|
COLLABORAZIONI
In questo Settore vengono riportate notizie e immagini fornite
da altri redattori.
Nello specifico, i testi sono stati realizzati da Vittorio
Polito, giornalista, che ha trasmesso anche le foto
- tranne quelle espressamente specificate come appartenenti
all'Archivio di Cartantica - mentre la grafica e la rielaborazione
delle immagini è stata curata da Cartantica.
Tutti gli articoli degli altri Settori sono stati realizzati
da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità
su quanto fornito in queste pagine dai collaboratori.
"N.B.: L'Autore prescrive
che qualora vi fosse un'utilizzazione per lavori a stampa
o per lavori/studi diffusi via Internet, da parte di terzi
(sia di parte dei testi sia di qualche immagine) essa potrà
avvenire solo previa richiesta trasmessa a Cartantica e citando
esplicitamente per esteso il lavoro originale (Autore, Titolo,
Periodico) ."
******
MOSTRE
******
|
|
|
È stata presentata nella Sala Giunta del Palazzo di Città, dal dott. Giuseppe Cascella, presidente della Commissione Culture del Comune di Bari, la seconda mostra delle Icone e delle Ampolle della Manna di San Nicola.
La mostra che avrà luogo dal 9 al 14 maggio nella Sala del Colonnato della Città Metropolitana (ex palazzo della Provincia), Lungomare Nazario Sauro 29, è stata organizzata dal Comune di Bari in collaborazione con l’Associazione Italo-Ellenica “Pitagora” di Bari, presieduta da Sarina Elefteria Garufi e con il prezioso contributo dell’architetto Franco Altobelli, che ha progettato l’allestimento e la parte grafica (locandine, inviti, brochure, ecc.).
La scelta del 9 maggio, ha detto Cascella, coincide con la sacralità e l’amore che i baresi hanno verso San Nicola, la coincidenza con il prelievo della manna, che si rinnova ogni anno in occasione della Sagra, e la contemporaneità del G7 economico che si terrà a Bari.
Sarina Elefteria Garufi, porgendo il saluto del Consiglio Direttivo dell’Associazione “Pitagora” ha descritto sommariamente l’attività dell’Associazione documentata dai vari eventi culturali (presentazione di libri, concerti, feste dell’amicizia Italo-Ellenica, con la partecipazione di balletti provenienti dalla Grecia e dalla Grecìa salentina, escursioni culturali in Grecia e in Italia, gemellaggio tra Croce Rossa Italiana e Greca, che sono organizzati per ottimizzare i rapporti culturali e religiosi tra Italia e Grecia, finalizzati all’ecumenismo e al miglioramento dei rapporti tra i due Paesi.
A seguire l’intervento di Francesca Pietroforte, consigliere delegato per i Beni Culturali Città Metropolitana, che ha illustrato un’icona del XIII secolo della Pinacoteca di Bari che sarà esposta eccezionalmente per l’occasione.
Per l’occasione è stato mostrato un disegno di Piero Fabris, scrittore e artista, che sarà offerto in omaggio ai 7 Ministri delle Finanze che visiteranno la mostra. L’opera “Nicòlaus” rappresenta un bastone (pastorale) di ulivo, evocazione della Puglia, con in testa la lettera “G” (grandi) con accanto un libro rosso (il libro rosso di Bari), la Basilica di San Nicola, un monumento che meglio rappresenta Bari ed i baresi. Al centro del disegno vi è un paese appena accennato, arroccato su una costa circolare, in quelle case sono riposte tutte le attese di fraternità.
Appuntamento al 9 maggio alle ore 11,30 per l’inaugurazione della Mostra, in occasione della quale si potranno ammirare le icone e le ampolle esposte che, ovviamente, non sono in vendita, ma fanno parte di collezioni private. |
|
******
SULLE TRACCE DEL PASSATO
TRA IL 1850 E IL 1930 IN PUGLIA
|
Il Maestro Pietro Mascagni
nella sua visita a Bari nel 1900
|
Con il Patrocinio del Comune di Bari
e della Provincia di Lecce è stata inaugurata
presso il Museo Civico di Bari, diretto da Paola Bibbò,
la mostra “Sulle tracce del passato”,
immagini di vita, avvenimenti e personaggi in Puglia
dal 1850 al 1930.
La manifestazione, patrocinata dal Comune di Bari
e dalla Provincia di Lecce, promossa e organizzata
dall’Associazione Culturale Comunic’Arteventi
in collaborazione con l’Associazione Dimore
Storiche Italiane, è un originale viaggio attraverso
una selezione di oltre duecento fotografie, realizzata
tra il 1850 e il 1930, provenienti da album ed archivi
messi a disposizione da collezionisti privati, musei
e famiglie pugliesi.
La mostra, progettata e curata dalla storica dell’arte
Michela Tocci, consente di cogliere, attraverso immagini
in gran parte inedite, i profondi mutamenti sociali,
economici e culturali che si susseguirono in Puglia
nel periodo preso in esame, rivelandosi determinanti
per le sue future vicende. Un itinerario fra volti,
personaggi, avvenimenti pubblici e privati che conservano
tutt’ora, in modo indelebile, il loro fascino.
|
Ritratto di signora in maschera con
ventaglio
E. Bambocci, 1898 ca. |
Coppia di sposi fino '800
|
Il percorso storico-scientifico della Mostra è stato
curato con passione e competenza da Michela Tocci che, come
storica dell’arte, ha ideato l’iniziativa considerando
la fotografia non solo insostituibile fonte di documentazione
storica ma, anche, un mezzo di espressione e creatività,
capace di attrarre interessi, di suscitare emozioni, così
come avviene di fronte ad ogni opera d’arte.
Il Museo Civico di Bari, collocato nella città vecchia,
rappresenta un sito espositivo ideale, sia attraverso le collezioni
permanenti di cui già dispone, sia con occasioni come
questa, ulteriore motivo di attrazione per i numerosi visitatori
e turisti che quotidianamente approdano nella città
di Bari.
Paola Bibbò, direttrice del Museo, si dice convinta
che l’iniziativa, che prevede anche attività
collaterali, non mancherà di “affascinare”
e “catturare” i visitatori che potranno immergersi
in un’atmosfera particolare alla riscoperta di un passato
a volte sconosciuto.
Il garzone del fornaio
G. Tancredi
1920-30
|
Bimbo in divisa scolastica
su cavalluccio a dondolo
A. Antonelli
1905 ca. |
I neonati erano spesso avvolti
in fasce che lasciavano libere
solo le mani e il capo
G. B. Rossi
1905 ca.
|
Tipo di colono greco-salentino
G. Palumbo
1907-1908
|
L’Assessore alle Culture del Comune
di Bari, Nicola Laforgia, sottolinea come l’articolazione
della mostra voluta su due sedi espositive – prima
a Bari e successivamente a Lecce – ha il merito
di creare un’interazione ed un ideale dialogo
per immagini fra due importanti capoluoghi della nostra
Regione, che grande parte hanno avuto nella storia dell’arco
cronologico qui presentato, attraverso un percorso del
tutto originale che si è concretizzato nella
collaborazione fra l’Amministrazione Comunale
di Bari e la Provincia di Lecce.
Giovanni Pellegrino, presidente della Provincia di Lecce,
sostiene nella sua presentazione che “Sfogliare
gli album di famiglia, significa non solo passare in
rassegna l’evolversi della moda e dei riti familiari
ma anche l’evolversi del gusto e della società,
per capire che la storia è preziosa fonte di
ispirazione per costruire il futuro, il suggerimento
più evidente che ci offre è quell’innato
desiderio dell’uomo di andare sempre avanti”.
Per l’occasione è stato pubblicato un elegante
catalogo (Adda Editore), attraverso il quale si susseguono
le varie presentazioni da parte di organizzatori e autorità,
mostrando gran parte delle foto esposte, pubblicate
in appositi capitoli dedicati ai ritratti, ai bimbi,
alla famiglia, alle tradizioni, allo svago, alla scuola,
al lavoro sulla Murgia barese, sul Gargano e nel Salento,
alla Grecia salentina, ai luoghi ed agli avvenimenti,
ai personaggi. I testi sono di Angelo Antonelli, Ilderosa
Laudisa, Sergio Leonardi, Michela Tocci e Chiara Troccoli
Previati.
La mostra, da non perdere, resterà aperta sino
al 30 novembre prossimo a Bari e dal 12 dicembre a fine
gennaio a Lecce, presso il Museo provinciale Sigismondo
Castromediano ed è aperta gratuitamente al pubblico. |
Ritratto di giovane bagnante
1925 ca. |
Nuotata "sotto sorveglianza", 1905 ca.
|
******
EPIFANIA DELL’INVISIBILE NELLE ICONE
DI MARIA KOLIVÀ
|
|
Dal
2 al 18 dicembre prossimi si svolgerà presso l’Abbazia
di San Nilo di Grottaferrata la mostra “Epifania dell’Invisibile
nelle icone di Maria Kolivà”.
La manifestazione è organizzata dall’Associazione
Italo-Ellenica “Pitagora”di Bari ed è patrocinata
dal Monastero esarchico di S. Maria di Grottaferrata, dal
Comune di Grottaferrata, dalla Provincia e dal Comune di Bari
(Assessorato alla Culture e Religioni), dal Consolato di Grecia
in Bari e dalla Camera di Commercio Italo-Ellenica di Roma.
Interverranno: padre Emiliano Fabbricatore, Archimandrita
dell’Abbazia, Mauro Guelfi, Sindaco di Grottaferrata,
Mons. Antonio Magnocavallo, parroco della Chiesa di San Giovanni
Crisostomo di Bari, Stelio Campanale, Console onorario di
Grecia a Bari e presidente della Camera di Commercio Italo-Ellenica
di Roma, Evi Palla Chronopoulou, direttrice del Museo delle
Tradizioni Popolari di Amaliada, Virgilio Avato, coordinatore,
Paola Bibbò, direttrice del Museo Civico di Bari, Sarina
Elefteria Garufi Cordone, Presidente dell’Associazione
Italo-Ellenica “Pitagora” di Bari.
Il Monastero esarchico di S. Maria di Grottaferrata sorge
sul sito di un piccolo oratorio del I sec. a.C., costruzione
superstite di un’antica villa romana eretta sul colle
Tuscolo. Il 15 dicembre 1024 il Pontefice Giovanni XIX consacra
la chiesa alla Vergine Theotòkos. Nel 1870, con l’Unità
d’Italia, Monastero e Biblioteca diventano Monumento
Nazionale.
La Bolla Pontificia Pervetustum Crypt_Ferrat_Cœnobium
(1937) eleva il Monastero ad Archimandriato Esarchico. Il
sacello del Tuscolo, sorto alle porte di Roma, diviene “veluti
orientalis fulgidissima gemma in Romani Pontificis tiara inserta”,
ovvero “come luminosissima gemma orientale incastonata
nella tiara del Romano Pontefice”.
|
Epifania dell’Invisibile è la mostra antologica
di Maria Kolivà che racconta, attraverso 150 icone
lignee gli affetti di Cristo per la Vergine, la Comunità
dei Santi, gli Angeli. Ogni icona rappresenta la conclusione
di una complessa liturgia che principia con la scelta dell’essenza
lignea a cui segue il digiuno ed un ciclo di preghiere che
si conclude con l’apposizione della firma.
L’Epifania dell’Invisibile è rivelazione
del trascendente che riecheggia il “per visibilia ad
invisibilia”, tratto dalla Questio XLII della Summa
Theologiae di Tommaso D’Aquino.
Per l’inaugurazione è previsto anche il concerto
“La preghiera nella musica sacra e nella lirica”
che vedrà impegnate Giulia Calfapietro, mezzosoprano,
e Mariangela Lippolis, flauto dolce, che eseguiranno musiche
di Handel, Frank, Bach-Gounod, Mercadante, Rota, Verdi.
La mostra, che è anche organizzata in occasione delle
celebrazioni per la nascita di Cristo, è una piccola
Alleluia, un segno di riconciliazione tra Oriente ed Occidente. |
******
BARI E GROTTAFERRATA CELEBRANO
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO
|
|
|
In occasione delle celebrazioni in onore
di San Giovanni Crisostomo si stanno svolgendo diverse manifestazioni
tra le quali un Concerto che si terrà a Bari il 19
novembre prossimo nella Chiesa a Lui dedicata ed una mostra
che si terrà presso l’Abbazia di San Nilo di
Grottaferrata dal 2 al 18 dicembre prossimi.
La Chiesa di San Giovanni Crisostomo di Bari era dedicata
a San Giovanni Battista e l’attuale tradizione conferma
tale attribuzione con delle usanze che si svolgono il 24 giugno,
natività del venerando, glorioso, profeta e precursore
Giovanni Battista.
Nonostante le incertezze delle fonti documentarie medioevali,
si può ritenere che questa Chiesa è stata costruita
nell’XI secolo.
L’edificio che risulta di proprietà privata,
appartenuta alla famiglia dei Passaro, viene successivamente
ricordato in documenti del XV, XVI e XVII secolo quale cappella
di ius patronatus della famiglia degli Alifio, estintasi nel
XVI secolo, e successivamente delle famiglie Tresca Carducci
e Calò Carducci.
Quest’ultima risulta proprietaria dell’immobile
fino al 1955. In seguito, iniziò a dipendere dagli
Arcivescovi di Bari e nel 1957, Mons. Enrico Nicodemo la destinò
alla liturgia di rito Bizantino costituendola Parrocchia con
giurisdizione su tutti i fedeli orientali della Diocesi barese.
Bari, città protesa verso l’Oriente, è
stata sempre scalo di Orientali per motivi di commercio, di
studio e di altre attività sociali ed interreligiose.
La Parrocchia di San Giovanni Crisostomo di Bari, retta dal
Pàpas Mons. Antonio Magnocavallo, sin dall’inizio
ha contribuito a rinforzare questo legame tra l’Oriente
e l’Occidente. A conferma di ciò, nel novembre
2006, in concomitanza della Festa Patronale, ospiterà
una mostra di icone di Maria Kolivà, associando attività
culturali che devono portare alla presa di coscienza di un
impegno speciale nei rapporti con l’Ortodossia secondo
lo spirito di unità, rilanciato dal Concilio Vaticano
II.
Per una migliore e maggiore diffusione del mondo ellenico,
nel dicembre 2006 l’iniziativa si trasferirà
presso l’Abbazia di San Nilo di Grottaferrata –
ROMA – ufficiata dai Monaci Basiliani in collaborazione
con l’Associazione Culturale Italo-Ellenica “Pitagora”
di Bari, che ospiterà dal 2 al 18 dicembre, la mostra
di icone bizantine “Epifania dell’invisibile nelle
icone di Maria Kolivà”.
Le manifestazioni di cui sopra sono patrocinate dai Comuni
di Bari e Grottaferrata, dall’Abbazia di San Nilo di
Grottaferrata, dalla Chiesa di San Giovanni Crisostomo di
Bari e dall’Associazione Italo-Ellenica “Pitagora”
di Bari.
|
******
LA VISIONE DELL'INVISIBILE NELLE ICONE DI
MARIA KOLIVA' |
|
|
È stata inaugurata alla presenza
di un numeroso pubblico, presso il Museo Storico di
Bari, la Mostra di Icone Bizantine di Maria Kolivà
e di abiti della tradizione ellenica "Angeli e
Arte", organizzata dall'Associazione Italo-Ellenica
"Pitagora" di Bari, in collaborazione con
il Comune ed il Museo Storico di Bari.
Hanno fatto gli onori di casa la direttrice del Museo
storico, Paola Bibbò, che ha salutato autorità
e pubblico sottolineando la disponibilità dell'Ente
da lei diretto ad ospitare manifestazioni, soprattutto
se finalizzate allo scambio di cultura tra popoli e
la Sarina Garufi dell'Associazione "Pitagora".
Il presidente dell'Associazione "Pitagora",
Amilcare Mascia, ha sottolineato che queste manifestazioni
rinsaldano i vincoli di amicizia tra l'Italia e la Grecia.
L'assessore alla Culture del Comune di Bari, Nicola
Laforgia, nel porgere il saluto dell'Amministrazione
Comunale, ha sottolineato come la manifestazione, che
è uno scambio di culture tra Italia e Grecia,
non può che inorgoglire la nostra città
che è protetta da San Nicola, un Santo che unisce,
a dimostrazione che l'Amministrazione Comunale è
aperta al dialogo con culture diverse auspicando la
pace tra i popoli. Laforgia ha sottolineato anche che
la manifestazione è il frutto della partecipazione
di molte donne che hanno collaborato a presentare al
pubblico di Bari il bellissimo lavoro di Maria Kolivà. |
|
|
È intervenuta, quindi, Ivi
Palla Chronopoulou, direttrice del Museo delle Tradizioni
Popolari di Amaliada, città greca del Peloponneso,
che ha porto il saluto del Sindaco di Amaliada, Giovanni
Liberis, e del Presidente del Centro Spirituale della
stessa città, Apostolos Liosis, sottolineando
che la manifestazione vuole anche simboleggiare la
pace e l'amicizia tra Bari e Amaliada e tra i popoli
di tutto il mondo, come è avvenuto ad Olimpia,
la prima volta, tanti anni fa, proprio per iniziativa
di 16 donne.
Monsignor Antonio Magnocavallo, parroco della Chiesa
di rito bizantino San Giovanni Crisostomo di Bari,
ha sottolineato che le icone rappresentano la "Visione
dell'invisibile", il Dio che diventa visibile
attraverso la luce, un corpo leggero e gli occhi per
fissare la luce eterna, e Maria Kolivà con
le sue icone molto belle infonde saggezza, eleganza
e tenerezza.
Infine, don Giuseppe Di Marzo. Parroco della Chiesa
dell'Annunciazione, ha sostenuto che "Le opere
di Maria Kolivà sono immagini che danno serenità,
poiché l'autrice è una donna, una mamma
e una nonna".
|
|
******
IN MOSTRA "LA GIOIELLERIA DI DIO"
ALLA PREFETTURA DI BARI
BARI 25 marzo - 2 aprile 2006
PALAZZO DEL GOVERNO
Bari. Sta riscuotendo un notevole successo
di pubblico la mostra itinerante “La gioielleria di
Dio”, in corso presso la Prefettura di Bari. Si tratta
di parte del patrimonio artistico del Fondo Edifici di Culto
(F.E.C.) del Ministero dell’Interno.
La mostra, inaugurata dal Ministro dell’Interno, è
stata curata dalla Direzione Centrale del F.E.C. in collaborazione
con la Soprintendenza per il Patrimonio storico-artistico
ed etno-antropologico del Lazio e si chiuderà il prossimo
2 aprile.
Sono esposte alcuni capolavori del Bernini (Ciborio dell’Altare
Maggiore della Chiesa romana dei Santi Domenico e Sisto ed
il Salvator Mundi, esposto per la prima volta dopo il restauro),
di Van Dyck (il Crocifisso), di Guido Reni, (San Giovanni
Battista), di Caravaggio (San Francesco in meditazione), ecc.
|
Basilica di San Sebastiano fuori le mura
- Salvator Mundi -
Gian Lorenzo Bernini (XVII sec.)
- scultura in marmo bianco di Carrara con base in
breccia verde
|
Chiesa dei Santi Domenico e Sisto - Ciborio dell´altare maggiore (1646) -
Gian Lorenzo Bernini -
Marmi misti, pietre dure, lapislazzuli
e bronzo dorato
|
CARPINETO ROMANO -
Chiesa di San Pietro Apostolo - San Francesco in meditazione
-
Michelangelo Merisi detto Caravaggio
olio su tela (Galleria Nazionale di Arte Antica-Palazzo
Barberini) |
|
ELENCO DELLE OPERE IN MOSTRA
“La Gioielleria di Dio”
Il Patrimonio Artistico del Fondo Edifici di Culto
|
|
ROMA
Basilica dei Santi Giovanni e Paolo al Celio
Madonna con Bambino e San Giovanni Battista, San Gerolamo,
San Giovanni Evangelista e San Paolo - Battista dell´Aquila
(attivo a Roma nella seconda metà del XV secolo) -
tempera su tavola
Chiesa di San Marcello al Corso - Crocifisso -
A. Van Dyck - olio su tela - Sacrestia
Chiesa di Santa Maria Maddalena in Campo Marzio - Madonna della Salute -
Donato da Formello (seconda metà XVI sec.)
olio su tela
Chiesa del SS. Nome di Gesù all´Argentina
- San Filippo - San Francesco Saverio - San Francesco d´Assisi
Ciro Ferri (1634 - 1689) - sculture in bronzo
I Beati XIX martiri
- Lazzaro Baldi, 1681 - olio su tela
Santi Apostoli
Alessandro Algardi (1595-1654) - sculture in bronzo
Urna detta Reliquiario del Presepe
- argentiere romano (XIX sec) - metallo argentato
e dorato
Chiesa di San Nicola da Tolentino
La morte di San Giuseppe - Pittore romano (XVIII sec.) - olio
su tela e legno dorato
Sacra Famiglia con Santa -
Pittore romano (XVIII sec.) - olio su tela e legno dorato
Chiesa di Santa Maria in Monticelli - Assunzione
della Vergine
Andrea Sacchi - olio su tela
Chiesa di Santa Prassede - Astuccio per
gli olii Santi -
artigiano romano (XVIII sec.) (1766-1773) - legno, cuoio,
metallo -
Dono del Card. Francesco Saverio de Zelada, titolare della
Basilica di Santa Prassede dal 1793 al 1801
Basilica dei Santi Silvestro e Martino ai Monti -
Reliquiario - Mitria di Papa Silvestro
- artigiano (XIII sec.) - seta e filo d´oro in teca
di legno e vetro
Chiesa dei Santi Biagio e Carlo ai Catinari
- Cristo flagellato -
Giuseppe Cesari detto Cavalier d´Arpino (1568-1640)
- olio su tela
Chiesa di San Gregorio al Celio - Busto
reliquiario di Santa Vittoria
(1594), legno scolpito e dorato - Convento
Busto Reliquiario di Santa Agnese, (1594) -
legno scolpito e dorato - Convento
Completo liturgico - manifattura romana (XVIII sec.)
Pianeta, stola, velo omerale, busta del calice e piviale in
seta rossa, ricami in oro riccio, laminato e filato
Sacrestia
Chiesa di San Paolo alla Regola -
Crocifisso
legno e avorio (XVIII sec.)
Chiesa di Santa Maria in Vallicella - Leggio
legno dorato (XVIII sec.)
San Filippo Neri
Argentiere romano (1643) - argento, bronzo dorato, lapislazzuli
Chiesa di Santa Maria della Concezione ai Cappuccini
- San Francesco in meditazione -
Michelangelo Merisi detto Caravaggio - olio su tela
PALESTRINA - Chiesa di Sant´Antonio
Abate - Decapitazione di Sant´Agapito -
Michelangelo Merisi detto Caravaggio - olio su tela (Galleria
Nazionale di Arte Antica- Palazzo Barberini)
OTTAVIANO (NA)
Chiesa di San Michele Arcangelo - San Giovanni Battista -
Guido Reni (1575-1642) - olio su tela in cornice intagliata
e dorata ‘a mecca´
provenienza: Coll. Medici di Ottajano -
Chiesa del SS. Rosario
ante 1906
Santa Maria Egiziaca
Carlo Cignani (1628-1719) (1680 - 1690) - olio su tela in
cornice intagliata e dorata ‘a mecca´ provenienza:
Coll. Medici di Ottajano - Chiesa del SS. Rosario ante 1906
IMOLA (BO) - Chiesa di Santo Stefano - L´Immacolata -
Giacomo Zampa (XVIII sec.) - olio su tela
|
Cristo alla Colonna
- Giacob Cobaert, detto Cope Fiammingo (fine
del XVI inizi del XVII) - legno scolpito dorato |
Chiesa dei SS. Cosma e Damiano - Completo
liturgico - manifattura romana (XVIII sec.)
Pianeta, stola, velo omerale, busta del calice e piviale
in seta bianca, ricami in oro in fili e a lamine con
gallone d´oro
|
Chiesa dei Santi Quirico e Giulitta - Madonna
della Misericordia -
Luigi Agricola (1750-1821)
olio su tela
|
Chiesa di San Nicola da Tolentino
La morte di San Giuseppe - Pittore romano (XVIII sec.)
- olio su tela e legno dorato
|
BOLOGNA - Chiesa di San Giacomo Maggiore
- Polittico (XIV sec.) -
Paolo Veneziano
pittura su tavola fondo oro (XIV sec.)
|
******
LE ICONE DI EMIL MARINOV TZEINSKI…
L’icona, è un’immagine sacra rappresentante
il Cristo, la Vergine, i Santi e le scene della salvezza,
dipinta su tavoletta di legno o lastra di metallo, spesso
decorata d’oro, argento e pietre preziose, tipica dell’arte
bizantina e, in seguito, di quella russa e balcanica. Secondo
Emil Marinov Tzeinski, un mezzo per trasmettere un segno di
grazia divina. Non si deve dimenticare che davanti a queste
immagini la gente prega, piange, cerca il contatto con Dio.
Insomma l’icona non è un semplice quadro religioso,
ma anche espressione di fede e di culto.
Emil Marinov Tzeinski, che è nato a Belogradcik, all’estremo
nord-ovest della Bulgaria, si è perfezionato nella
tecnica delle icone e nella spiritualità di cui esse
sono una manifestazione, frequentando, dopo gli studi artistici,
il Monastero di Rila, apprendendo dai monaci non solo la tradizionale
tecnica delle icone, ma anche lo stato d’animo, profondamente
intriso di spiritualità, che deve accompagnare la realizzazione.
Ha lavorato ad Atene e Salonicco e risiede dal 1991 in Italia.
Le sue opere hanno ormai raggiunto diffusione internazionale.
Oltre alle icone l’artista bulgaro si dedica anche alla
creazione di opere di grafica moderna di soggetto non solo
religioso, confermando anche in questo caso come egli intenda
la sua arte, la missione di trasfondere, tramite le sue opere,
il senso della bellezza e della bontà, la pace interiore
ed esteriore. Tzeinski, personaggio di grande levatura umana
e raffinata, ha studiato al Liceo artistico di Sofia, Ha esposto
in numerose mostre personali, mentre sue opere sono presenti
in collezioni private di tutto il mondo, dalla Grecia alla
Francia, dalla Svizzera alla Germania, dalla Russia al Canada,
dal Giappone all’Australia, e un’icona è
stata personalmente offerta dall’artista a Papa Giovanni
Paolo II.
Le icone raffigurano non solo una teologia dipinta i cui colori
sono obbligati e non scelti, infatti, il rosso rappresenta
il fuoco della Divinità, l’azzurro l’umanità:
Cristo ha la tunica rossa (la sua natura divina) e il manto
azzurro (l’umanità assunta nell’incarnazione),
ma rappresentano anche il mondo della quiete e del sacro.
Mons. Enrico Galbiati, della Biblioteca Ambrosiana di Milano,
sostiene che già dai primi decenni del Novecento il
professore russo Evghenij N. Trubetzkoj, scomparso nel 1920,
aveva scoperto e fatto conoscere agli studiosi il valore artistico
e spirituale delle icone. Ma per Tzeinski la scoperta dell’icona
fu un fatto personale, strettamente legato al senso che volle
dare alla sua professione di artista. La profonda religiosità
respirata nell’ambiente della famiglia gli fece intuire
che il fascino esercitato dalle icone più tradizionali
era dovuto a iconografi che amavano profondamente la propria
fede e la nutrivano con la spiritualità della liturgia
ortodossa.
|
… E QUELLE DI MARIA KOLIVÀ
La mostra delle icone dell’artista
greca Maria Kolivà dal titolo “Gli occhi di Dio”,
svoltasi come la precedente a Bari, è stata organizzata
dall’Associazione Culturale Italo-Ellenica “Pitagora”,
in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del
Comune di Bari.
Nel pensiero antico e nell’arte iconografica, l’immagine
non è una corrispondenza staccata dalla realtà
nella conoscenza rappresentativa dell’uomo e della donna.
L’immagine non solo indica ciò che è espresso,
ma contiene ciò che esprime.
Le tecniche usate da Maria Kolivà per le sue icone
sono particolarmente originali, infatti, tratta prima di tutto
il legno con una base bianca ottenuta con gesso, zinco, titanio,
colla ricavata dalle ossa di coniglio, disegna con il carboncino
e lo dipinge con una mistura di tuorlo d’uovo, aceto,
polvere di pietra e di terra. I colori sono ottenuti da sostanze
naturali come, ad esempio, il nero dal faggio bruciato o il
marrone da cipolle che fa essiccare che poi trita fino a ridurle
in cipria. Più elaborata è la preparazione del
verde che si procura mettendo dello yogurt in un contenitore
di rame nel quale si verifica una reazione chimica e lasciato
per 6 mesi in un forno, sempre alla stessa temperatura, ecc.
I risultati sono sorprendenti come si può vedere dalla
visione delle sue opere. Infatti, Maria Kolivà attraverso
le sue icone esprime il suo alto messaggio cristiano, pregno
di fede profonda e di grande spiritualità. L’artista
sostiene che oggi l’uomo, così carico di tensioni,
ha bisogno più che mai di avvicinarsi a Dio e che le
icone non sono altro che le immagini in cui l’uomo ritrova
l’essenza stessa del divino, la sua presenza.
Le icone di Maria Kolivà creano un diretto rapporto
tra Dio e gli uomini, il cui riflesso va metaforicamente ad
identificarsi con “Gli occhi di Dio” che con la
loro luce illuminano da sempre il cammino dell’umanità.
È doveroso un ringraziamento alla signora Sarina Garufi
che, molto pazientemente e magistralmente, ci ha accompagnati
nella interessante visita alla mostra illustrandoci con dovizia
di particolari la misticità delle icone di Maria Kolivà.
|
******
IL MUSEO DELLA DEVOZIONE E DEL LAVORO DI
BITETTO |
|
A Bitetto esiste un interessante Museo in
cui sono raccolte testimonianze della vita quotidiana, in
tutte le sue espressioni (artigianato, devozione religiosa,
cultura, ecc) della cittadina pugliese e di quelle limitrofe.
Esso occupa gli spazi dell'antico convento francescano, fondato
nel 1433 dai Frati minori in cui ha vissuto, svolgendo le
più umili mansioni, il Beato Frà Giacomo Veringez.
In quelle che in origine erano le cucine
e le celle dei frati del vecchio convento, oggi sono raccolti
e custoditi oggetti e arredi che riguardano il privato
domestico, il lavoro femminile con il ricamo e la
tessitura, l'istruzione con la scuola, il
lavoro agricolo documentato con attrezzi per la lavorazione
della terra, mentre i diversi mestieri, come sellaio, vasaio, cestaio, bottaio e altri
sono rappresentati da attrezzi, materiali, strumenti ormai
in disuso. |
|
|
|
|
|
|
|
|
Un ampio settore del Museo è dedicato
alla devozione popolare che, tra l'altro
comprende un presepe permanente, realizzato
dal Maestro Giuseppe Maselli, che riproduce le caratteristiche
architettoniche del centro antico di Bitetto, una selezione
di arredi e paramenti sacri, ex voto, numerosi oggetti religiosi
e la ricostruzione ideale della cella del Beato Giacomo. |
|
|
|
|
Alcuni ambienti sono caratterizzati da costumi
popolari dei paesi limitrofi (Bitonto, Binetto, Giovinazzo,
Modugno, Torritto) allestiti su manichini (realizzati dagli
studenti del Corso di costume per lo spettacolo, docente Rita
Faure dell'Accademia di Belle Arti di Bari).
La singolarità di questo museo è
che una volta l'anno vive e si anima nella rappresentazione
del Presepio vivente, offrendo in tal modo
l'opportunità ai visitatori di assistere all'uso degli
attrezzi che vi sono custoditi.
Tutti gli oggetti e manufatti in mostra sono
testimonianza di esperienze di devozione e di lavoro e se
osservati con rispetto, parlano della cultura del territorio
e rappresentano un importante patrimonio di conoscenza per
la salvaguardia della memoria storica, indispensabile per
la difesa dei valori.
Ma soprattutto si intende sottolineare la funzione didattica
rivolta ai giovani, che in tal modo possono condividere e
comprendere l'esperienza e la fatica dei loro antenati.
Visitare il Museo è un immergersi
nel passato, un assaporare la semplicità della conduzione
di vita della terra pugliese, con le sue tradizioni che hanno
coronato la storia che, non bisogna dimenticare, è
maestra di vita efficace che fà volgere lo sguardo
all'indietro ed istruisce con l'esperienza del quotidiano
e proietta verso il futuro. La storia è la dimensione
nella quale l'uomo vive e per la quale opera. Non è
tanto una serie di eventi che sfumano nel vuoto col passare
del tempo, quanto un prezioso contributo di crescita. Ecco
la motiviazione, allora, di un Museo situato in un Santuario
francescano ove, tra le tante scene di vita e di devozione,
emerge la cella del Beato Giacomo, in egli trascorreva appena
qualche ora al giorno per ritemprare il corpo ricurvo e affaticato.
Anch'egli, maestro di vita nel corso della storia, ci insegni
a riguardare il passato, con la certezza che il Signore, oggi
come ieri, opera grandezze!
Buona passeggiata nel passato, amici... e
buona visita al Museo
P. Miro Relota
Il repertorio del Museo proviene da donazioni spontanee e
da altri conventi francescani.
|
dello stesso Autore:
|
|