Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

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INTRODUZIONE

«Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme» (1 Pt 2, 21). Questo significa fare le medesime cose. Così hanno fatto con ardente amore i santi martiri e, se non vogliamo celebrare inutilmente la loro memoria, se non vogliamo accostarci infruttuosamente alla mensa del Signore, a quel banchetto in cui anch'essi si sono saziati, bisogna che anche noi, come loro, siamo pronti a ricambiare il dono ricevuto. A questa mensa del Signore, perciò, noi non commemoriamo i martiri come facciamo con gli altri che ora riposano in pace, cioè non preghiamo per loro, ma chiediamo piuttosto che essi preghino per noi, per ottenerci di seguire le loro orme. Essi, infatti, hanno toccato il vertice di quell'amore che il Signore ha definito come il più grande possibile. Hanno presentato ai loro fratelli quella stessa testimonianza di amore, che essi medesimi avevano ricevuto alla mensa del Signore. Non vogliamo dire con questo di poter essere pari a Cristo Signore, qualora giungessimo a rendergli testimonianza fino allo spargimento del sangue. Egli aveva il potere di dare la sua vita e di riprenderla, mentre noi non possiamo vivere finché vogliamo, e dobbiamo morire anche contro nostra voglia. Egli, morendo, uccise subito in sé la morte, mentre noi veniamo liberati dalla morte solo mediante la sua morte. La sua carne non conobbe la corruzione, mentre la nostra, solo dopo aver subito la corruzione, rivestirà per mezzo di lui l'incorruttibilità alla fine del mondo. Egli non ebbe bisogno di noi per salvarci, ma noi, senza di lui, non possiamo far nulla. Egli si è mostrato come vite a noi che siamo i tralci, a noi che, senza di lui, non possiamo avere la vita. In fine, anche se i fratelli arrivano a dare la vita per i fratelli, il sangue di un martire non viene sparso per la remissione dei peccati dei fratelli, cosa che invece egli ha fatto per noi. E con questo ci ha dato non un esempio da imitare, ma un dono di cui essergli grati. I martiri dunque, in quanto versarono il loro sangue per i fratelli, hanno ricambiato solo quanto hanno ricevuto dalla mensa del Signore. Manteniamoci sulla loro scia e amiamoci gli uni gli altri, come Cristo ha amato noi, dando se stesso per noi.

(S. Agostino d’Ippona)

 

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SANTA VITTORIA, MARTIRE IN SABINA

 

Le Sante Vittoria e Anatolia sono citate nel Martirologio Geronimiano al 10 luglio "VI idus iulii in Savinis Anatholiae Victoriae" ed è ricordata anche il 19 dicembre: :"In Savinis civitate Tribulana Victoriae".
Anche il Martirologio di Beda (che erroneamente pone il martirio della Santa a Roma), di Adone, del diacono Vandelbertus e di Usuardo ridano la martire di Trebula Mutuesca.
L’odierno Martirologio Romano in data 10 luglio ricorda: “In Sabina nel Lazio, sante Anatolia e Vittoria, martiri”.

Questa citazione è importante perché afferma la storicità e la continuità del culto verso la Martire Vittoria.
Le due Sante compaiono effigiate nei mosaici di S. Apollinare Nuovo in Ravenna, l'una a fianco dell'altra, in mezzo alle Martiri più illustri dell'Occidente, Paolina e Cristina

Notizie sulla loro vita, passione e martirio le abbiamo da un documento, la Passio, datata tra il VI o VII sec., “Passio ss. Anatoliae et Audacis et s. Victoriae”, racconto che fu letto dallo stesso San Beda (m. 735), che poi riporterà notizie nel suo Martirologio e così via fino all’odierna stesura del “Romano”.

Secondo la Passio, Anatolia e Vittoria rifiutarono le nozze a due patrizi perché consacrate a Dio. I due aspiranti allora col favore imperiale le mandarono in esilio nei loro possedimenti in Sabina; Vittoria presso la città sabina di Trebula Mutuesca (l'odierno Monteleone Sabino), Anatolia presso la città sabina di Thiora  (l’odierna Tora).
Secondo la Passio vi era nel territorio di Trebula un dragone il cui sbuffo pestifero faceva morire uomini ed animali. Domiziano, signore di Trebula, si recò nel posto dove era stata esiliata Vittoria, e la pregò di salvare la città dal drago. La Santa esorto alla conversione alla fede cristiana: solo allora il dragone sarebbe stato vinto. Così avvenne. Dopo aver scacciato il drago, Vittoria entrò nella spelonca del dragone e qui chiese venisse costruito una chiesa e un monastero a cui capo si mise la stessa Vittoria.
La Passio si inoltra poi in altre particolari, ma ad un certo punto dopo questo esilio a Tebula, un commissario imperiale la esorto a rendere omaggio agli dei dell’Impero come segno della sua sottomissione all’Imperatore, al suo rifiuto la consegno ad un soldato, Audace, che fu incaricato di ucciderla, rinchiudendola in una stanza con un serpente. Il rettile lasciò incolume la Santa, mentre si avventò su Audace entrato, l'indomani, nella stanza per accertarne la morte. Ma Anatolia salvò Audace dal serpente e Audace si fece cristiano; quindi, ambedue furono uccisi di spada. Il martirio delle due Sante e di Audace è fissato dalla Passio al tempo di Decio(249-51).
Tutta la cittadinanza fece lutto per 7 giorni; i sacerdoti di Cristo con tutto il popolo la seppellirono ungendola con unguenti e coprendola con teli di lino. La misero dentro un sarcofago e lo deposero nella grotta dove aveva cacciato il dragone. Nel luogo di sepoltura si verificarono molti miracoli. La Santa fu martirizzata il 18 dicembre del 253 e sepolta il 23 dello stesso mese. Sul luogo del martirio venne edificato un sacello; una chiesa invece era presente già nel VIII secolo. Ricostruita alla fine del XI secolo e restaurata più volte, oggi il luogo di culto dedicato a Santa Vittoria è una bella chiesa romanica. All'interno, oltre al sarcofago che fu di Santa Vittoria possiamo ammirare una cisterna, che raccoglie le acque che secondo la tradizione sgorgano al momento del martirio della Santa.
Per quanto scarso sia il valore di questo testo, il culto delle due Sante è antichissimo ed a partire dal sec. VI - VII, ad esse è congiunto Audace, del quale non è possibile, però, garantire se sia un personaggio reale o una creazione dell'agiografo. Centro del culto è sempre stata, la Sabina, dove dovette avvenire il martirio: Trebula Mutuesca (Monteleone Sabino) per Vittoria, Tora per Anatolia e Audace. Più tardi il culto si propagò in altri luoghi in seguito a traslazioni di reliquie. Il corpo di S. Vittoria fu trasferito nell'anno 827 dall'abate Pietro di Farfa, in fuga davanti ai Saraceni, nel Piceno, sul Monte Matenano: fu poi riportato a Farfa il 20 giugno 931 dall'abate farfense Ratfredo, ma nel Piceno rimase assai vivo il culto della Santa . I corpi di Anatolia e di Audace verso la metà del sec. X furono ritrovati nelle campagne di Tora dall'abate sublacense Leone e trasferiti a Subiaco. In epoca imprecisata un braccio di S. Anatolia fu trasportato nelle diocesi di Camerino, in un paese che si chiamò da allora Santa Anatolia (l’odierna Esanatoglia) in prov. di Macerata. I corpi dei ss. Anatolia e Audace riposano ancora a Subiaco nella basilica di S. Scolastica, sotto l'altare del Sacramento. Al di sopra un bel quadro secentesco rappresentante la Santa nell'atto di liberare Audace dal serpente. Il capo di S. Anatolia, come pure parte quello di S. Vittoria sono conservati, però, nel Sacro Speco: infatti altre parti del teschio di S. Vittoria sono anche a Urbania (PU), e a Montelone Sabino (RI).

Altre reliquie autentiche dalla S. Martire Vittoria sono conservate:

- Piacenza (ricognizione canonica nel 1883)

- S. Vittoria di Libiola (ricognizione canonica nel 1884 e nel 1974)

- Bagnoregio (ricognizione canonica nel 1887)

- S. Vittoria in Matenano (ricognizione canonica nel 1889 e nel 1984)

- Arcisate (ricognizione canonica nel 1933; sangue essiccato portato dal Beato Schuster – è da far notare che il culto di S. Vittoria fu diffuso dal monachesimo benedettino)

- Monteleone Sabino (ricognizione canonica nel 1984)

- Pisoniano (reliquia dell’omero sinistro, dono del Monastero di Subiaco tra il 1326 e il 1639).

Tutte queste reliquie sono appartenute ad una donna di 25 anni vissuta tra il III - IV secolo.

 

Ci sono altre località che venerano la martire di Trebula Mutuesca, ma in realtà sono reliquie provenienti dalle catacombe.
In modo particolare a Baceno, Fonteavellana, Aversa, Roma e Tafalla (Spagna) si venerano le reliquie di una Martire Vittoria detta “di Trebula Mutuesca”; mentre nelle località di S. Vittoria di Osilo, Guardiabruna e Ficulle, si venerava la Martire “di Trebula Mutuesca”, ma poi fu introdotto il culto di un “corpo santo” omonimo e il culto della martire sabina fu un po’ ingannato: in generale in tutti questi casi l’introduzione delle “presunte reliquie” portò giovamento o dopo un po’ di fervore il totale abbandono.


Infine, ecco i luoghi dove è venerata S. Vittoria martire sabina:

- Acquapendente (VT) - Chiesa di Santa Vittoria

- Aggius (OT)

- Anticoli Corrado (RM)

- Arcisate (VA)

- Bagnoregio (VT)

- Bauladu (OR)

- Bonacardo (OR)

- Bonorva (SS)

- Caniga (SS)



- Carsoli (AQ) - Statua acefala di Santa Vittoria

- Castilenti (TE)

- Farfa – Abbazia (RI)

- Fermo (Diocesi)

- Milis (OR)


Affresco

- Monteleone Sabino (RI)

- Nugheddu S. Vittoria (OR)

- Nuraghe di S. Vittoria (CA)

- Osilo (SS)

- Pancalieri (TO)

- Perfugas di Erula (SS)

- Piacenza – Cappella dedicata alla Martire nel Santuario di S. Maria di Campagno

 

- Pietraferrazzana (CH)

- Pisoniano (RM)

- Poggio Sannita (IS)

- Poggio Fibreno di Vicalvi (FR)

- Rieti (Diocesi)

- Santa Vittoria d’Alba (CN) - la reliquia venerata è FORSE di una martire delle catacombe

- Santa Vittoria di Gualtieri (RE) – la reliquia venerata è di una martire delle catacombe (26 marzo 1647)

- Santa Vittoria in Matenano (AP)

- Santa Vittoria di Montereale (AQ)

- Sarroch (CA)

- Sarteano (SI)

- Scano di Montiferro (OR)

- Sedilo (OR)

- Sennariolo (OR)

- Serri (NU)

- Seuni di Selegas (CA)

- Seui (CA)

- Sextu (CA)

- Siligo (SS)

- Spongano (LE) – l’insigne reliquia venerata è di una martire delle catacombe

- Subiaco – Monastero (RM)

- Telti (OT)

- Thiesi (SS)

- Tissi (SS)

- Tornarecchio (CH)

- Villaputzu (CA)

 

Oltre questo elenco, ecco un ultimo elenco di località che venerano reliquie o il corpo estratto dalle catacombe di una Martire Vittoria, che in alcuni casi è sono riconosciute, erroneamente, come quelle della martire sabina (*):

- Altomunster (Germania)

- Aranco di Borgosesia (VC) – parrocchia S. Croce – Callisto – 1682

Arona (NO) - chiesa della Santissima Trinità (Visitazione)

- Aversa (CE) *

- Baceno (VB) – parrocchia San Gaudenzio – Ciriaca – 1702 *

- Bra (CN) - Cappella dedicata a Santa Vittoria nella Chiesa di S. Giovanni *

- Bras (Belgio)

- Cagliari – Chiesa San Antonio da Padova – estratte dal cimitero San Mauro di Cagliari – 1624

- Casteldimezzo (PU) - santuario Santissimo Crocifisso

- Cavagnago (Canton Ticino – Svizzera)

- Cavour (TO) - Vittoria – chiesa Santi Nomi di Gesù e Maria – 1779

- Chiusavecchia (IM) – di anni dodici – parrocchia San Biagio – 1641

- Cimier (Francia)

- Delemont (Svizzera)

- Ferrara – chiesa San Giuseppe (già Agostiniani Scalzi) - Calepodio – 1670


- Ficulle (TR) *

- Fonteavellana di Serra Sant'Abbondio (PU) – Priscilla – 1810 *

- Gorizia - Nel vescovado

- Guardiabruna di Torrebruna (CH) *

- Gubbio (PG) – Monastero San Marziale – Santa Agnese – 1646\1653

- Kilkenny City (Irlanda) – nella cattedrale Santa Maria

- Lisbona (Portogallo) - Ciriaca

- Maria Stein, Ohio (Usa) – S. Ippolito – 1833 (1850)

- Milano - chiesa Santa Maria della Passione

- Morciano di Romagna (RN) - parrocchia San Michele

- Ottobeuren (Germania)

- Pallanzeno (VB) - oratorio San Giuseppe – 1746

- Pizzino di Taleggio (BG) - 1892

- Posta Fibreno (FR) – parrocchia Santa Maria - Ciriaca – 1835, 1753 (di nome proprio)

- Rignano Garganico (FG) – in cappella privata

- Roma - chiesa Santa Maria della Vittoria – Ciriaca (Vittora o Vittoria) *

- Roma - chiesa Santa Maria sopra Minerva (Vittoria o Wittoria) *

- Roma - monastero delle Oblate Benedettine di Monte Oliveto - Tor de’ Specchi *

- Santa Vittoria di Libiola (GE) *

- Santa Vittoria di Osilo (CA) - Priscilla - *

- Sanvincenti (Croazia) - 1669

– Chiesa San Pietro in Silki –  Priscilla - 17 ottobre 1817

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- Sinnai (CA) - reliquie di una martire delle catacombe (estratte dal cimitero San Mauro di Cagliari – 1624)

- Siracusa – Callisto – XIV secolo – Nella cattedrale

- Tafalla (Spagna) *

- Tivoli (RM) – (rinvenimento locale) – 1693

- Torino - parrocchia San Dalmazzo (via Garibaldi)

- Vall'Alta di Albino (BG) - parrocchia Santa Maria Assunta e S. Giacomo

 

Concludendo: oltre la martire sabina e la martire di Cordova di nome Vittoria, la Chiesa venera ben 43 sante “martiri delle catacombe” di nome “Vittoria”.

 

Ed. D.M.G.
3 luglio 2012

 

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Bibliografia e Siti

* AA. VV. - Biblioteca Sanctorum (Enciclopedia dei Santi) – Voll. 1-12 e I-II appendice – Ed. Città Nuova
* C.E.I. - Martirologio Romano - Libreria Editrice Vaticana – 2007 - pp. 1142
* Grenci Damiano Marco – Archivio privato iconografico e agiografico: 1977 – 2012
* Crocetti don Giuseppe – Preghiamo Santa Vittoria – Fermo 1990
* Crocetti & Settimi - Vittoria e Anatolia. Vergini romane, martiri in Sabina – Fermo 1973
* Sito web di santuariodisantavittoriainmonteleonesabinorieti.it

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- Beati e Beate:

- Beata Colomba da Rieti

 

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- Monselice e i suoi Martiri

 

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- Santità Silvestrina

Altro:

 

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- Santità e Chiese Ortodosse

- Sacro Cuore di Gesù e Santità e Sacro Cuore

- "Sarà chiamato Emmanuele"

- "Saremo condotti..."


- Siti personali di Don Damiano Grenci:

http://xoomer.alice.it/damiano.grenci/Home.html

 

http://www.preguntasantoral.es/?p=3177

http://regio18.blogspot.com


 

 

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