* Signore, perdonaci
Signore, Ti chiediamo
*Signore, Ti ringraziamo con tutto il cuore per averci ispirato e aiutato a compiere
questo incontro personale con te, nascosto sotto le specie
eucaristiche. Ma se la tua compagnia ci servisse anche solo a prendere
coscienza delle nostre negatività, ci avrebbe sempre fatto un
gran dono: quello di giudicarci non con l’occhio della superbia,
ma con quello della verità: dell’umiltà. Ti ringraziamo
perché i tuoi doni, soprattutto questo, servono sempre per
conquistare la vita eterna. Signore ti ringraziamo perché nel Sacerdozio di Melchisedek
adombri il Sacerdozio di Gesù e il sacerdozio che Gesù
avrebbe, la sera del Giovedì santo, partecipato anche a noi. Signore, ti ringraziamo per aver rinnovato il criterio di scelta dei tuoi sacerdoti. Nella legge del Levitico era automaticamente sacerdote chi apparteneva a quella tribù. Dopo di te è sacerdote unicamente chi Tu vuoi e scegli. Come Melchisedek: senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile a te, Figlio di Dio, e rimane sacerdote in eterno.
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che Melchisedek, sacerdote del Dio altissimo, è tipo e figura
del sacerdozio immutabile ed eterno di Gesù.
Infatti Gesù condivide, con quel misterioso personaggio,
delle caratteristiche. Eccone alcune:
1 - Melchisedek è ‘re di Salem’ cioè della pace.
Gesù è il principe della pace; sotto il suo regno
- forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci;
- un popolo non alzerà la spada contro un altro popolo,
- non si eserciteranno più nell’arte della guerra.
2 - Melchisedek
senza padre,
senza madre,
senza genealogia,
senza principio di giorni né fine di vita,
fatto simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote in eterno,
è simile a Gesù, che pure è senza ‘padre’ (terreno)
senza genealogia,
senza principio di giorni né fine di vita.
Venuto alla luce, per intervento dello Spirito Santo rimane
sacerdote per sempre.
3 - Melchisedek offre al Dio altissimo un sacrifico di pane e
vino per propiziare la benedizione divina su Abramo;
Cristo, sotto le specie del pane e del vino, offre se stesso, per
propiziare la misericordia divina sull’umanità.
4 - Melchisedek, compiuto il sacrificio propiziatorio a vantaggio
di Abramo, scompare totalmente dalla storia che ha
dominato, né più se ne parla se non come iniziatore di un
nuovo sacerdozio.
Gesù, compiuto il sacrificio propiziatorio per l’umanità,
- è assunto in cielo;
- rimane ‘realmente’ con l’umanità, ma
solo ‘sacramentalmente’
- e come iniziatore di un nuovo ed eterno sacerdozio.
5 - Anche Aronne, ha consacrato altri per l’ufficio sacerdotale.
Ma era solo un’immagine. Infatti, se fosse stata possibile la
perfezione per mezzo del sacerdozio levitico (), che bisogno c’era
che sorgesse un altro sacerdote alla maniera di Melchisedek, e
non invece alla maniera di Aronne?
6 - Sacerdozio perfetto è solo quello di Cristo, prefigurato nel sacerdozio di Melchisedek.
perché, dopo la nostra disobbedienza, nessuno di noi poteva
presentarsi al Padre e offrire un sacrificio accettabile; tu ci sei
venuto incontro e, incarnando il Sacerdozio vero ed eterno secondo
l’ordine di Melchisedek, sei diventato offerente e offerta
pura, santa, immacolata, gradita a Dio.
Signore ti adoriamo perché, mentre ogni sacerdote si presenta
giorno per giorno a celebrare il culto e ad offrire molte
volte gli stessi sacrifici (che non possono eliminare i peccati),
Tu al contrario hai offerto un solo sacrificio per i peccati, una
volta per sempre.
Signore, ti adoriamo perché Tu con un’unica oblazione
hai reso perfetti per sempre quelli che hai santificato.
Signore, ti adoriamo perché, entrato nel Santo dei Santi,
al di là dal velo, rimani lì sempre, dinanzi a Dio, a interpellare
per noi.
Signore, ti adoriamo perché questo tuo supremo sacerdozio,
fin dalla sua prima apparizione, affermava la propria
preminenza sul sacerdozio di Aronne.
Signore, ti adoriamo perché il tuo supremo sacerdozio,
fin dalla sua prima apparizione, prefigurava - diversamente
dal sacerdozio di Aronne - l’eternità di un sacerdote secondo
l’ordine di Melchisedek.
Signore, ti adoriamo perché con l’offerta del tuo sacrificio
hai reso perfetti per sempre coloro che si accostano a Dio,
diversamente dai sacrifici che si offrivano continuamente di
anno in anno, e che erano solo un’ombra dei beni futuri e non
la realtà stessa delle cose.
Signore, ti adoriamo perché il supremo sacrificio di te,
indissolubilmente unito al tuo sacerdozio, nella sua caratt
ristica impronta abbraccia tutta l’azione della redenzione da
te operata.
Signore, ti adoriamo perché hai voluto che la tua offerta
sacrificale e sacerdotale al Padre, potessimo, d’ora innanzi,
farla noi stessi, per azione dei nostri e tuoi sacerdoti, che la
offrono tramite la tua persona: in persona Christi.
Signore, ti adoriamo perché, avendo Tu fuso il nostro
sacerdozio con quello di Cristo, ci hai dato la possibilità di
offrirti sacrifici santi, a te graditi.
la nostra ignoranza, ogni volta che,
- invece di benedirti, ti bestemmiamo,
- invece di amarti, ti odiamo,
- invece di ringraziarti, diciamo male di te.
Tu hai proprio ragione: in quei momenti non sappiamo
quello che facciamo.
Perdonaci per le volte che ci avviciniamo a te, nell’Eucaristia,
con il cuore doppio e malvagio come quello di Giuda.
Perdona la nostra mancanza di sensibilità quando, travolti
dalle preoccupazioni del momento, disattendiamo la
parte migliore che Tu ci offri e che, se accettata, non ci verrà
mai tolta.
Perdonaci per la mancanza di buona educazione per cui,
mentre offriamo il saluto a tutti, dimentichiamo di offrirlo
proprio a te, che rimani sempre con noi, unicamente per noi.
Perdonaci per le volte che - sacerdoti - celebriamo i misteri
sacri, e - fedeli - veniamo a riceverti nella S. Comunione,
pensando a tutto meno che a te, che ti fai presente fra noi
per darci una mano.
Perdonaci perché quasi mai fissiamo lo sguardo su te,
Gesù, l’apostolo e sommo sacerdote della fede che professiamo;
su te che sei fedele a colui che ti ha costituito.
Perdonaci perché, mentre, da persone educate, ringraziamo
tutti quelli che hanno una sensibilità nei nostri
confronti, non ringraziamo mai te del dono di te stesso. E
pensare che dovremmo fare della nostra vita un ininterrotto
ringraziamento.
Perdonaci perché, per motivi effimeri, non approfittiamo
intelligentemente, del dono incredibile che ci hai fatto offrendo
ai nostri e tuoi sacerdoti la completa disponibilità di te.
Perdonaci perché, mentre Tu continuamente rimani fra
noi, sempre pronto a interpellare il Padre per noi, noi quasi
sempre preghiamo per noi stessi, e quasi mai ci ricordiamo
di pregare per i fratelli che potrebbero essere in difficoltà.
Perdonaci perché, mentre con il tuo nuovo sacerdozio Tu
hai elevato l’uomo al di sopra degli angeli, noi giudichiamo,
critichiamo, calunniamo, condanniamo spesso i tuoi e nostri
sacerdoti.
*
di darci il desiderio di te, della tua redenzione, della tua amicizia:
esse sono garanzia della nostra salvezza.
Signore, ti chiediamo fede nell’efficacia salvifica del tuo
sacerdozio nel quale Tu sei, nello stesso tempo, Offerta e
Offerente.
Signore, ti chiediamo consapevole gratitudine per la
scelta che hai fatto inquadrandoti nel Sacerdozio di Melchisedek.
D’ora innanzi quello sarà l’unico ed eterno sacerdozio
per te e per noi.
Signore, aiutaci a comprendere che il sacerdozio misterioso
di Melchisedek era, contemporaneamente, immagine,
tipo e profezia del tuo sacerdozio.
Signore, aiutaci a credere che, come il sacerdozio di Melchisedek
affermava la propria preminenza sul sacerdozio di
Aronne, così il tuo sacerdozio incarna la dignità più alta che si
possa immaginare sulla terra.
Signore, ti chiediamo l’intelligenza necessaria per capire
che, mentre ogni forma di sacerdozio, che ha preceduto Gesù,
era di istituzione umana, e dunque soggetta all’evolversi del
tempo, il sacerdozio che Tu hai inaugurato e perpetuato in
Gesù è di istituzione divina, dunque eterna.
Signore, Melchisedek è re di Salem, cioè di pace. Donaci
di comprendere che egli è profezia di Gesù, Principe della
pace, venuto per instaurare un regno di giustizia e di pace
anche nel nostro piccolo mondo.
Signore, aiutaci a vedere Cristo, sommo sacerdote dei beni
futuri () che è entrato una volta per tutte nel Santo dei Santi,
procurandoci una redenzione eterna.
Signore, aiutaci a convincerci che Cristo, che si è offerto
da se stesso in spirito di eternità a Dio come vittima immacolata,
monderà la nostra coscienza dalle opere morte, onde
possiamo servire Dio.
Signore, donaci di vedere nei sacerdoti, che tu scegli a
nostro vantaggio, Cristo stesso che, per nostro vantaggio, è
sacerdote eterno e fonte di ogni vero sacerdozio.
*
perché Tu, venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso
una tenda ben più eccellente, non costruita da mani
d’uomo (), non con il sangue di capri e di tori, ma con il tuo
proprio sangue sei entrato una volta per tutte nel Santo dei
Santi.
Signore, ti ringraziamo perché, con il tuo sacrifico e il tuo
sacerdozio, ci hai procurato una redenzione eterna.
Signore, ti ringraziamo perché se la cenere di una giovenca,
con la quale si aspergono coloro che hanno contratto alcune
impurità, santifica e ottiene almeno la purità del corpo, quanto
più il sangue di te, che ti sei offerto da te stesso, in spirito di
eternità, a Dio come vittima immacolata, monderà la nostra
coscienza dalle opere di morte, onde possiamo servire il Dio
vivo?
Signore, ti ringraziamo perché, dopo esserti offerto in
sacrificio al Padre, rimani sempre con noi, nel sacramento
adorabile dell’Eucaristia, disponibile per tutti noi in ogni
ora del giorno e della notte, in ogni latitudine e longitudine,
disponibile come vittima da offrire e come Sacerdote pronto
a intercedere per noi.
Signore, ti ringraziamo perché il tuo sacerdozio è un
valore infinitamente superiore a tutti quei valori (Angeli,
Profeti, Mosè…) dei quali poteva andare fiero e orgoglioso
il Giudaismo. Infatti Tu, Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek
e Figlio di Dio, rimani unico mediatore perfetto e
causa di salvezza per tutti.
Signore, ti ringraziamo perché Tu, nell’Eucaristia, rimani
eternamente non solo come vittima sacrificale e sacerdotale,
ma anche come nutrimento, vero pane disceso dal cielo, per
sostenerci nelle nostre fragilità, nutrendoci di te.
Signore, ti ringraziamo perché il sacrificio offerto da te,
Sacerdote eterno, è superiore a qualsivoglia offerta e sacrificio
della legge mosaica.
Signore, ti ringraziamo perché hai innestato sul tuo sacerdozio,
che è sacerdozio di Dio, anche il nostro sacerdozio,
quello a cui Tu hai dato il ‘via’, che è sacerdozio di uomini.
*
2 - Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò
contro Mosè e contro Aronne.
3 - Gli Israeliti dissero: “Fossimo morti per mano del Signore
nel paese d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola
della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto
uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa
moltitudine”.
4 - Allora il Signore disse a Mosè: “Ecco, io sto per far piovere
pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni
giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova,
per vedere se cammina secondo la mia legge o no.
5 - Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che devono
portare a casa, sarà il doppio di ciò che raccoglieranno ogni
altro giorno”.
6 - Mosè e Aronne dissero agli Israeliti: “Questa sera saprete
che il Signore vi ha fatto uscire dal paese d’Egitto;
7 - domani mattina vedrete la gloria del Signore, poiché egli
ha inteso le vostre mormorazioni contro di lui. Noi infatti che
cosa siamo, perché mormoriate contro di noi?”.
8 - Mosé disse: “Quando il Signore vi darà alla sera la carne
da mangiare e al mattino il pane a sazietà, sarà perché il Signore
ha inteso le vostre mormorazioni, con le quali mormorate
contro di lui. Noi infatti che cosa siamo? Non contro di noi
vanno le vostre mormorazioni, ma contro il Signore”.
()
11 - Il Signore disse a Mosè:
12 - “Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro
così: Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete
di pane; saprete che io sono il Signore vostro Dio”.
13 - Ora alla sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento;
al mattino vi era uno strato di rugiada intorno all’accampamento.
14 - Poi lo strato di rugiada svanì ed ecco sulla superficie del
deserto vi era una cosa minuta e granulosa, minuta come è la
brina sulla terra.
15 - Gli israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: “Man hu: che
cos’è?”, perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: “E’
il pane che il Signore vi ha dato in cibo”.
()
31 - La casa d’Israele la chiamò manna. Era simile al seme del
coriandolo e bianca; aveva il sapore di una focaccia con miele.
()
33 - Gli Israeliti mangiarono la manna per quarant’anni, fino
al loro arrivo in una terra abitata, mangiarono cioè la manna
finché furono arrivati ai confini del paese di Canaan.
che la manna, che hai donato al tuo popolo in difficoltà, è il
segno delle tue materne attenzioni per i tuoi figli.
Signore, noi crediamo quanto nel Vangelo Gesù ci assicura:
che, come padre premuroso, Tu fai sorgere il tuo sole
sopra i malvagi e sopra i buoni, e fai piovere, sopra i giusti e
sopra gli ingiusti.
Signore, noi crediamo che quest’ordine meraviglioso
alle nostre stagioni lo hai donato Tu, perché solo la mente
di Dio avrebbe potuto prevedere e coordinare le successioni
in maniera così miracolosa.
Signore, noi crediamo che la forza germinatrice, al chicco
di grano che lasciamo cadere in terra (capacità misteriosa per
la nostra intelligenza), gliela puoi donare solo Tu.
Signore, noi crediamo che la capacità riproduttiva al
nostro grano, che da un minuscolo seme diventa 100, 50,
30 semi, gliela puoi donare solo Tu, perché Tu sei la vita.
Signore, noi crediamo che ogni primavera che esplode
con una ricchezza e varietà di fiori sbalorditiva, ci ripete le
attenzioni premurosissime che Tu hai per noi.
Signore, dinanzi ai miracoli strabilianti della natura,
noi ci accontentiamo solo di conoscere l’evento, non siamo
più neanche capaci di rimanerne affascinati. Ma almeno la
presenza di un fatto strepitoso, per la persona intelligente,è innegabile.
Signore, se, a volte, ci sbalordiscono i miracoli che la
natura compie grazie all’intervento della tua onnipotenza,
infinitamente di più ci commuove il pensiero che tutto ciò
che prepari per noi è rivelazione di un infinito amore.
Signore, se il popolo ebraico fu nutrito dal tuo amore per
ben quarant’anni in un deserto, l’intera umanità è sostentata
da te che conosci di che cosa abbiamo bisogno e ce lo doni
anche prima che te lo chiediamo.
Signore, noi crediamo che Tu, il Padre nostro che Gesù
ci ha rivelato, sei il modello supremo su cui dobbiamo improntare
la nostra condotta.
nelle aurore, che, attraverso fantasmagoriche gradazioni di
colori, invitano tutto il creato ad elevare il primo saluto a te
e a riprendere la vita.
Signore, ti adoriamo nei tramonti che, stemperando man
mano i loro colori, dicono che la giornata lavorativa è finita e
invitano tutto il creato a ringraziarti per tanto dono.
Signore, ti adoriamo nella miriade di fiori che apri a primavera;
con essi ordini alla natura di provvedere alle necessità
delle tue creature, donando abbondantemente i tuoi frutti.
Signore, ti adoriamo nelle piogge che mandi, misteriose
e provvidenziali, quando la nostra terra arida ha bisogno di
ristorarsi; e regali agli uomini e agli animali la possibilità di
dissetarsi.
Signore, ti adoriamo nel sole, che ci illumina di giorno
e con il suo calore è la causa efficiente della vita: esso è immagine
di Te, che, con il tuo amore, sei la ragione ultima di
ogni esistenza.
Signore, ti adoriamo nelle ricchezze che hai nascosto nel
seno della nostra terra; è grazie ad esse che la vita sorge e si
sviluppa
Signore, ti adoriamo nelle potenzialità misteriose che
hai nascosto nel seno della nostra terra; è grazie ad esse che
la vita si riproduce e si moltiplica.
Signore ti adoriamo per la capacità che dai alla creazione
di riprodursi e moltiplicarsi: è una partecipazione della tua
onnipotenza.
Signore, ti adoriamo perché con divina abbondanza
provvedi a tutte le tue creature quanto serve per vivere, per
aiutare gli altri e per lodarti.
Signore, ti ringraziamo nei fratelli insieme ai quali ci fai
vivere. Ce li hai dati Tu perché sapevi che abbiamo bisogno
di comprensione, di aiuto e di buon esempio.
per tutte le volte che prendiamo il cibo senza lodarti e ringraziarti.
Ce lo dai Tu a sostentamento della nostra vita.
Signore, perdonaci per il cibo che sprechiamo. E’ suicidio
della nostra vita e di quella dei fratelli.
Signore, perdonaci per tutte le volte che non sappiamo
dividere il nostro pane con i fratelli meno fortunati di noi.
E’ la più grande offesa che possiamo recare alla tua liberalità.
Signore, perdonaci per tutte le volte che dimentichiamo
che, pregando la preghiera che Gesù ci ha insegnato, tralasciamo
di chiederti il cibo per tutta la famiglia umana, perché
quello che chiediamo sia veramente pane nostro.
Signore, perdonaci per tutte le annate non proprio abbondanti,
nelle quali, invece di ringraziarti per quello che ci
hai dato, ci lamentiamo per quello che pensiamo ci manchi.
Signore, perdonaci per la nostra incapacità di meravigliarci
per il miracolo che madre natura continuamente opera
a vantaggio della nostra vita: l’hai predisposta Tu perché ci
vuoi bene.
Signore, perdonaci per la nostra incapacità di vedere, nel
miracolo della natura, la prova dell’amore smisurato che hai
per noi, nonostante la nostra misconoscenza.
Signore, perdonaci perché non comprendiamo come,
di fronte al miracolo della manna donata per quarant’anni,
quanto doni a noi ogni anno, dall’inizio della creazione, è
cosa infinitamente più grandiosa.
Signore, perdonaci per tutte le volte che non ti siamo
grati per il ‘pane quotidiano’: di esso la nostra natura ha un
bisogno estremo: senza di esso non potremmo sopravvivere.
Tu, nella tua infinita sapienza, lo sai e ce lo provvedi sempre
sovrabbondantemente.
Signore, perdonaci quando, rileggendo questa pagina
dell’Esodo, pensiamo forse a molte cose, ma non al miracolo
dei miracoli: la moltiplicazione del pane eucaristico.
il pane quotidiano,- come ci ha insegnato Gesù - per noi e per
tutta la famiglia da te creata: quella vegetale, quella animale
e quella umana. Il ‘pane quotidiano’ infatti indica tutto ciò
di cui non possiamo fare a meno per sopravvivere.
Signore, con il salmo ti preghiamo: ogni giorno: apri la
tua mano e sazia la fame di ogni vivente.
Signore, ti preghiamo per chi non ha nutrimento sufficiente:
insegnaci a ‘dividere’ il tanto che hai dato a noi, e
certamente ce ne sarà a sufficienza per tutti.
Signore, Tu hai avuto ‘compassione’ per quella folla che,
per seguire e ascoltare te, aveva trascurato perfino di mangiare.
Provvedi, agli apostoli della tua parola, il necessario per
sopravvivere attraverso la nostra carità, affinché impegnino
la loro vita esclusivamente per l’apostolato.
Signore, fa’ che per la solidarietà di tutti, i tuoi missionari
abbiano sempre qualche cosa da donare per le necessità
materiali di coloro ai quali annunciano la tua parola, come
ha fatto Gesù.
Signore, per tutti è indispensabile il vitto, ma per tanti
bambini, ai quali Tu hai dato il dono della vita, lo è in modo
particolare. Non crescano denutriti e sofferenti grazie alla tua
liberalità e alla nostra carità.
Signore, Gesù ha detto: Non di solo pane vive l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Aiutaci a cercare,
insieme al pane-nutrimento del corpo, anche il panenutrimento
dello spirito: la tua parola. Essa è spirito e vita.
Signore, aiutaci a chiedere, oltre il pane che nutre il corpo,
anche il pane soprasostanziale, Te, che hai detto di essere il
vero pane disceso dal cielo di cui chi ne mangia non avrà più
fame in eterno.
Signore, aiutaci a capire che, donandoci te stesso, ci hai
donato tutto ciò che sei e che hai: hai esaurito le tue possibilità
di dono.
"
per il tuo amore che si preoccupa per le nostre necessità molto
più di come fa una mamma premurosa per i suoi figli.
Signore, ti ringraziamo per tutte le parole di vita sulle
quali ci hai invitato a riflettere in questi pochi, meravigliosi
minuti trascorsi in tua compagnia.
comprendere il dono inestimabile del tuo amore per noi,
provvedendo anche alle necessità materiali. E’ commovente
pensarlo. Donaci di provare la stessa gioia del donare per
amore.
Signore, ti ringraziamo! Gesù ci ha detto: Date e vi sarà
dato. Una misura pigiata e traboccante vi verrà versata in
grembo. Forse, nella nostra grettezza, non abbiamo mai fatto
questa esperienza gioiosa nella nostra vita.
Signore, ti ringraziamo per Gesù, che ha tentato e tenta
di educarci alla condivisione ripetendoci continuamente,
oltre che con l’insegnamento, con l’esempio inimitabile, di
donare tutto noi stessi.
Signore, ti ringraziamo perché tutto ciò che abbiamo
viene da te: sei Tu che apri la tua mano e sazi ogni vivente.
di amore che è il dono, per mezzo del Profeta Osea, hai
assicurato il perdono dei peccati in cambio dell’elemosina.
Signore, ti ringraziamo per l’insegnamento di non discriminare
mai davanti al bisognoso. Gesù infatti ci ha invitato di
essere come il Padre che è nei cieli, che il suo sole lo fa sorgere
sopra i buoni e i cattivi.
Signore, ti ringraziamo per l’insegnamento incredibile
che Gesù ci dà nella parabola del ‘buon samaritano’. Lui
si commuove e interviene in vantaggio di quel malcapitato
della strada che, forse, neanche aveva visto mai prima di quel
momento.
Signore, ti ringraziamo perché quel ‘buon Samaritano’ sei
Tu: dinanzi alle nostre necessità non calcoli se le ‘meritiamo’
o no; ma se ne ‘abbiamo bisogno’ o meno.
30 - Allora dissero: “Quale segno dunque Tu fai perché vediamo
e possiamo crederti? Quale opera compi?
31 - I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto,
come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”.
32 - Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: non Mosè
vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal
cielo, quello vero
33 - il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita
al mondo”
34 - Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”.
35 - Gesù rispose: “Io sono il pane della vita; chi viene a me
non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete”.
()
49 - I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e
sono morti;
50 - Questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne
mangia non muoia.
51 - Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di
questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne
per la vita del mondo
52 - Allora i Giudei si misero a discutere fra di loro: “Come
può costui darci la sua carne da mangiare?”.
53 - Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate
52 -
la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non
avrete in voi la vita.
54 - Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita
eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno
55 - Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda
56 - Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in
me e io in lui.
57 - Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo
per il Padre, così anche chi mangia di me vivrà per me
58 - Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che
mangiarono i vostri padri e morirono. Chi mangia questo pane
vivrà in eterno”.
()
66 - Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e
non andavano più con lui.
67 - Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?
68 - Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu
hai parole di vita eterna;
69 - noi abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Santo di
Dio”.
La Manna (v, 3 = Ex 16, 13-15); l’acqua che spilla dalla
roccia (v, 4 = Ex 17, 1-7) sono dette ‘spirituali’ perché, o di
origine soprannaturale, ovvero perché hanno un significato
spirituale - ‘spirituale’ è infatti sinonimo di profetico, figurativo
- e vengono, cioè considerate come figura dell’Eucaristia:
la Manna, del pane eucaristico; l’acqua dalla roccia, del calice
di benedizione (Ruffino, ‘l’Eucaristia nel N. T.’, in ’Eucaristia’
di A. Piolanti, p. 53).
N. B. - GV. 6, 1-13 (al n. 10)
- GV. 6, 1-58 (al n. 15)
*
che la manna, che Mosè ha dato al tuo popolo nel deserto,
era soltanto una figura del nutrimento che Tu avresti dato.
Signore, noi crediamo che non Mosè () ha dato il pane
dal cielo, ma il Padre tuo ci dà il pane dal cielo, quello vero:
Te, o Signore.
Signore, noi crediamo che la manna (grandioso miracolo
che ha sostenuto la vita di un popolo ‘intero’, e per ben
quarant’anni), non ha evitato la morte a chi ne mangiava.
Signore, Tu ci hai detto, e noi crediamo, che il nutrimento
vero, quello che dura per la vita eterna, è solo quello che il tuo
e nostro Padre darà. Esso non appartiene al nostro mondo,
ma viene dal celo.
Signore, noi sappiamo che ogni nutrimento che il tuo
amore prepara per noi, serve solo per sostentare la nostra vita
corporale: non è infatti pane vero, perché ‘pane vero’ (il pane
di Dio) è solo colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo.
Signore, noi crediamo che Tu sei il pane della vita. Chi
viene a te non avrà più fame e chi crede in te non avrà più sete.
Signore, noi crediamo che solo Tu sei pane vivo disceso
dal cielo. Sei disceso fra noi perché chi mangia di te, non
muoia. Infatti se uno mangia di te vivrà in eterno.
Signore, Tu, Pane vivo disceso dal cielo, ci dai un nutrimento
diverso da quello che mangiarono i nostri padri e
morirono. Chi mangia () il pane che tu ci dai vivrà in eterno.
Signore, Tu ce l’hai detto, e noi crediamo, che il pane vero
disceso dal cielo è la tua carne, data per la vita del mondo.
Signore, con i tuoi interlocutori di Cafarnao ti preghiamo:
dacci sempre di questo pane, perché noi, nati alla vita,
vogliamo vivere: Vivere con te eternamente.
Signore, noi crediamo che il nutrimento, che con la
Nuova Alleanza ci hai regalato e dona di vita eterna, sei Tu:
il tuo Corpo, il tuo Sangue, e la tua divinità.
*
il dono impensabile che Tu ci hai fatto, quando hai dato la
tua carne per la vita del mondo.
Signore, ti adoriamo perché è veramente impensabile
un dono come il tuo: quello di Dio che si fa carne e offre
se stesso perché le sue creature non vedano eternamente lo
spettro della morte.
Signore, di fronte alla tua affermazione, i tuoi interlocutori
si misero a discutere fra di loro: “Come può costui darci
la sua carne da mangiare?”. Noi, Signore, prostrati, non
contestiamo, ma adoriamo la tua divina generosità.
Signore, noi adoriamo la tua parola: Se non mangiate
la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non
avrete in voi la vita. E’ una speranza e una certezza per noi,
che siamo atterriti dalla fatalità di perdere la vita
Signore, adoriamo la tua incredibile affermazione: Chi
mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io
lo risusciterò nell’ultimo giorno. Lo crediamo perché Tu l’hai
affermato; lo crediamo perché vogliamo vivere eternamente.
Signore, la tua delizia è stare con i figli dell’uomo. E Tu, se
uno ti apre la porta quando bussi, hai assicurato che mangerai
con lui ed egli con te. Mangerà di te.
Signore, ti adoriamo per quelle divine parole: Come il
Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre,
così anche chi mangia di me vivrà per me.
Signore, ti adoriamo per la compagnia e la familiarità con
te che si acquistano mangiando di te. Solo, infatti, chi mangia la tua carne, e beve il tuo sangue dimora in te e Tu in lui.
Signore, noi sottoscriviamo l’affermazione di S. Agostino:
donandoci l’Eucaristia il Signore non aveva la possibilità di
donarci di più. Noi ti adoriamo, Signore, perché, donandoci
l’Eucaristia non ci doni ‘qualche cosa’, ci doni te stesso.
Signore, noi ti adoriamo perché, per nutrirci, Tu non
solo ci permetti di mangiare di te, ma ci assicuri che questoè quanto Tu brami: venite, mangiate… Venite, bevete.
quando , come i tuoi interlocutori, di fronte al mistero
dell’Eucaristia, siamo tentati di dire: Questo discorso è duro;
chi mai può capirlo?
Signore, perdonaci, perché in quel momento dimentichiamo
che, di fronte al mistero, non c’è da capire; c’è da
credere.
Signore, perdonaci quando, esaltati dal meravigliosissimo
dono dell’intelligenza che Tu ci hai partecipato, dimentichiamo
che il tuo è ‘capire’ da Dio, il nostro è un ‘capire’ da
creature.
Signore, perdonaci quando, di fronte alle tue affermazioni
che non riusciamo a capire, ci allontaniamo da te
abbandonandoti. Con quella decisione rifiutiamo te, che sei
luce, spirito e vita, e ci affidiamo alla notte buia della nostra
incapacità di comprendere e alla morte.
Signore, siamo immersi in un mare di misteri, eppure li
accettiamo tutti e conviviamo con tutti senza problemi; solo
di fronte al ‘mistero dei misteri’, che Tu ci riveli, abbiamo
difficoltà a convivere.
Signore, perdonaci perché non ci rendiamo conto del
dono incommensurabile che ci hai fatto donandoci te stesso
e non veniamo mai, o quasi mai, a ringraziarti.
Signore, perdonaci per tutte le volte che trascuriamo di
prendere, con la comunione, l’antidoto contro la morte. E’
inconcepibile in esseri come noi, che considerano la vita come‘il valore che non ha prezzo’.
Signore, perdonaci quando veniamo a riceverti nella
Santissima Eucaristia (quelle poche volte che veniamo), non pensando a te, ma a tante altre insignificanti realtà con le
quali conviviamo.
Signore, Tu non ti sei donato a noi una volta e basta, ma
rimani a nostra disposizione, per la Comunione e per l’Adorazione,
giorno e notte, in ogni luogo e per ogni persona. E
noi ti lasciamo solo come se il dono che Tu ci hai fatto non
ci riguardasse o ci lasciasse indifferenti. Perdonaci.
Signore, perdona la nostra insipienza: bramosi, come
siamo, di vivere, trascuriamo l’alimento che assicura la vita.
E addirittura la vita eterna.
la capacità di capire il dono di te stesso. Solo esso può cambiare
la nostra vita.
Signore, ti chiediamo una fede radicale e intelligente alle
tue parole che sono spirito e vita.
Signore, le migliaia di persone che, pure erano state
spettatrici del miracolo della moltiplicazione del pane, uno
ad uno, ti hanno lasciato solo con i Dodici. E Tu hai offerto
anche ai Dodici la libertà di scelta. Signore, di fronte a un’alternativa,
donaci lo scatto generoso e intelligente di Pietro:
Da chi andremo, Signore, tu solo hai parole di vita eterna?
Signore, donaci un desiderio di te che renda piacevole e
desiderabile la tua compagnia.
Signore, donaci un desiderio di te, così ardente, che non
si plachi finché Tu non sei diventato l’unico nutrimento della
nostra vita.
Signore, noi vogliamo vivere. Aiutaci a nutrirci mangiando
la tua carne e bevendo il tuo sangue, perché la tua carne è
vero cibo e il tuo sangue vera bevanda.
Signore, quando ti riceviamo nella santa Comunione,
dacci la fede per credere e conoscere che ricevendo te, noi
riceviamo il Santo di Dio.
Signore, noi, che siamo deboli e fragili, sappiamo che
nell’Eucaristia c’è il pane dei forti. Dacci tanta intelligenza e
volontà di nutrirci quanto più frequentemente e santamente
possiamo di questo pane del cielo che Tu metti sempre a
nostra disposizione.
Signore, i tanti ‘pani’ che cerchiamo e mangiamo né ci
saziano, né ci aiutano a camminare verso il cielo. Donaci la
volontà di nutrirci di te, Pane vivo disceso dal cielo, che, unico,
appaghi ogni nostra più ardita aspirazione.
Signore, aumenta la nostra fede perché è dalla mancanza
di fede, che trova ragione l’indifferenza con la quale viviamo
nei confronti dell’Eucaristia.
Signore, dacci fede nelle tue parole. E, dopo avercela data,
aumentala continuamente per compensare quanto la nostra
cattiveria e ignoranza ne sciupa ogni giorno.
per averci rivelato che pane del cielo è colui che discende dal
cielo e dà la vita al mondo. E’ di questo pane che abbiamo
desiderio e bisogno, perché è solo grazie ad esso che noi
potremo vivere.
del pane che serve per nutrire il corpo, noi abbiamo bisogno
del pane che serve per sostentare la vita dello spirito.
Signore, ti ringraziamo perché ci hai chiarito che il pane,
necessario per la vita di ogni giorno, non elimina la morte,
il nemico ultimo dell’uomo. Infatti neanche la Manna, che
Dio offrì al suo popolo,
Signore, ti ringraziamo per averci assicurato che contro
la morte non c’è che il pane disceso dal cielo. Infatti chi di
esso ne mangia non muore, ma vivrà in eterno.
Signore, ti ringraziamo per averci precisato che il pane
vivo disceso dal cielo è la tua carne, che Tu hai dato per la
vita del mondo.
Signore, ti ringraziamo perché hai insistito con una affermazione,
che è un giuramento, In verità, in verità vi dico
che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete
il suo sangue, non avrete in voi la vita.
Signore, ti ringraziamo perché ci hai garantito che chi
mangia la tua carne, vero cibo, e chi beve il tuo sangue, vera
bevanda, Tu lo risusciterai nell’ultimo giorno.
Signore, ti ringraziamo perché ci hai detto che come il
Padre, che ha la vita, ha mandato te, e Tu vivi per il Padre,
così anche chi mangia di te, vivrà per te.
Signore, ti ringraziamo per averci avvertiti che in te e
solo in te c’è la vita. Infatti solo Tu sei pane disceso dal cielo.
Diverso da quello che mangiarono i padri vostri e morirono.
Chi mangia questo pane vivrà in eterno.
Signore, ti ringraziamo perché, senza che noi te lo chiedessimo,
Tu hai provveduto, per la nostra voglia di vivere,
un nutrimento di vita eterna.
*
6 - Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e
ne versò l’altra metà sull’altare.
7 - Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza
del popolo. Dissero: “Quanto il Signore ha ordinato, noi lo
faremo e lo eseguiremo”.
8 - Allora Mosé prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo:“Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi
sulla base di tutte queste parole!”.
9 - Poi Mosè salì con Aronne, Nadab e Abiu e i settanta anziani
d’Israele.
10 - Essi videro il Dio d’Israele: sotto i suoi piedi vi era come
un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo
stesso.
11- Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi
videro Dio e tuttavia mangiarono e bevvero.
L’ALLEANZA Es. 34, 25
25 - Non sacrificherai con pane lievitato il sangue della mia
vittima sacrificale; la vittima sacrificale della pasqua non dovrà
rimanere fino alla mattina.
DEUTERONOMIO 4, 7
Infatti qual grande nazione ha la divinità così vicina a
sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo
invochiamo?
che Tu ci ami fino al punto di umiliarti a stringere con
l’umanità un ‘patto’ bilaterale. Come se tu fossi uno di noi.
Trattando con noi non da Dio a creatura, ma da pari a pari.
Signore, per aiutare la nostra fede hai voluto che la
liturgia della stipula dell’alleanza, che il libro dell’Esodo ci
racconta, fosse circostanziata come ogni contratto che avviene
fra gli uomini.
Signore, la inviolabilità di quei patti è basata sul sangue.
Esso da tutti è ritenuto il centro e il perché della vita. Dunque,
Signore noi crediamo che chi viola i patti è disposto a
rinunciare alla vita.
Signore, crediamo che quei patti fra te e il tuo popolo
riguardavano tutti. Ciò è indicato, nel racconto biblico, dal
fatto che Mosè metà del sangue delle vittime sacrificali lo distribuì
in tanti catini per quante erano le tribù del tuo popolo.
Signore, noi crediamo che l’aspersione con il sangue,
indicava la ratifica del ‘patto’, infatti, dopo l’aspersione Mosè
dichiarò Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso
con voi sulla base di tutte queste parole.
Signore, noi crediamo che, dopo la tua divina condiscendenza,
non esista un’altra grande nazione che ha la divinità
così vicina a sé, come Tu, Signore nostro Dio, sei vicino a noi
ogni volta che ti invochiamo.
Signore, riconosciamo che si tratta di cose quasi da favola
quelle che il libro dell’Esodo ci ha testimoniato. Tuttavia
sappiamo anche che esse sono ancora lontane anni-luce dalla
realtà che Gesù, Verbo Incarnato, ci ha donato.
Signore, riconosciamo che l’Alleanza antica non era che
un simbolo, una pallida immagine della Nuova Alleanza.
Tu stesso, Signore Gesù, nell’ultima Cena, ci assicurerai
che l’Alleanza nuova è quella conclusa sul tuo sangue: quello
che Tu hai versato, sulla Croce, per noi e per tutti. Noi crediamo
e ti adoriamo.
Signore, noi crediamo nella tua comprensione senza
limiti. Dopo che, unilateralmente, abbiamo calpestato un’alleanza
fatta con te, Tu, se noi ci pentiamo, sei sempre pronto
a stringerne con noi un’altra.
*
per la tua inimmaginabile bontà. Infatti, per avere eternamente
con te tutte le tue creature, sei disposto a concordare
con loro un comportamento compatibile con la vita eterna.
Signore, ti adoriamo perché, nonostante che il popolo
ebraico fosse un popolo di dura cervice, tuttavia era sempre il
tuo popolo. E tu, che lo amavi molto più di quanto un padre
ama il suo figlio, non ti sei mai rassegnato a perderlo.
Signore, ti adoriamo perché, attraverso queste commoventi
e meravigliose immagini, tu cominciavi a rivelare un amore
infinitamente più grande di quello che gli uomini - pur guidati
dal tuo Spirito - hanno saputo balbettare nell’antica Alleanza.
Signore, ti adoriamo perché con l’antica Alleanza, essendo
essa solo un’ombra delle cose future, senza il potere di condurre
alla perfezione coloro che si accostano a Dio, ci hai offerto una
minima immagine di quello che sarebbe stata la redenzione.
Signore, ti adoriamo perché, non con il sangue di capri
o di vitelli hai sigillato la Nuova Alleanza, ma attraverso il
sangue del Figlio tuo Unigenito: Cristo, Verbo incarnato.
Signore, ti adoriamo perché, sapendo Tu che gli uomini
non sono capaci di onorare i patti, affinché la Nuova Alleanza
fosse veramente eterna, hai fatto incarnare Gesù, vero Dio e
vero Uomo, vittima e sacerdote per sempre.
Signore, ti adoriamo perché la Nuova Alleanza si basava,
dopo la tua incarnazione e il tuo sacrificio, non sulla parola
di uomini, ma su quella di Dio: immutabile, eterno.
Signore, ti adoriamo perché ami le tue creature infinitamente
più di quanto saremmo capaci di immaginare. Lo
sappiamo che questo tuo comportamento Tu l’hai scelto per
educarci all’amore radicale.
Signore, ti adoriamo per la tua inimmaginabile pazienza.
Tu, ogni volta che pecchiamo, se riconosciamo i nostri
peccati, sei sempre disponibile a darci fiducia e credere che
in seguito sapremo onorare i nostri impegni, e annulli tutti
i nostri trascorsi.
*
la pigrizia della nostra mente e la freddezza del nostro cuore
nel non riuscire a comprendere l’abisso di amore, che, nell’Alleanza
antica e nuova che ci offri, Tu hai per noi.
Signore, perdonaci perché, nonostante che in molti modi,
con molte immagini e continuamente Tu tenti di farci capire
il tuo amore, noi non riusciamo a capire. Nell’esperienza
terrena di Gesù, del resto, molte volte lui parlava e i suoi
non ti capivano.
Signore, perdona la grettezza del nostro cuore che, nonostante
sia sempre egoisticamente orientato per quelli che
crede i propri interessi, di fronte all’offerta di un’Alleanza non
riesce neanche a rendersi conto di quale incredibile proposta
Tu gli fai.
Signore, di fronte alle invenzioni del tuo amore, siamo
tutti di dura cervice. Ma Tu non demordi. Perdonaci e aiutaci
a ragionare con la tua mente e con il tuo cuore almeno alla
fine dei nostri giorni.
Signore, nel libro dell’Esodo è scritto, quasi con sorpresa,
che Mosè, Aronne, Nadab e Abiu, insieme ai settanta anziani,
dopo stipulata l’antica Alleanza, ebbero la ventura di vedere
te e, ciò nonostante, rimasero in vita. Perdonaci quando ti
pensiamo così: lontano da noi, inaccessibile, terribile, mentre
Tu - ce l’ha assicurato Gesù - sei Padre.
Signore, con il tuo popolo fosti obbligato a rinnovare
l’Alleanza più volte, per l’incapacità umana di onorare gli
impegni. Perdonaci le innumerevoli volte che anche noi ti
abbiamo promesso o addirittura giurato qualche cosa e non
lo abbiamo mantenuto.
Signore, tu ormai sei abituato a trattare con gente di dura
cervice. Ci riconosciamo tutti in quella categoria. Perdonaci e
manda un raggio della tua luce alla nostra mente e un impulso
al nostro cuore perché anche noi riusciamo a capire qualche
cosa del tuo amore infinito.
Signore, perdonaci ogni volta che non comprendiamo
che, anche se noi non siamo fedeli ai nostri impegni, Tu però
rimani fedele perché non puoi rinnegare te stesso.
Signore, perdonaci quando Tu, in ‘modi meravigliosi ed
occulti’ ci ricordi i nostri impegni, e noi non facciamo alcuno
sforzo per renderci conto della nostra inqualificabile abulia.
la capacità di vedere con i tuoi occhi, capire con la tua mente,
amare con il tuo cuore, perché solo allora saremo in grado
di comprendere qualche cosa di te che sei Incomprensibile.
Signore, quando Tu ci suggerisci qualche cosa, ti chiediamo
la capacità di dire sempre, come il tuo popolo: Quanto
il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo. Ma
insieme dacci anche la volontà di eseguire quanto abbiamo
promesso di fare.
Signore, Gesù ci ha consigliato di essere perfetti come è
perfetto il Padre () che è nei cieli. Lui, quando noi ci siamo
ribellati, non ha preteso che noi ci umiliassimo a chiedere
perdono, ma ci ha spontaneamente e per primo offerto un
patto di nuova Alleanza. Aiutaci a imitare tanta comprensione
e bontà.
Signore, Gesù ci ha insegnato a pregare perdona a noi i
nostri debiti, come noi li perdoniamo ai nostri debitori. E ha
precisato che se noi non perdoniamo, neppure il Padre nostro
celeste perdonerà a noi. Signore, ti chiediamo un po’ del tuo
spirito che, offeso, non solo perdona, ma chiede amicizia.
Signore, ti chiediamo la capacità di vedere in ciascuno
dei nostri fratelli Gesù: quando ci onorano della loro amicizia
e quando ci offendono; perché così ti comporti Tu, Padre
che sei cieli, e così si è comportato Gesù, il tuo Unigenito
incarnato per noi.
Signore, ti chiediamo, sul tuo esempio, di essere anche
noi i primi a proporre ai nostri fratelli l’opportunità di reintegrare
un rapporto di amicizia e di reciproca comprensione
quando per qualunque motivo si è incrinato.
Signore, Gesù ci ha comandato di amarci come lui ha
amato noi. Ciò significa che noi dobbiamo amarci fino alla
capacità di dare la vita per gli altri. Veramente questo comandamento,
che è il ‘suo’, sembra impossibile da praticare sulla
nostra terra. Ti chiediamo almeno la volontà di non odiare,
di non volere risarcimenti, di nutrire in noi sentimenti di
comprensione e di pietà per tutti e sempre.
Signore, Tu ‘perdoni sempre’. Siamo noi che ‘ci stanchiamo
di chiedere perdono’. Aiutaci a capire e praticare con tutti
questa stessa comprensione, ricordando che lì è racchiuso
tutto il Vangelo.
*
perché Tu ci hai mostrato ciò che mai si era veduto ancora
fra gli uomini: che un Giusto, offeso, offrisse all’offensore la
possibilità di concludere un’Alleanza di pace e di amicizia.
Signore, ti ringraziamo perché in quell’Alleanza, Tu,
offeso, non hai soltanto offerto, al peccatore, un condono di
quanto avrebbe dovuto scontare, ma Tu stesso l’hai scontato
in vece sua.
Signore, ti ringraziamo perché, nell’Alleanza che Tu offri
all’umanità, Tu non hai offerto un comune risarcimento, ma
il sangue del tuo unico Figlio a dimostrazione di quanto Tu
ami le tue creature.
Signore, ti ringraziamo perché un’etica così divina, come
quella che Tu ci proponi, mai avremmo potuto immaginarla
senza la tua rivelazione e il tuo esempio.
Signore, ti ringraziamo perché solo Tu, che sei Dio, puoi
donare e chiedere quanto Tu doni e suggerisci.
Signore, ti ringraziamo perché, in Gesù, non solo ci hai
insegnato come si perdona, ma ce lo hai fatto vedere realizzato:
in lui che, morente in croce, arriva a pregare per i suoi
crocifissori.
Signore, ti ringraziamo perché, per farci capire quanto è
cosa divina il perdono, ci hai assicurato che Tu perdonerai a
noi nella misura in cui noi perdoniamo a gli altri.
Signore, ti ringraziamo per averci mostrato, in una sterminata
moltitudine di Santi, la capacità di incarnare i tuoi
insegnamenti e di imitare i tuoi esempi.
Signore, ti ringraziamo perché, dopo il tuo esempio,
forse non hai trovato una incarnazione più vera dei tuoi suggerimenti
come in Maria, tua Santissima Madre. Lei infatti,
dopo che ti abbiamo trattato come tutti sappiamo, non solo
non ha chiesto vendetta contro i deicidi, ma ha accettato di
fare a tutti da Madre. E con la stessa dedizione e amore con
i quali aveva fatto da Madre a Gesù.
Signore, ti ringraziamo per i suggerimenti e gli esempi
divini che ci dai. Potevi darli solo Tu. Aiutaci a tentare di
capirli e a metterli in pratica.
16 - () Acab si diresse verso Elia.
17 - Appena lo vide, Acab disse a Elia: “Sei tu la rovina d’Israele!”.
18 - Quegli rispose: “Io non rovino Israele, ma piuttosto tu insieme
con la tua famiglia, perché avete abbandonato i comandi
del Signore e hai seguito Baal.
19 - Su, con un ordine raduna tutto Israele presso di me sul
monte Carmelo insieme con i quattrocentocinquanta profeti
di Baal e con i quattrocento profeti di Asera, che mangiano
alla tavola di Gezabele”.
20 - Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte
Carmelo.
21 - Elia si accostò a tutto il popolo e disse: “Fino a quando
zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se
invece è Baal, seguite lui”. Il popolo non gli rispose nulla.
22 - Elia aggiunse al popolo: “Sono rimasto solo, come profeta
del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta.
23 - Dateci due giovenchi; essi ne scelgano uno, lo squartino e
lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò
l’altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco.
24 - Voi invocherete il nome del vostro dio e io invocherò quello
del Signore. La divinità che risponderà concedendo il fuoco è
dio!”. Tutto il popolo rispose: “La proposta è buona!”.
25 - Elia disse ai profeti di Baal: “Sceglietevi il giovenco e
cominciate voi perché siete più numerosi. Invocate il nome del
vostro dio, ma senza appiccare il fuoco”.
26 - Quelli presero il giovenco, lo prepararono e invocarono il
nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: “Baal,
rispondici!”. Ma non si sentiva un alito né una risposta.
()
31 - Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù
dei discendenti di Giacobbe, al quale il Signore aveva detto:“Israele sarà il tuo nome”.
32 - Con le pietre eresse un altare al Signore, scavò intorno un
canaletto, capace di contenere due misure di seme.
33 - Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna.
34 - Quindi disse :”Riempite quattro brocche d’acqua e versatele
sull’olocausto e sulla legna” Ed essi lo fecero. Egli disse:“Fatelo di nuovo”. Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora:“Per la terza volta!”. Lo fecero per la terza volta.
35 - L’acqua scorreva intorno all’altare; anche il canaletto si
riempì d’acqua.
36 - Al momento dell’offerta si avvicinò il profeta Elia e disse: “
Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, oggi si sappia
che Tu sei Dio in Israele e io sono tuo servo che ho fatto tutte
queste cose per tuo comando
37 - Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia
che Tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!”.
38 - Cadde il fuoco dal cielo e consumò l’olocausto, la legna, le
pietre e la cenere, prosciugando l’acqua del canaletto..
39 - A tal vista tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: “Il
Signore è Dio! Il Signore è Dio!”.
40 - Elia disse loro: “Afferrate i profeti di Baal, non ne scappi
uno!”. Elia li fece scendere al torrente, ove li scannò.
1 - Acab riferì a Gezabele ciò che Elia aveva fatto e che aveva
ucciso di spada tutti i profeti.
2 - Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: “Gli dei
mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest’ora
non avrò reso te come uno di quelli”.
3 - Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse
a Bersabea di Giuda. Là fece sostare il suo ragazzo.
4 - Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò
a sedere sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: “Ora
basta,Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore
dei miei padri”.
5 - Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un
angelo lo toccò e gli disse: “Alzati e mangia!”
6 - Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta
su pietre roventi e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi
tornò a coricarsi.
7 - Venne di nuovo l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse:“Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino!.
8 - Si alzò, mangiò e bevve.Con la forza datagli da quel cibo,
camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte
di Dio, l’Oreb.
“La via che la Chiesa percorre () è una via lunga, irta di
ostacoli che superano la capacità umana; ma abbiamo l’Eucaristia
e davanti ad essa possiamo sentire in fondo al cuore,
come rivolte a noi, le stesse parole che udì il profeta Elia: Su
mangia, perché è troppo lungo per te il cammino (S. Giovanni
Paolo II, “Eccleisa de Eucaristia”, n. 61).
che il nutrimento spirituale, che Tu dai, ricrea divinamente
le forze che l’uomo consuma nel viaggio della vita.
Signore, noi crediamo che il pane, che il tuo angelo portò
ad Elia, era una figura di quello che Tu doni ad ogni uomo
stanco della vita.
Signore, noi crediamo che quel pane dette al profeta
forza per camminare quaranta giorni e quaranta notti fino
al monte di Dio, l’Oreb.
Signore, noi crediamo che il pane del cielo, che Tu ci dai,
ci dà forza per affrontare il cammino della vita ogni giorno
Nei momenti di tristezza, di sconforto e di tragedia, nei
quali anche noi diventiamo desiderosi di morire, e ti diciamo:
Basta, Signore, noi crediamo che nutrirci di te è quanto serve
per riprendere coraggio e rimetterci in cammino.
Signore, noi crediamo che il pane che Tu dai non è come
quello che il tuo Angelo ha offerto ad Elia: il pane che Tu
ci dai dona non solo la capacità di superare le difficoltà per
ogni giorno della nostra vita, ma addirittura per introdurci
nella vita eterna.
Signore, noi crediamo che il tuo Angelo, che invitò Elia
due volte a mangiare il pane che Tu gli hai mandato, ci ricorda
che quanto più frequentemente ci si comunica, tanto più si
immagazzinano energie necessarie per raggiungere la meta.
Signore, noi crediamo che, quando non ci nutriamo di
te, altri idoli sopravvengono a prendere il tuo posto e noi
diventiamo vergognosamente idolatri.Signore, noi crediamo che quando si lascia te, ci si in
cammina verso direzioni false e umilianti come quelle dei
quattrocentocinquanta profeti che mangiavano alla mensa
di Gezabele.
Signore, noi crediamo che la vita, che Tu ci hai donato,
dipende da te. Non ti diremo mai: “Ora basta!”. Ad ogni
prova ti ripeteremo, con Gesù, con Maria e con tutti i Santi:“Sia fatta non la nostra, ma la tua santissima volontà”, ma
dacci la forza necessaria per proseguire il cammino.
*
perché Tu, come un padre premuroso, difendi l’incolumità
di quanti, come Elia, impegnano la propria vita solo per
l’avvento del regno tuo.
Signore, noi ti adoriamo perché Tu, che sai di che cosa
abbiamo bisogno prima ancora che te lo chiediamo, provvedi
alle necessità di tutti coloro che confidano in te.
Signore, noi ti adoriamo perché Tu, che pensi al giglio
del campo e all’uccello dell’aria, molto più provvedi all’uomo,
che hai creato a tua immagine e somiglianza e perché vivesse
eternamente con te.
Signore, ti adoriamo perché Tu sei presente a noi, nei
momenti felici o burrascosi della nostra vita, molto di più di
quanto noi non lo siamo a noi stessi.
Signore, ti adoriamo perché noi da sempre siamo nel
tuo pensiero e nel tuo cuore e, anche se una madre potesse
dimenticare il suo figlio, Tu mai ti dimenticherai di noi.
Signore, quando le forze del maligno si scatenano contro
di noi, giurando e spergiurando di annientarci, solo perché
decidiamo di orientare la nostra vita secondo i tuoi suggerimenti,
Tu ci sei sempre vicino, pronto ad aiutarci con mezzi
naturali e soprannaturali.
Signore, ti adoriamo perché, nei momenti di sfiducia e
di scoraggiamento, con le sante ispirazioni Tu ci ripeti, come
l’Angelo al Profeta, Su mangia, perché è troppo lungo per
te il cammino!
Signore, ti adoriamo perché se il creato vive e sopravviveè grazie a questa materna premura con la quale segui ogni
creatura che Tu hai chiamato all’esistenza.
Signore, ti adoriamo e promettiamo di cantare eternamente
un inno di lode a te, perché ami e provvedi, nel creato,
a ogni essere vivente con amore infinito.
Signore, ti adoriamo quando ci mandi il sole e quando
ci mandi la pioggia; quando ci mandi la gioia e quando ci
chiedi lacrime, quando ci chiami alla vita e quando ci manderai
la morte.
*
quando non riusciamo a vedere i fili misteriosi con i quali la
tua provvidenza ‘ governa il mondo’.
Signore, perdonaci quando, sfiduciati perché tante cose
sembrano non riuscire a prendere il verso giusto, ci rivolgiamo
a te con la strafottenza del Profeta Elia.
Signore, perdonaci ogni volta che, provati dalle traversie
della vita, non abbiamo il coraggio di ripeterti la preghiera
che Gesù ha fatto e ha insegnato: Sia fatta la tua volontà.
Signore, perdonaci ogni volta che, sballottati dalle tempeste
di eventi sfavorevoli, dubitiamo della tua presenza e
della tua provvidenza.
Signore, nei momenti di smarrimento a volte non è la
fede che vacilla, è il disorientamento di chi non sa più quello
che dire, né quello che fare. Perdonaci, perché anche Gesù
ti ha pregato dall’alto della croce per coloro che non sanno
quello che fanno.
Signore, perdonaci quando non sappiamo distinguere il
pane-sostentamento che il tuo angelo offrì a Elia, dal panevita
che Tu ci hai portato dal cielo: te stesso.
Signore, perdonaci quando, nei momenti di lotta con il
maligno, non ci ricordiamo di ricorrere a te, che sei sempre
il più premuroso dei padri.
Signore, perdonaci quando veniamo a riceverti nella
SS. Eucaristia non perché abbiamo fame di te, né pensando
a un incontro intimo e personale con te, ma quasi per una
convenienza o un’abitudine.
Signore, perdonaci quando, disorientati, ti chiediamo,
come il Profeta Elia, decisioni che non sono in sintonia con
le tue.
Signore, perdonaci ogni volta che, nella nostra miopìa,
ci illudiamo di dare suggerimenti a te, che sei l’Omniscente.
di essere vicino a noi, specie nei momenti di pericolo. Il pensiero
che Tu non ci lasci soli, ci aiuta a combattere.
Signore, ti chiediamo la luce necessaria per accettare le
tue decisioni, soprattutto quando esse sono misteriose per la
nostra mente.
Signore, ti chiediamo la docilità per far nostri i tuoi progetti,
solo perché sono ‘tuoi’. Ricordaci che sono di te, che ci
ami come nessuno in questo mondo.
Signore, ti chiediamo l’intelligenza per riconoscere quando
un suggerimento è tuo e quando del maligno. Dacci, in
quel momento, la volontà per scegliere giusto secondo te.
Signore, la tua continua disponibilità per noi nella Ss.ma
Eucaristia, aiutaci a farla diventare modello sul quale improntare
la nostra disponibilità ad ascoltare ogni tuo suggerimento.
Signore, ti chiediamo un po’ di sensibilità verso te, per
corrispondere in qualche modo, a quella infinita che Tu hai
nei nostri confronti.
Signore, nei momenti nei quali la nostra resistenza,
bersagliata dal nemico, sta per soccombere, dacci l’umiltà di
accettare, come il Profeta Elia, il pane provvidenziale che il
tuo angelo santo ci offrirà.
Signore, nei momenti di stanchezza e di sfiducia, il tuo
Pane Eucaristico sia l’alimento che, sostenendo le nostre
forze, ci dà la capacità di camminare verso le vette che Tu
hai deciso per noi.
Signore, ti chiediamo tanto amore verso di te. Solo quello è
necessario e sufficiente per superare le prove e conquistare la meta.
Maria Ss.ma, madre di Gesù e madre nostra, ottienici
dal Signore la prontezza di dire, ad ogni sua richiesta, Ecco la
serva del Signore. Avvenga in me secondo la sua parola.
*
per tutte le volte che, nei momenti della prova, ci sei venuto
incontro, come con il Profeta Elia, prima ancora che te lo
chiedessimo.
Signore, ti ringraziamo perché il Pane Eucaristico, che
offri a noi, sostiene infinitamente di più, di quello che, per
mano del tuo angelo, hai offerto al Profeta Elia.
Signore, ti ringraziamo perché il Pane eucaristico, che Tu
ci offri, non è disponibile solo una volta o solo in un luogo,
ma in ogni ora del giorno e della notte e in ogni latitudine e
longitudine del nostro piccolo pianeta.
Signore, ti ringraziamo perché il Pane che Tu ci offri, a
differenza di quello che hai dato a Elia, non ci sostiene solo
per un piccolo tratto della nostra esistenza, ma per tutta la
nostra vita: quella del tempo e quella dell’eternità.
Signore, ti ringraziamo perché il tuo pane, Gesù Verbo
Incarnato, non solo ce lo doni, ma ce lo offri, invitandoci con
insistenza ad accettarlo e a diventare una cosa sola con lui.
Signore, ti ringraziamo per la tua disponibilità ad aiutare
ogni uomo, sotto forma di Viatico, nel momento sublime e
terribile della fine della propria esperienza terrena.
Signore, ti ringraziamo perché mentre ai tuoi angeli, non
più in pericolo di prova, dai solo la possibilità di adorarti,
a noi, ancora impegnati nelle scelte esistenziali terrene ed
eterne, dai la possibilità di nutrirci di te.
Signore, ti ringraziamo con S. Agostino, perché, una volta
che nella Santissima Eucaristia ci hai donato te stesso, Tu
- pur essendo onnipotente, non potevi donarci di più,
- pur essendo omniscente, non sapevi donarci di più,
- pur essendo il padrone di ogni cosa, non avevi da
donarci di più.
Signore, fa che tutta la nostra vita sia un atto di ringraziamento
per l’incredibile dono che, con la Ss.ma Eucaristia,
Tu ci fai.
Signore, per dirci quanto Tu desideri essere con noi, hai
unito la Santissima Eucaristia con la vita eterna. Quest’ultima
la consegue solo chi si serve e mangia di te, pane vivo
disceso dal cielo.
°
Dopo l’esilio, in seguito alla predicazione dei due Profeti
Aggeo e Zaccaria, venne ricostruito il tempio e ricostituito
il culto levitico.
“Ma questo era prestato con tanta negligenza, che il
profeta Malachia condanna in primo luogo i sacerdoti e tutto
il loro servizio. Passa in seguito ad altri abusi e trasgressioni
della legge: trascuratezza nel versamento delle decime, facilità
nell’ammettere matrimoni fra Ebrei e Pagani, ingiustizie
sociali, che saranno oggetto delle fatiche dei riformatori
dell’epoca di Esdra e Neemia, rispetto ai quali egli (Malachia)
è come un predecessore ” .
(P. Giovanni Rinaldi, ‘La profezia di Malachia 1, 11 e la S.
Messa’ in ‘Eucaristia’ di A. Piolanti, p. 23).
Contro i sacerdoti il Signore fa questa requisitoria ed
evidenzia alcuni capi d’accusa:
6 - () Dice il Signore degli eserciti a voi sacerdoti che disprezzate
il mio nome.
Voi domandate: “Come abbiamo disprezzato il tuo nome”?
7 - Offrite sul mio altare un cibo contaminato e dite: “come
ti abbiamo contaminato”?.
Quando voi dite: “La tavola del Signore è spregevole” e offrite
un animale cieco in sacrificio, non è forse male?
8 - Quando voi offrite un animale zoppo o malato, non è forse
male?
Offritelo puro al vostro governatore: pensate che ve lo accetterà
o che vi sarà grato?
Dice il Signore degli eserciti.”
9 - Ora supplicate pure Dio perché abbia pietà di
voi! Se fate tali cose, dovrebbe mostrarsi
favorevole a voi? Dice il Signore degli eserciti.
10 - Oh, ci fosse fra di voi chi chiude le porte, perché
non arda più invano il mio altare!
Non mi compiaccio di voi, dice il Signore degli
eserciti, non accetto l’offerta delle vostre mani!
VATICINIO:
11- Poiché
- dall’oriente all’occidente,
- grande è il mio nome fra le genti
- e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome
- e una oblazione pura,
perché grande è il mio nome fra le genti,
dice il Signore degli eserciti.
“Il “Libro di Malachia”, l’ultimo della serie dei dodici
profeti, al c.1, v. 11 contiene un famoso riferimento a un’oblazione
pura, sacrificata in ogni luogo, dall’Oriente all’Occidente,
in cui la tradizione patristico-teologica avvalorata dal
Concilio di Trento riconosce un vaticino del sacrificio della
Santa Messa” (P.
Giovanni Rinaldi, ‘La profezia di Malachia
1, 11 e la S. Messa’ in ‘Eucaristia’, p. 24).
“Malachia pensa qui al sacrificio perfetto dell’era messianica.
Il Concilio di Trento ha adottato questa interpretazione”.
(nota a pag. 2007 de ‘La Bibbia di Gerusalemme’).
Ecco il testo del Concilio di Trento: “Questo è il sacrificio
mondo, che nessuna indegnità o malizia degli offerenti può
macchiare, predetto dal Signore per mezzo di Malachia, da
offrirsi in oblazione monda al suo nome”.
“Questa nuova oblazione del Nuovo Testamento, che
Malachia aveva preannunziato, la Chiesa, ammaestrata dal
Signore e dagli Apostoli, l’ha sempre offerta, non solo per i
peccati, le pene, le espiazioni ed altre necessità dei fedeli viventi,
ma anche a suffragio dei defunti in Cristo non ancora
del tutto purificati” (Conc. Di Trento).
“L’Eucaristia, per testimonianza dei santi Padri, dev’essere
considerata una continuazione ed ampliamento dell’incarnazione.
Per essa infatti la sostanza del Verbo incarnato si unisce
coi singoli uomini e si rinnova mirabilmente il supremo
sacrificio del Golgota, come preannunziò Malachia: In ogni
luogo si offre al mio nome un’oblazione pura”.
(Leone XIII, “Mirae caritatis”, n. 7).
*
con la Chiesa, che la profezia di Malachia indica un avvicendamento
in quell’atto di culto che si esprime attraverso
il sacrificio.
Signore, noi crediamo che il sacrificio eucaristico che la
Chiesa offre a te, è l’unico sacrificio puro che conviene alla
tua santità.
Signore, noi crediamo che tu sei il Padre di tutti, e pertanto
il sacrificio Eucaristico debba essere offerto a te da tutta
l’umanità, senza distinzioni o privilegi.
Signore, noi crediamo che la profezia di Malachia
vide profeticamente offerto al tuo nome un sacrificio puro
dall’oriente all’occidente. Questa meravigliosa, incredibile
realtà è oggi sotto gli occhi di chiunque li tiene aperti.
Signore, noi crediamo che i sacrifici che si offrono a te,
debbono essere degni di te, e non ipocrisie come quelli che i
sacerdoti del tempio ti offrivano al tempo di Malachia.
Signore, noi crediamo che, se le nostre offerte non sono
espressioni di un culto vero, sentito e sincero, Tu, prima o
poi, lo sostituirai con altre forme più rispondenti alla tua
dignità e alla onorabilità dell’uomo.
Signore, noi crediamo che l’umanità si è macchiata di un
grave peccato ogni volta che ha tentato di offrirti un sacrificio
non suggerito dal cuore, ma da miopi calcoli.
Signore, noi crediamo che, poiché l’umanità non ha mai
avuto da offrirti qualche cosa di degno di te, Cristo, incarnandosi,
oltre a pagare il prezzo della nostra redenzione, ci
ha messo in mano un’ostia, pura, santa, immacolata, cioè un
sacrificio di valore infinito ed eterno: se stesso.
Signore, noi crediamo con la Chiesa, che la visione profetica
di Malachia, era un grande annuncio della Eucaristia,
fatta da te come un lampo di luce nella notte dell’avvenire,
così come avvengono tante delle grandi profezie, a iniziare
da quella che dice: Ecco una vergine concepirà e partorirà un
figlio…
Signore, noi crediamo che il sacrificio, che oggi si offre
dall’oriente all’occidente, è un’oblazione pura, che consente di
onorare degnamente il tuo nome: esso è grande fra le genti.
la tua bontà che, per aiutare la nostra insufficiente fede, ci
predice i grandi avvenimenti che Tu, come Padre, hai predisposto
a nostro vantaggio.
Signore, ti adoriamo perché, trasferendo il sacrificio dal
tuo popolo a tutte le genti, dall’Oriente all’Occidente, tu
ribadisci ancora una volta che sei padre di tutti e ogni essere
umano è, per te, figlio.
Signore, ti adoriamo perché, esteso il tuo culto a tutte
le genti, Tu sai sceglierti ‘sacerdoti’ degni e adatti al grande
ministero.
Signore, ti adoriamo perché Gesù, accettando di divenire
sacrificio nuovo ed eterno, ha donato la possibilità anche a
noi di offrirti un’oblazione pura.
Signore, ti adoriamo perché la tua ‘alleanza’ con l’umanità
non viene cancellata dalla nostra indegnità; ma, se un
popolo non vuol servirti con cuore puro, tu passi l’onore del
tuo servizio a un altro popolo.
Signore, ti adoriamo perché nella Santissima Eucaristia
Tu ci hai dato una possibilità di onorarti dovunque e sempre.
Signore, Gesù ci ha assicurato che suo compito è quello
di non perdere nessuno di quelli che Tu, Padre, gli hai affidato.
Noi adoriamo questo tuo amore infinito: con esso Tu ci
assicuri che siamo così importanti per te, da non rassegnarti
a perdere nessuno di noi.
Signore, ti adoriamo per questa scoperta e rivelazione.
Gesù ce l’ha confermata in maniera commovente quando dice
che il Buon Pastore non si sente compensato dalla presenza
di 99 pecorelle: ma, se ne manca anche una sola, non si dà
pace finché non la riporta al suo ovile.
Signore, ti adoriamo perché con questi paradossi ci educhi
all’amore vero. Quello che Tu dai e quello che Tu vuoi.
Signore, ti adoriamo perché noi, che non eravamo ‘tuo
popolo’, siamo diventati, grazie a Gesù, ‘tuo popolo santo’.
Se, infatti Tu, per i tuoi misteriosi disegni, hai privilegiato‘un’ popolo, ciò non era perché ‘odiavi’ gli altri.
la nostra incapacità di capire l’infinito dono del tuo amore
per noi, e la mancanza di volontà di imparare questa tua
divina lezione.
Signore, in questo momento anche noi - come un tempo
gli ebrei - siamo stati scelti da te come tuo popolo prediletto.
Perdonaci ogni volta che consideriamo gli altri popoli non
amati da te quanto noi.
Signore, uno dei peccati, contro cui si è scagliato Malachia,è stato quello della trascuratezza nel versamento delle‘decime’. Perdonaci ogni volta che, invece di “sovvenire alle
necessità della Chiesa secondo le leggi e le usanze”, ci permettiamo
di giudicare e sparlare della Chiesa e degli ecclesiastici,
dei cristiani e dei sacerdoti.
Signore, perdonaci ogni volta che, noncuranti della tua
parola, commettiamo ingiustizie nei confronti della società
e del prossimo, come se per noi le tue direttive non fossero
valide.
Signore, perdonaci ogni volta che non compiamo qualcuna
delle poche nostre azioni buone con intenzione retta,
ma solo per vanagloria o per ostentazione.
Signore, perdonaci ogni volta che, quando offriamo
qualche cosa per il culto, non destiniamo a te, come Abele,
le cose migliori che abbiamo, ma, come Caino, ti diamo
qualcosa solo perché non ci serve, o, addirittura, perché non
sapremmo dove buttarla
Signore, perdona i tuoi ministri ogni volta che trattano il
tuo culto con criteri umani e con calcoli miopi, dimenticando
che tutto ciò che hanno viene da te e che, loro, che hanno
offerto a te la vita, tanto maggiormente debbono offrirti il
meglio che Tu hai dato ad essi.
Signore, perdonaci ogni volta che, Sacerdoti e Fedeli,
veniamo a riceverti nella Santissima Eucaristia con animo
impuro, o disattenzione come se, in quel momento, non
fossimo in dialogo e in intimità con il nostro Dio.
Signore, quando i nostri e tuoi sacerdoti non offrono
sacrifici a te con cuore puro e con retta intenzione, perdonali!
Anche loro sono creature umane. E tante volte, nel tuo nome,
hanno perdonato a noi le nostre debolezze.
ogni volta che veniamo da te, una fede così viva, da avere la
certezza che stiamo alla presenza di te, padre e fonte di ogni
vita.
Signore, quando noi trattiamo con i nostri simili, abitualmente
abbiamo un po’ di sensibilità o, almeno, di ‘buona
educazione’ verso di loro. Donaci di avere ‘buone creanze’,
almeno come quelle, quando veniamo a trattare con te.
Signore, siamo esseri umani, e Tu, che ci hai creato, lo
sai bene; dunque abbiamo bisogno di stimoli sensibili anche
per la vita dello spirito. Ti chiediamo di non farci mancare
mai ‘buoni esempi’, che trascinino la nostra ignavia verso
rapporti intimi con te. Con te: che ci attendi tutti nella Santissima
Eucaristia.
Signore, ti chiediamo Sacerdoti ardenti e zelanti di amore
per te, che sappiano scuoterci anche con violenza nei troppi
momenti di abulia spirituale.
Signore, ti chiediamo sacerdoti numerosi perché veramente
- come affermò Gesù - la messe è molta, ma gli operai
sono pochi per tutte le genti che la tua bontà chiama a sé.
Signore, ti chiediamo sacerdoti e fedeli che siano testimoni
credibili e autentici di quell’amore, che, per noi, tu offri
nella Santissima Eucaristia. E’ anche grazie al loro fervore che
tutti possiamo diventare ‘anime eucaristiche’.
Signore, ti chiediamo di estendere il tuo regno di amore
dall’Oriente all’Occidente, perché grande è il tuo nome fra le
genti, e in ogni luogo sia offerta a te un’oblazione monda e ci
ricordiamo di offrirti, insieme a Cristo, sacerdote e vittima,
la vita, le pene, le aspirazioni profonde di ciascuno di noi.
Signore, quando veniamo a trovarti nella Santissima
Eucaristia, ti chiediamo per tutti noi il dono della devozione,
che ci aiuti a stare davanti a te come una creatura con il suo
Creatore, come un figlio, tante volge ‘prodigo’, con il Padre
che lo aspetta con amore e infinita comprensione.
Signore, quando sbagliamo, strapazzaci sempre. Anche
con le espressioni brucianti di Malachia. Aiutaci a correggerci
finché ne abbiamo tempo, ma non ci abbandonare mai.
*
per la pazienza e la comprensione infinite, che hai verso di noi,
incapaci non solo di comprendere, ma anche di immaginare
l’oceano di amore che riversi continuamente sulla nostra vita.
Signore, ti ringraziamo per l’esempio di zelo che il profeta
Malachia ci dà. Aiutaci a farlo diventare un movente efficace
anche per la neghittosità della nostra vita spirituale.
Signore, ti ringraziamo per la lezione che ci dai quando
ci insegni che la disattenzione dei tuoi ministri non condizioneranno
mai l’avvento del tuo regno e la diffusione del tuo
messaggio di amore. Tu, infatti - come insegnò Gesù - se non
sei ricevuto da un popolo, ti scegli un altro popolo.
Signore, ti ringraziamo perché, con le tue scelte, ci assicuri
che non demorderai mai da un amore totale, costante,
infinito per il capolavoro della tua creazione: l’essere umano,
creato, appunto, a tua immagine e somiglianza.
Signore, ti ringraziamo perché la profezia di Malachia noi
la vediamo già realizzata con le nostre pur limitate conoscenze;
oggi, infatti, in ogni luogo, dall’Oriente all’Occidente, è offerto
incenso al tuo nome e un’oblazione pura, perché grande è il
tuo nome fra le genti.
Signore, ti ringraziamo perché, incapaci e impossibilitati
noi di offrire a te un’oblazione pura, Gesù, con la Santissima
Eucaristia, ci ha dato la possibilità di offrirla in ogni parte
del mondo, in ogni momento.
Signore, ti ringraziamo perché, nonostante la nostra
disattenzione, Tu accetti ugualmente l’offerta della Santissima
Eucaristia fatta da noi, perché sempre la facciamo nella‘Persona di Cristo.’
Signore, ti ringraziamo per l’amore, la pazienza, la comprensione
che hai per noi, nonostante i nostri limiti.
Maria Santissima, ottienici da Dio la capacità di capire
sempre più questo mistero, e un po’ di quell’amore con il
quale Tu hai ricambiato Colui che è potente, e santo è il suo
nome perché - ci rendiamo conto che - anche per noi ha fatto
cose grandi.
Melchisedek, la Manna, l’Alleanza, Elia, il vaticinio di
Malachia sono immagini, figure, tipi della Santissima Eucaristia,
a volte appena accennate, a volte messe in relazione tra
loro grazie al senso ‘accomodatizio’.
Ma nella ‘Pasqua’ ebraica c’è qualcosa di più.
Nella Pasqua ebraica, vi erano tre realtà:
1 - la consumazione di un “agnello”.
2 - pane azzimo e
3 - offerta di coppe.
- L’agnello (quello indicato dal Battista e quello delle ‘Liturgie
celesti’ nell’Apocalisse del quarto Evangelista);
- pane azzimo e
- coppa del vino sono le stesse usate nella Pasqua ebraica.
Gesù ne fece la materia per il suo sacramento.
Siamo qui ben oltre il terreno figurativo e tipologico.
L’Eucaristia è sorta mentre per la prima volta si celebrava
la “cena del Signore”, in occasione di una cena pasquale.
Solo ricordare questa circostanza di origine di quella cena
vale come svelarne i profondi significati e valori.
Il tutto come rievocazione dell’uscita dall’Egitto (essa
veniva ricordata con carne d’agnello, pane senza lievito, erbe
amare - del deserto - e vino).
Il rito di quella pasqua, rievocando il passato, creava
un’attesa e quasi dava un pegno per l’avvenire, evidentemente
la salute, sempre attesa da Israele.
A sua volta era l’immagine del banchetto messianico
di cui parla Luca Dispongo per voi… di un regno, sicché voi
mangiate e beviate alla mia mensa nel regno mio ( Mt 8, 11).
Ora tra il banchetto pasquale passato e quello messianico
avvenire si colloca, come intermediario, il banchetto
eucaristico.
All’Agnello pasquale si sostituisce l’Agnello di Dio sacrificato.
Prima era immolato l’agnello del rito ebraico, ora ‘Pascha
nostrum immolatus est Christus’.
Partecipando al banchetto eucaristico si commemora la
morte del Signore (‘mortem Domini annuntiabitis’), ma in
attesa di una manifestazione avvenire, ‘donec veniat’ .
(P. Giovanni Rinaldi CRS, ‘Figure del Vecchio Testamento’,
in ‘Eucaristia, di A. Piolanti, p. 8-10).
che la Pasqua ebraica era la profezia della pasqua nella quale
Gesù avrebbe istituito la Santissima Eucaristia. Infatti Egli
l’ha collocata proprio nel contesto della celebrazione della
Pasqua ebraica.
Signore, noi crediamo che gli elementi essenziali della
pasqua ebraica (agnello, pane azzimo, erbe amare e vino)
Gesù li ha utilizzati per la pasqua cristiana.
Signore, noi crediamo che la pasqua ebraica era molto più
che una figura della pasqua cristiana: era infatti quasi il copione
che Gesù stesso avrebbe utilizzato per la nuova pasqua.
Signore, noi crediamo che l’agnello immolato nella pasqua
ebraica era l’immagine di Gesù, Agnello senza macchia,
sacrificato per distruggere il peccato del mondo.
Signore, noi crediamo che il ricordo della liberazione dalla
schiavitù dell’Egitto per il popolo ebraico era profezia della
liberazione dell’umanità dalla schiavitù del peccato.
Signore, noi crediamo che il banchetto pasquale, che
precedeva, per gli ebrei, l’inizio di una lunga peregrinazione,è figura del cammino che ogni uomo dovrà fare, sostenuto
dal nutrimento eucaristico che Gesù ha imbandito.
Signore, noi crediamo che l’Eucaristia, che Tu ci hai donato,è il pegno di una realtà futura, così come per gli ebrei il
banchetto pasquale era garanzia di una nuova vita di uomini
liberi e autonomi.
Signore, noi crediamo che tra il banchetto passato e
quello messianico avvenire, si colloca, come intermediario,
il banchetto eucaristico.
Signore, noi crediamo che il rito della pasqua ebraica,
profezia di quella cristiana, rievocando il passato, creava
un’attesa e quasi dava un pegno per l’avvenire: la salvezza.
Noi partecipiamo, infatti, al banchetto eucaristico in attesa
di una manifestazione avvenire (donec veniat).
Signore, noi crediamo che la tua Pasqua è la ‘vera’ Pasqua,
che sostituisce quella del Vecchio Testamento. Quella, infatti,
ne era solo la figura.
questo meraviglioso piano di salvezza che Tu hai progettato,
manifestato un po’ per volta per venire incontro alla nostra
lentezza, e realizzato nella pienezza dei tempi.
Signore, noi ti adoriamo in Gesù Agnello di Dio sacrificato,
che sostituisce l’Agnello pasquale dell’Antica Alleanza.
Signore, il sangue dell’agnello pasquale spruzzato sulle
porte degli Ebrei li salvava dalla strage. Noi ti adoriamo in
Gesù, vero Agnello pasquale, che, col suo sangue, salva non
solo un popolo, ma tutta l’umanità.
Signore, noi ti adoriamo in Gesù: Agnello senza macchia,
che Giovanni evangelista, nell’Apocalisse, ricorda continuamente
per indicarne la mitezza e il sacrificio.
Signore, noi ti adoriamo in Gesù: Agnello generoso che
non emette un lamento di fronte a chi lo uccide, anzi che,
addirittura, prega di perdonare gli autori di quel deicidio .
Signore, Giovanni il Battista, fissando lo sguardo su Gesù,
per presentalo al mondo, non ha trovato un’immagine più
vera di quella di Agnello di Dio. Dinanzi a Lui ci prostriamo
e adoriamo.
Signore, ti adoriamo per il dono della Santissima Eucaristia,
data a noi mentre si celebrava la “Cena del Signore”,
in occasione di una cena pasquale.
Signore, ti adoriamo nel pane e nel vino consacrati. Averli
pensati è una dimostrazione del tuo amore e della tua sapienza:
essi, disponibili per tutti e per sempre, ci ricordano che
sono nutrimento per le nostre anime e sostegno nei momenti
di smarrimento e di debolezza.
Signore, ti adoriamo perché non c’era un’immagine più
vera del pane e del vino consacrati per ricordarci che Tu sei
la vite vera, Tu il Pane disceso dal cielo, perché chi ne mangia
non muoia, ma abbia la vita eterna.
Signore, ti adoriamo per la scelta di dire e mostrare la tua
verità in modo che tutti la possono capire, senza bisogno di
spiegazioni e di commenti: il dotto e l’ignorante, il pane e il
vino. Tu solo hai questa capacità.
quando dimentichiamo che è attraverso il sacrificio di te,
Agnello immacolato, che noi abbiamo recuperato la salvezza.
Signore, perdonaci quando profaniamo te, Ostia pura,
ricevendoti nella nostra vita colma di peccati, magari senza
neanche confessarci.
Signore, perdonaci ogni volta che, dimenticando quantoè costato a te il redimerci, dimentichiamo anche di fare della
nostra vita un costante atto di ringraziamento.
Signore, perdonaci quando, entrando in una chiesa, ci
fermiamo ad ammirare qualche cosa che ci piace, dimenticando
di venire a salutarti con una adorazione, anche se breve.
Signore, perdonaci per tutte le volte che, preferendo il
peccato ai tuoi suggerimenti, abbiamo imbrattato la nostra
anima, per redimere la quale Tu, Agnello innocente, hai
versato tutto il tuo sangue.
Signore, perdonaci ogni volta che, vivendo il Giovedì
Santo, non ci ricordiamo del dono ineffabile che Tu ci hai
fatto in quel giorno.
Signore, perdonaci ogni volta che ci comunichiamo con
il Pane e il Vino consacrati, distrattamente e dimenticando
che di essi Tu hai fatto la materia per il tuo sacramento.
Signore, perdonaci quando ci accostiamo a te Eucaristia
senza pensare che essa, oltre che nutrimento delle nostre
anime, è anche pegno della gloria futura.
Signore, perdonaci ogni volta che ci scordiamo che la
vita che vivremo in cielo con te - se, per la tua misericordia
avremo tanta fortuna - è un banchetto in cui la gioia e la
soddisfazione sono sovrabbondanti.
Signore, perdonaci quando, con superficialità, giudichiamo
o condanniamo i nostri fratelli Ebrei, dimenticando
che Tu pure - come uomo - sei ebreo e che dalla loro fede e
liturgia Tu hai preso tutto e non solo per donarci l’Eucaristia.
Hai preso tutto e l’hai portato ‘a compimento’.
Signore, perdonaci quando ci comunichiamo dimenticando
che il calice che contiene il vino consacrato, era prefigurato
nella ‘Coppa delle benedizioni’. Grazie all’Eucaristia quelle
benedizioni si allargano a tutta l’umanità.
un po’ di sensibilità verso di te per tutti i doni che ci hai fatto,
particolarmente per quello impensabile della Santissima
Eucaristia.
Signore, ti chiediamo tanta fede per crederti presente
sotto le specie del pane e del vino consacrati che Tu, nella tua
prima nuova Pasqua, hai reso corpo e sangue tuo.
Signore, ti chiediamo sufficiente amore per ricambiare
in qualche modo un po’ dell’amore tuo così incredibile da
superare, nella Santissima Eucaristia, ogni possibile immaginazione
e desiderio.
Signore, ti chiediamo tanta gratitudine verso te, che, nella
Santissima Eucaristia, ci dai tutto quello che hai, donandoci
tutto quello che sei.
Signore, ti chiediamo tanta determinazione nel seguire
i tuoi suggerimenti, sperando - anzi certi, perché Tu l’hai
detto - di poter conseguire, per tua misericordia, un posto
nel regno del Padre tuo, dove Tu sei tutto a tutti.
Signore, ti chiediamo, quando veniamo a riceverti nella
Santissima Eucaristia, l’umiltà vera del Centurione che ci
faccia dire col cuore, prima e più che con le labbra Non son
degno che Tu entri nella mia casa.
Signore, ti chiediamo tanta lealtà nel parlare e promettere
a te. A te che, per redimerci, hai detto sempre e solo una
parola: Padre, sia fatto non come io voglio ma come vuoi Tu.
Signore, ti chiediamo il fervore dei Serafini per ricambiare
in qualche modo l’amore di te, Agnello che togli i peccati del
mondo che, dopo averci donato la tua vita e il tuo sangue, sei
voluto rimanere con noi fino alla fine del mondo nel santissimo
Sacramento dell’Eucaristia.
Signore, ti chiediamo di donarci tanta capacità di soffrire
qualche cosa con te e per te. Con te che hai voluto soffrire
per noi quello che hai sofferto.
Signore, donaci tanta docilità da fidarci di Te sempre.
Per essere credibili Tu hai avvalorato la tua parola col dono
di te, nella santissima Eucaristia.
*
perché hai dato alla Pasqua ebraica tanta perfezione che
Gesù l’ha presa come ‘copione’ per la nuova Pasqua. La ‘tua’
Pasqua, che è anticipazione e immagine del Banchetto con il
quale premierai eternamente tutti coloro che hanno creduto
nella tua parola.
Signore, ti ringraziamo per aver partecipato anche a noi
mortali, nella Santissima Eucaristia, la possibilità di offrire al
Padre, che è nei cieli, un’oblazione pura e santa.
Eucaristia, non tanto e non solo la possibilità di parlare con
te, ma, addirittura, di immedesimarci in te.
Signore, ti ringraziamo perché, nonostante che tutti noi,
in Pietro e negli altri Apostoli, ti abbiamo abbandonato, Tu,
per non abbandonarci mai, hai fatto del pane e del vino il tuo
Corpo e il tuo Sangue. Nutrimento necessario.
Signore, ti ringraziamo perché, proprio nella notte nella
quale Giuda ti tradiva (e lui era il tipo dei tanti tradimenti di
tutti noi), Tu hai voluto regalarci te stesso in un sacramento
di amore ineffabile.
Signore, ti ringraziamo perché hai dato a noi poveri
mortali la potestà di far diventare il pane e il vino tuo corpo
e tuo sangue.
Signore, ti ringraziamo per le attenzioni che usi verso
la nostra durezza di mente e di cuore, per cui non ti stanchi
mai di ripeterci, in ogni modo, il tuo amore.
Signore, ti ringraziamo perché, per donarci la Santissima
Eucaristia, ti sei voluto servire non di una liturgia celeste,
quale si conveniva, ma hai accettato l’espressione approssimativa e imperfetta della nostra Pasqua.
Signore, ti ringraziamo perché, nella tua nuova Pasqua,
hai tollerato che fossero presenti i traditori e i rinnegatori,
anzi l’hai istituita proprio per offrire un nutrimento ai deboli
e ai fragili.
Signore, ti ringraziamo perché, per donarci concretamente l’esempio di un amore ‘divino’, prima di donarci l’Eucaristia, ti sei prostrato a lavare i piedi di coloro che avrebbero giurato di non conoscerti.
SALMO 4, 8
Hai messo più gioia nel mio cuore
di quando abbondano vino e frumento.
SALMO 23, 5
Davanti a me apparecchi una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.
SALMO 104, 13-15
13 - Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.
14 - Fai crescere il fieno per gli armenti
e l’erba al servizio dell’uomo,
perché tragga alimento dalla terra;
15 - il vino che allieta il cuore dell’uomo;
l’olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.
SALMO 109
4 - Il Signore ha giurato e non si pente*:
“Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchisedek”
SALMO 147, 14
Egli ha messo pace nei tuoi confini
e ti sazia con fior di frumento.
Funzione tipologica ha il complesso dei sacrifici levitici e tra
di essi in particolare quello incruento, offerta di olio e fior
di farina (ebraico ‘minchà’), che già nel Vecchio Testamento
stesso culminò in un chiaro enunciato profetico
(P. Giovanni
Rinaldi CRS, ‘Figure del Vecchio Testamento’, in ‘Eucaristia’
di A. Piolanti, p. 8).
- Il Salmo 4 canta il Vino e frumento;
- il Salmo 25 canta la mensa e il calice che trabocca;
- il Salmo 104 canta
il pane che sostiene il suo (dell’uomo) vigore,
e il vino che allieta il suo cuore;
- il Salmo 147 canta il fior di frumento che sazia.
Sono tutti elementi che hanno stretto rapporto con il
sacrificio di Pane e Vino.
1 - La Sapienza si è costruita la casa;
ha intagliato le sue sette colonne.
2 - ha ucciso gli animali, ha preparato il vino
e ha imbandito la tavola.
3 - Ha mandato le sue ancelle a proclamare
sui punti più alti della città:
4 - “Chi è inesperto accorra qui!”.
A chi è privo di senno essa dice:
5 - “Venite, mangiate il mio pane,
bevete il vino che io ho preparato.
6 - Abbandonate la stoltezza e vivrete,
andate dritti per la via dell’intelligenza”.
Gli elementi che legano questa composizione con la realtà
eucaristica sono:
- il pane e il vino;
- ha mandato le sue ancelle, (richiama la parabola del
banchetto di nozze in cui gli invitati vengono
quasi costretti a partecipare (compelle illos intrare);
- chi è inesperto, chi è privo di senno richiama‘zoppi, ciechi, sordi’ della stessa parabola
evangelica.
- Nutriti dell’Eucaristia, abbandonate la stoltezza (e
vivrete), andate dritti per la via dell’intelligenza.
che l’Eucaristia contiene il cibo e la bevanda di cui non può
fare a meno la nostra vita nel duro cammino che la condurrà
al tuo regno.
Noi lo crediamo, Signore, perché Tu, in tante situazioni
del Vecchio Testamento, ce lo hai ribadito, con parole, figure
e tipi.
Noi crediamo, Signore, che il pane e il vino consacrati
si identificano con il tuo corpo e il tuo sangue, perché Gesù,
nel capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, ripete con forza chi
mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna,
perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Lo crediamo, Signore, perché Gesù, nell’ultima Cena,
offrendo il pane spezzato e il calice ai suoi discepoli, ha detto
prendete e mangiate… prendete e bevete.
Noi crediamo, Signore, che il pane e il vino consacrati
non sono più pane e vino, ma corpo e sangue di Gesù. Noi
crediamo che sono bevanda e cibo irrinunciabili perché, per
esperienza, sappiamo che ogni vita corporale, per sopravvivere
e svilupparsi, ha bisogno di nutrimento. Non può essere
diversamente per la vita spirituale.
Signore, noi crediamo che, per farci comprendere la insostituibilità
del nutrimento della vita dello spirito, Tu hai
voluto usare lo stesso elemento, pane e vino, che alimenta e
sostiene la vita del corpo.
Signore, noi crediamo che, come il tralcio non può vivere
se non è alimentato dalla madre vite, così noi non possiamo
vivere se non assorbiamo da te il nutrimento della vita.
Signore, noi crediamo che, senza cibarci di te, vero Pane
vivo disceso dal cielo, senza dissetarci di te, acqua viva che
sgorga dalla roccia, la nostra vita spirituale deperisce e muore.
Signore, noi crediamo che, dopo la Santissima Eucaristia,
la tua parola è spirito e vita indispensabili per sostenere il
nostro spirito.
Signore, noi crediamo che solo Tu, pane vero disceso dal
cielo, puoi darci il nutrimento che ci introduce alla vita eterna.
la tua divina pedagogia che ci prepara a rivelazioni incredibili
con la gradualità compatibile con le nostre risorse mentali
meravigliose, ma tanto limitate.
Signore, noi adoriamo la tua sapienza che, con il dono
dell’Eucaristia, cibo e bevanda spirituale, ci fai comprendere
che la vita dell’anima si alimenta solo con questo Sacramento,
come la vita del corpo con cibo e bevanda materiale.
Signore, noi adoriamo la tua bontà che, per sostenere le
tue creature, offre loro un nutrimento che vale per il tempo
e per l’eternità.
Signore, sulla terra si dice che il pellicano, non avendo
altro, nutre di sé i suoi piccoli. Noi, prostrati dinanzi a te, ti
adoriamo perché Tu hai offerto non solo qualche cosa di te,
ma la tua stessa vita per sostenere la nostra.
Signore, noi adoriamo il tuo amore sconfinato che, per
non rassegnarsi a vederci preda della morte eterna, ha escogitato
il divino Sacramento dell’Eucaristia.
Signore, noi adoriamo la favolosa fiducia che hai nei
nostri confronti. Tu, conoscendo le inevitabili contraddizioni
delle nostre scelte, corrobori le nostre debolezze con il Pane
degli Angeli.
Signore, noi adoriamo l’incredibile premura che hai per
la vita del nostro corpo, non facendoci mancare i frutti della
terra; e la più grande premura per la vita del nostro spirito
donandoci te stesso.
Signore, noi adoriamo la tua amabile divinità. Essa sola
infatti avrebbe potuto immaginare e realizzare il piano di
salvezza che Tu hai concepito e realizzato a nostro favore.
Signore, noi adoriamo la comprensione infinita che hai
per la lentezza della nostra mente e la durezza del nostro
cuore. Tu, infatti, nonostante la nostra noncuranza, seguiti
a rimanere fra noi, per noi, fino alla fine dei secoli.
Signore, prostrati davanti al tabernacolo, ti adoriamo
perché, donandoci te stesso, ci hai donato quanto la nostra
mente o il nostro desiderio non avrebbero saputo neanche
immaginare.
+
quando, perché non riusciamo a capire ed apprezzare il tuo
dono, ci serviamo del divino alimento che ci hai dato, con
parsimonia e quasi con senso di sufficienza, come se potessimo
vivere spiritualmente anche senza di esso.
Signore, perdonaci se, svegliandoci al mattino o andando
a riposare la sera, ci dimentichiamo di riflettere per qualche
momento, su tutto quello che ci hai dato, soprattutto te stesso
nella Santissima Eucaristia.
Signore, perdonaci quando, dicendo, nell’ufficio divino,
le parole dei salmi che hanno valenza di profezia eucaristica,
non ci fermiamo mai un momento per farne oggetto di
meditazione.
Signore, perdonaci, quando, recitando il versetto del libro
dei Proverbi che dic
Venite, mangiate il mio pane,
bevete il vino che ho preparato per voi,
non prendiamo quell’invito come rivolto a noi.
Signore, perdonaci perché, pur sapendo di essere inesperti
e privi di senno, non veniamo ad attingere la sapienza dove è
la sua sorgente e il suo donatore prodigo.
Signore, Gesù ha detto chi ha sete venga a me e beva. Perdonaci
tutte le volte che preferiamo morire di sete, piuttosto
che accettare il dono della tua infinita liberalità.
Signore, abbiamo ascoltato che per vivere dobbiamo
abbandonare la stoltezza e andare dritti per la via dell’intelligenza. Perdonaci quando preferiamo rimanere nella nostra
insignificanza, piuttosto che ricevere te, che sei l’Omniscente.
Signore, nel buon esempio dei fratelli e nella parola dei
Pastori continuamente veniamo sollecitati a venire a riceverti
nella Santissima Eucaristia. Perdonaci tutte le volte che quei
richiami li lasciamo cadere come se riguardassero altri, non noi.
Signore, perdonaci quando non ci rendiamo conto che
Tu ardentemente desideri che partecipiamo al banchetto che
Tu ci hai preparato.
anche una sola scintilla di sensibilità artistica, per valutare e
ammirare quanto la poesia ebraica ha previsto e cantato di
te Eucaristia.
Signore, hai preparato per noi un banchetto e hai imbandito
la tavola. Ti chiediamo luce per comprendere il dono
che ci fai e fervore per parteciparci meno indegnamente che
sia possibile.
Signore, hai mandato le tue ancelle a proclamare il tuo
invito. Le tue ‘ancelle’ sono le buone ispirazioni che continuamente
fai sorgere nel cuore di ognuno. Ti chiediamo
sensibilità per ascoltarle, accoglierle e metterle in pratica.
Signore, ci suggerisci di abbandonare la stoltezza di cui è piena la nostra vita. Fa’ che ci accostiamo al pane degli
intelligenti, che Tu ci offri, perché solo da quel nutrimento
può venire a noi la saggezza.
Signore, ci consigli di andare dritti per la via dell’intelligenza.
Aiutaci a capire che intelligente è solo chi ascolta la
tua parola e ad essa affida la propria vita.
Signore, il sacrificio incruento di pane e di vino, che Tu
hai predetto nei profeti e realizzato in Cristo, è a disposizione
di tutti, in ogni ora e giorno. Aiutaci a credere e a servirci di
questo tuo incredibile dono.
Signore, Tu ci inviti a partecipare al banchetto che Tu
offri a tutti senza spesa. Siamo veramente poveri, Signore.
Aiutaci a capire che ci si arricchisce solo accettando la tua
offerta.
Signore, la vita è il più grande dono che ci hai fatto. Noi
amiamo la vita. Noi vogliamo vivere. Aiutaci a capire che per
vivere c’è solo da ascoltare e accettare il tuo invito.
Signore, nell’Eucaristia Tu ci dai il pane che sostiene il
vigore dell’uomo e il vino che allieta il suo cuore. Quanto è da
sciocchi non credere alla tua parola, Signore! Aiutaci a capirlo
e ad approfittarne quanto più spesso possibile.
di aver messo, con il dono della Santissima Eucaristia, più
gioia nel nostro cuore di quando abbondano vino e frumento.
Signore, ti ringraziamo perché davanti a tutti Tu hai
preparato una mensa. Sappiamo, perché ce l’ha rivelato Gesù,
che chi si serve di essa Tu lo risusciterai nell’ultimo giorno.
Signore, ti ringraziamo per la tua Provvidenza che, dalle
tue alte dimore, non si dimentica mai di irrigare i monti e
di saziare con il frutto delle tue opere la terra. Più ancora
ti ringraziamo per la Santissima Eucaristia che è sempre a
disposizione di tutti.
Signore, ti ringraziamo perché con giuramento hai costituito
i sacerdoti per sempre, secondo l’ordine di Melchisedek.
Ad essi hai affidato il compito di nutrire, con la Santissima
Eucaristia e con la Parola, il nostro spirito.
Signore, ti ringraziamo perché sazi l’umanità con fior di
frumento e la disseti con un calice che trabocca: l’uno e l’altro
immagine della Santissima Eucaristia e garanzia della pace
che hai messo nei suoi confini.
Signore, ti ringraziamo per essere venuto incontro,
nell’Eucaristia, agli zoppi, ai ciechi e agli storpi. Siamo tutti
tali, Signore. Ma a te interessa l’uomo, ogni uomo, chiunque
esso sia e in qualunque condizione si trovi: Tu devi saziare
ogni fame e dissetare ogni sete.
Signore, ti ringraziamo perché, attraverso i segni del pane
e del vino, ci ricordi che Tu sei nutrimento indispensabile
per la vita dello spirito, come indispensabile è il pane per la
vita del corpo.
Signore, ti ringraziamo perché con il Vangelo susciti e
illumini le scelte dello spirito e con la Santissima Eucaristia
le nutri e le sostieni.
Signore, ti ringraziamo per la pazienza infinita con la
quale aspetti i ritmi lentissimi del nostro capire, e per la
disponibilità costante a donarti a noi quando ti desideriamo.
Signore, ti ringraziamo quando, dopo averti ricevuto o
adorato, ci sentiamo ‘altri’. Dacci di ispessire nella nostra vita
queste gioiose e salutari esperienze.
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