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SANTA SINFOROSA E SAN CHIRICO
Festa di santa Sinforosa a San Chirico Raparo (Pz)
Ogni anno col ritorno di luglio, il cuore dell’estate,
quando l’inverno è passato e nell’aria
di San Chirico Raparo (grazioso paesello nel cuore del Sud
Italia) già si sentono volare le note degli antichi
inni dedicati a Santa Sinforosa Vedova e Martire, la Protettrice
del paese.
Durante tutto l’anno si pratica il culto alla Martire
Tiburtina, ma in questo periodo c’è un forte
risveglio. Il paese si prepara alla festa della “sua
Santa” già dal 15 giugno, un mese prima. Questa
pratica è chiamata “a mesata”
e si svolge celebrando la Santa Messa alle 21 ogni sera
e cantando l’inno ai piedi dell’altare di Santa
Sinforosa.
Il
culto sinferusiano nel nostro paese ha origini antiche,
infatti sul finire del ‘500, l’Arciprete Don
Gianbattista Bassano, portò da Roma a San Chirico,
tra altre Reliquie, un’ampolla di sangue che risultò
essere della Nostra Santa. Il giorno dell’Ascensione,
alla fine del ‘700, quando tutte le Reliquie dei Santi
venivano esposte alla venerazione dei fedeli, il Sangue
di Santa Sinforosa si liquefece miracolosamente sotto gli
occhi di tutti i presenti: Clero e popolo.
Di questo evento portentoso venne informato il Vescovo del
tempo che si trovava a Chiaromonte. Il Presule, resosi conto
di persona dell’accaduto, ordinò che si celebrasse
ogni anno una grande festa in onore della Martire.
Il popolo di San Chirico Raparo ha tenuto sempre desto nel
suo cuore questo sentimento e ha conservato sino ad oggi
un grande amore verso la sua Protettrice, tanto che i festeggiamenti,
preceduti da una partecipatissima Novena e da due giorni
preparatori dedicati a San Chirico Martire e alla Madonna
del Carmine, sono sempre sontuosi e animati da gran fervore.
Anche quest’anno San Chirico Raparo si ritroverà
intorno alla “sua Santa” per renderle omaggio
con la consueta solennità che non ha pari nella zona.
La calura estiva non spaventa i fedeli che seguono la Processione
di Santa Sinforosa il 18 luglio: gli uomini orgogliosi di
sottoporsi al dolce peso della statua fanno a turno per
portarla, le donne cantano a piena voce, alcune procedono
a piedi scalzi per implorare una grazia o ringraziare per
averla già ricevuta: i figli lontani per studio o
lavoro, la salute, la pace familiare, il lavoro… e
tanti altri sentimenti che si celano tra le pieghe più
recondite del cuore di ogni fedele e che Lei certamente
conosce e sa.
Guardando l’imponente statua di Santa Sinforosa, si
nota la grande tenerezza di una madre che stende la sua
protezione sui suoi figli, infondendo a tutta la “sua
città” fiducia e speranza, cantate cosi bene
dall’autore di un inno tradizionale: “O gran
virtù di madre, del ciel vivo splendor, o Santa Sinforosa
luce dei nostri cuor! Scolpisci in noi la pace, la grazia
e la virtù.”