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SANTI CARMELITANI
SANT'ELIA
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Il
profeta Elia ( El-Ja significa "Il Signore è
Dio") appare nella Sacra Scrittura come l’uomo
che cammina sempre alla presenza
del suo Creatore e combatte, infiammato di zelo, contro
l'ingiustizia e la sopraffazione, per il culto dell'unico
vero Dio.
Egli condanna Acab perchè ha abbandonato
la sua fede e sul Monte Carmelo sfida i profeti di Baal
ad un'ordalia, cioè un rito in cui il Signore è
chiamato a giudice, per stabilire chi dei due contendenti
sia nel giusto. Elia, con semplici gesti e la preghiera,
che Dio mostra di gradire inviando un fuoco, riporta il
popolo verso di Lui, che in seguito donerà loro la
pioggia, segno di riconciliazione e di fecondità.
Tuttavia, dovrà superare ancora un ostacolo: la dissoluta
moglie di Acab, Gezabel, seguace di Baal, ha giurato di
ucciderlo e il Profeta, che è stanco, fugge; ma Dio
finalmente gli appare e sul monte Oreb gli parla per mezzo
di una brezza leggera. Da quest'intima esperienza egli riprende
vita e ardore, finchè non tornerà definitivamente
al suo Creatore.
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I molti eremiti che vivevano sul Monte
Carmelo (da "karmel", giardino) sin dai tempi
antichi e che si erano ispirati proprio al profeta Elia,
considerandolo loro Padre e guida, videro, nell'avvento
del Cristianesimo, la realizzazione della loro tradizione
biblica e formarono una folta comunità di monaci,
che dal luogo in cui vivevano presero il nome di Carmelitani.
Guardavano ad Elia come al modello ispiratore della loro
vita, specialmente perchè su quel monte aveva visto
una meravigliosa nuvola che circondava una donna dall'aspetto
paradisiaco. Da qui la profezia della nascita della Vergine,
che avrebbe dato vita al Salvatore. Questa visione aveva
generato l'appellativo di "Stella Maris" (Stella
del Mare), con cui Maria viene venerata dai Carmelitani,
che la considerano guida nella vita terrena.
Per sfuggire alle persecuzioni contro i
cristiani che erano avvenute dopo il rientro in patria dei
Crociati, anche i Carmelitani espatriarono, fondando numerose
comunità in tutto l'Occidente, specialmente in Italia. |
Di nobile famiglia, quella fiorentina
Degli Abati, nacque ad Erice verso il 1250.
Entrò giovanissimo nell'Ordine dei Carmelitani
da poco costituito e si distinse per le sue virtù,
il suo amore per la purezza e la preghiera, per i
miracoli e per la sua predicazione.
Venne inviato nel Convento di Messina e la sua fama
si propagò per tutta l'isola e verso il 1287
venne nominato Provinciale dell'Ordine in Sicilia.
Fu il primo santo del Carmelo ad essere venerato e
quindi venne insignito del titolo di Patrono di Trapani
e Patrono e protettore dell'Ordine Carmelitano, insieme
ad un altro santo siciliano dello stesso periodo,
Sant'Angelo di Sicilia.
Iconograficamente viene raffigurato con un giglio
tra le mani (simbolo di purezza), con Gesù
Bambino o con un libro (legislatore dell'Ordine) e
sullo sfondo delle immagini viene spesso riprodotta
la città di Trapani di cui è Patrono.
E' anche compatrono di Messina e viene ricordato il
7 Agosto.
Ogni chiesa carmelitana ha un altare a lui
dedicato e in tempi passati, nel giorno della sua
festa, veniva benedetta dell'acqua in cui veniva immersa
una sua reliquia, acqua che veniva poi distribuita
agli ammalati. |
SANT'ALBERTO DA TRAPANI
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Ultima
di 5 sorelle - che entreranno tutte in Convento - Teresa
Martin, nata ad Alençon il 2 gennaio 1873, perse
la mamma all'età di 4 anni, ma ebbe nel padre, che
trovò necessario trasferirsi a Lisieux, un valido
supporto materiale ma soprattutto spirituale. Egli la chiamava
scherzosamente "piccola Regina di Francia e di Navarra",
o anche "l'orfanella della Beresina", quasi prevedendo
il freddo che la piccola Teresa avrebbe sofferto senza mai
un lamento, nel Convento del Carmelo.
A 15 anni, con uno speciale permesso del Papa, Leone XIII,
che l'aveva ricevuta a Roma, dove si era recata con il padre,
per implorare da Lui tale grazia e che le aveva detto: "Se
Dio vorrà, c'entrerai", entrerà a far
parte del Carmelo, come le sue sorelle, con il nome di Teresa
di Gesù Bambino e del Volto Santo.
Teresa aveva uno scopo, quello "di salvare le anime
e soprattutto di pregare per i sacerdoti".
Nel solco della tradizione carmelitana scoprì la
sua "Piccola Via" dell'infanzia spirituale ispirata
alla semplicità e all'umile confidenza nell'amore
misericordioso del Padre.
Questo percorso spirituale si
può ricavare dai suoi scritti autobiografici, raccolti
in quella che verrà definita "Storia di un'anima",
compilati in parte durante la grave e lunga malattia che
l'affliggerà negli ultimi anni.
E' la storia esemplare
e notevole di un'anima che giunge alla più luminosa
delle santità attraverso una quantità di piccole
mortificazioni e sacrifici: piccolissimi e, nello stesso
tempo, grandissimi, appunto per la loro modestia e la loro
umiltà.
E cercherà, con semplicità
evangelica e con il sorriso, espressione di quella gioia
ultraterrena che la anima, di trasmettere ciò che
sente e ciò a cui anela alle sue consorelle, con
la parola e con l'esempio. "Non c'è che una
cosa da fare ~ ella scrive nel suo libro: gettare a Gesù
i fiori dei piccoli sacrifici".
E altrove: "lo
voglio insegnare i piccoli modi che mi sono riusciti";
oppure "0 mio Ben amato, ti supplico d'abbassare il
tuo sguardo divino su un gran numero di piccole anime; ti
supplico di sceglierti in questo mondo una legione di piccole
anime, degne del tuo amore" e ancora "Io non ho
altro mezzo per provarti il mio amore, o Gesù, che
di gettar sotto i vostri passi i fiori dei piccoli sacrifici".
Spesso però questi gesti, la sua umiltà e
le sue parole saranno incomprese.
Ma ella non se ne cura
e accetta e sopporta pazientemente dolori, malattie, ingiustizie
e piccole persecuzioni, non rifiuta alcun lavoro e offre
risolutamente e serenamente tutti i sacrifici "per
le anime dei peccatori e per i bisogni della Chiesa"
e, come dice con parole che sono diventate il suo segno
distintivo, "per gettare rose su tutti, giusti o peccatori"
o "l'indulgenza plenaria, che tutti possono acquistare,
non è forse quella della Carità che copre
la moltitudine dei peccati?"
Morì il 30 settembre del 1897, a soli
ventiquattro anni, minata dalla tubercolosi, dicendo: "Non
posso respirare; non posso morire. Ma voglio soffrire ancora",
promettendo "Voglio passare il mio Cielo a fare del
bene sulla terra. Dopo la mia morte farò cadere una
pioggia di rose. Nessuno m'invocherà invano. Lavorerò
fino alla fine del mondo per i miei fratelli che sono sulla
terra fino a che non li vedrò tutti in Paradiso.
Quando l'Angelo del Signore dirà: "Il tempo
non è più!" allora riposerò perché
il numero degli eletti sarà completo" e offrendo
la sua vita per la salvezza delle anime e per il rinnovamento
della Chiesa e concludendo con un "Mio Dio, io vi amo".
Non erano passati ventisei anni che veniva proclamata Beata;
due anni dopo ~ viva ancora la sorella che l'aveva seguita
nel Carmelo - fu canonizzata da Pio XI il 17 maggio 1925
e due anni dopo da lui proclamata, con San Francesco Saverio,
Patrona delle Missioni, mentre nel 1944 verrà proclamata
co-patrona della Francia, insieme a santa Giovanna d'Arco.
Dopo la sua morte il successo editoriale della sua autobiografia
diventa un caso devozionale dilagante e in molti chiederanno
di proclamarla "Dottore della Chiesa" ma da Roma
si risponde che "sexux obstat": è donna,
dunque la cosa non è opportuna.
Soltanto nell'ottobre
del 1997 Giovanni Paolo II la proclamerà dottore
della Chiesa (terza "eccezione" dopo Caterina
da Siena e Teresa d'Avila) e Patrona della Francia, celebrata
il primo di Ottobre.
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SANTA TERESINA DI LISIEUX
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SANTA MARIA MADDALENA DE PAZZI
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Caterina
de' Pazzi, nata nel 1566 da una nobile e potente famiglia
di Firenze, legata alla congiura contro i Medici, fu educata
cristianamente e sin dall'infanzia sentì profondamente
il desiderio di dedicarsi tutta a Dio, tanto che a soli
10 anni (all'epoca era un fatto quasi straordinario) ricevette
la Prima Comunione e a 17 entrò nel monastero delle
Carmelitane di Santa Maria degli Angeli, prendendo il nome
di Maria Maddalena.
Entro quelle mura condusse una vita
di preghiera e di mortificazione, tormentata nello spirito
da lunghi periodi di aridità spirituale e nel corpo
da varie malattie, come durante il noviziato quando fu quasi
in punto di morte, tanto che le venne concesso di anticipare
la professione solenne. Vivendo in preghiera, si dedicò
alle giovani novizie e venne eletta vice-priora, diventando
per le sue consorelle guida verso la perfezione. Nel 1590,
il suo spirito fu sommerso dalle visioni estatiche che la
fortificarono per andare incontro a nuove difficoltà.
Essa sentiva che la Chiesa aveva bisogno di un rinnovamento
e in tal senso scrisse lettere al Papa e ai Vescovi, ai
Cardinali e offrì più volte la sua vita per
i sacerdoti, affinchè fossero davvero "altri Cristi"
capaci di illuminare e portare la Parola, attraverso l'Amore,
in uno scambio continuo tra Dio e le anime. Ebbe estasi
mistiche durante le quali parlava di questioni teologiche
e grazie straordinarie, tra cui le stigmate.
Le sue esperienze
vennero trascritte dalle sue consorelle in quei "manoscritti
originali" che riportano quello che accadeva durante le
sue visioni e le rivelazioni della Santa.
Seguendo la Regola
Carmelitana, era molto devota alla Vergine Maria che amava
per la sua purezza. Tormentata nel corpo da dolorose ulcere,
essa offriva tutto al Signore, ripetendo "Patì, non
morì", patire e non morire.
Morì il 25 maggio del 1607. Beatificata nel 1626,
venne canonizzata il 22 aprile 1669. |
SAN PIER TOMMASO
Pier Tommaso, nato nel Périgord
(Francia) da una povera famiglia, dopo aver stentato molto nello studio a causa della mancanza di soldi, nel 1305, a vent'anni, entrò nell'Ordine
del Carmelo e potè laurearsi in teologia. Nel 1345 venne eletto procuratore generale
presso la Curia di Avignone.
Vescovo di Patti e Lipari nel 1354, fu più
volte legato pontificio in missione di pace, ad esempio tra Venezia e l'Ungheria, tra Milano e Bologna, tra Cipro e Genova e venne inviato presso
re ed imperatori, per promuovere l'unione con le Chiese
orientali.
In questo senso svolse tutta la sua attività,
il che ne fa un precursore in campo ecumenico, per le sue grandi capacità di rappacificatore.
Trasferito nel 1359 nel Peloponneso, come legato pontificio
per l'Oriente, nel 1363 fu promosso arcivescovo di
Creta e l'anno seguente patriarca latino di Costantinopoli.
Morì in Famagosta (Cipro) nel 1366, osannato da tutti già come santo.
Il suo corpo, una volta riesumato, venne ritrovato integro e flessibile come in vita, ma venne poi distrutto in seguito ad una guerra tra Cipro e Famagosta.
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SANTA TERESA D'AVILA
Teresa
de Cepeda y Ahumada, riformatrice del Carmelo, nacque ad
Avila il 28 marzo del 1515.
L'educazione rigorosa ricevuta
durante l'infanzia le portò il desiderio di comunione
con Dio, tanto da farle desiderare di andare in missione
in terre lontane.
A 15 anni entrò tra le Agostiniane
per completare la sua educazione ma quel tipo di vita monastica
non le si confaceva, chiese quindi di entrare nel Carmelo
dell'Incarnazione, cosa che avvenne il 2 novembre 1535 e,
definitivamente, con i voti religiosi nel 1537.
Per 20 anni
si ritrovò colpita da innumerevoli malattie per lo
più misteriose, in una "notte" spirituale oscura
e arida, che durò fin quando, orante davanti ad un
Crocifisso, ricevette una chiamata più personale
ed attiva, guidata da Dio attraverso esperienze mistiche.
Si spinse così verso la perfezione e realizzò
la riforma dell'Ordine Carmelitano, che nel tempo si era
andato allontanando dai primitivi ideali di spiritualità.
Nonostante la salute cagionevole, partì dal suo Convento
per dar vita a numerosi nuovi monasteri, sia femminili che
maschili di rigida osservanza, suscitando anche dei risentimenti.
In quest'opera di rifoma venne aiutata da s. Giovanni della
Croce, altro grande santo Carmelitano, suo contemporaneo,
suo confessore e testimone delle estasi che spesso le si
presentavano.
Nel 1572 ebbe la conferma che doveva rivoluzionare
anche il convento in cui abitava, anch'esso ormai non sempre
aderente alla Regola primitiva, ma la sua opera creò
grandi contrasti che la portarono, in una sorta di prigionia,
nel convento di Toledo dove la raggiunse però la
notizia che il Papa Gregorio XIII aveva approvato la Riforma
e riconosciuto l'autonomia dei Carmelitani Scalzi. Teresa
scrisse: "Ora Scalzi e Calzati siamo tutti in pace e niente
ci impedisce di servire il Signore".
Nel contempo scrisse varie opere, descrivendo
anche le sue mistiche esperienze ("Vita","Il cammino della
perfezione", "Pensieri sull'amore di Dio","Il castello interiore"
e "Mansioni e Fondazioni" sono le più note) ed un
Epistolario che parla della sua vita quotidiana, in sintonia
con la Regola del Carmelo.
La sua morte avvenne nel 1582,
venne beatificata nel 1614 e canonizzata nel 1622; nel 1970
Papa Paolo VI l le riconobbe il titolo di Dottore della
Chiesa, Madre delle Carmelitane e dei Carmelitani Scalzi,
"mater spiritualiam" e patrona degli scrittori cattolici.
Viene ricordata il 15 ottobre. |
SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE (EDITH
STEIN)
Edith Stein nasce nel 1891 a Breslavia
da una famiglia praticante ebrea, ma sin da giovanissima
dimostra un carattere deciso e dapprima si stacca
dalla tradizione della sua famiglia (specialmente
da sua madre, donna integra e ferma) professandosi
atea. Carattere deciso e onesto, si dedica alla filosofia,
sotto la guida del grande maestro Husserl (fondatore
della Fenomenologia) che la stima moltissimo.
Successivamente, ecco il secondo
e più definitivo distacco: leggendo per caso,
in una sola notte, la "Vita" di S.Teresa d'Avila "scritta
da lei stessa", scopre il Cristianesimo. "Qui è
la verità!", esclama. Chi la circonda non crede
alla sua conversione, ma ella procede spedita verso
il nuovo cammino e si fa battezzare nel gennaio 1922,
continuando nell'insegnamento e crescendo spiritualmente.
Le leggi razziste la priveranno del
suo lavoro, tuttavia entrerà, nell'ottobre
1933, nel monastero di clausura delle Carmelitane
di Colonia, dove prenderà il nuovo nome di
Suor Teresa Benedetta della Croce, continuando - come
le verrà chiesto - le sue ricerche filosofiche
e teologiche. Nel 1938 fuggirà in Olanda, ma
più tardi verrà deportata, con sua sorella
Rosa, ad Auschwitz, dove morirà poco dopo. |
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SAN SIMONE STOCK
Identificare questo importante
Santo Carmelitano è un pò difficile,
poichè sembra che gli elementi di due storie
riguardanti due San Simone, si siano fusi nel tempo,
dando origine ad un'unica figura storica.
D'origine
inglese, si parla di lui in documenti antichi, come
di un Simone Stock Priore Generale che visse nel secolo
XIII, nella provincia d'Inghilterra.
Il suo nome divenne
popolarissimo per la preghiera carmelitana Flos Carmeli,
a lui attribuita (benchè già nota dal
XIV secolo) e per la visione della Madonna dello Scapolare,
che gli prometteva salvezza per chi lo avesse indossato.
Nell'Ordine del Carmelo è venerato per la sua
eroica testimonianza di monaco e di asceta - sembra vivesse nel tronco di un albero - e soprattutto
per la sua devozione a Maria Vergine, alla quale raccomandò
l'Ordine nelle difficoltà che incontrò
al suo arrivo in Europa dalla Palestina.
A lui si
deve la prima diffusione dello Scapolare con la grande
tradizionale promessa della Madonna: «Questo
è il privilegio per te e per i tuoi: chiunque
morirà rivestendolo, sarà salvo».
La devozione dei fedeli per San Simone
e per lo Scapolare si diffuse rapidamente e nel 1500
il suo nome venne inserito nel Calendario Liturgico
- 16 Maggio - dell'Ordine Carmelitano. Morì
nel 1265 a Bordeaux.
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SANTA TERESA MARGHERITA REDI
Nacque ad Arezzo il 1º settembre
1747 dalla nobile famiglia Redi, fu educata cristianamente
e a 9 anni entrò nel monastero benedettino
di s. Apollonia a Firenze dove rimase fino al 1764.
Tornata a casa espresse il suo desiderio di entrare
nel Carmelo e così fu di lì a poco;
entrò quindi nel nel Convento delle Scalze
di Firenze con il nome di Teresa Margherita del S.
Cuore di Gesù.
Visse una vita di umiltà,
dedicata al servizio delle sue consorelle come infermiera,
profondamente dedita al Sacro Cuore e a Maria, vivendo
tra contemplazione e azione, rendendo "amore per amore".
Morì, a causa di una peritonite, il 7 marzo
1770. Beatificata nel 1929, venne canonizzata da Pio
XI il 13 marzo 1934.
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SAN GIOVANNI DELLA CROCE
Giovanni de Yepes y Alvarez, nato a Fontiveros, Spagna,
verso la metà del 1500, è una delle figure
più limpide della famiglia Carmelitana e maestro
di vita spirituale.
Dopo aver vagato da un luogo all'altro
con la mamma, poichè era rimasto orfano di padre,
portando comunque avanti i suoi studi, entrò ventunenne
nel Carmelo di Medina e diventò sacerdote nel 1567,
dopo aver concluso gli studi di umanistica e di teologia.
Ma, poichè le sue aspirazioni di una vita veramente
povera esteriormente ma
ricca intimamente, sembravano non poter realizzarsi in quell'ambito,
passò dai carmelitani ai certosini, ottenendo di
vivere secondo regole più ascetiche.
L'incontro con
santa Teresa d'Avila fu decisivo ed egli condivise con lei
ed attuò il progetto di riforma dell'Ordine carmelitano,
facendo parte del primo gruppo di riformati a Duruelo, dove
prese il nome di Giovanni della Croce e svolse vari importanti
incarichi, tra cui quello di confessore-governatore del
monastero dell'Incarnazione di Avila.
Soffrì varie
persecuzioni proprio in quell'incarico e venne incarcerato
per circa 8 mesi nel carcere di Toledo, da dove però
fuggì nell'agosto del 1578. Successivamente rientrò
nella carica ma ancora una volta venne esautorato.
In carcere scrisse molte poesie, ma le sue
opere più importanti ("Salita al Monte Carmelo",
"Notte oscura dell'anima", "Cantico Spirituale", "Fiamma
d'amor viva") che hanno guidato generazioni di anime verso
la contemplazione e che l'hanno reso uno dei più
grandi maestri in questo campo, riguardano l'unione dell'uomo
con Dio, per mezzo della Grazia, per mezzo di Gesù
Cristo: dal gradino più basso a quello più
sublime, in un itinerario che prevede la tappa della via
di purificazione, di illuminazione e di unione, altrimenti
detta dei principianti, proficienti e perfetti. In questo
cammino di fede dal "nulla" al "tutto" che è Dio,
occorre che l'uomo dia tutto di sé, non con spirito
di schiavitù, bensì di amore "Nella sera della
tua vita sarai esaminato sull'amore", e "dove non c'è
amore, metti amore e ne ricaverai amore".
Canonizzato da
Benedetto XIII il 27 dicembre 1726, venne proclamato Dottore
della Chiesa da Pio XI il 24 agosto 1926 |
SANT'ANDREA CORSINI
Nato a Firenze agli inizi del 1300, dalla nobile famiglia dei
Corsini, ebbe una gioventù spensierata e
oziosa, ma sentì presto il richiamo di Dio
ed entrò nel Carmelo, vivendo una vita di
povertà e di sacrificio.
Fu inviato a Parigi
a completare gli studi, poi tornò a Firenze dove
imperversava un'epidemia di peste e dove lui si diede ad opere di soccorso fisico e spirituale.
Nel 1348 venne eletto Provinciale
di Toscana e l'anno successivo nominato Vescovo
di Fiesole, carica a cui non avrebbe voluto accedere
ma che accettò, per obbedienza.
Fu animato
da grande rigore ascetico e da grande carità
(distribuiva lui stesso da mangiare ai bisognosi),
aveva il dono dell'eloquenza e di saper parlare
ai cuori delle folle che si recavano ad ascoltarlo
dalle zone più sperdute, confortando tutti
coloro che a lui si recavano per ritrovarela pace
interiore.
Pacificò le controversie dei comuni
toscani e venne inviato da Papa Urbano V in Bologna
proprio come mediatore tra i suoi cittadini, sobillati
dai Visconti e a causa di questo subì anche
il carcere.
Morì nel 1373 e fu seppellito
nella chiesa del Carmine di Firenze. Venne dichiarato
santo nel 1629.
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SANT'ALBERTO, PATRIARCA DI GERUSALEMME
Nato in Castel Gualtieri verso la metà
del secolo XII, entrò tra i Canonici Regolari della
Santa Croce di Mortara (Pavia), diventando Priore nel 1180
e successivamente Vescovo di Bobbio nel 1184.
L'anno successivo venne trasferito a Vercelli dove restò
per vent'anni. In questo periodo svolse, con fermezza e
prudenza, innumerevoli missioni di importanza nazionale
ed internazionale, mediando la pace tra Pavia e Milano e
tra Parma e Piacenza. Nel 1191 celebrò un sinodo
diocesano di grande importanza per la parte disciplinare
- in vigore fino ai nostri tempi - si occupò dell'attività
legislativa a favore di ordini religiosi, componendo gli
statuti per i canonici di Biella e fu tra i consiglieri
per la regola degli Umiliati.
Nel 1205 venne nominato Patriarca di Gerusalemme e successivamente
legato papale per la provincia ecclesiastica di Gerusalemme.
Arrivò in Acri (Palestina) all'inizio del 1206, perché
allora Gerusalemme era occupata dai saraceni e cercò
di realizzare un'azione di pacificazione non solo tra i
cristiani, ma anche tra questi e i non cristiani, portando
avanti la sua missione con grande impegno.
Durante il suo
patriarcato, riunì in comunità gli eremiti
del monte Carmelo e diede loro una Regola. Il 14 settembre
1214, durante una processione, venne ucciso a coltellate
dal Maestro dell'Ospedale di S. Spirito, che era stato da
lui rimproverato e mandato via dal suo ufficio, per cattiva
condotta.
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SANT'ANGELO DI SICILIA (*)
Con la Regola formulata da Sant’Alberto, Patriarca di Gerusalemme, che aveva introdotto i voti di ubbidienza, castità e povertà, e adottata da San Brocardo, primo Priore dell’Ordine, la vita dei Carmelitani venne disciplinata in una esistenza eremitica ma non oziosa, in comune ma in silenzio, operosa, materialmente e spiritualmente.
Angelo è annoverato tra i primi
Carmelitani che dal Monte Carmelo emigrarono in Sicilia;
infatti, dopo l'ordinazione sacerdotale avvenuta in
Palestina, venne inviato a Roma per sottoporre la Regola a Papa Onorio III.
Sembra che nei suoi viaggi abbia incontrato San Francesco d'Assisi e San Domenico di Guzman.
Infine, mandato in
Sicilia per predicare e per contrastare l'eresia catara che si stava diffondendo dall'Oriente all'Occidente, a Licata, mentre predicava nella Chiesa dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, antichi patroni della città, il 5 maggio 1220 venne ucciso da alcuni sicari
di un signorotto locale che lo stesso Angelo aveva rimproverato
di eresia e di sregolatezze.
Venerato come martire, ben presto sul luogo del martirio venne edificata una chiesa in cui fu deposto
il suo corpo che nel 1662 verrà traslato
nella nuova chiesa, sorta nello stesso luogo a seguito della liberazione della città dalla peste (1625) per intercessione del Santo.
Il culto di Sant'Angelo si diffuse in tutto l'Ordine
e anche tra il popolo. Egli e Sant'Alberto di Trapani
sono considerati "i padri" del Carmelo, per essere
stati i primi due santi oggetti di culto nell'Ordine;
per questo, nell'iconografia medievale, molte volte
vengono raffigurati accanto alla Vergine Maria.
Sant'Angelo è anche patrono di molti paesi
della Sicilia, invocato dal popolo in mille necessità.
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SANTA GIOACCHINA DE VEDRUNA
Nacque il 16 aprile 1783 a Barcellona e condusse
una vita tranquilla e profondamente cristiana sin
da piccola, pregando con il cuore, desiderosa di
dedicarsi tutta a Dio.
Ma i suoi la destinarono
al matrimonio e così condusse una vita esemplare
di sposa e di madre di ben nove figli, che dovette
allevare da sola, allorquando il marito, andato
a combattere contro i Francesi che avevano invaso
la Spagna, morì.
Poi, quando i figli furono
grandi, alcuni votati a Dio, altri al matrimonio,
si sentì finalmente libera di seguire la
primaria sua vocazione e, nel 1826, guidata dallo
Spirito di Dio, nella sua vecchia proprietà
di Manso Escorial, fondò la Congregazione
delle Carmelitane della Carità.
Formata dapprima
da sole 9 persone ed osteggiata in tutti i modi,
si diffuse in tutta la Catalogna, con l'apertura
di numerose case per l'assistenza agli infermi e
per l'opera di prevenzione e recupero dei più
miseri.
Innamorata della Santa Trinità, Santa
Gioacchina da Essa trasse le caratteristiche della
sua spiritualità: preghiera, mortificazione,
distacco, umiltà e carità. Morì
a Vich il 28 agosto 1854.
Fu beatificata il 19 maggio
1940 e canonizzata il 12 aprile 1959. |
SANTA TERESA DI GESU' DE LOS ANDES
Juana Fernández Solar nacque
il 13 luglio 1900 a Santiago del Cile, da famiglia
benestante e molto pia e l'esempio cristiano dei suo
genitori furono per lei di insegnamento nella prima
infanzia, come pure quello avuto presso l'Istituto
del S. Cuore.
Ricevette la Cresima nel 1909 e la Prima
Comunione l'anno successivo; sin da piccola sentì
un'attrazione verso la vita religiosa, così
a 15 anni decise di darsi tutta a Cristo e il 7 maggio
1919 entrò, con l'approvazione dei genitori,
tra le Carmelitane Scalze della cittadina di Los Andes,
prendendo il nome di Teresa di Gesu'.
Il Carmelo rappresentava
il suo ideale di silenzio, di contemplazione, di esperienza
interiore, di sacrifico per la Chiesa e per l'umanità
tutta. Vestì l'abito religioso il 14 ottobre
successivo e iniziò il noviziato, ma il venerdì
santo dell'anno successivo s'ammalò fulmineamente
di un'incurabile specie di tifo.
Il 5 aprile le vennero
somministrati gli ultimi sacramenti e il 6 emise la
professione religiosa in articulo mortis, morendo
poi santamente il 12 aprile 1920. Aveva trascorso
nel suo amato convento solo 11 mesi, ma era riuscita
a dare il meglio di sè e a diventare un esempio
e proposta per i giovani cristiani.
E' stata dichiarata santa da S. S. Giovanni Paolo
II il 21 marzo 1993.
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SAN RAFFAELE KALINOWSKI
San
Giuseppe Kalinowski nacque il 1 settembre 1835 a Vilna,
da una famiglia polacca di nobili origini. Come tutti i
nobili ebbe un precettore per i primi anni di studio, poi
frequentò l'Istituto dei Nobili, dove suo padre era
professore e direttore.
Si laureò in ingegneria a Pietroburgo in Russia presso
l'Accademia del Genio Militare, dove rimase come professore
permanente, nel 1859 lavorò nella progettazione della
ferrovia di Kursk - Kiev - Odessa e nel 1860 nella fortezza
di Brest Litovski, come ingegnere sovrintendente alla manutenzione
e fortificazione.
Nel 1862 ottenne il grado di Capitano
di Stato Maggiore nell'esercito russo e, scoppiata l'insurrezione
Polacca contro la Russia nel 1863, chiese ed ottenne le
dimissioni ma aderì all'insurrezione per salvare
la Polonia, assumendo l'incarico di Ministro della guerra
in Lituania. Egli non credeva nella vittoria dei polacchi,
ma salvò molti insorti dalla morte e convinse il
comandante in capo a terminare le ostilità.
Arrestato
dai russi e condannato a morte, la sentenza gli fu poi commutata
coi lavori forzati in Siberia, dove aiutò i compagni
di prigionia. Nel 1874 ottenne la libertà e accettò
di andare a Parigi, come precettore del giovane principe
Augusto Czartoryski, attualmente Venerabile Servo di Dio.
Nel 1877 entrò nell'Ordine dei Carmelitani Scalzi
in Austria, studiò in Ungheria e diventò sacerdote
nel 1882, impegnandosi soprattutto nel ministero della riconciliazione,
nella direzione spirituale e con zelo ecumenico operò
per l'unità della Chiesa. Devotissimo della Madonna,
fece rifiorire in Polonia l'Ordine del Carmelo Teresiano,
fondò un convento a Wadowice e vi aprì un
collegio per la formazione dei giovani desiderosi della
vita religiosa. Organizzò il Terz'Ordine Secolare,
la Confraternita dello Scapolare e fu Priore di Czerna e
Wadowice, dove morì nel 1907.
Venne beatificato a
Cracovia da S.S. Giovanni Paolo II il 22 giugno 1983 e da
lui proclamato santo il 17 novembre 1991, a conclusione
del IV Centenario della morte di S. Giovanni della Croce. |
SANTO NONIO ALVAREZ PEREIRA
Nato in Portogallo nel 1360 da famiglia nobile, divenne scudiero di corte e in giovanissima età si sposò ed ebbe tre figli, pur desiderndo una vita dedita a Dio.
Nel 1385 diventò capo dell'esercito portoghese, pur restando il ragazzo di sempre, semplice, devoto, mai ambizioso o falso.
Devoto a Maria ed all'Eucarestia cercò in ogni modo di diffonderne la devozione e quando, terminato il suo lavoro e rimasto vedovo,abbandonò ogni avere terreno e si dedicò finalmente, completamente a Dio, entrando nella famiglia Carmelitana come semplice fratello, occupandosi delle cose più umili, della questua, dedicandosi ai poveri.
Morì nel 1431.
Beatificato nel 1918, è stato fatto santo nel 2009. |
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Il Carmelo annovera tra le sue schiere
anche una miriade di Beati, Venerabili e Servi di Dio, tra
i quali, figure notevoli sono:
BEATI
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BEATO ANGELO MAZZINGHI *
Nato a Firenze nel 1386, ricoprì alte cariche nell'Ordine di cui fu più volte priore e fu anche uno dei primi ad entrare nel nuovo "ramo carmelitano riformato" detto "Osservanza delle Selve".
Ottimo direttore e padre spirituale, condusse una vita ricca e santa fino alla sua morte avvenuta nel 1438.
Molto venerato dai fiorentini sotto il nome di "beato Angiolino". |
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BEATA FRANCESCA D'AMBOISE*
Nata a Thouars nel 1427, sposò Pietro II duca di Bretagna e alla morte del marito, consigliata dal Beato Giovanni Soreth, si dedicò alla vita religiosa entrando nel Carmelo, fondando il primo Monastero Carmelitano in Francia.
Assidua devota dell'Eucaristia, diffuse la pratica di una Comunione più frequente e quella di una più stretta clausura, con un apposito voto.
Morì a Nantes nel 1485.
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BEATO GIOVANNI SORETH*
Nato in Francia nel 1394, si laureò in teologia a Parigi ed entrò nel Carmelo dove ricoprì importanti cariche: fu superiore della sua provincia e Priore Generale dal 1451 fino alla sua morte, avvenuta nel 1471. Nel contempo si prese cura di un monastero di suore delle Fiandre e riuscì ad avare da Papa Nicolò V l'approvazione ufficiale per il ramo femminile del Carmelo e del Terz'Ordine.
La duchessa di Bretagna, nota poi come Beata Francesca d'Amboise venne da lui accettata nel Carmelo.
Fu sempre uno strenuo sostenitore della più stretta Osservanza, della Regola e delle Costituzioni, amante della povertà, della contemplazione e dell'Eucaristia.
Durante la presa della città di Liegi da parte del duca di Borgogna, Carlo il Temerario, mentre in città infuriava la battaglia ed il popolo impaurito si era disperso, sparpagliando per terra le specie eucaristiche, lui, a costo della vita, le raccolse tutte riportandole nella chiesa.
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BEATA ARCANGELA GIRLIANI
Eleonora Girlani nacque a Trino (Vc) nel 1460 e presto capì quale sarebbe stata la sua vita: tutta dedita al Signore - soprattutto alla Trinità - senza distrazioni, senza affetti terreni.
Entrò nel Carmelo di Parma con il nome di Arcangela, probabilmente seguita da due sue sorelle, e venne eletta priora.
Venne poi trasferita a Mantova dove fondò un nuovo Monastero carmelitano e dove morì, ancora giovane, nel 1495.
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BEATA GIOVANNA SCOPELLI *
Nata a Reggio Emilia nel 1428, da una famiglia di ardente fede cristiana, decise ben presto di dedicarsi a Dio e,pur rimanendo nella sua casa, visse da reclusa, indossando l'bito del Terz'Ordine Carmelitano.
Tuttavia, il Signore aveva per lei altri progetti: altre giovani si unirono a lei che, con l'aiuto di una pia donna riuscì a dar vita ad un Monastero, utilizzando una antica chiesa.
Particolarmente dotata di carsmi straordinari, era devotissima alla Madonna e pregava di continuo.
Morì nel 1491. |
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BEATO BARTOLOMEO FANTI *
Nato a Mantova entrò nel Carmelo e successivamente si dedicò, sino alla morte avvenuta nel 1495, alla Confraternita della Madonna, scrivendone le regole nonchè gli statuti della compagnia del Carmine.
Era fervido adoratore della SS. Eucaristia e cercava di propagare questa sua devozione con grande ardore.
Venne subito fatto oggetto di grande devozione nella sua città e Papa Pio X lo ha beatificato. |
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BEATO GIACOBINO DA CREVACUORE
Il Beato Giacobino da Crevacuore (o deCanepaciis) nacque attorno al 1440 a Piasca /Vercelli). sin da ragazzo fu attratto dalla vita religiosa ed entrò nel convento del Carmine di Vercelli restando un semplice religioso.
Umile, devoto, servizievole, si dedicava molto ai poveri a cui spesso dava la sua razione di cibo, si occupava della questua, rassettava la chiesa, accoglieva i pellegrini.
Morì nel 1508 e quasi subito la devozione popolare lo definì "beato", attribuendogli vari miracoli.
Molto ricordato nell'ambito della comunità carmelitana per la sua figura cristallina, anche san Carlo Borromeo fu suo devoto e si dice che il beato gli fosse apparso in alcune occasioni. Tanto che san Carlo voleva traslare il suo corpo dal convento vercellese nella sua sede vescovile di Milano. La devozione al Beato Giacobino si diffuse in Italia, Spagna e Francia. Il suo culto, venne comunque approvato solo nel 1847 con decreto papale e la sua ricorrenza cade il 3 marzo.
Spesso è stato confuso con un altro carmelitano, il beato Giacomo di Luino, morto qualche anno prima. |
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BEATO LUIGI RABATA'*
Di lui si sa ben poco, tranne che, nato ad Erice nel 1443, entrò nel Carmelo di Trapani e venne destinato alla sede di Randazzo dove visse fino alla sua morte avvenuta nel 1490.
La sua vita fu esemplare, umile, semplice e dedita Dio ed ai fratelli a cui non faceva mancare i suoi consigli illuminanti.
Sembra sia stato ferito a morte con una freccia dal fratello di un uomo che egli aveva cercato di ricondurre sulla retta viala cui cattiva azione egli non volle mai denunciare. dopo qualche mese, a causa di quella ferita egli morì, sempre aderente alla volontà di Dio, senza lamentarsi, sempre sereno, nel 1490. |
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BEATO BATTISTA SPAGNOLI*
Il Beato Battista Spagnoli, detto "il Mantovano", poichè là era nato nel 1447, entrò nel Carmelo detto Mantovano. Là visse dedito a Cristo, ai libri, allo studio e per la sua vasta cultura ebbe importanti incarichi: divenne Superiore Generale dell'Ordine, propose riforme nella Chiesa ed ebbe per questo riconoscimenti da vari Pontefici.
Morì nel 1516 a Mantova dove è sepolto, accanto al Beato Bartolomeo Fanti, anch'esso Carmelitano.. |
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BEATI DIONISIO DELLA NATIVITA' E REDENTO DELLA CROCE
Entrato nell'Ordine Carmelitano a Goa nel 1638, dopo una vita di avventure e di viaggi per mare - che lo avevano portato anche in India come comografo ed alla fine l'avevano condotto su quell'isola - Pietro Berthelot, prese il nome di Dionisio della Natività.
Con l'ambasciatore delle Indie si recò dal sultano dell'isola di Sumatra, quale assistente spirituale ma anche come esperto marinaio e conoscitore della lingua. Portarono con loro anche un altro confratello di Dionisio, Tommaso Rodriguez che, entrando nel Carmelo, aveva preso il nome di Redento della Croce.
Arrivati dal sultano dopo poco vennero imprigionati e torturati affinchè abiurassero la loro fede, ma poichè essi si rifiutavano, vennero condannati a morte assieme ad altri cristiani che Dionisio confortò nel momento definitivo, essendo l'ultimo a morire. |
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BEATE MARTIRI DI COMPIEGNE
In piena rivoluzione Francese, un gruppo di Suore Carmelitane, spronate dalla loro superiora, Teresa di S. Agostino, offrirono al Signore la loro vita per la pace.
Mandate via dal Monastero si ritrovarono disperse in quattro gruppi ma continuarono sempre a pregare per la loro offerta, finchè, denunciate, non vennero imprigionate nella Conciergerie, giudicate sommariamente e condannate a morte per la loro fede "fanatica" e condotte alla ghigliottina, mentre cantavano inni.
Prima di essere giustiziate, rinnovarono i loro voti religiosi e vennero poi decapitate il 17 luglio 1794.
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BEATO CIRIACO ELIA CHAVARA (KURIAKOSE ELIAS)
Nato nel 1805 a Kainakary, in India, da una famiglia cattolica, diventò sacerdote nel 1829.
Uomo di azione e di contemplazione al tempo stesso, si diede molto da fare per la realizzazione di varie opere:
- nel 1855 fondò i Carmelitani di Maria Immacolata (CMI);
- nel 1866 realizzò la Congregazione delle Suore della Madre del Carmelo;
- creò varie opere di carità ed assistenziali destinate all'educazione scolastica dell'infanzia e all'assistenza dei moribondi.
Si oppose strenuamente alla divisione della chiesa indiana "infestata" da influssi caldei e nestoriani e scrisse un importante testo dedicato alle famiglie: "Il testamento di un padre amoroso".
Morì a Koonammau nel 1871. |
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BEATO FRANCESCO PALAU Y QUER *
Nato in Spagna nel 1811 divenne sacerdote del Carmelo nel 1836 ma dovette subire varie vessazioni da parte del regime politico che lo costrinse a lasciare la sua comunità ed addirittura l'abito carmelitano.
Tornato in Spagna nel 1851 fondò in Barcellona una scuola di catechismo "La Scuola delle Virtù", successivamente chiusa, sempre a causa di ragioni politiche e lui ancora perseguitato e tenuto al confino in Ibiza per circa 6 anni.
Fonderà, comunque, le Congregazioni dei Fratelli e delle Sorelle Carmelitane, adroprandosi per diffondere il culto mariano e carmelitano.
Muore a Tarragona nel 1872. |
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BEATA MARIA DI GESU' CROCIFISSO
Nata da una famiglia araba in Palestina nel 1846 ma di religione cristiana - rito greco melchita - poichè rifiutava di diventare mussulmana venne ferita alla gola. Per intercessione della Madonna venne guarita e decise quindi di dedicarsi ad una vita claustrale ma infine entrò nel Carmelo di Pau come conversa.
Nel 1870 andò in India per l'apertura del primo monastero di clausura indiano e dopo esser tornata nel suo convent, sentì di dover fondare un Monastero proprio a Betlemme dove era nato Gesù e successivamente anche a Nazareth. Essi vennero realizzati solo nel 1876, il primo ed il secondo dopo la sua morte.
Pur non avendo studiato aveva però carismi straordinari che le consentivano di parlare di teologia, aveva estasi, ricevette anche le Stigmate visibili e successivamente ottenne che scomparissero agli occhi degli altri.
Morì nel 1878..
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BEATA MADRE CANDELARIA DE SAN JOSE'
Fondatrice delle suore Carmelitane Venezuelane.
Essa nacque ad Altagracia de Orituco nel 1863 in una famiglia molto devota e, restata presto orfana, si occupò della sua numerosa famiglia e dei suoi fratelli più piccoli, ma non solo.
Animata da spirito di carità cominciò a curarsi anche degli ammalati, degli indigenti, dei feriti di una delle tanti rivoluzioni che tormentavano il suo paese; con l'aiuto del parroco adibì un vecchio edificio ad ospedale in cui si prodigava insieme ad altre sue compagne.
Nel 1910 fece la sua professione religiosa e fondò la Congregazione delle Suore dei Poveri di Altagracia in Orituco. Tra il 1916 ed il '17diede vita ad altri ospedali, ad un collegio, ad una piccola scuola e si occupò dei senza tetto, degli ammalati, delle fanciulle sole e povere, il tutto senza rendite, affidandosi solo alla divina Provvidenza.
Ma la situazione non era rosea, così Madre Candelaria si affiliò all'Ordine Carmelitano diventando Carmelitana Terziaria Regolare, assumendo il titolo di Superiora generale e di Maestra delle novizie.
Dopo una lunga malattia, durante la quale dimostrò doti di pazienza morì nel 1940.
E' stata beatificata nel 2008. E' la prima beata venezuelana. |
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BEATA ELISABETTA DELLA TRINITA'
Elisabeth Catez nacque nel luglio
del 1880 in un paesino presso Bourges (Francia),in
cui rimase sino all'età di 7 anni, quando si
trasferì a Digione dove poco dopo rimase orfana
di padre.
Nel 1890 fece la Prima Comunione e l'anno
successivo la Cresima. Era una ragazzina vivace ed
impetuosa ma, accostandosi ai sacramenti, divenne
mite e sottomessa e a 14 anni fece voto di verginità.
Per compiacere la mamma, che era contraria alla sua
idea di dedicarsi tutta a Dio, si applicò allo
studio del pianoforte e frequentò il conservatorio,
riportando brillanti risultati.
Nei lunghi anni di
attesa della maggiore età, per poter avere
il permesso materno ed entrare nel Carmelo, diede
esempio a tutti col candore della vita, lo zelo apostolico
e la pietà evangelica.
Entrò tra le
Carmelitane Scalze di Digione il 2 agosto 1901 ed
emise i voti nel gennaio del 1903, vivendo la sua
vita monacale immersa in adorazione continua della
SS. Trinità: "Ho trovato il mio cielo
sulla terra, perché il cielo è Dio e
Dio è nella mia anima". Gli anni successivi
furono costellati da molte sofferenze spirituali,
da lei affrontate con ascetica sopportazione, desiderosa
di conformarsi in tutto e per tutto al Crocifisso,
e da una grave malattia che la portò alla morte
nel novembre del 1906. Morendo esclamava:"Vado alla
luce, all'amore, alla vita".
Nel novembre del 1984 è stata beatificata da
S. S. Giovanni Paolo II, che la considera una grande
maestra di vita spirituale.
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BEATO TITO BRADSMA
Tito Bradsma nacque in Olanda nel 1881 e, animato
da giovanile vocazione, entrò nell'Ordine
Carmelitano, applicandosi negli studi di filosofia
e storia della mistica, che successivamente insegnò,
divenendo sacerdote nel 1905. Fu nominato poi rettore
dell'Università di Nimega.
Nel 1935, essendo
un valente giornalista, venne nominato consulente
ecclesiastico dei giornalisti cattolici.
Quando
la dottrina nazista si diffuse in tutta Europa e
soprattutto dopo l'invasione della sua Patria, tentò
con i suoi mezzi di contrastarla, cercando di lottare
contro le leggi razziali e le aberranti deviazioni
che distruggevano ogni libertà nella scuola
e sulla stampa cattolica.
A causa di ciò venne imprigionato e deportato
poi a Dachau, dove continuò la sua opera
sacerdotale, portando in quell'inferno un raggio
di speranza evangelica agli altri internati, senza
mancare di perdonare i suoi carcerieri.
Morì dopo innumerevoli sofferenze. Il 3 novembre
1985 è stato proclamato beato da Giovanni
Paolo II.
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BEATI MARTIRI DELLA CATALOGNA
Nel 1936, durante la seconda guerra mondiale, diciassette religiosi appartenenti a comunità carmelitane vennero trucidati per la loro fedeltà a Cristo.
Verso la fine di luglio, 12 religiosi di Tarrega vennero fucilati il giorno dopo essere stati presi prigionieri:
P. Angel M. Prat Hostench, priore,
P. Eliseo M. Maneus Besalduch, maestro dei novizi
P. Anastasio M. Dorca Coramina, della comunità di Olot, che si trovava con loro per aver predicato durante la festa del Carmine,
P. Eduardo M. Serrano Buj, professore,
Frà Pedro M. Ferrer Marin, studente di Filosofia
Frà Andrés M. Solè Rovina, studente
Frà Juan M. Puigmitja Rubiò, studente
Frà Miguel M. Soler Sala, studente
Frà Pedro-Tomas M. Prat Colledecarrara, studente
il fratello, Frà Eliseo M. Fontdecaba Quiroga, studente
Frà Elias M. Garre Egea, novizio
Frà Josè M. Escoto Ruiz, novizio.
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SERVA DI DIO MARIA DEL PATROCINIO DI SAN JOSE'
Qualche giorno dopo, in agosto, vicino Barcellona Suor Maria del Patrocinio di San Josè, monaca di clausura venne arrestata e durante la notte venne insidiata e successivamente uccisa mentre difendeva la sua castità.
Nata a Bigas (Barcellona) nel 1903 si consacrò al Signore nel monastero di Vic nel 1931 che durante la guerra dovette abbandonare, assieme alle consorelle, per rifugiarsi altrove. Fu imprigionata e sottoposta a varie umiliazioni, poi la notte del 13 agosto fu condotta, assieme ad altri sacerdoti, verso il cimitero dove, dopo aver ucciso i sacerdoti, i soldati volevano violentarla. Ma ella si oppose forsennatamente finchè una sventagliata di mitragliatrice non l'uccise.
In ottobre vennero uccisi:
a Barcellona un suddiacono della comunità di Olot, Frà Eufrosino M. Raga Nadal,
Frà Ludovico M. Ayet Canòs,
Frà Angel M. Presta Battle della comunità carmelitana,
Erano stati tutti arrestati un mese prima
In novembre venne ucciso, dopo un processo sommario, P. Fernando M. Llobera Puigsech,
priore della comunità di Olot.
Sono stati beatificati nell'ottobre 2007, tra un gruppo di 498 martiri spagnoli del 20° secolo. |
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BEATA APOLLONIA LIZIRRAGA DEL S.SMO SACRAMENTO
Apollonia Lizarraga Ochoa de Zabalegui, Carmelitana della Carità, è una delle martiri della guerra spagnola del XX secolo.
Nata a Lezàun (Navarra) nel 1867 da famiglia devota, crebbe con l'idea di dedicarsi tutta a Dio. Entrò, infatti, come novizia nelle Carmelitane della Carità nel 1886, seguita poi da tre sue sorelle. Emessi voti temporanei nel 1888, prestò attività di insegnante nel collegio di Trujillo e successivamente venne nominata superiora delle comunità di Villafranca de los Barros (Badajoz) e di Siviglia.
Nel 1923 fu eletta superiora generale della casa madre di Vic, Barcellona e in questo incarico rimase per ben 13 anni, lavorando assiduamente con zelo, abbandonandosi alla Divina Provvidenza, realizzando in quegli anni l'aperturadi altri istituti. Le stavano soprattutto a cuore la formazione spirituale e culturale delle novizie e delle suore.
Nel 1936, in Spagna, esplose la persecuzione contro i religiosi e i soldati della milizia cercarono di occupare la Casa madre di Vic. Apollonia si rifugiò presso alcune cugine ma poi, per non metterle in pericolo, si trasferì di nuovo e ancora così per due volte finchè i soldati arrestarono lei e le sue parenti. Dopo ore di interrogatori venne condotta sul luogo in cui intendevano ucciderla. Il suo corpo venne barbaramente maciullato e i suoi resti dati in pasto ai maiali.
E' stata beatificata il 28 ottobre 2007 con altre 497 vittime della medesima persecuzione. |
BEATO O. HILARY PAWEL JANUSZEWSKI 1907-1945
E' stato beatificato da Papa Giovanni Paolo II nel 1999, nel gruppo di 108 martiri polacchi, tra cui figurano anche molti altri sacerdoti.
Nato nel 1907, aveva studiato nel seminario di Cracovia ed era stato ordinato poi sacerdote. Nel 1940 i tedeschi avevano cominciato a imprigionare molti religiosi, alcuni venivano uccisi, altri arrestati e condotti nei lager.
Saputo che un anziano sacerdote era stato preso prigioniero e versava in condizioni di salute molto precarie, il giovane si offrì volontario per sostituirlo e ridare a lui la sospirata libertà. Dopo altre destinazioni, venne deportato a Dachau dove erano presenti più di 2500 preti dei quali la metà morirono.
Sia pure tra gli stenti, egli vi sopravvisse per quattro anni, sino all'inizio del 1945. Ma nel febbraio di quell'anno nel lager si diffuse una febbre tifoidea che minò la gran parte dei prigionieri, già in condizioni al limite della sopravvivenza. Essi vennero ammassati in una piccola costruzione senza cure, senza cibo nè altro conforto.
Sarebbe servito un sacerdote che li aiutasse un pò, che desse loro l'estrema unzione... dicevano ridendo i soldati.
Il giovane sacerdote si sentì interpellato in prima persona e si offrì di condividere la sorte degli ammalati.
Cercò, infatti, di dar loro tutto il conforto spirituale di cui avevano bisogno e anche una speranza: si sapeva che di lì a qualche giorno, gli alleati sarebbero arrivati, erano ormai molto vicini!
Anche
Hilary poteva pensare di essere liberato di lì a poco, ma purtroppo anche lui contrasse il morbo e morì assieme agli altri del blocco 25.
Pochi giorni dopo, quando in effetti gli alleati entrarono nel campo, troveranno nella casupola solo cadaveri. |
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BEATO ISIDORO BAKANJA
Isidoro Bakanja nacque nel 1885 nel Congo Belga ( Zaire) e si convertì al Cristianesimo all'età di 18 anni.
Il suo amore per Gesù e per la Madonna era davvero ammirevole, come pure la sua devozione allo Scapolare del Carmelo e alla recita del Santo Rosario.
Venne picchiato a sangue su ordine del padrone che era ateo perchè si rifiutò di togliersi lo Scapolare e, pur agonizzando per diversi mesi tra grandi dolori, perdonò il padrone promettendo che avrebbe pregato per lui dal cielo.
Morì il 15 Agosto del 1909 con il rosario tra le mani ed il suo scapolare al collo.
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BEATO ANGELO PAOLI
Nato ad Argigliano, in Toscana, nel 1642,
Angelo Paoli, particolarmente dotato di spirito di carità,
venne ammesso al Noviziato dei Carmelitani di Siena a 18
anni, dove pronunciò i voti e continuò gli
studi, finchè 6 anni pià tardi fu ordinato
sacerdote, prestando la sua opera presso il Carmelo di Pisa,
poi in Cupoli, Monte Catino e Fivizzano. Aveva una speciale
devozione per la Passione di Cristo e provvide a far erigere
molte croci sulle colline intorno a Fivizzano e successivamente,
trasferitosi a Roma, sua fu l'idea di metterne una al centro
del Colosseo, affinchè il sacrificio della Croce
fosse sempre presente sotto gli occhi e nella mente di chi
passava.
Nel 1687, infatti, venne trasferito a Roma, nel
Convento presso la chiesa dei Santi Silvestro e Martino
ai Monti, dove rimase fino alla morte. Tutto il suo tempo
lo dedicò alla cura dei poveri ammalati del vicino
ospedale (era infatti chiamato "Padre dei Poveri") e all'ammaestramento
dei Novizi.
Non sopportando la vista del Colosseo, luogo
per lui imbevuto del sangue dei martiri, che era ormai ridotto
ad un posto di bivacco o usato come scorciatoia per i carri
e di notte da rifugio per gente d'ogni genere, chiese insistentemente
a Papa Clemente XI di poterlo sistemare. Il Pontefice, sia
pur titubante, gli diede il permesso ed il frate, con l'aiuto
di volontari, si mise personalmente al lavoro per chiudere
gli archi con delle mura massicce e le porte con colonne
attraversate da grossi ferri. Inoltre, all'interno pose
tre grosse croci di legno ed altre tre le pose a Testaccio,
dopo aver composto - con frammenti e terraglie d'epoca romana
- un colle simile al Calvario.
Papa Clemente XI, come il suo predecessore Innocenzo XII,
gli offrì la porpora cardinalizia, proposta che egli
rifiutò categoricamente perché "sarebbe
stato di danno ai poveri che non avrei potuto aiutare".
Fra gli ammiratori di padre Angelo c'erano cardinali, alti
prelati, nobildonne ed egli utilizzò queste amicizie
altolocate a fin di bene, per realizzare un suo progetto.
Nelle sue
visite all'ospedale aveva notato che i malati, specialmente
i poveri, uscendo dalla convalescenza s'aggiravano per la
città ancora deboli e non del tutto guariti. E, come
c'era da aspettarsi, ricadevano ammalati.
Fra Angelo il
aiutava collocandoli presso alcune famiglie, ma i malati
erano tanti e allora pensò di costruire un ospizio
per i convalescenti, al fine di ospitarli fino a quando
non fossero stati perfettamente in forma. Così, fra
molte difficoltà e l'incredulità di tanti,
sorse nello "stradone" fra il Colosseo e la basilica
di San Giovanni, un ospizio, aperto ad ammalati e poveri;
ogni volta che arrivava un nuovo ospite, Padre Angelo suonava
un piccolo organo posto in una cappellina dell'edificio,
per festeggiare il nuovo arrivato.
La Provvidenza non faceva mai mancare i benefattori e tanta
era l'abbondanza di pane e vino che arrivavano all'ospizio,
che fra Angelo li distribuiva ai poveri che si radunavano
alla porta del convento di San Martino.
Il convalescenziario, oltre ad essere una fondazione assistenziale,
aveva una forte connotazione sociale: lì i malati,
nell'attesa della completa guarigione, imparavano un mestiere
per potersi inserire nella società, per non essere
di peso. Anche questo è un segno della carità
di Angelo Paoli.
Egli non si fermava mai. Il suo "tempo libero"
lo utilizzava confezionando scapolari della Madonna del
Carmine che poi distribuiva amorevolmente e a chi l'esortava
a riposarsi rispondeva, con delicatezza:
"Il
carmelitano gusta il riposo di San Giovanni, quello che
si gusta sul petto di Gesù, mediante l'orazione!"
A proposito dei poveri diceva: "Chi strapazza i poveri,
strapazza Dio, perché nei poveri s'ha da riconoscere
Iddio benedetto, e siccome i grandi della terra non si minacciano,
nè si strapazzano, ma, se occorre, si correggono
con rispetto, così occorre fare con i poveri e non
si devono disprezzare né maltrattare con fatti e
con parole, ma, se occorre, correggerli con carità
e con rispetto". E ancora: "Siamo tutti uguali
dinanzi a Dio. Nel mondo si fanno differenze, ma nell'altra
vita chi avrà fatto più bene, più merito
avrà dinanzi a Dio. Poiché siamo tutti figli
di un Padre che ci ama tanto, anche noi dobbiamo amarci
scambievolmente. Ove sono i poveri, ivi è Dio. Chi
cerca Iddio, deve andarlo a trovare nei poveri. Nella povertà
e infermità si ritrova Iddio".
Morì il 17 Gennaio 1720 e nel 1781
Papa Pio VI riconobbe le sue virtù eroiche, anche
per via di molti miracoli che gli si attribuiscono, sia
in vita che dopo la morte; il Capitolo Generale dell'Ordine,
tenutosi a Roma nel 1908, incluse il suo nome tra i Servi
di Dio Carmelitani.
A seguito di un ulteriore miracolo è stato beatificato il
25 aprile 2010 dal Cardinale Vicario Agostino Vallini nella Basilica di S. Giovanni in Laterano.
Definito "Padre dei poveri" è sepolto nella Basilica dei santi
Silvestro e Martino ai Monti in Roma.
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SERVI DI DIO
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SERVA DI DIO MARIA GERARDA GUERRERO DE PINERO (MEDARDA DE PINERO)
13-10-1885/6-1-1972
Nata a Caricuena, La Grita a 12 anni cominciò a spendere la sua vita a favore degli ammalati.
Sposatasi, ebbe 5 figli.
Nel 1969 la Croce Rossa Venezuelana le conferì per la sua opera un'onorificenza.
Si affidò sempre al Bambino Gesù.
Morì nel 1972 ed il suo corpo venne trasferito a Seboruco.
I venezuelani la ricordano come "Carità fatta donna".
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SERVO DI DIO D. GABRIEL PAULINO BUENO COUTO
Carmelitano e Vescovo 22/7/1910 - 11/3/1982.
Fece della sua vita una preghiera, così dicono i testimoni del suo operato, poichè Cristo era il centro attorno a cui la sua vita ruotava.
Era in particolar modo affezionato al S. Cuore a cui si era affidato sin dall'infanzia ma al contempo aveva una profonda devozione per l'Immacolata Concezione.
Il suo motto era, infatti: "Figlio della vostra serva".
Entrato in seminario da adolescente e diventato novizio nel 1922, fece la sua professione religiosa nel 1928 e dopo gli studi a Roma venne ordinato sacerdote nel 1933.
Presenziò al Concilio Vaticano II, percependo con forza la necessità di una pastorale che non fosse solo civilizzatrice o assistenziale.
Morì a Jundai nel 1982.
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SERVA DI DIO MADRE MARIA DEL PILAR E DELLA SANTISSIMA TRINITA'
Nata nell'aprile del 1921 ad Amora presso Lisbona, fu battezzata l'anno seguente col nome di Giulietta Maria del Carmine Mosca. La sua infanzia passò nella malattia, nel dolore e nella povertà. Appena ebbe coscienza di sè fu tutta per Gesù che le concesse molte grazie ed ella, quindi, si consacrò a Gesù sacramentato, aderendo alla sua volontà.
A 19 anni entrò nel Monastero del Carmelo di Sant'Anna di Siviglia in cui restò per 7 anni. confortata dei doni spirituali che Gesù le concedeva. Vestì l'abito carmelitano nel 1941 e nel 1945 fece la sua professione solenne col nome di Irma Maria del Pilar e della Santissima Trinità.
Due anni prima Gesù le aveva chiesto di fondare e restaurare il Carmelo dell'antica Osservanza in Portogallo. Nel marzo del 1947 ebbe inizio la Fondazione del Carmelo della Sacra Famiglia in Torre de Moncorvo, sostenuta dalle donazioni di persone a lei vicine.
Il Monastero venne completato nel 1990 e nel 1997 Madre Maria venne richiamata alla casa del Padre. |
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SERVA DI DIO MARIA CARMEN CRESPO ROIG
Teresa Encarnacion nacque a Beniarres (Alicante) il 25 marzo 1912.
Sin da piccola entrò a far parte viva della vita della sua parrocchia e durante gli anni della guerra civile spagnola offrirà la sua vita per i sacerdoti e per la fede.
Nel 1941 finalmente entra in convento dei Carmelitani di Onteniente, vicino a Valencia dove, nascostamente in Cristo si offrirà vittima per la chiesa e la salvezza delle anime fino alla sua morte, avvenuta nel 2006. |
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SERVA DI DIO MADRE ASUNCION SOLER GIMENO
Nacque a Quart de Pobler (Valencia, Spagna) nel 1882.
Sin da piccola si sentì attratta verso la vita religiosa ma l'opposizione paterna glielo impedì, finchè un giorno, scampata miracolosamente alla furia di un toro, il padre comprese la sua vocazione e la lasciò libera di decidere del suo futuro. Entrò così tra le suore Terziarie Carmelitane di Caudete che però lasciò nel 1923 per fondare, l'anno seguente, con l'approvazione del Vescovo di Malaga, il Beato Manuel González, una nuova Congregazione, le "Sorelle Carmelitane del S. Cuore di Gesù".
La Congregazione si è estesa e attualmente è presente in Spagna, Portogallo, Venezuela, Cuba, Mozambico, Repubblica Dominicana.
Il pensiero della sua vita fu soprattutto la gloria di Dio. |
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SERVA DI DIO MADRE MARIA MADDALENA MAZZONI
Fondatrice delle Suore Carmelitane delle Grazie.
Madre Maria Maddalena (Maria Caterina) nata a Bologna nel 1683, contrasse matrimonio con Pier Francesco Sangiorgi, da cui ebbe 5 figlie. Rimasta vedova nel 1715, si dedicò, per la sopravvivenza sua e delle tre figlie che doveva mantenere, con lavori di tessitrice.
Più tardi, ammalatasi, si affidò a santa Maria Maddalena de' Pazzi e, ritornata in forze, prese a frequentare il convento carmelitano. Nel 1723 si fece terziaria carmelitana prestando la sua opera in casa sua (Il "Carmelino"), donando ogni sua cosa per istituire un conservatorio, dopo aver ottenuto l'approvazione dell'Ordine. Si dedicò poi all'istruzione delle giovinette, che i genitori le affidavano volentieri, ai malati e a quei poveri che cercavano un aiuto.
Tra il 1730 e il 1740 la sua vivida testimonianza si fece conoscere in Italia e all'estero. Nel 1754 fondò il monastero di Rovereto.
Morì nel dicembre del 1749. |
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SERVA DI DIO CARMEN DE SOJO Y DE ANGUERA
Nata a Reus nel 1856 in una famiglia di chiara matrice cattolica, si dedicò all'apostolato presso gli infermi e realizzò l'Asilo per i Poveri.
Sin da piccola s'intravvidero in lei i segni di una religiosità precoce e profonda. Cresciuta, si dedicò all'assistenza agli anziani. Sembrava che dovesse entrare tra i fratelli dei Poveri ma Dio pretendeva altro: prima di compiere 16 anni, venne data in sposa essendo ancora 15enne.
Si trasferì a Barcellona dove, lasciata spesso sola dal marito che esercitava la professione di medico, decise di dare il suo contributo e si interessò per dar incremento ulteriore alla sua vita spirituale, dedicandosi soprattutto alla preghiera e .all'aiuto ai meno fortunati.
Morì nel 1890. |
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SERVA DI DIO MADRE ELISEA OLIVER MOLINA
Nacque nel 1869 a Benidoleig, Alicante (Spagna) col nome di Josefa Oliver Molinain in una numerosa, onesta e religiosa famiglia che accoglieva anche i bimbi abbandonati. In quest'ambiente la giovinetta crebbe sostenuta da sani principi religiosi e con l'aiuto della zia si consacrò al Signore sin dalla tenera età.
A 9 anni restò orfana di padre e per lei ed i fratelli iniziò un periodo di difficoltà che la giovinetta affrontò con dignità e senso di responsabilità. Cominciò a lavorare fuori casa ma non dimenticava mai di partecipare alla Messa anche se ciò le costava, per la distanza, una lunga difficoltosa camminata di 6 km e di far parte integrante della Parrocchia.
In quegli anni si andavano definendo in lei varie caratteristiche: preghiera, umiltà, carità verso il prossimo. Si avvicinò alle Terziarie Carmelitane di Alcantarilla e successivamente si affiliò alla loro Congrezione, fqacendo per lo più cose ordinarie in maniera straordinaria.
Fondatrice della Congregazione della S.ma Vergine Maria del Monte Carmelo |
SERVO DI DIO FRA' ALOIS EHRICH
Nato a Massing, Eggenfelden, in Bavaria nel 1868, era noto per la sua pietà, tanto che venne soprannominato San Luigi come poi da carmelitano si sarebbe chiamato. Diventato un ottimo falegname, alla morte del padre lo sostituì nel lavoro ma il suo desiderio era quello di entrare nel Carmelo. Nel 1896 riuscì a realizzare il suo desiderio, entrando nel Convento di Straubing e facendo la sua professione solenne col nome di Luigi in onore del Beato Luigi Rabatà.
Dal 1902 e per gli anni seguenti girò per conventi e chiese della Germania ed anche a Roma, effettuando lavori di costruzione o di rinnovamento necessari nei vari conventi e chiese carmelitani.
Ma non era solo un falegname, aveva una fede solida e profonda, pregava per ore intensamente dinanzi al Crocifisso, era il suo modo di essere alla presenza di Dio. Era molto devoto al Santissimo Sacramento e al S. Cuore di Gesù ed, ovviamente, essendo carmelitano alla Madonna del Monte Carmelo ed allo scapolare.
Per tutta la sua vita soffrì di stomaco ma a quei dolori egli non dava importanza ed offriva tutto a Dio. All'età di 26 anni mentre lavorava ebbe un malore che lo ridusse in fin di vita tanto che gli somministrarono l'Estrema Unzione. Pare che in questa occasione abbia avuto una visione i cui particolari però egli non svelò mai.
Durante la seconda guerra mondiale aiutava i concittadini a raggiungere i ricoveri per evitare gli attacchi alleati, uno dei quali molto devastante. A quest'epoca egli aveva già 77 anni ed era logorato da una vita spesa tutta nel lavoro e nella preghiera, senza alcun riguardo per il suo corpo e per la sua cattiva salute.
Nel maggio del 1945 gli venne riscontrato un cancro inoperabile allo stomaco; ricevette l'unzione dei malati dicendo che desiderava lasciare questa vita per essere con Cristo, a cui in effetti si ricongiunse nel giugno del 1945.
Il suo corpo riposa in Bamberga nella chiesa di S. Teodoro.
La sua causa di beatificazione venne approvata nel 1953 ma tutto si arrestò per la morte del vice postulatore. La sua venerazione è tuttora viva tra i tedeschi e la sua causa è stata riproposta nel 1997. |
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SERVO DI DIO FRA' STEFANO PELOSIO
Nato a Sondrio nel 1689 entrò nel Carmelo come converso nel Convento di S. Maria della Vita di Napoli nel 1716, diventando novizio nel 1719.
Ebbe grande devozione per Gesù sacramentato che uscendo per i suoi doveri, visitava, in ogni chiesa che incontrava sul suo cammino e si comunicava con grande fervore.
La sua vita spirituale era una continua offerta. Dava ai poveri ciò che aveva e spesso riusciva a sfamarli anche quando le riserve di cibo del convento erano ormai ridotte al minimo.
Amato in vita venne venerato alla sua morte, avvenuta nel 1763. Il suo corpo rimase esposto alla venerazione dei molti fedeli per cinque giorni.
Operò molti miracoli tutti documentati e fin dal 1794 venne dato avvio alla causa per la sua beatificazione. |
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SERVO DI DIO HNA MARIA ISRAEL BOGOTA' BAGUERO
Nata in Colombia nel 1943 entrò dapprima nella Congregazione delle Sorelle Carmelitane di Madre Candelaria nel 1965, fece la professione temporale nel 1968 e nel 1973 quella definitiva.
Durante i 23 anni di vita religiosa manifestò sempre grande amore a Dio e fedeltà alla sua Congregazione attraverso il servizio ai più poveri e bisognosi.
Il 22 settembre del 1991 morì a La Grita (Venezuela), per difendere la sua purezza.
È in corso la causa di beatificazione e canonizzazione con nulla osta della Santa Sede in data 21 marzo 2002. |
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SERVO DI DIO P. BARTOLOMEO M. XIBERTA
Il P. Bartolomeo Fanti M. Xiberta Roqueta , O.Carm., nacque in Catalogna (Spagna) nel 1897 in una famiglia dalle solide basi cristiane. Sin da piccolo aveva deciso che sarebbe diventato sacerdote e a 10 anni entrò nel Seminario Minore Carmelitano dopo aver fatto la Prima Comunione. A 16 anni emuise la sua promessa solenne e dopo i suoi studi a Roma venne ordinato sacerdote nel 1919.
Si laureò in Teologia che poi insegnò presso l'Università Gregoriana e nel Collegio Internazionale sant'Alberto Carmelitano, in Roma. Rinomato studioso e teologo, apprezzato in ambienti ecclesiale e intellettuali, scrisse vari libri di grande importanza e ricoprì importanti cariche nel Carmelo: Commissario dei Carmelitani di Catalogna, Assistente Generale dell'Ordine e membro della Commissione Teologica preparatoria al Concilio Vaticano II.
Colpito da trombosi celebrale passò gli ultimi suoi tre anni senza poter parlare e allettato.Morì nel luglio del 1967. |
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SERVA DI DIO MADRE MARIA ELLEKER DEL S.MO SACRAMENTO
Clara Ellerker fu la fondatrice della Congregazione "Corpus Christi Carmelites", comunità dedita alla vita contemplativa, nata da un piccolo gruppo iniziale di 3 persone che si riunivano in una casa a Leicester, Inghilterra.
Con l'approvazione del Vescovo di Nottingham espletò incarichi sia in campo sociale che in quello educativo. Lasciata l'Inghilterra Madre Maria Ellerker aprì altri conventi in Nord America e nei Caraibi, a cui altri se ne sono aggiunti nel corso degli anni.
Nata nel 1875 in una famiglia non cattolica, si scontrò con l'opposizione paterna, ma alla fine il genitore si conformò alla sua volontà e la affidò ad un istituto cattolico. Ella poi abbracciò la vera fede, cambiando il suo cognome da Perrins in Ellerker.
La Congregazione venne affiliata all'Ordine Carmelitano nel 1927. |
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SERVA DI DIO MARIA ANGELA VIRGILI, TERZIARIA
Nata nel 1662 a Ronciglione (Roma), venne educata cristianamente dalla sua famiglia e subito mostrò di avere spirito di pietà e molte virtù.
Dopo la morte dei suoi genitori divenne terziaria carmelitana, dedicandosi quindi tutta a Dio, al prossimo, agli ammalati, ai poveri.
Cercò anche di riportare sulla retta via prostitute e donne di facili costumi e molti che venivano a contatto con lei ebbero guarigioni straordinarie corporali e spirituali.
Dio la colmò di doni ma volle in cambio anche le sue sofferenze che ella accettò con serenità, come ad esempio una malattia che le provocava intensi dolori che ella sopportava con gioiosa rassegnazione.
Morì nel 1734.
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SERVA DI DIO MADRE MARIA CRISTINA DE LA EUCARISTIA ALONSO
Nata a Coo (Spagna) nel 1930, sentì ben presto il richiamo di Cristo e nel 1955 entrò nell'Ordine del Carmelo, vivendo con intensità ed umiltà la sua scelta, fortificandosi interiormente, scoprendo nella vita ordinaria un mezzo di santificazione.
Testimoniò ampiamente il suo amore per Gesù durante i 17 anni di malattia in cui restò inferma, offrendo a Lui la sua sofferenza.
Morì nel 1979. |
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SERVA DI DIO LIBERATA FERRARONA
Nacque ad Olot (Spagna) nel 1803 e visse sempre nella sua città natale. A causa della morte del padre, quando era ancora piccola, dovette mendicare per la sopravvivenza sua e della sua famiglia.
A 8 anni cominciò a lavorare presso una fabbrica di tessuti dove rimase fino al 1829, quando dovette lasciare il lavoro a causa di una malattia che la costrinse a letto fino alla morte.
Ai suoi compagni di lavoro diceva, facendo apostolato:"L' occhio al lavoro, il cuore verso Dio".
Nonostante le vicissitudini della sua vita non si lamentò mai ma accettò con fede la volontà di Dio, testimone di pazienza di sacrificio e di fortezza.
Morì nel 1842. |
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SERVO DI DIO RAMON MONTERO NAVARRO, TERZIARIO
Nato a Tomelloso (Spagna)nel 1930, fece la Prima Comunione a 9 anni. Seguiva con interesse e dedizione le lezioni di catechismo e quando sentì che Gesù provava un profondo affetto per l'Apostolo Giovanni, egli esclamò: "Vorrei che Gesù mi amasse nello stesso modo!".
Da quel momento in poi egli fece il possibile per comportarsi ancora meglio e il giorno della sua Prima Comunione si offrì con gioia a Gesù.
Da piccolo era caduto da cavallo ma sembrava non aver riportato alcuna lesione. Dopo la Prima Comunione, però, gli venne riscontrata una tubercolosi ossea o morbo di Pott come conseguenza della caduta. Non potè più muoversi e rimase infermo fino al momento della sua morte, avvenuta nel 1944.
Il suo comportamento era davvero ammirabile, non si lamentava dei terribili dolori che provava, aveva sempre un sorriso per chi andava a trovarlo, confortava i suoi genitori. Quando il medico consigliò la morfina per lenire i dolori, egli non ne volle sapere, offrendo tutto per la conversione dei peccatori. Morì senza un lamento tra le braccia della madre.
Precedentemente il suo direttore spirituale gli aveva accordato il privilegio di entrare nel Terz'Ordine Carmelitano. |
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SERVO DI DIO PADRE JOSE' GONZALES DELGADO, MARTIRE
Nato nel 1908 a Gabia Grande (Spagna), a 19 anni entra come postulante nel Seminario Carmelitano, dopo due anni nel Noviziato e fa la sua Professione solenne nel 1930, continuando poi gli studi vicino Cordova. Venne ordinato sacerdote nel 1935.
gazzo aveva già ampiamente dimostrato la sua devozione al Santissimo Sacramento e alla Madonna, la sua grande spinta alla carità verso i poveri e gli ammalati che si definì ancor meglio durante la sua vita di religioso.
Per le sue qualità spirituali e pedagogiche venne nominato Rettore del Seminario Minore Carmelitano di Hinojosa del Duque (Andalusia) e là, purtroppo, subì la persecuzione religiosa che martoriò tutta la Spagna durante la seconda guerra mondiale.
Nel luglio del 1936 il convento venne assaltato dai miliziani e P. Josè venne imprigionato e portato a Pueblonuevo, vicino Cordova dove fu ucciso. Egli morì gridando "Viva Cristo RE!".
Il Servo di Dio aveva avuto alcune premonizioni sulla sua fine di martire ma proclamava la sua adesione alla volontà di Dio, se così Egli aveva deciso. |
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O. WINCENTY KRUSZEWKI (1843-1922)
Padre Vincenzo Kruszewski, nato nel 1843, in Polonia, entrò in convento a Cracovia molto giovane e venne ordinato sacerdote nel 1879.
Molto dotato intellettualmente, fu uomo di preghiera, molto devoto alla Beata Vergine Maria, umile e caritatevole coi malati ed i poveri.
Morì nel 1922 in odore di santità in un monastero di Obory e la sua sepoltura è meta di pellegrini che gli chiedono grazie.
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P. ENRIQUE ESTEVE FRANCISCO
Nato a Almazora (Spagna, nel 1905, fece la sua prima professione solenne nel 1922 e venne ordinato sacerdote nel 1927.
Quasi tutta la sua vita fu consacrata a insegnare teologia e Sacra Scrittura, materie in cui era laureto, come pure in filosofia. Direttore dei novizi, direttore spirituale, Priore provinciale scrittore di libri spirituali.
Si distinse per la sua vita di preghiera, di mortificazione, di carità, umiltà e profondo amore verso Gesù, la Madonna, la chiesa e verso il suo Ordine.
Morì a Onda nel 1990. |
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SANTOS FRANCO SANCHEZ
Nato nel 1942 vicino Cordova, sesto di tredici fratelli studiava presso i PP. Carmelitani comportandosi sempre con grande dolcezza e serietà, portando pace fra i compagni e tra i suoi fratelli.
All'età di dieci anni, nel 1954, cadde ammalato di meningite con febbri alte e forti mal di capo.
A sua madre che gli era accanto diceva di non esser triste perchè se quella era la volontà di Dio, egli l'accettava serenamente e offriva tutto a Lui in favore dei peccatori e delle missioni, unendo la sua sofferenza a quella di Cristo.
Le sue ultime parole furono proprio "Che sia fatta la volontà di Dio". |
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STORIA DELLO SCAPOLARE
Oltre quelli liturgici, esistono nella Chiesa altri segni,
legati a un avvenimento, a una tradizione, a una persona.
Uno di essi è presente da sette secoli, è
lo Scapolare del Carmine, segno di fede, di impegno cristiano
e mariano, approvato dalla Chiesa e proposto dall'Ordine
Carmelitano come manifestazione esterna di amore a Maria,
di fiducia filiale in Lei e come impegno ad imitare la sua
vita. Esprime, inoltre, la fede nell'incontro con Dio nella
vita eterna, per intercessione della Madonna e attraverso
una Sua speciale protezione.
La parola "scapolare" indica una stoffa
che i monaci di vari Ordini indossavano sopra l'abito religioso
durante il lavoro manuale. Anticamente veniva chiamato "Breve"
ed era costituito da due strisce di stoffa, a volta ricamate,
entro cui venivano cucite reliquie o immagini benedette
e veniva portato al collo.
Nel Medioevo, molti cristiani si associarono agli Ordini
religiosi allora fondati: Francescani, Domenicani, Agostiniani,
Carmelitani e nel loro ambito sorsero così delle
Confraternite, a cui venivano dati dei "segni" di affiliazione
e partecipazione del proprio spirito e del proprio apostolato,
costituiti da una parte dell'abito: la cappa, il cordone
e lo scapolare, che avevano il significato simbolico di
"portare la croce di ogni giorno", come i discepoli e i
seguaci di Gesù.
In alcuni Ordini religiosi, come nel Carmelo,
lo Scapolare divenne segno della loro identità, della
loro vita e per gli "associati" venne realizzato, con approvazione
della Chiesa, uno Scapolare in forma ridotta, chiamato anche
"piccolo scapolare" o "Abitino". Esso non è un segno
di protezione magica nè un amuleto nè garanzia
automatica di salvezza o una dispensa dal vivere le esigenze
della vita cristiana, bensì simboleggia il vincolo
speciale dei Carmelitani a Maria, modello del perfetto discepolo
di Cristo, esprimendo la fiducia nella sua materna protezione
ed il desiderio d'imitare la sua vita di dono a Cristo e
agli altri. Si trasformò, così, in un segno
mariano.
La Madonna, che ci concede la Sua intercessione
e la Sua protezione, vuole che viviamo alla luce di Dio
ed ascoltiamo e mettiamo in pratica la Sua Parola nella
vita di ogni giorno, pregando e condividendo le necessità
dei nostri fratelli in Cristo. Introducendo alla fraternità
del Carmelo, ci propone l'esempio di Sante e Santi Carmelitani
e ci incita a vivere l'ideale di questa famiglia religiosa:
l'amicizia intima con Dio attraverso l'orazione.
Lo Scapolare del Carmine è imposto da un sacerdote
o da una persona autorizzata.
Può essere sostituito da una medaglia che raffigura
da una parte l'immagine del Sacro Cuore di Gesù e
dall'altra quella della Vergine.
Lo Scapolare impegna a vivere come autentici cristiani che
si conformano alle esigenze evangeliche, ricevono i sacramenti,
professano una speciale devozione alla Santissima Vergine,
espressa almeno con la recita quotidiana di tre Ave Maria.
Bibliografia:
- Il Santo del giorno - Mario Sgarbossa-Luigi Giovannini
- Rivista "La Madonna del Carmine - Maggio-Giugno 2008
- Il Carmelo - Preghiere e vita - Per la vita spirituale del laico carmelitano- Ed. Provincia Italiana dei Carmelitani
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Le foto della Cerimonia della Beatificazione e della successiva deposizione dell'urna contenente le spoglie del Beato Angelo Paoli le troverete nell'articolo presente in Religiosità:
ed il breve pellegrinaggio sulle sue orme:
Sulla sua figura vi sono altre notizie, a firma di Padre Giuseppe Midili OCarm., in Collaborazioni:
ed altre notizie sulla Basilica dei SS. Silvestro e Martino ai Monti, Roma affidata ai Carmelitani
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(*) Il testo relativo a Sant'Angelo di Sicilia mi è stato fornito da Angelo Schembri, che ringrazio
Le immagini dei: - Beato Angelo Mazzinghi - Beato Francesco Palau y Quer - Beato Battista Spagnoli - Beato Luigi Rabatà - Beato Bartolomeo Fanti - Beato Giovanni Soreth - Beata Francesca d'Amboise - Beata Giovanna Scopelli -
sono tratte dal sito http://carmelnet.org |
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