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."
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SCHERZA COI FANTI NON CON I SANTINI
di Emanuele Cazzolla
Fu l'invenzione della stampa a rendere fattibile la circolazione
delle immagini sacre all'esterno di chiese e santuari, custodi
dell'iconografia sacra pittorica e scultorea. Il santino,
nel propagare la devozione fuori dei luoghi di culto, trova
ben presto appropriata collocazione non solo a far da segnalibro
nel proprio libro di preghiere, ma anche sulla porta d'ingresso
delle case, ovvero nella bottega di lavoro, nonché
sulle porte di stalle, ovili, fienili, o ancora nelle imbarcazioni
e negli altri mezzi di trasporto.
Ad ogni attività presto verrà associato il relativo
santo protettore: dentro la custodia di uno strumento musicale
quasi sempre tra spartiti e accessori è riposta una
immaginetta di Santa Cecilia. Nelle abitazioni, oltre all'ingresso,
ogni luogo si fa adatto per accogliere un santino, dalla dispensa
al letto (comune l'usanza di riporlo fra la lana dei materassi),
oppure nella culla a vegliare su una nuova vita, o nella bara
a salvaguardare l'anima di un trapassato. Particolare devozione
si riserva al santo di cui si porta il nome di battesimo o
al patrono della propria città. E ognuno venera un
"proprio" Gesù o una "propria"
Madonna che, a seconda di titoli e miracoli, assume le denominazioni
più diverse.
Il santino esplode nel 1700. È in
questo secolo che nascono i famosi "canivets", inizialmente
confezionati a mano nei conventi di clausura. I loro minutissimi
intagli a contorno di miniature acquerellate, ne fanno pezzi
unici, oggi rarità da museo. Nella seconda metà
dell'800, il canivet diviene un prodotto industriale con i
contorni finemente fustellati e i pizzi perforati a macchina.
È l'epoca d'oro dei famosi stampatori francesi quali
Bouasse, Turgis, Letaille. Questi santini "merlettati"
finiscono col rappresentare la produzione per i ricchi, parallela
a quella delle immaginette cromolitografate, variante più
popolare e accessibile. Ma oggi anche queste ultime, con i
loro morbidi colori frutto di numerosi passaggi su pietre
litografiche, sono esemplari ambiti dai collezionisti.
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Prima del definitivo declino, il santino conosce l'ultima
stagione di dignitoso decoro con l'affermazione del Liberty
e la gradevolezza dei suoi ornamenti floreali. Fra le due
guerre compaiono le immaginette a un solo colore, grigio o
seppia, e con l'avvento della stampa offset alla produzione
artistica subentra quella essenzialmente divulgativa.
Se in tutti questi anni si è assistito a un sempre
più accresciuto interesse collezionistico verso i santini
d'epoca, oggi si registra un passo più in là.
I santini sono diventati figurine in bustine vendute in edicola
con l'album per la raccolta; come le mitiche figure Panini
dei calciatori. Ed è stato subito un boom editoriale,
già replicato dopo pochi mesi. Infatti, dopo la prima
raccolta uscita all'inizio del 2006, comprendente 438 immagini
diverse, da alcuni giorni è in distribuzione la nuova
serie "Santi, i campioni della Fede" edizioni Pubblicazioni
srl, di 504 figurine.
Il nuovo album (euro 4,00), oltre che più elegante
dal punto di vista grafico, è anche meglio confezionato
per essere non più spillato col punto metallico com'era
il primo (dal quale facilmente si staccavano le pagine centrali),
ma cucito a filo e con la copertina brossurata. I santini,
ad opera dello studioso Vittorio Pranzini, riproducono esemplari
che abbracciano pressoché tutta la storia della stampa,
dal 1500 ai giorni nostri, nonché tutta la storia della
santità. Sono sempre formato 6,8x11, autoadesivi, con
il nuovo accorgimento del distacco dalla carta retrostante
facilitato su uno dei quattro angoli. Così come le
bustine, che costano sempre 60 centesimi cadauna e contengono
6 esemplari.
E dopo il patrocinio della Curia di Ravenna per la prima raccolta
con la presentazione del cardinale Ersilio Tonini, adesso
c'è quello della curia di Imola e la presentazione
del cardinale Achille Silvestrini.
È una iniziativa molto affascinante, che piace in maniera
trasversale, e per età e per status sociale. Dalle
prime battute, pare che il successo si stia replicando con
addirittura più forza. Tutto fa supporre che l'operazione
non si esaurirà con la seconda raccolta, talché
è verosimile che a breve appaiano altre novità.
E chissà che fra alcuni anni, come già accaduto
per gli album dei calciatori, a qualcuno non venga l'idea
di rieditare queste raccolte, con le immagini già stampate
sui fogli (non come figurine da attaccare) e allegate magari
a qualche quotidiano. Per le repliche degli album dei calciatori
ci pensarono all'Unità. Si tengano pronti all'Osservatore
Romano. Così sia.
Da BARISERA
Foto fornite da Cartantica
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