COLLABORAZIONI
In questo Settore vengono riportate notizie
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Titolo, Periodico) ."
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VIAGGIO NELLA STORIA TRA LE PIETRE VIVE DELLA MEMORIA
RICERCA STORICO - ICONOGRAFICA
A CURA DI GIUSEPPE MASSARI
SULL’ORSINI CARDINALE, ARCIVESCOVO, PAPA
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SECONDA PARTE - II
CONSIDERATO, AMATO PER ESSERE RICORDATO
- TESTIMONIANZE IN ITALIA E NEL MONDO - |
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Madre Serafina di Dio, Carmelitana, fondatrice di sette monasteri, scrittrice mistica, epistolografa, una voce celebrata e ascoltata, consigliera di Cardinali e Papi come Benedetto XIII e Innocenzo XI.Il SS. Salvatore, a Capri, era la chiesa conventuale dell’antico complesso delle teresiane e quindi le sue origini vanno fatte risalire alla fondazione del convento.
Il complesso religioso costituito da chiesa e convento si deve alla tenace volontà di Madre Serafina di Dio, figura tipica di un certo tipo di ascetismo religioso portato all’eccesso.
La chiesa venne consacrata nel 1685 dal cardinale Vincenzo Orsini, futuro papa Benedetto XIII, e dal vescovo di Capri Dionisio Petra. |
Venerabile Antonio da Olivadi (Giuseppe Punteri).
La sua apostolica predicazione missionaria fu incoraggiata da innumerevoli Vescovi del Meridione e in particolare del Cardinale Vincenzo Orsini, Arcivescovo di Benevento, divenuto poi Papa Benedetto XIII e al quale aveva predetto il Pontificato. |
Immagine tratta da: LE VITE DEGLI ARCADI ILLUSTRI, a cura di Michel Giuseppe Morei. L’Orsini entrò a far parte di questa importante Accademia di letterati con lo pseudonimo di Teofilo Samio dal 1709 e vi restò fino alla morte. |
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Fontana che si trova in via Bramante, 28 ad Urbino. |
Particolare delle insegne orsiniane poste sulla parte alta del monumento.
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La lapide della fontana con il testo latino e la relativa traduzione italiana.
DIO OTTIMO MASSIMO
A BENEDETTO XIII DELL’ORDINE DEI PREDICATORI
RIVENDICANDO ALLA CHIESA DI URBINO
IL SUO DIRITTO DI METROPOLIA
ANCHE SULLA CHIESA DI GUBBIO
INSIGNITO IL CAPITOLO DEGLI ORNAMENTI PONTIFICALI
RESTAURATE LE CHIESE
DIFESI CUSTODITI
MOLTIPLICATI I PRIVILEGI DEL COLLEGIO DEGLI ADOLESCENTI
CONFERMATA LA DIGNITA’ DEI NOBILI PER PONTIFICIO DIPLOMA
ASSEGNATO UN FONDO PER ARRICCHIRE
LA TIPOGRAFIA DI BENEFICI E PRIVILEGI
ED ACCRESCERE IL CULTO DIVINO
I PUBBLICI VANTAGGI E LA STESSA DIGNITA’ DELLA CITTA’
IL COMUNE E IL POPOLO DI URBINO
QUESTO MONUMENTO CON ANIMO GRATO POSE
NELL’ANNO DEL SIGNORE 1729 |
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Urbino. Questa vistosa testimonianza è visibile nella chiesa di san Domenico, restaurata, tra l’altro, con una cospicua somma elargita da papa Benedetto XIII. Al termine dei lavori, il 1732, il vescovo cardinale Annibale Albani volle perpetuarne il ricordo e la memoria lasciando ai posteri questa iscrizione di gratitudine nei confronti del pontefice mecenate. |
Urbino. Lapide commemorativa che ricorda l’inizio della costruzione dell’attuale Collegio Raffaello, sotto il papato di Clemente XI.
Urbino. La ultimazione dei lavori del Collegio Raffaello ricordata in memoria del pontefice che proseguì e completò l’opera avviata dal suo predecessore. |
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Urbino. Sala delle conferenze all’interno del Collegio Raffaello. Ai lati del tavolo vi sono le statue dei due pontefici che hanno voluto e realizzato l’intero palazzo. A destra, Clemente XI, a sinistra, Benedetto XIII. |
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Cattedrale di Urbino. Busto di Papa Benedetto XIII in marmo h. cm. 100 c.a.
Mandato in dono da Roma, dal Card. Annibale Albani, nel 1731, per essere posto
nella sacrestia, quale segno di riconoscenza per i privilegi che Benedetto XIII, nel 1724, aveva concesso al Capitolo Metropolitano. Primo fra questi l’uso della mitra. |
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L'epigrafe commemora la visita dei conservatori, Marco Antonio Nunes, Giulio Ricci, Nicola Planca di Incoronata, Musei Capitolini, Palazzo de' Conservatori, Cortile alle città vassalle di Roma, avvenuta sotto il pontificato di Benedetto XIII. Secondo il Pietrangeli la lastra reca incisa sul retro l'iscrizione che il Forcella riportava dal Valesio, indicandola con il n. 102.
Dal 1729 il gruppo marmoreo era ubicato presso i Musei Capitolini, Palazzo Senatorio, ingresso Via del Campidoglio 4, Scalone. Successivamente al 1729, sempre presso i Musei Capitolini, ma nel cortile del Palazzo de'Conservatori. |
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Questo dipinto è situato presso la Basilica cateriniana di san Domenico a Siena.
La riproduzione è stata possibile grazie alla gentile concessione del padre priore, Alfredo Scarciglia o.p.
Sulla tela, di ignoto autore, si può leggere il nome del pontefice in latino BENEDICTUS XIII e si può scorgere lo stemma con le insegne papali.
La Foto è di Federico Muzzi. |
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Un particolare raffigurato dalla presenza di tre cherubini.
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Chiesa di San Othmar a Modlin in Austria.
Il pulpito donato, nel 1725, da Sabine Unterberger.
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Altri particolari dello stesso manufatto, esattamente la parte superiore.
Particolare del tondo con l’effige di Benedetto XIII, situato nella parte centrale del pergamo. |
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Stampa di Benedetto XIII selezionata da Europeana Viaggi, Vienna, Austria Presse Agentur
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Stampa di Benedetto XIII selezionata da Europeana Viaggi .The European Library Austria
- Austrian National Library.
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Stampa di Benedetto XIII selezionata da Europeana Viaggi . The European Library Austria - Austrian National Library. |
Stampa di Benedetto XIII selezionata da Europeana Viaggi .The European Library Austria - Austrian National Library. |
Stampa di Benedetto XIII selezionata da Europeana Viaggi . The European Library Austria - Austrian National Library.
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Stampa di Benedetto XIII selezionata da Europeana Viaggi .
The European Library Austria - Austrian National Library.
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The European Library Austria - Austrian National Library.
Stampa di Benedetto XIII selezionata da Europeana Viaggi.
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The European Library Austria - Austrian National Library.
Stampa di Benedetto XIII selezionata da Europeana Viaggi.
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Schiffskanzel. Particolare delle armi pontificie poste sullo sfondo di un pulpito a forma di nave, realizzato tra il 1724 – 1725 da Ignaz Hillenbrand. Foto di Andreas Praefcke.
L’intero pergamo, donato alla chiesa da Irseer Ursin-Ronsberg, spiega il perché l’opera contiene anche lo stemma papale di Benedetto XIII. |
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Lo stemma papa di Benedetto XIII e quello degli Orsini di Gravina.
Incisione su piastra, in lingua tedesca.
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Splendido e museale manufatto su spessa carta vergellata con preziosi frammenti dei Ceri pasquali dei pontificati di Innocenzo XI, Benedetto XIII e Clemente XI, oltre a insigni reliquie tra le quali un frammento del velo posato sulla testa della Madonna di Loreto, su pregevole collage di rari broccati d’epoca. Provenienza conventuale fiamminga, sec. XVII. Collezione privata Dr. Theo Breugelmans.
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La Cappella del Castello Boncompagni Viscogliosi a Isola del Liri, in provincia di Frosinone. La Cappella, dedicata alla Madonna delle Grazie, fu costruita agli inizi del Settecento da Ippolita Ludovisi, ove prima sorgeva l’antica chiesa di S. Lorenzo, danneggiata dal terremoto del 1656 e ricostruita più in basso, fuori dalle mura del Castello. La festa della Madonna delle Grazie si celebra ancora oggi il 19 settembre con immutata devozione. In essa si trova un marmo sul quale sono incise le seguenti parole:
"Boncompagno cuilibet Sora ducum gentili quoties in hoc altare scarum peragi Lubuerit id toties privilegiatu foret Benedictus XIII P.M. Caetano Boncompagno Arcis Duce petente Annuit A.D. MDCCXXIX".
La traduzione recita:
"A qualunque Boncompagni, della famiglia dei Duchi di Sora per quante volte gli fosse gradito compiere su questo altare un rito sacro, questo per altrettante volte goda di privilegi spirituali. Benedetto XIII Pontefice Massimo a Gaetano Boncompagni, Duca di Arce, che lo richiede, concesse nell'Anno del Signore 1729". |
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Salisburgo. Barock Museum. L’Incoronazione della Vergine nella gloria del Paradiso di Giuseppe Castellano. Quest’opera,che sembra diretta ad esaltare il pontificato di Benedetto XIII dovette essergli commissionata dallo stesso Orsini il cui stemma compare nella parte centrale del quadro ma anche sui numerosi volumi che accompagnano i diversi santi. |
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Muro Lucano (PZ).
Trono episcopale.
Fu donato, con ogni probabilità, in occasione della riapertura al culto della cattedrale dopo i lavori di ricostruzione, a seguito dell’incendio del 1707, sostenuti da Benedetto XIII, per via del legame che c’era con la città.
Infatti, il rappresentante della famiglia che aveva eriditato tutti i titoli nobiliari del casato conservava, tra l’altro, anche quello di conte di Muro. Archivio fotografico della Soprintendenza alle Gallerie della Basilicata – Matera. |
Muro Lucano (PZ). Particolare del trono episcopale della cattedrale dove è ben visibile lo stemma del nostro.
Archivio fotografico della Soprintendenza alle Gallerie della Basilicata – Matera.
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Lapide celebrativa di un beneficio concesso da Benedetto XIII nel 1729 alla Parrocchia di S. Eusebio e situata nell’ex chiostro di S. Marco a Milano. Foto Giovanni Dall’Orto.
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Ghilli Antichità Milano. Fregi antichi in cera policroma raffiguranti Papa Benedetto XIII. |
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Monza, edicola dedicata alla Madonna dell’Aiuto, in p.za Garibaldi, di lato al Tribunale. Sotto c’è una lapide marmorea con scritto:
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Monza. Ritratto in acquaforte di papa Benedetto XIII conservato presso la Civica Raccolta di Incisioni Serrone Villa Reale. Come si legge nel basso a sinistra l’autore è De Pietri.
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Chiesa Sant’Anna di Palazzo a Napoli. Medaglione in marmo con l’effige di Benedetto XIII Pontefice massimo dell’Ordine dei Predicatori con l’anno d’elezione al pontificato: 1724. Foto Lalupa.
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L’Autore dell’organo Antonio Benedetto Fioretti
e la scuola di Montecarotto in provincia di Ancona.
Scritte dei mantici e della canna di legno
Adi 28 luglio1724 nel anno primo del Pontificato di N.S. Benedetto XIII, Domenicano, che Dio connservi lungamente, io principiai questi due mantici in Monte Carotto sotto la scola del (…) Benedetto Ant. Fioretti.
Angelo Albertini
(Dall’Iscrizione nello sportello interno dei mantici)
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Roma Basilica dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso. Lapide marmorea in ricordo della consacrazione dell’altare maggiore, avvenuta il 14 ottobre 1725, per le mani di Benedetto XIII. |
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Rilievo in cera, realizzato dallo scultore Johann Georg Sindler nella prima metà del XVIII secolo.
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Ritratto di Papa Benedetto XIII, presso Alessandro Cesati, Milano di Angelo Sarti, attivo tra il 1713 e il 1741.
Opera databile nella prima metà del XVIII secolo, altorilievo in cera, 34 x 24 x 9,5 cm. |
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Roma Chiesa di S. Maria in Traspontina. Cappella di S. Maria Maddalena dei Pazzi. Benedetto XIII, l’11 novembre del 1728 consacrò la chiesa. Al termine del rito il Papa volle anche celebrare la Messa all’altare di S. Maria Maddalena dei Pazzi da lui già consacrato precedentemente. Leggiamo insieme la cronaca della giornata papale dell’11 novembre.
“Questa funzione la fece il Sommo Pontefice Benedetto XIII il dì 11 nov. 1728 e durò dalle ore 14 alle ore 20. E terminata che fu la consacrazione il detto Santo Padre volle ancora celebrare la Messa privata all’altare di S. Maria Maddalena de Pazzis che egli aveva consacrato. Inoltre si fa memoria che nell’Altare dal suddetto Pontefice consagrato furono poste le reliquie dei SS. Martiri Giusto e Celso. E questa nostra Chiesa fu la 378 delle consacrate da quando il detto S. Padre fu Vescovo, Arcivescovo e Papa”.
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Statua del Romano Pontefice Benedetto XIII collocata sulla facciata della Chiesa di S. Domenico ad Aversa (CE). Raimondello Orsini, abitualmente detto Mondello, o Mondilio, nipote del santo Papa domenicano, fu Arcivescovo di Capua dal marzo del 1728 al dicembre del 1743 e anche patriarca di Costantinopoli. Forse questo spiega e giustifica il fatto che ad Aversa ci sia una statua in onore dello zio dell’arcivescovo.
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L’Arcivescovo cardinale Orsini visitò nel 1675 il Santuario della Madonna dell’Arco, come si evince dalla successiva lapide commemorativa :
ECCLESIAM HANC
VETUSTA DEIPARAE EFFIGIE
AB ARCU NUNCUPATA
FIDELIUM CULTU INSIGNEM
PERPETUIS VIRGINIS BENEFICIIS INSIGNIOREM
IAM INDE AB ANNO MDLXXXXVI
FRATRIBUS ORDINIS PRAEDICATORUM
DEMANDATAM
QUAM SINGULARI PRAE CETERIS PIETATE
ADIERUNT
BENEDICTUS XIII,PONT. MAX
ADHUC CARDINALIS A. MDCLXXV
ET PIUS IX MDCCCXLIX
MISERRIMIS ECCLESIAE TEMPORIBUS
ROMA EXULARE COACTUS
QUI FRATRES ETIAM PRAEDICATIORES NEAPOLIS PROVIN.
AD PEDES SIBI DEOSCULANDOS HEIC ADMISIT.
RMUS FR. THOMAS MICHAEL SALZANO
EIUSDEM ORDINIS PRAEDICATORUM
ARCHIEPISCOPUS EDESSENUS
NONIS SEPTEMBRIS A. MDCCCLXXIV
SOLEMNI RITU
MAGNO ACCOLARUM CONCURSU
CONSECRAVIT
EIUSQUE COMMEMORATIONIS DIEM
NONIS IPSIS SEPT. QUOTANNIS ASSIGNAVIT
SEXAGINTA DIEBUS EAM VISITANTIBUS
DE VERA INDULGENTIA CONCESSIS.
Il testo in italiano è il seguente:
“Questa chiesa affidata fin dal 1596 ai Frati dell’Ordine dei Predicatori, chiamata dell’Arco per un’antica immagine della vergine, insigne per devozione dei fedeli ed ancora più insigne per le continue grazie della madonna, fu visitata con particolare pietà dal Sommo Pontefice Benedetto XIII, allora ancora Cardinale, nel 1675 e nel 1849 da Pio IX costretto ad esulare da Roma in tempi funesti per la Chiesa. Egli qui accolse i Frati Predicatori della Provincia Napoletana a compiere l’ossequio del bacio del piede. Il Rev. Fra Tommaso Michele Salzano O.P. Arcivescovo di Emessa, il 9 settembre del 1874 con rito solenne e con grande affluenza di popolo consacrò il tempio e fissò nella stessa data il giorno della commemorazione ogni anno, avendo concesso sessanta giorni di indulgenza a quanti la visitassero”.
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Ignoto: Card. Vincenzo Orsini, riconoscibile dal saio domenicano e dallo zucchetto rosso, salvato da S. Filippo Neri. Olio su tela. Convento dei Padri domenicani di Madonna dell’Arco.
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Convento di Madonna dell’Arco. P. Egidio Vetromile ha donato per la collezione del Santuario questa medaglia. Essa fu coniata dalla Municipalità di Benevento nel 1716 in onore dell’Arcivescovo, Fra Vincenzo Maria Orsni, nella ricorrenza del 5° centenario della fondazione dell’Ordine Domenicano (1216) a cui l’Orsini apparteneva. |
Sagrestia del Santuario Madonna dell’Arco. Benedetto XIII, olio su tela di Carmine Adamo, 1974. Sul lato destro di chi osserva vi è la scritta: Benedictus XIII marzo 1675.
Ignoto: Ritratto del card. Vincenzo Orsini. Convento del Santuario della Madonna dell’Arco. Olio su tela. Cm. 30x50. Per il presente materiale iconografico, ringraziamo il Centro Studi dei Padri domenicani di Madonna dell’Arco. |
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Basilica di Santa Maria di Leuca De Finibus Terrae
“Benedetto XIII Papa perché abbia a crescere l’afflusso e la devozione dei fedeli verso questo Santuario e perché meglio s’abbia a provvedere alla salute delle anime benignamente ha concesso un penitenziere quotidiano, in perpetuo, con la facoltà di assolvere da qualunque sentenza ecclesiastica, censura e pena, in qualunque modo inflitta, e da tutti e singoli peccati, crimini, delitti anche riservati alla Sede Apostolica, eccetto quelli contenuti nella letta in Coena Domini; di commutare in altra penitenza od opera di pietà i voti semplici, eccetto i cinque riservati alla Sede Apostolica, ossia di castità, e di religione, di pellegrinaggio a Roma dal Papa, a San Giovanni di Compostella, a Gerusalemme, di perseveranza e di altri che sogliano essere emessi in Comunità o Congregazioni, e del voto penale o preservativo da colpa, ossia di peccato e di voto obbligatorio ed accettato con pregiudizio di terzi nella stessa maniera che gli altri Penitenzieri (Maggiori) relativamente ai tempi di maggior afflusso di devoti, ossia a Natale, nel triduo della Settimana Santa, di Pasqua, nel 13 aprile, nei giorni dal 24 luglio al 1° agosto, come dal Breve della sacra Penitenzieria del 20 marzo 1726. Inoltre ha arricchito la Cattedralità non rimossa, di tutti i privilegi e prerogative delle Cattedrali concessi con il Breve del 20 luglio 1724 e ha dichiarato privilegiato quotidiano in perpetuo l’altare della Beatissima Vergine Maria il 26 gennaio 1726 e inoltre ha confermato tutte le indulgenze concesse da Innocenzo XI del 26 agosto 1682, in più da rinnovarsi ogni sette anni: l’indulgenza plenaria in ogni prima domenica del mese di maggio e quella di sette anni e sette quarantene in tutte le altre domeniche di maggio e in tutte le feste della Beatissima Vergine Maria”. (Breve papale del 20 marzo 1726).
Sul portale d’ingresso del Santuario si legge una incisione in latino, la cui traduzione è la seguente:
“Questo tempio con l’aiuto di Dio Ottimo Massimo Costruito in onore della Vergine Annunziata, Madre di Dio e dal Papa Benedetto XIII arricchito da privilegiate indulgenze,
Dionisio Latomo Massa Vescovo di Leuca e di Alessano,
patrizio brindisino, non essendo stato possibile al suo predecessore
Giovanni Giannello per la vecchiaia, consacrò il 18 ottobre 1755, inizio del suo pontificato”. |
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In questo dipinto è raffigurato Benedetto XIII. La città e il clero di Minervino Murge, in segno di stima e gratitudine verso il pontefice, benefattore del concittadino cardinale Francesco Antonio Fini, fecero realizzare quest’opera, anch’essa anonima, collocandola nella sagrestia della cattedrale. |
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Questi due dipinti, purtroppo, non datati e non firmati, del cardinale Orsini e di Benedetto XIII sono conservati presso il convento domenicano di Perugia. Le foto sono di padre Alberto Viganò o.p. |
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Questa statua in noce si trova nella sagrestia del convento domenicano di Palermo. E’ una delle quattro che raffigura i papi dell’Ordine dei Padri Predicatori. Fu realizzata tra il 1760 e il 1762 dal maestro intagliatore Giacinto Sordo su disegno di padre F. Lorenzo Olivier. |
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Fabrica di Roma (VT). Chiesa Madonna della Pietà. Facciata con lo stemma orsiniano. La chiesa fu fatta restaurare da Benedetto XIII nel 1728. Foto Ernesto Malatesta. |
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Caivano (NA) Santuario di Santa Maria di Campiglione. Il dipinto più significativo all’interno del sacro tempio, a corredo del soffitto decorato, appartiene al De Lisio e rappresenta la scena del Miracolo della Madonna di Campiglione, verificatosi nel lontano 1483. L’opera è affiancata nei lati da due coppie di angeli in stucco, opera dello stuccatore napoletano Gennaro Raiano. Sostenuta ciascuna da due ovali, riproduce le immagini di due pontefici che, quando erano cardinali, erano venuti ad ammirare il miracolo. Uno di questi porporati raffigurati è il nostro illustre concittadino. Ad integrazione delle notizie precedenti e spiegare l’attaccamento della famiglia dei carmelitani a Benedetto XIII, riportiamo il contributo di Padre AntonioMerico tratto dalla tesi di laurea: “La dimensione pastorale del carisma carmelitano: fedeltà e prospettive, tesi dottorale in Teologia Pastorale”, di prossima pubblicazione:
“Nel secolo XVII esplose, nel contesto della riforma del calendario dei Santi, un forte contrasto tra i Carmelitani e i bollandisti che curavano la revisione critica della vita dei Santi come base del calendario. Gli scrittori carmelitani misero tutta la loro fantasia per difendere la successione
interrotta da Elia profeta e la “lianità” di molte figure che considerano come aggregate al Carmelo. Nella contesa intervennero numerosi altri carmelitani calzati e scalzi, e non mancrono opuscoli anonimi e virulenti contro i bollandisti. In seguito alle denunce all’Inquisizione esposte dai Carmelitani nel 1695, si giunse alla revisione di quella parte degli Acta Sanctorum che si
opponeva a riconoscere il Profeta Elia ispiratore dell’Ordine. Nel 1696 Papa Innocenzo XII avocò a sé la questione, imponendo alle parti contendenti il silenzio su di essa. Nel 1727 i Carmelitani eressero, per concessione di Papa Benedetto XIII la statua di Elia profeta nella Basilica vaticana, quale “ispiratore” dell’Ordine Carmelitano”.
Relativamente alla visita di Benedetto XIII, al santuario, riportiamo un’altra testimonianza, quella del De Nigris:
“Sia gloria di essa SS.ma Vergine l’attestato, che ne fe l’Eminen: Cardinale Fra Vincenzo Orsini Arcivescovo di Benevento, che poi fu Benedetto XIII, che mosso dalla divozione di questa SS.ma Immagine fu a visitarla e celebrò con gran divozione la S. Messa all’altare della Vergine. Indi salì sopra l’altarino, vide e pose la mano dietro la Testa staccata, e colmo di stupore e lagrime di tenerezza calò. Ed assiso nell’altare maggiore fè un erudito e fervoroso panegirico su questo gran prodigio».
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Caivano (NA). Interno del santuario di Santa Maria di Campiglione.
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Ad fovendum, immo etiam ad semper augendum cultum beatissimae Virginis Mariae, SS.mus Dominus noster Benedictus Papa XIII iepiù impressum offìcium pro solemnitate B. M. de monte Carmelo adprobavit atque ab omnibus christifidelibus utriusque sexus, qui ad horas canonicas teneantur, in posterum sub ritu duplici maiori pro die 16 julii iepiùa recitari mandavit die 24 septembris 1726 “.
Bull. Carm., t. IV, p. 138.
Papa Benedetto XIII, che aveva introdotto la festa del Carmine negli Stati Pontifici, con bolla del 24 settembre 1726 la estese a tutta la cristianità, con l’officio e la messa approvati per i Carmelitani Scalzi nel 1609.
Con questo decreto la festa della Madonna del Carmine entra definitivamente nella liturgia della Chiesa Universale. |
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Roma, Basilica di San Pietro, a destra dell’altare della confessione. Nel 1725, quando si tratterà di adornare la basilica di S. Pietro con le statue dei fondatori dei vari Ordini religiosi, Benedetto XIII (vincendo le resistenze di molti) concederà ai Carmelitani di erigere una statua al Santo Profeta, con la scritta in latino: «L’intero Ordine carmelitano eresse questo simulacro al proprio Fondatore S. Elia profeta». |
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Chiesa della Madonna della Stella ad Albano, in provincia di Roma. Copertura del soffitto a finto asso nettato della chiesa in cui primeggiano gli stemmi dell’Orsini e quello dell’Ordine Carmelitano insieme al monogramma di Maria.
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Diverse riproduzioni dello stesso stemma pontificio di Benedetto XIII stampati su alcuni testi conservati presso la Biblioteca Casanatense di Roma.
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Roma. Olio su tela del pittore Carlo Pignoli, situato all’ingresso della Biblioteca Casanatense. Riproduce Benedetto XIII a ricordo della visita che il Pontefice fece il 1729 e in segno di gratitudine per i benefici da lui operati verso questa istituzione culturale. Foto Setter.
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Un’altra testimonianza rintracciabile nella Biblioteca Casanatense di Roma. Foto Setter.
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Matelica (Macerata), Chiesa di San Filippo. Scena dell’avvenuto crollo dell’Episcopio di Benevento, che investì il cardinale Orsini, durante il terremoto del 5 maggio1688. Olio su tela, 176 x 166 cm, di Pier Leone Ghezzi, lo stesso che ha affrescato le pareti interne del castello di Torrimpietra.
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Gioia del Colle (BA) Piazza Plebiscito. Nello sfondo la facciata della Chiesa di san Francesco con l’annesso convento, attualmente sede della Compagnia e della Stazione dei carabinieri. Nell’anno 1727 il Convento, avendo probabilmente raggiunto o superato il numero minimo di 12 individui, ed essendosi provvisto di rendite sufficienti, fu esentato dalla sottomissione alla ordinaria giurisdizione dell’Arcivescovo di Bari, come si legge e si desume da una iscrizione posta nella scalinata del Convento al termine della prima rampa di scale che porta al primo piano:
BEN : PAPA XIII A. D. 1727 S. C. EP. ET. REG.°
DECREVIT UT. CONT.us IOVIAE ORD. M. C.
SIT AB OMD. IURISD. ORD. EXEMPL. D. R. 28 9 BRIS
e cioè: Essendo Papa Benedetto XIII, l’anno 1727, la Sacra Congregazione dei Vescovi e dei Regolari decretò che il Convento di Gioia, dell’Ordine dei Minori Conventuali, sia esente da qualsiasi giurisdizione ordinaria: Dato a Roma il 28 novembre.
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.Bergamo. Convento dei Domenicani. Papa Benedetto XIII, Ignoto, Secolo XVIII, Olio su tela 120x80
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.Roma. Quadro di Benedetto XIII. E’ conservato presso la Curia Generalizia dei Padri Passionisti a ricordo, come riportato nella lapide sottostante, dell’avvenuta ordinazione sacerdotale, per l’imposizione delle mani del Sommo Pontefice, Il 7giugno 1727, del fondatore della Congregazione, San Paolo della Croce e di suo fratello Giovanni Battista.
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Roma. L’interno della chiesa di “Santa Maria e San Gallicano”dove S. Paolo della Croce e suo fratello Giovanni Battista hanno celebrato la loro prima messa.
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Venezia, Chiesa dei Gesuati. Incisione della medaglia coniata per la posa della prima pietra della Chiesa. Nel recto sono visibili le chiavi papali con annesso lo stemma di Benedetto XIII .Sul lato inferiore a destra, c’è una torre e a sinistra una spada con il cartiglio in onore dell’Orsini. Sul lato sinistro lo stemma del doge Alvise Mocenigo, a destra, quello del patriarca Marco Gradenigo. Chiude, sotto, lo stemma del convento dei Gesuati. Nel verso la scritta in latino per ricordare l’avvenimento e la dedicazione del sacro tempio alla Vergine del Rosario.
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Venezia Chiesa dei Gesuati. Giovan Battista Tiepolo. Gloria dell’ordine domenicano, particolare del soffitto. Di fianco alla Vergine, in alto, si intravede Benedetto XIII con la tiara e la croce papale.
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Papa Benedetto XIII Olio su tela di Giuseppe Bazzani esposto nella Sala di Pallade presso il Museo Palazzo dell’Arco di Mantova e inventariato con il numero 1102.
Pier Leone Ghezzi , Ritratto di papa Benedetto XIII databile fra il 1724 e il 1730. Fotografia Andrea Premi. Corso Umberto 1° N.° 4. Mantova
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Questa immagine a stampa si trova all’interno del volume: Del nuovo campo di rose, Tomo I, in Venezia, nella Stamperia Balleoniana, MDCCXXXIX . Immagine fornitami dalla professoressa Marisa D’Agostino. Foto Saverio Perrini.
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Parrocchia di S. Domenico di Casarano (LE). Iscrizione a ricordo di benefici, indulti e privilegi concessi dalla Santità di Benedetto XIII ai padri del suo ordine.
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Tortona. Ritratto di Benedetto XIII di Scuola romana sec. XVIII, che è stato recentemente restaurato, è conservato nella sacrestia capitolare del Duomo.
Nella scheda di catalogo è annotato che fu donato nel 1790 ai canonici della cattedrale. |
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Vicenza Chiesa di Santa Corona, già dei domenicani, che officiarono fino al 1810
Il dipinto potrebbe essere attribuito o a MENAROLA o al ROBERTI, secondo quanto riportato nel volume di Domenico Bortolan – Santa Corona – Memorie storiche, Vicenza 1889, pag. 255. Benedetto XIII è ritratto seduto, in mozzetta e camauro. A sinistra sullo sfondo c’è la Basilica di S. Pietro. |
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Benedetto XIII Olio su tela di anonimo.
Quadro scomparso o trafugato dalla Svizzera per cui sono in atto segnalazioni e ricerche dell’Interpol.
Con ogni probabilità l’opera, però, può essere stata commissionata a Napoli o realizzata da qualche pittore partenopeo, perché l’inizio della didascalia, appena leggibile, è “BENEDICTUS NEAPOLI…” |
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Questa immagine è la pagina di copertina di un testo in lingua francese; “Histoire des hommes illustres de l’Ordre de saint Dominique”. Paris, chez Babuty Quillaux MDCCXLIX.
Immediatamente sotto l’immagine vengono ripercorse le tappe salienti della sua vita: Benedetto XIII nato il 2 febbraio 1649 dall’illustre famiglia degli Orsini, prese l’abito di domenicano a Venezia il 12 agosto 1667, cardinale nel 1672, papa il 29 maggio 1724. |
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Immagine a stampa tratta Bullarium Romanum seu novissima et accuratissima collectio Apostolicarum Constitutionum, Romae MDCCXXXVI. |
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Immagine tratta da un testo in lingua tedesca sul Conclave del 1724. |
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Incisione riprodotta in un altro testo di lingua tedesca: Historische Relation von dem Conclave nebst Leben Benedicti XIII.1724. |
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Immagine di Benedetto XIII, con il cartiglio del suo stemma papale.
Il Quadro fu ceduto in prestito dal Museo del Prado all’Università di Siviglia, nel 1911.
Esso fa parte di una raccolta di 10 dipinti compresi tra il XVII, XVIII e XIX secolo. |
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Papa Benedetto XIII concesse indulgenza plenaría, di sette anni, nel 1724, a tutti i fedeli che visitavano l'Eremo di La Antigua, in Spagna, nei venerdì di quaresima. |
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Questa lapide si trova incisa sulla facciata della chiesa della Maddalena di Siviglia, sede, un tempo, della Casa provinciale dei domenicani. Il testo in ispagnolo, fa riferimento ad una bolla emessa dal papa, il 22 settembre del 1724, con la quale concede per sempre a tutti i suoi confratelli la facoltà di poter celebrare la messa in un qualsiasi altare delle chiese dell’Ordine per chiedere ed ottenere il suffragio per coloro per i quali si è pregato.
"Nuestro Santo Padre Benedicto XIII del Sagrado Orden de Predicadores, por Bula dada en Roma Apud Santam Mariam Maiorem el día veintidós de Septiembre del año MDCCXXIV (1724), primero de su pontificado, concede para siempre a todos los sacerdotes de dicho Orden que diciendo misa en cualquiera de los altares de las iglesias de su sagrada religión saquen del purgatorio el ánima del difunto de quien la aplicaren."
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Ritratto del papa Benedetto XIII. Opera del XVIII secolo, in pieno Barocco italiano, conservata presso una collezione privata. |
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L’incisione di cui esiste ufficialmente una sola copia nella Biblioteca Nazionale di Madrid è opera di fra Ippolito Ximenez dell’Ordine degli Hospedalieri, i Fatebenefratelli, eseguita a Manila, nell’ anno1725. La stessa incisione è stata riprodotta nella biografia di Papa Benedetto XIII, scritta dal domenicano Manuel José Medrano edita nel 1727.
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Il quadro nel suo insieme. Il dipinto si trova nella parte alta del coro della chiesa dei padri Serviti, a Cadice, in Ispagna. Particolari che interessano il tema della ricerca. Sul lato destro, si vede il Papa Benedetto XIII, un tavolo con panno verde sul quale è visibile, incorniciato, lo stemma papale. Termina questa rappresentazione pittorica un grande scudo, tenuto da due angeli nudi.
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Un particolare del quadro precedente.Papa Benedetto XIII è presente mentre il priore generale dell’ordine dei Servi di Maria, o Serviti, Fra Piero Maria Pieri, consegna al vice provinciale dell’Ordine dei cappuccini di Andalusia, padre Francisco de Jaén la regola della vita della V.O.T |
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Questa immagine è stata tratta da un libro di lingua spagnola: ”La revolución religiosa : obra filosófico-historica dividida en cuatro partes : Savonarola, Lutero, Calvino, San Ignacio de Loyola”.
Por Emilio Castelar. Barcelona: Montaner y Simón, 1880 - 1883.
(La rivoluzione religiosa: opera filosofico – storica divisa in quattro parti: Savonarola, Lutero, Calvino, Sant' Ignazio di Loyola, di Emilio Castelar, Barcellona, Montaner e Simon, 1880 – 1883. |
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Immagine a stampa estrapolata dal testo di Joann Rudolph Conlin:
Roma sancta sive Benedicti XIII Pontificis Maximi & Eminentissimorum Reverendissimorum
S.R.E. Cardinalium Viva Virtudo Imago.
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Anonymous, French (French, active 1789-1799), Letter A with Coat of Arms of Pope Benedict XIII, 1799, Alternate Title: A Dedicatory Initial. |
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Immagine a stampa estrapolata dal testo di Joann Rudolph Conlin: Roma sancta sive Benedicti XIII Pontificis Maximi & Eminentissimorum Reverendissimorum S.R.E. Cardinalium Viva Virtudo Imago. |
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Questa immagine è stata ripresa dal testo sulla vita dei pontefici scritta da Bartolomeo Platina.In questa incisione, Benedetto XIII viene indicato come il 246°pontefice. |
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Immagine a stampa inserita in un libro biografico, con racconto della elezione e cronaca del conclave, in lingua tedesca, carattere gotico, risalente, probabilmente, al 1724. |
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Altorilievo in cera policroma raffigurante Papa Benedetto XIII benedicente entro cornice,
ceroplasta siciliano.“L’opera è attribuibile verosimilmente ad un ignoto ceroplasta siciliano -probabilmente trapanese- del secolo XVIII. A motivo della rara iconografia e della traduzione nella non meno rara specializzazione (ceroplastica), riveste un notevole interesse storico-documentario. Scheda critica del prof. F.Fittipaldi, Napoli 2011 Già Mostra antiquaria a Palazzo Corsini, 2009”. |
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L'intaglio è opera firmata dell'intagliatore napoletano Carlo Costanzi, attivo nella prima metà del XVIII secolo. questi visse a lungo a Roma presso la corte papale ed incise ritratti di Benedetto XIII e Benedetto XIV in pietre preziose. Il Costanzi ricevette da questo papa l'Ordine di Cristo e di S. Giovanni in Laterano. Probabilmente l'oggetto entrò nelle collezioni medicee nel 1731 con altre pietre incise dei fratelli Tommaso e Carlo Costanzi, acquistate in quell'anno da Gian Gastone, tramite il priore Vaini.. Palazzo Pitti, Firenze (FI) - Mezzanino, sala delle gemme., inv. Inv. Gemme n. 398 (1921). |
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Breve di Benedetto XIII, (1728), concede al diacono Gerolamo de Ruggero di Bisceglie, in difetto di età, la dispensa necessaria per accedere al sacro presbiterato nonostante le disposizioni del Concilio di Trento. Sottoscrizione del Card. Olivieri. Sul retro Sigillo Cereo Impresso. Timbro di appartenenza.
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Foto di Stefano Bianchetti, anno 2003, da una riproduzione a stampa.
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Vetrata nella Basilica del Santuario Nazionale di Maria, Aiuto dei Cristiani, a Santo Hill, Wisconsin.
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Chambéry. Musée des beaux arts. Dipinto di anonimo. Olio su tela del XVII secolo.
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Maiolica di Castelli in Provincia di Teramo. Ritratto di Benedetto XIII in ceramica conservato presso il Kunstgewerbemuseum a Berlino. |
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Papa Benedetto XIII, olio su tela di scuola italiana, Grosvenor Museum, Chester.
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Pier Leone Ghezzi, dipinto a penna di Benedetto XIII conservato presso la Biblioteca Apostolica vaticana. Fondo Ottoboni, Lat. 3115,2.
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Benedictus XIII. Illustration in Romani Pontefici by Luigi Tripepi (Roma, 1879).
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Pope Benedict XIII. Portrait of the Pope Benedict XIII 1724-1730. Engraving in La Storia Dei Papi Del Card. Hergenrother, 1898. Private collection. | Stock Photo 1899-76709. |
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Torino. Basilica di Superga. Busto in marmo di Benedetto XIII realizzato nel 1725, anno in cui iniziarono i lavori per la realizzazione della cappella funeraria dei Savoia.
Il manufatto è buona testimonianza degli ottimi rapporti che intercorsero fra papa Orsini e i reali di casa Savoia.
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Disegno, conservato presso la Biblioteca nazionale di Torino, dei candelieri donati dal re Vittorio Amedeo II al papa nel 1727.
Figura 34 inserita nel testo di Augusta Lange: Dimore, pensieri e disegni di Filippo Juvarra, Compagni a di san Paolo, Torino, 1992. |
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Di Filippo Juvarra esiste questa incisione dello stemma di papa
Benedetto XIII, risalente, con ogni probabilità, a prima del 1732.
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Dipinto ad olio su tela in cornice dorata e bulinata in oro zecchino raffigurante: “Ritratto equestre di Papa Benedetto XIII” di Agostino Masucci (cm.47x38).
Attualmente fa parte della collezione privata del Dr. Marco Tornò di Como.
E’ il quadro madre da cui discendono quelli di Claude Girard e Jacob Frey riprodotti qui di seguito.
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Torino, Palazzo Madama Museo Civico d’Arte Antica, inv. 2/T.
Ritratto di papa Benedetto XIII firmato e datato “Claudius Girard/ fecit Taurini/ 1727”, acquistato a Saluzzo nel 1890 per volere di Emanuele d’Azeglio. La raffigurazione del papa a cavallo è tratta da una incisione di Jacob Frey (1681 – 1752), su disegno di Agostino Massucci.
Sul retro compare anche un’iscrizione in grafia settecentesca, ma postuma: “Benedictus XIII Orsini Romanus creatus Papa anno 1724 et Gubernavit Ecclesiam Anno 5- Menses 8 – dies 23”. |
L’immagine di questa incisione è quella di Jacob Frey i cui esemplari sono conservati, uno al Worcester College, Oxford, George Clarke Print Collection (V:010) e l’altro presso il Palazzo Chigi di Ariccia (RM)
In calce si legge: “Augustinus Massuccius delin. Emo et Rmo D.D. Nicolao Tit. S. Mae. Ad Martyres Diac. Card. Judice S. Palatij Apostolici Pro Prefecto[…] Addictissimus et Obsequent-mus famulus Jacobus Frey Datum Romae Kalendis Augusti Anno Iubilei MDCCXXV”. |
Una riproduzione a stampa di Spitzel Gabriel , databile 1724/1760, ripresa dall’opera di Jacob Frey. Virtuelles Kupferstichkabinett / Herzog Anton Ulrich-Museum, Braunschweig. |
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Torino. Palazzo Madama, Museo Civico d’Arte Antica, inv.2265/C. Tazzina con le armi di Benedetto XIII.
Venezia, manifattura Vezzi, 1726 – 1727 e interventi pittorici del 1760. Porcellana policroma
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Turibolo, navicella e secchiello per l’acqua santa stile Benedetto XIII realizzati dalla Tridentinum arte sacra. |
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Francobollo di AJMAN, il più piccolo Stato degli Emirati Arabi, con una riproduzione di una scultura del Bracci di Papa Orsini.
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Imola, Musei civici, Palazzo Tozzoni. Ritratto di Benedetto XIII. Olio su tela di autore ignoto. Quest’opera, commissionata dalla famiglia o acquistata in un secondo momento da qualche antiquario, si giustifica per il privilegio che il pontefice concesse al nobile casato imolese, come si evince dal Breve papale riprodotto qui sotto.
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Il breve di papa Benedetto XIII, indirizzato ai conti Francesco ed Alessandro fratelli Tozzoni ed alla contessa Beatrice Ferrari, moglie di Alessandro, fu emesso dalla cancelleria pontificia il 4 febbraio 1729.
In esso si autorizza a celebrare la Messa presso gli oratori del palazzo di Imola e di Castel Falcino (Sarsina).
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Convento Santa Maria della Sanità Napoli – Barra.
Insieme della stessa statua in cartongesso, con particolare in primo piano del Sommo Pontefice.
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.Genzano di Roma. Olio su tela attribuito al Ghezzi e situato all’interno del Palazzo Carafa Jacobini. Appartiene alla collezione privata della famiglia.
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Ritratto di Benedetto XIII, attribuito al Ghezzi, è conservato presso la Galleria Giano di Arezzo
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.Chiesa di San Domenico a Nicastro oggi Lamezia Terme. Dipinto di Francesco Colelli 1770 c. in cui sono stati riprodotti San Pio V e Benedetto XIII.
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Oria (BR) Cattedrale. Ritratto del papa Benerletlo Xill, olio su tela. Ambito iepiùano sec.XVIII, proveniente del Museo Kalefati e catalogato nella sezione Museo Kalaphetiano. In alto a destra è visibile lo stemma papale sotto il quale l’iscrizione in latino:
BENEDICTUS X [III] PETRUS FRANCISCUS H [I]NC
VI [N ]CENTIUS M [ARIA ]URSINUS E DUCIBUS GRAV [INAE ] ORD [NIS ] PRAED [ICATORUM ] ARCHIEP [ISCOPUS ] SIPO [NTI ] DEIND [E ] EPISC [OPUS ] CAESENATE ET ARCHIEP [ISCOPUS ] BENEVE [NTI ] AB AN [NO ] MDCCXXIV AD USQ [UE ] AN [NO ] MDCCXXX ECCLESIA [M ] ILLUS [TRA ] VIT PONTIFICI OP [TIMO ] CU [M ] PRIMIS CO [M ] PA [RANDO ] CAN [ONICUS ] ALEX [ANDER ] [MARIA ] KALEPH [A ] TIUS IN S [UO ] MU [SEO ] TA [BULAM ] [POSUIT ].
In italiano si legge: Pierfrancesco Vincenzo Maria Orsini, duca di Gravina, dell’Ordine dei Predicatori, Arcivescovo di Siponto, poi Vescovo di Cesena e Arcivescovo di Benevento, diede lustro alla Chiesa dall’anno 1724 all’anno 1730. All’ottimo pontefice, non inferiore ai precedenti, il canonico Alessandro Maria Kalefati pose l’immagine nel suo museo.
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I due dipinti, di mano ignota, presumibilmente risalenti al 1725, di Scuola Romana, con i relativi particolari, appartengono alla collezione dell’antiquario di Roma, architetto Gianluca Lorenzale.
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L’opera viene attribuita a Pompeo Girolamo Batoni.
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Galerie Signatures, Valenciennes, Benedetto XIII, olio su tela del XVIII secolo titolato in alto a sinistra.
In realtà, la titolazione del quadro non appare sull’opera, come è nell’originale, perché abbiamo ritenuto estrapolarla e inserirla come etichetta sotto l’immagine qui riprodotta.
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L'epigrafe in marmo. Commemora la visita dei conservatori alle città vassalle di Roma, avvenuta sotto il pontificato di Benedetto XIII. Dal 1729, Musei Capitolini, Palazzo Senatorio. Comune di Roma, Inventario Epigrafi, EM 122.
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Roma Chiesa dei SS. Sergio e Bacco. Icona della Madonna del Pascolo incoronata da Benedetto XIII il 1730. |
Roma, 20 febbraio 1730 A.D. Manoscritto originale in pergamena di papa Benedetto XIII.
E’ uno degli ultimi atti ufficiali, prima che morte lo cogliesse.
Il manoscritto contiene il permesso all’ordinazione sacerdotale di Filippo Buondelmonti, segretario papale.
Il papa muore il giorno dopo.
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Preghiera recitata giornalmente da Benedetto XIII per evitare la morte improvvisa e che fu proposta ai fedeli di tutto il mondo dal suo successore Clemente XII. |
DIES NATALIS
Benedetto XIII sul letto di morte. Opera a penna e inchiostro nero di Pier Leone Ghezzi. Biblioteca Vaticana Cod. Otoboniano Latino 3116 fol.167.
A proposito della morte del santo pontefice, Erasmo Pistolesi scrive: “Benedetto portando opinione di santità attrasse viepiù dopo morte l’ammirazione del popolo. Nella traslazione del corpo dal Vaticano alla chiesa di santa Maria sopra Minerva, narrasi che un cardinale per devozione si prese il velo che coprivagli il volto: chi strappò dal pallio la croce, chi cambiò uno spillone, chi trafugò un pezzo di pianeta, ed essendogli state poste le scarpe nuove, perché quando fu sepolto gli furono con le calzette rubate, vi fu chi poco dopo gliele tolse da’ piedi nell’atto di chiuderlo nella cassa. Il Valesio nomina le persone che appropriaronsi gli oggetti; cioè il cardinale camerlengo, Albani la mitra, Fini il velo, Ottoboni l’anello.”
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Reliquia di Benedetto XIII, presumibilmente parte di un osso, donata, da un sacerdote veneziano, al Museo dei Papi di Padova. Foto per gentile concessione del direttore Ivan Marsura. |
Antica Reliquia di papa Benedetto XIII consistente in un polsino staccato da una camicia.
Il polsino ha un sigillo di ceralacca, che se anche un poco rovinato, corrisponde a quello apposto sulla lettera accompagnotoria, inviata da un prelato romano ad una famiglia genovese: “Gradisca il qui accluso polsino della camicia portata da Sua Santità staccatosi sudicio tale e quale è sigillato con mio piccolo sigillo acciò non fosse mai dubbio che sia cambiato”.
La reliquia si trova a Messina.
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Innsbruck. Museo Ferdinandeum/Kunstgeschichtliche Sammlungen, (Inv. Nr. T 46).
Questa scarpa papale, secondo il Pastor si trova nella cittadina austriaca perché sottratta mentre il corpo del pontefice era esposto, in san Pietro, alla puubblica venerazione dei fedeli. Non fu un trafugamento su commissione, ma solo per la stima e l’alone di santità di cui godette l’Orsini. Arbeits Foto. |
22 febbraio 1733, processione, da San Pietro a Santa Maria Sopra Minerva, per la traslazione del corpo di Benedetto XIII verso la definitiva dimora.
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Roma. Santa Maria Sopra Minerva. Il maestoso monumento funebre con l’incisione in latino relativa al nome del pontefice e alla sua appartenenza all’Ordine dei Predicatori.
Stando, però, ad alcune fonti archivistiche, la statua del pontefice fu fatta realizzare, a sue spese, dal cardinale bibliotecario e arcivescovo di Brescia, Angelo Maria Quirini, per un senso di gratitudine nei confroni di chi lo aveva elevato alla dignità della sacra porpora. Lo stesso porporato dettò il testo di quella che doveva essere l’iscrizione funeraria. Di questo testo, oggi, purtroppo, non vi è traccia, se non nei documenti storici ed archivistici
Ecco l’iscrizione in latino, preparata dallo stesso porporato.
“STATUAM HANC MARMOREAM BENEDICTI XIII POM AD EJUS TUMULUM IN AEDE S.MARIAE SUPER MINERVAM APPONENDAM CURAVIT GRATI ANIMI MONUMENTUM ANGEL. MAR. TIT. S. MARCI CARD QUIRINUS S.R.E. BIBLIOTHECARIUS ET BRIXIENSIS EPISCOPUS ANNO CHR MDCCXXXV”.
Questa insegna orsiniana è posta sulla sommità del monumento funerario
.FotoRaoul De Michelis.
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Pannello in marmo del cenotafio, che riproduce una scena del Concilio Lateranense, indetto dallo stesso pontefice, il 1725, durante l’Anno Santo.
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Acquaforte del monumento funebre realizzata da Aleesandro Chiari disegnatore e da Giuseppe Bramati incisore. Datazione 1739. |
Un primo piano della statua del pontefice che sormonta il mausoleo che giganteggia nella cappella di san Domenico Soriano nella Basilica di Santa Maria Sopra Minerva. Per completezza d’informazione e per confermare la tesi che mai l’Orsini avrebbe voluto un siffatto monumento funebre, è doveroso ricordare che prima del Quirini, anche un altro porporato, Alessandro Albani, “il quale essendo stato assai beneficato dal detto Sommo Pontefice, volle promuovere con tutta oremura la costruzione del Deposito, e perciò gli donò per il medesimo tutta la pietra di diversi colori che nobilmente arricchiscono il deposito che si vede. Per il terzo è il S.r. Cardinal Lercari, che per mostrare la stessa gratitudine adornar volle il deposito con ordinare a sue spese una statua posta a man sinistra, rappresentante la mansuetudine, opera egregia del Sig.r Pincellotti scultore. L’Em.mo S.r. Cardinale Fini per avere riconosciuto tutti i suoi avanzamenti del medesimo pontefice, quello oziando del cardinalato, fece fare a sue spese l’altra statua a man destra rappresentante la religione, opera pur questa del celebre S.r. Pietro Bracci”. La generosità, per il completamento del sacello funebre, non mancò da parte dell’Ordine domenicano e da parte del casato di appartenenza del pontefice. |
Dietro questa semplice lastra marmorea è sigillato il corpo di papa Benedetto XIII. Senza insegne né indicazioni, questo anonimo loculo si trova non nello spazio della chiesa, ma all’inizio di un corridoio che porta nella sagrestia della basilica, che dà sul retro del monumento funebre. Da LA MORTE DEL PAPA – Riti, cerimonie e tradizioni dal medioevo all’età contemporanea di Antonio Margheriti.
*Su questo monumento funebre, così sontuoso e maestoso bisogna spendere qualche parola. Non solo per ribadire che non era nelle intenzioni dell’augusto pontefice essere sepolto in una struttura che cozzava con la sua semplicità e povertà, quanto per confermare, come si legge nel Diario Orsini 2 aprile 1707 che egli voleva essere sepolto nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Benevento: “tra il pavimento e l’ultimo scalino dell’altare della Madonna”.
Comunque, va precisato, che il desiderio del cardinale arcivescovo di Benevento rimase tale, non cambiò, da pontefice, quando affermava di voler essere sepolto tra i padri domenicani, suoi confratelli della Minerva. Il suo intento, era sempre, di conservare, anche da morto, i caratteri dell’umiltà e della semplicità, nulla prevedendo che la stima di molti cardinali suoi collaboratori, in segno di gratitudine, gli avrebbero eretto o fare erigere un monumento che fosse il segno visibile e tengibile della grandezza di quel santo uomo, ma tutto il contrario della vita che aveva predicato o di quella che aveva vissuto . La sua ultima volontà fu eseguita ed egli, dopo sessantunno anni, dal giorno in cui era stato creato cardinale, il 22 febbraio 1672, tornò, il 22 febbraio 1733, ad essere domenicano per sempre. |
Questo quadro è situato in un locale adiacente la sagrestia della basilica di Santa Maria Sopra Minerva a Roma. La foto è di Mario Setter. |
Nella incisione esplicativa si scorge un’anomalia, se non un vero e proprio falso storico. L’anomalia o il falso storico, che dirsi voglia, consiste nel testo latino che fa riferimento a Benedetto XI, altro papa domenicano, e non, invece, a chi è realmente raffigurato, cioè Benedetto XIII. La conferma di tutto ciò ci viene dalle schede di catalogo curate dalla Soprintendenza di Roma, che riportiamo nelle pagine immediatamente successive. |
Sagrestia della Basilica romana di Santa Maria Sopra Minerva. Il quadro è attaccato ad una parete della stanza a sinistra per chi guarda questa foto. |
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CD: TSK: OA LIR: C NCT: NCTR: 12 NCTN: 00219302 ESC: S50 ECP: S50 RV: ROZ: 1200219302
OG: OGT: OGTD: dipinto SGT: SGTI: Ritratto di papa Benedetto XIII LC: PVC: PVCS: Italia
PVCR: Lazio PVCP: RM PVCC: Roma LDC: LDCT: chiesa LDCQ: basilica LDCN: Chiesa di S. Maria sopra Minerva
LDCU: via Beato Angelico, 35 LDCS: ambiente a sinistra della cappella di S. Caterina, parete sinistra
DT: DTZ: DTZG: sec. XVII DTZS: prima metà DTS: DTSI: 1600 DTSF: 1649 DTM: analisi stilistica
AU: ATB: ATBD: ambito romano ATBM: analisi stilistica MT: MTC: tela/ pittura a olio MIS: MISA: 77
MISL: 60 MIST: ca. CO: STC: STCC: mediocre STCS: cadute di colore, strappi della tela DA:
DESI: 61 B 2 (BENEDETTO XIII) : 11 P 31 11
DESS: Personaggi: Benedetto XIII Orsini. Abbigliamento religioso.
NSC: Il dipinto trova confronti stilistici con l'ambiente artistico settecentes
co romano, in particolare con la pittura di Pier Leone Ghezzi. L'opera ha
probabilmente sostituito un precedente dipinto, in quanto l'iscrizione sul
la cornice si riferisce a papa Benedetto XI (v. 1200219303)
TU: CDG: CDGG: proprietà Stato CDGS: Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.).
CM: CMP: CMPD: 1987 CMPN: Andreozzi E. FUR: Fabjan B. RVM: RVMD: 2006 RVMN: ARTPAST/ Tosti A.
AGG: AGGD: 2005 AGGN: Fauro G. AGGF: NR (recupero pregresso) AGG: AGGD: 2006
AGGN: ARTPAST/ Tosti A. AGGF: NR (recupero pregresso)
CD: TSK: OA LIR: C NCT: NCTR: 12 NCTN: 00219303 ESC: S50 ECP: S50 RV: ROZ: 1200219302
OG: OGT: OGTD: cornice LC: PVC: PVCS: Italia PVCR: Lazio PVCP: RM PVCC: Roma LDC:
LDCT: chiesa LDCQ: basilica LDCN: Chiesa di S. Maria sopra Minerva LDCU: via Beato Angelico, 35
LDCS: ambiente a sinistra della cappella di S. Caterina, parete sinistra DT: DTZ: DTZG: sec. XVII
DTZS: prima metà DTS: DTSI: 1600 DTSF: 1649 DTM: analisi stilistica AU: ATB: ATBD: produzione romana
ATBM: analisi stilistica MT: MTC: marmo MTC: bronzo MIS: MISA: 135 MISL: 100 MIST: ca.
CO: STC: STCC: mediocre STCS: parti mancanti DA: DES:
DESO: base mistilinea con cornici modanate e cartiglio mistilineo con iscrizione
tra volute e foglie di acanto; cornice ovale modanata su fondo rettilineo
con piccole mensole e coronamento ad arco a contornare la parte superiore
della cornice; seguono l'estradosso dell'arco controvolute e piccolo fastigio mistilineo apicale.
ISR: ISRC: documentaria ISRL: latino ISRS: a caratteri applicati ISRT: lettere capitali ISRP: nel cartiglio
ISRI: B(O.) (B)E(NE)DICTVS XI/ (P.)O.M. ORD. PRAED.
NSC: La cornice, che orna con altre analoghe gli ambienti laterali alla cappell
a di S. Caterina, conteneva probabilmente un altro dipinto, con il ritratt
o di Benedetto XI (v. iscrizione)
TU: CDG: CDGG: proprietà Stato CDGS: Ministero dell'Interno, Fondo Edifici di Culto (F.E.C.).
FNT: FNTP: inventario FNTT: Inventario degli arredi sacri, oggetti d'arte e simili. Chiesa di S. Maria
sopra Minerva in Roma
FNTD: 1961 FNTF: 52 FNTN: Ministero dell'Interno, F.E.C.
CM: CMP: CMPD: 1987 CMPN: Andreozzi E. FUR: Fabjan B. RVM: RVMD: 2006 RVMN: ARTPAST/ Tosti A.
AGG: AGGD: 2005 AGGN: Fauro G. AGGF: NR (recupero pregresso) AGG: AGGD: 2006
AGGN: ARTPAST/ Tosti A. AGGF: NR (recupero pregresso)
Continua Terza Parte
- sempre di Giuseppe Massari:
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