IL "TITULUS EQUITII"
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Il Titulus Equitii è ancora ben visibile nei sotterranei della chiesa.
Tramite la scalinata aperta alla fine della navata
centrale si scende nella cripta - prima attribuita
a Pietro da Cortona mentre è del Gagliardi
- dalla quale, attraverso una porticina sulla sinistra,
un'ulteriore scala molto antica immette nel Titulus
dove vi sono frammenti architettonici antichi e medievali
e parti di affreschi del IX secolo, tra cui quello
dedicato a San Silvestro, immagini di santi e della
Croce gemmata e alcune lapidi commemorative di fatti
riguardanti la basilica e religiosi carmelitani. |
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Altare di S. Silvestro Papa nella Cripta |
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La chiesa edificata da Papa Simmaco sul Titolo venne restaurata nel 772 da Adriano I; sembra che avesse 12 arcate ricoperte d'argento come la confessione e il ciborio dell'altare maggiore, ma di questo poco e niente è rimasto, forse qualche colonna. La costruzione venne ampliata, annettendole un altro complesso, che aveva come base quello precedente; il risultato finale si presentava quindi su due piani.
Nella prima metà dell'anno 800, Papa Sergio II fece eseguire dei restauri e ampliò ancora la costruzione, facendovi erigere accanto un Monastero. I lavori, che portarono alla forma tuttora esistente, vennero conclusi da Leone IV (847 855) che fece dipingere le pareti della basilica ed ornò di mosaici l' abside, affidando, circa nell'anno 760, la chiesa ai monaci.
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La trasformazione della chiesa in quella
che oggi si può ammirare venne effettuata tra il
l 1635 e il 1664, grazie al priore Giovanni Antonio Filippini
che impegnò il suo cospicuo patrimonio per dare nuovo
smalto alla basilica e proprio in occasione di questi lavori
fu da lui riscoperto il vecchio Titolo che venne riportato
alla luce.
Egli affidò i lavori di ristrutturazione del complesso
all'architetto Filippo Gagliardi che si avvalse dell'opera
di grandi artisti dell'epoca come Gaspare Dughet, il Lucchesino,
il Bolognese ed altri.
La struttura della chiesa attuale segue la chiesa antica e molti parti sono state riusate.
L'interno è appunto quello proprio
delle basiliche, con 3 navate e due ordini di antiche colonne
romane, (provenienti dall'antica basilica del V secolo),
24 in tutto, ornato di decorazioni di stucchi e nicchie.
Due scale presso il presbiterio conducevano all' oratorio
sottostante da cui si raggiungeva l' antica chiesa creata
nel Titolo Equizio; con la nuova ristrutturazione, sempre
ad opera del Gagliardi, esse vennero soppresse e sostituite
dalla apertura di una scala centrale che porta alla cripta
sotto l'altare maggiore.
Su ogni lato della navata centrale vennero
chiuse le finestre medievali ed aperti 3 grandi finestroni
ed in alto vennero apposti stucchi, medaglioni e statue.
Le statue sulla cornice - eccezion fatta per quelle di San
Giovanni Battista e di Sant'Antonio Abate, che sono state
realizzate da Daniele Fiammingo - sono di Paolo Naldini.
Le statue raffigurano Santa Giusta, madre di San Silvestro,
Sant'Innocenzo, San Martino Papa, San Teodoro, Santa Ciriaca,
Santo Stefano, San Sebastiano e san Nicandro, mentre nei
medaglioni sono rappresentati altri santi e martiri, come
Santa Paolina e santa Sofia.
Al di sopra delle colonne e sotto gli stucchi e le statue,
su ogni lato, vennero posti dei simboli biblici in rilievo,
la cosidetta Bibbia dei poveri. I simboli della fascia destra
si riferiscono ad episodi biblici ed al culto ebraico, quelli
di sinistra rappresentano scene e strumenti di martirio
a legare il Vecchio ed il Nuovo Testamento. Vi sono inoltre
8 medaglioni di stucco dorato, quattro con i simboli del
Vecchio Testamento e 4 con quelli degli Evangelisti. Anche
questo lavoro venne eseguito da Paolo Naldini.
Venne anche abbassato il pavimento di
circa 80 cm. e le pareti delle navate, negli spazi presenti
tra i vari altari, vengono affrescate, con scenari della
campagna romana, alcune dal Grimaldi di Bologna ed altre
dal famoso Gaspare Pussino o Dughet, ispirandosi alla vita
di Elia, figura modello dell'Ordine Carmelitano.
Gli affreschi del Dughet, tra realtà biblica e leggenda
sono in realtà 16 mentre 2 sono di Giovanni Francesco
Grimaldi e rappresentano tutta la vita di S. Elia profeta:
il Signore parla ad Elia sull'Oreb; Elia chiama Eliseo,
il profeta rimprovera il re Acab, i discepoli di Gerico
riconoscono come loro padre Eliseo, gli orsi sbranano dei
ragazzi che irridono ad Eliseo, il sacrificio di Elia sul
monte Carmelo contro i falsi profeti di Baal, strage dei
falsi profeti, Simone Stock eremita è chiamato al
Carmelo da Maria, Elia vede la nuvoletta che viene dal mare,
(nell'Ordine la nuvoletta è Maria Immacolata Concezione
e Mediatrice), Elia è rapito in cielo su un carro
di fuoco, il profeta Elia divide con il mantello il fiume
Giordano e lo attrraversa con Eliseo, Elia si nasconde vicino
ad un torrente e viene nutrito dai corvi; Elia compie la
missione ricevuta da Dio di ungere Azael re di Siria, ad
Elia un angelo porta un pane nel deserto e acqua; annunzio
del sacerdote Basilide della vittoria dell'imperatore Tito
su Gerusalemme. San Cirillo Carmelitano celebra messa sul
Carmelo e riceve da un angelo due tabelle in argento su
cui sono descritti i futuri mali della chiesa,. a 3 eremiti
carmelitani viene manifestato il messaggio del germoglio
di Jesse: da Santa Emerenziana nascerà Sant'Anna
madre di Maria Santissima e da Sant'Ismeria nascerà
Santa Elisabetta madre del Battista, Sobach prevede in sogno
il ministero del figlio Elia.
Vi sono poi nella navata più piccola di sinistra,
altri due affreschi del Gagliardi che riproducono l'interno
di due basiliche, quella di San Pietro e quella di San Giovanni
in Laterano
Entrando, sulla navata di sinistra, si ammira
il rinnovato affresco del Battesimo del sultano di
Damasco, che si ispira ad una leggenda carmelitana
secondo cui il rito battesimale venne eseguito da
San Cirillo. Al centro della navata, invece, l'affresco dedicato al "Concilio di San Silvestro", realizzato da Galeazzo Leoncini. |
Sulla sinistra dell'altare centrale, in fondo alla
navata, c'è un altare dedicato alla Madonna
del Carmine, opera del 1593 di Girolamo Massei, dovuto
alla generosità di Caterina de Nobili, moglie
del Conte Sforza di Santa Fiora. Su questa Madonna c'è una storia meravigliosa databile tra il 1796 ed il 1797: - Alla vigilia dell'invasione Napoleonica
in Italia, nel 1796, fatto unico nella storia del
Cristianesimo e nel mondo, si produssero un numero
elevatissimo di prodigi mariani, non solo relativi
ad immagini dipinte ma anche a statuette, edicole
stradali, ecc. |
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Accanto alla cappella della Madonna del Carmine, si apre l'accesso alla Sacrestia dove in passato era conservata una lampada votiva d'argento che sembra esser stata realizzata con la tiara di San Silvestro. Sull'altare presente nella Sacrestia una bella immagine di Maria Immacolata |
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Tornando alla descrizione della basilica, numerosi gli altari laterali, eseguiti sempre su ordine del priore Filippini::
- a sinistra quello della Trinità, su cui si innalza un dipinto di Giovanni Angelo Canini che rappresenta la Trinità, san Bartolomeo e san Nicola di Bari; - l'altare di sant'Alberto Carmelitano su cui si
vede il dipinto dedicato al santo, di Gerolamo Muziano,
e sotto cui si conservano - nella riproduzione del
corpo in cera - alcune reliquie di San Giuseppe Maria
Tomasi di Lampedusa, cardinale titolare della basilica. |
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A destra, invece altare di santa Maria Maddalena de' Pazzi con sopra un dipinto di Matteo Piccione; - l'altare di santa Teresa di Gesù con una pala di Gian Battista Greppi; - l'altare di san Martino di Tours con una intensa tela di Fabrizio Chiari - di santo Stefano con quadro di Giovanni angelo Canini - e di san Carlo Borromeo con pala di Filippo Gherardi. |
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A destra, all'entrata, un antico Fonte battesimale accanto al quale una lapide attesta: "In questo fonte venne battezzato san Gaspare del Bufalo (1786)", è precedente ovviamente a tale data.. La tela del Cavallucci, con il Battesimo di Gesù posta sopra il Fonte, è stata trafugata negli ultimi anni.
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Il nuovo altare maggiore venne
eseguito su disegno di Francesco Belli verso la fine
del 1700, in marmo pregiato e con ornamenti in bronzo,
sormontato da un tempietto in marmo a cupola. |
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mentre più in basso e nel coro belle immagini di santi: Santa Maria Maddalena de' Pazzi, San Pier Tommaso, Santa Teresa di Gesù, (nel coro in legno, disegnato sempre dal Belli)) Sant' Andrea Corsini, San Martino e san Francesco Saverio a sinistra dell'abside, San Silvestro e San Carlo a destra. |
Santa Maria Maddalena de' Pazzi |
Santa Teresa di Gesù |
San Martino |
San Silvestro I Papa |
I Santi Silvestro e Martino vescovo, posti ai lati dell'altare maggiore, sono del Baglioni.
La festa di s. Martino viene festeggiata liturgicamente in modo solenne, l11 novembre e sull'altare dedicato al Santo viene esposto un busto bronzeo.
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La
facciata, a cui si accede tramite una nuova piccola gradinata,
verrà ristrutturata tra il 1664 e il 1676 con stucchi
di Stefano Castelli; sul portale vi sono due piccoli bassorilievi
con le figure dei due santi titolari.
Il lato est della chiesa, lungo via Equizia, poggia su grossi
blocchi di tufo, probabilmente presi dalle vicine Mura Serviane,
utilizzati poi, come accadeva in quei tempi, come costruzioni
nel secolo IX.
Nel 1714 viene costruito il campanile a vela e nel 1780,
con l'appoggio del Cardinale titolare Saverio Zelada verranno
effettuate dorature e capitelli alle cornici ed altre decorazioni,
nel 1787 verrà riifatto il pavimento e alla fine
del secolo, come già accennato, verrà ricostruito
l'altare maggiore e verranno effettuate le decorazioni e
le pitture dell'abside, nonchè ristrutturata la cappella
del Carmine.
Dopo il 1870, lo stato italiano incamerò
i beni ecclesiastici e in quegli anni si verificano dei
crolli di alcuni muri sopra il Titolo, che rovinarono affreschi
e strutture là presenti.
Nel 1930 vennero effettuati dei lavori di ristrutturazione
totale e, successivamente, nel 1945 venne restaurata la
scalinata di via Giovanni Lanza, mentre nel 1954 furono
eseguiti restauri nella cripta e dal 1964 al 1972 furono
restaurati gli affreschi del Dughet e altre tele.
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Sotto l'affresco del "Concilio di San Silvestro" è sepolto il corpo del Venerabile Angelo Paoli, Carmelitano, denominato "padre dei poveri" per la sua opera caritativa svolta presso il convento e presso un convalescenziario situato nelle vicinanze. Del Venerabile Paoli si conservano, inoltre, all'interno del Convento, in una ampia teca molti suoi semplici oggetti tra cui l'inginocchiatoio, un piccolo scrittoio, qualche libro, qualche indumento consunto ed un bel busto marmoreo. |
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Tra i titolari del Titulus Ss. Silvestri et Martini in Montibus, oltre a San Carlo Borromeo, san Giuseppe Maria Tomasi da Lampedusa, il Card. Alfredo Ildefonso Schuster, ci sono stati i futuri papi Pio XI e Paolo VI.
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Il Convento, sulla destra della Basilica |
Il Convento annesso
alla basilica è stato costruito sotto Sergio
II; si trattava di un refettorio, un dormitorio e
altre poche stanze |
Il Collegio Pio XI (sede della
Curia Generalizia) nacque per opera del Priore Generale,
P. Elia Magennis, che desiderava la creazione di
un Collegio Carmelitano Irlandese a Roma.
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- Per maggiori notizie sui prodigi relativi al quadro della Madonna del Carmine e ad altre immagini, vedere in Religiosità - Sante Curiosità la parte intitolata "Lacrime e Sorrisi"
per altre notizie su santi, beati e servi di Dio del Carmelo, vedere l'articolo ad hoc in Religiosità:
Sulla recente Beatificazione di Angelo Paoli, sempre in Religiosità: