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quando, disattendendo le esortazioni appassionate della
santa Chiesa, che c’invita a nutrici del ‘Pane della vita’, per ‘vani timori’ ce ne asteniamo.
Signore, perdonaci quando ci lasciamo persuadere da “Certi pregiudizi degli avversari” della santissima Eucaristia
e non accettiamo il tuo invito che ci ripete: Venite… Mangiate…
Bevete.
Signore, perdonaci quando, invece che trarre edificazione
dal fervore di tanti fratelli verso la Santissima Eucaristia,
ci permettiamo di giudicarli, di criticarli e, chissà?, anche di
deriderli.
Signore, perdonaci quando Tu c’inviti con qualche segreta
e santa ispirazione a zelare il culto verso Te, che rimani
con noi nella santissima Eucaristia, e noi - come gli invitati
della parabola evangelica - non ne teniamo conto perché altre
cose le riteniamo più importanti e urgenti.
Signore, la Santa Chiesa assicura che “E’ cosa buona e
utilissima comunicarsi spesso, anche tutti i giorni, purché
si faccia con le dovute disposizioni” e noi facciamo passare
settimane, mesi e, purtroppo, anni tra una comunione e
un’altra. Perdonaci, Signore!
Signore, perdonaci quando, le poche volte che andiamo
in chiesa, ci divaghiamo guardando e giudicando, invece di
parlare con Te, che tanto desideri stare con noi.
Signore, perdonaci quando accompagniamo i nostri figli
alla ‘prima Comunione’ senza ricevere anche noi l’Eucaristia.
Non offriamo il nostro buon esempio, né partecipiamo
alla gioia purissima di questo loro primo incontro con Te.
Signore, perdonaci quando, sposandoci, ci comunichiamo
con Te perché ‘è consuetudine’, non per la convinzione,
che abbiamo, da dirti che ti vogliamo bene e pregarti di non
farci mai mancare il tuo aiuto nella non facile vita di coppia.
Signore, perdonaci quando, da incredibili incoscienti, ci
asteniamo dal richiedere la santissima Eucaristia per i nostri
cari, magari ammalati, ‘per non impressionarli’, negando
loro l’aiuto che viene solo da Te.
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di aiutarci a vincere quel rispetto umano che, pur travolti dal
buon esempio degli altri, non facciamo coro con loro verso
Te, che sei presente per noi nel santissimo Sacramento.
Signore, Ti chiediamo di aiutarci a capire che, nel momento
nel quale noi Ti riceviamo nell’Eucaristia, Tu ci rendi Partecipi e consorti della natura divina.
Signore, S. Francesco d’Assisi, entrando in una chiesa
per adorarti, protestava di volerti adorare “Anche in tutte
le chiese che sono per il mondo’. Al suo fervore non bastava
adorarti in un luogo, perché Ti amava. Dà anche a noi un
po’ di quel fervore.
Signore, nella vita del santo Curato d’Ars è scritto che
le ore della giornata, che passava davanti a Te, velato nel
santissimo Sacramento, erano più numerose di quelle che
impiegava per tutto il resto. Lui credeva profondamente in
Te. Riscalda anche la nostra freddezza spirituale perché ci
decidiamo di corrispondere un po’ di più al tuo amore.
Signore, dacci fede viva per credere che il miracolo
dell’Eucaristia, “Unico nel suo genere, è accompagnata da
innumerevoli altri miracoli, perché qui tutte le leggi della
natura sono sospese”.
Signore, Tu nel Pane Eucaristico ci dai un’impagabile
lezione di unità: come esso risulta dalla fusione di tanti grani,
così noi, tuoi seguaci, dobbiamo formare un’unità che
nulla potrà mai incrinare. Hai pregato per questo il Padre
nell’ultima Cena. Aiutaci per far diventare realtà questo tuo
divino desiderio.
Signore, hai detto Io sono il pane della vita, e solo chi
mangia di un tal pane vivrà eternamente. Ti scongiuriamo,
suscita in noi una fame che non si plachi se non mangiando
La tua carne e bevendo il tuo sangue.
Signore, sei andato incontro alla sete della Samaritana,
parlando e promettendo L’acqua che zampilla per la vita
eterna. Suscita anche in noi la sete di Te e calmala con la
santissima Eucaristia.
Signore, nei momenti della frustrazione ricordaci che“Quel benigno invito e quella benigna promessa di Cristo
Voi tutti che siete affaticati e oppressi, venite a me e io vi ristorerò
(Mt 11. 28), si compie specialmente in questo mistero e
in esso si avvera ogni giorno”.
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per lo sprone con il quale l’Enciclica di Papa Leone XIII
prova a scuotere la nostra pigrizia spirituale e per la luce con
cui si studia di farci vedere la verità dei tuoi doni.
Signore, sempre è stato così, ma ai nostri tempi tocchiamo
con mano il fervore della fede eucaristica che Tu hai ridestato
nei tuoi seguaci. Ti ringraziamo e ti preghiamo: aiutaci
a non essere estranei a questo invito di rinnovamento.
Signore, Ti ringraziamo perché, con la santissima Eucaristia,
sei presente in ogni luogo come sacrificio di redenzione.
Così hai adempiuto le parole di Malachia: In ogni luogo
si offrirà al mio nome un’oblazione monda”.
Signore, Ti ringraziamo perché il tuo Corpo “si trova
contemporaneamente in tutti quei luoghi nei quali si compie
simultaneamente il sacramento”. Così hai mantenuto e
adempiuto la promessa: Ecco, io sono con voi tutti giorni, e
fino alla fine dei secoli.
Signore, Ti ringraziamo perché Tu, che conosci la nostra
antica aspirazione di diventare Come Dio, ci hai dato, nella
santissima Eucaristia, la possibilità di appagarla. In essa infatti
noi veniamo, da Te, mutati in Te.
Signore, Ti ringraziamo perché Tu, che vuoi che Tutti
gli uomini si salvino, nella santissima Eucaristia, fra tutte le
cose è “La più eccellente e salutare”, sei disponibile e “Appartieni”
a “Tutti. A tutti quelli che vogliono () alimentare
in loro la vita della grazia divina, che conduce al conseguimento
della vita beata in Dio”.
Signore, per tanti nostri fratelli la pietà eucaristica non è un ‘optional’, ma un fatto vitale. Grazie per gli stimoli che
ci dai con il loro buon esempio. Accendi in noi il desiderio
di emulare I carismi miglior.i
Signore, Ti ringraziamo per la pazienza nell’aspettare
noi, che non riusciamo a conoscere Te che ci ami veramente.
Aiutaci. Accendi in noi il fuoco del tuo amore. Quello ci farà
anche capire.
Signore, Ti ringraziamo perché, donandoci l’Eucaristia,
ci hai dato la possibilità di onorare la Santissima Trinità
“Quanto l’immensa dignità di questa esige”. Con l’Eucaristia“Non solo alla sua benignità porgiamo grazie, ma veniamo
ad offrirle un vero ricambio”.
+
L’enciclica ‘Mediator Dei’ di Pio XII non ha per argomento,
solo la Santissima Eucaristia.
Già nella prima parte (al n. 4) aveva affermato che “Il
culto eucaristico è stato considerato (nella Chiesa), come
veramente è, il centro e la fonte della vera pietà cristiana”.
L’inizio della seconda parte è dedicato al Sacramento
eucaristico. Ecco alcuni passi.
53 - “Il mistero della santissima Eucaristia, istituita dal Sommo
Sacerdote Gesù Cristo e rinnovata in perpetuo per sua
volontà dai suoi ministri, è come la somma e il centro della
religione cristiana”.
54 - Cristo Signore, sacerdote in eterno secondo l’ordine di
Melchisedek che, Avendo amato i suoi che erano nel mondo
(), nell’ultima Cena, nella notte in cui veniva tradito,
per lasciare alla Chiesa, sua sposa diletta, un segno visibile
- come lo esige la natura degli uomini - che rappresentasse
il sacrificio cruento, che una volta tanto doveva compiersi
sulla croce, e perché il suo ricordo restasse fino alla fine dei
secoli, e ne venisse applicata la salutare virtù in remissione
dei nostri peccati, () offrì a Dio Padre il suo Corpo e il suo
Sangue sotto le specie del pane e del vino e ne diede agli
Apostoli, allora costituiti sacerdoti del Nuovo Testamento,
perché sotto le stesse specie lo ricevessero, mentre ordinò, ad
essi e ai loro successori nel sacerdozio, di offrirlo.
55 - L’augusto Sacrificio dell’altare non è, dunque, una pura
e semplice commemorazione della passione e morte di Gesù
Cristo, ma è un vero e proprio sacrificio, nel quale, immolandosi
incruentemente, il Sommo Sacerdote fa quello che
fece una volta sulla Croce offrendo al Padre tutto se stesso,
vittima graditissima. “Una () e identica è la vittima; egli medesimo,
che adesso offre per il ministero dei sacerdoti, si
offrì allora sulla Croce; è diverso soltanto il modo di fare
l’offerta”.
56 - Identico, quindi, il sacerdote, Gesù Cristo, la cui sacra
persona è rappresentata dal suo ministro. Questi, per la consacrazione
sacerdotale ricevuta, assomiglia al Sommo Sacerdote,
ed ha il potere di agire in virtù e nella persona di Cristo
stesso; perciò, con la sua azione sacerdotale, in certo modo“Presta a Cristo la sua lingua, gli offre la sua mano”.
57 - Parimenti identica è la vittima, cioè il Divin Redentore,
secondo la sua umana natura e nella realtà del suo Corpo e
del suo Sangue. Differente, però, è il modo col quale Cristoè offerto. Sulla Croce, difatti, Egli offrì a Dio tutto se stesso
e le sue sofferenze, e l’immolazione della vittima fu compiuta
per mezzo di una morte cruenta subita, invece, a causa
dello stato glorioso della sua umana natura, La morte non ha
più potere su di Lui, e quindi non è possibile l’effusione del
sangue; ma la divina sapienza ha trovato il modo mirabile
di rendere manifesto il sacrificio del nostro Redentore con
segni esteriori che sono simboli di morte. Giacché, per mezzo
della transustanziazione del pane in corpo e del vino in
sangue di Cristo, come si ha realmente presente il suo corpo,
così si ha il suo sangue; le specie eucaristiche poi, sotto le
quali è presente, simboleggiano la cruenta separazione del
corpo e del sangue. Così il memoriale della sua morte reale
sul Calvario si ripete in ogni sacrificio dell’altare, perché per
mezzo dei simboli distinti si significa e dimostra che Gesù
Cristo è in stato di vittima.
58 - Identici, finalmente, sono i fini, di cui il primo è la glorificazione
di Dio. Dalla nascita alla morte, Gesù Cristo fu
divorato dallo zelo della gloria divina, e, dalla Croce, l’offerta
del sangue arrivò al cielo in odorosa soavità. E perché questo
inno non abbia mai a cessare, nel Sacrificio Eucaristico le
membra si uniscono al loro Capo divino e con Lui, con gli
angeli e gli Arcangeli, cantano a Dio lodi perenni, dando al
Padre onnipotente ogni onore e gloria.
59 - il secondo fine è il ringraziamento a Dio. Il Divino Redentore
soltanto, come Figlio di predilezione dell’Eterno Padre,
di cui conosceva l’immenso amore, poté innalzarGli un
degno inno di ringraziamento. A questo mirò e questo volle
rendendo grazie, nell’ultima cena, e non cessò di farlo sulla
Croce, non cessa di farlo nell’augusto Sacrificio dell’altare, il
cui significato è appunto l’azione di grazie o eucaristica, e ciò
perché è “Cosa veramente degna e giusta, equa e salutare.
60 - Il terzo fine è l’espiazione e la propiziazione. Certamente
nessuno al di fuori di Cristo poteva dare a Dio adeguata
soddisfazione per le colpe del genere umano; Egli, quindi,
volle immolarsi in croce Propiziazione per i nostri peccati e
non soltanto per i nostri ma anche per quelli di tutto il mondo. Sugli altari si offre egualmente ogni giorno per la nostra
redenzione, affinché, liberati dalla eterna dannazione,
siamo accolti nel gregge degli eletti. E questo non soltanto
per noi che siamo in questa vita mortale, ma anche per tutti
coloro che riposano in Cristo, che ci hanno preceduto col
segno della fede e dormono il sonno della pace; poiché sia
che viviamo, sia che moriamo, “non ci separiamo dall’unico
Cristo”.
61 - Il quarto fine è l’impetrazione. Figlio prodigo, l’uomo
ha male speso tutti i beni ricevuti dal Padre celeste, perciò
è ridotto in somma miseria e squallore; dalla Croce, però,
Cristo Avendo a gran voce e con lacrime offerto preghiere e
suppliche () è stato esaudito per la sua pietà e sui sacri altari
esercita la stessa mediazione affinché siamo colmati di ogni
bene e grazia. Si comprende pertanto facilmente perché il
sacrosanto Concilio di Trento affermi che col Sacrificio Eucaristico
ci viene applicata la salutare virtù della Croce per la
remissione dei nostri quotidiani peccati.
62 - L’Apostolo delle genti, poi, proclamando la sovrabbondante
pienezza e perfezione del Sacrificio della Croce, ha
dichiarato che Cristo con una sola oblazione rese perfetti
in perpetuo i santificati. I meriti di questo sacrificio, difatti,
infiniti ed immensi, non hanno confini: si estendono alla
universalità degli uomini di ogni luogo e di ogni tempo,
poiché, in esso, sacerdote e vittima è il Dio Uomo, perché
la sua immolazione come la sua obbedienza alla volontà del
Padre fu perfettissima, e perché Egli ha voluto morire come
Capo del genere umano: “Considera come fu trattato il nostro
riscatto: Cristo pende dal legno: vedi a qual prezzo comprò
(); versò il sangue, comprò col suo sangue, col sangue
dell’Agnello immacolato, col sangue dell’unico Figlio di Dio
(). Chi compra è Cristo, il prezzo è il sangue, il possesso è
tutto il mondo”.
che il culto eucaristico () veramente è “Il centro e la fonte
della vera pietà cristiana”.
Signore, noi crediamo che nell’ultima Cena, nella notte
in cui veniva tradito, Cristo Signore, sacerdote in eterno secondo
l’ordine di Melchisedek, offrì a Dio Padre il suo Corpo
e il suo Sangue sotto le specie del pane e del vino.
Signore, noi crediamo che nell’ultima Cena, nella notte
in cui veniva tradito, Cristo Signore diede agli Apostoli, costituiti
allora Sacerdoti del Nuovo Testamento, il suo Corpo
e il suo Sangue sotto le specie del pane e del vino, perché
sotto le stesse specie lo ricevessero.
Signore, noi crediamo che nell’ultima Cena, nella notte
in cui veniva tradito, Cristo Signore ordinò agli Apostoli e ai
loro successori nel sacerdozio di offrire il suo Corpo e il suo
Sangue sotto le specie del pane e del vino.
Signore, noi crediamo che la santissima Eucaristia,
nell’ultima cena, sotto le specie del pane e del vino, fu istituita
da Cristo, Sommo ed eterno sacerdote, per lasciare alla
Chiesa, sua diletta sposa, un sacrificio visibile, come lo esige
la natura degli uomini.
Signore, noi crediamo che la santissima Eucaristia fu
istituita perché fosse possibile rinnovare il sacrificio cruento,
che una volta tanto doveva compiersi sulla Croce. E perché
il suo ricordo restasse fino alla fine dei secoli e ne venisse
applicata la salutare virtù in remissione dei nostri quotidiani
peccati.
Signore, noi crediamo che l’augusto Sacrificio dell’altare
non è una pura e semplice commemorazione della passione e morte di Gesù Cristo, ma è vero e proprio sacrificio.
Signore, noi crediamo che Gesù, immolandosi incruentamente
sull’altare, fa ciò che fece una volta sulla Croce offrendo
al Padre tutto se stesso, vittima graditissima
Signore, noi crediamo che nel Sacrificio dell’altare e in
quello della Croce una e identica è la vittima (), diverso è
solo il modo di fare l’offerta.
*
nel santo sacrificio dell’altare la tua sacra persona rappresentata
dal tuo ministro.
Signore, noi Ti adoriamo perché con una sola oblazione
hai reso perfetti in perpetuo i santificati.
Signore, noi Ti adoriamo perché, conoscendo la nostra
fragilità, hai voluto che quell’oblazione potesse essere ripetuta
identica nel Sacrificio dell’Altare.
Signore, noi Ti adoriamo perché hai trovato il modo mirabile
di rendere manifesto il sacrificio della Croce con segni
visibili: il Corpo dato, nel pane; il sangue versato, nel vino.
Signore, noi Ti adoriamo perché, grazie alla transustanziazione,
realmente, nel pane e nel vino consacrati, è presente
il tuo Corpo e il tuo Sangue.
Signore, noi Ti adoriamo perché, venendo incontro alla
nostra impossibilità di comprendere il mistero, hai voluto
che il pane e il vino consacrati simboleggiassero la cruenta
separazione del corpo e del sangue avvenuta nel Sacrificio
della Croce.
Signore, Tu hai voluto che il memoriale della tua morte
reale sul Calvario si ripetesse in ogni sacrificio dell’altare. Ti
adoriamo perché per mezzo di simboli distinti si significa e
si dimostra che Tu sei in stato di vittima.
Signore, noi Ti adoriamo perché, identificando il Sacrificio
dell’Altare e quello della Croce, ci hai dato la possibilità
di credere, adorare, chiedere perdono, supplicarti e ringraziarti
in maniera degna di Dio.
Signore, noi Ti adoriamo perché con noi e per noi, nel
santo Sacrificio dell’Altare, adori, supplichi, implori e ringrazi
il Padre tuo e nostro che è nei cieli.
Signore, noi Ti adoriamo perché hai nobilitato l’uomo
fino al punto di accettare, quasi in prestito, la nostra lingua
e la nostra mano per ripetere il santo Sacrificio dell’altare.
*
quando offriamo l’Eucaristia o la riceviamo o la adoriamo
distrattamente, senza pensare che quell’offerta, quella comunione,
quell’adorazione hanno come scopo primario quello di
glorificare Te, che sei Dio Creatore e Redentore nostro.
Signore, Tu “Dalla nascita alla morte fosti divorato dallo
zelo della gloria divina”. Perdona noi che, pur coscienti
di essere le nullità che siamo, amiamo che altri ci onorino,
anche oltre il limite della serietà.
Signore, Gesù è morto sulla croce perché il suo sacrificio
arrivasse “Al cielo in odore di soavità”. Perdona noi, che
non comprendiamo il valore inestimabile di quel sacrificio.
Se unissimo anche i nostri piccoli sacrifici al tuo, anch’essi
salirebbero “Al cielo in odore di soavità”.
Signore, perdonaci quando siamo arroganti e impazienti;
quando bestemmiamo il tuo santo nome invece di unire a
Te, nostro Capo divino, il nostro inno di lode, affinché esso
non abbia mai a cessare.
Signore, la santa Chiesa chiude sempre le sue lodi e le
sue orazioni, in unione a Cristo, nostro Signore. Perdonaci
quando non comprendiamo che, seguendo il suggerimenti
di lei, facciamoil nostro stesso interesse. La preghiera di
impetrazione o di lode fatta con Cristo e in Cristo, infatti,
acquista un valore divino.
Signore, nel sacrificio eucaristico, soprattutto, la santa
Chiesa invita continuamente i fedeli a unirsi a Te, come
membra al Capo, in un inno di lode che coinvolga, con gli
Angeli e gli Arcangeli, l’intera umanità: Perdonaci quando
non riusciamo a comprendere la bellezza e il valore di questa
coralità.
Signore, il libro dell’Apocalisse assicura che in cielo si
compie una liturgia perenne. In essa gli Angeli e i Santi tutti
cantano continuamente le tue lodi. E’ per allenarci a quella
vita che Tu hai istituito la santissima Eucaristia: Perdonaci
quando non pensiamo al nostro destino ultimo, e, magari,
ci preoccupiamo per quello che mangeremo e berremo o per
come ci vestiremo.
Signore, quante volte noi sacerdoti celebriamo distratti!
Al punto che sbagliamo o sopprimiamo perfino parole
e gesti. E’ perché, in quei momenti, perdiamo la coscienza
di essere vicini a te, di fronte a te, al posto di te. Perdona,
Signore! Perdona!
intelligenza per comprendere l’amore che ti ha suggerito di
lasciarci, nella santissima Eucaristia, la forza per evitare i
tanti peccati quotidiani che commettiamo.
Signore, noi eravamo incapaci di redimerci, perciò ci
hai redento con il sacrificio della croce. Perciò hai, A gran
voce e con lacrime, offerto preghiere e suppliche e sei stato
esaudito per la tua pietà. Dacci coscienza di tanto amore.
Signore, attiraci a Te nella santissima Eucaristia, perché
in quel sacrificio “Ci viene applicata la salutare virtù della
Croce per la remissione dei peccati”.
Signore, riconosciamo di essere tutti ‘figli prodighi’, ma
raramente ci risolviamo di tornare alla casa. Dove Tu, Padre,
ci aspetti e ci sospiri. Aiutaci a capire che, quando noi tentiamo
di abbandonarti, Tu non ti stanchi di rimanere con
noi nella santissima Eucaristia, dove ci aspetti per stringerci
fra le tue braccia nel momento della nostra resipiscenza.
Signore, la tua pazienza con noi non ha limiti, perché
il tuo amore per noi non ha limiti. Ti preghiamo, con S.
Francesco, di farci sentire un po’ di quell’immenso amore
del quale Tu eri acceso quando hai voluto sacrificarti per noi
sulla Croce e rimanere con noi nella santissima Eucaristia.
Signore, ti sei immolato in Croce come Propiziazione
per i nostri peccati e non soltanto per i nostri, ma anche per
quelli di tutto il mondo. E, perché i frutti di quel sacrificio fossero eternamente a nostra disposizione, hai deciso di
rimanere eternamente con noi nella santissima Eucaristia.
Aiutaci ad approfittare di questa tua generosità divina.
Signore, “Nessuno, fuori di Cristo, poteva dare a Dio
onnipotente adeguata soddisfazione per le colpe del genere
umano”. Perciò la tua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione.
Le hai scelte perché erano necessarie ‘per noi e
per la nostra salute’. Aiutaci a far diventare tutta la nostra
vita un inno di ringraziamento e un proposito fermo di non
peccare.
Signore, dacci rispetto e venerazione per i tuoi e nostri
sacerdoti. Essi, con la consacrazione sacerdotale, in certo
modo “Prestano a Cristo la loro lingua e gli offrono le loro
mani”.
Signore, dacci amore e fede per credere che nell’Eucaristia
la tua “Divina sapienza ha trovato il modo mirabile
di rendere manifesto il sacrificio del nostro Redentore con
segni esteriori che sono simboli di morte”.
*
per la lezione ci hai dato con la tua vita. Essa è stata un perenne
ringraziamento al Padre.
Signore, grazie per averci insegnato a ringraziare Dio,
che ci assiste nel momento della prova, come ha fatto Gesù,
che, prima della risurrezione di Lazzaro, ha pregato: Padre,
ti ringrazio che mi hai ascoltato.
Signore, Ti ringraziamo per averci insegnato a pregare
così Io ti ringrazio, Padre, Signore del cielo e della terra.
Signore, Ti ringraziamo perché nell’ultima Cena, prendendo‘nelle tue mani sante e venerabili’, il pane, hai reso
grazie.
Signore, Ti ringraziamo perché Tu solo, come “Figlio di
predilezione dell’Eterno Padre”, potevi innalzare a Dio un
degno inno di ringraziamento”.
Signore, Ti ringraziamo perché “Nell’augusto sacrificio
dell’altare” non cessi di ringraziare il Padre per Te e per tutta
la famiglia umana.
Signore, Ti ringraziamo perché, istituendo la santissima
Eucaristia (che significa ‘rendimento di grazie’), hai dato
anche a noi la possibilità di ringraziare il Padre in maniera‘veramente degna e giusta, equa e salutare’.
Signore, Ti ringraziamo perché, quando preghiamo uniti
a Te, il Padre celeste guarda a Te ed esaudisce anche noi.
Signore, Ti ringraziamo per tutte le meraviglie che hai
creato, per la vita che ci hai dato, per il paradiso che hai
preparato per noi, per i costanti aiuti con i quali ci sostieni
nella conquista del tuo regno.
Signore, Ti ringraziamo soprattutto per il dono della
fede. Per essa crediamo la tua presenza reale, nella santissima
Eucaristia, sotto le specie consacrate; essa ci suggerisce
e ci invita a venire da te; essa dà senso a tutta la nostra vita.
*
“1322 - La santa Eucaristia completa l’iniziazione cristiana.
Coloro che sono stati elevati alla dignità del sacerdozio
regale per mezzo del Battesimo e sono stati conformati più
profondamente a Cristo mediante la Confermazione, attraverso
l’Eucaristia partecipano con tutta la comunità allo
stesso sacrificio del Signore.
1323 - “Il nostro Salvatore nell’ultima Cena, la notte in cui
veniva tradito, istituì il sacrificio eucaristico del suo Corpo
e del suo Sangue, col quale perpetuare nei secoli, fino al suo
ritorno, il sacrificio della croce, e per affidare così alla sua
diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua Morte e risurrezione:
sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di
carità, convito pasquale, nel quale si riceve Cristo, l’anima
viene ricolmata di grazia e viene dato il pegno della gloria
futura” (Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctun concilium, 47).
1324 - “L’Eucaristia è fonte apice di tutta la vita cristiana”
(Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11).
“Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici
e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra
Eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella Santissima
Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa,
cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua” (Con. Ecum. Vat. II,
Presbyterorum oirdinis, 5).
1325 - La comunione della vita divina e l’unità del popolo di
Dio, su cui si fonda la Chiesa, sono adeguatamente espresse
e mirabilmente prodotte dall’Eucaristia. In essa abbiamo il culmine sia dell’azione con cui Dio santifica il mondo in
Cristo, sia del culto che gli uomini rendono a Cristo e per
lui al Padre nello Spirito Santo (Congregaz. per il Culto divino,
Istr. Eucharisticum mysterium, 6, AAS 99 -1967 - ).
1336 - Il primo annunzio dell’Eucaristia ha provocato una
divisione tra i discepoli, così come l’annunzio della Passione
li ha scandalizzati: Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo? 1 (Gv 6, 60).
L’Eucaristia e la croce sono pietre d’inciampo. Si tratta dello
stesso mistero, ed esso non cessa di essere occasione di divisione:
Forse anche voi volete andarvene? (Gv 6, 67): questa
domanda del Signore continua a risuonare attraverso i secoli,
come invito del suo amore a scoprire che è Lui solo ad
avere parole di vita eterna (Gv 6, 68) e che accogliere nella
fede il dono della sua Eucaristia è accogliere lui stesso.
1337 - Il Signore, avendo amato i suoi, li amò sino alla fine.
Sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo
al Padre, mentre cenavano, lavò loro i piedi e diede loro
il comandamento dell’amore. Per lasciare loro un pegno di
questo amore, per non allontanarsi mai dai suoi e renderli
partecipi della sua Pasqua, istituì l’Eucaristia come memoriale
della sua morte e della sua risurrezione e comandò ai
suoi apostoli di celebrarla fino al suo ritorno, costituendoli“in quel momento sacerdoti della Nuova Alleanza”.
1359 - L’Eucaristia, sacramento della nostra salvezza realizzata
da Cristo sulla croce è anche un sacrificio di lode e di
rendimento di grazie per l’opera della creazione.
Nel sacrificio eucaristico, tutta la creazione amata da
Dio è presentata al Padre attraverso la morte e la Risurrezione
di Cristo. Per mezzo di Cristo, la Chiesa può offrire il
sacrificio di lode e di rendimento di grazie per tutto ciò che
Dio ha fatto di buono, di bello e di giusto nella creazione e
nell’umanità.
1360 - L’Eucaristia è un sacrificio di ringraziamento al Padre,
una benedizione con la quale la Chiesa esprime la propria
riconoscenza a Dio per tutti i suoi benefici, per tutto
ciò che ha operato mediante la creazione, la redenzione e la
santificazione. Eucaristia significa prima di tutto: azione
di grazie.
1361 - L’Eucaristia è anche il sacrificio della lode, con il quale
la Chiesa canta la gloria di Dio in nome di tutta la creazione.
Tale sacrificio di lode è possibile unicamente attraverso
Cristo: egli unisce i fedeli alla sua persona, alla sua lode e
alla sua intercessione, in modo che il sacrificio di lode al
Padre è offerto da Cristo e con lui per essere accettato in lui.
1362 - L’Eucaristia è il memoriale della Pasqua di Cristo,
l’attualizzazione e l’offerta sacramentale del suo unico sacrificio,
nella liturgia della Chiesa, che è il suo Corpo. In tutte
le preghiere eucaristiche, dopo le parole della istituzione,
troviamo una preghiera chiamata anamnesi o memoriale.
1363 - Secondo la Sacra Scrittura, il memoriale non è soltanto
il ricordo degli avvenimenti del passato, ma la proclamazione
delle meraviglie che Dio ha compiuto per gli uomini. La
celebrazione liturgica di questi eventi, li rende in certo modo
presenti e attuali. Proprio così Israele intende la sua liberazione
dall’Egitto: ogni volta che viene celebrata la Pasqua, gli
avvenimenti dell’Esodo sono resi presenti alla memoria dei
credenti affinché conformino ad essi la propria vita.
1364 - Nel Nuovo Testamento il memoriale riceve un significato
nuovo. Quando la Chiesa celebra l’Eucaristia, fa
memoria della Pasqua di Cristo e questa diviene presente: il
sacrificio che Cristo ha offerto una volta per tutte sulla croce
rimane sempre attuale. “Ogni volta che il sacrificio della
croce, “col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è stato immolato”,
viene celebrato sull’altare, si effettua l’opera della
nostra redenzione” (Con. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 3)
1365 - In questo memoriale della Pasqua di Cristo, l’Eucaristia è anche un sacrificio. Il carattere sacrificale dell’Eucaristia
si manifesta nelle parole stesse dell’istituzione: “Questo è il mio corpo che è dato per voi” e “questo il calice della
nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”.
Nell’Eucaristia Cristo dona lo stesso corpo che ha consegnato
per noi sulla croce, lo stesso sangue che egli ha versato per
molti, in remissione dei peccati.
1366 - L’Eucaristia è dunque un sacrificio perché ri-presenta (rende presente) il sacrificio della croce, perché ne è il memoriale e perché ne applica il frutto.
1367 - Il sacrificio di Cristo e il sacrificio dell’Eucaristia sono
un unico sacrificio. “Si tratta infatti di una sola e identica
vittima e lo stesso Gesù la offre per il ministero dei sacerdoti,
egli che un giorno offrì se stesso sulla croce: diverso è solo
il modo di offrirsi. “In questo divino sacrificio, che si compie
nella messa, è contenuto e immolato in modo incruento lo
stesso Cristo, che si offrì una sola volta in modo cruento
sull’altare della croce” (Conc. Di Trento).
1368 - L’Eucaristia è anche il sacrificio della Chiesa. La
Chiesa, che è il Corpo di Cristo, partecipa all’offerta del suo
Capo. Con lui essa stessa viene offerta tutta intera. Essa si
unisce alla sua intercessione presso il Padre a favore di tutti
gli uomini. Nell’Eucaristia il sacrificio di Cristo diviene pure
il sacrificio delle membra del suo Corpo. La vita dei fedeli, la
loro lode, la loro sofferenza, la loro preghiera, il loro lavoro
sono uniti a quelli di Cristo e alla sua offerta totale e, in questo
modo, acquistano un valore nuovo. Il sacrificio di Cristo
presente sull’altare offre a tutte le generazioni di cristiani la
possibilità di essere uniti alla sua offerta.
1373 - Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta
alla destra di Dio e intercede per noi. (Rm 8, 34), è presente
in molti modi alla sua Chiesa:
- nella sua parola,
- nella preghiera della Chiesa,
- Là dove sono due o tre riuniti nel suo nome (Mt 18, 20),
- nei poveri, nei malati, nei prigionieri (Mt 25, 31 ss),
- nei sacramenti di cui egli è l’autore,
- nel sacrificio della Messa e nella persona del suo ministro.
- Ma soprattutto è presente sotto le specie eucaristiche
(Conc. Ecum. Vat. II, Sacrosanctum concilium, 7).
1374 - Il modo della presenza di Cristo sotto le specie eucaristicheè unico. Esso pone l’Eucaristia al di sopra di tutti
i sacramenti e ne fa “quasi il coronamento della vita spirituale
e il fine al quale tendono tutti i sacramenti”. Nel santissimo
sacramento dell’Eucaristia è “contenuto veramente,
realmente, sostanzialmente il Corpo e il Sangue di nostro
Signore Gesù Cristo, con l’anima e la divinità e, quindi, il
Cristo tutto intero” (Concilio di Trento).
Tale presenza si
dice ”reale” non per esclusione, quasi che le altre non siano “reali”, ma per antonomasia, perché è sostanziale, e in forza
di essa Cristo, Uomo-Dio, tutto intero si fa presente” (Paolo
VI, Lett. Enc. Mysterium fidei).
1375 - E’ per la conversione del pane e del vino nel suo Corpo
e nel suo Sangue che Cristo diviene presente in questo
sacramento. I Padri della Chiesa hanno sempre espresso con
fermezza la fede della Chiesa nell’efficacia della Parola di
Cristo e dell’azione dello Spirito Santo per operare questa
conversione.
San Giovanni Crisostomo, ad esempio, afferma:“Non è l’uomo che fa diventare le cose offerte Corpo e Sangue
di Cristo, ma è Cristo stesso, che è stato crocifisso per noi. Il
sacerdote, figura di Cristo, pronuncia quelle parole, ma la loro
virtù e la grazia sono di Dio. Questo è il mio corpo, dice. Questa
parola trasforma le cose offerte”.
E Sant’Ambrogio, parlando della conversione eucaristica,
dice: “Non si tratta dell’elemento formato da natura, ma
della sostanza prodotta dalla formula della consacrazione,
ed è maggiore l’efficacia della consacrazione di quella della
natura, perché, per l’effetto della consacrazione, la stessa natura
viene trasformata… La Parola di Cristo, che poté creare
dal nulla ciò che non esisteva, non può trasformare in una
sostanza diversa ciò che esiste? Non è minore impresa dare
una nuova natura alle cose che trasformarla” (S Ambrogio,
De myssteriis 9, 50-52)
1376 - Il Concilio di Trento riassume la fede cattolica dichiarando:
“Poiché il Cristo, nostro Redentore, ha detto che
ciò che offriva sotto la specie del pane era veramente il suo
Corpo, nella Chiesa di Dio vi fu sempre la convinzione, e
questo santo Concilio lo dichiara ora di nuovo, che con la
consacrazione del pane e del vino si opera la conversione di
tutta la sostanza del pane nella sostanza del Corpo di Cristo,
nostro Signore, e di tutta la sostanza del vino nella sostanza
del suo Sangue. Questa conversione, quindi, in modo conveniente
e appropriato è chiamata dalla santa Chiesa cattolica
transustanziazione” (Concilio di Trento).
1377 - La presenza eucaristica di Cristo ha inizio al momento
della consacrazione e continua finché sussistono le specie
eucaristiche. Cristo è tutto e integro presente in ciascuna
specie e in ciascuna sua parte, perciò la frazione del pane
non divide Cristo (Concilio di Trento).
1378 - Il culto dell’Eucaristia. Nella Liturgia della Messa
esprimiamo la nostra fede nella presenza reale di Cristo sotto
le specie del pane e del vino, tra l’altro con la genuflessione,
o con un profondo inchino in segno di adorazione
verso il Signore. “La Chiesa cattolica professa questo culto
latreutico al sacramento eucaristico non solo durante la
Messa, ma anche fuori della sua celebrazione, conservando
con la massima diligenza le ostie consacrate, presentandole
alla solenne venerazione della fede cristiana, portandole in
processione con gaudio della folla cristiana” (Paolo VI, lett.
Enc. Mysterium fidei).
1379 - La santa riserva (tabernacolo) era inizialmente destinata
a custodire in modo degno l’Eucaristia perché potesse
essere portata agli infermi e agli assenti, al di fuori della
Messa. Approfondendo la fede nella presenza reale di Cristo
nell’Eucaristia, la Chiesa ha preso coscienza del significato
dell’adorazione silenziosa del Signore, presente sotto le specie
eucaristiche. Perciò il tabernacolo deve essere situato in
un luogo particolarmente degno della Chiesa e deve essere
costruito in modo da evidenziare e manifestare la verità della
presenza reale di Cristo nel santo sacramento.
1380 - E’oltremodo conveniente che Cristo abbia voluto rimanere
presente alla sua Chiesa in questa forma davvero
unica.
- Poiché stava per lasciare i suoi sotto il suo aspetto visibile,
ha voluto donarci la sua presenza sacramentale;
- poiché stava per offrirsi sulla croce per la nostra salvezza,
ha voluto che noi avessimo il memoriale dell’amore con il
quale ci ha amati Sino alla fine (Gv 13, 1), fino al dono della
propria vita. Nella sua presenza eucaristica, infatti, Egli rimane
misteriosamente in mezzo a noi come colui che Ci ha
amati e che ha dato se stesso per noi (Gal 2, 20), e vi rimane
sotto i segni che esprimono e comunicano questo amore:
“La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno del culto eucaristico.
Gesù ci aspetta in questo sacramento dell’amore.
Non risparmiamo il nostro tempo per andare ad incontrarlo
nell’adorazione, nella contemplazione piena di fede e pronta
a riparare le grandi colpe e i delitti del mondo. Non cessi
mai la nostra adorazione” (Giovanni Paolo II, lett. Dominicae
cenae).
1381 - “Che in questo sacramento sia presente il vero Corpo
e il vero Sangue di Cristo “non si può apprendere con i sensi,
dice S. Tommaso, ma con la sola fede, la quale si appoggia
all’autorità di Dio”.
Per questo, commentando il passo di S. Luca, 22, 19: “Questo è il mio Corpo che viene dato per voi" san Cirillo dice: Non
mettere in dubbio se questo sia vero, ma piuttosto accetta
con fede le parole del Salvatore: perché essendo egli la verità,
non può mentire” (S. Cirillo di Alessandria, Commentarius
in Lucam, 22, 19).
che la santissima Eucaristia è “Sacramento di pietà, segno di
unità, vincolo di carità, convito pasquale, nel quale si riceve
Cristo, l’anima viene ricolmata di grazia e viene dato il pegno
della gloria futura”.
Signore, noi crediamo che la santissima Eucaristia è
“Fonte e apice di tutta la vita cristiana”.
Signore, noi crediamo che “Tutti i sacramenti, come
pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato,
sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono
ordinati”.
Signore, noi crediamo che nella santissima Eucaristia“E’ racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo
stesso Cristo, nostra Pasqua”
Signore, noi crediamo che “La comunione della vita
divina e l’unità del Popolo di Dio, su cui si fonda la Chiesa,
sono adeguatamente espresse e mirabilmente prodotte
dall’Eucaristia”
Signore, noi crediamo che nella santissima Eucaristia“Abbiamo il culmine sia dell’azione con cui Dio santifica
il mondo in Cristo, sia del culto che gli uomini rendono a
Cristo e per Lui al Padre nello Spirito Santo”.
Signore, noi crediamo che Gesù, Avendo amato i suoi, li
amò sino alla fine. Sapendo che era giunta la sua ora di passare
da questo mondo al Padre, mentre cenavano, lavò loro i
piedi e diede il comandamento dell’amore.
Signore, noi crediamo che “Per lasciare loro [agli Apostoli]
un pegno del suo amore, per non allontanarsi mai dai suoi e renderli partecipi della sua Pasqua, istituì l’Eucaristia
come memoriale della sua morte e della sua risurrezione”.
Signore, noi crediamo che nell’Ultima Cena, Gesù “Comandò
ai suoi apostoli di celebrarla fino al suo ritorno, costituendoli‘in quel momento sacerdoti della Nuova Alleanza’”.
Signore, noi crediamo che, col donarci la santissima Eucaristia,
Tu hai esaurito tutte le possibilità di dono nei nostri
confronti.
*
perché, attraverso “La santissima Eucaristia, sacramento
della nostra salvezza realizzata da Cristo sulla croce”, ci hai
dato la possibilità di offrire al Padre un sacrificio di lode e di
rendimento di grazie per l’opera della creazione”.
Signore, noi Ti adoriamo perché nella santissima Eucaristia“Tutta la creazione amata da Dio è presentata al Padre
attraverso la morte e Risurrezione di Cristo”.
Signore, noi Ti adoriamo perché attraverso l’Eucaristia,
che ci hai donato, “La Chiesa può offrire il sacrificio di lode
e di rendimento di grazie per tutto ciò che Dio ha fatto di
buono, di bello e di giusto nella creazione e nell’umanità”.
Signore, noi Ti adoriamo perché nella santissima Eucaristia
ci hai dato “Il sacrificio della lode, con la quale la
Chiesa canta la gloria di Dio in nome di tutta la creazione”.
Signore, noi Ti adoriamo perché nella santissima Eucaristia
ci hai dato un degno sacrificio di lode al Padre. Esso “E’
possibile unicamente attraverso Cristo: egli unisce i fedeli
alla sua persona, alla sua lode e alla sua intercessione, in
modo che il ‘sacrificio di lode’ al Padre è offerto da Cristo e
con lui, per essere accettato in lui”.
Signore, noi Ti adoriamo perché la santissima Eucaristia,
che ci hai donato, è un ‘sacrificio’. Il suo carattere sacrificale“Si manifesta nelle parole stesse dell’istituzione: Questo è il
mio corpo che è dato per voi, e Questo calice della nuova Alleanza è il mio sangue, che viene versato per voi”.
Signore, noi Ti adoriamo perché nella santissima Eucaristia“Cristo dona lo stesso corpo che ha consegnato per noi
sulla croce, lo stesso sangue che egli ha versato per molti, in
remissione dei peccati”.
Signore, noi Ti adoriamo perché ci hai dato l’Eucaristia
che è vero sacrificio. Essa infatti ‘Ri-presenta’ (rende presente)
il sacrificio della croce, perché ne è il ‘memoriale’ e
perché ‘ne applica il frutto’.
Signore, Ti adoriamo perché hai permesso che l’Eucaristia
e la Croce, “lo stesso mistero”, possano entrambi diventare“Pietra d’inciampo”. Aumenta la nostra fede perché non
lo siano mai per noi.
*
i nostri atteggiamenti: quasi dicono che non crediamo nella
tua presenza reale nella santissima Eucaristia.
Signore, perdonaci quando passiamo davanti a Te, che
sei nel santissimo tabernacolo, senza fare una genuflessione
o un inchino in segno di adorazione.
Signore, perdonaci quando i vasi sacri che contengono la
santissima Eucaristia, non sono decorosi per nostra negligenza.
Signore, perdonaci quando sfila per le nostre città e
campagne la processione del Corpus Domini e noi ce ne
rimaniamo tappati in casa o la contempliamo dalla finestra,
senza sentire il dovere e il bisogno di unire la nostra devota
presenza a quella di tanti buoni cristiani.
Signore, perdonaci quando vediamo passare il sacerdote
che porta la Santa Comunione ad un infermo e noi, come se
Tu fossi per noi uno sconosciuto, non ci fermiamo, non ti
rivolgiamo un saluto o una preghiera.
Signore, la Chiesa nel tempo “Ha preso coscienza del
significato della adorazione silenziosa” di Te “Presente sotto
le specie eucaristiche”. Perdonaci quando ti trascuriamo
come se la Chiesa non fosse composta da ognuno di noi.
Signore, perdonaci quando ti conserviamo in tabernacoli
che tutto evidenziano meno che “La verità della tua presenza
reale” nel santissimo Sacramento.
Signore, perdona noi sacerdoti che non ci preoccupiamo
per il decoro delle suppellettili della Chiesa, mentre siamo
quasi ossessionati per il nostro vestire.
Signore, perdonaci quando passiamo davanti a una chiesa distratti e indifferenti come se lì per noi, fossi ‘nessuno’.
Come se non fosse vero che “La tua presenza eucaristica, che
ha inizio nel momento della consacrazione, continua finché
sussistono le specie Eucaristiche”.
Signore, perdonaci quando la nostra fede eucaristica
non traspare dai nostri comportamenti.
*
Fede per credere che nella santissima Eucaristia è contenuto “Tutto il bene spirituale della Chiesa”
Signore, S. Giovanni Crisostomo assicura che “Non è
l’uomo che fa diventare le cose offerte Corpo e Sangue di
Cristo, ma è Cristo stesso, che è stato crocifisso per noi”.
Donaci, nel trattare tanto mistero, la devozione che edifica.
Signore, lo stesso santo Dottore scrive: “Il sacerdote,
figura di Cristo, pronuncia quelle parole, ma la loro virtù
e la grazia sono di Dio. Questo è il mio corpo, dice. Questa
parola trasforma le cose offerte”. Donaci, Signore, quando
noi sacerdoti le pronunciamo, la pietà di chi crede davvero.
Signore, il Dottore S. Ambrogio scrive che nella santissima
Eucaristia, bene sommo della Chiesa, non dobbiamo vedere“L’elemento formato da natura, ma la sostanza prodotta
dalla formula della consacrazione”. Donaci tanta umiltà da
accettare, sulla tua parola, quello che non vediamo.
Signore, lo stesso santo Dottore fa osservare giustamente
che “L’efficacia della consacrazione” è maggiore di quella
della natura, “Perché, per l’effetto della consacrazione, la
stessa natura viene trasformata”. Donaci intelligenza per vedere
la logica di quel ragionamento.
Signore, Tu sei il creatore di tutte le cose. Per te “Creare
dal nulla ciò che non esisteva” non è più impegnativo che“trasformare in una sostanza diversa ciò che esiste”. Aiutaci
a convincerci che credere è prova di intelligenza.
Signore, il Papa San Giovanni Paolo II ha scritto che “La Chiesa e il mondo hanno grande bisogno del culto eucaristico”
e che Tu “Ci aspetti in questo sacramento dell’amore”. Per donarci - è chiaro - quanto serve al mondo e alla
Chiesa. Aiutaci ad essere tanto saggi da approfittare dell’opportunità.
Signore, lo stesso Pontefice invita: “Non risparmiamo
il nostro tempo per venire ad incontrarti “Nell’adorazione,
nella contemplazione piena di fede e pronta a riparare le
grandi colpe del mondo. Non cessi mai la nostra adorazione”.
Aiutaci a raccogliere questo invito accorato.
Signore, quando siamo davanti al Tabernacolo, aiutaci
a riflettere che “Gesù Cristo che è morto, anzi è risuscitato,
sta alla destra di Dio e intercede per noi, è presente in molti
modi alla sua Chiesa”, ma “Soprattutto è presente sotto le
specie eucaristiche”.
*
perché ci hai aiutato ad accettare il tuo invito nel venire a
farti compagnia in quest’ora santa.
Signore, Ti ringraziamo perché ci hai dato la santissima
Eucaristia come “Sacrificio di ringraziamento al Padre”.
L’unico ringraziamento degno di Lui.
Signore, Ti ringraziamo perché la santissima Eucaristia.
che ci hai dato. è “Una benedizione con la quale la Chiesa
esprime la propria riconoscenza a Dio per i suoi benefici” .
Signore, la santissima Eucaristia, che ci hai donato, “Significa
prima di tutto azione di grazie”. Grazie a lei vogliamo
adeguatamente ringraziarti “Per tutto ciò che hai operato
mediante la creazione, la redenzione e la santificazione”.
Signore, Ti ringraziamo perché ci hai dato la santissima
Eucaristia come “Memoriale della Pasqua di Cristo, l’attualizzazione
e l’offerta sacramentale del suo unico sacrificio”.
Signore, per Israele ogni volta che viene celebrata la Pasqua,
gli avvenimenti dell’Esodo sono resi presenti e rivivono
nella sua memoria. Ti ringraziamo perché anche per noi
la celebrazione della santissima Eucaristia “Rende, in certo
modo, presenti e attuali” gli eventi della redenzione.
Signore, Ti ringraziamo perché addirittura “Nel Nuovo
Testamento il memoriale riceve un significato nuovo. Quando
la Chiesa celebra l’Eucaristia, fa memoria della Pasqua di
Cristo, e questa diviene presente: il sacrificio che Cristo ha
offerto una volta per tutte sulla croce rimane sempre attuale”.
Signore, Ti ringraziamo perché “Ogni volta che il sacrificio
della croce, col quale Cristo, nostro agnello pasquale, è
stato immolato, viene celebrato sull’altare, si effettua l’opera
della nostra redenzione”.
Signore, Ti ringraziamo perché il “Sacrificio di Cristo e il
sacrificio dell’Eucaristia sono un unico sacrificio”.
*
Questa Enciclica, (consta di 77 numeri) per lo più ribadisce
la fede e la pietà Eucaristica della Tradizione, rivivificata
in questi ultimi tempi.
1 - “La Chiesa Cattolica ha sempre religiosamente custodito
come preziosissimo tesoro l’ineffabile mistero di fede
che è il dono dell’Eucaristia, largitole da Cristo suo Sposo
come pegno del suo immenso amore, e ad esso, nel Concilio
Vaticano secondo ha tributato una nuova e solennissima
professione di fede e di culto.
2 - () i fedeli () partecipino attivamente alla celebrazione di
questo sacrosanto Mistero, offrendolo unitamente al sacerdote
come sacrificio a Dio per la salvezza di tutto il mondo.
5 - () (l’Eucaristia è ) il sacrificio, che appartiene all’essenza
della Messa celebrata quotidianamente; il sacramento, di cui
i fedeli partecipano con la santa Comunione mangiando la
carne di Cristo e bevendone il sangue, ricevendo la grazia,
che è anticipazione della vita eterna; e la “medicina dell’immortalità”,
secondo le parole del Signore: Chi mangia la mia
carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna e io lo risusciterò
nell’ultimo giorno”.
6 - () affinché la santa Chiesa, elevando questo salutifero
segno di pietà, progredisca verso la perfetta unità e inviti
tutti quelli che si gloriano del nome cristiano all’unità della
fede e della carità, attraendoli soavemente sotto l’azione della
grazia divina.
20 - S. Bonaventura afferma: “Che Cristo sia nel sacramento,
come in un segno, non offre difficoltà alcuna; ma che
vi sia realmente, come in cielo, ecco ciò che presenta una
difficoltà grandissima: il crederlo, quindi, è sommamente
meritorio”
21 - Del resto la stessa cosa accenna l’Evangelo quando racconta
che molti dei discepoli di Cristo, udito il discorso della
carne da mangiare e del sangue da bere, voltarono le spalle
e abbandonarono il Signore dicendo: Questo discorso è duro
e chi può ascoltarlo? E domandando Gesù se anche i discepoli
volessero andarsene, Pietro affermò con slancio e fermezza
la fede sua e degli Apostoli con la mirabile risposta: Signore,
da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
31 - S. Agostino attesta che la consuetudine di offrire il sacrificio
della nostra redenzione anche per i defunti vigeva
nella Chiesa Romana e nello stesso tempo attesta che quella
consuetudine, come tramandata dai Padri, si osservava in
tutta la Chiesa.
32 - Ma c’è un’altra cosa che () ci piace aggiungere, cioè la
Chiesa, fungendo in unione con Cristo da sacerdote e da vittima,
offre tutta intera il sacrificio della Messa e tutta intera
vi è offerta.
36-37-38-39 - Cristo è presente alla sua Chiesa che prega,
essendo Egli colui che prega per noi (come Sacerdote), prega
in noi (come nostro Capo) ed è pregato da noi (come nostro
Dio).
E’ presente alla Chiesa che esercita le opere di misericordia
sia perché quando facciamo un po’ di bene ai fratelli
lo facciamo a Cristo stesso, sia perché è Cristo stesso che fa
queste opere per mezzo della Chiesa.
E’ presente alla sua Chiesa pellegrina anelante al porto
della vita eterna, giacché egli abita nei nostri cuori mediante
la fede e diffonde la carità con l’azione dello Spirito Santo,
da lui donatoci.
E’ presente alla Chiesa che predica, essendo il Vangelo
che essa annunzia parola di Dio.
E’ presente alla sua Chiesa che regge e governa il popolo
di Dio, giacché la sacra potestà deriva da Cristo () (che) assiste
i pastori che la esercitano.
E’ presente () alla sua Chiesa che in suo nome celebra il
Sacrificio della Messa e amministra i sacramenti.
Ma ben altro è il modo, veramente sublime, con cui Cristoè presente alla sua Chiesa nel sacramento dell’Eucaristia,
che perciò è tra gli altri sacramenti “più soave per la devozione,
più bello per l’intelligenza, più santo per il contenuto”;
contiene infatti lo stesso Cristo ed è “quasi la perfezione della
vita spirituale e il fine di tutti i Sacramenti”.
40 - Tale presenza si dice “reale” non per esclusione, quasi
che le altre non siano “reali”, ma per antonomasia perché sostanziale,
e in forza di essa, infatti, Cristo, Uomo-Dio, tutto
intero si fa presente.
47 - Avvenuta la transustanziazione, le specie del pane e del
vino senza dubbio acquistano un nuovo fine, non essendo
più l’usuale pane e l’usuale bevanda, ma il segno di una cosa
sacra e il segno di un alimento spirituale; ma intanto acquistano
nuovo significato e nuovo fine in quanto contengono
una nuova “realtà”, che giustamente denominiamo ontologica.
Giacché sotto le predette specie non c’è più quel pane
che c’era prima, ma una cosa del tutto diversa; e ciò non
soltanto in base al giudizio della fede della Chiesa, ma per
la realtà oggettiva, perché, convertita la sostanza o natura
del pane e del vino nel corpo e sangue di Cristo, nulla rimane più del pane e del vino che le sole specie, sotto le quali
Cristo tutto intero è presente nella sua fisica “realtà” anche
corporalmente, sebbene non allo stesso modo con cui i corpi
sono nel luogo.
56 - Del resto la Chiesa Cattolica non solo ha sempre insegnato,
ma anche vissuto la fede nella presenza del corpo e
del sangue di Cristo nella Eucaristia, adorando sempre con
culto latreutico, che compete solo a Dio, un così grande
sacramento. Di questo culto S. Agostino scrive: “in questa
carne (il Signore) ha qui camminato e questa stessa carne ci
ha dato da mangiare per la salvezza; e nessuno mangia quella
carne senza averla prima adorata… sicché non pecchiamo
adorandola, ma anzi pecchiamo se non la adoriamo”.
57 - La Chiesa Cattolica professa questo culto latreutico al
Sacramento Eucaristico non solo durante la Messa, ma anche
fuori della sua celebrazione, conservando con la massima
diligenza le ostie consacrate, presentandole alla solenne
venerazione dei fedeli cristiani, portandole in processione
con gaudio della folla cristiana.
58 - Di questa venerazione abbiamo molte testimonianze
negli antichi documenti della Chiesa. I Pastori della Chiesa
infatti esortano sollecitamente i fedeli a conservare con somma
cura l’Eucaristia che portano a casa. “In verità è il corpo
di Cristo, che i fedeli devono mangiare e non disprezzare”
ammoniva gravemente sant’Ippolito.
68 - () non solo durante l’offerta del Sacrificio e l’attuazione
del Sacramento, ma anche dopo, mentre l’Eucaristia è
conservata nelle chiese e negli oratori, Cristo è veramente
l’Emmanuel, cioè il “Dio con noi”. Poiché giorno e notteè in mezzo a noi, abita con noi pieno di grazia e di verità:
restaura i costumi, alimenta le virtù, consola gli afflitti, fortifica
i deboli, e sollecita alla sua imitazione tutti quelli che si
accostano a lui, affinché col suo esempio imparino ad essere
miti e umili di cuore, e a cercare non le cose proprie, ma
quelle di Dio.
Chiunque perciò si rivolge all’augusto Sacramento Eucaristico
con particolare devozione e si sforza di amare con slancio
e generosità Cristo che ci ama infinitamente, sperimenta
e comprende a fondo, non senza godimento dell’animo
e frutto, quanto sia preziosa la vita nascosta con Cristo in
Dio; e quanto valga stare a colloquio con Cristo, di cui non
c’è niente più efficace a percorrere le vie della santità.
74 - (Oh, che) il benignissimo Redentore, che già prossimo
alla morte pregò il Padre perché tutti quelli che avrebbero
creduto in lui diventassero una cosa sola, si degni di esaudire
al più presto questo voto Nostro e di tutta la Chiesa che cioè
tutti con una sola voce e una sola fede celebriamo il Mistero
Eucaristico e, fatti partecipi del corpo di Cristo, formiamo
un solo corpo compaginato con quegli stessi vincoli con i
quali egli lo volle formato.
76 - La Beatissima Vergine Maria, dalla quale Cristo Signore
ha assunto quella carne che in questo Sacramento sotto le
specie del pane e del vino “è contenuta, è offerta ed è mangiata”,
e tutti i Santi e le Sante di Dio, specialmente quelli
che sentirono più ardente devozione per la divina Eucaristia,
intercedano presso il Padre delle misericordie, affinché dalla
comune fede e culto eucaristico scaturisca e vigoreggi la perfetta
unità di comunione fra tutti i cristiani. Sono impresse
nell’animo le parole del martire Ignazio, che ammonisce i
fedeli di Filadelfia sul male delle deviazioni e degli scismi,
per cui è rimedio l’Eucaristia: “Sforzatevi dunque () di usufruire
di una sola Eucaristia: perché una sola è la carne di
Nostro Signore Gesù Cristo e uno solo è il calice nella unità
del sangue, uno l’altare, come uno è il Vescovo”.
ciò che Tu hai detto: chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sulla tua parola noi crediamo che la santissima Eucaristia
dona la grazia che è “anticipazione della vita eterna e farmaco
d’immortalità”.
Signore, noi crediamo che la santissima Eucaristia è il“mistero della fede”. “In esso solo infatti - dice Leone XIII
- () sono contenute con singolare ricchezza e varietà di miracoli,
tutte le realtà soprannaturali”.
Signore, noi crediamo che a tutti i misteri, ma particolarmente
a questo, dobbiamo accostarci “Con umile ossequio,
non seguendo umani argomenti, che devono tacere,
ma aderendo fermamente alla divina Rivelazione”.
Signore, noi crediamo, con S. Bonaventura, che credere“Che Cristo sia nel sacramento, come in un segno, non offre
difficoltà alcuna; ma che vi sia realmente, come in cielo,
ecco ciò che presenta una difficoltà grandissima: il crederlo,
quindi, è sommamente meritorio”.
Signore noi crediamo, con S. Tommaso d’Aquino, che“La vista, il tatto, il gusto non dicono il giusto. Solo ascoltando
l’udito si è nel vero: (perciò) credo quello che disse il
Figlio di Dio: niente è più vero di questa parola di verità”.
Signore, noi crediamo, con S. Giovanni Crisostomo,
che alla santissima Eucaristia non ci si deve accostare “Considerando
solo quello che cade sotto i sensi, ma stando alle
sue parole, giacché la sua parola non può ingannare”.
Signore, nel discorso tenuto alla Sinagoga di Cafarnao
molti “Voltarono le spalle e (ti) abbandonarono () dicendo:
Questo discorso è duro e chi può ascoltarlo? Ma noi vogliamo
rimanere con Te, Signore, perché da chi andremo?. Con
Pietro fermissimamente crediamo che Tu solo hai parole di
vita eterna.
Signore, noi crediamo che la santissima Eucaristia Tu
l’hai istituita non solo “Per i peccati () dei viventi, ma anche
a suffragio delle anime dei defunti in Cristo non ancora del
tutto purificati”.
Signore, noi crediamo che la santissima Eucaristia ce
l’hai donata perché la Chiesa, “Elevando questo salutifero
segno di pietà, progredisca verso la perfetta unità e inviti
tutti quelli che si gloriano del nome cristiano, all’unità della
fede e della carità, attraendoli soavemente sotto l’azione
della grazia divina”.
*
perché l’offerta della santissima Eucaristia, che Tu hai istituito,
non è “Cosa privata, ma azione di Cristo e della Chiesa”.
Signore, noi Ti adoriamo perché, quando la Chiesa offre
la santissima Eucaristia, con essa offre “Se medesima come
sacrificio universale, applicando per la salute del mondo
intero l’unica e infinita virtù redentrice del sacrificio della
Croce”.
Signore, Ti adoriamo perché hai voluto che la santa Messa,
anche celebrata senza fedeli, dona “Grande abbondanza
di particolari grazie a vantaggio sia dello stesso sacerdote sia
del popolo fedele e di tutta la Chiesa, anzi di tutto il mondo”.
Signore, Ti adoriamo perché sempre, ma soprattutto
consacrando, ricevendo, adorando la santissima Eucaristia,
ad avvalorare il nostro culto c’è Cristo “Che prega per noi
(come Sacerdote), prega in noi (come nostro Capo) ed è pregato
da noi (come nostro Dio).
Signore, Ti adoriamo perché hai voluto che nella celebrazione
Eucaristica “Come le parole che Dio pronunciò
sono quelle stesse che ora il sacerdote dice, così medesima è
l’oblazione”.
Signore, Ti adoriamo perché “Il modo come Cristo è
presente alla sua Chiesa nel sacramento dell’Eucaristia è veramente
sublime. () Contiene infatti lo stesso Cristo ed è
‘quasi la perfezione della vita spirituale e il fine di tutti i
Sacramenti’”.
Signore, adorando la santissima Eucaristia, noi adoriamo“La carne del nostro Salvatore Gesù Cristo, che ha patito per
i nostri peccati e che il Padre per sua benignità ha risuscitato”.
Signore, Ti adoriamo perché nell’ultima Cena non dicesti “Questo è il simbolo del mio corpo e questo è il simbolo
del mio sangue, ma questo è il mio Corpo,… questo è il mio
Sangue, insegnandoci a non considerare la natura della cosa
presentata, ma [a credere] che essa, con l’azione della grazia,
si è tramutata in carne e sangue”.
Signore, si adoriamo perché la Chiesa “Fungendo in
unione con Cristo da sacerdote e vittima, offre tutta intera il
sacrificio della messa e tutta intera vi è offerta”.
*
A - Creati per la vita, la morte ci fa tanto paura perché essa è il rovescio della vita. Nella tua misericordia ci hai dato,
nella santissima Eucaristia, “la medicina dell’immortalità”.
Perdonaci quando trascuriamo di nutrircene solo per la nostra
insipienza.
B - Signore, la morte è punizione così orribile che, quando
arriva, tutti noi piangiamo. E anche Tu, trovandoti di fronte
ad essa che aveva colpito il tuo amico Lazzaro, hai pianto.
Perdona noi, che sottovalutiamo il suo potere distruttivo
quando non ci serviamo della “Medicina dell’immortalità”.
C - Signore, la vita è un bene che “non ha prezzo”, si dice in
terra. Così è, nella nostra estimazione, la vita del corpo. Per
essa, quando la salute è a rischio, corriamo subito ai farmaci
che, pur preziosi, non riescono ad annullare la morte. Per la
vita dell’anima abbiamo un medicina che assicura immortalità.
Perdonaci quando non ce ne gioviamo.
D - Signore, che la santissima Eucaristia è “medicina di immortalità”
non è solo una speranza, ma una certezza. Una
certezza basata sulla tua parola Chi mangia la mia carne e
beve il mio sangue ha la vita eterna. Perdonaci, quando dedichiamo
le nostre attenzioni a tante sciocchezze, e trascuriamo
di assicurarci la vita con la santissima Eucaristia.
E - Signore, da quando Dio disse: Sei polvere, e in polvere
ritornerai, la morte corporale è una fatalità comune. Anche
Tu l’hai voluta soffrire e, con Te, anche la Madre tua e nostra.
Ma, grazie a Te, essa non è ‘perpetua’. Tu ci hai assicurato
che Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue… Io
lo risusciterò nell’ultimo giorno per una vita che non conoscerà
mai più la morte. Perdonaci quando, pur conoscendo
questa verità, non corriamo, quanto più spesso possibile, a
mangiare la tua carne e bere il tuo sangue.
F - Signore, creandoci, Tu ci hai comunicato una scintilla
della tua vita. Nei momenti nei quali trascuriamo di nutrici
di Te, vero “Pane dal cielo”, facciamo offesa all’intelligenza
che ci hai regalato chiamandoci all’esistenza. Perdonaci, perdonaci.
G - Signore, Cristo è sempre presente alla sua Chiesa. “Ma
ben altro è il modo, veramente sublime, con cui Cristo è
presente alla sua Chiesa nel sacramento dell’Eucaristia, che
perciò è, tra gli altri sacramenti, il più soave per la devozione,
il più bello per l’intelligenza, il più santo per il contenuto”.
Perdonaci quando non troviamo tempo disponibile per
riflettere a queste meraviglie.
accortezza per non disattendere le cose essenziali.
Signore, Tu hai consigliato: Non vi preoccupate di che
cosa mangerete o di che cosa berrete o di come vi vestirete…
Cercate la gloria di Dio. Signore sappiamo che La gloria di
Dio è l’uomo vivente. Dacci tanta intelligenza per operare le
scelte che assicurino la tua gloria e la nostra vita.
Signore, col peccato ci siamo rovinati; con la Redenzione
hai riparato il danno. Dacci il buon senso che serve per
non trascurare il ‘Sacro convito’ nel quale “L’anima nostraè ricolma di grazia”. La Grazia che ci aiuta a non tornare a
peccare e ripetere il danno che Tu hai riparato.
Signore, dacci la saggezza necessaria e sufficiente per
operare scelte intelligenti, come quella di conservare Te
Eucaristia “In luogo distintissimo, col massimo onore”. E
la saggezza di ricordare che venire a farti visita è “Prova di
gratitudine, segno d’amore e debito di riconoscenza a Te,
Cristo Signore, che là sei presente”.
Signore, nella nostra misera terra si dice che quando
uno riceve un’attenzione ringrazia e, possibilmente, ricambia.
Tu ci hai amato di amore ineffabile. Aiutaci a dimostrare
la volontà di ringraziarti e il proposito di ricambiare il
tuo amore.
Signore, “La Chiesa Cattolica professa il culto latreutico
al Sacramento Eucaristico non solo durante la Messa,
ma anche fuori della sua celebrazione, () presentando alla
venerazione dei fedeli le Ostie consacrate e portandole in
processione con gaudio della folla cristiana”. Donaci fede e
pietà per non essere una stonatura, ma in sintonia con tutta
la Chiesa Cattolica.
Signore, Tu ti sei preoccupato per noi fino a dare la vita;
Ti preoccupi rimanendo per noi nella santissima Eucaristia.
Che cosa possiamo fare per ricambiare? Ti preghiamo: dacci
sensibilità per preoccuparci del culto che è dovuto a Te.
Dacci la volontà di venire e rimanere con Te in adorazione
e in ringraziamento.
Signore, dacci fede forte per credere che sotto le specie
del pane e del vino consacrati, “Cristo intero è presente nella
sua fisica ‘realtà’ anche corporalmente, sebbene non allo
stesso modo con cui i corpi sono nel luogo”.
Signore, donaci fede viva per credere che “Non solo durante
l’offerta del sacrificio e l’attuazione del sacramento,
ma anche dopo, mentre l’Eucaristia è conservata nelle chiese
e negli oratori, Cristo è veramente l’Emmanuel, cioè il Dio
con noi”.
*
perché nella santissima Eucaristia ci hai dato quel ‘Farmaco
d’immortalità’ che appaga pienamente il nostro desiderio di
vivere.
Signore, Ti ringraziamo perché il pane e il vino, prodotti
dalla natura, non sono ‘Farmaco d’immortalità’ perché
‘pane e vino’, ma perché ‘trasformato’ dalla tua benedizione.
Signore, Ti ringraziamo perché, se mirabile è la forza
della natura, che produce il pane e il vino, infinitamente più
mirabile è la forza della tua benedizione, che rende e dona
virtù e potenza soprannaturali ad elementi naturali.
Signore, Ti ringraziamo perché, avvenuta la transustanziazione,
le specie del pane e del vino acquistano nuovo fine“In quanto contengono una nuova ‘Realtà’”: Te, Signore, Dio, Creatore del cielo e della terra; Te, Redentore nostro.
Signore, il pane e il vino diventano ‘Farmaco d’immortalità’,
perché “Convertita la sostanza o natura del pane e del
vino nel corpo e sangue di Cristo, nulla più rimane del pane
e del vino che le sole specie”. Grazie, Signore!.
Signore, Ti ringraziamo perché il pane e il vino diventano ‘Farmaco d’immortalità’ in quanto, dopo la consacrazione,
in esse “Cristo tutto intero è presente”.
Signore, Ti ringraziamo perché il pane e il vino consacrati
diventano ‘Farmaco d’immortalità’, perché “Non è l’uomo
che li fa diventare corpo e sangue di Cristo, ma è Cristo
stesso, che è stato crocifisso per noi. Il sacerdote, figura di
Cristo, pronuncia quelle parole, ma la virtù e la grazia sono
di Dio. Questo è il mio corpo: questa parola trasforma le offerte”.
Signore, Ti ringraziamo perché hai voluto che la tua carne
e il tuo sangue, sacrificati una volta sulla croce, fossero
sempre disponibili per noi come ‘Farmaco d’immortalità’ e
perché hai dato alla Chiesa il potere di ripetere, sull’altare,
nella santa Messa, il sacrifico del Venerdì santo.
Signore, Ti ringraziamo perché con la santissima Eucaristia
abiti con noi pieno di grazia e di verità: restauri i costumi,
alimenti le virtù, consoli gli afflitti, fortifichi i deboli e
solleciti alla tua imitazione tutti quelli che si accostano a te,
affinché sul tuo esempio imparino ad essere miti ed umili di
cuore e a cercare non le cose proprie, ma quelle di Dio.
*
1 - Con gioia essa (la Chiesa) sperimenta in molteplici forme
il continuo avverarsi della promessa: Ecco, io sono con voi
tutti i giorni fino alla fine del mondo (Mt 28, 20); ma nella
sacra Eucaristia, per la conversione del pane e del vino nel
corpo e nel sangue del Signore, essa gioisce di questa presenza
con una intensità unica ().
Giustamente il Concilio Vaticano II ha proclamato che il Sacrificio
eucaristico è “fonte e apice di tutta la vita cristiana”.
“Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene
spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e
pane vivo, che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito
Santo e vivificante, dà la vita agli uomini”.
9 - In tempi più vicini a noi, tre Encicliche sono da menzionare:
l’Enciclica Mirae caritatis di Leone XIII (28 maggio
1902),
l’Encliclica Mediator Dei di Pio XII (20 novembre
1947
e l’Enciclica Mysteriuim fidei di Paolo VI (3 settembre
1965). ()
10 - Non c’è dubbio che la riforma del Concilio abbia portato
grandi vantaggi per una più consapevole, attiva e fruttuosa
partecipazione dei fedeli al santo Sacrificio dell’altare.
In tanti luoghi, poi, l’adorazione del santissimo Sacramento
trova ampio spazio e diventa sorgente inesauribile di santità.
() Altri segni positivi di fede e di amore eucaristici si potrebbero
menzionare.
11 - La Chiesa ha ricevuto l’Eucaristia da Cristo suo Signore
non come un dono, pur prezioso fra tanti altri, ma come
il dono per eccellenza, perché dono di se stesso, della sua
persona nella sua santa umanità, nonché della sua opera di
salvezza. ()
Quando la Chiesa celebra l’Eucaristia, memoriale della
morte e risurrezione del suo Signore, questo evento centrale
di salvezza è reso realmente presente e “si effettua l’opera
della nostra redenzione. Questo sacrificio è talmente decisivo
per la salvezza del genere umano, che Gesù Cristo l’ha
compiuto ed è tornato al Padre soltanto dopo averci lasciato
il mezzo per parteciparvi come se fossimo stati presenti.
Ogni fedele può così prendervi parte e attingerne i frutti
inesauribilmente.()
Mistero grande, Mistero di misericordia. Che cosa Gesù
poteva fare di più per noi? Davvero, nell’Eucaristia, ci mostra
un amore che va fino “all’estremo” (cfr Gv 13, 1), un
amore che non conosce misura.
12 - () La Chiesa vive continuamente del sacrificio redentore
e ad esso accede non soltanto per mezzo di un ricordo
pieno di fede, ma anche in un contatto attuale, poiché questo
sacrificio ritorna presente, perpetuandosi sacramentalmente,
in ogni comunità che lo offre per mano del ministro
consacrato. In questo modo l’Eucaristia applica agli uomini
d’oggi la riconciliazione ottenuta una volta per tutte da Cristo
per l’umanità di ogni tempo.
In effetti, “il sacrificio di Cristo e il sacrificio dell’Eucaristia
sono un unico sacrificio”. Lo diceva efficacemente già San
Giovanni Crisostomo: “Noi offriamo sempre il medesimo
Agnello, e non oggi uno e domani un altro, ma sempre lo
stesso. Per questa ragione il sacrificio è sempre uno solo.
[…] Anche ora noi offriamo quella vittima, che allora fu
offerta e che mai si consumerà”.
La Messa rende presente il sacrificio della Croce, non vi
si aggiunge e non lo moltiplica. Quello che si ripete è la celebrazione
memoriale, l’”ostensione memoriale” (memoriali
demonstratio) di esso, per cui l’unico e definitivo sacrificio
redentore di Cristo si rende sempre attuale nel tempo. La
natura sacrificale del Mistero eucaristico non può essere,
pertanto, intesa come qualcosa a sé stante, indipendentemente
dalla Croce o con un riferimento soltanto indiretto al
sacrifico del Calvario.
13 - In forza del suo intimo rapporto con il sacrifico del Golgota,
l’Eucaristia è sacrificio in senso proprio, e non solo in
senso generico, come se si trattasse del semplice offrirsi di
Cristo quale cibo spirituale ai fedeli. () Il dono, infatti, del
suo amore e della sua obbedienza fino all’estremo della vita
(cfr Gv 10, 17-18) è in primo luogo un dono al Padre suo.
Certamente, è dono in favore nostro, anzi di tutta l’umanità
(cfr Mt 26, 28; Mc 14, 24; Lc 22, 20; Gv 10, 15), ma
dono innanzitutto al Padre: “sacrificio che il Padre accettò,
ricambiando questa totale donazione di suo Figlio, che si
fece obbediente fino alla morte (Fil 2, 8), con la sua paterna
donazione, cioè col dono della nuova vita immortale nella
risurrezione”.
Nel donare alla Chiesa il suo sacrificio, Cristo ha altresì
voluto fare suo il sacrificio spirituale della Chiesa, chiamata
ad offrire, col sacrificio di Cristo, anche se stessa. Ce lo insegna,
per quanto riguarda tutti i fedeli, il Concilio Vaticano
II: “Partecipando al sacrificio eucaristico, fonte e apice di
tutta la vita cristiana, offrono a Dio la Vittima divina e se
stessi con essa”.
15 - () Resta il confine additato da Paolo VI: “Ogni spiegazione
teologica, che tenti di penetrare in qualche modo
questo mistero, per essere in accordo con la fede cattolica
deve mantenere fermo che nella realtà obbiettiva, indipen504
dentemente dal nostro spirito, il pane e il vino han cessato
di esistere dopo la consacrazione, sicché da quel momento
sono il corpo e il sangue adorabili del Signore Gesù ad essere
realmente dinanzi a noi sotto le specie sacramentali del pane
e del vino”.
16 - () Quando, per la prima volta, Gesù annuncia questo
cibo, gli ascoltatori rimangono stupiti e disorientati, costringendo
il Maestro a sottolineare la verità oggettiva delle
sue parole: In verità, in verità vi dico: se non mangiate la
carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non
avrete in voi la vita (Gv 6, 53). Non si tratta di un alimento
metaforico: La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera
bevanda (Gv. 6, 55).
18 - L’Eucaristia è tensione verso la meta, pregustazione della
gioia piena promessa da Cristo (cfr Gv 15, 11); in certo
senso, essa è anticipazione del Paradiso, “pegno della gloria
futura”. Tutto, nell’Eucaristia, esprime l’attesa fiduciosa“che si compia la beata speranza e venga il nostro Signore
Gesù Cristo”. Colui, che si nutre di Cristo nell’Eucaristia,
non deve attendere l’aldilà per ricevere la vita eterna: la possiede
già sulla terra, come primizia della pienezza futura, che
riguarderà l’uomo nella sua totalità. Nella Eucaristia riceviamo
infatti anche la garanzia della risurrezione corporea alla
fine del mondo: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno (Gv
6, 54).
Questa garanzia della futura risurrezione proviene
dal fatto che la carne del Figlio dell’uomo, data in cibo, è il
suo corpo nello stato glorioso di risorto. Con l’Eucaristia si
assimila, per così dire, il “segreto” della risurrezione. Perciò
giustamente Sant’Ignazio di Antiochia definiva il Pane eucaristico“farmaco di immortalità, antidoto contro la morte”.
20 - () Significativamente, il Vangelo di Giovanni, laddove i
Sinottici narrano l’istituzione dell’Eucaristia propone, illustrandone il significato profondo, il racconto della “lavanda
dei piedi”, in cui Gesù si fa maestro di comunione e di servizio.
22 - La missione della Chiesa è in continuità con quella di
Cristo, luce del mondo e sale della terra (cfr Mt 5, 13-16)
per la redenzione di tutti.
La missione della Chiesa è in continuità
con quella di Cristo: Come il Padre ha mandato me,
anch’io mando voi (Gv 20, 21). Perciò dalla perpetuazione
nell’Eucaristia del sacrificio della Croce e della comunione
col corpo e con il sangue di Cristo la Chiesa trae la necessaria
forza spirituale per compiere la sua missione: Così l’Eucaristia
si pone come fonte e insieme come culmine di tutta
l’evangelizzazione, poiché il suo fine è la comunione degli
uomini con Cristo e in Lui col Padre e con lo Spirito Santo.
25 - Il culto reso all’Eucaristia fuori della Messa è di un valore
inestimabile nella vita della Chiesa. Tale culto è strettamente
congiunto con la celebrazione del Sacrificio eucaristico.
La presenza di Cristo sotto le sacre specie che si
conservano dopo la Messa - presenza che perdura fintanto
che sussistono le specie del pane e del vino - deriva dalla celebrazione
del Sacrificio e tende alla comunione sacramentale
e spirituale. Spetta ai Pastori incoraggiare, anche con la
testimonianza personale, il culto eucaristico, particolarmente
le esposizioni del Santissimo Sacramento, nonché la sosta
adorante davanti a Cristo presente sotto le specie eucaristiche.
()“Fra tutte le devozioni, questa di adorare Gesù sacramentatoè la prima dopo i sacramenti, la più cara a Dio e la più
utile a noi” (S. Alfonso M: de’ Liguori).
L’Eucaristia è un tesoro inestimabile: non solo il celebrarla,
ma anche il sostare davanti ad essa fuori della Messa consente
di attingere alla sorgente della grazia. Una comunità
cristiana che voglia essere più capace di contemplare il volto
di Cristo () non può non sviluppare anche questo aspetto
del culto eucaristico, nel quale si prolungano e si moltiplicano
i frutti della comunione al corpo e al sangue del Signore.
28 - Come insegna il Concilio Vaticano II, “i fedeli, in virtù
del regale loro sacerdozio, concorrono all’oblazione dell’Eucaristia”,
ma è il sacerdote ministeriale che “compie il Sacrificio
eucaristico a nome di tutto il popolo”.
Perciò nel Messale Romano è prescritto che unicamente il
sacerdote deve recitare la preghiera eucaristica, mentre il popolo
vi si associa con fede e in silenzio.
59 - San Giovanni Paolo II confida che “Ogni giorno la mia
fede ha potuto riconoscere nel pane e nel vino consacrati
il divino Viandante che un giorno si mise a fianco dei due
discepoli di Emmaus per aprire loro gli occhi alla luce e il
cuore alla speranza” (cfr Lc 24, 13-35).
“Ave, verum corpus, natum de Maria Virgine,
vere passum, immolatum, in cruce pro homine ! ».
Mistero grande, che ci supera, certo, e mette a dura prova
la capacità della nostra mente di andare oltre le apparenze.
Qui i nostri sensi falliscono (), ma la sola fede, radicata
nella parola di Cristo a noi consegnata dagli Apostoli, ci basta.
Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna (Gv 6,
68).
60 - () Noi tutti figli della Chiesa siamo sollecitati a camminare
con rinnovato slancio nella vita Cristiana. ()“Non si tratta di inventare un ‘nuovo programma’. Il
programma c’è già: è quello di sempre, raccolto dal Vangelo
e dalla viva Tradizione. Esso si incentra, in ultima analisi,
in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per vivere in
Lui la vita trinitaria e trasformare con Lui la storia fino al
suo compimento nella Gerusalemme celeste” (NMI). L’attuazione di questo programma di un rinnovato slancio nella
vita cristiana passa attraverso l’Eucaristia.
61 - Il Mistero eucaristico - sacrificio, presenza, banchetto
- non consente riduzioni né strumentalizzazioni; va vissuto
nella sua integrità, sia nell’evento celebrativo, sia nell’intimo
colloquio con Gesù appena ricevuto nella comunione, sia
nel momento dell’adorazione eucaristica fuori della Messa.
La via che la Chiesa percorre () è una via lunga, irta di ostacoli
che superano la capacità umana; ma abbiamo l’Eucaristia
e davanti ad essa possiamo sentire in fondo al cuore,
come rivolte a noi, le stesse parole che udì il profeta Elia: Su
mangia, perché è troppo lungo per te il cammino.
62 - () Nell’umile segno del pane e del vino, transustanziati
nel suo corpo e nel suo sangue, Cristo cammina con noi,
quale nostra forza e nostro viatico, e ci rende per tutti testimoni
di speranza.
Se di fronte a questo mistero la ragione sperimenta i
suoi limiti, il cuore illuminato dalla grazia dello Spirito Santo
intuisce bene come atteggiarsi, inabissandosi nell’adorazione
e in amore senza limiti.
che la Chiesa santa è nata il Giovedì santo, quando fu istituita
l’Eucaristia. Essa vive della linfa che si sprigiona dalla
santissima Eucaristia.
Signore, noi crediamo che, oltre il santo Sacrificio dell’Altare,
comandato da Te, la Chiesa esprime il suo amore e la sua
gratitudine a Te attraverso molti altri modi. Il più eccellente
di essi, è “L’Adorazione del santissimo Sacramento”.
Signore noi crediamo che l’adorazione del santissimo
Sacramento, che oggi “Trova ampio spazio” nella pietà dei
fedeli, “Diventa sorgente di inesauribile santità”.
Signore, noi crediamo che “La Chiesa ha ricevuto da
Cristo suo Signore la santissima Eucaristia non come un
dono, pur prezioso fra tanti altri, ma come il dono per eccellenza,
perché dono di se stesso, della sua persona nella Sua
umanità, nonché della sua opera di salvezza”.
Signore, noi crediamo che “Quando la Chiesa celebra
l’Eucaristia, memoriale della morte e risurrezione del suo
Signore, questo evento centrale di salvezza è reso realmente
presente nell’opera della nostra redenzione”.
Signore, noi crediamo che “Questo sacrificio è così decisivo
per la salvezza del genere umano, che Gesù Cristo,
che l’ha compiuto, è tornato al Padre soltanto dopo averci
lasciato il mezzo per parteciparvi come se fossimo presenti”.
Signore, noi crediamo che la santissima Eucaristia è “Mistero
grande, mistero di misericordia. Che cosa poteva fare Gesù
di più per noi? Davvero, nell’Eucaristia, ci mostra un amore che
va fino All’estremo, un amore che non conosce misura”.
Signore, noi crediamo che “La Chiesa vive continuamente del sacrificio redentore e ad esso accede non soltanto
per mezzo di un ricordo pieno di fede, ma anche di un
contatto attuale, poiché questo sacrificio ritorna presente,
perpetuandosi sacramentalmente, in ogni comunità che lo
offre per mano del ministro”.
Signore, noi crediamo che “Con gioia la Chiesa sperimenta
in molteplici forme il continuo avverarsi della promessa
Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del
mondo (Mt 28, 20), ma nella santissima Eucaristia, per la
conversione del pane e del vino nel corpo e nel sangue del
Signore, essa gioisce di questa presenza con una intensità
unica”..
*
perché ci hai dato, nell’Eucaristia, “Un tale culto che, rivolto
alla Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, accompagna
e permea innanzi tutto la celebrazione della Messa”.
Signore, Ti adoriamo perché ci hai dato, nella la santissima
Eucaristia, “L’annientamento volontario (di Cristo) “La
Messa rende presente il sacrifico della Croce (). Per cui l’unico
e definitivo sacrificio redentore di Cristo si rende sempre
attuale nel tempo”.
Signore, Ti adoriamo perché hai voluto che “In forza del
suo intimo rapporto col sacrificio del Golgota, l’Eucaristia è
sacrificio in senso vero e proprio”.
Signore, Ti adoriamo perché hai voluto che la santissima
Eucaristia, dono in favore di tutta l’umanità, fosse “Sacrificio
che il Padre accettò, ricambiando questa totale donazione
di suo Figlio, che si fece obbediente fino alla morte
di croce, con la sua paterna donazione, cioè col dono della
nuova vita immortale nella risurrezione”.
Signore, Ti adoriamo perché “Nel donare alla Chiesa il
suo sacrificio, Cristo ha altresì voluto fare suo il sacrificio
spirituale della Chiesa, chiamata ad offrire, col sacrificio di
Cristo, anche se stessa”.
Signore, noi Ti adoriamo perché, istituendo la santissima
Eucaristia hai fatto in modo che i fedeli “Partecipando al
sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana”,
possono offrire “A Dio la Vittima divina e se stessi con essa”.
Signore, Ti adoriamo perché, donandoci la santissima
Eucaristia, ci hai donato “Un alimento non metaforico”, ma
la tua carne “Vero cibo” e il tuo sangue “Vera bevanda”.
Signore, Ti adoriamo perché ci hai donato l’Eucaristia
(che) “E’ tensione verso la meta, pregustazione della gioia
piena promessa da Cristo, in certo senso, essa è anticipazione
del Paradiso, ‘Pegno della gloria futura’”.
Signore, Ti adoriamo perché hai voluto che “Tutto
nell’Eucaristia “ esprimesse “L’attesa fiduciosa ‘che si compia
la beata speranza e venga il nostro Signore Gesù Cristo’”.
quando, superficiali e distratti, non troviamo un momento
per riflettere quale tesoro hai donato alla Chiesa, tua Sposa
dilettissima, donandole la santissima Eucaristia.
Signore, perdonaci quando restiamo indifferenti ai richiami
della Chiesa, che ci invita con insistenza a nutrirci
della santissima Eucaristia, come se riceverla e adorarla non
fossero i mezzi unici ed efficaci per zelare la gloria di Dio e
cooperare alla salvezza della nostra anima.
Signore, perdonaci quando dimentichiamo, con le nostre
scelte, che “Fra tutte le devozioni, quella di adorare
Gesù sacramentato è la prima dopo i sacramenti, la più cara
a Dio e la più utile a noi”.
Signore, perdonaci quando fra le nostre attività febbrili,
non troviamo un momento per venire da Te, dimenticando
che “L’Eucaristia è un tesoro inestimabile non solo il celebrarla,
ma anche il sostare davanti ad essa fuori della Messa”.
Signore, perdonaci quando dimentichiamo che l’adorazione
eucaristica ci “Consente di attingere alla sorgente
della grazia”.
Signore, perdonaci quando ti riceviamo nella santa Comunione
con la coscienza non tranquilla, dimenticando le
severe parole dell’Apostolo Paolo: Ciascuno, pertanto, esamini
se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo
calice”.
Signore, San Giovanni Paolo II ha potuto dire di sé:
“Ogni giorno la mia fede ha potuto riconoscere nel pane
e nel vino consacrati, il divino Viandante che un giorno si
mise a fianco dei due discepoli di Emmaus per aprire loro
gli occhi alla luce e il cuore alla speranza”. Perdona i nostri
occhi, che non vedono, e la nostra speranza, che spesso è
disperata, perché non accettano Te, divino viandante, come
compagno di viaggio.
Signore, perdonaci quando non ricordiamo che “Il
Mistero eucaristico - sacrificio, presenza, banchetto - () va
vissuto nella sua integrità, sia nell’evento celebrativo, sia
nell’intimo colloquio () nella Comunione, sia nel momento
dell’adorazione eucaristica, fuori della Messa”.
Signore, “La santissima Eucaristia è sacrificio in senso
proprio e non solo in senso generico, come se si trattasse di
un semplice offrirsi di Cristo quale cibo spirituale ai fedeli”.
Compatisci la nostra superficialità che trascura di approfondire
questo mirabile mistero.
la saggezza necessaria per renderci conto che la santissima
Eucaristia è un “Mistero grande, che ci supera, certo, e mette
a dura prova la capacità della nostra mente di andare oltre
le apparenze”.
Signore, aiutaci a mantenerci nell’ortodossia indicata
da Paolo VI: “Ogni spiegazione teologica, che tenti di penetrare
in qualche modo questo mistero, per essere in accordo
con la fede cattolica, deve mantenere fermo che, nella realtà
obbiettiva, il pane e il vino han cessato di esistere dopo la
consacrazione. Sicché da quel momento sono il corpo e il
sangue adorabili del Signore Gesù ad essere realmente dinanzi
a noi sotto le specie sacramentali del pane e del vino”.
Signore, dacci fede per credere che “La missione della
Chiesa è in continuità con quella di Cristo, luce del mondo
e sale della terra per la redenzione di tutti”.
Signore, aiutaci a ricordare che “La missione della Chiesaè in continuità con quella di Cristo: Come il Padre ha
mandato me, anch’io mando voi”.
Signore, dacci intelligenza per comprendere che “Dalla
perpetuazione nell’Eucaristia del sacrificio della Croce e della
comunione con il Corpo e con il Sangue di Cristo la Chiesa
trae la necessaria forza spirituale per compiere la sua missione”.
Signore, donaci luce per vedere che la santissima Eucaristia
si pone, per la Chiesa, “Come fonte e insieme culmine
di tutta l’evangelizzazione, poiché il suo fine è la Comunione
degli uomini con Cristo e, in Lui, col Padre e con lo Spirito
Santo”.
Signore, donaci quella serenità di spirito che proviene dalla “Garanzia della risurrezione corporea alla fine del
mondo”, assicurata dalle tue parole: “Chi mangia la mia
carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò
nell’ultimo giorno”.
Signore, aiutaci a capire che la “Garanzia della risurrezione
futura proviene dal fatto che la carne del Figlio
dell’uomo, data in cibo, è il suo corpo nello stato glorioso
di risorto”.
Signore, aiutaci a ricordare, a meditare e a credere che
quando Gesù afferma Se non mangiate la carne del Figlio
dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita (Gv 6, 53), ci ricorda la condizione necessaria per conseguire
efficacemente l’immortalità felice.
*
per le tante, consolantissime verità che hai cercato di farci
intendere in questa adorazione.
Signore, Ti ringraziamo per l’ineffabile dono che ci hai
fatto chiamandoci e ricevendoci nella santa Chiesa. E’ la
Sposa tua dilettissima, che Tu ami di amore illimitato.
Signore, Ti ringraziamo perché, unitamente al dono
inestimabile del santissimo Sacramento, ci hai fatto il dono
della santa Chiesa. Attraverso lei ci ammaestri, ci consigli, ci
nutri mediante la santissima Eucaristia.
Signore, Ti ringraziamo perché nella santa Chiesa, attraverso
il buon esempio dei fratelli, ci stimoli e, nella santissima
Eucaristia, ci dai il coraggio e la forza per essere buoni
cristiani.
Signore, nel mistero eucaristico “La ragione sperimenta
i suoi limiti”. Ma noi Ti ringraziamo perché oltre la ragione
ci hai dato un cuore che, “Illuminato dalla grazia dello
Spirito Santo, intuisce bene come atteggiarsi: inabissandosi
nell’adorazione e in amore senza limiti”.
Signore, Ti ringraziamo per il dono della santissima Eucaristia.
Secondo il Concilio Ecumenico Vaticano II, infatti,
in essa “E’ racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa,
cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e Pane vivo, che, mediante
la sua carne vivificata dallo Spirito Santo, dà la vita
agli uomini”.
Signore, Ti ringraziamo per la disponibilità illimitata
che hai verso di noi. Non solo, con il sacrificio della Croce,
ci dai una mano per risollevarci, ma, con la santissima Eucaristia,
ci dai anche la forza per farlo e la volontà di farlo.
Signore, Ti ringraziamo perché nella santa Chiesa, che ci
guida, e nella santissima Eucaristia, che ci dà la possibilità di
recuperare le energie logorate dalla vita quotidiana, ci offri
due ali sicure per volare verso il tuo paradiso.
Signore, Ti ringraziamo perché ci vuoi bene fino a donare
te stesso per noi. Aiutaci a capire questo amore e tentare
di ricambiarlo in qualche modo.
*
3 - Tale culto (del mistero eucaristico) è diretto verso il Padre
per Gesù Cristo nello Spirito Santo.
Innanzi tutto verso il Padre che, come afferma il Vangelo di
S. Giovanni, Ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio
Unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia ma abbia
la vita eterna (Gv 3, 16).
Si rivolge anche nello Spirito Santo a quel Figlio incarnato,
nell’economia della salvezza, soprattutto in quel momento
di suprema dedizione e di abbandono totale di se stesso, al
quale si riferiscono le parole pronunciate nel cenacolo: Questo è il mio corpo dato per voi. Questo è il calice del mio sangue
versato per voi.
L’acclamazione liturgica: “Annunciamo la tua morte, Signore!”
ci riporta proprio a quel momento; e col proclamare
la sua risurrezione abbracciamo nello stesso atto di venerazione
il Cristo risorto e glorificato “alla destra del Padre!,
come anche la prospettiva della sua “venuta nella gloria”.
Tuttavia è l’annientamento volontario, gradito dal Padre e
glorificato con la risurrezione, che, sacramentalmente celebrato
insieme con la risurrezione, ci porta all’adorazione
di quel Redentore “fattosi obbediente fino alla morte e alla
morte di croce” (Fil 2, 8).
E questa nostra adorazione () è anche una risposta che
vuol ripagare quell’amore immolato fino alla morte di croce:
la nostra “eucaristia”, cioè il nostro rendergli grazie, il
lodarlo per averci redenti con la sua morte e resi partecipi
della vita immortale per mezzo della sua risurrezione.
Un tale culto, dunque, rivolto alla Trinità del Padre, del
Figlio e dello Spirito Santo, accompagna e permea innanzi
tutto la celebrazione della liturgia eucaristica.
Ma esso deve pure riempire i nostri templi anche al di là
dell’orario delle sante messe. Invero, poiché il mistero eucaristicoè stato istituito dall’amore e ci rende Cristo sacramentalmente
presente, esso è degno di azione di grazie
e di culto. E questo culto deve distinguersi in ogni nostro
incontro col santissimo sacramento, sia quando visitiamo
le nostre chiese, sia quando le sacre specie sono portate e
amministrate agli infermi
L’adorazione di Cristo in questo sacramento d’amore
deve poi trovare la sua espressione in diverse forme di devozione
eucaristica: preghiere personali davanti al Santissimo,
ore di adorazione, esposizioni brevi, prolungate, annuali
(quarantore), benedizioni eucaristiche, processioni eucaristiche,
congressi eucaristici.
L’animazione e l’approfondimento del culto eucaristico
sono prova di quell’autentico rinnovamento, che il Concilio
si è posto come fine, e ne sono il punto centrale. ()
La Chiesa e il mondo hanno bisogno del culto eucaristico:
Gesù ci aspetta in questo sacramento dell’amore.
Non risparmiamo il nostro tempo per andare a incontrarlo
nell’adorazione, nella contemplazione piena di fede e pronta
a riparare le grandi colpe e i delitti del mondo. Non cessi
mai la nostra adorazione.
4 - La Chiesa è stata fondata, come comunità nuova del popolo
di Dio, nella comunità apostolica di quei dodici che,
durante l’ultima cena, sono divenuti partecipi del corpo e
del sangue del Signore sotto le specie del pane e del vino.
Cristo aveva detto loro: “Prendete e mangiate… prende e
e bevete”. Ed essi, adempiendo questo suo comando, sono
entrati, per la prima volta, in comunione sacramentale con
il Figlio di Dio, comunione che è pegno di vita eterna.
Da
quel momento sino alla fine dei secoli, la Chiesa si costruisce
mediante la stessa comunione col Figlio di Dio, che è
pegno di pasqua eterna. Sicché: come la Chiesa “fa l’Eucaristia”,
così l’Eucaristia costruisce la Chiesa.
5 - () il culto eucaristico costituisce l’anima di tutta la vita
cristiana. Se infatti la vita cristiana si esprime nell’adempimento
del più grande comandamento, cioè dell’amore di
Dio e del prossimo, questo amore trova la sua sorgente proprio
nel santissimo Sacramento, che comunemente è chiamato:
6 - Da questo tutti sapranno se siete miei discepoli, se avrete
amore gli uni per gli altri” (Gv 13,15).
L’Eucaristia ci educa a questo amore in modo più profondo,
essa dimostra infatti quale valore abbia agli occhi di Dio
ogni uomo, nostro fratello e sorella, se Cristo offre se stesso
in egual misura a ciascuno, sotto le specie del pane e del
vino. Se il nostro culto eucaristico è autentico, deve far crescere
in noi la consapevolezza della dignità di ogni uomo. La
coscienza di questa dignità diviene il motivo più profondo
del nostro rapporto col prossimo.()
Impariamo a scoprire con rispetto la verità dell’uomo interiore,
perché proprio quest’interno dell’uomo diventa dimora
di Dio, presente nell’Eucaristia.
7 - Non è soltanto la penitenza che conduce all’Eucaristia,
ma è anche l’Eucaristia che porta alla penitenza. Quando
infatti ci rendiamo conto (di) chi è colui che riceviamo nella
comunione eucaristica, nasce in noi quasi spontaneamente
un senso di indegnità, insieme col dolore dei nostri peccati
e con l’interiore bisogno di purificazione.
Il culto eucaristico non è tanto culto dell’inaccessibile tra
scendenza, quanto culto della divina condiscendenza, ed è
anche misericordiosa e redentrice trasformazione del mondo
nel cuore dell’uomo.
8 - La celebrazione dell’Eucaristia, cominciando dal cenacolo
e dal Giovedì Santo, ha una sua lunga storia, lunga
quanto la storia della Chiesa.
Nel corso di questa storia gli elementi secondari hanno subito
certi cambiamenti, tuttavia è rimasta immutata l’essenza
del “Mysterium”, istituito dal Redentore, durante la cena.
9 - Egli (Cristo) solo, infatti, donandosi come vittima propiziatrice
in atto di suprema dedizione e immolazione, ha
riconciliato l’umanità con il Padre, unicamente mediante il
suo sacrificio, Annullando il documento scritto del nostro debito (Col 2, 14).
Institutio Generali Messali Romani, 55f: “Missale Romanum”
afferma:
“La Chiesa desidera che i fedeli non solo offrano la vittima
immacolata, ma sappiano offrire anche se stessi e così perfezionino
ogni giorno di più, per mezzo di Cristo mediatore,
la loro unione con Dio e con i fratelli, perché finalmente
Dio sia tutto in tutti”.
12 - () L’Eucaristia è un bene comune di tutta la Chiesa come
sacramento di unità.
Occorre compiere dappertutto ogni sforzo indispensabile,
affinché nel pluralismo del culto eucaristico, programmato
dal Concilio Vaticano II, si manifesti l’unità di cui l’Eucaristiaè segno e causa.
Le norme ricordano () il rilievo che deve essere dato ai
momenti di silenzio sia nella celebrazione che nell’adorazione
eucaristica.
La presenza di Gesù nel tabernacolo deve costituire
come un polo di attrazione per un numero sempre più grande
di anime innamorate di lui, capaci di stare a lungo ad
ascoltarne la voce e quasi sentirne i palpiti del cuore. “Gustate
e vedete quanto è buono il Signore”.
L’adorazione eucaristica fuori della Messa diventi () un
impegno speciale per le singole comunità parrocchiali e religiose.
Restiamo prostrati a lungo davanti a Gesù presente
nell’Eucaristia, riparando con la nostra fede e il nostro amore
le trascuratezze, le dimenticanze e persino gli oltraggi che
il nostro Salvatore deve subire in tante parti del mondo.
Approfondiamo nell’adorazione la nostra contemplazione
personale e comunitaria servendoci anche di sussidi di preghiera
sempre improntati alla parola di Dio e all’esperienza
di tanti mistici antichi e recenti.
Lo stesso rosario, compreso nel suo significato profondo, biblico
e cristocentrico () potrà essere una via particolarmente
adatta alla contemplazione eucaristica, attuata in compagnia
e alla scuola di Maria.
*
che il culto eucaristico “E’ diretto verso il Padre per Gesù
Cristo nello Spirito Santo”.
Signore, noi crediamo che il culto eucaristico è un degno
ringraziamento al Padre. Al Padre che Ha tanto amato il
mondo da dare il suo Figlio Unigenito, perché chiunque crede
in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
Signore, noi crediamo che il culto eucaristico è un degno
ringraziamento, nello Spirito Santo, al Figlio, per tutto
ciò che ci ha dato. Particolarmente per “Quel momento di
suprema dedizione e abbandono totale di se stesso” col quale
si è dato a noi nell’Ultima Cena.
Signore, noi crediamo che in Gesù “L’annientamento
volontario, gradito al Padre e glorificato con la risurrezione”,
ci porta all’adorazione di quel Redentore Fattosi obbediente
fino alla morte e alla morte di croce”.
Signore, noi crediamo che la “Nostra adorazione è una
risposta che vuol ripagare quell’amore immolato fino alla
morte di croce”.
Signore, noi crediamo che la nostra adorazione è anche
un ringraziare Nostro Signore Gesù Cristo e “Lodarlo per
averci redenti con la sua morte e resi partecipi della vita immortale
per mezzo della sua risurrezione”.
Signore, noi crediamo che il culto, “Rivolto alla Trinità
del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, accompagna e permea
innanzi tutto la celebrazione della liturgia eucaristica”.
Signore, noi crediamo che il culto eucaristico “Deve distinguersi
in ogni nostro incontro col santissimo Sacramen526
to, sia quando visitiamo le nostre chiese, sia quando le sacre
specie vengono portare e amministrate agli infermi”.
Signore, noi crediamo che Gesù “Ci aspetta in questo
sacramento dell’amore”. Perciò crediamo che appagare questo
suo ardente desiderio è una risposta al suo amore ed è un
curare intelligentemente i nostri stessi interessi.
perché “In questo modo l’Eucaristia applica agli uomini
d’oggi la riconciliazione ottenuta una volta per tutte da Cristo
per l’umanità di ogni tempo”.
Signore, Ti adoriamo perché “La Messa rende presente il
sacrifico della Croce (). Per cui l’unico e definitivo sacrificio
redentore di Cristo si rende sempre attuale nel tempo”.
Signore, Ti adoriamo perché in quest’ora ci hai dato
la possibilità di offrire “Una risposta che vuol ripagare
quell’amore immolato fino alla morte di croce”.
Signore, Ti adoriamo perché nell’Eucaristia ci hai dato
la possibilità di offrirti un atto di culto che “Si rivolge anche
nello Spirito Santo a quel Figlio incarnato, nell’economia
della salvezza”.
Signore, Ti adoriamo perché stai, ai nostri giorni, suscitando
tante espressioni “In diverse forme di devozione
eucaristica come Ore di adorazione, esposizioni brevi, prolungate,
annuali Quarantore…”
Signore, noi Ti adoriamo perché, ci ripeti per bocca del
Papa che “La Chiesa e il mondo hanno bisogno del culto eucaristico:
Gesù ci aspetta in questo sacramento dell’amore”.
Signore, Ti adoriamo perché, nell’Ultima Cena insieme
alla santissima Eucaristia ci hai donato il ‘nuovo’ Sacerdozio
ministeriale: quello nel quale Tu stesso scegli i tuoi ministri
del culto.
Signore, Ti adoriamo perché ci hai donato la santissima
Eucaristia attraverso la quale “Sino alla fine dei secoli
la Chiesa si costruisce mediante la comunione col Figlio di
Dio, che è ‘pegno di gloria futura’”.
Signore, Ti adoriamo perché ci hai donato la santissima
Eucaristia che “Costituisce l’anima di tutta la vita cristiana.
Se infatti la vita cristiana si esprime nell’adempimento
del più grande comandamento, cioè dell’amore di Dio e del
prossimo, questo amore trova la sua sorgente proprio nel
santissimo Sacramento, che comunemente è chiamato: sacramento
dell’amore”.
*
Tu hai detto Da questo tutti sapranno se siete miei discepoli,
se avrete amore gli uni per gli altri. E noi trascuriamo la
santissima Eucaristia che “Ci educa a questo amore in modo
più profondo”.
Signore, perdonaci quando non trattiamo nel modo cristianamente
corretto i nostri fratelli dimenticando “Quale
valore abbia agli occhi di Dio ogni uomo, nostro fratello e
sorella, se Cristo offre se stesso in egual misura a ciascuno,
sotto le specie del pane e del vino”.
Signore, perdonaci quando dimentichiamo, con le nostre
scelte, che “Fra tutte le devozioni, quella di adorare
Gesù sacramentato è la prima dopo i sacramenti, la più cara
a Dio e la più utile a noi”.
Signore, perdonaci quando non sappiamo trattare col
dovuto rispetto i nostri fratelli. Dimentichiamo che per tutti
Gesù si è sacrificato e per tutti ha donato la santissima
Eucaristia.
Signore, perdonaci quando dimentichiamo che “Non è
soltanto la penitenza che conduce all’Eucaristia, ma anche
l’Eucaristia che porta alla penitenza”.
Signore, perdonaci quando non teniamo presente che“Il culto eucaristico non è tanto culto dell’inaccessibile trascendenza,
quanto culto della divina condiscendenza”.
Signore, perdonaci quando non ricordiamo che il culto
eucaristico “E’ anche misericordiosa e redentrice trasformazione
del mondo nel cuore dell’uomo”.
Signore, perdonaci quando non ricordiamo che Cristo“Donandosi come vittima propiziatrice in atto di suprema
dedizione e immolazione, ha riconciliato l’umanità con il
Padre, unicamente mediante il suo sacrificio, Annullando il
documento del nostro debito”.
Signore, perdonaci quando non ricordiamo che “La
Chiesa desidera che i fedeli non solo offrano la vittima immacolata,
ma sappiano offrire anche se stessi e così perfezionino
ogni giorno di più, per mezzo di Cristo mediatore, la
loro unione con Dio e con i fratelli, perché finalmente Dio
sia tutto in tutti”.
*
la saggezza necessaria per renderci conto che la santissima
Eucaristia “E’ un bene comune di tutta la Chiesa come sacramento
di unità”.
Signore, aiutaci a compiere “Ogni sforzo indispensabile,
affinché nel pluralismo del culto eucaristico, programmato
dal Concilio Vaticano II, si manifesti l’unità di cui
l’Eucaristia è segno e causa”.
Signore, Tu ci inviti: Gustate e vedete quanto è buono il
Signore. Dacci fede nella tua parola affinché riusciamo a fare
esperienza della tua infinita bontà.
Signore, San Giovanni Paolo II suggerisce “L’adorazione
eucaristica fuori la Messa diventi un impegno”. Rendi
docile a quel suggerimento me, che non solo non ne faccio
un impegno costante, ma neanche saltuario.
Signore, dacci intelligenza per comprendere che “Restando
prostrati a lungo davanti a Gesù, presente nella santissima
Eucaristia” possiamo riparare, “Con la nostra fede e
il nostro amore, le trascuratezze, le dimenticanze e persino
gli oltraggi che il nostro Salvatore deve subire in tante parti
del mondo”.
Signore, donaci luce per vedere che la nostra “Adorazione
e contemplazione, personale e comunitaria” serve, oltre
che per rendere atto di culto a te, anche per approfondire
le nostre conoscenze, compatibilmente con i nostri limiti,
intorno al mistero eucaristico.
Signore, donaci fede per ascoltare con il cuore ed accogliere
con la mente quelle tue divine parole: Chi mangia la
mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò
nell’ultimo giorno. Noi crediamo nella risurrezione,
perché amiamo perdutamente il vivere. Aiutaci a capire che
la vita eterna dipende unicamente dal vivere con Te oggi,
nel tempo.
Signore, Gesù ha detto Da questo tutti sapranno che
siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri (Gv
13,15). E’ un traguardo difficile da raggiungere. Insegnaci “A scoprire con rispetto la verità dell’uomo interiore, perché
proprio quest’interno dell’uomo diventa dimora di Dio,
presente nell’Eucaristia”.
Signore, La Madonna, che era nel Cenacolo quando
Gesù ‘spezzò il pane’, ci può aiutare come nessuno nel fervore
di adorazione a te. Dacci di capire che la recita meditata
del santo Rosario è un ottimo aiuto alla nostra adorazione.
*
per le cose meravigliose che ci hai ispirato in questa adorazione.
Signore, Ti ringraziamo per i sentimenti di bontà che
hai fatto sorgere in noi in questa santa adorazione. Aiutaci,
affinché non restino vaghi desideri, ma si trasformino in
propositi fermi.
Signore, Ti ringraziamo per le tante cose che Tu ci suggerisci
nei “Momenti di silenzio”: quei pochi che ci concediamo“Sia nella celebrazione che nell’adorazione eucaristica”.
Signore, Ti ringraziamo perché quando “Ci rendiamo
conto chi è colui che riceviamo nella comunione” o adoriamo
presente nella santissima Eucaristia “Nasce in noi quasi
spontaneamente un senso di indegnità, insieme col dolore
dei nostri peccati e con l’interiore bisogno di purificazione”.
Signore, Ti ringraziamo perché dal momento del dono
della santissima Eucaristia e del Sacerdozio ministeriale
nuovo “Sino alla fine dei secoli, la Chiesa si costruisce mediante
la () comunione col Figlio di Dio, che è pegno di
pasqua eterna”.
Signore, Ti ringraziamo per aver suscitato nel nostro
tempo un nuovo fervore eucaristico. Esso è “Prova di
quell’autentico movimento che il Concilio si è posto come
fine, e ne (è) il punto centrale. Nella santissima Eucaristia,
secondo il Concilio Ecumenico Vaticano II, infatti, “E’ racchiuso
tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso
Cristo, nostra Pasqua e Pane vivo, che, mediante la sua carne
vivificata dallo Spirito Santo, dà la vita agli uomini”.
Signore, Ti ringraziamo per la disponibilità illimitata
che hai verso di noi. Non solo con il sacrificio della Croce, ci
dai una mano per risollevarci, ma, con la santissima Eucaristia,
ci dai anche la forza e la volontà per farlo.
Signore, Ti ringraziamo perché, anche se nel corso della
storia, gli elementi secondari hanno subito certi cambiamenti,
hai, però, voluto che rimanesse immutata l’essenza
del “Mysterium”, istituito dal Redentore, durante la cena.
Signore, Ti ringraziamo, perché, donandoci l’Eucaristia,
hai donato all’umanità, alla Chiesa e alle famiglie un bene
inarrivabile come sacramento di unità.
*
1 - Rimani con noi, Signore, perché si fa sera (Lc 24, 29). Fu questo l’invito accorato che i due discepoli, incamminati
verso Emmaus la sera stessa del giorno della risurrezione, rivolsero
al Viandante che si era ad essi unito lungo il cammino.
Carichi di tristi pensieri, non immaginavano che quello
sconosciuto fosse proprio il loro Maestro, ormai risorto.
Rimani con noi, supplicarono. Ed egli accettò.
Di lì a poco,
il volto di Gesù sarebbe scomparso, ma il Maestro sarebbe“rimasto” sotto i veli del “pane spezzato”, davanti al quale i
loro occhi si erano aperti.
4 - Anno dell’Eucaristia: ottobre 2004 - ottobre 2005
L’occasione propizia è stata offerta da due eventi, che ne
scandiranno opportunamente l’inizio e la fine: il Congresso
Eucaristico Internazionale a Guadalajara (Messico) e l’Assemblea
Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si terrà in
Vaticano dal 9 al 29 ottobre 2005 sul tema
“l’Eucaristia
fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”().
“L’Eucaristia è il centro vitale intorno a cui () i cristiani
si raccolgono per alimentare la loro fede e il loro entusiasmo”.
6 - “Cristo è il centro non solo della storia della Chiesa, ma
anche della storia dell’umanità. In Lui tutto si ricapitola”.()
536
7 - Nel sacramento dell’Eucaristia il Salvatore, incarnatosi
nel grembo di Maria venti secoli fa, continua ad offrirsi
all’umanità come sorgente di vita divina (Gaudium et spes,
45).
10 - (Nella Enciclica Ecclesia de Eucharistia) Richiama tutti
a celebrare il Sacrificio eucaristico con l’impegno che esso
merita, prestando a Gesù presente nell’Eucaristia, anche al
di fuori della Messa, un culto di adorazione degno di così
grande mistero.
11 - “L’Eucaristia si svolge tutta nel contesto dinamico dei
segni che recano in sé un denso e luminoso messaggio. E’
attraverso i segni che il mistero in qualche modo si apre agli
occhi del credente”.
16 - “Tutte queste dimensioni dell’Eucaristia si rannodano
in un aspetto che più di tutti mette alla prova la nostra fede:è “Mistero della presenza reale. Con tutta la tradizione della
Chiesa, noi crediamo che, sotto le specie eucaristiche, è realmente
presente Gesù. ()
Per questo la fede ci chiede di stare davanti all’Eucaristia
con la consapevolezza che siamo davanti a Cristo stesso.
L’Eucaristia è il mistero di presenza, per mezzo del quale
si realizza in modo sommo la promessa di Gesù di restare
con noi fino alla fine del mondo”.
18 - Occorre, in particolare, coltivare, sia nella Messa che nel
culto eucaristico fuori della Messa, la viva consapevolezza
della presenza reale di Cristo. ()
A questo proposito, le norme ricordano () il rilievo che deve
essere dato ai momenti di silenzio sia nella celebrazione che
nell’adorazione eucaristica.
L’adorazione eucaristica fuori della messa diventi, () un
impegno speciale per le singole comunità parrocchiali e religiose.
Restiamo prostrati a lungo davanti a Gesù presente nell’Eucaristia, riparando con la nostra fede e il nostro
amore le trascuratezze, le dimenticanze e persino gli oltraggi
che il nostro Salvatore deve subire in tante parti del mondo.
Approfondiamo nell’adorazione la nostra contemplazione
personale e comunitaria, servendoci anche di sussidi di preghiera
sempre improntati alla Parola di Dio e all’esperienza
di tanti mistici antichi e recenti.
19 - Alla richiesta dei discepoli di Emmaus che Egli rimanesse“con” loro, Gesù rispose con un dono molto più grande:
mediante il sacramento dell’Eucaristia trovò il modo di rimanere“in” loro.
Rimanete in me ed io in voi” (Gv 15, 4).
28 - () Nel vangelo di Giovanni non troviamo il racconto
dell’istituzione eucaristica, ma quello della “lavanda dei piedi”
(Gv 13, 1-20): chinandosi a lavare i piedi dei suoi discepoli,
Gesù spiega in modo inequivocabile il senso dell’Eucaristia.
29 - Se il frutto di questo Anno (eucaristico) fosse anche soltanto
quello di ravvivare in tutte le comunità cristiane la
celebrazione della Messa domenicale e di incrementare l’adorazione
eucaristica fuori della Messa, questo Anno di grazia
avrebbe conseguito un risultato significativo.
30 - () cercate di fare esperienza di quanto è dolce non solo
partecipare ogni giorno alla Santa Messa, ma anche indugiare
a lungo nel dialogo con Gesù.
Signore, noi crediamo
che “Nel sacramento dell’Eucaristia, il Salvatore, incarnatosi nel
grembo di Maria venti secoli fa, continua ad offrirsi all’umanità
come sorgente di vita divina (Gaudium et spes, 45)”.
Signore, noi crediamo che ai discepoli di Emmaus, che
ti invitavano a rimanere con loro, Tu hai offerto, nella santissima
Eucaristia, molto di più di quanto essi chiedevano:
non per quel giorno, che volgeva al declino, ma saresti restato
con loro, con noi, con tutti; non un giorno, un mese, un
anno, ma sempre e dovunque.
Signore, noi crediamo che, come Tu hai assecondato la richiesta
dei due discepoli fortunati, anche noi, tutti, dobbiamo
assecondare il tuo desiderio di rimanere con te.
Quel desiderio
si esprimeva nell’invito accorato: “Restate con me!”.
Signore, noi crediamo che alla richiesta dei discepoli
di Emmaus di rimanere “Con” loro Tu hai risposto con un
dono molto più grande mediante il sacramento dell’Eucaristia”.
Con esso non sei solo rimasto “Con loro”, ma addirittura “In loro”.
Rimanete in me ed io in voi.
Signore, noi crediamo che non solo il sacrificio della
Messa va celebrato “Con l’impegno che esso merita”, ma
che, anche, al di fuori di esso, dobbiamo prestare a Te, “presente
nell’Eucaristia”, “Un culto di adorazione degno di così
grande mistero”.
Signore, noi crediamo, con tutta la Chiesa, “Che, sotto
le specie eucaristiche, sei realmente presente”. Per questo la
Chiesa ci chiede “Di stare davanti all’Eucaristia con la consapevolezza
che siamo davanti a Cristo stesso”.
Signore, noi crediamo opportuna la raccomandazione
della Chiesa di coltivare, “Sia nella Messa che fuori della
Messa, ‘la consapevolezza della presenza reale di Cristo’”.
Signore, noi crediamo che, poiché nell’Eucaristia non
solo Tu ci ascolti, ma ci vuoi anche parlare, è opportuna
anche la raccomandazione di dare spazio “Ai momenti di silenzio
sia nella celebrazione della santa Messa che nell’adorazione
eucaristica”.
Signore, noi crediamo che “Nel sacramento dell’Eucaristia,
il Salvatore, incarnatosi nel grembo di Maria venti
secoli fa, continua a offrirsi ‘all’umanità’ come sorgente di
vita divina”.
+
Signore, noi Ti adoriamo
perché ci fai sentire che “E’ dolce non solo partecipare ogni
giorno alla Santa Messa, ma anche indugiare a lungo nel
dialogo con Te”.
Signore, “Nel vangelo di Giovanni non troviamo il racconto
dell’istituzione eucaristica, ma quello della ‘lavanda
dei piedi’. Ti adoriamo perché con quella scelta hai spiegato“In modo inequivocabile il senso dell’Eucaristia”.
Signore, Ti adoriamo perché, nonostante le nostre indifferenze
verso di Te, Tu ci accogli sempre con amore rinnovato
e comprensione di Padre.
Signore, adoriamo la tua generosità senza limiti: quando
Ti chiediamo qualche cosa, non ci doni soltanto l’oggetto
della nostra richiesta, ma anche quello che non comprendiamo
e non sappiamo chiedere.
Signore, Ti adoriamo per il tuo amore che supera la comprensione
umana: anche quando veniamo a Te non indossando
l’abito richiesto, ma addirittura con l’intento perverso
di offenderti, Tu seguiti ad amarci; anzi ad amarci di più.
Signore, Ti adoriamo perché, mentre Tu sei l’Emmanuele,
il Dio-con-noi, non ti offendi poi se noi non ci preoccupiamo
di cercare di ricambiare questa tua premura, con la
buona educazione di essere, qualche momento, noi-con-Te.
Signore, noi Ti adoriamo perché, se la tua parola accende
di entusiasmo il nostro cuore, la santissima Eucaristia ci dà la
capacità di vedere la verità e la determinazione di camminare
per le strade che Tu vuoi: quelle che ci portano a condividere
le gioie con i fratelli, come i due discepoli di Emmaus.
Signore, noi Ti adoriamo perché, donando il tuo Corpo
e il tuo Sangue come pasto e bevanda spirituali a coloro che
fra poco ti abbandoneranno o addirittura giureranno, magari,
di non averti mai conosciuto, come ha fatto Pietro, Tu
hai detto a tutti che sempre si deve perdonare e sempre si
deve amare.
Signore, Ti adoriamo perché Tu, che eri stato predetto
come l’Emmanuele, nella santissima Eucaristia hai dato
compimento da pari tuo al vaticinio profetico.
*
Signore, perdonaci sempre
quando, veniamo ad adorarti “Nel culto eucaristico senza la
consapevolezza” che Tu sei realmente presente nella santissima
Eucaristia.
Signore, perdonaci quando veniamo per pochi secondi
di adorazione e ti lasciamo una interminabile litania di richieste,
senza darti, con un momento di ascolto, la possibilità
di dirci quello che Tu desideri da noi.
Signore, perdonaci quando, ascoltata distrattamente la
santa Messa, ce ne andiamo dalla Chiesa senza dirti un grazie,
senza darti un saluto.
Signore, perdonaci quando non riflettiamo che, dopo
esserti incarnato una volta nel grembo della Vergine Maria,
ti ri-incarni, ogni volta che noi lo vogliamo, nella santissima
Eucaristia. E perdonaci quando neanche te ne ringraziamo.
Signore, in quelle poche volte che veniamo a trovarti
non abbiamo neanche il pensiero di invitarti a “Rimanere
con noi”. Perdona la nostra inqualificabile fretta che non
avverte neanche che, così facendo, nuociamo a noi stessi: la
tua compagnia, infatti, è vita.
Signore, perdona la nostra cecità. Se, quando veniamo
a visitarti, ti chiedessimo di rimanere sempre “Con” noi, Tu
non solo ci esaudiresti, ma rimarresti sempre “In” noi, come
hai fatto con i discepoli di Emmaus.
Signore, dice il Papa che “L’Eucaristia fuori della Messa”
deve diventare “Un impegno speciale per le comunità parrocchiali
e religiose”. Perdonaci quando ci disinteressiamo
delle iniziative finalizzate a questo scopo, come si trattasse
di cose che non ci riguardano.
Signore, dice il Papa “Restiamo prostrati a lungo davanti
a Gesù presente nell’Eucaristia, riparando, con la nostra
fede e il nostro amore, le trascuratezze, le dimenticanze
e persino gli oltraggi” che ti vengono regalati “In tante parti
del mondo”. Perdonaci, quando non sentiamo il dovere di
compensare, con il nostro amore, quella mancanza di amore.
Signore, “L’Eucaristia si svolge nel contesto dinamico
dei segni che recano in sè un denso e luminoso messaggio.
E’ attraverso quei segni che il mistero, in qualche modo, si
apre agli occhi dei credenti”. Purtroppo non ai ‘nostri’, perché
tante volte, anche quando stiamo davanti a te, pensiamo
ad altro. Perdonaci, Signore!
*
Signore, Ti chiediamo
la capacità di ascoltare, accettare e sforzarci di mettere in
pratica i suggerimenti che Tu generosamente doni a tutti
coloro che vengono a visitarti nel santissimo Sacramento
dell’Eucaristia.
Signore, donaci la docilità di far nostro quanto la santa
Chiesa ci suggerisce riguardo al culto eucaristico. E Ti chiediamo
l’aiuto per deciderci di metterlo in pratica.
Signore, donaci di capire e di assecondare il tuo invito "Rimanete in me" . E donaci di capire che accettarlo è la condizione
perché Tu rimanga In noi.
Signore, Tu, che sei l’Emmanuele, il Dio-con-noi, rimani
sempre con noi perché ci ami, lo desideri e sai che senza di
Te la nostra vita sarebbe solo un fallimento. Aiutaci a capire
questa tua premurosa generosità e ad avvantaggiarcene pregandoti
spesso Resta con noi!
Signore, uniti a Te e fra noi, formiamo la tua Chiesa.
Aiutaci a ricordare e ad approfondire che “L’Eucaristia è fonte
e culmine della vita e della missione della Chiesa”.
Signore, quando, distratti da preoccupazioni che non
servono per la vita eterna, non pensiamo a Te, ricordaci che
la santissima Eucaristia è “Il centro vitale attorno a cui i
cristiani si raccolgono” per recuperare le energie perdute e
avanzare verso te in una vita d’amore degna dei tuoi seguaci.
Signore, nei momenti di tristezza e di smarrimento, richiama
alla nostra mente ciò che hai fatto con i due discepoli
di Emmaus; e ricordaci che per ognuno di noi sei sempre
disposto a dialogare con la stessa comprensione.
Signore, nei momenti nei quali la nostra fede è messa
a dura prova, illumina la nostra mente e riscalda il nostro
cuore con la tua compagnia, poiché solo essa è la giusta medicina
e solo essa ci può ridare la voglia di vivere.
Signore, Tu, che ci ami davvero, hai voluto rimanere
sempre in nostra compagnia. Vivifica il nostro amore, perché
anche noi desideriamo vivere sempre in tua compagnia.
Signore, Ti ringraziamo
perché ogni volta che Ti chiediamo con fede di rimanere con
noi, Tu ci esaudisci e, indicandoci il Tabernacolo santo, ci
dici come concretamente sei sempre con noi.
Signore, Ti ringraziamo perché, compatendo ai ritmi lentissimi
della nostra volontà, ci aspetti, nella santissima Eucaristia,
pronto sempre a donarci una nuova iniezione di vita.
Signore, Ti ringraziamo per la lezione di ‘amore che si
dona’ che ci hai dato nell’Ultima Cena: prima di donarci la
santissima Eucaristia, ti sei chinato a lavare i piedi dei tuoi
discepoli.
Signore, Ti ringraziamo perché, prima di darci, con la
santissima Eucaristia, un’impareggiabile lezione d’amore,
dopo aver lavato i piedi dei tuoi discepoli, ci hai detto: Sapete
ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e
dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro,
ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni
gli altri.
Signore, Ti ringraziamo per il suggerimento che hai dato
ai tuoi Apostoli. Lavando loro i piedi, e a tutti i tuoi seguaci,
prima di istituire la santissima Eucaristia, hai detto: Vi ho
dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche
voi.
Signore, Ti ringraziamo per l’esempio divino che ci hai
dato: pur sapendo quello che ti aspettava in quella notte e
il giorno dopo, pur sapendo l’indifferenza incosciente con
la quale avremmo corrisposto al dono del tuo amore, hai
pregato, nell’ultima Cena, per i tuoi Apostoli e per tutti noi.
Signore, nel libro della Sapienza è scritto: La mia passione è essere con i figli degli uomini. Ti ringraziamo perché
nella santissima Eucaristia non hai desiderato solo la nostra
compagnia, ma ci hai offerto il tuo aiuto, la tua vita, la forza
per stare in tua compagnia eternamente nel tuo paradiso.
Signore, Ti ringraziamo perché hai voluto, vuoi e sempre
vorrai essere l’Emmanuele, il Dio-con-noi. Aiutaci a comprendere
ed apprezzare il tuo dono, e a ringraziarti, con la
nostra adorazione, in qualche modo.
Signore, Ti ringraziamo perché ai discepoli di Emmaus,
dopo che ti hanno riconosciuto, è mancata la vista del tuo
volto, “Ma il Maestro è rimasto sotto i veli del ‘pane
*
Fin dal primo anno di pontificato (25 dicembre 2005)
il Papa Benedetto XVI ci ha regalato, nell’Enciclica “Deus
caritas est”, riflessioni preziosissime e peregrine circa il mistero
eucaristico.
Riportiamo solo i numeri 12 e 13.
12 - () “La vera novità del Nuovo Testamento non sta in
nuove idee, ma nella figura stessa di Cristo, che dà carne e
sangue ai concetti - realismo inaudito.
Già nell’Antico Testamento la novità biblica non consiste
semplicemente in nozioni astratte, ma nell’agire imprevedibile
e in un certo senso inaudito di Dio.
Questo agire di Dio acquista ora la sua forma drammatica
nel fatto che, in Gesù Cristo, Dio stesso insegue la“pecorella smarrita”, l’umanità sofferente e perduta.
Quando Gesù nelle sue parabole parla del pastore che
va dietro alla pecorella smarrita, della donna che ricerca la
dramma, del padre che va incontro al figliol prodigo e lo
abbraccia, queste cose non sono soltanto parole, ma costituiscono
la spiegazione del suo stesso essere ed operare.
Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio
contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l’uomo e
salvarlo - amore, questo, nella sua forma più radicale.
Lo sguardo rivolto al fianco squarciato di Cristo, di cui
parla Giovanni (cfr 19, 37) comprende ciò che è stato il
punto di partenza di questa Lettera enciclica.
E’ lì che questa
verità può essere contemplata. E partendo da lì deve ora
definirsi che cosa sia l’amore. A partire da questo sguardo il
cristiano trova la strada del suo vivere e del suo amare.
13 - A questo atto di offerta Gesù ha dato una presenza duratura
attraverso l’istituzione dell’Eucaristia, durante l’Ultima
Cena.
Egli anticipa la sua morte e risurrezione donando già in
quell’ora ai suoi discepoli nel pane e nel vino se stesso, il suo
corpo e il suo sangue come nuova manna (cfr Gv 6, 31-33).
Se il mondo antico aveva sognato che, in fondo, vero
cibo dell’uomo - ciò di cui egli come uomo vive - fosse il
Logos, la sapienza eterna, adesso questo Logos è diventato
veramente per noi nutrimento come amore.
L’Eucaristia ci attira nell’atto oblativo di Gesù. Noi non
riceviamo soltanto in modo statico il Logos incarnato, ma
veniamo coinvolti nella dinamica della sua donazione.
L’immagine del matrimonio tra Dio e Israele diventa
realtà in un modo prima inconcepibile: ciò che era lo stare
di fronte a Dio diventa ora, attraverso la partecipazione alla
donazione di Gesù, partecipazione al suo corpo e al suo sangue,
diventa unione.
La “mistica” del Sacramento che si fonda nell’abbassamento
di Dio verso di noi è di ben altra portata e conduce
ben più in alto di quanto qualsiasi mistico innalzamento
dell’uomo potrebbe realizzare”.
La ‘Esortazione apostolica post-sinodale SACRAMENTUM
CARITATIS è un documento monumentale. E’ stato
firmato nel febbraio 2007. Pur tenendo presente tutto
quanto vi è contenuto, noi riportiamo soltanto i numeri 66,
67, 68, alla fine della seconda parte, che hanno per argomento “Adorazione e pietà eucaristica”.
66 - () Mentre la riforma muoveva i primi passi, a volte l’intrinseco
rapporto tra la santa Messa e l’adorazione del Ss.mo
Sacramento non fu abbastanza chiaramente percepito.
Un’obbiezione allora diffusa prendeva spunto, ad esempio,
dal rilievo secondo cui il Pane eucaristico non ci sarebbe
dato per essere contemplato, ma per essere mangiato. In
realtà alla luce dell’esperienza di preghiera della Chiesa, tale
contrapposizione si rivelava priva di ogni fondamento. Già
Agostino aveva detto:”Nessuno mangia questa carne senza
prima adorarla; peccheremmo se non l’adorassimo”.
Nell’Eucaristia, infatti, il Figlio di Dio ci viene incontro
e desidera unirsi a noi; l’adorazione eucaristica non è che
l’ovvio sviluppo della Celebrazione eucaristica, la quale è in
se stessa il più grande atto di adorazione della Chiesa. Ricevere
l’Eucaristia significa porsi in atteggiamento di adorazione
verso Colui che riceviamo. Proprio così e soltanto così
diventiamo una cosa sola con Lui e pregustiamo in anticipo,
in qualche modo, la bellezza della liturgia celeste.
L’atto di adorazione, al di fuori della Messa, prolunga e
intensifica quanto è stato fatto nella Celebrazione liturgica
stessa.
Infatti “soltanto nell’adorazione può maturare un’accoglienza
profonda e vera. E proprio in questo atto personale
di incontro col Signore matura poi anche la missione
sociale che nell’Eucaristia è racchiusa e che vuole rompere le
barriere non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto
le barriere che ci separano dagli altri”.
67 - Insieme all’Assemblea Sinodale, pertanto, raccomando
vivamente ai Pastori della Chiesa e al Popolo di Dio la pratica
dell’adorazione eucaristica, sia personale che comunitaria.
Vorrei qui esprimere ammirazione e sostegno a tutti gli
Istituti di vita consacrata i cui membri dedicano una parte
significativa del loro tempo all’adorazione eucaristica. In tal modo essi offrono a tutti l’esempio di persone che si lasciano
plasmare dalla presenza reale del Signore.
Desidero ugualmente incoraggiare quelle associazioni
di fedeli, come anche le Confraternite, che assumono questa
pratica come loro speciale impegno, diventando così fermento
di contemplazione per tutta la Chiesa e richiamo alla
centralità di Cristo per la vita dei singoli e delle comunità.
68 - Il rapporto personale che il singolo instaura con Gesù,
presente nell’Eucaristia, lo rimanda sempre all’insieme della
comunione ecclesiale, alimentando in lui la consapevolezza
della sua appartenenza al Corpo di Cristo.
Per questo, oltre ad invitare i singoli fedeli a trovare personalmente
del tempo da trascorrere in preghiera davanti al
Sacramento dell’altare, ritengo doveroso sollecitare le stesse
parrocchie e gli altri gruppi ecclesiali a promuovere momenti
di adorazione comunitaria.
*
Signore, noi crediamo
che “La santissima Eucaristia è il dono che Gesù Cristo fa di
se stesso, rivelandoci l’amore infinito di Dio per ogni uomo”.
Signore, noi crediamo che “In questo mirabile sacramento
si manifesta l’amore “più grande”, quello che spinge
a Dare la vita per i propri amici”.
Signore, noi crediamo che “Gesù nel Sacramento eucaristico
continua ad amarci Fino alla fine, fino al dono del
suo corpo e del suo sangue”.
Signore, noi crediamo che “Il Dio incarnato ci attrae
tutti a sé. Da ciò si comprende come ‘agape’ sia ora divenuta
anche un nome dell’Eucaristia: in essa l’agape di Dio viene
a noi corporalmente per continuare il suo operare in noi”.
Signore, noi crediamo che “La fede della Chiesa è essenzialmente
fede eucaristica e si alimenta in modo particolare
alla mensa dell’Eucaristia”.
Signore, noi crediamo che “Grazie all’Eucaristia la
Chiesa rinasce sempre di nuovo!”.
Signore, noi crediamo che quando, nella sinagoga di
Cafarnao, hai affermato Io sono il pane della vita, ti sei manifestato“Come il pane di vita, che l’eterno Padre dona agli
uomini”.
Signore, noi crediamo che il “Mistero della fede” è mistero
di amore trinitario, al quale siamo per grazia chiamati
a partecipare”.
Signore, noi crediamo che “Nell’Eucaristia () il Figlio di
Dio ci viene incontro e desidera unirsi a noi”.
Signore, noi crediamo che “L’adorazione eucaristica
non è che l’ovvio sviluppo della Celebrazione eucaristica,
la quale è in se stessa il più grande atto d’adorazione della
Chiesa”.
Signore, noi crediamo che “L’atto di adorazione al di
fuori della Messa prolunga ed intensifica quanto s’è fatto
nella Celebrazione liturgica stessa”.
*
Signore, noi Ti adoriamo
perché “Soltanto nell’adorazione può maturare un’accoglienza
profonda e vera. E proprio in questo atto personale
di incontro col Signore matura poi anche la missione sociale
che nell’Eucaristia è racchiusa e che vuole rompere le barriere
non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto le
barriere che ci separano gli uni dagli altri”.
Signore, noi Ti adoriamo perché l’adorazione “Permette
di vivere più profondamente e con maggiore frutto la stessa
Celebrazione liturgica”.
Signore, noi Ti adoriamo perché è bello “Sostare in compagnia
di Gesù, coltivando lo stupore per la sua presenza
nell’Eucaristia”.
Signore, noi Ti adoriamo perché Gesù ha dato, all’atto di
offerta sulla croce, “Una presenza duratura attraverso l’istituzione
dell’Eucaristia, durante l’Ultima Cena”.
Signore, noi Ti adoriamo perché Gesù, nell’Ultima
Cena “Anticipa la sua morte e risurrezione donando già in
quell’ora ai suoi discepoli nel pane e nel vino se stesso, il suo
corpo e il suo sangue come nuova manna”.
Signore, “Il mondo antico aveva sognato che, in fondo,
vero cibo dell’uomo - ciò di cui egli come uomo vive - fosse
il Logos. La sapienza eterna”. Noi Ti adoriamo perché “Adesso
questo Logos è diventato veramente per noi nutrimento
- come amore”.
Signore, Ti adoriamo perché nell’Eucaristia, che Tu ci
hai donato, “Non riceviamo soltanto in modo statico il Logos
incarnato, ma veniamo coinvolti nella dinamica della
donazione”.
Signore, noi Ti adoriamo perché, donandoci la santissima
Eucaristia, Tu ci hai donato te stesso, esaurendo le tue
possibilità di dono.
Signore, noi Ti adoriamo perché “L’immagine del matrimonio
tra Dio e Israele (inconcepibile)”, nella santissima
Eucaristia l’hai resa una realtà viva e palpitante. “Ciò che era
lo stare di fronte a Dio diventa ora, attraverso la partecipazione
alla donazione di Gesù, partecipazione al suo corpo e
al suo sangue. Diventa unione”.
+
Signore, perdonaci
quando pensiamo che il tempo consumato nell’adorazione
eucaristica non abbia motivazione valida. Non riflettiamo
che “L’adorazione eucaristica non è che l’ovvio sviluppo della
Celebrazione eucaristica”.
Signore, perdonaci quando, nelle nostre poche e distratte
meditazioni, non riflettiamo che “La vera novità del
Nuovo Testamento non sta in nuove idee, ma nella figura
stessa di Cristo, che dà carne e sangue ai concetti (realismo
inaudito!)”.
Signore, perdonaci quando sottovalutiamo l’azione
pedagogica che Tu hai usato nell’Antico Testamento. Già
da allora “La novità biblica non consiste semplicemente in
nozioni astratte, ma nell’agire imprevedibile e in un certo
senso inaudito” tuo.
Signore, perdonaci quando non pensiamo che “Questo
agire di Dio acquista ora (nel Nuovo Testamento) la sua forma
drammatica nel fatto che, in Gesù Cristo, Dio stesso
insegue la ‘pecorella smarrita’”.
Signore, perdonaci quando ascoltiamo la parabola del
pastore che va dietro alla pecorella smarrita, della donna alla
ricerca della dramma, del padre che va incontro al figliol
prodigo e lo abbraccia, solo per la bellezza letteraria e per
l’impatto emotivo che esse suscitano in noi.
Signore, perdonaci quando non riusciamo a scoprire
che quanto Tu ci dici attraverso il linguaggio delle parabole,“Non sono soltanto parole, ma costituiscono la spiegazione
del tuo stesso operare ed agire”.
Signore, perdonaci quando non riusciamo a vedere che
nella morte in croce di Gesù “Si compie quel rivolgersi di
Dio contro se stesso nel quale egli si dona per rialzare l’uomo
e salvarlo - amore questo nella sua forma più radicale”.
Signore, perdonaci quando cerchiamo stimoli in tante
cose, e non puntiamo la nostra attenzione sul fatto che è
guardando il tuo fianco squarciato che “Il cristiano trova la
strada del suo vivere e del suo agire”.
Signore, “La ‘mistica’ del Sacramento, che si fonda
nell’abbassamento di Dio verso di noi, è di ben altra portata
e conduce ben più alto di quanto qualsiasi mistico innalzamento
dell’uomo potrebbe realizzare”. Signore, pensare
tutto ciò è esaltante! Perdona la nostra superficialità e disattenzione.
*
Signore, Ti chiediamo
luce per vedere che al suo “Atto di offerta Gesù ha dato una
presenza duratura attraverso l’istituzione dell’Eucaristia, durante
l’Ultima Cena”.
Signore, donaci docilità per accettare quanto il Papa
raccomanda “Vivamente ai Pastori della Chiesa e al Popolo
di Dio: la pratica dell’adorazione eucaristica sia personale
che comunitaria”.
Signore, donaci saggezza per imitare il buon “Esempio
di persone che si lasciano plasmare dalla presenza del Signore
risorto” attraverso l’adorazione eucaristica.
Signore, aiutaci a capire che “Il rapporto personale che
il singolo instaura con Gesù, presente nell’Eucaristia, lo rimanda
sempre all’insieme della comunione ecclesiale, alimentando
in lui la consapevolezza della sua appartenenza al
Corpo di Cristo”.
Signore, donaci lo spirito di corpo che ci convinca ad
unire le nostre persone alle “Parrocchie e agli altri gruppi
ecclesiali” che promuovono “Momenti di adorazione comunitaria”.
Signore, i nostri Pastori oggi, stante la crisi e le tante
cose di cui debbono preoccuparsi, sono oberati di lavoro.
Aiutali a trovare ogni giorno, insieme ai fedeli, un po’ di“Tempo da trascorrere davanti al Sacramento dell’altare”.
Signore, suscita anime brucianti di zelo per l’incremento
del culto eucaristico, e dona loro la soddisfazione di vedere
tanti fratelli in adorazione davanti ai tuoi tabernacoli.
Signore, aiutaci a condividere la conclusione che il Papa,
San Giovanni Paolo II, tira, dopo aver elencato una lunga
litania di santi che si sono formati davanti alla santissima
Eucaristia: “La santità ha sempre trovato il suo centro nel
Sacramento dell’Eucaristia”.
Signore, aiutaci a prendere nella giusta considerazione
l’esortazione che lo stesso Papa rivolge a “Tutti i laici e
alle famiglie in particolare: trovare continuamente nel Sacramento
dell’amore di Cristo l’energia per trasformare la
propria vita in un segno autentico della presenza del Signore
risorto”.
+
Signore, Ti ringraziamo
per la luce che dai attraverso le parole sapienti e incoraggianti
del Sommo Pontefice.
Signore, Ti ringraziamo per lo zelo con cui i nostri pastori
ci edificano, con le esortazioni e con l’esempio, a coltivare
il culto eucaristico, sorgente di ogni santità.
Signore, Ti ringraziamo per lo stimolo che viene a noi
dal buon esempio di “Tanti Istituti di vita consacrata, i cui
membri dedicano una parte significativa del loro tempo
all’adorazione eucaristica”.
Signore, Ti ringraziamo perché, per accendere anche in
noi un po’ di fervore eucaristico, susciti (e con particolare
intensità nel nostro tempo) Confraternite che assumono
l’impegno dell’adorazione eucaristica come “loro speciale
impegno”.
Signore, Ti ringraziamo per lo spirito di devozione verso
la santissima Eucaristia che genera “Fermento di contemplazione
per tutta la Chiesa e richiamo alla centralità di Cristo
per la vita dei singoli e delle comunità”.
Signore, Ti ringraziamo per il commovente esempio dei
martiri di Abitine. Essi sfidarono la proibizione dell’impero
romano che vietava loro il culto cristiano. “Furono martirizzati
mentre dichiaravano che non era loro possibile vivere
senza l’Eucaristia, cibo del Signore: ‘Sine dominico non
possumus’”.
Signore, condividiamo l’affermazione di S. Agostino:‘Ci hai fatti per Te, Signore; e il nostro cuore è inquieto
finché non riposa in Te’. E Tu, oltre ad averci fatti per Te,
ci vuoi con Te. E perché non manchiamo il traguardo ti sei
messo al nostro fianco come compagno di viaggio, luce, guida
e nutrimento. Ti ringraziamo, Signore, dal profondo del
cuore. Aiutaci a non deluderti e a non scegliere altri che Te,
unico e sommo nostro bene.
Signore, ci hai aiutato a vivere con te ‘quaranta ore’! Ti
ringraziamo dal profondo del cuore. Quante cose ci hai detto!
Alcune ci hanno trovati disattenti, ma qualcuna ci risuona
ancora nell’anima. Signore, ripetici quelle che non abbiamo
capito; dacci la volontà di approfondire quelle che sono
dentro di noi; soprattutto dacci coraggio e determinazione
per mettere in pratica i tuoi preziosissimi suggerimenti.
Signore, Ti ringraziamo perché in Maria santissima, ‘Donna eucaristica’, ci dai “L’icona meglio riuscita” e il “Modello
insostituibile della vita eucaristica”. Aiutaci a guardarla
con attenzione e pregarla che ci dia una mano.
Continua con Parte Quinta
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