PARLIAMO DI QUADERNI
E' questa una raccolta che talvolta si inizia
per rinverdire i ricordi dell'infanzia, ma c'è chi
la fa per la grafica e gli illustratori, chi per il contenuto,
chi per le tematiche delle copertine.
E' del 1859 la legge dello Stato che prevede l'obbligo per
i Comuni di istituire scuole elementari per i bimbi dai sei
anni in poi. Nel 1877, la Legge Coppino riordina e rende obbligatoria
la frequenza con sanzioni per gli inadempienti. La Legge Orlando
(1904) estende l'obbligo ai 12 anni ed infine, nel 1923, il
ministro Gentile porta l'età dell'obbligo fino ai 14
anni.
L'innovazione costringe a fornire il materiale scolastico
adatto all'uso e così entrano in scena i quaderni.
Dapprima con copertine un po' anonime e povere, grigie o rossicce,
ornate solo da qualche fregio tipografico, stampate su carta
da pacchi, economiche e robuste, destinate a durare a lungo;
talvolta nere, su cui incollare un'etichetta che, scritta
a mano, specifica il nome e il cognome dell'alunno, la classe
frequentata e la materia di cui si tratta.
Più tardi nasce e si diffonde la copertina illustrata,
dedicata a vari temi: materie scolastiche, notizie informative,
gioco, passatempi, personaggi dello sport, della politica,
patriottismo e propaganda, ecc. e dal variare delle copertine,
delle tematiche, nonché del contenuto, si possono evincere
i mutamenti della società e del costume scolastico.
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Essi ebbero un gran successo ad iniziare dal secondo
decennio del secolo - nel 1911-12, all'epoca della guerra
italo-turca, conclusasi con la conquista della Libia
- per la Prima guerra Mondiale e lungo il ventennio
fascista, durante il quale i quaderni divennero un vero
e proprio mezzo di propaganda.
Negli anni 20-30 si tenterà soprattutto di "imporre"
all'educazione generale un'idea o un personaggio.
Ogni quaderno, dunque, diventava mezzo di propaganda
da diffondere nella massa su cui lasciare un'impronta,
un concetto, una figura storica che fosse d'esempio.
Essi sono una interessante testimonianza - sia per le
immagini riportate in copertina che per quanto riguarda
i contenuti, se si ha il tempo e la pazienza di leggerli
- di quella che era la storia del periodo. |
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I messaggi del periodo fascista sono molto diretti,
radicali, espressi nello stile stesso del Duce, riproposti
in varie serie di quaderni che riportavano le sue frasi
ben in evidenza, riccamente illustrati da immagini simboliche,
immagini militari, battaglie o, appunto, una frase di
incitamento per il popolo, che potesse evocare negli
animi ancora adolescenti, audacia e amor di Patria.
I quaderni erano per lo più indirizzati ad un
"pubblico" maschile, visto che la scolarità femminile
era ancora molto bassa, destinati a giovani generazioni
che andavano "educate" secondo i dettami del regime
e che avrebbero dovuto, prima o poi, decidere del loro
futuro, occupandosi dell'agricoltura o del lavoro in
fabbrica o del proseguimento negli studi. |
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Molte serie
vennero dedicate ai vari lavori, di cui venivano esaltati
i lati positivi; particolare rilievo venne dato all'Agricoltura
e alla produzione di materie tessili - specialmente
al cotone - sia a seguito di una politica di autarchia
economica che a seguito delle sanzioni applicate, nel
1936, nei confronti dell'Italia dalla Società
delle Nazioni, che le impedivano scambi commerciali
con gli altri Paesi.
Tali concetti ed esortazioni, erano
poi ripresi, mediati e sviluppati dagli insegnanti nei
lavori in classe e in quelli da fare a casa. I contenuti,
infatti, sono pregni di tali messaggi, compresi e messi
in pratica.
Tra le società impegnate nella
produzione di quaderni, si ricordano le Cartiere Pigna,
la S.I. Castello e la Littorio.
Tra gli illustratori più famosi
degli anni '30 si possono annoverare Rubino (già
disegnatore del Corriere dei Piccoli) e Roberto Sgrilli
che si sbizzarriranno nel mondo favolistico, facendo
diventare i quaderni un mini libro di lettura a fumetti,
un oggetto, insomma, a cui lo scolaro si accosterà
con maggiore facilità e anche divertimento. |
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Le Cartiere Pigna mettono in produzione una serie
di fiabe denominate Cartoccino, dal nome di un giornalino
in voga in quegli anni, che riporta storie che si
concludono rapidamente (Cappuccetto rosso) o adatte
per essere disegnate in serie, a puntate, come quelle
di Pinocchio e il Soldatino di Stagno, realizzate
appunto da Sgrilli.
Da Perrault ai Fratelli Grimm, da Andersen a Collodi,
a Walt Disney, il campo è davvero vasto, tanto
che a tutt'oggi ve ne è ancora un gran numero
di copie disponibili nei vari mercatini dell'antiquariato. |
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Ancora altri famosi illustratori si dedicheranno
all'illustrazione di copertine, tra cui Boccasile
e Tatò, quest'ultimo con una serie di quaderni
per la Religione con belle illustrazioni in tema con
l'argomento.
Notevole è stato anche l'impiego dei quaderni
per la pubblicità di prodotti cosmetici, dentifrici,
lane, ecc,
Verso la fine degli anni '40, conclusosi
l' importante fine propagandistico, i quaderni continuarono
ad avere copertine illustrate, dedicate a temi geografici,
storici o letterari, ma risultando ormai impoveriti
sia dal punto di vista grafico che da quello dei contenuti,
perdendo quindi, gradualmente, il fascino di cui erano
pregni nel periodo precedente. |
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Per altre notizie sui Quaderni vedere in Collaborazioni, di Giancarlo Gualtieri:
Per altre notizie sul collezionismo cartaceo, vedere in :
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