Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

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SCHERZA COI FANTI NON CON I SANTINI

di Emanuele Cazzolla



Fu l'invenzione della stampa a rendere fattibile la circolazione delle immagini sacre all'esterno di chiese e santuari, custodi dell'iconografia sacra pittorica e scultorea. Il santino, nel propagare la devozione fuori dei luoghi di culto, trova ben presto appropriata collocazione non solo a far da segnalibro nel proprio libro di preghiere, ma anche sulla porta d'ingresso delle case, ovvero nella bottega di lavoro, nonché sulle porte di stalle, ovili, fienili, o ancora nelle imbarcazioni e negli altri mezzi di trasporto.
Ad ogni attività presto verrà associato il relativo santo protettore: dentro la custodia di uno strumento musicale quasi sempre tra spartiti e accessori è riposta una immaginetta di Santa Cecilia. Nelle abitazioni, oltre all'ingresso, ogni luogo si fa adatto per accogliere un santino, dalla dispensa al letto (comune l'usanza di riporlo fra la lana dei materassi), oppure nella culla a vegliare su una nuova vita, o nella bara a salvaguardare l'anima di un trapassato. Particolare devozione si riserva al santo di cui si porta il nome di battesimo o al patrono della propria città. E ognuno venera un "proprio" Gesù o una "propria" Madonna che, a seconda di titoli e miracoli, assume le denominazioni più diverse.

Il santino esplode nel 1700. È in questo secolo che nascono i famosi "canivets", inizialmente confezionati a mano nei conventi di clausura. I loro minutissimi intagli a contorno di miniature acquerellate, ne fanno pezzi unici, oggi rarità da museo. Nella seconda metà dell'800, il canivet diviene un prodotto industriale con i contorni finemente fustellati e i pizzi perforati a macchina. È l'epoca d'oro dei famosi stampatori francesi quali Bouasse, Turgis, Letaille. Questi santini "merlettati" finiscono col rappresentare la produzione per i ricchi, parallela a quella delle immaginette cromolitografate, variante più popolare e accessibile. Ma oggi anche queste ultime, con i loro morbidi colori frutto di numerosi passaggi su pietre litografiche, sono esemplari ambiti dai collezionisti.


Prima del definitivo declino, il santino conosce l'ultima stagione di dignitoso decoro con l'affermazione del Liberty e la gradevolezza dei suoi ornamenti floreali. Fra le due guerre compaiono le immaginette a un solo colore, grigio o seppia, e con l'avvento della stampa offset alla produzione artistica subentra quella essenzialmente divulgativa.
Se in tutti questi anni si è assistito a un sempre più accresciuto interesse collezionistico verso i santini d'epoca, oggi si registra un passo più in là. I santini sono diventati figurine in bustine vendute in edicola con l'album per la raccolta; come le mitiche figure Panini dei calciatori. Ed è stato subito un boom editoriale, già replicato dopo pochi mesi. Infatti, dopo la prima raccolta uscita all'inizio del 2006, comprendente 438 immagini diverse, da alcuni giorni è in distribuzione la nuova serie "Santi, i campioni della Fede" edizioni Pubblicazioni srl, di 504 figurine.


Il nuovo album (euro 4,00), oltre che più elegante dal punto di vista grafico, è anche meglio confezionato per essere non più spillato col punto metallico com'era il primo (dal quale facilmente si staccavano le pagine centrali), ma cucito a filo e con la copertina brossurata. I santini, ad opera dello studioso Vittorio Pranzini, riproducono esemplari che abbracciano pressoché tutta la storia della stampa, dal 1500 ai giorni nostri, nonché tutta la storia della santità. Sono sempre formato 6,8x11, autoadesivi, con il nuovo accorgimento del distacco dalla carta retrostante facilitato su uno dei quattro angoli. Così come le bustine, che costano sempre 60 centesimi cadauna e contengono 6 esemplari.
E dopo il patrocinio della Curia di Ravenna per la prima raccolta con la presentazione del cardinale Ersilio Tonini, adesso c'è quello della curia di Imola e la presentazione del cardinale Achille Silvestrini.
È una iniziativa molto affascinante, che piace in maniera trasversale, e per età e per status sociale. Dalle prime battute, pare che il successo si stia replicando con addirittura più forza. Tutto fa supporre che l'operazione non si esaurirà con la seconda raccolta, talché è verosimile che a breve appaiano altre novità. E chissà che fra alcuni anni, come già accaduto per gli album dei calciatori, a qualcuno non venga l'idea di rieditare queste raccolte, con le immagini già stampate sui fogli (non come figurine da attaccare) e allegate magari a qualche quotidiano. Per le repliche degli album dei calciatori ci pensarono all'Unità. Si tengano pronti all'Osservatore Romano. Così sia.

Da BARISERA

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