IL MONDO PICCOLO DI GIOVANNINO GUARESCHI
Giovanni Guareschi nacque il 1° Maggio
1908 a Fontanelle di Roccabianca e si dedicò agli studi
di giurisprudenza benchè fosse portato per il disegno
pubblicitario e caricaturale, per la xilografia e scenografia.
Fece poi vari mestieri, fino ad aprodare al giornalismo, correggendo
dapprima solo bozze, poi scrivendo novelle, che illustrava,
occupandosi della cronaca, finchè iniziò il
lavoro per il "Bertoldo", il più famoso periodico
umoristico italiano, ideato da Zavattini, di cui divenne capo
redattore nel 1936 fino al 1943. Il primo numero del Bertoldo
uscì il 14/7/1936 edito da casa Rizzoli, mentre lui
faceva il militare.
Intanto aveva messo su famiglia ed essa diventò
parte integrante dei suoi romanzi: la moglie sarà "colei
che divide il mio appartamento", suo figlio Albertino
sarà il "Pestifero", mentre Carlotta "la
Pasionaria". Nel 1942 indossò ancora la divisa,
richiamato dalla Milizia volontaria, accusato di essersi schierato
contro il regime nelle sue satire. Il Bertoldo faceva satira
sì, ma nè fascista nè antifascista, era
un giornale umoristico a cui Guareschi collaborava con esilaranti
racconti e vignette dal tratto breve e deciso, in cui ridicolizzava
fatti e persone. Mentre era sotto le armi, il 9-9-43, venne
preso prigioniero ad Alessandria e trasferito prima in un
lager polacco poi in altri tedeschi. La sua detenzione finì
nell'aprile del 1945. Fu un'esperienza tremenda ma, come disse
lui:"Sono riuscito a passare attraverso questo cataclisma,
senza odiare nessuno". A tale proposito, Paride Piasenti
ha scritto: " Giovanni Guareschi nei vari lager in cui
passò fu una bandiera esemplare di dignità,
di coerenza morale incrollabile e di fede nella libertà".
Tornato a casa, nell'ottobre di quello stesso
anno, ritornerà subito a lavorare per Rizzoli, nel
1946 darà vita a Peppone e don Camillo e successivamente
fonderà "Il Candido", da lui diretto e pubblicato
fino al 1961, impelagandosi ancora una volta nella politica,
facendo satira soprattutto nei confronti del comunismo. A
questo proposito, poichè Guareschi aveva identificato
in una sua vignetta il "perfetto comunista" caratterizzandolo
in un personaggio con "3 narici"( il Trinariciuto),
Togliatti, parlando di lui, lo definì "3 volte
idiota". Molte le illustrazioni elettorali a cui lavorò,
celeberrimo il manifesto in cui sottolineava,"Nel segreto
della cabina elettorale, Dio ti vede, Stalin no!".
Nel 1950 pubblica sul Candido una vignetta
di Manzoni che irrideva alla figura di Luigi Einaudi, allora
Presidente della Repubblica, cosa che creò uno scompiglio
tale che il Parlamento diede l’autorizzazione a procedere
contro i due autori. Essi verranno dapprima assolti poi condannati
in Appello a 8 mesi per vilipendio della figura presidenziale,
ma Giovannino non andrà in carcere. Successivamente,
però, nel 1954, darà spazio nel suo giornale
a due lettere del 1944, attribuite a De Gasperi, considerate
dei falsi in sede giudiziaria e che lo fecero citare in giudizio
per diffamazione, condannandolo al carcere. Guareschi si rifiutò
di ricorrere in appello e di chiedere la grazia per quella
che riteneva essere un'ingiustizia nei suoi confronti e verrà
detenuto nel carcere di Parma per più di un anno e
successivamente sottoposto a libertà vigilata.
Intanto i suoi problemi di salute lo costrinsero
a lasciare la redazione del Candido e a ritirarsi a Roncole Verdi dove aprirà un ristorante, poi trasformato in Museo. Muore a Cervia nel 1968.
I suoi libri sono tra i più tradotti e i più
letti nel mondo ma, lui vivente, fu quasi ignorato dalla critica
ufficiale che lo riteneva uno scrtittore di secondo piano.
Invece il suo piccolo mondo popolato da figure
farsesche e simpatiche, da persone umili e comuni ma anche
dai don Camillo e dai Peppone, la sua satira garbata ma efficace
ha entusiasmato, coinvolto, commosso un vastissimo pubblico,
non solo italiano, che gli è affezionatissimo, per
quella sua maniera piana, gentile e scorrevole di presentare
le cose, per il suo umorismo e la sua comicità quasi
irrefrenabile, per il suo humor e la sua potente umanità.
E che gli è grato per quel suo mondo piccolo, che ha
come scenario un'Italia semplice e ancora contadina che stava
appena riprendendosi dalle distruzioni, morali e fisiche,
derivanti dalla guerra, e che si stava impegnando in un'imponente
e faticosa opera ricostruttiva che si sarebbe protratta per
una diecina d'anni ma che avrebbe portato ad un risanamento.
Un mondo piccolo che è invece ampio, quasi senza confini,
che ha come sfondo la Bassa Padana su cui predomina il Po,
fonte di vita e di morte per i piccoli paesi che si affacciano
sulle sue sponde... un mondo piccolo ma ricco di tradizioni,
di carità, di speranza in cui realismo e schiettezza
sono intrecciati e formano il tessuto dei buoni sentimenti
che animano i protagonisti delle sue storie, sempre sorretti
da un'incrollabile fede in Dio e nell'umanità.
Su questo sottofondo di intense emozioni,
anche e soprattutto sul fronte politico, dopo la negativa
esperienza del fascismo, era tutto un brulicare di nuove idee,
di intuizioni, di intenzioni, di partiti, di associazioni
che tra vivaci dibattiti e scontri cercavano di risolvere
i gravi problemi emergenti, programmando interventi, scioperi
e adunate... Da questo fondale animato di passioni, emergono,
simili a due giganti, Peppone e Don Camillo, due esseri dissimili
per carattere e per vocazione ma legati da un rapporto di
profonda amicizia anche se militanti in fazioni opposte e
sempre in lotta, quantomeno verbale, accudendo l'uno al gregge,
l'altro al partito. Ma tutto poi si conclude con una finale
stretta di mano... in una tregua che durerà fino allo
scontro successivo. Attraverso questi due personaggi fortemente
caratterizzati e amati dal pubblico, resi poi ancora più
celebri dai film girati negli anni '50, Guareschi fa un'opera
di catechesi e dà insegnamenti morali. Non meno caratterizzato
e non meno importante è il terzo personaggio, quel
Cristo parlante che ragiona, discute con don Camillo, consigliandolo
sulla strada da intraprendere per risolvere i vari problemi
che gli si presentano con il suo "gregge". Se mi
si permette il paragone, senza voler reare offesa alla figura
del Salvatore, esso svolge un'azione simile ma molto più
pregnante, ovviamente, del Grillo parlante di Pinocchio, che
indica sempre, come la voce della coscienza, la strada giusta
da percorrere.
I SUOI LIBRI
1941 - La scoperta
di Milano
1944 - Il marito in collegio
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1942 - Il destino si chiama Clotilde
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1945 - La Favola
di Natale
(scritta durante l'internamento
nei campi di concentramento) |
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1947 - Italia Provvisoria
1949 - Diario clandestino
in cui parla della sua prigionia in lager dal 1943 al
45, come prigioniero n. 6865, sorretto ed animato solo
dai ricordi e dal sogno di ritornare a casa, sogni che
trasferiva nelle sue novelle, sorretto dalla sua incrollabile
fede nell'uomo e in Dio, cosa che lo aiuterà
a sopravvivere.
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1948 - Lo Zibaldino (una sorta di
diario familiare)
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Postumi
1953 - Don Camillo e il suo
gregge
1967 - La calda estate del Pestifero
1968 - Don Camillo e don Chichì
1969 - (testi già pronti ma usciti
postumi)
Don Camillo e i giovani d'oggi |
1948 - Mondo Piccolo (Don Camillo)
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1954 - Il Corrierino delle Famiglie |
1963 - Il compagno don Camillo |
1980 - Gente così |
1982 - Il decimo clandestino |
1981 - Lo spumarino pallido |
1983 - Noi del boscaccio
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1988 - Osservazioni di uno qualunque
1989 - Ritorno alla base
1991 - Mondo Candido (1946-48)
1992 - Mondo Candido (1948-51)
1993 - Chi sogna nuovi gerani?
1994 - Guareschi e il Bertoldo
1995 - Fantasie della Bionda
1995 - Vita con Giò (a cura
dei figli) che sostituisce
"Vita in famiglia " del 1968
1996 - Ciao Don Camillo
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1986 - L'anno di don Camillo
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1994 - Il Breviario di don Camillo
(La biblioteca del corriere della Sera) - a cura di
Alessandro Pozzato
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2001 - Bianco e nero - Giovannino
Guareschi a Parma, 1929-1938
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I suoi Film
Guareschi, sul set di uno dei suoi film, rappresenta
scherzosamente Peppone
1952 - Don Camillo
1953- Il ritorno di Don Camillo
1955 - Don Camillo e l'onorevole
Peppone
- Don Camillo monsignore ma non troppo
1965 - Il compagno don Camillo
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Dei due attori che impersonavano Peppone e Don Camillo
(Gino Cervi e Fernandel) Guareschi ebbe a dire:
"Cervi corrisponde esattamente al mio Peppone.
Fernandel non ha la minima somiglianza col mio don
Camillo. Però è talmente bravo che ha
soffiato il posto al mio pretone..."
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Una curiosità
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Il famoso Frate Indovino, ispirato
dalla figura di Don Camillo per la sua umanità
e per la sua fede, nonostante qualche critica, mise
in commercio il suo famoso Calendario nel 1959, con
una serie di immagini dedicate al corpacciuto pretone
e successivamente addirittura un libro, illustrato con
disegni del Prof. Fratalocchi e di Renata Storti, che
raccontava alcune delle sue vicende.
Frate Indovino, nella prefazione, si limitava a dire
che: "Nessuno pensi che questo libro abbia pretese
guareschiane, è una semplice appendice del
Calendario Frate Indovino 1959, con l'intento di far
conoscere a fondo l'anima di un sacerdote che, se
anche a tutta prima appare un pò sfasato, a
studiarlo bene appare invece un eroe della virtù!
... A qualcuno potrà sembrare poco riguardoso
quel continuo dialogare con il Cristo anche su argomenti
banali, ma poichè la voce della coscienza non
tace mai, ed è la norma di ogni azione, ci
insegna molto bene l'importanza di non trascurarla
per vivere bene..."
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Ho troppo rispetto per Guareschi e quindi
chiedo scusa per eventuali imperfezioni o errori e chiedo
gentilmente di segnalarmeli per correggerli. Grazie.
Bibliografia - Club dei Ventitrè
- 43010 Roncole Verdi (Pr) - Il 23 si riferisce " a quei
23 lettori" che Guareschi diceva di avere. Il club ha
lo scopo di diffondere l'opera dello scrittore, organizzando
convegni e seminari nelle scuole, una mostra itinerante ed
un premio letterario a sua memoria.
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