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SAN MOMA' : MAMANTE DI CESAREA DI CAPPADOCIA
Quando un automobilista lascia la metropoli milanese in direzione delle montagne, si dirige tra le Prealpi del lecchese e comasco o della bergamasca.
La provincia di Bergamo è famosa per le sue valli: la Valle Brembana, la Valle Seriana, la Valle di Scalve e la Valle Imagna. Esiste poi un una affascinante vallata denominata Valle Cavallina che si trova in prossimità del Lago di Endine, lago di piccole dimensioni ma di importante interesse naturalistico e ambientale.
La Valle Imagna dista da Milano poco più di 50 km da Milano. Nel territorio situato all’imbocco della Valle Imagna, in prossimità della confluenza tra il torrente Imagna e il Fiume Brembo, rappresenta una sorta di strettoia, passaggio obbligato per la viabilità della valle, sorge il comune di Strozza.
Qui ci sono tracce di epoca romana, tra spiccano quelle dell’acquedotto romano.
In località Ca Campo, sorge la piccola chiesa (oratorio) dedicata ai Santi Pantaleone e Brigida. In essa è presento il culto a San Momà.
San Momà è il famoso martire di Cesarea di Cappadocia conosciuto come San Mamante o Mamete, il cui culto è presente in questa località forse per la presenza di legioni romane di origine orientale in istanza presso il Monte Castra in Valle Imagna. |
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LA VITA
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Il Santo Martire Mamante era nato in Paflagonia da pii e illustri genitori, i cristiani Teodoto e Rufina. A causa della loro aperta confessione di fede, i genitori del santo furono arrestati dai pagani e rinchiuso in carcere a Cesarea di Cappadocia. Ben conoscendo le sue debolezze, Teodoto pregò che il Signore lo prendesse prima di essere martirizzato.
Il Signore ascoltò la sua preghiera e Teodoto morì in carcere. Anche Santa Rufina morì dopo di lui e dopo aver dato alla luce un bambino prematuro, che lei pregando affidò a Dio, implorandolo affinché divenisse il protettore e difensore dei bambini orfani.
Dio esaudì la preghiera sul letto di morte di Santa Rufina: una ricca vedova cristiana di nome Ammea, dopo aver piamente sepolto i corpi dei Santi Teodoto e Rufina, prese il ragazzo in casa propria e si prese amorevolmente cura di lui. San Mamante crebbe nella fede cristiana. La madre adottiva favorì lo sviluppo delle sue naturali inclinazioni e molto presto lo mandò a studiare Grammatica. Il ragazzo apprese facilmente e volentieri. Per mezzo di accorte conversazioni e del suo personale esempio il giovane Mamante convertì molti dei suoi stessi compagni al cristianesimo.
Alcune denunce di un tale comportamento giunsero al governatore della città, un certo Democrito. Il giovane fu arrestato e processato. In ossequio al suo nobile lignaggio, Democrito decise di non sottoporlo a tortura ma invece lo mando all’imperatore Aureliano (270-275). L’imperatore cercò, prima gentilmente, poi con varie minacce, di ricondurre San Mamante alla fede pagana, ma in vano: il Santo professò coraggiosamente la sua fede cristiana condannando la follia dei pagani e il loro insensato culto degli idoli. Infuriato, l’imperatore sottopose il giovane a crudeli torture. Alla fine ordinò che fosse annegato, ma un Angelo del Signore salvò San Mamante e lo depose sano e salvo su un’alta montagna nel deserto, situata non lontano da Cesarea. Sottomesso alla volontà di Dio, il santo costruì in quel luogo una piccola chiesa e cominciò a condurre una vita di stretta osservanza pregando e digiunando.
Molto presto egli ricevette un considerevole potere sulle forze della natura: le bestie selvatiche che abitavano il deserto circostante si raccoglievano presso la sua dimora e ascoltavano la lettura del Santo Vangelo. E San Mamante si nutriva di latte di capra selvatica e cervo.
Il santo non ignorò i bisogni del suo prossimo: con quel latte preparava anche formaggio che dava poi gratuitamente ai poveri. Presto la fama della vita di San Mamante si sparse per tutta Cesarea. Il governatore preoccupato mandò un distaccamento di soldati ad arrestarlo. Mentre si appressavano a San Mamante sulla montagna, i soldati non lo riconobbero e lo scambiarono per un semplice pastore. Il santo quindi li invitò presso la sua dimora, diede loro del latte da bere e alla fine disse loro il suo nome, conoscendo in anticipo che una tremenda morte per Cristo lo attendeva.
Arrendendosi e consegnandosi nelle mani dei carnefici, San Mamante fu condotto in giudizio alla presenza del vice governatore Alessandro, il quale lo sottopose a intense e prolungate torture. Ma esse non riuscirono a spezzare la volontà del santo. Quando essi condussero via San Mamante per essere divorato dalle belve feroci, queste non lo toccarono neanche. Alla fine uno dei sacerdoti pagani lo colpì con una lancia a forma di tridente. Ferito a morte si diresse oltre i confini della città. Qui, in una piccola grotta, rese lo spirito a Dio: era l’anno 275. in questo luogo fu sepolto.
Le notizie certe, anche se scarne di particolari, della storicità di questo santo sono due omelie pervenuteci, una di San Basilio Magno di Cesarea, l'altra di San Gregorio di Nazianzo, entrambe del IV secolo.
San Basilio il Grande parla del santo Martire Mamante in uno dei sermoni al popolo: “Commemorate il santo martire: voi che lo avete scorto in una visione, voi fra i quali color che qui vivono lo ebbero come soccorritore, quelli che invocarono il suo nome ed ottennero soccorso, quelli i quali egli ha guidato fuori da una vita dissoluta, quelli i quali egli ha risanato dalle infermità, quelli i cui figli già morti egli ha restituito alla vita, quelli ai quali ha prolungato la vita, tutti voi riuniti come un solo uomo, lodate il martire”.
Si possiede inoltre una Passio a forma di enciclica, attribuita ai vescovi Euprepio, Cratone e Perigene (risalente forse al secolo IV) di dubbia storicità, una vita anonima, ancora inedita, risalente al secolo X e altre passio, biografie e metafrasi, in greco, in latino, in siriaco ed in armeno.
Le notizie contenute in questi testi, spesso in contraddizione tra loro e frutto solo di fantasia, non ci permettono una ricostruzione certa della vita del santo. Sono però giustificate dalla grandissima diffusione del culto di san Mamete. |
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IL CULTO
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Il primo centro di culto di san Mamete è stata Cesarea dove sulla tomba del santo è stato eretto un santuario e successivamente una basilica. Recenti scavi hanno individuato la tomba e la basilica.
Il culto verso il santo si diffonde prima in tutta la Cappadocia, poi raggiunge Costantinopoli. Anche qui viene costruita una basilica, verso il 475, poi una seconda presso l'ippodromo di san Mama, infine una terza nel villaggio di Aymama (villaggio di Mama). A Costantinopoli era pure dedicato un monastero, dove, nel 1204, vennero trafugate numerose reliquie, tra cui il capo del santo finito a Langres.
Il culto di San Mamante ha il suo centro, in Occidente, nella cattedrale di Langres, in Provenza, dove fin dalla fine dell’VIII secolo furono traslate alcune sue reliquie; il capo del Santo fu portato a Langres nel 1205. In Italia è particolarmente venerato in Emilia-Romagna, in Toscana, nel Bellunese, nel nord della Lombardia e nel vicino Canton Ticino svizzero; poi in Spagna, a Cipro, in Portogallo, dove sono numerosi i centri che portano il nome di Mamante, e sono soprattutto centri a vocazione agricolo-pastorale, a rimarcare le caratteristiche proprie del Santo, che è invocato anche come protettore delle messi, tanto da essere omaggiato di fasci di spighe al momento della mietitura.
Un luogo singolare del culto di San Mamante è Cavaglio d’Agogna, a cui è dedicata la Chiesa Parrocchiale (Secolo XII). In essa tra la fine dell'ottocento e l'inizio del novecento sorse l'idea di dedicare a San Mamante il primo scurolo, costruito nel 1749 e, in quanto non più utilizzato per i martiri Antonino e Placida, ridotto a ripostiglio. L'arciprete Del Boca ottenne una reliquia di San Mamante che fu posta sul corpo costruito del Santo in un'urna di ottone argentato.
Lo scurolo abbandonato fu restaurato dal pittore Rodolfo Gambini di Legnano con quattro affreschi ispirati alla vita di San Mamante: San Mamante salvato dalle acque; nascita di San Mamante; San Mamante risparmiato dai leoni; San Mamante porta il latte ai poveri di Cesarea. |
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LUOGHI ITALIANI DEL CULTO DI SAN MAMANTE
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San Mamante venerato in Cavaglio d'Agogna
* Affori, quartiere di Milano, cappella a san Mamete.
* Appiano Gentile (CO), altare a san Mamete nella chiesa di san Giovanni
* Bollate (MI), chiesa di san Mamete
* Bologna – Chiesa di San Procolo, tela di Filippo Pedrini (1763 – 1856)
* Brivio (LC) – statua di San Mammete presso l’Oratorio di San Leonardo
* Cavaglio d’Agogna (NO) - Chiesa Parrocchiale di San Mamante e scurolo di San Mamante
* Cislago (VA) - statua
* Claino con Osteno, (CO), altare a san Mamete nella chiesa di san Vincenzo
* Crescenzago, quartiere di Milano, oratorio a san Mamete
* Empoli (FI), Chiesa di San Mamante a Empolivecchio
* Granarolo dell'Emilia (BO) – Chiesa Parrocchiale di San Mamante
* Liano di Castel San Pietro Terme (BO) - patrono
* Lizzano in Belvedere, (BO), chiesa parrocchiale di San Mamante.
* Medicina, (BO) Chiesa parrocchiale di San Mamante
* Oltrona di San Mamette, (CO), santuario di San Mamette
* Origgio (VA) - statua
* Plesio, (CO), oratorio montano di Sant'Amaa
* San Mama di Subbiano (AR) - Chiesa Parrocchiale di San Mamante
* San Mamante - Case Lenzuola a Faenza (RA)
* San Mamete di Valsolda, (CO)
* Vergo Zoccorino di Besana in Brianza (MB) – chiesa di San Mamante o Immacolata
* Villa di Sassonero di Monterenzio (BO) |
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ALTRI LUOGHI DI CULTO
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* Grândola (Portogallo), chiesa di San Mamette.
* Langres, Cattedrale di St-Mammès.
* Lumino (Canton Ticino, Svizzera), Chiesa parrocchiale di San Mamete.
* Mezzovico-Vira (Canton Ticino, Svizzera), Santuario di San Mamete (sec. XI).
* Saragozza (Spagna) – Chiesa Parrocchiale di San Mames, urna reliquiario del sacro capo (proveniente da Roma, con autentica 23 aprile 1695: probabilmente un corpo santo) |
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IL NOME
Perché questo nome così particolare?
Secondo la tradizione, il piccolo Mamante chiamava «mamma» la vedova Ammea, anch’esso derivato dal greco «mamma», quindi «madre» ma anche «mammella».
Da qui una serie di varianti con cui è conosciuto e venerato il Santo: Mamante, Mamas, Mommè, Mamolo, Mamede, Mamete, Mamma, Momà, Mammete, Mamette, Amaa, tutti comunque riconducibili alla maternità, all’allattamento, tanto che in Occidente è venerato e invocato dalle puerpere per avere latte a sufficienza per il proprio bambino, mentre in Oriente è riconosciuto come protettore del bestiame. |
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L’ICONOGRAFIA
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Secondo l’iconografia più corrente, Mamante viene raffigurato come un giovane con tunica e mantello, con un leone accucciato ai piedi o circondato da bestie selvatiche, sempre con la palma simbolo del martirio.
In altri casi (per esempio a Origgio, Cislago e a Vergo Zoccorino, in Lombardia) è presente anche il secchio del latte.
In una bella statua della chiesa di Pecol di Zoldo (BL) San Mamante ha un piccolo piffero infilato in cintura, una «mùsola» che riporta anch’essa alla pastorizia, essendo il passatempo utilizzato dai ragazzi che si occupavano delle greggi. |
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Sempre in ambito iconografico singolare è la statua del Martire venerato a Strozza (BG), in località Ca Campo: qui il Santo è raffigurato con una mammella, di cui, per quanto detto sopra si comprende il significato.
Infatti, qui, viene invocato dalle puerpere e dalle nutrici per avere latte a sufficienza per le loro creature. |
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Il Santo come Martire viene anche raffigurato come soldato, Miles Christi, rivestito di corazza e in armi, come è raffigurato in quella che era la pala dell’altare maggiore della pieve di Lizzano in Belvedere (BO), dove compare insieme a San Marco che era compatrono.
In Oriente, il Santo viene raffigurato con il bastone da pastore e a cavallo di un leone, o anche con una pecorella bianca. Alcune volte anche con un cervo che lo nutre con il suo latte. |
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BIBLIOGRAFIA E SITI
* AA. VV. - Biblioteca Sanctorum (Enciclopedia dei Santi) – Voll. 1-12 e I-II-III appendice – Ed. Città Nuova
* C.E.I. - Martirologio Romano - Libreria Editrice Vaticana – 2007 - pp. 1142
* Grenci Damiano Marco – Archivio privato iconografico e agiografico: 1977 – 2014
* Sito web insiemetraparrocchie.it
* Sito web museovaldimagnino.it
* Sito web sanmamante.org
* Sito web wikipedia.org
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