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Le Poesie di questa pagina, di Patrizia Fontana Roca, sono
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NATALE
Mio Dio, mio Dio
dove nascerai stanotte?
La terra vive la preistoria
della sua distruzione
impazzita tra neon, sirene, esplosioni,
popolata di mostri, d'automi
che si urtano, corrono, vociano,
s'insultano con rabbia,
si uccidono...
L'Umanità ferocemente fagocita
ogni specie vivente
senza più illudersi, senza credere.
Nel cuore degli uomini
nemmeno un lume di speranza...
Capitalista, borghese, proletario,
politicante, show-man, finanziere...
Chi sarai?
Dove nascerai?
In un'asettica clinica svizzera
o in un maleodorante
ospedale italiano?
Era questa l'uguaglianza
di cui Tu parlavi?
Mio Dio,
dove nascerai stanotte?
Nel cuore degli uomini
nemmeno un filo di bontà!
... La Tua cometa, offuscata dai neon,
si frantumerà contro uno
dei mille satelliti che solcano i cieli,
o contro una bomba dispersa...
Ma, nonostante tutto,
Tu nascerai stanotte
in questa nuda stalla
che è il cuore degli uomini,
portando di nuovo
bontà e speranza...
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FAVOLE
"Voglio una bambola che sembri proprio
viva!"
"Io, invece, una lucente macchina sportiva..."
Questo chiedono, ansiosi, i miei bambini
pensando al vecchio con la barba bianca,
generoso, e disposto a perdonare,
a chiuder gli occhi sulle marachelle
e che, trainando la slitta tra le stelle,
doni e dolciumi è pronto a dispensare...
Una favola bella che t'incanta,
a cui ormai quasi nessuno crede.
Ma è un sogno a cui i bimbi prestan fede,
a cui s'afferran con la mano stretta,
Io rammento, con un pò di nostalgia,
le lunghe notti dell'Epifania
(Babbo Natale non esistenva ancora
che nelle case dell'alta borghesia...)
E nel ricordo, vivo come allora,
quel groppo d'ansia che premeva il cuore
e gli occhi ti faceva spalancare
nel buio, le pupille dilatate,
impensierita dalle birbonate
del giorno prima, poi dimenticate.
D'un tratto, un breve sogno interveniva
e delicato richiudeva gli occhi,
regalandomi fantastiche visioni
di bambole, dolciumi e di balocchi,
allineati sotto un albero imponente,
carico di festoni e d'ornamenti.
In cima, ad un palmo dal soffitto,
il puntale a forma di cometa
e nell'intreccio dei rami, fitto fitto,
le luci, le palline legate con la seta.
Poi la candida cascata della neve,
ovatta bianca o pugni di farina,
su cui l'impronta della mia manina
tracciava solchi, un altro sogno lieve
destando, d'un paesaggio da fiaba, evanescente.
Nella realtà, l'abete era finto
e striminzito
con l'anima , di ferro, i rami spogli,
l'esile base di legno avvolta in fogli
di carta velina, attorno a un inesistente
vaso di coccio... Il sogno è già svanito...
Peccato, non possa tornare bambina
nel cuore annebbiato nutrire speranze,
far crescere sogni illusori negli occhi,
infantili visioni di dolciumi e balocchi. |
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LETTERINE DI NATALE
Nell'album dei ricordi ho ritrovato
le mie vecchie letterine di Natale:
un angioletto sopra una capanna,
un San Giuseppe ed una Madonnina,
un Bambinello in fasce sulla paglia.
Tutt'intorno dei lievi fregi d'oro,
quasi un ricamo di fiori e foglioline.
E sulla carta, dal tempo ormai ingiallita,
la mia grafia minuta ma decisa:
"Carissimo papà, cara mammina..."
e giù una nota d'impegni, di promesse
d'essere buona, obbediente, rispettosa.
Augurandomi che Gesù Bambino,
nella sua bontà avrebbe perdonato
ogni mia colpa, ogni birbonata
e per Natale m'avrebbe poi portato
quella bambola bella, vestita da fatina,
che sorrideva seduta lì in vetrina...
Queste due poesie fanno parte della Silloge "Infanzia"
premiata all'VIII Ed. del concorso di Poesia e Narrativa
città di Pomezia, 1987
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NATALE DI GUERRA
Nel mondo ancora guerre
Filo spinato, cannoni, trincee...
uomini che muoiono stringendo le armi,
in nome di mille utopie.
Pace, fratelli... Pace.
Volando, gli aerei gettano bombe
non giocattoli
e voi bimbi, non sorridete,
non sognate verdi alberi e doni...
Perchè?
Le stelle, stanotte, indicano
la strada dell'Amore
Oggi è giorno di festa, di speranza,
Cristo nasce
per cancellare ogni guerra.
Deponete le armi per abbracciarvi.
Pace, fratelli... Pace!
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Poesia premiata al Concorso di Poesia "Nerola '85" e pubblicata
nella relativa Antologia |
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UN CARICO DI DONI
Con la sua gerla carica di doni,
Babbo Natale, arriva sulla porta
chiedendo, com'è solito ogni volta:
"Avete fatto i bravi, siete buoni?"
Qualcuno non s'arrischia ad assentire
e si mette in un canto, sconsolato,
perchè durante l'anno ch'è passato
n'ha combinati di guai a non finire...
Ma lui, di quel bimbo sconsolato
nel cuore legge tutto il pentimento
e, con gli occhi ridenti come stelle,
dal sacco colmo estrae tutto contento
un bel gioco ed un pò di caramelle
per quel bimbo ch'è stato un pò ribelle. |
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Sillogi:
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Per altre poesie vedere in Collaborazioni Varie:
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In Collaborazioni, della D.ssa Rosita Taddeini:
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Altri link connessi al Natale e al Presepe:
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e
In Di tutto un pò: Il Presepe dei Netturbini romani:
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