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MONSELICE E I SUOI VENTICINQUE MARTIRI
INTRODUZIONE
La vita cristiana è segnata dal dono della Spirito
Santo il quale, parlando in noi, ci fa riconoscere Dio come
Padre. Lo Spirito di Gesù è il dono che se accolto
dalla nostra libertà, legandoci a Cristo, ci lega al
suo destino: la santità. Infatti dice la preghiera
Eucaristica III: " Padre santo fonte di ogni santità»,
è il Padre che in Cristo per opera dello Spirito, accolto
dalla nostra libertà, ci santifica. Così ognuno
di noi potrà dire come l’apostolo Paolo: «Per
la grazia di Dio sono quello che sono, e la sua grazia in
me non è stata vana».
Lo Spirito Santo, la grazia di Dio, è concesso a tutti,
è dono gratuito di Dio, è dono uguale per tutti,
perché è uno e indivisibile. Ciò che
crea diversità è soltanto causato dalla risposta
della libertà di ciascuno. È qui solo che c’è
differenza tra noi tutti e i Santi.
La Chiesa, secondo la sua Tradizione, venera i Santi e tiene
in onore le loro Reliquie e le loro immagini; nelle feste
dei Santi proclama le meraviglie di Cristo nei suoi Servi
e propone ai fedeli esempi da imitare.
I primi Santi venerati nella Chiesa sono i Martiri (= testimoni):
quegli uomini e quelle donne che sparsero il loro sangue per
restare fedeli a Cristo che per tutti aveva sacrificato la
sua vita sulla croce. «Nessuno ha un amore più
grande di questo: dare la vita per i propri amici».
Gesù aveva preannunciato le persecuzioni per i suoi
discepoli: «Io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi...
Sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia,
per dare testimonianza a loro ed ai pagani. E quando sarete
consegnati nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di
che cosa dovrete dire: non siete, infatti, voi a parlare,
ma lo Spirito del Padre che parla per voi».
La storia della Chiesa, di tutti i tempi e di tutti i luoghi,
dall’età apostolica ai giorni nostri, è
stata segnata dalla testimonianza di innumerevoli cristiani
che sono stati arrestati, torturati ed uccisi in odio a Cristo.
Il martirio è sempre stato ritenuto dai cristiani un
dono, una grazia, un privilegio, la pienezza del Battesimo,
perché si è «battezzati nelle morte di
Cristo». Il Concilio Vaticano II così insegna:
« Già fin dai primi tempi quindi, alcuni cristiani
sono stati chiamati, e altri lo saranno sempre, a rendere
questa massima testimonianza d'amore davanti agli uomini,
e specialmente davanti ai persecutori. Perciò il martirio,
col quale il discepolo è reso simile al suo maestro
che liberamente accetta la morte per la salute del mondo,
e col quale diventa simile a lui nella effusione del sangue,
è stimato dalla Chiesa come dono insigne e suprema
prova di carità. Ché se a pochi è concesso,
tutti però devono essere pronti a confessare Cristo
davanti agli uomini e a seguirlo sulla via della croce durante
le persecuzioni, che non mancano mai alla Chiesa. »
(LG 42).
I “CORPI SANTI”
Come già detto nell'articolo relativo proprio a vari
Corpi Santi - vedi link in basso - il culto delle reliquie,
derivante dalle onoranze per i defunti, è oggi raccomandato
ma non imposto dalla Chiesa. Il Concilio di Trento nella sua
venticinquesima sessione lo emendò dagli eccessi e
il Concilio Vaticano II così si espresse: " La
Chiesa, secondo la sua tradizione, venera i santi e tiene
in onore le loro reliquie autentiche e le loro immagini. Le
feste dei santi infatti proclamano le meraviglie di Cristo
nei suoi servi e propongono ai fedeli opportuni esempi da
imitare. ". (SC. 111)
Un avvenimento segnò un’epoca e una moda, se
così possiamo dire. Nelle catacombe solo nel XVI secolo,
grazie anche all'interesse suscitato da San Filippo Neri,
vennero riprese le ricerche di reliquie. Si riesumarono "corpi
santi", "martiri inventi" che venivano trasferiti
nelle chiese della città. Il ritrovamento nei loculi
di semplici balsamari o d'epitaffi recanti simboli di fede
erano sufficienti, per la metodica dell'epoca, come prova
dell'avvenuto martirio. L’esperienza romana fu poi applicata
anche in altri luoghi dove esistevano catacombe.
Con il termine di “corpo santo” si identificano
quelle reliquie ossee che, proveniente dalle catacombe romane
e non solo, furono traslate nell’Urbe e nell’Orbe,
in un periodo comprese tra la fine del XVI secolo e la seconda
metà del XIX secolo.
Perché “corpo santo” e non “santo
corpo”? La differente posizione dell’attributo
(santo) rispetto all’oggetto (corpo) determina una differenza
sostanziale: possiamo definirla una certezza d’identità
del soggetto. Il “corpo santo” è un oggetto
in quanto tale, un corpo di un defunto nelle catacombe, che
solo in un secondo tempo ha una valenza sacrale.
Ma come riconoscere un “corpo santo” nelle catacombe?
Tutte le sepolture erano di “martiri”? È
un discorso molto grande che lasciamo ad altri studi, qui
vogliamo solo rifarci a Marcantonio Boldetti (famoso custode
pontificio e incaricato per l’estrazione dei corpi dalle
catacombe), il quale dava per certe le spoglie scoperte attribuendole
ad un martire dei primi tre secoli. La simbologia che definiva
la sepoltura di un martire era: la palma, il XP, la scritta
B.M. (“Beato Martire”), e poi nel suo interno
un balsamario con “il sangue”. Spesso la lapide
riportava il nome del “martire”, in caso contrario
dopo l’estrazione veniva attributo un nome e i criteri
di rinomina dei “corpi santi” è molto vario
(ad esempio il nome del…. vescovo diocesano o pontefice
in carica; titolare della Chiesa che accoglie il corpo; della
catacomba da cui è estratto; eccetera).
Ciò che importa, oggi come oggi, è la valenza
simbolica del “corpo santo”: un cristiano della
Chiesa dei primi secoli (spesso dell’Urbe e quindi la
comunione con la Santa Sede), un testimone verace del Vangelo,
fino al dono della propria vita con il martirio.
Infine, il culto dei “corpi santi” è oggi
vario: in oblio e le reliquie scomparse; molto vivo o addirittura
vivace essendo il “martire” patrono di qualche
località.
UN CASO PARTICOLARE
Un caso particolare è la Chiesa di San Giorgio presso
il santuario delle Sette Chiese in Monselice (PD). Detta Chiesa,
costruita nel 1593 come cappella privata dalla famiglia Duodo,
a partire dal 1650 ottenne dalla S. Sede e ad opera dei pontefici
Innocenzo X e Clemente XI diversi “corpi santi”
provenienti dalle catacombe dell’Urbe.
Tutt’oggi i suddetti “martiri” sono visibili,
ricomposti anatomicamente e rivestiti con abiti, presso la
stanza posteriore all’altare della Cappella privata.
Tra costoro il più venerato è il “corpo
santo” di Valentino, che richiama per il 14 febbraio
molta folla di popolo in quanto invocato per omonimia al pari
del S. Vescovo di Terni.
ELENCO DEI “CORPI SANTI”
1. Alessandro
2. Bonifacio
3. Bovio (Bovii)
4. Celestino
5. Chiara (Clara), fanciulla
6. Clemente
7. Costantino, fanciullo
8. Elito
9. Emiliano
10. Faustina, madre
11. Faustina, vergine
12. Febronia
13. Felicita
14. Fruttuoso
15. Gregorio
16. Ilocio (Iloci)
17. Liberata
18. Martino
19. Pio
20. Rusticiano, padre
21. Rusticiano, bimbo
22. secondogenito di Faustina, madre (feto)
23. Teodoro
24. Valentino
25. Venanzio
26. Veneranda
ALESSANDRO
proveniente dalle catacombe romane,
estratto per ordine di Innocenzo X |
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BONIFACIO
proveniente dalla catacomba di Callisto,
estratto per ordine di Clemente XI |
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BOVO (Bovii)
proveniente dalla catacomba di Callisto |
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CELESTINO
proveniente dalle catacombe romane |
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CLEMENTE
proveniente dalla catacomba di Ponziano,
estratto per ordine di Clemente XI |
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COSTANTINO
fanciullo
figlio di Faustina, con il feto del fratello,
proveniente dalla catacomba di Ciriaca |
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ELITO (Helitis)
sposo di Vittoria,
proveniente dalle catacombe romane |
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EMILIANO
proveniente dalla catacomba di Ciriaca,
estratto per ordine di Clemente XI |
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FRUTTUOSO
proveniente dalla catacomba dei Ss. Felice e Adaucto |
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GREGORIO
proveniente dalle catacombe romane,
estratto per ordine di Innocenzo X |
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ILOCIO (Iloci)
proveniente dalla catacomba di Ciriaca |
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MARTINO
proveniente dalle catacombe romane |
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PIO
proveniente dalla catacomba di Callisto |
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RUSTICIANO
bimbo, anni 5, figlio di Rusticano
proveniente dalla catacomba di Ciriaca |
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RUSTICIANO
padre di Rusticiano bimbo,
proveniente dalla catacomba di Ciriaca |
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TEODORO
proveniente dalle catacombe romane |
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VALENTINO
proveniente dalle catacombe romane |
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VENANZIO
proveniente dalla catacomba di Ciriaca,
estratto per ordine di Clemente XI |
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CHIARA (Clara)
Fanciulla
proveniente dalle catacombe romane,
estratta per ordine di Clemente XI |
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FAUSTINA
“vergine fortissima”
proveniente dalla catacomba di Callisto |
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FEBRONIA
proveniente dalla catacomba di Calepodio,
estratta per ordine di Clemente XI |
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FELICITA
proveniente dalle catacombe romane,
estratta per ordine di Innocenzo X |
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LIBERATA
proveniente dalle catacombe romane |
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VENERANDA
proveniente dalla catacomba dei Ss. Marcellino e Pietro,
estratta per ordine di Clemente XI
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O Dio dei santi Martiri,
eredità e corona della Chiesa,
benedici il tuo popolo.
Nel nome dei santi martiri
venerati in s. Giorgio
perdona i nostri peccati,
rinnova i nostri cuori.
Testimoni di Cristo,
essi confermarono col sangue l’annuncio della fede.
Discepoli del Signore,
giunsero alla gloria per via della croce.
La luce dei tuoi santi martiri
ci guidi nel cammino verso la meta eterna.
Amen.
da: Quaderno 9 – Monselice e i suoi martiri
(agosto 2004
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