ANTICO TESTAMENTO FIGURATO (XXXIV)
Libri Profetici
Baruc - Capitoli 1-6
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Capitolo 1 |
INTRODUZIONE
Baruc e l'assemblea dei Giudei a Babilonia
[1] Queste sono le parole del libro che Baruc figlio di Neria, figlio di Maasià, figlio di Sedecìa, figlio di Asadia, figlio di Chelkìa, scrisse in Babilonia
[2 nell'anno quinto, il sette del mese, nella ricorrenza di quando i Caldei presero Gerusalemme e la diedero alle fiamme.
[3 ]Baruc lesse le parole di questo libro alla presenza di Ieconia, figlio di Ioiakìm, re di Giuda e di tutto il popolo, accorso per ascoltare la lettura:
[4] erano presenti i nobili, i figli del re, gli anziani, tutto il popolo dal più piccolo al più grande, quanti insomma abitavano in Babilonia presso il fiume Sud.
[5] Ascoltata la lettura, piansero, digiunarono, pregarono il Signore
[6] poi, raccolto un pò di denaro, secondo quel che ognuno poteva dare,
[7] lo mandarono a Gerusalemme al sacerdote Ioakim figlio di Chelkìa, figlio di Salòm e agli altri sacerdoti e al popolo che erano con lui in Gerusalemme.
[8] Era il dieci del mese di Sivan, quando Baruc ricevette, per portarli in Giuda, i vasi della casa del Signore, che erano stati portati via dal tempio. Erano quei vasi d'argento che Sedecìa figlio di Giosia, re di Giuda, aveva fatto rifare
[9] dopo che Nabucodònosor re di Babilonia aveva deportato da Gerusalemme in Babilonia Ieconia, i principi, gli schiavi, i nobili e il popolo del paese.
[10] Mandarono a dire loro: Ecco, vi mandiamo il denaro per comprare olocausti, sacrifici espiatori e incenso e offrire oblazioni sull'altare del Signore nostro Dio.
[11] Pregate per la vita di Nabucodònosor re di Babilonia e per la vita di suo figlio Baldassàr, perché i loro giorni sulla terra siano lunghi come i giorni del cielo sulla terra.
[12] Pregate perché il Signore ci dia forza e illumini i nostri occhi e si possa vivere all'ombra di Nabucodònosor, re di Babilonia, e all'ombra del figlio Baldassàr e servirli per molti anni e trovar grazia ai loro occhi.
[13] Pregate il Signore nostro Dio anche per noi che lo abbiamo offeso e fino ad oggi il suo sdegno e la sua ira non si sono allontanati da noi.
[14] Leggete perciò questo libro che vi abbiamo mandato per fare pubblica confessione nel tempio del Signore, in giorno di festa e nei giorni opportuni
[15] Direte dunque:
I. PREGHIERA DEGLI ESILIATI
La confessione dei peccati
Al Signore nostro Dio la giustizia; a noi il disonore sul volto, come oggi avviene per i Giudei e gli abitanti di Gerusalemme,
[16] per i nostri re e per i nostri principi, per i nostri sacerdoti e i nostri profeti e per i nostri padri, [17] perché abbiamo offeso il Signore,
[18] gli abbiamo disobbedito, non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio per camminare secondo i decreti che il Signore ci aveva messi dinanzi.
[19] Da quando il Signore fece uscire i nostri padri dall'Egitto fino ad oggi noi ci siamo ribellati al Signore nostro Dio e ci siamo ostinati a non ascoltare la sua voce.
[20] Così, come oggi costatiamo, ci son venuti addosso tanti mali insieme con la maledizione che il Signore aveva minacciata per mezzo di Mosè suo servo, quando fece uscire i nostri padri dall'Egitto per concederci un paese in cui scorre latte e miele.
[21] Non abbiamo ascoltato la voce del Signore nostro Dio, secondo le parole dei profeti che egli ci ha mandato:
[22] ma ciascuno di noi ha seguito le perverse inclinazioni del suo cuore, ha servito dei stranieri e ha fatto ciò che è male agli occhi del Signore nostro Dio.
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Capitolo 2 |
[1] Per questo il Signore ha adempiuto le sue parole pronunziate contro di noi, contro i nostri giudici che governano Israele, contro i nostri re e contro i nostri principi, contro ogni uomo d'Israele e di Giuda.
[2] Non era mai avvenuto sotto la volta del cielo quello che egli ha compiuto in Gerusalemme, come sta scritto nella legge di Mosè
[3] fino al punto di mangiarsi uno le carni del figlio e un altro quelle della figlia.
[4] Il Signore li mise in potere di tutti i regni vicini e li rese oggetto di vituperio e di disprezzo per tutti quei popoli in mezzo ai quali li aveva dispersi.
[5] Così ci ha reso schiavi invece di padroni, perché abbiamo offeso il Signore nostro Dio e non abbiamo ascoltato la sua voce.
[6] Al Signore nostro Dio la giustizia, a noi e ai padri nostri il disonore sul volto, come avviene ancor oggi.
[7] Tutte le calamità che il Signore ci aveva minacciate, ci sono venute addosso.
[8] Ma noi non abbiamo placato lo sdegno del Signore, rinunziando ai perversi affetti del nostro cuore.
[9] Così il Signore, che è pronto al castigo, lo ha mandato sopra di noi, poiché egli è giusto in tutte le opere che ci ha comandate,
[10] mentre noi non abbiamo dato ascolto alla sua voce, eseguendo i decreti che ci aveva posti davanti.
La supplica
[11] Ora, Signore Dio d'Israele, che hai fatto uscire il tuo popolo dall'Egitto con mano forte, con segni e prodigi, con grande potenza e braccio possente e ti sei fatto un nome glorioso come oggi lo possiedi,
[12] noi abbiamo peccato, siamo stati empi, abbiamo trasgredito, Signore Dio nostro, i tuoi comandamenti.
[13] Allontana da noi lo sdegno, poiché siamo rimasti molto pochi in mezzo alle genti fra le quali tu ci hai dispersi.
[14] Ascolta, Signore, la nostra preghiera, la nostra supplica, liberaci per il tuo amore e facci trovar grazia davanti a coloro che ci hanno deportati
[15] perché tutta la terra sappia che tu sei il Signore nostro Dio e che il tuo nome è stato invocato su Israele e su tutta la sua stirpe.
[16] Guarda, Signore, dalla tua santa dimora e pensa a noi; inclina il tuo orecchio, Signore, e ascolta;
[17] apri, Signore, gli occhi e osserva: non i morti che sono negli inferi, il cui spirito se n'è andato dalle loro viscere, danno gloria e giustizia al Signore,
[18] ma chi geme sotto il peso, chi se ne va curvo e spossato, chi ha gli occhi languenti, chi è affamato, questi sono coloro che ti rendono gloria e giustizia, Signore.
[19] Non per i meriti dei nostri padri e dei nostri re ti presentiamo le nostre suppliche, Signore Dio nostro,
[20] ma perché tu hai mandato sopra di noi la tua collera e il tuo sdegno, come avevi dichiarato per mezzo dei tuoi servi i profeti:
[21] «Ecco, dice il Signore: Curvate le spalle, servite il re di Babilonia e dimorerete nella terra da me data ai vostri padri.
[22] Ma se non darete ascolto alla voce del Signore che comanda di servire il re di Babilonia,
[23] farò cessare nelle città di Giuda e per le vie di Gerusalemme il grido di gioia e di letizia, il canto dello sposo e della sposa e tutto il territorio diventerà un deserto senza abitanti».
[24] Noi non abbiamo dato ascolto alla tua voce di servire il re di Babilonia, perciò tu hai eseguito la minaccia, fatta per mezzo dei tuoi servi i profeti, che le ossa dei nostri re e dei nostri padri sarebbero rimosse dalla loro tomba.
[25] Ed eccole abbandonate al calore del giorno e al gelo della notte. Essi son morti fra atroci dolori, di fame, di spada e di peste;
[26 il tempio che porta il tuo nome tu lo hai ridotto nello stato in cui oggi si trova, per la malvagità della casa d'Israele e di Giuda
[27] Tuttavia tu hai agito verso di noi, Signore Dio nostro, secondo tutta la tua bontà e secondo tutta la tua grande misericordia,
[28] come avevi detto per mezzo del tuo servo Mosè, quando gli ordinasti di scrivere la tua legge davanti agli Israeliti, dicendo:
[29] «Se voi non darete ascolto alla mia voce, questa moltitudine che ora è così grande sarà ridotta a un piccolo resto in mezzo alle nazioni fra le quali io la disperderò;
[30] poiché io so che non mi ascolterà, perché è un popolo di dura cervice. Però nella terra del loro esilio ritorneranno in sé
[31] e riconosceranno che io sono il Signore loro Dio. Darò loro un cuore e orecchi che ascoltano;
[32] nella terra del loro esilio mi loderanno e si ricorderanno del mio nome
[33] e ripensando alla sorte subìta dai loro padri che peccarono contro di me, abbandoneranno la loro caparbietà e la loro malizia.
[34] Io li ricondurrò nella terra promessa con giuramento ai loro padri, ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe; essi ne avranno di nuovo il dominio e io li moltiplicherò e non diminuiranno più;
[35] farò con loro un'alleanza perenne: io sarò Dio per loro ed essi saranno popolo per me, né scaccerò mai più il mio popolo Israele dal paese che gli ho dato».
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Capitolo 3 |
[1] Signore onnipotente, Dio d'Israele, un'anima angosciata, uno spirito tormentato grida verso di te.
[2] Ascolta, Signore, abbi pietà, perché abbiamo peccato contro di te.
[3] Tu domini sempre, noi continuamente periamo.
[4] Signore onnipotente, Dio d'Israele, ascolta dunque la supplica dei morti d'Israele, dei figli di coloro che hanno peccato contro di te: essi non hanno ascoltato la voce del Signore loro Dio e a noi si sono attaccati questi mali.
[5] Non ricordare l'iniquità dei nostri padri, ma ricordati ora della tua potenza e del tuo nome
[6] poiché tu sei il Signore nostro Dio e noi ti loderemo, Signore
[7] Per questo tu hai riempito i nostri cuori del tuo timore perché invocassimo il tuo nome. Noi ti lodiamo ora nell'esilio, poiché abbiamo allontanato dal cuore tutta l'iniquità dei nostri padri, i quali hanno peccato contro di te.
[8] Ecco, siamo ancor oggi esiliati e dispersi, oggetto di obbrobrio, di maledizione e di condanna per tutte le iniquità dei nostri padri, che si sono ribellati al Signore nostro Dio.
II. LA SAGGEZZA, PREROGATIVA DI ISRAELE
[9] Ascolta, Israele, i comandamenti della vita,
porgi l'orecchio per intender la prudenza.
[10] Perché, Israele, perché ti trovi in terra nemica
e invecchi in terra straniera?
[11] Perché ti contamini con i cadaveri
e sei annoverato fra coloro che scendono negli inferi?
[12] Tu hai abbandonato la fonte della sapienza!
[13] Se tu avessi camminato nei sentieri di Dio,
saresti vissuto sempre in pace.
[14] Impara dov'è la prudenza,
dov'è la forza, dov'è l'intelligenza,
per comprendere anche dov'è la longevità e la vita,
dov'è la luce degli occhi e la pace.
[15] Ma chi ha scoperto la sua dimora,
chi è penetrato nei suoi forzieri?
[16] Dove sono i capi delle nazioni,
quelli che dominano le belve che sono sulla terra?
[17] Coloro che si divertono con gli uccelli del cielo,
quelli che ammassano argento e oro,
in cui confidano gli uomini,
e non pongono fine ai loro possessi?
[18] Coloro che lavorano l'argento e lo cesellano
senza rivelare il segreto dei loro lavori?
[19] Sono scomparsi, sono scesi negli inferi
e altri hanno preso il loro posto.
[20] Nuove generazioni hanno visto la luce
e sono venute ad abitare il paese,
ma non hanno conosciuto la via della sapienza,
[21] non hanno appreso i suoi sentieri;
neppure i loro figli l'hanno raggiunta,
anzi, si sono allontanati dalla sua via.
[22] Non se n'è sentito parlare in Canaan,
non si è vista in Teman.
[23] I figli di Agar, che cercano sapienza terrena,
i mercanti di Merra e di Teman,
i narratori di favole, i ricercatori dell'intelligenza
non hanno conosciuto la via della sapienza,
non si son ricordati dei suoi sentieri.
[24] Israele, quanto è grande la casa di Dio,
quanto è vasto il luogo del suo dominio!
[25] E' grande e non ha fine,
è alto e non ha misura!
[26] Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi,
alti di statura, esperti nella guerra;
[27] ma Dio non scelse costoro
e non diede loro la via della sapienza:
[28] perirono perché non ebbero saggezza,
perirono per la loro insipienza.
[29] Chi è salito al cielo per prenderla
e farla scendere dalle nubi?
[30] Chi ha attraversato il mare e l'ha trovata
e l'ha comprata a prezzo d'oro puro?
[31] Nessuno conosce la sua via,
nessuno pensa al suo sentiero.
[32] Ma colui che sa tutto, la conosce
e l'ha scrutata con l'intelligenza.
E' lui che nel volger dei tempi ha stabilito la terra
e l'ha riempita d'animali;
[33] lui che invia la luce ed essa va,
che la richiama ed essa obbedisce con tremore.
[34] Le stelle brillano dalle loro vedette
e gioiscono;
[35] egli le chiama e rispondono: «Eccoci!»
e brillano di gioia per colui che le ha create.
[36] Egli è il nostro Dio
e nessun altro può essergli paragonato.
[37] Egli ha scrutato tutta la via della sapienza
e ne ha fatto dono a Giacobbe suo servo,
a Israele suo diletto.
[38] Per questo è apparsa sulla terra
e ha vissuto fra gli uomini. |
Capitolo 4 |
[1] Essa è il libro dei decreti di Dio,
è la legge che sussiste nei secoli;
quanti si attengono ad essa avranno la vita,
quanti l'abbandonano moriranno.
[2] Ritorna, Giacobbe, e accoglila,
cammina allo splendore della sua luce.
[3] Non dare ad altri la tua gloria,
né i tuoi privilegi a gente straniera.
[4] Beati noi, o Israele,
perché ciò che piace a Dio ci è stato rivelato.
III. LAMENTI E SPERANZE DI GERUSALEMME
[5] Coraggio, popolo mio, tu, resto d'Israele!
[6] Siete stati venduti alle genti
non per essere annientati,
ma perché avete provocato lo sdegno di Dio
siete stati consegnati ai nemici.
[7] Avete irritato il vostro creatore,
sacrificando ai dèmoni e non a Dio.
[8] Avete dimenticato chi vi ha allevati, il Dio eterno,
avete afflitto colei che vi ha nutriti, Gerusalemme.
[9] Essa ha visto piombare su di voi l'ira divina
e ha esclamato: Ascoltate, città vicine di Sion,
Dio mi ha mandato un grande dolore.
[10] Ho visto, infatti, la schiavitù in cui l'Eterno
ha condotto i miei figli e le mie figlie.
[11] Io li avevo nutriti con gioia
e li ho dovuti lasciare con lacrime e gemiti.
[12] Nessuno goda di me nel vedermi vedova e desolata;
sono abbandonata per i peccati dei miei figli
che deviarono dalla legge di Dio,
[13] non si curarono dei suoi decreti,
non seguirono i suoi comandamenti,
non procedettero per i sentieri della dottrina,
secondo la sua giustizia.
[14] Venite, o città vicine di Sion,
considerate la schiavitù in cui l'Eterno
ha condotto i miei figli e le mie figlie.
[15] Ha mandato contro di loro un popolo lontano,
una gente perversa di lingua straniera,
che non ha avuto rispetto dei vecchi, né pietà dei bambini,
[16] che ha strappato i cari figli alla vedova
e l'ha lasciata sola senza figlie.
[17] E io come posso aiutarvi?
[18] Chi vi ha afflitto con tanti mali
saprà liberarvi dal potere dei vostri nemici.
[19] Andate, figli miei, andate, io resto sola.
[20] Ho deposto l'abito di pace,
ho indossato il cilicio della supplica,
griderò all'Eterno per tutti i miei giorni.
[21] Coraggio, figli miei, gridate a Dio
ed egli vi libererà dall'oppressione
e dal potere dei vostri nemici.
[22] Io, infatti, spero dall'Eterno la vostra salvezza.
Una grande gioia mi viene dal Santo,
per la misericordia che presto vi giungerà
dall'Eterno vostro salvatore.
[23] Vi ho visti partire fra gemiti e pianti,
ma Dio vi ricondurrà a me
con letizia e gioia, per sempre.
[24] Come ora le città vicine di Sion
hanno visto la vostra schiavitù,
così vedranno ben presto la vostra salvezza
da parte del vostro Dio;
essa verrà a voi
con grande gloria e splendore dell'Eterno.
[25] Figli, sopportate con pazienza la collera
che da Dio è venuta su di voi.
Il nemico vi ha perseguitati,
ma vedrete ben presto la sua rovina
e calcherete il piede sul suo collo.
[26] I miei figli tanto delicati
hanno dovuto battere aspri sentieri,
incalzati come gregge rapito dal nemico.
[27] Coraggio, figli, gridate a Dio,
poiché si ricorderà di voi colui che vi ha provati.
[28] Però, come pensaste di allontanarvi da Dio,
così ritornando decuplicate lo zelo per ricercarlo,
[29] poiché chi vi ha afflitti con tante calamità
vi darà anche, con la salvezza, una gioia perenne.
[30] Coraggio, Gerusalemme!
Colui che ti ha dato un nome ti consolerà.
[31] Maledetti i tuoi oppressori,
che hanno goduto della tua caduta;
[32] maledette le città in cui sono stati schiavi i tuoi figli,
maledetta colei che li ha trattenuti.
[33] Come ha gioito per la tua caduta
e si è allietata per la tua rovina,
così patirà per la sua desolazione.
[34] Le toglierò la gioia di essere così popolata,
il suo tripudio sarà cambiato in lutto.
[35] Un fuoco cadrà su di lei per lunghi giorni
per volere dell'Eterno
e per molto tempo sarà abitata da demoni.
[36] Guarda ad oriente, Gerusalemme,
osserva la gioia che ti viene da Dio.
[37] Ecco, ritornano i figli che hai visti partire,
ritornano insieme riuniti dall'oriente all'occidente,
alla parola del Santo, esultanti per la gloria di Dio.
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Capitolo 5 |
[1] Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione,
rivèstiti dello splendore della gloria
che ti viene da Dio per sempre.
[2] Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio,
metti sul capo il diadema di gloria dell'Eterno,
[3] perché Dio mostrerà il tuo splendore
ad ogni creatura sotto il cielo.
[4] Sarai chiamata da Dio per sempre:
Pace della giustizia e gloria della pietà.
[5] Sorgi, o Gerusalemme, e stà in piedi sull'altura
e guarda verso oriente; vedi i tuoi figli riuniti
da occidente ad oriente,
alla parola del Santo, esultanti per il ricordo di Dio.
[6] Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici;
ora Dio te li riconduce
in trionfo come sopra un trono regale.
[7] Poiché Dio ha stabilito di spianare
ogni alta montagna e le rupi secolari,
di colmare le valli e spianare la terra
perché Israele proceda sicuro sotto la gloria di Dio.
[8] Anche le selve e ogni albero odoroso
faranno ombra ad Israele per comando di Dio.
[9] Perché Dio ricondurrà Israele con gioia
alla luce della sua gloria,
con la misericordia e la giustizia
che vengono da lui. |
Capitolo65 |
IV. LETTERA DI GEREMIA
[1] Per i peccati da voi commessi di fronte a Dio sarete condotti prigionieri in Babilonia da Nabucodònosor re dei Babilonesi.
[2] Giunti dunque in Babilonia,
[3] Ora, vedrete in Babilonia idoli d'argento, d'oro e di legno, portati a spalla, i quali infondono timore ai pagani.
[4] State attenti dunque a non imitare gli stranieri; il timore dei loro dei non si impadronisca di voi.
[5] Alla vista di una moltitudine che prostrandosi davanti e dietro a loro li adora, pensate: «Te dobbiamo adorare, Signore».
[6] Poiché il mio angelo è con voi, egli si prenderà cura di voi.
[7] Essi hanno una lingua limata da un artefice, sono indorati e inargentati, ma sono simulacri falsi e non possono parlare
[8] Come si fa con una ragazza vanitosa, prendono oro e acconciano corone sulla testa dei loro dei.
[9]Talvolta anche i sacerdoti, togliendo ai loro dei oro e argento, lo spendono per sé, dandone anche alle prostitute nei postriboli.
[10] Adornano poi con vesti, come si fa con gli uomini, questi idoli d'argento, d'oro e di legno; ma essi non sono in grado di salvarsi dalla ruggine e dai tarli.
[11] Sono avvolti in una veste purpurea, ma bisogna pulire il loro volto per la polvere del tempio che si posa abbondante su di essi.
[12] Come un governatore di una regione, il dio ha lo scettro, ma non stermina colui che lo offende.
[13] Ha il pugnale e la scure nella destra, ma non si libera dalla guerra e dai ladri.
[14 Per questo è evidente che non sono dei; non temeteli, dunque!
[15] Come un vaso di terra una volta rotto diventa inutile, così sono i loro dei, posti nei templi. [16] I loro occhi sono pieni della polvere sollevata dai piedi di coloro che entrano.
[17] Come ad uno che abbia offeso un re si tiene bene sbarrato il luogo dove è detenuto perché deve essere condotto a morte, così i sacerdoti assicurano i templi con portoni, con serrature e con spranghe, perché non vengano saccheggiati dai ladri.
[18] Accendono loro lumi, persino più numerosi che per se stessi, ma gli dei non ne vedono alcuno.
[19] Sono come una delle travi del tempio; il loro interno, come si dice, viene divorato e anch'essi senza accorgersene sono divorati dagli insetti che strisciano dalla terra, insieme con le loro vesti
[20] Il loro volto si annerisce per il fumo del tempio.
[21] Sul loro corpo e sulla testa si posano pipistrelli, rondini e altri uccelli e anche i gatti.
[22] Di qui potete conoscere che non sono dei; non temeteli, dunque!
[23] L'oro di cui sono adorni per bellezza non risplende se qualcuno non ne toglie la patina; perfino quando venivano fusi, essi non se ne accorgevano.
[24] Furono comprati a qualsiasi prezzo, essi che non hanno alito vitale.
[25] Senza piedi, vengono portati a spalla, mostrando agli uomini la loro condizione vergognosa; arrossiscono anche i loro fedeli perché, se cadono a terra, non si rialzano più
[26] Neanche se uno li colloca diritti si muoveranno da sé, né se si sono inclinati si raddrizzeranno; si pongono offerte innanzi a loro come ai morti.
[27] I loro sacerdoti vendono le loro vittime e ne traggono profitto; anche le mogli di costoro ne pongono sotto sale una parte e non ne danno né ai poveri né ai bisognosi; anche una donna in stato di impurità e la puerpera toccano le loro vittime.
[28] Conoscendo dunque da questo che non sono dei, non temeteli!
[29] Come infatti si potrebbero chiamare dei? Perfino le donne presentano offerte a questi idoli d'argento, d'oro e di legno.
[30] Nei templi i sacerdoti siedono con le vesti stracciate, la testa e le guance rasate, a capo scoperto.
[31] Urlano alzando grida davanti ai loro dei, come fanno alcuni durante un banchetto funebre. [32] I sacerdoti si portan via le vesti degli dei e ne rivestono le loro mogli e i loro bambini
[33] Gli idoli non possono contraccambiare né il male né il bene ricevuto da qualcuno; non possono né costituire né spodestare un re;
[34] nemmeno possono dare ricchezze né soldi. Se qualcuno, fatto un voto, non lo mantiene, non se ne curano.
[35] Non liberano un uomo dalla morte né sottraggono il debole da un forte
[36] Non rendono la vista a un cieco né liberano un uomo dalle angosce
[37] Non hanno pietà della vedova né beneficano l'orfano.
[38] Sono simili alle pietre estratte dalla montagna quegli idoli di legno, indorati e argentati. Iloro fedeli saranno confusi.
[39] Come dunque si può ritenere e dichiarare che costoro sono dei?
[40] Inoltre, perfino gli stessi Caldei li disonorano; questi infatti quando trovano un muto incapace di parlare lo presentano a Bel pregandolo di farlo parlare, quasi che costui potesse sentire.
[41] Costoro, pur rendendosene conto, non sono capaci di abbandonare gli idoli, perché non hanno senno.
[42] Le donne siedono per la strada cinte di cordicelle e bruciano della crusca.
[43] Quando qualcuna di esse, tratta in disparte da qualche passante, si è data a costui, schernisce la sua vicina perché non fu stimata come lei e perché la sua cordicella non fu spezzata.
[44] Quanto avviene attorno agli idoli è menzogna; dunque, come si può credere e dichiarare che costoro sono dei?
[45] Gli idoli sono lavoro di artigiani e di orefici; essi non diventano niente altro che ciò che gli artigiani vogliono che siano.
[46] Coloro che li fabbricano non hanno vita lunga; come potrebbero le cose da essi fabbricate essere dei?
[47] Essi lasciano ai loro posteri menzogna e ignominia.
[48] Difatti, quando sopraggiungono la guerra e le calamità, i sacerdoti si consigliano fra di loro sul come potranno nascondersi insieme con i loro dei.
[49] Come dunque è possibile non comprendere che non sono dei coloro che non possono salvare se stessi né dalla guerra né dai mali?
[50] Dopo tali fatti si riconoscerà che gli idoli di legno, indorati e argentati, sono una menzogna; a tutte le genti e ai re sarà evidente che essi non sono dei, ma lavoro delle mani d'uomo e che sono privi di ogni qualità divina.
[51] A chi dunque non sarà evidente che non sono dei?
[52] Essi infatti non possono costituire un re sul panè concedere la pioggia agli uomini
[53] non risolvono le contese, né liberano l'oppresso, poiché non hanno alcun potere; sono come cornacchie fra il cielo e la terra.
[54] Infatti, se il fuoco si attacca al tempio di questi dei di legno o indorati o argentati, mentre i loro sacerdoti fuggiranno e si metteranno in salvo, essi invece come travi bruceranno là in mezzo.
[55] A un re e ai nemici non possono resistere.
[56] Come dunque si può ammettere e pensare che essi siano dei?
[57] Né dai ladri né dai briganti si salveranno questi idoli di legno, argentati e indorati, ai quali i ladri con la violenza tolgono l'oro, l'argento e la veste che li avvolge e poi fuggono tenendo la roba; essi non sono in grado di aiutare neppure se stessi.
[58] Per questo vale meglio di questi dei bugiardi un re che mostri coraggio oppure un arnese utile in casa, di cui si serve chi l'ha acquistato; anche meglio di questi dei bugiardi è una porta, che tenga al sicuro quanto è dentro la casa o perfino una colonna di legno in un palazzo.
[59] Il sole, la luna, le stelle, essendo lucenti e destinati a servire a uno scopo obbediscono volentieri.
[60] Così anche il lampo, quando appare, è ben visibile; anche il vento spira su tutta la regione. [61] Quando alle nubi è ordinato da Dio di percorrere tutta la terra, eseguiscono l'ordine; il fuoco, inviato dall'alto per consumare monti e boschi, eseguisce il comando.
[62] Gli idoli invece non assomigliano né per l'aspetto né per la potenza a queste cose.
[63] Perciò non si deve ritenere né dichiarare che siano dei, poiché non possono né rendere giustizia né beneficare gli uomini.
[64] Conoscendo dunque che non sono dei, non temeteli!
[65] Essi non maledicono né benedicono i re;
[66] non mostrano alle genti segni nel cielo, né risplendono come il sole, né illuminano come la luna.
[67] Le belve sono migliori di loro, perché possono fuggire in un riparo e provvedere a se stesse.
[68] Dunque, in nessuna maniera è chiaro per noi che essi sono dei; per questo non temeteli!
[69] Come infatti uno spauracchio che in un cocomeraio nulla protegge, tali sono i loro idoli di legno indorati e argentati;
[70] ancora, i loro idoli di legno indorati e argentati si possono paragonare a un ramo nell'orto, su cui si posa ogni sorta di uccelli, o anche a un cadavere gettato nelle tenebre.
[71] Dalla porpora e dal bisso che si logorano su di loro saprete che non sono dei; infine saranno divorati e nel paese saranno una vergogna.
[72] E' migliore un uomo giusto che non abbia idoli, poiché sarà lontano dal disonore.
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continua con Ezechiele
- per altri testi sull'argomento, vedere all'articolo:
e, a questo proposito, In Collaborazioni, del Prof. Franco Frilli:
P.s. La maggior parte delle immagini riprodotte negli articoli sull'Antico Testamento sono state gentilmente concesse da Rosina Llagaria Vidal che ringrazio sentitamente
- Si fa notare che in alcune pagine del Vecchio Testamento relative a prescrizioni e regole, non ci saranno immagini (es. Levitico))
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