente il Sangue prezioso non sono di un uomo
comune, e simile a noi, ma lo riceviamo come il proprio
Corpo e Sangue del Verbo che tutto vivifica. Poiché la carne
comune non può vivificare. E questo lo attesta il medesimo
Salvatore, dicendo: La carne non giova a nulla; è lo spirito
che vivifica. Poiché la carne è divenuta propria del Verbo,
per questo è divenuta ed è vivificante, come dice lo stesso
Salvatore: come il Padre, che vive, mi ha mandato ed io vivo
per il Padre, così chi mangia me vivrà anche per me.
Poiché
dunque Nestorio e i suoi seguaci distruggono temerariamente
l’efficacia di questo mistero, perciò è stato pubblicato
con molta convenienza il presente anatematismo”.
“La chiarezza ed il realismo di tali espressioni, anteriori
di alcuni secoli alle eresie specificamente antieucaristiche,
mostra che la fede della Chiesa non ha atteso l’errore per
manifestarsi, specialmente in quegli aspetti del dogma che
erano in più stretto rapporto con la pratica della vita cristiana”
(Antonio Zigrossi, ‘L’Eucaristia nel sacrificio della Chiesa’,
in “L’Eucaristia”, di A. Piolanti, p. 186-187).
che la Santissima Eucaristia Tu l’hai voluta e realizzata perché
in essa noi trovassimo il nutrimento che serve per raggiungere
Te, che sei la vita.
Signore, noi crediamo che Tu sei Il pane della vita… Il
pane che discende dal cielo perché chi ne mangia non muoia.
Signore, noi crediamo che Tu sei il pane vivo disceso dal
cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane
che io darò è la mia carne per la vita del mondo.
Signore, noi crediamo nelle tue divine parole: Se non
mangiate la carne del Figlio dell’Uomo e non bevete il suo
Sangue non avrete in voi la vita.
Signore, noi crediamo che solo chi mangia la tua carne
e beve il tuo sangue ha la vita eterna e Tu lo risusciterai
nell’ultima giorno.
Signore, noi crediamo che la tua carne è vero cibo e il tuo sangue vera bevanda.
Signore, noi crediamo che Chi mangia la tua carne e beve il tuo sangue dimora in Te e Tu in lui.
Signore, noi crediamo che come il Padre, che ha la vita,
ha mandato Te e Tu vivi per il Padre, così chi mangia di te
vivrà per te.
Signore, noi crediamo che Tu sei il pane disceso dal cielo,
non come quello che mangiarono i nostri Padri e morirono.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno.
Signore, noi crediamo che nella Santissima Eucaristia
Tu concretizzi quella parola misteriosa che dicesti: Io sono la
vita. E la partecipi a tutti quelli che credono in Te.
Signore, noi crediamo che Tu hai pronunciato, nell’Ultima
Cena, quasi in forma di comando, quelle divine parole:
Prendete e mangiate… Prendete e bevete, perché vuoi che la
scintilla della vita, che Dio creatore ha suscitato in noi, ci
aiuti a raggiungere Te, fonte di ogni vita.
la tua carità. Tu ci hai dato il dono della vita perché vivessimo.
Tu hai infuso in noi un irriducibile amore per la vita
perché la volessimo come il bene supremo. Ora Ti dai a noi
come nutrimento per raggiungerla.
Signore, ti adoriamo perché ci hai paternamente suggerito
che nella santissima Eucaristia troviamo il nutrimento
necessario per conseguire la vita che non finirà più.
Signore, ti adoriamo perché, non soddisfatto di averci
dato la vita del corpo, offri anche la vita eterna a coloro che
si nutriranno di Te, Pane vivo disceso dal cielo.
Signore, ti adoriamo perché ci hai creato per la vita, il
dono più grande che abbiamo, e ci assicuri che chi si nutre
di Te la conserverà per la vita eterna.
Signore, ti adoriamo perché, mentre nessun nutrimento
ci scampa dalla morte, la tua Carne e il tuo Sangue ci nutrono
per una vita che non conoscerà mai più la morte.
Signore, ti adoriamo perché veramente le parole che Tu
ci hai detto nella sinagoga di Cafarnao sono spirito e vita.
Signore, noi ti adoriamo perché ci hai assicurato che
Come il Padre, che vive, Ti ha mandato e Tu vivi per il Padre, così chi mangia Te Vivrà anche per Te.
Signore, ti adoriamo perché la santa Chiesa ci ha insegnato
che il “Corpo e il Sangue del Verbo () tutto vivifica.
Poiché la carne comune non può vivificare”.
Signore, ti adoriamo perché la santa Chiesa ha precisato
che “Poiché la carne è divenuta propria del Verbo, per questoè divenuta ed è vivificante”.
Signore, inginocchiati davanti alla santissima Eucaristia,
ti adoriamo con le mente e con il cuore perché nel
pane e nel vino, che divetano la tua Carne e il tuo Sangue
nel santo sacrificio della Messa, metti a nostra disposizione
ovunque e sempre il nutrimento che serve per rendere eterna
questa nostra vita corporale.
*
perché sentiamo regolarmente la fame del cibo che nutre il
corpo, ma tanto raramente sentiamo la fame di Te, nutrimento
per la vita dello spirito.
Signore, la vita che Tu ci hai dato è il dono più grande
che ci potevi fare. Noi amiamo la vita del corpo e perciò,
per conservarla, ci nutriamo, pur sapendo che dovrà finire.
Ma la vita dello spirito, che durerà per tutta l’eternità, tanto
spesso trascuriamo di nutrirla. Perdonaci, Signore.
Signore, è inspiegabile la nostra apatia spirituale che ci
tiene lontani dalla mensa eucaristica. Essa è sempre disponibile
per tutti e si può avere “Senza denaro e senza spese”.
Perdonaci, Signore.
Signore, non fa onore alla nostra intelligenza affannarsi
per “Che cosa mangeremo, di che cosa ci vestiremo?”. Il cibo
e il vestito costano e non durano sempre. Ma ci hai dato un
cibo che non costa e che dura per la vita eterna. Quello tanto
spesso lo dimentichiamo. Perdonaci, Signore.
Signore, quando il nostro corpo è in deperimento ci ordinano
la super-nutrizione, anche se non la desideriamo e ci
costa, a volte, sacrificio. Il nostro spirito spesso langue; donandoci
Te stesso, Tu ci hai dato “un pane che contiene in sé
ogni gusto” e noi non lo apprezziamo. Perdonaci, Signore.
Signore, sono dettate da Te le parole del libro dei Proverbi:
Venite, mangiate il mio pane, / bevete il vino che io ho
preparato. E’ lo stesso invito che Tu fai a noi a nutrirci del
Pane che è diventato il tuo Corpo, a dissetarci del vino che è
diventato il tuo Sangue. Ma noi siamo sordi alle tue premure.
Perdonaci, Signore!
Signore, Tu non solo ti fai pane per la nostra vita spirituale, non solo ci inviti a nutrirci di Te, ma ce ne fai addirittura
un comando: Prendete e mangiate… Prendete e bevete.
Perdonaci se ancora non comprendiamo il tuo discorso.
Signore, per aiutare la nostra fede insignificante Tu ci
ripeti La mia carne è vero cibo, il mio sangue vera bevanda. Ma noi viviamo come se di quel cibo e di quella bevanda se
ne possa fare impunemente a meno. Perdonaci, Signore!
Signore, per venire incontro alla nostra mancanza di
fede, Tu addirittura ci minacci: Se non mangiate la mia Carne
e non bevete il mio Sangue non avrete in voi la vita. Grazie,
Signore che ci scuoti. Calza ancora la mano e compatiscici.
di aiutarci a capire che, come il corpo senza il pane non si
sostiene, così non si sostiene lo spirito senza Te, Pane vivo
disceso dal cielo.
Signore, al popolo affamato nel deserto Tu hai dato la
manna. A noi hai dato ‘Il pane disceso dal cielo’, ma ci manca
la fame. Dacci fame e sete di Te, Signore. Altro non ti
chiediamo.
Signore Gesù, hai avuto compassione delle folle che, per
ascoltare la tua parola, trascuravano anche di mangiare, e
hai moltiplicato per loro il pane. Abbi compassione anche
della nostra inappetenza e acuisci in noi il desiderio di Te.
Signore, per i martiri, nutrirsi di Te prima della testimonianza
suprema, era la certezza di superare la prova, perché
Tu sei ‘il pane dei forti’. Anche la nostra vita richiede
una testimonianza cristiana. Apri la nostra intelligenza a
comprendere che, senza il nutrimento che viene da Te, accumuleremo
solo sconfitte.
Signore, sappiamo che la Santissima Eucaristia “E’ vivificante,
perché è la propria carne del Logos che può vivificare
tutto”. Aiutaci a riceverla e ad adorarla quanto più spesso
possiamo perché vivifichi anche la nostra esistenza.
Signore, la nostra vita spirituale deperisce e perde quota
di giorno in giorno. Tu sei l’unica medicina e l’unico nutrimento
capace per contrastare questo cammino verso l’anoressia.
Abbi pietà di noi. Attiraci verso il Tabernacolo santo
e mettici in condizione di non poter vivere senza di Te.
Signore, abbiamo sete di nutrire la nostra esistenza di
amore e di pace. Ispira in noi la convinzione che senza l’Autore dell’amore e della pace saremo sempre col cuore in subbuglio
e litigiosi con tutti e con tutto.
Signore, nella Santissima Eucaristia Tu ti proponi e ti
offri come Colui che solo è capace di rinnovare ogni giorno
la nostra vita spirituale. Donaci la saggezza che ci convinca
essere nel nostro stesso interesse servirci di Te, per evitare,
con l’inevitabile invecchiamento spirituale, anche la nostra
morte eterna.
Signore, di fronte ai tuoi doni impensabili, noi restiamo
indifferenti perché la nostra fede è scarsa. Ti preghiamo con
gli Apostoli Aumenta la nostra fede.
per l’aiuto che ci hai dato in questa Adorazione con le sante
ispirazioni con le quali hai cercato di illuminarci e scuotere
la nostra apatia spirituale.
Signore, ti ringraziamo perché, nonostante la nostra indifferenza
alle tue divine proposte, Tu non perdi la fiducia
in noi e rimani sempre disponibile, fra noi, per noi.
Signore, ti ringraziamo per la pazienza inesauribile con
la quale ci ripeti ogni giorno, anzi ogni momento, che senza
il Pane che ci dai Tu c’è la morte e ci sopporti, come sopportasti
l’incredulità dei tuoi interlocutori a Cafarnao, nella
speranza che, prima o poi, anche noi comprendiamo il tuo
discorso di vita.
Signore, ti ringraziamo perché non ci distruggi quando
Tu ci fai un discorso di vita e noi rispondiamo con le nostre
insolenze. Sei veramente quel padre che non rinuncia mai
all’illusione di riabbracciare il figlio prodigo.
Signore, la pecorella che si era allontanata da Te, camminava
inesorabilmente verso la morte inferta dalla fame
o dal nemico. Grazie che non hai desistito dal cercarla finché
non l’hai riportata al sicuro nell’ovile, dove ha ritrovato
la sicurezza, la comprensione e la vita. Quella pecorella è
ognuno di noi.
Signore, ti ringraziamo. Per farci capire che senza Te
non c’è la vita, hai raffigurato il paradiso come il luogo nel
quale si vive perché si mangia e si beve alla mensa tua.
Signore, ti ringraziamo perché ci hai creato per la vita,
sei venuto fra noi perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza
e, nella Santissima Eucaristia, ti sei fatto Pane di
vita: l’unico Pane che ha la possibilità di nutrirci per l’eternità.
Signore, ti ringraziamo per il tuo amore. Per evitare che
ci mancasse il nutrimento per raggiungere la vita eterna,
nella Santissima Eucaristia ti sei fatto Pane di vita Tu, il
Vivente nei secoli, autore e datore di ogni vita.
Signore, grazie perché ci hai dato il pane e l’acqua per
la vita del nostro corpo. Grazie infinite perché ci hai dato la
tua carne e il tuo sangue per nutrire il nostro spirito
*
Berengario difende diverse tesi ereticali. La negazione
dell’identità del Cristo storico e di quello eucaristico risulta
chiara sia dal documento di fede eucaristica, emanato
sotto forma di lettera inviata a lui nel Concilio di Vercelli
(1053), sia dalla ritrattazione che lui dovette fare nel sinodo
di Roma nel 1079.
Ecco i due documenti.
1 - “(Iddio) ha voluto che il pane ed il vino, che vengono
santificati sull’altare, mediante la consacrazione dello Spirito,
per il ministero del sacerdote, fossero resi, con potenza,
veramente la sua Carne e il suo Sangue, e, in tal modo, misticamente
immolati ogni giorno.
Ciò che Lui stesso insinua a suoi discepoli nell’istituzione
di questo Sacramento, con le parole: prendete e mangiate,
questo è il mio corpo; ed affinché non lo prendessero con
leggerezza o lo credessero corpo qualunque, () aggiunse una
precisazione e disse: che per voi sarà dato; egualmente anche
del calice: che per voi sarà sparso. (
I discepoli con occhi carnali
vedevano pane e vino, e udivano (proferire) dalla Verità:
questo è il mio Corpo ecc.
Che cosa di più evidente, di più chiaro, di più dolce?
2 - Ritrattazione
“Io, Berengario, credo col cuore e confesso con la bocca,
che il pane ed il vino, che vengono posti sull’altare, mediante
la santa orazione mistica e le parole del nostro Redentore,
sono sostanzialmente convertiti nella vera e propria vivificatrice
Carne e Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, e
che dopo la consacrazione sono il vero Corpo di Cristo che è nato dalla Vergine e che, offerto per la salute del mondo,
pendette dalla Croce; ed il vero sangue di Cristo che sgorgò
dal suo fianco, e non soltanto nel segno e nella virtù del
Sacramento, ma nella proprietà della natura e nella verità
della sostanza, come è contenuto in questo documento, e
io ho letto e voi avete capito. Così credo, né insegnerò più
contro questa fede”.
(da Antonio Zigrossi, “L’Eucaristia nel magistero della Chiesa”,
in ‘Eucaristia’ di A. Piolanti, p. 186).
*
con la Chiesa che tra il Corpo sacratissimo di Gesù e il Pane
consacrato non c’è differenza né distinzione.
Signore, noi crediamo che le parole che Gesù proferì
nell’ultima Cena: Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo;
prendete e bevete questo è il mio sangue non vanno interpretate,
vanno solo credute e adorate.
Signore, noi crediamo che quando Gesù nell’ultima
Cena, tenendo fra le mani un pane, disse: Questo è il mio
Corpo affermava l’identità assoluta fra il Pane consacrato e
la sua santissima Carne.
Signore, noi crediamo che quando Gesù, nell’ultima
Cena prese in mano il calice della benedizione e disse: Prendete
e bevete; questo è il mio Sangue che sarà sparso per voi e
per tutti, affermava l’identità assoluta tra il vino consacrato
e il sangue che avrebbe versato l’indomani nella Passione e
sulla Croce.
Signore Gesù, nel tuo magistero prendevi spunti da
cose ovvie per farti capire da tutti. Noi crediamo che la stessa
ovvietà l’hai usata anche nell’istituzione della santissima
Eucaristia, che rappresenta il cuore del tuo insegnamento e
della fede dei tuoi discepoli.
Signore, noi crediamo che il Pane consacrato non è il‘segno’ del tuo Corpo che hai sacrificato per noi sulla Croce,
ma veramente il Corpo che hai dato per noi e per tutti.
Signore, noi crediamo che il vino consacrato nel Calice
non è il ‘segno’ del Sangue che hai versato, ma veramente è
il tuo Sangue: quello che Tu hai versato per noi e per tutti.
Signore, noi crediamo che quando gli Apostoli con la
Madonna nel Cenacolo ‘spezzavano’ il Pane e distribuivano
il Calice, non facevano solo rivivere un ricordo di ciò che Tu
hai fatto nella tua ultima Cena, ma ripetevano, in memoria
di Te, la realtà che Tu indicavi con le parole: Il mio Corpo,
il mio Sangue.
Signore, noi crediamo alle tue parole, perché Tu sei la
via, la verità e la vita.
*
la condiscendenza infinita che Tu hai verso i nostri limiti.
Nel Pane e nel Vino consacrati, ci aiuti: impegni la nostra
intelligenza con la fede, i nostri sensi con le apparenze di
cose sensibili.
Signore, noi ti adoriamo perché Tu ci hai creato materia
e spirito, terra e cielo, corpo e anima. Nella Santissima Eucaristia
parli all’uomo integrale, perché l’uomo integrale è
il capolavoro della tua creazione, e l’uomo integrale intendi
ora nutrire: con il tuo Corpo nelle specie del pane, con il tuo
Sangue nelle specie del vino.
Signore, ti adoriamo nel Pane e nel Vino consacrati, perché
essi sono l’Eucaristia, non sono il segno dell’Eucaristia:
in quelle specie ci sei Tu, Uomo-Dio, nato da Maria sempre
Vergine, morto in Croce, Risorto il terzo giorno.
Signore, quando ti riceviamo nella santa Comunione
noi sentiamo il gusto del pane e del vino, ma la fede ci assicura
che nell’Ostia e nel Vino consacrati ci sei Tu, che ci
hai creato, Tu, che ci hai redento. Perciò, quando ci inginocchiamo
davanti a quelle specie, ci inginocchiamo davanti a
Te e adoriamo Te.
Signore, quando veniamo ad adorarti davanti al Tabernacolo,
crediamo che nell’Ostia consacrata adoriamo non
un segno di Te, ma proprio Te, vero Dio e vero Uomo che,
per l’amore sconfinato che ci porti, hai deciso di rimanere
per sempre con noi.
Signore, i Pastori hanno veduto un comune bambino,
ma hanno adorato Dio. La loro fede fu grande, perciò
tornarono al loro gregge lodando e glorificando Dio. Noi
nell’Eucaristia non vediamo neanche le sembianze di un essere umano, ma anche la nostra fede è grande e anche noi,
nel pane e nel Vino consacrati, adoriamo Dio.
Signore, i Magi, sospinti dalla tua grazia, hanno intrapreso
un lungo e pericoloso viaggio per incontrarti. Ti hanno
incontrato in un Bambino deposto in una mangiatoia e
ti hanno riconosciuto Dio, offrendoti l’incenso. Alla nostra
fede non è che ci vuole meno coraggio nel riconoscerti nel
Pane e nel Vino. Ma noi crediamo, sulla tua parola, che sono
il tuo Corpo e il tuo Sangue. E ti adoriamo.
Signore, ai tuoi discepoli hai insegnato Sia il vostro
parlare ‘sì, sì’, ‘no, no’. Sarebbe incredibile che proprio Tu
nell’ultima Cena affermi che il pane e il vino sono il tuo
Corpo e il tuo sangue, intendendo che essi sono solo un ‘segno’
del tuo corpo e del tuo sangue. Noi ti adoriamo.
*
quando, tentati dal nostro nemico di dubitare della tua presenza
reale nella santissima Eucaristia, non reagiamo immediatamente
facendo un atto di fede e un atto di adorazione.
Signore, perdonaci quando pretendiamo con la nostra
intelligenza di interpretare le tue parole, anche se esse sono
tanto evidenti. E’ il solito orgoglio che ci insinua di non fare
ciò che è da noi e tentare ciò che ci sovrasta.
Signore, perdonaci quando perdiamo tempo prezioso
a discutere sul mistero eucaristico, invece di dirti la nostra
fede, il nostro amore e la nostra adorazione.
Signore, perdonaci quando da strafottenti passiamo innanzi
a te senza inginocchiarci e senza dirti che ti vogliamo
bene: come se fosse vero che nell’Eucaristia Tu ci sei come‘segno’ e non come realtà.
Signore, perdonaci quando pensiamo che il tuo sacrificio
si sia esaurito in quel Venerdì Santo e dubitiamo che
nella santa Messa “la tua Carne e il tuo Sangue vengono
misticamente immolati ogni giorno”.
Signore, i cristiani dei tempi apostolici, così vicini
all’Ultima Cena, “Anche se con occhi carnali vedevano pane
e vino”, non dubitarono di affermare e di credere che, dopo
la consacrazione, sono diventati tuo Corpo tuo Sangue. Perdona
noi che, a distanza di due millenni, presumiamo di
dubitarne. Ma poi, in base a che cosa?
Signore, la pietà popolare afferma che, per vincere la durezza
di cuore di chi dubitava della verità delle tue parole,
Tu, nella Santissima Eucaristia, hai mostrato Carne viva e
Sangue vivo. Grazie della compassione che hai di noi e perdona
la nostra mancanza di fede.
Signore, per la fede, nel Pane e nel Vino ‘eucaristizzati’
crediamo che c’è il tuo Corpo e il tuo Sangue. Perdonaci
quando ci comportiamo davanti a Te, nascosto sotto le specie
sacramentali, come se la nostra fede non poggiasse sulla
parola infallibile di Te, che sei la Verità.
Signore, perdona la nostra ingenuità quando vogliamo
valutare i doni soprannaturali con i nostri criteri naturali.
Diventiamo ridicoli come la rana per la quale esistono solo
i ranocchi, come il gatto il quale conosce solo i gatti, come
l’uccello che riduce il miracolo della creazione solo agli uccelli.
*
Fede in tutte le tue affermazioni, soprattutto in quelle che
indicano un ‘mistero’: esso non è verificabile dalla nostra intelligenza,
perché appartiene a un ordine di realtà che sono
al di fuori della nostra portata di comprensione.
Signore, ti chiediamo la serietà e la lealtà della persona
intelligente, che sa riconoscere i limiti e i confini delle proprie
conoscenze.
Signore, ti chiediamo l’umiltà di chi, di fronte a conoscenze
che sorpassano le proprie capacità, non pretende
comprendere tutto e a tutti i costi.
Signore, liberaci dalla strafottenza di chi nega l’esistenza
del mistero solo per il fatto che non riesce a penetrarlo.
Come se l’essere umano, che pure Tu hai creato meraviglioso,
fosse dotato di possibilità di omniscienza.
Signore, aiutaci ad acquistare la docilità che ci induce a
fidarci, anche quando noi non ne vediamo la convenienza,
di chi sappiamo che conosce tanto più di noi e soprattutto
di Dio, che conosce tutto.
Signore, chi si fida della tua parola, anche poco poco
- ha detto Gesù -, dirà a un monte: “Gettati nel mare”, ed
esso ubbidirà. Dacci tanta fede, quanta basta per mettere in
discussione almeno le nostre convinzioni.
Signore, nella nostra vita accettiamo ciecamente tante
verità che pure non siamo in grado di poter controllare. Di
fronte alla tua parola, quando è involta nel mistero, pretendiamo
di sottoporla alla verifica della nostra intelligenza.
Signore, dacci un po’ di saggezza per non diventare ridicoli.
Signore, quando Tu parli e noi non comprendiamo ciò
che Tu dici, dacci di essere saggi come Santa Marta. Alla tua
domanda: Credi Tu ciò? Lei rispose prontamente: Io credo
che Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
Signore, aiutaci a fidarci ciecamente di Te, come Tu ti
fidi sempre, ciecamente di noi, come un bravo bambino si
fida sempre di suo padre e di sua madre, come un allievo
esemplare accetta le affermazioni del suo maestro.
per la premura con cui la Santa Chiesa non perde occasione
per ricordarci la verità del mistero eucaristico.
Signore, ti ringraziamo perché il Sacerdote celebrante,
prima di comunicarsi, alza l’Ostia consacrata e intona:“Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del
mondo”. L’Eucaristia e Te, Signore, non siete l’uno simbolo
e l’altro realtà, ma un’unica, inscindibile realtà.
Signore, ti ringraziamo per l’insistenza con cui la santa
Chiesa ripete l’identità Eucaristia-Dio. All’intonazione del
Sacerdote, l’assemblea, guardando quell’Ostia, prega con le
parole del centurione: “O Signore non sono degno di riceverti
sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e io sarò
salvato”.
Signore, ti ringraziamo perché, prima di comunicare i
fedeli, la Chiesa esige una professione di fede. Il Sacerdote,
infatti, mostrando l’Ostia consacrata, dice: “Il Copro di
Cristo”. E il comunicando conferma: “Amen!”, cioè: è così:
Io credo che quell’Ostia che stai per darmi, è veramente il
Corpo di Cristo.
Signore, ti ringraziamo per l’esempio che ci hanno dato
i Santi Diaconi. Ai credenti, che avrebbero testimoniato
con il martirio la propria fede, recavano l’Eucaristia: non
un simbolo di Te, ma proprio Te, Dio vivo e vero, Te, ‘cibo
di eternità’.
Signore, ti ringraziamo per la fede della nostra gente
che, la giornata che la Chiesa ha scelto per celebrare l’Eucaristia
la chiama: la festa del ‘Corpus Domini’. E la conclude
con una processione nella quale si infiorano le strade dove
passerai Tu, Ostia consacrata, Dio del cielo e della terra.
Signore, ti ringraziamo per il buon esempio che ci dà la
fede semplice e schietta dei credenti: quando ti portano, in
viatico, a qualche malato, tutti si fermano, si segnano col segno
della Croce, ti mandano un bacio, ti dicono, col cuore o
anche con le labbra, una preghiera. Quello è l’atteggiamento
di chi crede, quando si trova alla tua presenza
Signore, ti ringraziamo perché Tu brami nutrire anche
il moribondo, che, in quel momento, ha bisogno solo di Te.
Quando sarà il nostro momento, non ci mancare, Signore!.
Nei secoli XII, XIII e XIV varie furono le tesi non ortodosse
circa il mistero Eucaristico, e, puntualmente, ognuna
ebbe, da parte dell’autorità della Chiesa, risposte adeguate
in molti Concili.
Si deve dire, tuttavia, che ogni tesi non ortodossa metteva
in discussione qualche cosa della verità eucaristica, frutto
di speculazione teologica, ma la fede nell’Eucaristia restava,
invece, acquisita per tutte.
Contrariamente a quanto avverrà con il Protestantesimo,
con il quale si tenterà di distruggere il Sacramento.
Nel 1381 Wyclif, professore ad Oxford, cominciò a far
conoscere le sue idee, che poi chiarì con tre pubblicazioni.
Il concilio di Costanza (1414-18) condannò i suoi errori
con questa sentenza:
“Esaminati gli articoli, si costatò,
come è in realtà, che la maggior parte di essi erano e sono
notoriamente eretici e già da tempo riprovati dai santi Padri;
altri non sono cattolici ma erronei; altri scandalosi e
blasfemi; alcuni offensivi dell’orecchie dei fedeli; alcuni temerari
e sediziosi”.
Gli errori più gravi sono:
1) Cristo nel sacramento è presente non ‘sostanzialmente’
e ‘corporalmente’, come è in cielo, ma solo ‘sacramentalmente’
e ‘virtualmente’ (dunque nega la presenza reale di
Cristo).
2) Il pane ed il vino, anche dopo la consacrazione, continuano
ad esistere ‘localmente’ e ‘sostanzialmente’.
Nel CONCILIO DI FIRENZE (1438-45) Cattolici e
Ortodossi così professarono: “Poiché da tutti i santi dottori
della Chiesa, specialmente da quel beatissimo Giovanni Crisostomo,
notissimo fra noi, sentiamo dire che sono le parole
del Signore quelle che mutano e transustanziano il pane e il
vino, nel vero corpo e sangue di Cristo, e che quelle divine
parole hanno ogni efficacia di operare la transustanziazione,
noi necessariamente seguiamo lo stesso santo Dottore e la
sua sentenza”.
(da Antonio Zigrossi, “L’Eucaristia nel magistero della
Chiesa”, in ‘Eucaristia’, di A. Piolanti, pag. 199 ss.).
che quando Tu hai detto, nell’Ultima Cena, del pane che
avevi preso: Questo è il mio Corpo, volevi dire che quel pane
non era più pane, ma tuo Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
Signore, noi crediamo ciò che gli Apostoli hanno sempre
creduto e ciò che la Santa Chiesa ha sempre insegnato:
dopo le parole della consacrazione il pane non è più pane, il
vino non è più vino, ma corpo, Sangue, Anima e Divinità di
Te, Verbo incarnato.
Signore, l’Eucaristia che Tu ci hai regalato non può
essere argomento di ‘speculazione’, ma verità da ‘credere’.
Perciò noi crediamo nella tua presenza reale nel sacramento
eucaristico, pure se con gli occhi vediamo, anche dopo la
consacrazione, il pane e con il gusto assaporiamo il vino.
Signore, noi non rinunciamo a ‘speculare’ sul mistero
eucaristico per pigrizia o per non impegno, ma perché sappiamo
che esso è mistero per noi, cioè verità che sorpassa le
nostre limitate capacità conoscitive.
Signore, noi crediamo che Tu ti identifichi con il pane
consacrato, perché a Cafarnao hai ribadito con insistenza
che il ‘pane disceso dal cielo’ è la tua Carne e il tuo Sangue.
E quando vedevi che la numerosa folla si assottigliava fino
a lasciare con te solo i Dodici, hai avuto ancora la lealtà di
dire: Forse che volete andarvene anche voi?
Signore, noi con gli Apostoli crediamo, non perché non
riusciamo a capire ‘come’ e ‘quando’, ma perché crediamo in
Te che solo Hai parole di vita eterna.
Signore, noi crediamo a quanto Tu hai affermato circa
la santissima Eucaristia, perché Tu, che ci dai con essa Te
stesso, non potevi certo ingannarci.
Signore, noi crediamo che, dopo le parole della consacrazione,
il pane e il vino non continuano ad essere ‘localmente’
e ‘sostanzialmente’ uguali, ma essi si sono trasformati
in Te, Dio-Figlio, che ti sei ‘incarnato per noi e per la
nostra salvezza’.
Signore, noi crediamo, con i nostri fratelli Ortodossi,
quanto Tu, gli Apostoli e i Santi Padri hanno creduto e insegnato.
nel pane e nel vino consacrati, non il pane e il vino, ma Te,
che ti sei fatto ‘Carne e Sangue’ per nutrirci.
Signore, quando noi adoriamo il Pane e il Vino consacrati,
non facciamo come i primi uomini che adoravano,
invece del Creatore, le opere della creazione. Noi crediamo
che adoriamo la seconda Persona della Trinità santissima,
che, dopo essersi incarnata, ha pensato e realizzato il modo
di rimanere eternamente con noi.
Signore, l’Ostia consacrata che conserviamo nel santo
tabernacolo, sei Tu, che ci hai creato e redento; Tu, che,
rimanendo con noi, ci vuoi aiutare perché nel giorno del
nostro incontro con Te, divino giudice, possiamo essere trovati
idonei per il paradiso, che hai preparato per noi. Perciò,
Signore, ti adoriamo.
Signore, la fede ci assicura che, dopo la consacrazione, le
sacre specie conservano solo l’apparenza del pane e del vino,
ma la sostanza nuova, che le anima, sei Tu. Te adoriamo.
Signore, adorando la santissima Eucaristia, noi sappiamo
che adoriamo la tua persona divina, nata da Maria Vergine;
morta e sepolta, risuscitata da morte e ascesa al cielo; che
siede alla destra del Padre con i segni gloriosi della redenzione:
trofeo di vittoria sulla morte, vinta dalla tua morte,
perché tutti noi riavessimo la vita.
Signore, quando noi adoriamo la Santissima Eucaristia,
adoriamo te, presente ‘sostanzialmente’ e ‘corporalmente’
come sei in cielo, e non solo presente ‘sacramentalmente’ e‘virtualmente’.
Signore, quando noi adoriamo la Santissima Eucaristia,
non adoriamo il pane e il vino, perché essi, dopo la consacrazione,
cessano di esistere ‘localmente’ e ‘sostanzialmente’.
Signore, quando apparisti a Mosè, gli ordinasti di coprirsi
il volto, perché l’uomo non può vedere Dio. Nella
santissima Eucaristia, perché noi possiamo contemplarti,
Tu veli te stesso sotto le apparenze del pane e del vino. Adorandoti,
sappiamo che adoriamo Te, Dio incarnato per noi.
Signore, accetta la nostra adorazione. E’ semplice, è
scarsa, è povera, ma vuole essere sincera come la tua Parola,
come il tuo Amore.
se, a volte, indugiamo nel cacciare via un dubbio sulla tua
presenza reale. E’ la più grave offesa che possiamo farti.
Signore, perdona tutti coloro che, pretendendo di comprendere
il mistero eucaristico, non ti adorano presente sotto
le specie del pane e del vino consacrati, come ti adorano
gli angeli in cielo. Perdona la nostra ignoranza e la nostra
presunzione. Veramente in quei momenti non sappiamo
quello che facciamo.
Signore, perdonaci quando, nella celebrazione della santa
Messa e/o nel ricevere la santa Comunione, non abbiamo
la fede e il fervore di adorazione che deve avere chiunque sia
cosciente di chiamarti dal cielo o di ricevere nella propria
vita Te, Creatore del cielo e della terra.
Signore, perdonaci quando dubitiamo che le tue divine
parole mutano e “transustanziano il pane e il vino nel vero
corpo e sangue di Cristo, come se quelle divine parole non
avessero l’efficacia di operare la transustanziazione”. Perdona
e donaci fede e docilità per credere in Te, sempre.
Signore, perdona la nostra leggerezza, doppiezza o falsità
quando affermiamo di credere alla tua parola e poi passiamo
davanti al tabernacolo o ti riceviamo nell’Ostia santa,
come se nel tabernacolo e nell’Ostia santa non ci fossi Tu,
Dio vivo e vero, nostro Creatore e nostro Redentore.
Signore, perdona la nostra sciocca superficialità: crediamo
ai fattucchieri, che, fingendo di illuminarci, fanno solo
i propri interessi, e dubitiamo di Te, che, per aiutarci, hai
deciso di rimanere, magari velato sotto le specie del Pane e
del Vino, dove, magari, ci dimentichiamo anche di crederti
presente e di adorarti.
Signore, perdona la nostra ignoranza che non sa distinguere
chi si avvicina a noi disinteressatamente, da chi cerca
la nostra rovina. In quei momenti non siamo neanche capaci
di conoscere e perseguire i nostri stessi interessi. Veramente
la nostra capacità di discernimento è limitata.
Signore, perdonaci quando pretendiamo dare ‘nostre’
interpretazioni alle tue parole, ai tuoi doni, al tuo amore. E’
la nostra superficialità facilona che ci induce a ciò.
l’intelligente docilità di chi, conoscendo i limiti del proprio
capire, si fida delle tue parole e dell’insegnamento della Santa
Chiesa.
Signore, donaci l’umiltà di chi si lascia illuminare e condurre
da chi sa che vuole solo e sempre il proprio interesse.
Signore, il genere umano si trova nella condizione in cuiè, perché ha preteso di essere uguale a Dio. Aiutaci a capire
che, quando pretendiamo mettere in discussione la parola di
Dio o, addirittura, di suggerire a Dio qualche cosa, passiamo
ogni limite di serietà.
Signore, il Vangelo è la prova indiscutibile che, quando
Tu parli, usi il linguaggio che riesce a farsi capire, da tutti.
Donaci il buon senso per renderci conto che non ha senso
pensare che Tu usi un diverso criterio di comunicazione
proprio quando ci annunci il dono di te stesso.
Signore, quando, avvertiti dell’errore, dalla Santa Chiesa,
che è illuminata e guidata dallo Spirito di verità, non
accettiamo, ringraziando, dell’avviso; o addirittura ci ribelliamo,
come se fossimo noi, così limitati anche nel comprendere
le cose della terra, capaci di comprendere e di insegnare
le verità del cielo, compatiscici e donaci tanta saggezza,
quanta serve per evitare simili enormità.
Signore, dinanzi alle parole misteriose, che Tu hai detto
nella Sinagoga di Cafarnao, i tuoi apostoli, che pure non potevano
aver capito, ebbero l’intelligenza di riconoscere che
Tu solo hai parole di vita eterna. Dona anche a noi un po’
di quella saggezza. Da essa dipende la nostra salvezza eterna.
Signore, anche nelle situazioni della vita umana avere il‘senso del limite’ è una dote che evita di piangere tanti errori. Donaci di averne tanta quanta è sufficiente per non dover
piangere anche noi la nostra disgrazia. Pretendendo, infatti,
di capire al di là delle nostre possibilità, rischiamo proprio
di perdere la vita eternamente felice con Te in paradiso.
Signore, perdonaci quando con le parole protestiamo
che crediamo a Te, ma nell’intimo accarezziamo i nostri
dubbi e, forse, le nostre convinzioni.
per la luce che ci hai donato in quest’adorazione. Seguendola
eviteremo di farcire la nostra vita di errori “non cattolici,
ma erronei”.
Signore, ti ringraziamo per gli avvisi che ci dai per aiutarci
ad evitare, con i limiti del nostro capire, errori “scandalosi
e blasfemi”.
Signore, ti ringraziamo per averci dato la Chiesa e per
averla resa maestra di verità. Seguendo il suo magistero, riusciremo
ad evitare errori “offensivi alle orecchie dei fedeli”.
Signore, ti ringraziamo per le continue ispirazioni con
le quali parli a noi di docilità e di fede. Ascoltandole sicuramente
riusciremo ad evitare errori “temerari e sediziosi”.
Signore, hai una pazienza infinita nell’aspettare i ritmi
lentissimi del nostro capire e del nostro credere. Grazie, Signore!
Non ti stancare di aver fiducia in noi. Con la tua
grazia certo riusciremo a fidarci di Te e a credere in Te.
Signore, Tu lo sai che siamo figli e vittime della superbia.
Per amore seguiti a pensare e a credere di riuscire a salvarci.
Grazie per questa tua paterna comprensione e fiducia.
Signore, gli errori che possiamo commettere nella nostra
esistenza possono essere lievi o gravi. Grazie perché ci
aiuti ad evitare almeno quelli che possono compromettere la
nostra salvezza eterna, per la quale ti sei incarnato.
Signore, Tu una volta hai parlato in molti modi, per
condurre il tuo popolo sulla retta via. Grazie perché recentemente
ci parli attraverso il Figlio. Lui per il quale sono stati
creati i secoli.
Signore, nella parabola evangelica, che racconta la ostinazione
e la malvagità dei servi che, dopo aver disatteso le
aspettative del padrone malmenando gli inviati, che egli aveva
mandato loro, non ebbero rispetto neanche per il Figlio,
ci fai conoscere la sorte a cui sono andati incontro i ribelli.
Grazie dell’avviso che ci dai. Dacci anche la grazia di
evitare di ripetere nella nostra vita quelle scelte insane.
Signore dacci una mano perché tutta la nostra esistenza
sia una ininterrotta adorazione della santissima Eucaristia: il
più incredibile e prezioso dono che ci potevi fare.
Fino a questo momento abbiamo avuto errori su qualche
cosa dell’Eucaristia; col Protestantesimo si tenta di distruggerla.
Le correnti dei Protestanti si moltiplicano, si oppongono,
si combattono con una enorme quantità di visioni
e di pubblicazioni, ma tutti (chi per un verso, chi per l’altro)
concordano nel tentativo di togliere il soprannaturale
all’Eucaristia e nell’odio verso la Chiesa Cattolica.
Solo a titolo esemplificativo ricorderemo una contestazione
e qualche nome:
Gesù nell’ultima Cena ha preso il pane e ha detto: Questo è
il mio Corpo.
Ci può essere affermazione più evidente di questa? Sinceramente
no! Però
- Carlostadio ritiene: “Questo” non si riferisce al pane, ma
al Corpo del Signore;
- Zuinglio prende di mira il verbo “è”: per lui equivale a“significa”;
- Ecolampadio: “Mio Corpo” non vuol dire il ‘corpo
mio’, ma un ‘segno’ del mio corpo;
- Billicamo, Rhegius e Sam: contestano l’intera frase: “Questoè il mio Corpo”.
Ci sono poi i padri del Protestantesimo
- Lutero: nega la ‘transustanziazione’; e afferma che la Messa
non è un ‘sacrificio’;
- Calvino: tenta una forma di compromesso, ma di fatto aggiunge
una opinione in più.
Di fronte a un attacco così concentrico, la Chiesa Cattolica risponde alla grande con il Concilio di Trento che è
un miracolo di chiarezza, di coerenza e di fermezza. Per questa
convinzione nei cinque momenti lo abbiamo citato. Chi
avrebbe potuto dire le stesse cose con meno parole e con più
concretezza?
Poiché non è facile avere i testi conciliari, abbiamo pensato
di offrire risposte un po’ articolate.
Ecco alcuni errori e le relative risposte.
1 - Dopo la consacrazione Gesù non è realmente presente nella Santissima Eucaristia.
“Il Santo Concilio insegna e professa apertamente e
senza ritegno che nell’augusto sacramento dell’Eucaristia,
dopo la consacrazione del pane e del vino, Nostro Signore
Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, è contenuto sotto le
specie veramente, realmente e sostanzialmente”.
E il ‘Canone IV’ anatematizza:
“Se qualcuno afferma che nell’ammirabile sacramento
dell’Eucaristia non vi è il corpo e il sangue di nostro Signor
Gesù Cristo appena fatta la consacrazione, ma soltanto
nel momento dell’uso, mentre è ricevuto, e non già prima
e dopo e che nell’ostie o particole consacrate che dopo la
comunione vengono riservate e avanzano, non vi rimane il
vero Corpo di Cristo, sia anatema”.
Il Concilio esorta:“Tutti i cristiani, con un segno particolare e straordinario
manifestino la loro gratitudine ed il loro ricordo verso il
comune Signore e Redentore, per un beneficio così ineffabile
e addirittura divino, per mezzo del quale è rappresentata
la vittoria ed il trionfo sulla morte.”
2 - Da tutto il Protestantesimo è negata la transustanziazione.“Poiché Cristo nostro Redentore affermò che era veramente
il suo Corpo quello che donava sotto le specie del
pane, la Chiesa di Dio fu sempre persuasa, e questo lo dichiara
nuovamente il presente Concilio, che mediante la
consacrazione del pane e del vino si compie la conversione
di tutta la sostanza del pane nella sostanza del corpo di Cristo
nostro Signore.
Questa conversione dalla santa Chiesa Cattolica è sempre
chiamata con convenienza e proprietà transustanziazione”.
3 - La Messa non perpetua nel tempo il sacrificio della croce.“Poiché secondo la testimonianza di S. Paolo, nell’Antico
Testamento, per impotenza del sacerdozio levitico, non si
poteva raggiungere la perfezione, vi fu bisogno, per disposizione
di Dio, Padre delle misericordie, che sorgesse un altro
sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek, nostro Signore
Gesù Cristo, che potesse perfezionare tutti quelli che dovevano
santificarsi e condurli alla santità.
Questo nostro Signore
e Dio si sarebbe offerto, è vero, sull’altare della Croce
mediante la morte: ma poiché il suo sacerdozio non doveva
cessare con la morte, nell’ultima Cena, nella notte del tradimento,
dichiarandosi sacerdote in eterno secondo l’ordine
di Melchisedek, offrì a Dio Padre il suo corpo e il suo sangue
sotto le specie del pane e del vino, allo scopo di lasciare
alla Chiesa, sua diletta sposa, un sacrificio visibile - come
richiede la natura umana - col quale fosse reso presente il
sacrificio cruento da compiersi sulla Croce, e la sua memoria
durasse fino alla fine del mondo, e fosse applicata la sua efficacia
salvifica in remissionedei peccati che quotidianamente
commettiamo: e sotto gli stessi simboli diede (il suo Corpo
e il suo Sangue) agli Apostoli che allora costituiva sacerdoti
del Nuovo Testamento, perché ne prendessero; ed a loro
e ai loro successori nel sacerdozio comandò che l’offrissero
con le parole: fate questo in memoria di me, come la Chiesa
Cattolica ha sempre inteso ed insegnato. Infatti dopo la celebrazione
della Pasqua antica, che la moltitudine dei figli di
Israele immolava in memoria dell’uscita dall’Egitto, istituì
la Pasqua novella, Lui stesso, perché fosse immolato, sotto i
segni visibili, dalla Chiesa, per mezzo dei sacerdoti, in memoria
del suo passaggio da questo mondo al Padre, allorché
ci redense con l’effusione del suo sangue, e ci strappò dal
potere delle tenebre e ci collocò nel suo Regno.
Questo è il sacrificio mondo, che nessuna indegnità o
malizia degli offerenti può macchiare, predetto dal Signore
per mezzo di Malachia, da offrirsi in oblazione monda al
suo nome, che sarebbe divenuto grande fra le genti; ed a
cui non oscuramente allude Paolo nella lettera ai Corinti
quando dice che chi si è macchiato con la partecipazione alla
mensa dei demoni non può partecipare alla mensa del Signore,
intendendo, in tutti e due i luoghi, per mensa l’altare.
E questo è infine il sacrificio simboleggiato dai sacrifici del
tempo della (Legge) di natura e della legge (rivelata), perché
esso, come loro complemento e perfezione, comprende tutti
i beni che da quelli furono significati.
Poiché in questo divin sacrificio che si compie nella
Messa, si contiene ed è incruentamente immolato lo stesso
Cristo che sull’altare della Croce, s’offerì una sola volta in
maniera cruenta: insegna il santo Concilio che questo sacrificioè veramente propiziatorio, e per mezzo suo otteniamo
misericordia e troviamo grazia per opportuno soccorso, se ci
accostiamo a Dio con cuore sincero e fede retta, con timore
e riverenza, contriti e penitenti. Il Signore infatti, placato da
questa offerta concede la grazia e il dono della penitenza, e
rimette i delitti e i peccati, anche i più grandi.
Una infatti
e identica la Vittima e Colui che ora offre per il ministero
dei sacerdoti è lo stesso che si offerì sulla Croce, mentre soltanto
il modo di offrire è diverso. Ed i frutti dell’oblazione
(cruenta) vengono abbondantemente percepiti mediante
quest’oblazione incruenta; e questa è lungi dal derogare il
valore di quella.
Perciò, secondo la tradizione apostolica, viene giustamente
offerto non solo per i peccati, le pene, le soddisfazioni
ed altre necessità dei fedeli viventi, ma anche per i morti nel
Cristo, non ancora perfettamente purificati”.
Ecco l’anàtema:
“Se qualcuno afferma che nella santa Messa non viene
offerto a Dio un vero e proprio sacrificio, o che l’offrire non
sia altro che il darci Cristo da mangiare: sia anatema”.
Questi medesimi concetti si trovano anche nella ‘Professione
di fede’ prescritta dal papa Benedetto XIV ai Maroniti:“Egualmente venero e accetto il Concilio Tridentino,
e professo ciò che in quello è stato definito e dichiarato, e
specialmente che nella Messa si offre a Dio un sacrificio vero
e proprio, propiziatorio per i vivi e i defunti: che nel Ss.mo
Sacramento dell’Eucaristia, secondo la fede che fu sempre
della Chiesa di Dio, si contiene veramente, realmente e sostanzialmente
il Corpo ed il Sangue con l’anima e la divinità
di Nostro Signore Gesù Cristo, e quindi il Cristo tutto intero
e che si compie la conversione di tutta la sostanza del
pane nel Corpo, e di tutta la sostanza del vino nel Sangue;
la quale conversione la Chiesa chiama con somma convenienza
transustanziazione; e che sotto ogni specie, e sotto le
singole parti di essa dopo avvenuta la separazione, si contiene
tutto il Cristo”.
M. Schmaus afferma: “Il Concilio con la sua esposizione
ha concluso, in un certo senso, l’evoluzione del dogma
eucaristico, che si è protratta per secoli. Così la fede nell’Eucaristia
ha manifestato nella confessione del Concilio la sua
pienezza, e nello stesso tempo vi ha trovato la sua chiara
formulazione” (Antonio Zigrossi, “L’Eucaristia nel magistero
della Chiesa”, in A. Piolanti, ‘Eucaristia’, pagg.200 ss.).
La ricchezza di questi testi è tale che, volendone prendere
uno per l’ora di adorazione, c’è solo l’imbarazzo della
scelta. Ecco i principali:
- Presenza reale,
- Transustanziazione,
- Sacrificio ‘visibile’ lasciato alla Chiesa.
Noi abbiamo scelto, senza trascurare gli altri insegnamenti,
(L’Eucaristia è) "sacrificio propiziatorio offerto non
solo per i peccati, le pene, le soddisfazioni ed altre necessità
dei fedeli, ma anche per i morti nel Cristo, non ancora perfettamente
purificati".
*
quanto la santa Chiesa, illuminata dallo Spirito Santo, insegna
e propone alla fede dei credenti circa il mistero eucaristico.
Signore, noi crediamo “Che nell’augusto sacramento
dell’Eucaristia, dopo la consacrazione del pane e del vino, nostro
Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, è contenuto
sotto le specie veramente, realmente e sostanzialmente”.
Signore, “Poiché Cristo nostro Redentore affermò che
era veramente il suo Corpo quello che donava sotto le specie
del pane” noi crediamo che “Mediante la consacrazione del
pane e del vino si compie la conversione di tutta la sostanza
del pane nel corpo di Cristo nostro Signore”.
Signore, noi crediamo che “Poiché - secondo la testimonianza
di S. Paolo - nell’Antico Testamento, per impotenza
del sacerdozio levitico, non si poteva raggiungere la
perfezione, vi fu bisogno, per disposizione di Dio, Padre
delle misericordie, che sorgesse un altro sacerdote secondo
l’Ordine di Melchisedek”.
Signore noi crediamo che Cristo “Si è offerto () sull’altare
della croce mediante la morte, ma poiché il suo sacerdozio
non poteva cessare con la morte, nell’ultima Cena, nella
notte del tradimento, dichiarandosi sacerdote eterno secondo
l’ordine di Melchisedek, offrì a Dio Padre il suo Corpo e
il suo Sangue sotto le specie del pane e del vino”.
Signore, noi crediamo che Cristo, Sacerdote sommo ed
eterno, offrendosi al Padre sotto le specie del pane e del vino“Volle lasciare alla Chiesa, sua diletta sposa, un sacrificio visibile
- come richiede la natura umana - col quale fosse reso
presente il sacrificio cruento da compiersi sulla Croce”.
Signore, noi crediamo che Cristo ha lasciato a noi se
stesso sotto le specie del pane e del vino perché la memoria
del sacrificio cruento durasse fino alla fine del mondo.
Signore, noi crediamo che hai perpetuato il sacrificio
cruento della croce nella santissima Eucaristia, perché “La
sua memoria durasse fino alla fine del mondo e fosse applicata
la sua efficacia salvifica in remissione dei peccati”.
Signore, noi crediamo che l’Eucaristia è “Sacrificio propiziatorio
offerto non solo per i peccati, le pene, le soddisfazioni
ed altre necessità dei fedeli, ma anche per i morti nel
Cristo, non ancora perfettamente purificati”.
*
la tua benignità perché hai voluto perpetuare, sotto gli stessi simboli
(del pane e del vino), gli effetti del sacrificio della Croce.
Signore, ti ringraziamo perché, con le parole Fate questo
in memoria di me, hai costituito gli Apostoli tuoi sacerdoti
e, poiché il tuo sacrificio doveva essere offerto sempre In
attesa della tua venuta, con gli Apostoli costituisci tuoi sacerdoti
quelli che Tu scegli.
Signore Gesù, gli Ebrei immolavano l’agnello Pasquale
in memoria dell’uscita dall’Egitto. Ti adoriamo perché hai
immolato Te stesso sulla croce.
Signore, ti adoriamo perché, sotto i segni visibili del
pane e del vino, ci dai la possibilità di rinnovare il sacrificio
della croce, in memoria del tuo passaggio da questo mondo
al Padre.
Signore, ti adoriamo perché Tu, che sei tre volte santo,
hai accettato che “Nessuna indegnità o malizia degli offerenti
può macchiare” il sacrificio che ci hai lasciato perché
possiamo offrire al Padre Te, Vittima pura e immacolata.
Signore, ti adoriamo perché nella santissima Eucaristia
hai adempiuto la profezia di Malachia: Da occidente a oriente,
verrà offerta un’oblazione monda al mio nome.
Signore, ti adoriamo perché il sacrificio che ci hai dato
la possibilità di offrire al Padre in tuo nome è il “completamento”
dei sacrifici del tempo della Legge. Esso “compendia
tutti i beni che da quelli furono significati”.
Signore, ti adoriamo perché nella santissima Eucaristia,
che perpetua in maniera incruenta il sacrificio cruento della
croce, ci dai la possibilità di offrire un “sacrificio veramente propiziatorio” per ottenere dal Signore “misericordia”. Il
Signore infatti, placato da quest’offerta, concede la grazia e
il dono della penitenza, e rimette i delitti e i peccati, anche
i più grandi”.
Signore, ti adoriamo perché, offrendo la Santissima Eucaristia,
troviamo presso Dio “Grazia per opportuno soccorso”.
quando dimentichiamo che nella santissima Eucaristia “una
e identica è la vittima”: Cristo.
Signore, perdonaci quando giudichiamo i nostri sacerdoti
dimenticando che “Colui che offre () per il ministero
dei sacerdoti è lo stesso che si offrì sulla croce, mentre soltanto
il modo di offrire è diverso”.
Signore, perdonaci quando dubitiamo che “I frutti
dell’oblazione (cruenta) vengono abbondantemente percepiti
mediante quest’oblazione incruenta!; e questa è lungi
dal derogare il valore di quella”.
Signore, perdonaci quando dubitiamo che la Santissima
Eucaristia è vantaggioso offrirla “Non solo per i peccati”,
ma anche “Per le pene, le soddisfazioni ed altre necessità dei
fedeli viventi”
Signore, perdonaci quando siamo pigri nell’offrire al Padre
la Santissima Eucaristia “Anche per i morti nel Cristo,
non ancora perfettamente purificati”
Signore, perdonaci quando dubitiamo che nella Santissima
Eucaristia “Si contiene veramente, realmente e sostanzialmente
il Corpo ed il Sangue con l’anima e la divinità di
Nostro Signore Gesù Cristo, e quindi il Cristo tutto intero”.
Signore, perdonaci quando dubitiamo che nella Santissima
Eucaristia “Si compie la conversione di tutta la sostanza
del pane nel Corpo (di Cristo), e di tutta la sostanza del
vino nel (suo) Sangue”.
Signore, perdonaci quando, bisognosi di aiuto, importuniamo
tutti i santi del Paradiso e dimentichiamo di venire
da Te, che sei Dio nostro e nostro Padre; che tutto puoi e
che vuoi sempre aiutarci.
Signore, per venire da te con fede viva non ci vuole un
gran coraggio, perché Tu stesso ce lo hai suggerito quando
hai detto: Venite a me, voi tutti che siete stanchi e affamati,
e io vi ristorerò. Io, che sono il Pane vero disceso dal cielo.
*
intelligenza per capire che, come chi è assetato va a rinfrescarsi
alla sorgente, così noi, che siamo sempre bisognosi,
dobbiamo venire da Te, sorgente e donatore di ogni grazia.
Signore, sappiamo che la Santissima Eucaristia è un mistero;
perciò non ti chiediamo di aiutarci a capirlo. Ti chiediamo
di aiutarci a capire che Tu l’hai voluta perché ci ami
infinitamente e vuoi che ognuno di noi consegua il fine per
il quale ci hai creato: vivere eternamente con Te in paradiso.
Signore, il sacro concilio di Trento esorta “Tutti i cristiani,
con un segno particolare e straordinario”, a manifestare“La loro gratitudine, ed il loro ricordo, verso il comune
Signore e Redentore, per un beneficio così ineffabile e
addirittura divino, per mezzo del quale è rappresentata la
vittoria ed il trionfo sulla morte”. Aiutaci, Signore, ad essere
tra coloro che seguono questo suggerimento.
Signore, coloro che hanno preteso di negare la Santissima
Eucaristia, facendo dire alle le tue parole ciò che Tu non
intendevi dire, hanno naufragato dalla fede e hanno perduto,
forse, un’opportunità unica per giovarsi dell’unico aiuto
efficace che abbiamo, per la vita spirituale. Aiutaci a rimanere
docili alle parole della santa Chiesa.
Signore, coloro che hanno negato la Santissima Eucaristia,
hanno fatto un gran torto a se stessi perché hanno
negato che esiste il rimedio per ottenere pieno perdono dei
peccati, proprio là dove esso esiste. Aiutaci ed evitare l’errore
e a giovarci del tuo aiuto.
Signore, coloro che hanno tentato di negare la santissima
Eucaristia, hanno fatto un gran torto anche ai loro
defunti. Sia, infatti, nell’Antico che nel Nuovo Testamento
come nella fede della Chiesa, è affermato il valore espiatorio
necessario per raggiungere adeguatamente la tua luce. Aiutaci
ad aiutare quelli che ormai non possono più meritare
per sé con questo sacramento del tuo amore.
Signore, Tu hai detto Con la misura con la quale misurate,
sarà misurato a voi in cambio. Aiutaci ad essere generosi
con le anime del Purgatorio, perché, quando sarà la nostra
ora, qualcuno si ricordi di esserlo con noi.
Signore, ti sei donato a noi per noi. Donaci di meditare
che questo dono è efficace anche in suffragio dei defunti.
Così ci dai la possibilità di aiutarti a portare in cielo tutti i
tuoi figli.
per tutta la luce che ci dai con il magistero del Concilio di
Trento. Ci serva, quella luce, per non sbagliare la direzione
delle nostre scelte.
Signore, ti ringraziamo per averci dato, nella Santissima
Eucaristia, un cibo che sazia ogni fame e soddisfa ogni
necessità. Aiutaci ad essere sempre affamati di Te e nutrirci
quanto più spesso possiamo di Te.
Signore, Tu sai che siamo tutti deboli e peccatori, perciò
ci hai offerto il ‘Pane dei forti’, che purifica dai peccati
e restituisce la gioia di recuperare la tua amicizia. Grazie di
questo impensabile dono. Facci capire che accettare la tua
offerta è, quanto meno, da persone intelligenti.
Signore, il momento nel quale perdiamo delle persone
care, piangiamo. Ma tu ripeti anche a noi quello che dicesti
alla vedova di Naim: Non piangere. Certo!, perché, attraverso
la santissima Eucaristia, possiamo giovare a loro molto
più di quanto non avremmo potuto giovare, rendendo loro
qualche servizio.
Signore, grazie per questo amore inimmaginabile col
quale, attraverso la santissima Eucaristia, ci compatisci, ci
risani, ci ridai vigore per raggiungere il cielo.
Signore, grazie per averci dato, nella santa Chiesa, la
Madre che ci ama e ci da le sicurezze necessarie per ben
orientare la nostra vita. Invano potremmo cercarle altrove.
Signore, grazie perché hai fatto della santissima Eucaristia
il sole di cui “tutti i sacramenti sono in funzione” e da
cui tutti ricevono forza determinante,
Signore, grazie per il dono divino che ci hai fatto con
la santissima Eucaristia. Essa è “tutto ciò che la Chiesa ha,
tutto ciò che la Chiesa possiede”. Nell’Eucaristia la Santa
Chiesa possiede Te, Dio, Creatore del cielo e della terra, nostro
Salvatore e nostro Redentore.
Signore, grazie! Nell’incarnazione Tu ti sei fatto una
cosa con l’uomo. Grazie all’Eucaristia l’uomo diventa una
cosa con Te, Dio! Grazie!
*
Emanata per riprovare numerosi errori del Sinodo di
Pistoia che manifestava una spiccata avversione per le Messe
private e per il dogma della transustanziazione.
La Bolla precisa:
1) “E’ da respingere come falsa, erronea, sospetta di eresia,
la dottrina del Sinodo, là dove insinua che manchi qualcosa
all’essenza di quel sacrificio che si celebra senza che nessuno
vi assista o in cui gli astanti non partecipano né sacramentalmente
né spiritualmente della Vittima, e che siano da condannarsi
come illecite quelle Messe, nelle quali, all’infuori
del sacerdote, nessuno si comunica né sacramentalmente né
spiritualmente”.
2) “E’ da ritenersi ‘dannosa, pregiudizievole all’esposizione
della verità cattolica sul dogma della transustanziazione,‘favorevole agli eretici’ la dottrina del Sinodo che fissa come
materia da predicarsi al popolo soltanto i due punti seguenti:
a) che Cristo è realmente presente nell’Eucaristia;
b) che
la sostanza del pane e del vino cessa di esistere, rimanendo
solo le specie; ed omette ogni accenno alla dottrina della
transustanziazione, che il Tridentino definì come articolo di
fede”.
3) La Bolla rivendica infine il valore reale dell’intenzione
del sacerdote celebrante, che applichi il Sacrificio in favore
di persone determinate. Ad esse è legato un frutto speciale,
soprattutto quando un pastore celebra per la anime a lui affidate.
Anche questa è dottrina insegnata dal Tridentino, come
derivante da un precetto divino, e l’affermazione contraria “E’
falsa, temeraria, dannosa, ingiuriosa per la Chiesa”.
A poco più di un secolo di distanza, i Modernisti affermano
due errori:
1 - Non tutto quello che narra S. Paolo su la istituzione della
SS.ma Eucaristia nella sua prima epistola ai Corinti (XI,
23-34), è da considerarsi come storicamente detto. (prop.
N. 53);
2 - dal fatto che la Cena cristiana andò gradatamente assumendo
l’indole di un’azione liturgica, coloro che presiedevano
alla Cena acquistarono il carattere sacerdotale (prop. 49).
Il Decreto, che condannò questi errori, ebbe una conferma
colla pubblicazione della Enciclica ‘Pascendi’ (7-IX-
1907), e dal ‘Motu proprio ‘Praestantia’ (18-XI-1907) di
S. PIO X
L’Esegesi e gli studi storico-critici della prima metà del
secolo scorso dimostrano il valore della tradizionale posizione
cattolica. ()
La Chiesa infatti ha sempre rivendicato la
dimostrabilità storica delle sue origini e delle sue istituzioni.
Anche l’economia del mistero eucaristico ha il suo valore
solo ed in quanto è emanata da un atto positivo del
Signore (Antonio Zigrossi, ‘l’Eucaristia nel Magistero della
Chiesa’, in l’Eucaristia di A. Piolanti, p. 210-212).
*
che andare a Messa senza comunicarsi è una scelta non saggia;
come non è saggia la scelta di chi, invitato a colazione, ci
va, ma poi non assaggia nulla di quanto l’invitante gli offre.
Signore, noi crediamo fermamente che non sono illecite
quelle sante Messe nelle quali, “all’infuori del sacerdote, nessuno
si comunica né sacramentalmente, né spiritualmente”.
Signore, noi crediamo fermamente che il fatto che si celebri
senza la presenza di fedeli non toglie nulla all’essenza
del sacrificio eucaristico.
Signore, noi crediamo fermamente che nell’Eucaristia,
dopo la consacrazione, non solo Cristo è realmente presente
o che la sostanza del pane e del vino “cessa di esistere”, ma
anche che la sostanza del pane e del vino si transustanziano
nel Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore
Gesù Cristo.
Signore, noi crediamo che, quando una persona chiede
a un sacerdote di applicare una santa Messa per qualche
scopo specifico, l’intenzione del sacerdote celebrante è un
valore reale. “Ad esse infatti è legato un frutto speciale”.
Signore, noi crediamo che soprattutto un frutto speciale è legato a quelle S. Messe che il Pastore di anime celebra per
le anime affidate alle sue cure pastorali.
Signore, poiché la santa Chiesa lo afferma e gli studi
storico-critici lo confermano, noi crediamo che “tutto quello
che narra S. Paolo su la istituzione della Santissima Eucaristia
nella sua prima lettera ai Corinti è da considerarsi
storicamente vero”
Signore, noi crediamo che il carattere sacerdotale, coloro che presiedevano alla Cena, non l’hanno acquistato per
il fatto che ‘presiedevano’, ma perché Tu hai istituito il tuo
sacerdozio:
- nell’ultima Cena, ordinando gli Apostoli;
- nel tempo, scegliendo e ordinando i sacerdoti.
Signore, noi crediamo quanto la Chiesa insegna. Anche
perché lei “Ha sempre rivendicato la dimostrabilità storica
delle sue origini e delle sue istituzioni”.
la tua bontà, che ci ha dato, nel magistero della Chiesa assistita
dallo Spirito Santo, un criterio sicuro per scegliere ciò
che dobbiamo credere e ciò che dobbiamo fare.
Signore, noi adoriamo la tua preveggenza che, conoscendo
la nostra pigrizia, ha previsto e comandato di rinnovare,
con la celebrazione della santa Messa, la tua ultima
Cena e l’ha arricchita di un valore non dipendente dal fatto
che noi assistiamo ad essa o siamo assenti.
Signore, noi adoriamo la tua carità verso di noi. Nonostante
i tuoi ripetuti e appassionati inviti, rinunciamo spesso
a nutrici di Te sacramentalmente o almeno spiritualmente e
Tu non solo non ci castighi, ma accetti quei sacrifici e ci dai
la possibilità di giovarci dei loro frutti.
Signore, noi adoriamo Te, che per non farci mancare il‘Pane dei forti’ Ti ‘transustanzi’, con la consacrazione, nelle
specie del pane e del vino, realtà che ben possiamo comprendere
perché di esse è nutrita anche la nostra vita corporale.
Signore, noi adoriamo l’immensa carità che hai per noi.
Dai, al sacerdote celebrante, la facoltà di offrirti l’Eucaristia
per nostre particolari intenzioni. E Tu le accetti come se le
offrissimo noi stessi.
Signore, ti adoriamo per l’amore particolare col quale
segui le tue pecorelle. Nella celebrazione della santa Messa
aggiungi un “frutto speciale” per quei sacrifici che il sacerdote
celebrante offre a Te per i propri fedeli.
Signore, noi ti adoriamo perché hai voluto che gli agiografi
sacri, che hanno il compito di trasmetterci la tua parola,
quando scrivono lo fanno, dice S. Pietro, ‘come sotto
dettatura dello Spirito Santo’, e dunque con l’assenza di errori
e notizie inventate.
Signore, ti adoriamo perché nell’ultima Cena hai voluto
donarci l’Eucaristia e il Sacerdozio, il comando di immolare
la vittima e la vittima da immolare, il comando di rimettere
i peccati e la potestà di farlo.
Signore, noi ti adoriamo perché anche se, quando ti offriamo,
nessuno di noi si nutre di te sacramentalmente o
spiritualmente, pure hai voluto che il sacrificio tuo avesse
tutto il suo valore come atto di culto, e tutta la sua efficacia
a nostro vantaggio.
la nostra superbia: essa pretende sempre di spiegare anche i
misteri che non capisce.
Signore, ci bruciano ancora le conseguenze dell’aver ascoltato
il tentatore, che ci faceva balenare davanti allo sguardo la
chimera di diventare Simili a Dio. Quando vogliamo avventurarci
in un mondo che non è il nostro, diamo l’impressione
che quella lezione non sia stata sufficiente. Perdonaci
Signore, perdonaci quando, invece che lasciarci guidare
dalla Chiesa, che Tu assisterai fino alla fine del mondo, ci lasciamo
incantare e sedurre da voci che non hanno interesse
per i nostri interessi, ma per le nostre disgrazie.
Signore, perdonaci quando giudichiamo in maniera indegna
l’operato dei nostri sacerdoti, dimenticando che Tu
li hai scelti, Tu li hai autorizzati ad esercitare il ministero
sacro, Tu hai partecipato loro la tua stessa onnipotenza nel
consacrare l’Eucaristia e nel rimettere i peccati.
Signore, perdonaci quando pensiamo che il sacerdozio
si sia formato senza tuo intervento, in coloro che presiedevano
la ‘Cena cristiana’ e non istituito da Te, nell’ultima Cena,
con le parole Fate questo in memoria di me
Signore, perdonaci quando ti veniamo a ricevere o
ad adorare nella santissima Eucaristia, senza riflettere che
nell’Ostia e nel Vino consacrati, ci sei Tu, Signore, Creatore
di tutto e Redentore nostro.
Signore, perdonaci quando, entrando in una chiesa,
nella quale si conserva la santissima Eucaristia, pensiamo
all’arte che in essa è conservata, ammiriamo l’architettura,
ma dimentichiamo di dare un saluto a Te.
Signore, perdonaci quando, in una chiesa in cui si conservano
le sacre specie, diciamo, magari, sciocchezze, mancando
di rispetto a Te, che lì sei e lì rimani per noi.
Signore, perdonaci quando dimentichiamo di offrire
sante Messe per qualche intenzione particolare, pur sapendo
che con esse si consegue anche un “frutto speciale”.
*
Fede nelle tue parole che hanno assicurato la tua presenza
con noi e, particolarmente con la tua Chiesa, come sostegno
e guida, fino alla fine dei tempi.
Signore, ti chiediamo di donarci, nei confronti di quanto
la madre Chiesa ci insegna, la stessa docilità che hanno i
bambini nei confronti di quanto dicono loro i genitori.
Signore, noi, il più delle volte, accettiamo senza verifica
le cose che ci vengono dette da nostri simili. Donaci intelligenza
per capire che, nei confronti di quanto Tu ci dici,
dovremmo avere almeno lo stesso criterio di accettazione.
Signore, donaci tanta intelligenza per saper conoscere e
distinguere, almeno, chi, parlando, ha a cuore i nostri veri
interessi e chi parla per spingerci verso vie che ci portano
verso il nostro male.
Signore, quando la santa Chiesa insegna, propone tutta
intera la verità. Donaci l’umiltà che ci aiuti ad accettare, non
solo parte, ma tutto ciò che questa grande Maestra suggerisce.
Signore, la situazione di chi ha naufragato dall’ortodossia
della fede è sotto i nostri occhi. Donaci la saggezza che
serve per evitare, per noi, lo stesso naufragio.
Signore, noi dobbiamo fare delle scelte, ma i nostri occhi
tante volte non riescono a vedere giusto. Donaci la luce
che ci serve per non mancare, sbagliando, il fine per il quale ci hai creati.
Signore, Gesù ha affermato di essere Luce del mondo e Chi cammina dietro Lui non cammina nelle tenebre. Prima
di ascendere al cielo ha trasmesso alla sua Chiesa questo
compito di illuminare, garantendo che lo Spirito Santo suggerirà
tutto ciò che Lui ci ha detto. Dacci fede e docilità verso
la sua parola. Da essa dipende la nostra salvezza eterna.
Signore, Tu sei la stessa Verità; Tu sei il nostro Salvatore.
Aiutaci a convincerci che come ‘verità’ non puoi sbagliare
e come ‘Salvatore’ non puoi ingannarci.
*
per la santa Chiesa. Essa continua, nel mondo, la tua stessa
missione: quella di suggerirci ciò che ‘giova al nostro vero bene’.
Signore, ti ringraziamo perché, donandoci la tua Chiesa,
arricchita dell’assistenza dello Spirito Santo, Tu ci hai
dato le sicurezze che servono per non sbagliare nelle nostre
scelte.
Signore, donandoci la santissima Eucaristia, Tu ci hai
donato quanto hai e quanto sei. E’ un dono da favola. Ti
ringraziamo dal profondo del cuore e ti chiediamo di aiutarci
a conservare sempre integra e trasparente questa fede.
Signore, istituendo e donandoci il sacerdozio, Tu hai perpetuato
la tua missione redentrice nel mondo. Ti ringraziamo
dal profondo del cuore e ti diciamo: Aiutaci a sapercene giovare
e fare della nostra vita un perenne ringraziamento a Te.
Signore, ti ringraziamo perché, trasmettendo agli Apostoli
la potestà di rinnovare il sacrificio della Croce, hai voluto
che i meriti di quell’offerta al Padre, non fossero condizionati
dalla eventuale presenza di fedeli, né dall’accostarsi
dei medesimi alla santa Comunione.
Signore, ti ringraziamo perché la sovrapponibilità dei
Sinottici, quella di S. Paolo nella lettera ai Corinti e il capitolo
sesto di S. Giovanni sul discorso del Pane della vita,
testimoniano, senza possibilità di dubbio, che quanto la
Chiesa crede ed insegna è certo anche storicamente.
Signore, le persone che si amano desiderano di stare,
ogni tanto, vicine. L’amore tuo per noi è fuori di ogni misura
perché Tu non per qualche momento desideri stare con
noi, ma sempre e dovunque.
Signore, ti ringraziamo perché solo un amore esagerato
come il tuo poteva inventare tutti i modi per essere tra noi,
con noi, per noi.
Signore, ti ringraziamo perché. nel tuo amore unico,
Tu non ti accontenti di stare sempre e dovunque insieme
a noi, ma vuoi addirittura che noi ci immedesimiamo con
Te, come Tu ti sei immedesimato con noi. Per questo, dopo
averci assicurato la tua presenza, ci hai dato la possibilità di
nutrirci di Te. Grazie, Signore, eternamente Grazie!
continua con Parte Quarta
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