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COLLABORAZIONI
In questo Settore vengono riportate notizie
e immagini fornite da altri redattori. Nello specifico, i
testi sono stati realizzati dalla Dottoressa Rosita
Taddeini, mentre le immagini e la grafica sono state
realizzate da Cartantica.
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da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità
su quanto fornito dai collaboratori.
"N.B.: L'Autore prescrive
che qualora vi fosse un'utilizzazione per lavori a stampa
o per lavori/studi diffusi via Internet, da parte di terzi
(sia di parte dei testi sia di qualche immagine) essa potrà
avvenire solo previa richiesta trasmessa a Cartantica e citando
esplicitamente per esteso il lavoro originale (Autore, Titolo,
Periodico) ."
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ALL'ALBA DI UNA NUOVA VITA
Piccolo trattato di Puericultura
di Rosita Taddeini
A tutte le Mamme affinché
nutrano con latte e sapienza di cuore
le nuove vite.
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MATERNITA’
Concepita nell’atto dell’amore
palpita in se la nuova vita,
colma di gioia il cuore
di ebbrezza infinita.
Frementi le dita serrano
a mo di culla l’essere
dal sen fuggito
al seno avvinto
al fin di crescere.
Brilla l’occhio affascinato
alla preziosa realtà
e nel dolce amplesso
annulla se stessa per il nato
sull’ara della Maternità.
Rosita Taddeini
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INDICE
CAPITOLO I
Consigli alle mamme 9
CAPITOLO II
Consigli ai genitori per una sana crescita del bambino 19
CAPITOLO III
Nozioni di Puericultura 33
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CAPITOLO I
CONSIGLI ALLE MAMME
Attualmente, alla notizia di un inizio di gravidanza, la
futura madre si sottopone ad una serie ininterrotta di esami
che proseguono fino alla nascita del neonato o neonata.
La madre non è seguita solo con indagini di laboratorio,
ecografie e amniocentesi, ma anche con corsi di ginnastica
volti all’apprendimento degli atti respiratori in occasione
del travaglio.
Purtroppo però né medici, né ostetriche
né fisioterapiste consigliano la preparazione del petto
in vista dell’allattamento, che dovrebbe invece essere
trattato negli ultimi due mesi di gravidanza con applicazioni
e massaggi dell’aureola e del capezzolo con impacchi
di glicerina e alcool (a metà dose) per evitare le
ragadi al momento della suzione del neonato (come si usava
nei tempi passati). Inoltre si dovrebbe consigliare, nelle
ore successive al parto, un massaggio del seno dall’alto
verso l’aureola e da entrambi i lati della ghiandola
mammaria per evitare sia mastiti che quella durezza molto
dolorosa della ghiandola, tale da far arretrare involontariamente
la madre dalla bocca del neonato e quindi non agevolare la
perfetta suzione, che viene consigliata a breve distanza dal
parto.
Se
il seno si presenta duro (come pietra) e in caso di mastite,
è opportuno avvolgere la mammella con un panno caldo
umido, continuare l’allattamento, possibilmente non
iniziare la somministrazione di antibiotici salvo se consigliati
dall’ostetrico ginecologo.
Evitare di integrare subito con poppate alterne di latte artificiale
perché lo stimolo, che parte dal capezzolo per la suzione
del neonato giunge alla ghiandola ipofisaria che risponde
aumentando la secrezione del latte materno. Inoltre la madre
stimoli il bambino a procurarsi, anche se con fatica, la colata
del latte (cosa che dal poppatoio è più semplice
e meno impegnativa).
Qualora fossero presenti ragadi, applicare
al capezzolo garze alle Fitostimoline o alla Connettivina,
ma lavare il capezzolo, prima dell’allattamento, con
acqua bollita e garze sterili. Se il bambino succhiando ingoia
sangue, possono essere presenti nel vomito strie di sangue
digerito: non allarmarsi. In questo caso attaccarlo al seno
applicando un paracapezzolo di gomma. Tra una poppata e l’altra
non usare mai paracapezzoli di piombo eventualmente
trovati in casa (che un tempo venivano usati per tali ferite).
Il piombo passa nel latte e determina una grave anemia del
neonato.
Al momento dell’allattamento è opportuno ricordare
quale è stata l’ultima mammella offerta al neonato
perché deve essere attaccato a questa e poi nel secondo
tempo all’altra, per agevolare lo svuotamento completo
della mammella data per ultima nella poppata precedente. Inoltre
tenere presente di distanziare con l’indice il petto
dal naso del bambino per evitare che sia difficoltosa la respirazione
al momento della suzione. Mentre avviene la poppata fare,
sempre con l’indice, piccoli massaggi sulla ghiandola
mammaria al fine di agevolare la secrezione lattea.
Dopo 15 minuti di suzione di una mammella passare il neonato
all’altra, perché la poppata non deve
durare più di 30 minuti.
Impedire che il neonato si addormenti al
seno e prolungare la poppata più del tempo necessario.
Questo prolungamento farebbe diminuire il numero delle poppate
in relazione al suo peso e attuarle nelle ore notturne. E’
necessario un intervallo per il riposo della mamma e anche
del bambino (a meno che non sia immaturo o prematuro: in tal
caso vanno attuati intervalli di 2½ - 3 ore fra una
poppata e l’altra).
Tenere presente che lo svuotamento dello stomaco avviene in
2 ore e mezzo per cui non si deve dare la poppata prima di
questo tempo per evitare che il bambino facilmente vomiti
per avere sommato latte nuovo sul latte già precedentemente
ingerito e mescolato ad enzimi e acido cloridrico presente
nell’antro dello stomaco adibito alla perfetta digestione.
Quindi non attaccare il bambino ad ogni pianto
(come attualmente spesso si consiglia) e a richieste, senza
opportuni intervalli.
Se il neonato è prematuro o immaturo riceverà
con gavage (metodo eseguito con sondino nell’immaturo)
il latte materno spremuto con tiralatte; se ha un peso superiore
a Kg 2 gli intervalli tra una poppata e l’altra saranno
di 2½ - 3 ore fino al raggiungimento di Kg 3.
Da questo peso (quasi costante ad ogni nascita) fino al peso
di Kg. 3 saranno 7 (ossia con intervallo notturno). Per consigli
inerenti ai vari Kg del neonato vedi avanti nel capitolo.
Regole per l’allattamento
Durante l’allattamento la mamma deve evitare
di eseguire tinture dei capelli perché il
colore passa nel latte ed è nocivo per il bambino.
Ugualmente non deve prendere purganti.
Qualora soffra di stipsi, ricorrere a supposte
o far uso di prugne cotte con lo zucchero e molte verdure
e legumi.
Non assumere aspirina in caso di febbre,
ma novalgina o Paracetamolo.
Per ciò che riguarda i cibi è consigliabile
evitare cipolla cruda e cavolfiore perché
entrambi danno sapore attivo al latte e il bambino si attacca
al seno con disgusto.
Durante l’allattamento (se non è presente intolleranza)
la mamma deve bere tre tazze di latte (freddo, caldo,
con caffè o senza, ma parzialmente scremato).
Una tazza a colazione, una al pomeriggio e una all’ultima
poppata del bambino (prima di dormire).
Ai pasti, se sono graditi, possono essere bevuti vino
o birra. Possibilmente evitare di fumare
e, se è proprio difficile interrompere questo
vizio, fumare fuori delle stanze occupate dal bambino e rispettare
due ore di intervallo tra una sigaretta e l’altra.
Si consiglia alla mamma desiderosa di allattare il figlio,
di mangiare cibi il più possibile variati
in modo tale da assumere alternativamente le vitamine e i
minerali contenuti negli alimenti. Iniziare il pranzo e la
cena con il primo piatto a base di pasta, riso asciutto o
minestra seguito dal secondo piatto con contorni e frutta.
Non abbondare con le proteine (carne, pesce
e uova) e alternarle ai formaggi, ricotta e derivati specialmente
alla sera. Non abbondare con i grassi (olio,
burro e panna) ed evitare un uso notevole di cioccolata, dolci
ripieni di crema e panna.
Qualora la mamma soffrisse di allergie alimentari evitare
quelle specifiche sostanze.
Se è particolarmente eccitata può usare
camomilla, infusi o tisane appropriate o il Bibertè
Milupa dare al bambino nel corso della giornata.
Nei mesi estivi la mamma può fare il bagno ma deve
lavare con acqua corrente il capezzolo prima di iniziare
l’allattamento.
Se la mamma desidera allattare il proprio figlio eviti
di controllare ad ogni poppata la quantità somministrata
perché l’ansia riduce la secrezione lattea. Questo
controllo è necessario solo in caso di aggiunta
di latte artificiale (dovuta a scarsa quantità di latte
naturale) o se allatta un bambino molto piccolo di peso (per
immaturità) o se il neonato è lento nella suzione
per particolari cause.
In genere le poppate del mattino sono più abbondanti,
e la quantità comincia a ridursi dalla terza poppata
del giorno, fino ad essere più scarsa alla sera. Tenere
presente che al passaggio del mese (rispetto alla nascita
del figlio) e tra il 40° e 45° giorno ( capoparto
) per tutto il tempo dell’allattamento materno (anche
se misto), il quantitativo di latte è scarso, ha un
sapore cattivo ed è meno nutriente, leggero e poco
accettato, per via del sapore, dal bambino. Tutto ritorna
nella norma dopo questi giorni o settimane (nelle quali è
anche inferiore la crescita).
Al momento della dimissione della mamma dall’Ospedale
o clinica, a parto avvenuto, i medici consigliano l’assunzione
di vitamine, minerali, acido folico o ferro se la crasi ematica
non è tornata normale durante l’ultimo periodo
di gravidanza. E’ opportuno continuare l’assunzione
fino a nuovo consiglio del Pediatra. Anche al neonato è
consigliata la somministrazione di vitamine in gocce, ma queste
non sono necessarie se l’allattamento materno è
totale mentre sono vivamente consigliate se l’allattamento
è misto.
Durante i primi mesi dopo il parto la mamma non ha le mestruazioni;
il bambino presenta una riduzione della crescita nei giorni
corrispondenti alla sua nascita e con la ricomparsa del flusso
mestruale nella mamma (variabile a qualunque mese in ogni
soggetto). Se la crescita del bambino è scarsa,
è opportuno avvertire il Pediatra per iniziare un allattamento
misto o lo svezzamento in relazione al mese del bambino.
Al termine dell’allattamento sarebbe opportuno non mantenere
a desiderio del bambino, una sola poppata per la notte o per
accontentarlo, in caso di pianto durante il giorno (o per
un inconscio desiderio della madre al figlio), perché
in tal caso si determinano dolori addominali al bambino. Il
valore calorico del latte è ridotto e crea cattive
abitudini nel soggetto ormai svezzato.
In caso di parto gemellare sarebbe opportuno un allattamento
misto, alternando al seno entrambi i neonati, maggiormente
quello inferiore di peso rispetto all’altro gemello.
Quando la mamma allatta sarebbe opportuno che l’ambiente
intorno a lei non fosse disturbato da televisione, radio o
intrattenimento con altri famigliari ma avvenisse tranquillamente
con scambi reciproci (figlio - madre) di sguardi e parole
perché quell’intesa di sorrisi e minimi discorsi
donano al neonato o neonata pace, sicurezza, equilibrio psichico
e piena fiducia, che saranno di notevole vantaggio per tutto
il resto della vita.
L’allattamento al seno non è solo un
alimento perfetto ma offre stabilità psichica per il
futuro del figlio o figlia.
Naturalmente se la mamma non può allattare
per particolari cause non drammatizzi questa evenienza
ma la compensi somministrando lei stessa al suo bambino il
poppatoio almeno nei primi mesi di vita.
Se possibile la mamma eviti un notevole affaticamento
per lavori domestici o professionali, litigi e ansie, fumo
e droga (se purtroppo ne dovesse fare uso) perché
tutto ciò, non solo riduce la secrezione lattea, ma
influenza il neonato sensibilissimo ad ogni anormale situazione.
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Sin dai primi mesi del suo concepimento e durante tutta la
gravidanza, il feto percepisce suoni, emozioni, voce paterna
e materna così che al momento della nascita riconosce
la voce dei genitori (anche se la sua vista perfetta non inizia
se non dopo il mese e mezzo di vita). Il neonato è
molto sensibile ad ogni rumore e, se questo è molto
forte, può avere tremori o scatti, invece accetta e
si rasserena con dolci melodie o canzoni.
La mamma eviti di far dormire il piccolo al suo fianco
o in mezzo ai genitori per evitare involontari soffocamenti
o cadute e soprattutto cattive abitudini difficili ad essere
eliminate per anni (talvolta fino al termine della scuola
elementare).
Sappia la mamma ed ogni componente della famiglia che sin
dai primi mesi di vita il bambino, e più precocemente
la bambina, apprendono perfettamente tutto e, anche se non
parla, riconosce tutti e tutto, così che è opportuno
ogni corretto insegnamento sin dalla nascita per avere un
ottimo comportamento nel futuro.
In caso di mamma fortemente apprensiva non opprimere il proprio
figlio o figlia con eccessive attenzioni ma possibilmente
accettare i consigli di famigliari esperti o da parte del
Pediatra.
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CAPITOLO II
CONSIGLI AI GENITORI PER UNA SANA CRESCITA DEL BAMBINO
Alla nascita del bambino o bambina per parto spontaneo o
distocico (cesareo), a termine o prematuro,
l’ostetrica di turno esegue immediata aspirazione del
muconasofaringeo, legatura del cordone ombelicale e il bagno
(per eliminare la vernice caseosa che ricopre il soggetto)
ma il bagno non deve essere più eseguito se
non dopo la caduta del tralcio ombelicale. Normalmente,
se il parto e il decorso postpartum, sia spontaneo che distocico,
sono avvenuti senza complicazioni, mamma e neonato vengono
dimessi in tre giornate dalla nascita (anche se il parto è
stato distocico). Il bambino visitato dal pediatra giudicato
con Apgar 8 – 10 (ossia condizioni generali buone) può
iniziare l’allattamento al seno, con la sua mamma vicino
alla culla o nel reparto neonati fino alla dimissione.
Qualora presenti ittero patologico (bilirubinemia
superiore ai 16 mg) viene trattato con fototerapia o, se è
inferiore a Kg 2, viene introdotto in Isolette e dimesso al
raggiungimento di un peso superiore. In tal caso è
alimentato con latte spremuto alla madre con tiralatte a mano
o elettrico e dato con gavage.
Molti anni fa un prematuro o immaturo veniva dimesso solo
dopo aver raggiunto il peso di Kg 2,5 attualmente anche a
Kg 2,3. In tale evenienza è necessaria una maggiore
vigilanza da parte della mamma e del Pediatra perché
il neonato può stancarsi con facilità della
suzione e addormentarsi non prendendo così la quantità
necessaria di latte per una buona crescita. In tal caso è
necessaria una doppia pesata (prima e dopo la poppata); questa
attenzione non deve riguardare solo bambini di scarso peso
ma anche quelli molto itterici. Se questo avviene specialmente
per l’ittero, riportare il bambino in Ospedale per un
controllo del dato della bilirubinemia. Se questo ittero è
evidente anche alla mamma, somministrare, negli intervalli
fra una poppata e l’altra, Acqua Panna o Sangemini dolcificata
con zucchero o Dextropuer (1 cucchiaino ogni 100cc). Solo
in casi particolari e su consiglio pediatrico gocce di Cortisone.
Per la quantità di acqua zuccherata, non più
di 20 – 30 grammi fra una poppata e l’altra, 3
– 4 volte al giorno.
Se la stagione è buona, a finestra chiusa, esporre
il bambino al sole con la gambe scoperte come per fototerapia.
E’ opportuno dare il latte materno almeno per i primi
20 giorni perché il colostro è ricco di vitamine
ed anticorpi (la difesa del neonato è molto importante
per la sua salute).
Finché è presente il tralcio ombelicale (quindi
non è caduto) cambiare giornalmente la garza intorno
al tralcio e bagnarla con alcool ad ogni cambio del pannolino.
Per agevolare la caduta del tralcio (o cordone) tagliare il
pannolino a semiluna all’ altezza dell’ombelico
per evitare che il tessuto sintetico non lasci asciugare o
seccare il cordone o sia inumidito dalle urine. Poiché
la presenza del tralcio ombelicale ritarda la possibilità
di eseguire giornalmente il bagno del neonato, è opportuno
massaggiare con olio Baby Johnson o olio d’oliva la
cute sotto le ascelle, agli inguini e soprattutto sul dorso
dei piccoli, dove spesso si formano delle ferite e screpolature
Evitare l’uso del borotalco perché, se
respirato dal neonato, può morire soffocato.
In attesa di eseguire il bagnetto, lavare con acqua tiepida
glutei e genitali e con acqua bollita e cotone gli occhi e
il viso. Quando sarà possibile iniziare il bagno; se
il bambino è tranquillo la notte, farlo in qualsiasi
ora della giornata prima di una poppata; se invece è
agitato durante la notte, eseguire il bagno alle 21 così
da agevolare un riposo più tranquillo. Durante
il bagno stare attenti a non far andare l’acqua saponata
negli occhi del bambino, perché è irritante
e comincia a piangere.
Se il bambino ha paura del contatto con l’acqua, tenere
il camicino fino all’ultimo momento dell’introduzione
in acqua perché ciò lo fa sentire più
difeso e piange meno (viene tolto all’ultimo momento
del bagno). Qualora la stagione sia piuttosto fredda ed i
termosifoni ancora non siano stati centralmente accesi, metter
una borsa d’acqua calda nell’asciugamano o accappatoio
così che, tolto il bambino dal bagno, sia circondato
da panni caldi e far si che l’ambiente sia riscaldato
da una stufetta. Nelle case più disagiate si può
fare il bagno sul tavolo della cucina tenendo accesi i fornelli
a gas con le porte chiuse per riscaldare la stanza opportunamente.
Tenere sempre vicini i panni di ricambio per evitare
di lasciare, anche per pochi attimi, il bambino solo sul tavolo
perché improvvisamente muovendosi può cadere
e procurarsi ferite o trauma cranico.
A bagno eseguito e già asciugato, in caso di neonata
(ed anche nei mesi successivi), eseguire una pulizia particolare
dei genitali con un batuffolo di cotone bagnato con olio,
scostando il grande labbro per togliere residui di feci o
smegma o pomate emollienti.
Quando viene tolto il pannolino sporco di feci, per il cambio
durante la giornata, avere l’accortezza di eliminare
sempre le feci dal davanti all’indietro (verso l’ano)
altrimenti queste inavvertitamente possono entrare nella vagina
e determinare notevoli infezioni e pericoli.
Per ciò che riguarda il vestiario del neonato: solo
il primo mese tenere una camicia di cotone o seta sotto il
body. Sopra questo una tuta crescibaby o una felpa. Non
coprire eccessivamente il bambino, ma vestirlo con
indumenti caldi e non particolarmente stretti. Non mettere
la culla vicino al termosifone per evitare che il bambino
presenti febbre senza particolare ragione ma per il mancato
controllo del suo centro termoregolatore ipofisario ancora
non efficiente.
Se il bambino è di scarso peso avere attenzione, durante
il suo sonno negli intervalli tra una poppata e l’altra,
di non farlo dormire tutto il tempo su un unico lato,
ma alternarlo per evitare un’asimmetria della forma
del cranio.
Durante l’estate non lasciare il bambino nudo all’altezza
del torace per evitare che sudato si raffreddi per cambiamenti
bruschi della temperatura. In caso di raffreddori o bronchiti
con tosse, tenere il bambino semiseduto con cuscini per evitare
che il catarro o la secrezione nasale provochi difficoltà
respiratoria. E’ opportuno in tal caso usare un umidificatore
(solo con acqua o camomilla). Se l’ambiente è
molto caldo, mettere sui termosifoni panni bagnati ben strizzati.
Quando i termosifoni vengono spenti nella notte mettere sul
fondo della culla una borsa di acqua calda che distribuisca
calore e permetta un sonno tranquillo al bambino e di evitare
l’abitudine di tenerlo a dormire nel letto dei genitori.
Per agevolare il sonno può utilizzarsi un carillon
o una cassetta con musica dolce.
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Durante la giornata il neonato può starnutire sette
otto volte indipendentemente da un raffreddore (cosa normale).
In caso di febbre per processi infiammatori intervenire
solo se la temperatura ascellare, inguinale o rettale supera
i 38 gradi. E’ opportuno usare antipiretici (Tachipirina
o Efferalgan) supposte lattanti o pediatriche (a seconda dell’età)
o lo sciroppo antipiretico se sono presenti feci liquide.
Non coprire eccessivamente il bambino ma lasciarlo solo con
il body o pigiamino.
Qualora la temperatura sia molto elevata fare bagnoli con acqua fredda sulla fronte o introdurre nella
federa del cuscino una borsa di acqua fredda o ghiaccio così
che il bambino ceda calore poggiando la sua testa sul cuscino.
Eventualmente fare anche massaggi sugli arti con alcool. Se
il soggetto soffre di convulsioni febbrili iniziare,
anche a temperatura bassa, le gocce di Valium e, in caso di
improvvise crisi convulsive nel sonno, con clisteri di Valium.
La temperatura elevata nel bambino non è indice
di gravità ma anche una risposta ad una banale infezione
virale (influenza o raffreddore).
Ad ogni episodio febbrile non ricorrere ad antibiotici.
Questa terapia è necessaria solo in casi di tonsilliti
pseudomembranose, otiti, cistiti, bronchiti o broncopolmoniti.
Non eseguire, per raffreddori, aerosol con cortisone
eccetto per broncospasmo o bronchiti asmatiformi.
In caso di raffreddori usare soluzione fisiologica
durante la giornata e alla sera Argotone o Protargolo 0.5%.
Per la tosse somministrare un cucchiaino di miele con due
tre gocce di limone due tre volte al giorno.
Tenere il bambino semiseduto sia di giorno che di notte per
evitare che il catarro ostruisca le vie respiratorie e non
abbia un sonno tranquillo.
In caso di vomito interrompere le poppate
o i pasti solidi e dare acqua e zucchero a piccolissime dosi
ogni mezz’ora.
In caso di diarrea (se alimentato al seno),
thè leggerissimo con qualche goccia di limone, se ha
una alimentazione con latte in polvere, scioglierlo in acqua
di riso o aggiungere due cucchiaini di riso precotto alla
poppata.
Qualora il bambino sia svezzato dare pappa con latte molto
diluito e minestrine con crema di riso o riso molto cotto,
frullato o frantumato con la forchetta e condito solo con
parmigiano; mela grattugiata o succo d’arancia o thè
con limone. Evitare il più possibile di ricorrere
a prodotti farmaceutici.
Se la mamma ha la fortuna di rimanere a casa, assentandosi
per mesi dal lavoro e svolge i suoi impegni casalinghi, trasferisca
il bambino da una stanza all’altra, parlando e cantando,
ma assicurandosi che sia sempre ben agganciato al passeggino
o seggiolino o seggiolone ed anche a quello del trasporto
in macchina.
Dare attenzione al bambino, facendolo partecipe della
vita famigliare, lo rassicura, concede calma e forma un comportamento
sereno e fiducioso.
Si può iniziare dal quinto mese la posizione seduta
eventualmente con il sostegno di un cuscino e dare la pappa
sul seggiolone. Evitare però di tenerlo in
piedi precocemente, mai prima dell’ottavo mese;
da questo mese il bambino impara a portarsi in posizione seduta
da quella distesa; a dieci mesi è capace di rimanere
in piedi da solo, sollevandosi con la forza delle proprie
braccia e ad un anno a fare i primi passi sostenuto, o da
solo scorrendo da una sedia o da un mobile all’altro.
Non è regola che avvenga prima di questa età
né bisogna affrettare spronandolo.
Quando si desidera aiutarlo a fare i primi passi, sostenerlo
sotto le ascelle bilateralmente e non per mano o tenendolo
per il polso, perché, se improvvisamente si
volta o sta per cadere, non avvenga una sublussazione del
polso o della spalla all’altezza dell’articolazione
scapoloomerale. Proibire che il bambino,
per allegria, faccia salti sul letto matrimoniale perché
può cadere all’indietro battendo all’altezza
della colonna cervicale o la testa e abbia gravi conseguenze
(emorragie endocraniche).
Quando il bambino inizia a camminare da solo, avere
attenzione a tutte le prese di corrente (chiuderle
con apposite coperture) perché può introdurre
con facilità le dita nei buchi. Proteggere
anche sportelli dei mobili e cassetti perché
li apre e li chiude per gioco potendo chiudersi le dita dentro.
Tenere il televisore su un mobile alto, nascondendo
i fili, per evitare che siano afferrati facendo cadere
l’elettrodomestico sulla testa del bambino. Adottare
gli stessi accorgimenti per l’abat-jour dei comodini.
Proteggere eventuali scale interne di collegamento
tra un piano e l’altro, o letti a castello con cancelletti
per evitare cadute dall’alto.
Non lasciare mai il filo di prolungamento del ferro
da stiro attaccato alla presa di corrente perché,
se messo in bocca (esperienza avvenuta), si possono avere
danni irreparabili.
Proibire al bambino di giocare con una palla o con
un pallone in cucina perché questo può
finire sui fornelli e portare alla caduta delle pentole il
cui contenuto può determinare gravi ustioni sul corpo
del bambino (numerose esperienze anche drammatiche per l’esito).
Evitare di lasciare il bambino solo nel bagno fuori
o dentro la vasca piena di acqua bollente o no (esperienze
di morte).
Non far mai vedere al bambino i fiammiferi e come
si accendono il gas o le candele perché può
imitare e avere gravi ustioni. Se avviene, lavare con acqua
fredda e coprire l’ustione con garze alla Fitostimoline
in attesa della medicazione da parte del medico.
Fare attenzione alle seggiole perché
le trascina vicino alle finestre e può sporgersi o
montare sul tavolo e di conseguenza cadere dall’alto.
Se viene comprato il box, possibilmente comprarlo circondato
dalla rete per evitare che si arrampichi, così anche
il lettino. Dare al bambino giocattoli lavabili, di
gomma e non facilmente smontabili in piccoli pezzi, per
evitare, se messi in bocca, il soffocamento in momenti di
distrazione da parte degli adulti. Evitare di conservare in
mobili bassi detersivi, alcool varechina e medicamenti, facilmente
raggiungibili dalle mani di creature curiose sempre di nuove
esperienze.
Già prima dell’anno dare al bambino buone
abitudini quali quella di essere messo al letto sempre
alla stessa ora (ossia ore 21) evitando la visione della televisione
(per non danneggiarlo con microradiazioni) e l’intrattenimento
con i genitori nelle ore della sera, per avere un riposo più
tranquillo e permettere così al padre e alla madre
di poter parlare liberamente, stabilire programmi e scambio
di sentimenti. Poiché gli impegni lavorativi, spesso
di entrambi i genitori, escludono la possibilità del
pranzo in famiglia, fare in modo che la cena avvenga in presenza
di tutti i componenti della famiglia compreso il più
piccolo e più piccoli perché questi imparino
il significato dell’unione famigliare, apprezzino i
cibi dei grandi assaggiandoli e siano così evitati
omogeneizzati e pappe pronte.
Sotto gli occhi vigili dei genitori il bambino deve fare esperienze
personali anche di cibi non frullati ma al naturale.
Quando il bambino compie cose non giuste può
essere rimproverato con lo sguardo e con parole autoritarie.
Il bambino impara ad avere più stima del genitore che
lo sa guidare ed apprende immediatamente di quale può
approfittare ma a suo svantaggio futuro. Entrambi i genitori
devono agire ugualmente nell’insegnamento delle regole
di buona condotta sia in famiglia che in ambiente esterno.
Il bambino non rimane sempre piccolo ma prestissimo vivrà
fra i coetanei e sarà uomo e donna del futuro. Non
si deve attendere che gli insegnamenti vengano impartiti dall’ambiente
scolastico o da estranei perché ogni soggetto deve
avere un bagaglio o tesoro personale da parte dei genitori,
nonni o parenti.
Nella società odierna, non solo il padre, ma anche
la madre lavorano fuori di casa, cosicché il bambino
prestissimo deve frequentare nidi o scuole materne, per cui
è opportuno che, nelle ore che vive in famiglia, sia
ben diretto e gli vengano date tutte le regole con il massimo
amore affinché non sia psichicamente labile per carenze
affettive e quindi incapace di affrontare eventi e difficoltà
della vita quotidiana.
Non si deve concedere tutto ciò che vuole
sia nelle scelte di cibi che nel vestiario e nei giocattoli;
deve avere ogni cosa in maniera opportuna e per giuste ragioni.
Quotidianamente la vita è palestra per essere soggetti,
elementi di valore per se stessi e per gli altri che formeranno
famiglia e società, con valori umani e spirituali,
altrimenti il figlio dell’uomo è inferiore a
quello degli animali (che non sono dotati di ragione ma sono
perfetti per istinto naturale).
Il bambino maschio o femmina fino all’età
di 5 – 6 anni sia attentamente seguito soprattutto dalla
mamma; negli anni seguenti è opportuno che,
a seconda del sesso, il padre cominci ad interessarsi particolarmente
del figlio e la madre della figlia in modo da essere per loro
confronto ed iniziare ben presto una massima confidenza e
completa possibilità di dialogo (non creare complessi
di Edipo). Non affidare ad altri questo sacrosanto dovere
eccetto che per situazioni penose e gravi.
La famiglia è il trampolino di lancio per l’entrata
in società nell’età adulta (oggi molto
anticipata).
I genitori non siano possessivi né esasperino
le loro ansie sui figli, molto labili per l’età.
Né devono imporre la loro volontà nelle scelte
espresse dai figli per il loro futuro di vita.
Durante l’estate non portare il bambino di pochi
mesi sulla spiaggia nelle ore calde della mattinata.
Tenerlo in ambiente ombreggiato dalle 12 alle 16.30 per evitare
colpi di sole e febbre da insolazione o scottature
estese della cute. Difenderlo con creme a spettro
totale e non farlo passeggiare sul bagnasciuga sulle spalle
dell’adulto, non fare il bagno con acqua di mare (se
neonato) ma potabile eventualmente scaldata al sole. Non
farlo dormire sulla spiaggia all’ombra della
cabina nella carrozzina imbottita di tessuto plastico, che
sviluppa naturale calore; ma coprirlo con tessuti di cotone
in passeggini ben aerati.
Ricordare che il bambino, nel primo anno di vita,
non ha ancora il perfetto controllo termoregolatore per cui
non regola rialzi e abbassamenti della temperatura corporea.
Per ciò che riguarda il soggiorno in montagna
è consigliabile non portarlo oltre i 1000 metri prima
dell’anno. Eventualmente il suo organismo può
essere saggiato con soggiorni brevi ed escursioni durante
l’anno a diverse altezze. La sua sofferenza
si evidenzia con irrequietezza e pianto inconsolabile.
Fare bere acqua e spremute di agrumi in abbondanza
nella stagione estiva, ma evitare gelati a sostituzione dei
pasti. Così patatine fritte e merendine confezionate.
Inoltre è opportuno fare alle mamme
una particolare raccomandazione ossia quella di consolare
ad ogni pianto il bambino con il ciuccio. Farlo, ma, appena
è calmo, toglierlo dalla bocca, per evitare
l’abitudine ad averlo per ore, giorni, mesi, anni fino
ad oltre il quarto anno. E’ non giustificata
questa abitudine perché modifica l’arco dentario
determinando morso aperto o prognatismo che, all’ottavo
anno, dovranno essere trattati per permettere l’eruzione
dei nuovi denti e determinare una maleoclusione. La
persistenza del ciuccio è carenza affettiva da parte
del bambino nei confronti della mamma. E’ preferibile
nei primi mesi la suzione del dito che nel tempo è
più facilmente risolvibile.
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CAPITOLO III
NOZIONI DI PUERICULTURA
Nel caso che il neonato nasca prematuro o immatura,
ossia di peso inferiore ai 3 Kg, sono necessari 8 pasti senza
intervallo notturno. Se occorre Isolette per un peso tra 1
Kg e 2 Kg verrà alimentato con gavage (latte materno
o di donna), se superiore a 2 Kg tentando la suzione al seno.
Possibilmente evitare latte artificiale e con il poppatoio
perché, raggiunto un peso di oltre 2,5 Kg, possa essere
affidato alla mamma (mandata a casa nel periodo di ricovero
del figlio).
Possibilmente attenersi ai seguenti orari consigliati in relazione
al peso del bambino e alle sue funzionalità fisiologiche,
stabilite dall’esperienze di pediatri e non dalla ragione
personale.
Kg 1/3 - Pasti 8: ore 6-9-12-15-18-21-24-3
Kg 3/4 - Pasti 7: ore 6-9-12-15-18-21-24
Kg 4/6 - Pasti 6: ore 6-9½-13-16½-20-23½
Kg 6/9 - Pasti 5: ore 6-10-14-18-22
Kg 9/12 - Pasti 4: ore 8-12-16-20
Tenere presente che nella prima settimana di vita il bambino
dovrebbe ricevere i grammi di latte corrispondenti a meno
10 rispetto al giorno di nascita: ossia al 2° giorno 10
grammi, al 3° giorno 20, al 4° giorno 30, al 5°
giorno 40, al 6° giorno 50, al 7° giorno 60 grammi
e all’8° giorno 70 grammi sempre per un bambino
nato di circa 2,8 - 3,2 Kg. Se di peso inferiore potrà
ricevere oltre il settimo giorno non più i 50 - 60
grammi di latte succhiato o spremuto (ottenuto con tiralatte)
in caso di prematuro o immaturo.
La mamma non si deve disperare al primo giorno e
chiedere ai medici un latte artificiale, è sufficiente
compensare i 5 grammi di colostro con acqua dolcificata a
più intervalli. Anche se, attaccando il figlio al seno,
nei primi giorni, la suzione è molto dolorosa, superare
la sofferenza per offrire al neonato tutta la carica anticorpale
e la ricchezza di vitamine presenti nel colostro (latte molto
giallo). Gradualmente il seno diventa più morbido e
il latte fluisce normalmente con sette suzioni del bambino.
Mantenere al seno 15 minuti e poi cambiare seno in maniera
da far durare tutta la poppata non più di 30 minuti.
Stimolare sotto il mento il neonato se si addormenta ed evitare
di prolungare in maniera inopportuna la poppata.
E’ necessario far trascorrere, tra una poppata
e l’altra, sempre 2 ore e mezzo, questo è
il tempo per lo svuotamento dello stomaco dal latte ingerito.
Se la poppata avviene prima, il nuovo latte non trova sufficiente
quantità di enzimi per la digestione e spesso si ha
vomito.
Non si deve considerare vomito il rigurgito (o, come si dice,
boccata di latte) se avviene nella mezz’ora dopo la
poppata. Si parla di vomito due ore dopo la suzione. Qualora
il vomito sia a getto ( ciò si verifica soprattutto
nel bambino di sesso maschile) entro il 1° mese di vita
è necessario avvertire immediatamente il pediatra perché
si è di fronte ad una stenosi del piloro per cui il
soggetto deve essere operato.
Se durante il corso della giornata invece si hanno piccoli
rigurgiti, si provvede a tenere il neonato o neonata in posizione
semiseduto e possono essere somministrate gocce opportune
prima della poppata. Tale disturbo si accentua (come è
stato detto nel capitolo precedente) in occasione del passaggio
della data di nascita (maggiormente se la mamma ha il flusso
mestruale) insieme a irrequietezza, dolori addominali ed eruzione
puntiforme sul volto e sul tronco. Tali disturbi spariscono
in tre-quattro giorni (se si presentano nel periodo del capoparto
materno) e nei mesi successivi finché dura l’allattamento
al seno totale o parziale.
Qualora con l’allattamento al seno viene evidenziata
una scarsa quantità di latte materno, è opportuno
eseguire la doppia pesata e dare, dopo il latte materno, una
aggiunta di latte in polvere o liquido, regolato dal pediatra
rispetto al peso e all’età del bambino. Possibilmente
dare sempre prima il seno perché le labbra del bambino
stimolano il riflesso della secrezione lattea.
Per il latte in polvere usare il misurino
annesso alla confezione e non altri. La diluizione è
di un misurino in 30 grammi di acqua Sangemini, Panna o acqua
bollita. Non sciogliere la polvere in acqua fredda e poi scaldare
in acqua bollente il latte preparato. Questo si coagula vicino
al vetro molto caldo e avviene una cattiva digestione (evidente
con il tipo di feci che presentano grumi bianchi che sono
caseina non digerita), quindi è opportuno sciogliere
la polvere di latte in acqua tiepida (saggiata sul dorso della
mano). Se viene usato latte liquido, scaldarlo a bagnomaria.
Per l’uso di poppatoi, utilizzare,
per il loro lavaggio e sterilizzazione, il Milton (1 cucchiaio
da tavola in un litro d’acqua fredda) che va rinnovato
ogni 24 ore. Quando si toglie il poppatoio e il ciuccio da
questa soluzione non va sciacquato con acqua ma solo scolato
e usato per la poppata. Dopo il 4° mese non occorre più
utilizzare acqua in bottiglia ma può essere usata l’acqua
potabile, e il poppatoio e ogni tazzina che è usata
dal bambino, lavati come le stoviglie.
E’ opportuno disinfettare il ciuccio sotto
l’acqua corrente calda o fredda stropicciandolo con
sale fino per sgrassarlo. E’ opportuno ricordare, all’inizio
della poppata al seno, di dare il seno dato per secondo nella
poppata precedente in maniera da svuotare totalmente la mammella.
Se la secrezione lattea è molto abbondante e il bambino
è sazio e mantiene spontaneamente un giusto intervallo
tra una poppata e l’altra, basta allattarlo da una sola
parte. Se la secrezione è scarsa, offrire al bambino
entrambi i seni per agevolare la secrezione e il quantitativo
del latte.
Se il bambino è molto piccolo e di poco peso
facilmente si addormenta; stimolarlo pizzicandolo delicatamente
sotto il mento ed eventualmente dare l’aggiunta di latte
artificiale con un contagocce facendo scorrere il latte lungo
la guancia e non al centro della bocca, sulla lingua perché
potrebbe soffocare.
Non preparare mai un quantitativo superiore del latte
stabilito dal pediatra perché il bambino si regoli
da solo (questo è in base al suo peso ed età),
così per l’aggiunta di altri componenti come
miele o biscotti. Se il bambino si abitua a pasti abbondanti
può incorrere in una obesità futura difficile
a regredire.
Non controllare ad ogni poppata la quantità di latte
succhiato perché può determinare ansia per la
mamma ed avere quindi meno latte.
Sarà invece giusto segnare il peso del bambino
settimanalmente sempre lo stesso giorno per rilevare
la sua crescita in base alle regole di puericultura.
1°/4° mese: crescita mensile 800 – 900 g; crescita
settimanale 180 – 200 g.
4°/8° mese: crescita mensile 600 g; crescita settimanale
150 g.
8°/12° mese: crescita mensile 300 g.
12°/24° mese e successivi anni: 3 Kg all’anno.
Per la crescita staturale:
3 cm al mese nei primi 6 mesi e altri 13 cm per i successivi
6 mesi per un totale di 25 cm nel 1° anno di vita.
Per ciò che riguarda la crescita ponderale
nell’immaturo o prematuro, il peso della nascita
raddoppia al 3° mese. Nel bambino a termine, nato con
un peso di circa 3 Kg, raddoppia al 5° mese e triplica
al 12° mese. Quadruplica al 2° anno di vita.
Per crescita ponderale e staturale inferiori a queste regole
avvertire il pediatra; per crescite superiori non allarmarsi
ma seguire i consigli opportuni.
Tenere presente (come è già stato segnalato)
che, nella settimana corrispondente al passaggio del
mese, il bambino ricevendo un quantitativo di latte
materno più scarso di quantità e qualità,
avrà una crescita inferiore stabilita dalle regole
ma si compenserà con le successive settimane.
In caso di irrequietezza del neonato in questo periodo, somministrare
Camomilla o Bibertè tra una poppata e l’altra
anche più volte al giorno.
Se è presente rigurgito o meteorismo ricorrere a terapia
opportuna consigliata dal pediatra. Nei primi mesi in occasione
del passaggio di questo periodo, anche nel neonato o neonata
si ha ingorgo mammario che scompare in breve tempo.
L’irrequietezza e il rigurgito possono
essere anche presenti nel bambino soprattutto alla Domenica
e nelle feste per la presenza in famiglia di più famigliari,
creandosi quindi una maggiore confusione, a delle ore del
giorno; questi disturbi sono assenti nelle prime ore del mattino,
di sera e nella notte per il maggior silenzio (la peristalsi
dello stomaco nel bambino si accentua con la luce, il rumore
o il chiasso, con la confusione o l’ansia materna).
Dal 2° - 3° mese a 2 ore e mezza
dalla 2° o 3° poppata si può dare succo di
arancio o mandarino o limone diluito in acqua zuccherata.
Iniziare con 2 cucchiaini e, ogni 2 - 3 giorni aumentare di
un cucchiaino fino al quantitativo di 6 cucchiaini.
Al 4° mese può essere aggiunta
polpa di mela o pera matura grattugiata o frullata. Non più
di una tazzina di caffè al giorno. Ricordare di grattugiare
la frutta con grattugia di plastica o acciaio, non di vetro,
per evitare che piccolissimi aghi di vetro siano incorporati
nella frutta e determinino danni all’intestino.
Dal 5° mese è opportuno iniziare
la minestrina di verdure (perché questa reintegri il
ferro che, dato dalla madre durante la gravidanza, gradualmente
diminuisce nel neonato) oltre alle poppate di latte e la tazzina
di frutta.
Nei primi giorni il bambino troverà difficoltà
all’offerta della pappa con il cucchiaino, ma successivamente
sarà più facile, per la mamma, alimentarlo,
tenendo presente che, generalmente, il pasto salato è
più gradito dalla bambina e meno dal bambino (in questo
caso si può aggiungere un cucchiaino di zucchero).
La prima minestrina di brodo vegetale da
dare al bambino circa al 3° pasto del mattino (sostituendo
il latte) seguita dalla frutta, si esegua così: in
800 grammi di acqua potabile aggiungere una costola di sedano
(non esterna ma centrale ossia non molto verde perché
meno acuta), una carota, una patata, una zucchina e alcune
foglie di bietola o lattuga. Bollire per ¾ d’ora
e filtrare l’acqua di cottura delle verdure, che freddata
in breve tempo e messa in frigorifero può essere usata
anche nel giorno successivo. In circa 150 - 180 cc di questo
brodo, mettere, a freddo, 3 cucchiai da thè di semolino
di grano (non precotto) o mais o crema di riso (non precotto),
portare a ebollizione per 10 minuti e aggiungere poi nella
scodellina un cucchiaino da latte di Olio Sasso più
un cucchiaino di parmigiano e un piccolissimo quantitativo
di sale.
Dopo quattro giorni aggiungere al brodo di
cottura della verdura 1 cucchiaio (da tavola da adulti) di
passato di tutte le verdure.
In caso di feci più liquide più carota e, in
misura ridotta, le altre verdure. Se è presente stitichezza
evitare la carota nel passato e eccedere con zucchina e bietola
o lattuga; se presenta facilmente vomito, dare solo patata
passata. Regolarsi sempre osservando le feci, non dello stesso
giorno ma quelle di due giorni dopo il nuovo alimento.
Nei primi mesi evitare il pomodoro e la cipolla.
Questa 1° minestrina può anche essere alternata
a semolino cotto in 150 grammi di latte parzialmente scremato
più 50 grammi di acqua. A cottura avvenuta aggiungere
1 cucchiaino di olio e parmigiano. Dopo la minestrina si può
dare una tazzina di frutta (pera, mela grattugiata con succo
di arancio o di albicocca, a seconda della stagione, e zucchero).
Non dare frutta rossa (fragole, ciliegie, cocomero)
prima dei 3 anni.
Se il bambino o bambina, con o senza zucchero, hanno accettato
bene la minestrina di semolino in brodo vegetale o latte,
o le feci non hanno subito variazioni, alternare, nella settimana,
anche minestrina con brodo di carne bianca (vitella,
pollo, tacchino o coniglio).
Si esegua così: in 1 litro di acqua mettere una costola
di sedano, una carota e 150 grammi di carne. Bollire per un’ora
e mezzo e, in 200 grammi cuocere 3 cucchiai da frutta, di
pastina 00 Buitoni o Plasmon; a cottura pronta (dopo 10 minuti)
aggiungere 1 cucchiaino di Olio e uno di parmigiano.
Solo dopo aver constatato la buona digestione di questa minestrina
per 3 volte, aggiungere 1 cucchiaino di carne cotta nel brodo
o di liofilizzato Mellin (non omogeneizzato perché
il bambino non si abitui a mangiare solo cibi cremosi), affinché
gradualmente impari una consistenza sempre più simile
a quella naturale dei cibi degli adulti.
Quando si è certi della buona digestione della carne,
aggiungerla anche nella minestrina di verdure in quantità
non superiore ai 2 cucchiaini (10 grammi a 5 - 6 mesi).
Al 6° mese, quando ancora i pasti della
giornata sono 5, si possono alternare ai 3 pasti di latte,
2 minestrine, una di brodo di carne e una di brodo vegetale
con verdure passate o legumi.
Nella minestrina di carne con pastina, aggiungere la carne
e, in quella di verdure, il parmigiano o groviera grattugiato
(non il formaggino perché è troppo grasso e
determina vomito).
Anche dopo la minestra del pomeriggio può essere data
la frutta.
Per una corretta distribuzione dei pasti osservare
questo ordine:
1°, 3° e 5° pasto: latte con
2 biscotti Plasmon primi mesi.
2° e 4° pasto: minestrina e frutta.
Se a questa età il latte materno o artificiale liquido
o in polvere viene sostituito con latte vaccino, bollirlo
fino all’anno del bambino per essere più sicuri
della sua sterilità. Usare però latte parzialmente
scremato perché più digeribile in quanto la
funzionalità epatica non è ancora perfetta per
elaborare i grassi alimentari. Al latte può essere
aggiunto il caffè d’orzo o 1 cucchiaino di Orzo
Bimbo perché questo facilita la digestione del latte
rendendo il coagulo del latte simile a quello materno.
Sin dal 3° mese di vita si può
aggiungere nel latte crema di riso precotta o biscotto, rispettando
le dosi esatte consigliate dalle leggi della Puericultura:
1 grammo per mese di età, ossia 1 cucchiaino di crema
di riso = 1 grammo. 1 biscotto primi mesi Plasmon = 3 grammi.
Al 6° mese di età potranno essere
dati 2 biscotti in ogni poppata o 6 piccoli cucchiaini di
crema di riso. Oppure 3 di riso più un biscotto.
Al 9° mese si possono aggiungere al latte
3 biscotti e all’anno 4 biscotti. Non aumentare questa
dose per evitare diarrea o obesità.
In caso di intolleranza al glutine si usa
il biscotto senza glutine, o quello granulato, a cucchiaini,
relativamente al peso del bambino (in caso di intolleranza
anche la pastina sarà usata senza glutine). Dal 9°
mese le minestre siano simili a quelle della mamma, ossia
non solo passato di verdure ma con piselli o zucchine o fagioli
o lenticchie o zucca con pastina o riso, al pomodoro ma non
con pasta all’uovo. Evitare i funghi e le minestre di
cozze e pesce.
Nella giornata non dare la carne in entrambe le minestre
ma alternare con parmigiano, groviera, ricotta di mucca o
galbanino. Possibilmente evitare carne di maiale e, al posto
del prosciutto, dare la bresaola.
Dall’8° mese iniziare con ¼
-½ tuorlo d’uovo sodo al posto della carne (una
volta a settimana) se il bambino non ha reazione allergica
(eruzione) aumentare ogni due settimane la dose fino a raggiungere
1 tuorlo al 10 mese. Poi la chiara all’anno.
Dal 10° mese iniziare, una due volte
a settimana, con un cucchiaio di polpa di pesce (merluzzo,sogliola
o palombo) lesso o cotto a vapore o al cartoccio senza grassi.
Evitare fritti di mare e crostacei.
Per contorno usare tutte le verdure ma evitare
le fave (nei bambini sardi, soprattutto nel maschio, spesso
portatore di favismo, deficienza di un enzima per eredità).
All’anno il bambino può mangiare
i cibi degli adulti ma evitare pasti particolarmente
elaborati (lasagne, tortellini, ravioli, cannelloni e crepes
ripiene), dolci con crema, nutella o cioccolata o panna, con
frutta secca (soprattutto il Pandoro).
Si può dare pizza bianca, biscotti
al latte, gentilini, oro saiwa, ciambellone e crostate di
frutta o con marmellata, naturalmente a dosi giuste e non
per sostituire il normale pasto. Se il bambino rifiuta la
frutta, sostituirla con gocce di vitamina C.
Se è possibile non sostituire i pasti con gelato,
ma con latte o yogurt semplice o alla frutta (escluso quello
alle fragole).
Dal 4° mese di vita il bambino può
bere acqua potabile possibilmente con il bicchiere e non sempre
(oltre l’anno) con il poppatoio.
Se sono gradite le tisane o il Bibertè, darle anche
negli intervalli tra un pasto e l’altro soprattutto
nella stagione estiva.
Fino al 5° anno di vita iniziare sempre
il 1° e 2° pasto della sera con la minestra asciutta
o con verdure o legumi e mai con la carne o pesce o altre
proteine. Accompagnare questo alimento con contorni di verdure
o legumi con buccia perché le fibre servono per favorire
una regolarità intestinale.
All’anno i pasti sono quattro: la colazione
con latte e biscotti. A pranzo e cena primo e secondo piatto
con contorno e frutta. Al pomeriggio latte con biscotti o
yogurt con biscotti o con marmellata o frutta fresca o macedonia.
Se il bambino rifiuta il pasto del pomeriggio,
dare una spremuta o un succo di frutta. Non gelato né
merendine confezionate.
Se i genitori accettano tutti questi consigli
eviteranno crisi acetonemiche, vomiti frequenti, intolleranze
alimentari, crisi di orticaria o allergie e potranno constatare
una buona crescita e ottime abitudini future. Non chiedere
mai al figlio cosa desidera mangiare o presentare più
piatti preparati perché scelga. Spetta alla madre giudicare
i cibi più opportuni, stabilire il menù giornaliero
o settimanale per equilibrare nella dieta di piccoli e grandi
i cibi o piatti più adatti al benessere di tutti i
componenti della famiglia.
Ricordare di consumare la cena con tutta la famiglia riunita
perché l’unione sia di esempio, di stimolo e
ricordo nel futuro, quando ogni componente sarà costretto,
per lavoro o studio, ad allontanarsi dalla propria casa.
L’attuale situazione sociale condiziona molto spesso
la mamma a riprendere il lavoro dopo il 3° mese dal parto
per cui è necessario ridurre l’allattamento al
seno ed iniziare alcune poppate con latte artificiale. Sarà
opportuno, una decina di giorni prima, avvertire il pediatra
per abituare il bambino a questa alternanza dei pasti prima
che la mamma si allontani. Se il bambino viene affidato ad
un nido, interessarsi come si regolano per l’alimentazione
ed il tipo di cibi offerti.
Per i bambini più grandi dell’anno,
ai fini di intrattenerli in assenza materna, spesso vengono
iscritti a corsi di educazione fisica, sport del pallone,
nuoto, musica, ceramica, lingue. Sarà opportuno evitare
i corsi di nuoto durante la stagione invernale perché
all’uscita dall’ambiente caldo della piscina,
la differenza della temperatura esterna determina spesso episodi
di otiti recidivanti o faringo tonsilliti febbrili. Possibilmente
iscrivere il bambino al nuoto in primavera per il clima più
mite e costante.
Per il tempo vissuto in casa, non mettere
il bambino davanti alla televisione per molto tempo (ai fini
di essere la mamma libera per gli impegni casalinghi e famigliari)
perché la televisione reca danno agli occhi e può
offrire trasmissioni non opportune per il piccolo (potrebbe
avere un sonno agitato di notte).
Sarebbe giusto che la madre o il padre intrattenessero il
figlio con giochi o racconti non privandoli, anche in casa,
della loro attenzione e determinare nei piccoli o grandi,
indifferenza e carenze affettive, che nel tempo sfociano in
fobie, ansia, depressione, indifferenza, allontanamento o
anoressia, difficili ad essere risolte. Così non renderli
partecipi a litigi coniugali e risse di altri famigliari.
Non regalare giornalmente o frequentemente giocattoli
per compensare l’assenza soprattutto materna; il dono
finisce per essere un diritto e questo deve aumentare nei
confronti dell’età (cosa non giusta). Non è
opportuno dare la paghetta settimanale o mensile ma insegnare
che la buona condotta e il lavoro va considerato e premiato.
Sarà intelligente regalare un salvadanaio dove il figlio
o figlia conserveranno i loro premi o risparmi; questa premura
o attenzione sarà un’ottima preparazione futura
per la propria indipendenza nella scelta di piccole spese
gradite e utili al fine di soddisfare desideri personali.
Esigere che il bambino impari ad essere ordinato
sin dal 1° anno di vita, rispetti gli insegnamenti impartiti
in famiglia e ricevuti a scuola. Abbia sempre rispetto, educazione
e correttezza verso i genitori, nonni, fratelli, insegnanti
e compagni di scuola e gioco; sappia chiedere perdono e perdonare,
essere felice della propria e altrui felicità. Apprezzi
la sua casa, la famiglia e la bellezza di ogni cosa creata.
Insegnare ad eseguire i compiti a lui assegnati, avere la
massima correttezza nelle gare sportive.
I genitori devono essere convinti che insegnando questi doveri
non formano i figli per se stessi ma per ogni componente della
famiglia, per la società come cittadini onesti, coscienti,
uomini di fede e pellegrini per l’eternità.
Al termine delle scuole elementari, durante
le vacanze estive prima che il figlio entri nelle scuole medie,
la madre intrattenga la figlia, il padre e il figlio per spiegare
esattamente i suoi cambiamenti fisici per lo sviluppo
regolare in ogni soggetto affinché il ragazzo o ragazza
non ricorra ad estranei per soddisfare il suo giusto interesse
su tali argomenti. Non è opportuno che estranei
alla famiglia diano consigli o insegnino cose non lecite indirizzando
il soggetto a deviazioni.
Diversa è l’età nella quale avviene
lo sviluppo; molto precocemente nella femmina (9 - 12 anni)
più tardi per il maschio (11 - 14 anni).
Ma è opportuno che i genitori vigilino attentamente
questo periodo e squilibrio endocrino che nel maschio spesso
determina anche un minore impegno scolastico, e nella femmina
irascibilità.
La famiglia è un dono dell’amore e ogni figlio
il sigillo. Irradiare in seno alla famiglia, e esternamente,
la gioia di possedere questo inestimabile tesoro.
La vita è dono del Creatore e questa
dovrebbe svolgersi nel suo iter quotidiano all’insegna
e testimonianza del Suo amore per ogni creatura.
Per aiutare i genitori in questo ultimo compito
di conoscenza ad argomenti fisiologici sullo sviluppo, si
allega una specifica lezione, perché il figlio o la
figlia, in questo periodo di tempesta ormonale e marasma psichico,
riescano a superare il processo adolescenziale senza essere
schiacciati e meno contestatori nei confronti degli adulti.
Al termine delle scuole elementari i ragazzi sono ormai grandi
e possono apprendere correttamente l’affascinante mistero
della vita; sapere che ogni nuova vita è il frutto
dell’amore tra un uomo e una donna, di un babbo o papà
e di una mamma e, come ogni essere, fa nascere esseri simili
a loro, seguendo le stupende leggi della natura, creata non
dal caos ma da Dio.
Ogni individuo che pensa, riflette, esegue, corre, mangia,
dorme, sente, vede, ama in un mondo costituito dall’incastro
perfetto di apparati invisibilmente funzionanti e tutti tesi
al fine dell’accrescimento, mantenimento e riproduzione.
Durante gli anni di scuola senza meno i ragazzi hanno appreso
nozioni scientifiche su cosa è un apparato e quali
sono.
Successivamente sarà esposta la loro esplicita funzione.
Apparato nervoso centrale e periferico:
costituito da cervello, midollo spinale e nervi; centro di
partenza e arrivo di tutti gli stimoli adibiti ad ogni funzionamento
sensoriale, secretorio e motorio.
Apparato cardiovascolare: costituito da arterie,
vene, cuore con la funzionalità di apporto di ossigeno
e nutrimenti, energia, ormoni ed enzimi ad ogni cellula di
qualsiasi organo.
Apparato respiratorio: naso, faringe, laringe,
trachea, polmoni. Adibito agli scambi, con l’ambiente
esterno, di ossigeno e anidride carbonica.
Apparato digerente: bocca, esofago, stomaco,
intestino adibiti all’assunzione, elaborazione ed assimilazione
di cibi.
Apparato urinario: reni, ureteri, vescica
adibiti alla filtrazione del sangue ed escrezione delle sostanze
depurate.
Apparato endocrino: ipofisi, tiroide, timo,
surreni, pancreas, ovaio, testicoli pronti per la formazione
di ormoni, stimoli per le diverse funzionalità e finalità.
Apparato emopoietico: midollo, fegato, milza,
ghiandole adibite alla formazione dei tre elementi del sangue:
globuli rossi, globuli bianchi e piastrine.
Apparato locomotore: costituito da muscoli,
tendini, scheletro adibiti a qualsiasi movimento del corpo.
Apparato riproduttore: tutti gli apparati
sopra elencati non presentano alcuna differenza nei due sessi,
ma per questo apparato ci sono delle differenze anatomiche
legate al sesso. I maschi posseggono fra le gambe una specie
di borsa, che si chiama borsa scrotale o scroto, la quale
contiene due organi a forma di piccolo uovo, uno per parte,
detti testicoli. Sopra queste borse è posto l’organo
maschile chiamato pene. Tutti questi organi sono ben visibili
nel maschio e di questo rappresentano i caratteri sessuali
primari.
Nella femmina i caratteri sessuali primari
sono meno evidenti, perché gli organi sono interni.
L’unica che si vede è fra le gambe e si chiama
vulva. Questa apertura si continua all’interno del ventre
con un canale che ha il nome di vagina e questo canale porta
all’imboccatura di un organo vuoto all’interno,
a forma di pera con la parte più grossa rivolta verso
l’alto, che viene chiamato: utero. Nella parte alta
di questa cavità sboccano due tubicini chiamati: tube
o trombe. Questi tubicini da una parte sboccano nell’utero,
dall’altra si allungano a campana o a ventaglio. Da
questa parte allargata della tuba c’e, da un lato e
dall’altro, un piccolo organo ovoidale, che si chiama
ovaia. Le ovaie producono gli ovuli. Quando l’ovulo
giunge a maturazione, uno al mese dall’età puerile
in poi, si stacca dall’ovaia, viene aspirato nella tuba
e spinto verso l’utero. Durante il suo cammino può
incontrare la cellula o seme maschile e aversi così
la fusione delle due cellule, che darà inizio alla
formazione di una nuova creatura.
Nel maschio, i testicoli producono gli spermatozoi,
che, attraverso un sistema di canalini, arrivano ad un condotto
più ampio, che corre dentro il pene, per poi uscire
all’esterno.
Tutti questi organi e le loro parti esistono sin dalla nascita,
ma inizialmente non funzionano. Dall’età di 10
anni all’età di 13 nella femmina e dall’età
di 12 all’età di 15 per il maschio essi cominciano
a funzionare. L’inizio di questo periodo si chiama menarca
o pubertà, la fine di questa funzione menopausa
o andropausa.
Quando l’apparato genitale femminile, più precisamente
l’ovaia, comincia la produzione degli ovuli, una volta
al mese, alternativamente una volta a destra e una volta a
sinistra, l’ovaia espelle l’ovulo, il quale entra
nella tuba e viene spinto nell’utero. Se l’ovulo
non incontra lo spermatozoo, cioè non viene fecondato,
dopo essere arrivato nell’utero, sarà espulso
all’esterno attraverso la vagina e la vulva insieme
a sangue. Questo sangue altro non è che il prodotto
di sfaldamento di uno strato della parete interna dell’utero,
la quale si è gonfiata e riempita di sangue per accogliere
l’ovulo, se questo fosse stato fecondato. Questo strato
di mucosa, il sangue e l’ovulo espulso mensilmente,
se non avvenuta la fecondazione, prendono il nome di flusso
mestruale o mestruo o mestruazione. La prima mestruazione
dunque vuol dire che gli organi genitali sono entrambi in
azione, che la fanciulla ha prodotto il primo ovulo e comincia
a diventare donna. Tutto questo è perfettamente normale
e fisiologico; la mestruazione durerà quattro cinque
giorni e costituisce un piccolo fastidio costringendo la fanciulla
a portare gli assorbenti per raccogliere il sangue.
Nei ragazzi succede più o meno la stessa cosa; come
nelle femmine l’ovaia comincia a produrre ovuli, così
nel maschio il testicolo comincia a produrre gli spermatozoi.
Ma, mentre l’ovaia emette un solo ovulo per volta, il
testicolo da vita ad un numero enorme di spermatozoi. Il sangue
affluisce sempre più frequentemente e in maggior quantità
al pene, e spesso lo fa gonfiare, lo indurisce, provoca quel
fenomeno che si chiama erezione.
Di tanto in tanto, talvolta senza che il ragazzo se ne accorga,
il suo pene si mette in erezione e, sotto la spinta degli
spermatozoi, che si sono accumulati, in certi appositi organi,
che funzionano da serbatoi, emette fuori un liquido biancastro
e appiccicoso che è pieno di spermatozoi. Questo fenomeno
è detto polluzione, questo fenomeno si verifica il
più delle volte durante il sonno. Quindi è bene
che il ragazzo sappia che dalla pubertà la polluzione
non è una cosa anormale né una malattia, ma
tutto è perfettamente regolare, come la prima mestruazione
nelle bambine: è solo il segno dell’inizio della
maturazione sessuale.
La pubertà, cioè la fase di
maturazione sessuale, non si limita ai fatti che sono stati
descritti, e non riguarda solo gli organi sessuali primari,
ma in realtà, in questo periodo, cambia l’intero
organismo, un po’ per volta.
Il corpo delle bambine diventa più rotondo, più
armonioso, più bello; i seni cominciano a farsi sporgenti,
al pube e alle ascelle compare una peluria più o meno
accentuata.
Nei ragazzi le spalle si allargano, la voce si fa più
profonda, compaiono i primi segni di baffi e barba, la pelle
diventa più dura e resistente, compare la peluria intorno
al pene e al cavo ascellare; tutte queste modificazioni vengono
definite: caratteri sessuali secondari.
Conoscere lo svolgimento di questi fenomeni normali
è bene poiché sapere eviterà situazioni
equivoche e aiuterà i ragazzi e ragazze coltivare un
senso reciproco di rispetto.
Non durante il periodo della pubertà, ma quando il
ragazzo è diventato uomo e la ragazza donna, inizia
il desiderio di attrazione e di reciproco scambio di affetto.
L’organismo è indipendente dalla personalità.
Deve raggiungere da tutti i punti di vista la maturazione
per avere attrazione sessuale. Questo fenomeno fisiologico
si estrinseca con l’amore, cioè con il desiderio
che un uomo e una donna provano di stare insieme, uniti fisicamente
e spiritualmente, al punto di sentirsi un unico essere come
avviene in un matrimonio. In tale momento può avvenire
la fecondazione, ossia l’incontro della cellula femminile
con la maschile e realizzarsi la generazione di un nuovo essere,
una creatura che rassomiglierà ad entrambi i genitori.
Anticipare la conoscenza di queste fisiologiche cognizioni
permette di possedere una scienza.
E’ dovere insegnare ai genitori di preparare
i propri figli ad azioni che non devono esplicarsi precocemente
per non averne poi danni. Il corpo deve raggiungere
una completa maturazione nel suo insieme: mente, corpo, organi,
affinché la creatura generata sia perfetta e i genitori
siano all’altezza di assicurare ad essa una crescita
fisica e psichica normale in un ambiente stabile, sicuro e
sereno.
Attualmente siamo nell’era di esaltazione del sesso
e a questo viene attribuito ogni gioia e ogni conquista, ma
il genitore deve impartire ai figli la sua giusta misura;
come tutte le cose questo inizia e finisce, mentre le
leggi morali della vita hanno attraversato i secoli e sono pervenute ad ogni generazione nella completa integrità
e profondità, senza subire alterazioni da parte della
moda.
Per i genitori è legge educare i figli per
ogni aspetto della vita perché questa abbia
dignità e sappia avere rispetto massimo per se e per
ogni scala degli esseri terreni. Ricordare che la vita umana
è un meraviglioso passaggio per una vita più
splendida, poiché la vita umana è tale e soprannaturale.
L’amore muove tutte le cose e, affidando
ai genitori i consigli e regole più giuste per lo sviluppo
dei figli, potremo avere tutta la gioia di un mondo migliore.
Genitori, figli, piccoli e grandi aprite il cuore
e gli occhi al cielo con i suoi astri, alla terra con tutte
le sue meraviglie, penetrate il senso e il valore inestimabile
della vita e la sua bellezza infinita.
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"E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli:
Ed egli disse:
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie dell’ardore che la Vita ha
per se
stessa.
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
E benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Poiché essi hanno i loro propri pensieri.
Potete dar ricetto ai loro corpi ma non alle loro anime,
Poiché le loro anime dimorano nella casa del domani,
che neppure in sogno vi è concesso di visitare.
Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercate di
rendere essi simili a voi.
Poiché la vita non va mai indietro né indugia
con l’ieri.
Voi siete gli archi da cui i vostri figli come frecce vive
sono scoccate.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
e vi piega e vi flette con la sua forza perché le sue
frecce vadano veloci e lontane.
Fate che sia gioioso e lieto questo vostro esser piegati dalla
mano dell’Arciere:
Poiché come ama la freccia che scaglia, così
Egli ama anche l’arco che è saldo."
Tratto dal
“Il Profeta”
Gibran Kahlil Gibran
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Ringraziamenti
Ringrazio tutti i miei professori di pediatria e puericultura,
in particolare:
prof. CARONIA, prof. FRONTALI,
prof. GENTILI, prof. MAGGIONI,
prof. UNGHERI, prof. L. AMMANNITI,
prof. CAMMARELLA.
Maggio 2006
Deposito SIAE n. 602371
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della stessa Autrice:
Poesie
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