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SANT'ANTONIO, VITA, MORTE E MIRACOLI
Sant'Antonio da Padova, forse secondo solo a San Giuseppe,
è il santo più noto e amato nel mondo. Milioni
di pellegrini e devoti, provenienti da ogni parte della
terra, visitano ogni anno la sua Basilica a Padova.
Non
vi è chiesa al mondo che non abbia un altare, un
dipinto, una statua, un affresco, una nicchia a Lui dedicati.
Per non parlare poi delle piccole statue e dei santini presenti
in vari luoghi, prime fra tutte le abitazioni private.
I devoti sentono Sant'Antonio come un potente intercessore
e come benefattore; attraverso di lui si può
intravvedere il volto di Dio, come realtà concreta
e tangibile della sua bontà soccorritrice.
Da Sant'Antonio
promana anche il misericordioso e delicato richiamo alla
conversione e alla penitenza.
Attraverso i simboli iconografici
che lo accompagnano (il giglio, il libro e Gesù Bambino)
egli esprime la Purezza e la trasparenza di vita, l'Amore
tenero e disponibile e la Parola di Dio.
Sant'Antonio si fa compagno di viaggio nella quotidianità
della vita
Non è solo un distributore di grazie
e di favori a cui ricorrere nel bisogno, è il fratello
maggiore, l'amico confidente, sempre presente e disponibile
per le persone con tutti i loro problemi, grandi e piccoli. |
AFFIDAMENTO DEI BAMBINI |
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Sant'Antonio ha avuto una particolare
predilezione per i bambini. Tra i miracoli da lui
compiuti quand'era in vita, più di uno riguarda
proprio loro.
Per questo è invalsa la tradizione di porre
i piccoli, fin dalla nascita, sotto la protezione
del Santo.
A questa usanza fa seguito quella di far indossare
ai bambini l'abitino francescano, il giorno 13 Giugno
in cui ricorre la sua festività, per ringraziare
il Santo della protezione ricevuta e per divulgare
agli altri questa pia devozione.
In suo nome sono sorti poi numerosissimi
Orfanatrofi in cui i piccoli senza famiglia hanno
potuto e possono vivere in un clima di amore e di
rispetto, seguiti nella crescita psico-fisica e
nell'istruzione. |
LA MANO SULLA TOMBA
E ' questo il gesto più caratteristico che i pellegrini
compiono nella Basilica antoniana che, oltre ad esprimere
il bisogno di un contatto concreto con il Santo, è
un gesto di fiducia e di affidamento, accompagnato dalla
preghiera silenziosa del cuore.
A focalizzare l'attenzione sul Santo non sono tanto
le sue statue o le immagini, che pure non mancano, ma la
sua stessa Tomba.
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Sant'Antonio è uno dei santi più popolari
ed amati nel mondo, forse per il gran numero di miracoli
che gli si attribuiscono, per le leggende fiorite intorno
a lui, ma probabilmente proprio per il carisma che, lui
vivente, si diffondeva alle persone che lo incontravano.
Dalla Chiesa, sant'Antonio viene considerato come un eccezionale
teologo, gran predicatore, guida dei cristiani e taumaturgo.
Della sua vita non si hanno che notizie piuttosto incerte,
molte derivanti da agiografie successive, che man mano si
arricchivano di particolari; di sicuro si sa che sant'Antonio,
il cui vero nome era Fernando di Buglione nacque a Lisbona
da nobile famiglia portoghese discendente dal crociato Goffredo
di Buglione, attorno all'anno 1190-1195 e che i genitori
gli fecero impartire un'educazione umanistica - a quel tempo
riservata a poche persone - nutrendo su di lui ambiziosi
progetti.
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Ma Fernando ben presto decise di dedicarsi a Dio,
entrando a 15 anni nell'Ordine dei Canonici Regolari di
sant'Agostino, in un convento poco fuori la sua città
natale, dove rimase per due anni, ampliando la sua già
notevole cultura.
Si trasferì
successivamente a Coimbra dove pensava di poter restare
isolato dal mondo esterno, poichè egli aveva bisogno
di raccoglimento, e dove sperava di approfondire gli studi
di Teologia; ma l'ambiente di quel luogo, pervaso di mondanità
e di potere, non faceva per lui che, aiutato da una straordinaria
memoria, si diede anima e corpo alle scienze umane e teologiche.
A Coimbra, probabilmente, venne ordinato sacerdote, intorno
ai 25 anni ma, successivamente, decise di lasciare l'Ordine
degli Agostiniani, per entrare in quello dei Francescani,
più consono alle sue esigenze spirituali, colpito
soprattutto dalla semplicità e dalla serenità
di quei frati che spesso bussavano al suo convento per chiedere
un pò di pane.
Da loro si informò sulla Regola
e sulla figura di san Francesco e a loro si unì con
la promessa di potersi recare tra i saraceni, che in quel
tempo perseguitavano i cristiani e che avevano messo a morte
parecchi frati francescani, ottenendo il consenso dopo molte
difficoltà.
Rivestito del saio francescano, cambiò
anche il nome in quello di Antonio, stabilendosi nella piccola
comunità di frati che, rispettando il loro impegno,
lo lasciarono partire per il Marocco.
Una provvidenziale
malattia lo costrinse a rientrare subito in patria ma, come
si sa, "le vie del Signore sono infinite" e mentre la nave
rientrava in Portogallo, una tempesta la dirottò
verso la Sicilia dove sant'Antonio, ospitato dai confratelli
di Messina, recuperò le forze. Intanto ad Assisi
stava per svolgersi il Capitolo generale dei frati minori
(1221), presieduto da san Francesco, a cui tutti i frati
erano invitati.
Anche Antonio si incamminò verso
la cittadina umbra dove potè vedere ed udire il gran
Santo, sia pur senza conoscerlo, convincendosi sempre più
della bontà della scelta di vita intrapresa. |
Successivamente si recò all'eremo di Montepaolo
in Romagna dove celebrava la Messa, partecipava
alle preghiere comuni e alla povera vita conventuale, senza
mai lasciar intendere la sua enorme cultura, fino a quando,
nel 1222, mentre si trovava a Forlì per un'ordinazione,
non essendo presente
alcun altro, dal Superiore gli venne richiesto di prendere
la parola.
Fu così che le sue doti si rivelarono
in pieno e gli venne affidato dunque l'incarico di predicare
nelle piazze e nelle chiese, percorrendo tutta l'Italia,
a partire dalla Romagna, sempre a contatto con il popolo
a cui si proponeva non solo come predicatore, ma come confessore ed
insegnante, cercando di riportare sulla retta via gli eretici
(venne chiamato anche il martello degli eretici), molto
diffusi a quel tempo, in particolar modo i catari.
Molti dei prodigi che gli vengono
attribuiti, sono avvenuti in questo periodo, come quello della predica ai pesci, accorsi
numerosi ad ascoltare la sua parola, mentre era stato respinto
e schernito dagli eretici.
Nel 1223-24, San Francesco, pur mancando di profonda
istruzione e non volendo sprecar tempo per lo studio a discapito
della preghiera, sentiva però che era necessario
un corso di studi regolari anche per il suo Ordine e, riconoscendo
la profonda cultura di sant'Antonio, lo incaricò
di aprire una scuola di Teologia (Studium francescanum)
che ebbe tra i Frati Minori esponenti di spicco quali san
Bonaventura e Duns Scoto.
Verso la fine del 1224, sant'Antonio venne inviato
in Francia per tentare di arginare l'eresia degli Albigesi;
fu predicatore e maestro di teologia a Montpellier, importante
centro universitario, baluardo dell'ortodossia cattolica,
a Limoges assunse un incarico di governo come custode e
infine fu ad Arles per il capitolo Provinciale dela Provenza
dove, mentre Antonio teneva un sermone, apparve in bilocazione
san Francesco che aveva appena ricevuto le stigmate, che
li benedisse tutti.
Insegnò a Tolosa dove è
ambientato un altro miracolo a lui attribuito: quello del
mulo che adorò l'Eucarestia.
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Nel 1227 ritornò in Italia, di nuovo a capo
della provincia di Romagna; da lì, visitava periodicamente tutti i suoi conventi che diventavano sempre
più numerosi e, su incarico di papa Gregorio IX -
che lo definì "Arca del Testamento" - nel 1228 predicherà
nella settimana di Quaresima.
Spesso i suoi sermoni erano
dedicati a Maria, della cui Assunzione era un convinto assertore.
Sembra che le prediche furono tenute davanti ad una folla
di varia provenienza e che ognuno lo sentisse parlare nella
propria lingua.
Viaggerà ancora senza risparmiarsi,
pur con grande stanchezza e varie malattie che lo tormentavano
(soffriva d'asma e di idropisia), stabilendosi poi finalmente
nel convento di Padova, città ricca di commerci e
industrie e molto popolosa.
A questo popolo, si dedicherà
sant'Antonio con tutto se stesso, mettendo da parte una
sua opera
dottrinale, i Sermones, in cui risaltavano i suoi temi preferiti:
i precetti della fede, della morale e della virtù,
l'amore di Dio e la pietà verso i poveri, la preghiera
e l'umiltà, la mortificazione, scagliandosi contro
l'orgoglio e la lussuria, l'avarizia e l'usura di cui era
acerrimo nemico.
Ma quest'opera resterà incompiuta
perchè si dedicherà senza risparmio, danneggiando
anche la sua già precaria salute, alla predicazione
al popolo, lasciando anche il suo incarico di Provinciale.
Intorno a lui si raccoglievano folle mai viste che nessuna
chiesa o piazza potevano contenere, per cui ci si spostava
in aperta campagna dove il santo predicava e confessava
senza sosta.
Si ricordano, in questo periodo, due suoi interventi
a favore dei cittadini: la riforma del Codice statutario
repubblicano, grazie alla quale un debitore insolvente ma
senza colpa, dopo aver ceduto tutti i beni non poteva più
essere anche incarcerato e tenne testa ad Ezzelino da Romano,
soprannominato il Feroce, perchè in un solo giorno
aveva fatto massacrare undicimila padovani che gli erano
ostili, affinchè liberasse i capi guelfi incarcerati.
Nel 1231, a primavera inoltrata, Antonio
decise di spostarsi in campagna, per non distogliere i contadini
dal loro lavoro e per prendersi un po' di riposo dopo il
duro impegno degli anni precedenti, trasferendosi a Camposampiero,
accompagnato da due frati, Luca Belludi e frà Ruggero, ospite
del conte Tiso che gli approntò una piccola cella
su di un grande albero, dove avrebbe potuto pregare in pace;
ben presto però la notizia si diffuse e gruppi sempre
più numerosi di fedeli si radunarono sotto il noce
per vedere e ascoltare Antonio.
Durante questo soggiorno
una tradizione locale pone la Visione di Gesù Bambino,
che altre testimonianze collocano in Francia. Il fenomeno
potrebbe anche essersi ripetuto, viste le particoli doti
del Santo.
Si racconta che una sera Tiso, mentre si recava nella stanza del Santo, vide sprigionarsi
dall'uscio socchiuso un intenso chiarore e, pensando che
si trattasse di un incendio, spalancò la porta, ma
si trovò dinanzi ad una scena inattesa: Antonio stringeva
tra le braccia Gesù Bambino.
Scomparsa la visione,
il Santo si accorse della presenza del conte e lo pregò
di non farne parola con nessuno. Solo dopo la morte di Antonio,
infatti, egli diffuse notizia di quello di cui era stato
spettatore.
L'unica data certa della vita del Santo è
proprio quella della sua morte, avvenuta il 13 giugno 1231.
Verso mezzogiorno Antonio fu colpito da un collasso e i
confratelli accortisi della gravità della situazione,
come da suo desiderio, si accinsero a riportarlo al convento
di Santa Mater Domini, adagiandolo su un carro trainato
da buoi e si incamminarono verso Padova, ma alla periferia
della città le sue condizioni si aggravarono talmente
che essi decisero di ricoverarlo nel vicino monastero di
Santa Maria de Cella (Arcella), dove viveva una comunità
di Clarisse.
Antonio venne adagiato in una cella e pregò
insieme agli altri frati fino all'ultimo, cantando con un
filo di voce un inno alla Vergine, rimanendo poi assorto
in contemplazione.
Morì a 36 anni non compiuti. Erano
circa le cinque del pomeriggio. Si racconta che mentre stava
per spirare ebbe la visione del Signore e che al momento
della sua morte, nella città di Padova, frotte di
bambini presero a correre e a gridare che il Santo era morto.
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Subito dopo, il suo corpo venne conteso tra
il convento dove era spirato e quello di Santa Maria, e
si ebbero delle vere e proprie sommosse popolari, ma alla
fine si giunse a un accordo e la salma fu trasportata nella
chiesa di Padova.
L'arca che conteneva le spoglie di Antonio
fu collocata su colonne
attraverso cui passavano le folle dei devoti che da ogni
dove andavano a rendergli omaggio e che in tal modo si ponevano
simbolicamente sotto la sua protezione. Dopo la sua deposizione
si produssero molti miracoli, alcuni documentati da testimoni.
Anche in vita Antonio aveva operato decine e decine di miracoli
quali esorcismi, profezie, guarigioni, compreso il riattaccare
una gamba recisa o un piede, rendendo innocui cibi avvelenati,
mostrandosi in vari posti contemporaneamente, qualche volta
anche con Gesù Bambino in braccio.
La sua vita, la sua predicazione e i suoi miracoli
fecero sì che Antonio venisse subito canonizzato,
dopo solo un anno dalla morte, il 30 maggio 1232, da Papa
Gregorio IX e il suo corpo venne deposto, nel 1263, in una
nuova e più ampia chiesa - che sorge vicino al convento
di Santa Maria Mater Domini - che fosse in grado di accogliere
le schiere di pellegrini devoti al Santo.
In quest'occasione,
venne aperto il sarcofago in cui si scoprì che la
sua lingua era rimasta intatta e S. Bonaventura da Bagnoregio,
che era presente, la mostrò alla folla con commozione,
esclamando:
"O lingua benedetta, che sempre hai benedetto
il Signore e lo hai fatto benedire dagli altri, ora è
a tutti noto quanto merito hai acquistato presso Dio". |
Assieme
alla lingua, anche il mento e un dito del Santo vennero
posti in vari reliquiari, conservati nella Cappella del
tesoro presso la Basilica, mentre il corpo fu posto in una
nuova cassa, sigillato e deposto nell'arca. Una seconda
ricognizione, attuata nel 1981, ha dato modo di constatare
che i sigilli apposti da S. Bonaventura nel 1263 erano ancora
intatti.
Nel 1946 Pio XII ha proclamato sant'Antonio, Dottore della
Chiesa.
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S. A. G.
( ST. ANTHONY GUIDE )
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L'abbreviazione S.A.G. ( St.
Anthony Guide ) di fatto costituisce una breve
preghiera con la quale si invoca l'aiuto di
S. Antonio affinché la corrispondenza
– su cui tale sigla viene scritta - arrivi
a destinazione.
Tale abbreviazione poteva essere scritta a penna
oppure sulla corrispondenza poteva essere incollato
un apposito chiudilettera. |
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Tale tradizione ha origine nel 1729 quando un mercante
si recò dalla Spagna ( più esattamente da
Oviedo) in Perù per motivi di lavoro. La moglie scrisse
molte volte al marito, ma questi non rispondeva ed ella,
preoccupata, si rivolse a S. Antonio, come estremo rimedio,
affinché proteggesse il tragitto della corrispondenza.
Per tale motivo scrisse una lettera e la sistemò
nelle mani di una statua del Santo.
Dopo pochi giorni nel
ritornare a pregare il Santo, con sua grande meraviglia,
trovò nelle mani della statua la risposta del marito
ed alcune monete d'oro. La lettera, che è tutt'oggi
visibile in Oviedo, reca la data di Lima 23 luglio 1729
ed in essa l'uomo specifica di aver ricevuto la lettera
della moglie dalle mani di un frate francescano.
Da allora si è sviluppata la devozione al Santo come
“Guida" o meglio "Protettore” della corrispondenza
e si è presa l'abitudine di scrivere l'abbreviazione
"S.A.G" sulle lettere. Tale consuetudine si è consolidata
anche attraverso l'associazione “ S. Anthony's Guild”
dei Frati Francescani di Paterson, New York che, tra l'altro,
per semplificare e dare risalto a questa usanza, ha provveduto
a stampare i chiudilettera da applicare sulle buste.
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IL PANE DI SANT'ANTONIO
Si dice che questa istituzione sia nata in un'oscura bottega
di Tolone, dove alcune persone afflitte da mali morali,
patrimoniali e fisici avevano promesso che se sant'Antonio
li avesse salvati da quelle afflizioni, avrebbero dato in
cambio una certa quantità di denaro, consentendo
di distribuire del pane fresco a molti poveri.
Altri sostengono,
invece, che nacque per un prodigio avvenuto poco dopo la
morte del Santo, miracolo compiuto risuscitando un bimbo
che era annegato per negligenza della madre.
Questa, disperata,
aveva fatto voto al Santo che se il bambino avesse ripreso
vita, lei avrebbe dato ai poveri tanto frumento quanto era
il peso del bambino.
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Tanti altri sono i racconti su questa
tematica, che riguardano spesso bambini portatori
di malattie all'epoca incurabili, ma certamente il
più curioso racconto è il seguente:
"Verso la metà di maggio del
1894 una signora si trovava nella carrozza d'un treno
in compagnia di altri viaggiatori. Eran passate quattro
ore dalla partenza, quando la signora si accorse d'aver
smarrito il biglietto di viaggio: e avendola aiutata
nelle ricerche quanti erano nella stessa carrozza,
ne rovistarono ogni cantuccio; ma inutilmente. "Sant'Antonio
trovatelo voi!" — esclamò con vero slancio
di fede la pia signora.
Scoppia un'ilarità
irrefrenabile a queste parole ed uno di quegli increduli
viaggiatori si permette di aggiungere: "Sicuro! Signora,
Sant'Antonio glielo rimanderà da uno dei finestrini!"
La buona signora tutta mortificata da questo lazzo,
vergognosa d'aver esposta agli scherni di quegli increduli
la fede che aveva nel Santo, crede bene di tacere,
fa la sua promessa e prega il Santo in cuor suo. Dopo
qualche minuto il treno si ferma ad una stazione,
e poco dopo, ripreso il cammino, ecco si presenta
allo sportello uno dei verificatori, montando sulla
predella della carrozza.
Al vederlo la signora più
che mai si smarrisce, cerca per l'ultima volta il
suo biglietto, essendo per lei gravosissimo di doverlo
ripagare.
Uno di quei viaggiatori dice: "E' proprio
inutile, Signora, lei non ha il suo biglietto, lo
sa benissimo che lo ha perduto!" A queste parole,
dette tra le risa generali e villane, il verificatore
soggiunse: "Lei ha perduto il suo biglietto? Per quale
destinazione?" - la signora gli nomina la città
- "Ebbene, stia tranquilla: il suo biglietto è
stato trovato sul marciapiede della stazione di partenza:
ho ricevuto a quest'ultima fermata un telegramma che
me ne avvisa."
E senz'altro le porse dal finestrino
un foglio di riscontro che sostituiva il biglietto.
La buona signora ringrazia con effusione il verificatore,
e, rivolgendosi a quello dei viaggiatori che alla
sua incredulità aveva aggiunto il sarcasmo
gli dice: "Lei l'ha indovinata: Sant'Antonio mi ha
rimandato il biglietto dalla finestra!!".
Comunque sia, la Provvidenza diffuse
in tutto il mondo questa pia pratica, portando molte
persone a promettere a sant'Antonio una certa quantità
di pane per le persone più povere, se avessero
ottenuto la liberazione da mali spirituali o fisici.
Ottenuta la grazia, il beneficato deponeva riconoscente
nella cassetta del Santo, presente in chiesa, una
somma di denaro corrispondente al pane promesso.
Per questo spesso Sant'Antonio, che
anche in vita fu generoso sostentatore dei più
miserabili, viene rappresentato in atto di dare del
pane ai poveri e in special modo ai bambini.
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EFFICACI PREGHIERE
A SANT'ANTONIO DI PADOVA
Preghiera per fare la Santa Comunione unendosi a Sant'Antonio.
Ammirando la familiarità vostra,
o glorioso Antonio, col Bambino Gesù, che abbracciate
e accarezzate con tutta l'espansione dell'animo, invidiato
dagli uomini e dagli Angeli, io formulo un vivo desiderio
di possedere la purezza, la candidezza, la pietà,
il fervore del vostro cuore, onde degnamente ospitare Dio-Eucarestia,
nel mio seno.
Non potendo altro, offro a Gesù le
virtù vostre in luogo di quelle che mancano a me.
Che se il mio voto è a voi accetto, o gran Taumaturgo,
per la vostra intercessione mi sentirò mutare il
cuore e ravvivare lo spirito e sarò fatto partecipe
alle consolazioni che Gesù così prodigamente
versò sopra di voi, e a me non resterà che
di ringraziarvi insieme a tutti i devoti del vostro Nome
benedetto e del vostro potere illimitato presso Dio.
P. Felice da Bergamo |
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Orazione a Sant'Antonio
Del P. Ribadineira
O beato Padre Sant'Antonio, luce di dottrina
e fuoco di carità, gloria della Chiesa Cattolica,
ornamento del sacro Ordine dei Minori, martire di desiderio,
vero alunno e discepolo amato del vostro Padre San Francesco,
difesa e scudo delle di lui Regole e Istituti, uomo di Dio,
seguace dell'Umiltà di Cristo e maestro della celeste
sapienza, Antonio glorioso, tromba dello Spirito Santo,
arca del Testamento e zelante predicatore dell'Evangelo,
a cui non poterono mai resistere gli eretici e sino le bestie
e i pesci ubbidirono, tutte le creature servirono, i tiranni
rispettarono, le città e i popoli invocarono nelle
loro tribolazioni, e sempre sperimentarono propizio e favorevole;
vi supplico, benignissimo Padre e Protettore mio amorevolissimo,
per tutti i meriti del Sangue di Gesù Crocefisso,
che voi tanto amaste, che vi mostriate verso di me pietoso,
mentre ricorro umilmente alla vostra rara pietà.
Rivolgete gli occhi vostri verso l'anima mia; e, giacchè
voi siete ritrovatore di cose perdute, consolate la mia
afflizione facendomi trovare per sempre la grazia di Dio,
da me tante volte perduta col peccato.
Confortate, vi prego,
i pusillanimi, soccorrete i poveri, ottenete il perdono
ai peccatori, la perseveranza ai giusti, ed a tutti vita
perfetta, morte santa e riposo perpetuo. Amen
Per la conversione dei peccatori
O gran Sant'Antonio, che col serafico ardore delle vostre
preghiere faceste discendere dal cielo Gesù, vero
Pane di Vita eterna, guardate i poveri che muoiono senza
Dio, dateci il pane per attirarli alla chiesa ove Gesù,
Ostia nutritiva, langue d'amore nel tabernacol, in attesa
che i suoi figli da Lui redenti col prezzo del suo Sangue,
abbiano a ricambiarlo collo sfamare i loro poveri fratelli,
pur da Lui tanto amati, largheggiando nel dar pane ai suoi
figli.
Siate, o caro Santo di Padova, il nostro celeste
provveditore, e per il pane che voi ci elargite, noi vi
daremo a Gesù le anime dei suoi poveri.
Per ottenere la grazia della perseveranza
O glorioso Santo, protettore di tutti
coloro che a voi ricorrono, poiché riceveste dal
Signore il dono di operare miracoli, occupatevi vi prego
di quello della mia conversione e della mia perseveranza.
Presentate innanzi al trono dell'Altissimo tutti i miei
bisogni spirituali e temporali, allontanate da me e da tutte
le persone che mi sono care, le malattie, le avversità
e le disgrazie, ed in virtù delle vostre preghiere,
attirate sopra noi tutte le migliori benedizioni del Cielo
e della terra.
Amen
Preghiere per la Novena o la Tredicina in onore del Santo
I. O glorioso Sant'Antonio, o Santo veramente innamorato
di Dio, voi fino dalla vostra giovinezza vi consacraste
alla pratica della pietà e della penitenza nell'Ordine
di San Francesco: e animato dal desiderio di salvare le
anime vi avviaste in Africa nella speranza d'incontrarvi
il martirio. Voi vedete come noi al contrario, siamo così
timorosi d'ogni più piccola mortificazione: dateci
deh! Che se non sappiamo ardere dal desiderio del martirio,
almeno sappiamo mortificare le nostre passioni ed i nostri
sregolati appetiti, in tutto cercando solo la volontà
del Signore. Gloria.
II. O glorioso Sant'Antonio, voi che con tutta cura cercaste
di nascondere agli occhi del mondo i vostri talenti e, innalzato
da Dio, vi teneste basso nella vostra estimazione e con
pazienza rimaneste inalterabile davanti ai dispregi di quegli
uomini che vi riputavano stolto. Voi vedete come la nostra
vanità vada desiderosa di gloria e di onore: deh!
Otteneteci di comprendere le nostre miserie ed i nostri
peccati, e, confusi alla vista di essi, ci arricchiamo di
quell'umiltà senza della quale non si può
piacere a Dio e pazientemente accettiamo ogni persecuzione,
ogni prova che ci servirà ad accumulare tesori per
il Cielo. Gloria.
III. O glorioso Sant'Antonio, voi cercaste sin dai primi
anni di non macchiare la vostra purità così
che la vostra bell'anima traspariva dal volto e dagli atti
composti della persona ad affascinare i cuori: e vi ottenne
il celeste favore di poter stringere fra le vostre braccia
il bambino Gesù che predilige le anime pure e semplici.
Ma quanto purtroppo, fra tanti incentivi, noi siamo dissimili
da voi. Deh! Proteggeteci perché veniamo preservati
dal fango del mondo e odiando il peccato evitiamo l'eterna
rovina: da questo punto promettiamo di volerci emendare
e voi col vostro patrocinio farete salvi i vostri devoti.
Gloria.
IV. O glorioso Sant'Antonio, voi, appena vi sentiste chiamato
da Dio, ne secondaste l'invito abbandonando ogni cosa e
ne zelaste la gloria col predicare con una forza del tutto
divina, trionfatrice dei cuori più duri, e col compiere
i miracoli più strepitosi, predicendo le cose più
lontane e nella vostra carità beneficando gli stessi
nemici. Con quanta infedeltà noi invece trascuriamo
le ispirazioni divine, abusando delle misericordie del Signore!
Impetrateci, deh! Che d'ora innanzi non ci poniamo più
a tal pericolo, ma accesi di zelo nel servizio del Signore,
trattiamo con cristiana dilezione tutti i nostri fratelli,
perdonando a coloro che ci avessero offeso e ottenendo così
la grazia di meritarci dall'Altissimo i più distinti
favori. Gloria.
V. O glorioso Sant'Antonio, voi compiste in breve volger
d'anni la vita, ricca di meriti per il cielo, e la chiudeste
con la letizia nel cuore, meritando per la devozione che
professaste a Gesù e Maria di essere da loro non
soltanto avvisato della morte vicina, ma visitato e consolato
nell'agonia, nella quale pregustaste il Paradiso che è
fatto anche per noi. Ma e l'uno e l'altro non sono dati
se non a coloro che vivono rettamente. Voi dunque riguardate
noi vostri devoti: concedeteci di saper combattere i nostri
nemici spirituali in vita ottenendo frutti degni del eterno
premio, cosicchè, dopo aver sopportato le traversie
presenti nella devozione ed amore a Gesù e Maria,
ci sia dato di ricongiungerci al Signore, ottenendo di condividere
con voi la gloria dei beati nell'eternità. Gloria.
Preghiamo
O Dio, il ricordo di Sant'Antonio, dottore
evangelico della Chiesa, allieti la mia famiglia, affinchè
forte del suo spirito, meriti di godere un giorno la felicità
eterna del Cielo. Per Cristo Nostro Signore. Amen.
Orazione
Consoli la vostra Chiesa, o mio Dio, la devota invocazione
del Beato Antonio vostro Confessore, perché sia sempre
confortata di spirituali soccorsi, e meriti possedere i
gaudi eterni. Per Gesù Cristo Nostro Signore. Così
sia!
Preghiera a Sant'Antonio per ottenere qualche
grazia speciale
Comp. dall'Emin. Card. Parocchi
Ammirabile Sant'Antonio, Glorioso per celebrità
di miracoli e per degnazione di Gesù, venuto in sembianze
di bambino a riposare tra le vostre braccia, ottenetemi
dalla bontà di Lui la grazia che nell'intimo del
mio cuore ardentemente desidero.
Voi che foste verso i miseri
peccatori così pietoso, non attendete a' demeriti
di chi prega, ma alla gloria di Dio, che sarà un'altra
volta esaltata da Voi, alla salute dell'anima mia, non disgiunta
dalla domanda, che ora sollecito con tanta brama.
Della
mia gratitudine vi sia pegno il tenue obolo che v'offro
in soccorso de'poveri, con i quali mi sia dato un giorno
per grazia di Gesù Redentore e per l'intercessione
vostra di possedere il regno dei Cieli. Così sia.
Preghiera a Sant'Antonio dopo ottenuta la grazia
Comp. dall'Emin. Card. Parocchi
Glorioso Taumaturgo, padre dei poveri, voi che avete prodigiosamente
scoperto il cuore di un avaro immerso nell'oro, per il gran
dono ottenuto di avere il cuore vostro nelle miserie degl'infelici,
voi, che offriste al Signore le nostre suppliche e ne impetraste
l'esaudimento; gradite in segno della vostra riconoscenza
l'obolo che deponiamo a' vostri piedi in soccorso della
sventura.
Torni a vantaggio dei sofferenti, come a nostro
vantaggio; agli uni ed agli altri accorrete con l'usata
benevolenza in aiuto delle necessità temporali, ma
più ancora provvedete alle nostre spirituali necessità,
adesso e nell'ora della nostra morte. Così sia.
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SE CERCHI MIRACOLI
traduzione del "Si quaeris"
Se cerchi i miracoli, ecco messi in fuga
la morte, l'errore, le calamità e il demonio; ecco
gli ammalati divenir sani.
Il mare si calma, le catene si spezzano; i giovani e i vecchi
chiedono e ritrovano la sanità e le cose perdute.
S'allontanano i pericoli, scompaiono le necessità:
lo attesti chi ha sperimentato la protezione del Santo di
Padova.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Come era
nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen |
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Breve di Sant'Antonio
Ecce Crucem Domini
Fugite, partes adversae
Alleluja!
Vicit Leo de tribu Juda
Radix David, alleluja!
Alleluja!
***
Antonio santo pregate per noi!
Acciò siam fatti degni
delle promesse di Cristo
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