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VIA VAI 8
4 Settembre
Tornando a casa mi imbatto in uno spettacolo
davvero insolito: dinanzi al tetro Battistero di
San Giovanni sostano, allegre e anacronistiche in
questa antica piazza, alcune coppie di sposi:
impettiti i giovani nei doppiopetti blu, piene di
brio e ridenti le ragazze, bellissime nei graziosi
abiti bianchi ornati di pizzi, gale, balze.
Tenendosi per mano traversano la strada bloccando
il traffico instancabile anche in quest'ora di
canicola.
Si avviano forse verso Villa Celimontana
o verso il Colosseo per qualche foto ricordo.
I
loro visi raggianti destano anche in me una nota
di ridente complicità.
Sono giovani irlandesi che vengono a sposarsi in
Italia, nella Basilica Lateranense; proprio qui
vicino, infatti, c'è il Collegio irlandese,
avranno forse una convenzione speciale per venire
sin qui, nella sede del Cattolicesimo...
Ed ogni lunedì il rito si ripete... altre coppie,
altri visi, tutti egualmente giovani e allegri..
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9 Settembre
Ancora traffico e non si vedono 93;
bizzarramente passano, tutti vuoti, dei 27 che
vanno al deposito. La folla s'ingrossa e attende
di malavoglia...
Finalmente si conosce la ragione di tanta
confusione, vieppiù creata dall'intervento di
alcune vigilesse e dall'ingombro causato da molti
pullman che, fermi nel traffico, decidono di
scaricare gli occupanti proprio davanti alla
fermata.
Sono due pullman della Basilicata affollati di
agricoltori: hanno una striscia di stoffa verde
attorno alla testa e cartelloni... quattro cortei
di lavoratori agricoli sfileranno per tutta
Roma... i verdi che ho davanti si stanno dirigendo
verso la Stazione da dove si muoverà uno dei
gruppi che percorrerà compatto proprio via
Merulana.
Come farò ad arrivare in ufficio? Ogni
giorno ce n'è una nuova che moltiplica il caos
già esistente in città. Un altro 27 dirottato e
vuoto mi passa, spavaldo, sotto il naso. Mi viene
voglia di salirvi su e obbligare l'autista a
seguire il percorso del 93... dirottatrice di
autobus... sarebbe un'idea!
La gente è
numerosissima... non ce la farò oggi, ormai sono
le 9,20.
Finalmente un auto, ma è pieno da scoppiare...
torno a casa... un altro giorno di ferie sprecato!
... Amplificate dai megafoni, dalle finestre
aperte sale su un coro di proteste e di slogans,
richieste civili che forse il Governo ascolterà o
forse no... uomini, donne e ragazzi sfilano
chiedendo ciò che è loro dovuto: un pò d'aiuto,
rispetto, mezzi di lavoro, umanità.
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10 Settembre
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Nitida ed imponente la sagoma di San Giovanni
si staglia stamani contro un cielo nè azzurro nè
grigio. Dopo la manifestazione di ieri, oggi c'è una calma quasi irreale, sembra che il traffico
sia più scorrevole, ma la folla è sempre tanta,
assiepata alle fermate.
Nella ressa trovo un angolino e resto lì per
tutto il percorso, crocifissa contro il vetro che
ripara il conducente, come una farfalla da
collezione trafitta sopra un cartoncino. I
finestrini sono tutti chiusi ed è difficile
persino respirare.
Intanto, un uomo ed una donna borbottano in
sottofondo parlando dei brogli elettorali: " ... e
diciamo: Hai visto, ci hanno aumentato di 27.000
lire la contingenza...". " Che poi alla fine sono si e no 17.000..."
ribatte un altro che si intromette nella
conversazione.
"E cosi' c'avevamo i bianchi, i rossi, mò pure i
verdi ... abbiamo fatto la bandiera!" continua un
romano verace.
Nel discorso s'inserisce poi, un pò piccato, un
uomo sulla cinquantina originario del Nord,
loquace, buon parlatore, un viso lungo e segnato,
un cappelluccio di lana bianca che ribatte agli
altri due: "Sì', tutti amici... ci prendono in
giro, chiacchierano, stanno tranquilli... quelli
che dimostravano ieri, dovevano entrarci loro al
Parlamento coi trattori, con le mucche...".
Il primo uomo parla favorevolmemte di Agnelli, ma
l'altro proprio avvelenato gli risponde:
"... Grazie, ha ereditato un impero, cosa ci
vuole?! Io ho i capelli bianchi come lei - e si
rivolge al suo interlocutore - e lo vivo questo
sistema da tanti anni. Lei parla come i contadini
del Veneto di mezzo secolo fa che dicevano con un
proverbio: Se non ci fosse il padrone, l'operaio
non servirebbe... Ma si', che sono una bella
banda... lasci stare i compagni... è il sistema
che non va... ma che Agnelli...".
Benchè divertita dal battibecco, tra me e me
sono d'accordo col veneto loquace che parla da
illuminato...
Tra pochi giorni, di nuovo, i giovani
torneranno a scuola, costretti a star fermi nei
banchi troppo stretti, pensando con rimpianto
alle vacanze appena passate... ma poi prenderà il
sopravvento la sete di conoscenza, l'amicizia coi
compagni, le burle, l'impegno, l'ansia per
un'interrogazione inattesa...
I muri della città traboccano di immagini, foto a
colori o in bianco e nero che spuntano da ogni
superficie utilizzabile, mostrando le facce
melense e sorridenti dei candidati alle prossime
elezioni, colme di promesse di uguaglianze, di
miglioramento dei servizi... tutte bugie... |
6/11 Ottobre - Medjgorje
Dal 6 all'11 ottobre, un pò in ritardo quest'anno, siamo andati in gruppo con molti dei nostri vecchi amici e nuovi, ad un pellegrinaggio a Medjugorje... E' il terzo pellegrinaggio che Paolo e Mario hanno organizzato con varie persone conosciute e non, che si sono avventurate con noi in questo "paesetto" della Bosnia Herzegovina, dove appare la Madonna da vari anni.
Esperienza interessantissima, vissuta molto da tutti… anche dai ragazzi. Donatella e Simone, i miei figli, erano tutti e due presenti assieme a Lino, il figlio di Mario e Giuliana, Daniela, la figlia di una mia collega, insieme ad altri ragazzini, si sono resi disponibili ad aiutare le persone più anziane.
Frà Ignazio, il piccolo sagrestano-cuoco di san Martino ai Monti, la nostra Parrocchia, con fratello, cognata, nipote appresso e cose gustose provenienti dalla Sardegna, sua terra d'origine...
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Abbiamo cominciato subito con la Messa in nave celebrata da Padre Antonio, sempre allegro e disponibile, la sua figura carismatica che ci ha preceduto o seguito in ogni nostro movimento, il nostro nuovo compagno, in questa impresa,
il simpatico e sbrigativo Nicksa, per cui tutto era possibile…
la signora Pina che, nonostante l’età era instancabile e allegra per aver tante persone intorno...
E' stata una girandola di esperienze positive e consistenti, sottolineata dalle tante preghiere scandite nel corso dei giorni, dinanzi alla collina dove è apparsa la Madonna.
Come non ricordare le serate passate nelle case dei residenti, che mettono a disposione quello che hanno, a favore dei pellegrini, che ci vedevano riuniti, il sorriso di tanta gente che nel frattempo è tornata al padre, come la Signora Pina, Leandro e chissà quanti altri...,
Come dimenticare la nostra sorpresa quando, dinanzi ala chiesa, abbiamo trovato Padre Santino, carmelitano e confratello di Padre Antonio...
Insomma, come tutte le varie esperienze vissute a Medjugorje, è stata una settimana intensa, piena di cose belle, di preghiera, di intenzioni buone, di propositi... |
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20 - Dopo le elezioni...
Le facce insolenti dei candidati alle elezioni
ormai espletate, inutilmente irridono ancora dai
manifesti disseminati e per metà strappati, anche
con furia, in tutta Roma...
3 Novembre
https://www.ilmessaggero.it/roma/news/sciopero_mezzi_roma_quando_lunedi_8_febbraio_bus_tram_metro_roma-5751407.html
La metro ha sospeso i servizi per un guasto
alla linea: centinaia di persone si sono riversate
sulle macchine e, neanche a dirlo, sugli autobus.
Un affollamento mai visto alle fermate, auto che
passano carichi senza sostare, rallentando appena
dinanzi alle masse vocianti ed inferocite che
attendono oramai da 20, 30, 40 minuti.
All'angolo sotto casa mia - maledetto incrocio -
un incidente ha rallentato ancor più il traffico.
Già affaccendata nella solita routine di gesti e
servizi mattutini, ho sentito il rumore metallico
dei due mezzi che cozzavano l'uno contro l'altro:
una macchina di piccola cilindrata ed una moto con
un ragazzo a bordo... come spesso avviene,
purtroppo.
Dalla finestra semiaperta ho sentito un
grido, un affollarsi di gente curiosa e desiderosa
di portare aiuto poi, poco dopo, la lamentosa voce
d'un'autoambulanza che a fatica si faceva largo
nell'intrico di macchine, per ripartire a, sirena
spiegata, quasi subito verso il vicino ospedale di
S. Giovanni.
E mentre attendo alla fermata, il mio pensiero va
a quel giovane sfortunato che oggi - e forse per
molti giorni ancora - giacerà immobile e
dolorante in un letto d'ospedale.
I 16 passano vuoti e frequenti insinuando - da
lontano - un'inutile speranza in chi attende... la
folla rumoreggia... ecco un 93, ma è sovraccarico
e la gente dentro è pigiata senza scampo,
addossata contro le porte, i volti schiacciati
contro i vetri.
L'attesa diventa sempre più pesante, ma ecco, per
fortuna, tra la gente che vien giù dalla strada,
riconosco la testa fulva di Liana, il suo sorriso
solare che mi rincuora. Ci scambiamo saluti e
notizie, qualche lieve risata apre il mio cuore alla serenità... cos'è questa attesa di fronte
alle avversità, ai dolori della vita, alle
calamità?
Ci separiamo e lei prosegue col suo passo sicuro e
con quella ridente e pacifica filosofia sino alla
fermata d'un'altra linea che mi auguro meno
disastrata della mia.
Mi guardo intorno e scopro, in questa specie di
primavera che prosegue ininterrotta sino ad oggi,
che i platani del viale sono ancora ricchi di
foglie quasi verdi: i caldi colori dell'autunno
non le hanno ancora ridipinte di venature sfumate,
solo una enorme foglia rossiccia giace a qualche
passo dai miei piedi come un aquilone stanco.
Passa il quarto 93 e si ferma dando un barlume di
speranza, ma è già stracarico, anche se qualcuno
spingendo a fatica si fa spazio... una o due
persone, non di più'... l'omino magro e sparuto,
sperso nella sua giacca di velluto troppo grande,
s'avvicina alle porte stringendo in una mano
l'inseparabile busta bianca di plastica in cui
forse racchiude il suo pranzo, ma deve desistere e
col volto aggrinzito ed imbronciato, rinunciatario
a forza e deluso, torna nel gregge al suo posto
d'attesa.
Le auto intanto si riversano a valanga per via
Merulana frammischiate ai taxi, che oggi concorrono
in massa a trasportare la folla.
Sono vicina al grande incrocio con viale Manzoni
dove le auto sono costrette a fermarsi formando
una lunga fila dinanzi a me; scruto i volti degli automobilisti: volti indifferenti, ostili, chiusi
in pensieri cupi... solo due giovani ridacchiano
guardando la gran folla coi volti allegri e
aperti. Preferisco questa loro spontanea
irriverenza alla cupezza degli indifferenti racchiusi nel loro mondo egoistico, protetti
dall'abitacolo...
Come Dio vuole riesco a salire su di un 93, il
settimo, anch'esso strapieno, ma ora debbo farmi
un piccolo spazio, altrimenti l'autista non chiude
le porte, premo anch'io contro gli altri, salgo lo
scalino e mi afferro saldamente alla sbarra nera
da cui non mi distaccherò fino all'arrivo, il
corpo premuto contro il ferro e contro una ragazza
non più giovane, dal volto chiaro, aperto,
ma rassegnato, solo un pò preoccupata del ritardo
per un appuntamento.
Un'altra ragazza, invece, più giovane e irruente
dell'altra, minigonna, volto truccato, un ciuffo
di piccoli ricci scuri e ribelli che le si
affollano sul capo e ad ogni suo movimento di
stizza s'inalberano, borbotta a voce alta,
inveendo quasi contro l'autista che tutto sommato è un bonaccione e non se la prende molto.
Risponde a tono a chi vorrebbe rigurgitargli
contro l'esasperante tensione dei 45 minuti
d'attesa e tra il serio e il faceto rimbecca la
ragazza che, di tanto in tanto, riprende il suo
tono lamentoso e provocatorio, finchè stanca di
gomitate e di pestate scende alla prima fermata,
la gonna un pò scomposta, le scarpe di camoscio
nero impolverate,annunciando a gran voce che
preferisce l'autostop a quella massa umana e
maleodorante... e s'incammina, impettita e
rissosa, verso piazza dei Navigatori dove
sicuramente troverà un altro mezzo...
6 Novembre
... Una signora d'una certa età, ben messa e
ciarliera sta raccontando ad un'amica incontrata
per caso d'aver presenziato ad una puntata del
nuovo spettacolo Fantastico, elencando tutti i
particolari che l'hanno colpita. Forse è una
dell'ambiente, sembra conoscer tutti a menadito...
Buon Dio, dove siamo arrivati, come ci siamo
ridotti... ormai è diventato un titolo di merito
partecipare ad una trasmissione televisiva!
L'autista è un uomo grande e grosso già
prossimo alla pensione, capelli sale e pepe, due
occhi bovini e ottusi, fissi alla strada. Una
giovane accanto a me gli chiede quanto tempo ci
vorrà per giungere alla sua destinazione ma lui,
prima fa finta di non aver sentito poi, costretto dalla insistenza della giovane, fa spallucce e
mormora stizzato: "Non lo so!" e si volta a
guardare da tutt'altra parte, considerando chiuso
il discorso.
Dietro di me un giovanottone mi alita
sul collo parlando... uffa!
Eppure è una bella giornata, nonostante la
pioggia di stanotte. E tutti, prevedendola di
nuovo, hanno preso le macchine...
Siamo in coda dinanzi all'Eurogarden e l'autista
tignoso, rabbioso, con stanchezza, fa piccoli passi
senza molta voglia, sembra, d'arrivare alla fine
della salita che immette alla Colombo. Una ragazza
mi scansa bruscamente e cerca di colloquiare con
il conducente: la sua massa di capelli fulvi,
molto lunghi, ondeggiano sotto il mio naso, scossi
da un moto d'intemperanza quando lui, ad una
domanda diretta non sa che dire... è proprio
allergico alle domande.
7 Novembre
Da ieri fa freddo, tutti hanno già indossato
giacconi e cappotti di varie fogge e colori.
Attesa di più di mezzora sulla strada, dove la
donnetta scialba e spettinata che prega sempre col
rosario stretto tra le mani, si lascia travolgere
dalla curiosità di sapere quel che si stanno
raccontando tre donne d'una certa età raggruppate
proprio accanto a lei e si fa sempre più vicina,
senza dare a vedere che sta curiosando.
Ma le donne parlano a voce talmente alta che
anch'io capto una parte del discorso. Una di esse
racconta di non so quale disgrazia capitatale e
delle sue reazioni... intanto il traffico scorre,
ma il 93 non si vede...
Pedalando con disinvoltura, passa un negro con una
faccia allegra, su un motorino passa uno che
addenta con avidità un panino col salame... i 16
scorrono senza sosta... le due zingare che si
tenevano in disparte salgono sul primo 93 che
passa.
Intanto, dall'altro marciapiede sopraggiunge una
strana coppia formata da un ragazzo alto e
allampanato che quasi trascina un uomo, piccolo di
statura, tutto sbilenco, con la parte destra del
corpo semiparalizzata e con la testa voltata verso
sinistra... forse è un grande invalido col suo
giovane accompagno... traversano la strada,
suonano al portone dinanzi al quale sto attendendo
e vi entrano, con fare deciso il primo e sempre
sbilenco l'altro, immersi in un discorso che li fa
parlare fitto fitto, il giovane rivolto verso il
basso, l'altro tutto teso verso l'alto.
Noto una macchina bianca di piccole dimensioni che è la quarta volta che mi passa dinanzi, riconosco
la faccia del guidatore, un uomo coi baffi, che
ora ha l'aria di chi non sa più come comportarsi.
Sta cercando disperatamente un parcheggio che non
trova... ma ecco, finalmente, l'auto...
all'arrembaggio!
Non so come, ma sono salita e sembra che
tutto fili liscio... l'ho detto troppo presto... a
Caracalla mi sorprende una fila di cui non si vede
l'inizio nè la fine... oltre 40 minuti per
superare gli archi, arrancando passo passo su per
la salita.
Unica nota allegra, un motorino che trasporta una
corbeille di fiori freschi dai vivaci colori che
traboccano dal veicolo.
La rabbia, intanto, gonfia gli animi, la gente
sbraita perchè l'autista si fa sorpassare da
altri mezzi che procedevano dietro di noi e tutti
i passeggeri lo incitano a passare nell'altra
corsia, che tra l'altro non esiste più, talmente
ingombra com'è di auto aggrovigliate.
Livore e aggressività si risvegliano anche in me
e mi vengono in mente battute salaci, perchè
dovrò prendere un permesso per queste due ore
perse in strada e poi dovrò recuperarle.
Dagli autobus dietro, segnati dalla stessa sorte,
molti passeggeri scendono stizziti e s'incamminano
o corrono addirittura verso la propria
destinazione più o meno vicina... la mia
purtroppo non è raggiungibile in pochi minuti a
piedi, altrimenti... Intanto tra i corpi ammassati
contro il vetro di protezione per l'autista,
intravvedo la mia collega sordomuta, quella
piccolina dal corpo di ragazzo mingherlino, che
ora cerca di comunicare la sua disapprovazione
all'autista, emettendo suoni inarticolati che
fanno sobbalzare chi non la conosce. Mi faccio
viva con lei battendole sulla spalla e
sorridendole... almeno condivido la sua stessa
sorte...
Un uomo in motorino si difende dalle esalazioni
dei gas portando una strana mascherina che lo
rende omigliante ad una buffa scimmia... una
donna laggiù in fondo brontola, fomentando gli
animi: " ...È perchè stiamo sempre zitti... se vede che ce piace!..." Un uomo la redarguisce e
lei gli risponde per le rime... l'aria è
irrespirabile... sono le 10!
Oggi li incontro tutti: Andreotti, la liceale, la
signorina anziana dagli occhiali... sembra ci sia
un convegno degli habituès della linea 93!
Una signora anziana che se ne stava zitta
zitta al suo posto non ce la fa più e ad alta
voce, persa la pazienza, zittisce due giovanette
che, da quando sono salite - è ormai più di
un'ora - non hanno fatto che parlare fitto fitto
tra di loro.
Le due tacciono per qualche momento, poi
ricominciano senza pudore, come nulla fosse
accaduto, mentre lei bofonchia in modo che esse
possano udirla: "Mi stanno facendo male alle
orecchie!...".
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22 Novembre
Le foglie cadono, ora, ad ogni soffio di
vento e la strada se ne ammanta tutta come d'un
bel tappeto multicolore.
Una vecchina vestita
tutta di nero - dal fazzoletto che le ricopre la
testa fino alle scarpe sformate - procede per la
via china verso terra, sperando forse di trovare
qualcosa che possa esserle utile e nel suo andare,
ogni tanto si gratta la testa, là dove i capelli
un pò sporchi le fuoriescono dal fazzoletto di lana.
Dinanzi al negozio di frutta e verdura si ferma,
come affascinata da tutti quei colori, sperduta
forse nel ricordo di quei sapori succosi.
Sono uscita coi capelli bagnati per la doccia per
accompagnare Simone fino a scuola. M'imbatto in un
ragazzo macilento che indossa sopra il pigiama una
maglia leggera color penicellina. Esce da una
farmacia con un'aria sperduta, nebulosa.
Sicuramente è un drogato...
Sono stanca oggi... c'è un cielo grigio e
triste... vorrei sedermi e crogiolarmi ancora nel
dormiveglia. Siamo alle solite... il 93 non passa.
Nella ressa di ieri, uno zampognaro con il suo
strumento ci si rigirava a stento... è di nuovo
Natale. Clackson, taxi... cosa ci sarà oggi per
la strada?
Ritorno
È decisamente autunno e una lieve malinconia
mi pervade guardando il prato stentato e grigio,
ora, che costeggia le Tre Case. Ed ecco la pioggia
che si gonfia ai bordi della strada.
Sale il solito Down che pare conosca da tempo
l'autista, un tipico romano dal gran cuore e dalla
grande comunicativa, capelli bianchi, pacato,
allegro; me lo immagino paludato in una toga da
magistrato romano...
Si scambiano battute allegre, l'autista lo sfotte gioiosamente e lui sta al gioco, risponde per
le rime, guarda, con occhi affascinati da bambino,
il tendone del Golden Circus su cui splende una
grande insegna luminosa e poco dopo scende.
Lungo il viale di Caracalla, dinanzi ai Vivai del
Sud, staziona un camioncino su cui sono dipinti,
in un verde acceso, tre ibis eleganti e sereni che
sembrano voler spiccare il volo...
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23 Novembre
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Anniversario della morte di John F. Kennedy,
non lo dimentico mai.
Nel mio animo sensibile di
ragazza rimase un'impronta di sdegno a quella
morte che di poco seguiva l'altra, anch'essa
toccante, di Papa Giovanni XXIII. Due grandi
figure che hanno segnato la storia del mondo
moderno e la mia di adolescente in cerca di
ideali.
Ho fatto tardi ieri notte e stamani sono un pò
frastornata ma ho indosso una camicetta rosa
fucsia che mi dà allegria e vigore.
C'è un cielo
lavato dalla pioggia che ricomincia pian piano a
gocciolare dagli alberi del viale; quest'anno,
dopo la potatura, i platani hanno generato foglie
enormi, bellissime, che cadendo planano in terra
come piccoli aquiloni colorati.
La pioggia lava il
selciato grigio e dà una lucentezza iridescente
ai sanpietrini prima polverosi; anche l'Ufficio
d'Igiene così tetro, oggi è pulito.
La folla s'ammassa a S. Giovanni formando
un'allegra macchia di colori con ombrelli, variopinti,
aperti, somiglianti ad un fascio di enormi fiori
tropicali che si muovono al vento... |
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24 Novembre
Pioviccica... intabarrata nel mio impermeabile di plastica color lilla salgo a
fatica fra la folla anonima, ma subito mi colpisce
una voce che rammento di conoscere...
è Rosalba,
un'amica di mio cognato, due begli occhi
grigioazzurri su un volto ovale dalla pelle
liscia, capelli bruni tirati all'indietro.
Con
spiccato accento genovese sta parlottando fitto
fitto con una collega e sul viso simpatico della
sua ascoltatrice, coperto di lentiggini, si
dipingono sfumature di stupore, d'ironia...
La saluto e lei mi risponde con calore raccontando
anche a me il tentativo di furto di cui è stata
vittima qualche giorno fa, proprio sull'auto...
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27 Novembre
Il solito caos di fine mese quando tutti
accorrono in ufficio a ritirare lo stipendio.
Persino il 93 barrato e il 613 sono
affollatissimi. Oggi fa un freddo ormai invernale.
Stamani, per accompagnare a scuola Simone che non
aveva la solita compagnia di Flavio, ho deviato
dal mio abituale percorso in cui, da un po' di
tempo, rientra una breve visita nella piccola
chiesa di Sant'Anna.
Spesso mi soffermo solo sulla
porta per un saluto alla statua della Madonna,
situata all'imbocco d'una piccola grotta di tufo
ferrigno lasciata al naturale oppure, se ho tempo,
recito qualche preghiera.
Non contenta, pero', d'aver cambiato programma,
sono tornata indietro a compiere con gioia questo
piccolo atto di devozione.
Anche se poi s'è fatto
tardi ed ho atteso molto alla fermata dove,
fortunatamente ho incontrato Liana, sempre
indaffarata anche lei, trafelato il bel viso dalle
splendide tonalità proprie dei rossi, ancor più
arrossato dalla corsa e dal vento.
Passano veloci, senza fermarsi, due 93... vorrei
tornarmene a casa... sarà per l'arrivo di
Gorbaciov... un altro 93... ma ecco un 613
semivuoto... fino a P.za Navigatori viaggerò bene, tanto il percorso è lo stesso.
L'atmosfera è un pò piu' calma del 93 (forse proprio a causa
del minor numero di utenti). Scendo sulla
piazza... e lì attendo per più di mezzora il
nuovo mezzo in questa giornata veramente invernale
in cui s'è alzato un vento gelato che un pallido
sole non riesce a stemperare.
Scambio qualche
parola con la signora dal viso e dagli occhi
orientali che incontro da anni e con cui non ho
mai avuto modo di parlare prima d'ora. Anche lei è seccata da quest'andazzo, da questi disagi che
ci accomunano. Passa un 93 talmente carico da non
poter salire, poi eccone uno in cui entro a forza
perdendo di vista la donna che entra dalla porta
centrale.
Mi ritrovo nel solito bailamme e mi
viene chiarito che il caos di oggi dipende dai
lavori iniziati sabato alla rete della
metropolitana e che dovevano concludersi domenica
sera... e invece oggi ci troviamo nel caos.
Un signore anziano, un'aria placida ma
momentaneamente arruffata, prende a sua
interlocutrice una giovane bruna che gli risponde
aggraziata e lo sta ad ascoltare mentre conciona
contro il malgoverno: prima delle elezioni
promettono mari e monti, posti di lavoro a
migliaia per ottenere i voti, poi subito dopo una
volta eletti a capo di qualche dicastero, si
lamentano del soprannumero di impiegati. |
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Ritorno
Ritorno da un pomeriggio passato a casa d'una
collega, in compagnia di mia figlia. È buio e fa
freddo a P.za Navigatori, dove ci ha lasciato
Carla dopo averci dato un passaggio.
Le fioche
luci dei lampioni gettano sulla Colombo luci
gialle e spettrali... proviamo quasi un pò di paura a star là in attesa.
Ma, ecco, finalmente il
mezzo che corre sul nastro d'asfalto a gran
velocità prima d'ingolfarsi nel traffico caotico
di P.le Numa Pompilio. Non riconosco quasi nulla
in questo buio e le sagome dei palazzi scorrono
anonime. mentre le gru che di giorno lavorano
alacremente, ora giacciono immobili come enormi
mostri preistorici... |
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28 Novembre
Il 93 tarda come al solito... un indiano
attende alla fermata coperto solo da una giacca di
jeans... un anziano bestemmia a più non posso
"Maledetto chi va in chiesa..." e sputa di qua e
di là sul selciato senza requie.
Ecco un auto strapieno in cui m'infilo a forza e
su l'atmosfera diventa via via sempre più
incandescente: chi litiga brontolando, chi vuole inscenare una manifestazione, chi consiglia di
prendere il tassi'...
Io, intanto, nella
confusione mi guardo intorno e osservo i volti di
chi mi sta accanto: un Craxi roseo e tronfio, un
giovane alto dal volto bruno, mediterraneo che
sovrasta una piccola filippina, una coppia che
parla ad alta voce in genovese stretto, la faccia
d'una ragazza dalla levigata pelle di bisquit, un
colore bellissimo, due occhi neri e oblunghi... il
viso d'una bambola di porcellana coi
capelli neri e lucidi tirati al sommo della testa.
Ritorno
Ho dovuto aspettare almeno 20 minuti, salgo
finalmente su un auto quasi vuoto. Trovo posto
proprio dinanzi a Imperia oggi tutta elegante,
orologio da polso oro/argento, capelli ravviati,
una bella gonna scozzese, un giubbetto caldo e
d'un colore adatto alla sua carnagione e alla sua
età, una larga borsa nera di finto coccodrillo
che dapprima tiene in terra ma non le va
di lasciarla là e non trova pace sinchè non l'ha
sistemata accanto a sè, poi si mette quieta e curiosa ad osservare gli appunti che sto prendendo
in stenografia, poichè proprio dietro a me c'è
un'altra donna che sta sbirciando...
Chissà cosa direbbe, Imperia, se sapesse che sto
scrivendo di lei!
Il cielo è d'un grigio compatto ma d'un tratto si
squarcia lasciando cadere una pioggia sottile:
lunghe striature si disegnano sui finestrini...
alcune luci sono già accese sulla strada e
spezzano il grigiore compatto che ci circonda... i
semafori accendono i loro occhi luminosi come
gatti impauriti...
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29 Novembre
Oggi s'annuncia come una giornata decisamente
speciale: la visita di Gorbaciov, il paesaggio
decisamente luminoso, il verde risplendente come
non mai e le bandiere giallorosse che garriscono
al vento sulla Colombo, mentre le gru lavorano
indefessamente aprendo le ferree mascelle sotto
gli occhi assopiti dei viaggiatori che si
crogiolano al tepore di questo sole... la
confusione si è attuttita, oggi, quasi
un'atmosfera domenicale che pare non possa esser
turbata da nessun elemento estraneo... neanche
dalla piccola troupe televisiva che mi circonda, riprendendomi a tutto spiano e che purtuttavia
crea un pò di curiosità.
I bambini saliti accanto
a me, ridono contenti di quest'imprevista novità..
Mi vergogno un pò sotto lo sguardo indagatore e
divertito della signora seduta di fronte a me che
s'interessa a quello che le si agita intorno.
Sempre per via dei miei contatti con l'Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano, a cui ho inviato parte dei miei scritti, anche parte di questi, mi hanno contatttato per poter realizzare un'intervista a casa fatta da una famosa giornalista, di cui adesso non ricordo il nome, ahh... ecco Emanuele Falcetti, gran bella ragazza, sensibile, interessata all'argomento, professionale,..
Lungo la strada, sfilano accanto a noi il semenzaio, il mio piccolo
Eden... e intanto penso a quanto sia speciale
questo giorno per me, al gran dono che mi
stato
concesso... che ricompensa grande, per me, oggi!
Il servizio televisivo che stiamo girando per dar
risalto al mio diario di viaggio, al mio "Quaderno
a quadretti" - che parla appunto dei miei viaggi
quotidiani sull'auto, anche degli anni passati - andrà in
onda fra qualche tempo sul I canale della RAI...
montato si tratterà di pochi minuti mentre ora le
ore passano e noi montiamo e smontiamo dagli
autobus che percorrono la Colombo, l'operatore
riprende volti di adulti e di ragazzi, paesaggi,
scenette e me che parlo e spiego qualcosa di ciò
che ho scritto, mentre mi chiedo se tutta questa
gente mi riconoscerà domani - ne avrei vergogna - ma
no, chi vuoi che mi noti, insignificante e comune
come sono, almeno all'esterno...
30 Novembre
Un auto senza numero, con due lettere - NN -
e che fila via senza fermarsi, suscitando un pò di
polemiche tra coloro che attendono. Dall'altra
parte della strada, frettoloso e infreddolito,
passa l'indianino avviato verso S. Maria Maggiore.
Intanto il "bestemmiatore" di qualche giorno fa è
ancora qui e brontola ancora tra sè e sè. Daje!
Tutto è tranquillo, forse in onore di Gorby...
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