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I DIECI COMANDAMENTI
I Dieci Comandamenti o Decalogo, sono dieci "parole" che Dio stesso ha rivelato all'uomo per riconfermargli la sua alleanza e per indicargli un cammino che lo liberasse dalla schiavitù del peccato che ne aveva ottenebrato la mente e indebolito la volontà, creando una divisione in tutti i rapporti, sia con se stessi che con gli altri ma soprattutto con Lui.
Ridotto schiavo di se stesso e delle sue passioni, non più libero nell'anima, l'uomo viene cacciato dalla vista di Dio che gli fa però poi udire la sua voce - " Quando, per la sua disobbedienza, l'uomo perse la tua amicizia, tu non l'hai abbandonato in potere della morte. [...] Molte volte hai offerto agli uomini la tua alleanza ". (Preghiera eucaristica IV: Messale Romano) - e gli assegna delle regole che dovrà seguire per mantenere viva l'Alleanza e vivere responsabilmente, in piena libertà.
"Il Signore disse a Mosè: “Sali verso di me sul monte e rimani lassù: io ti darò le tavole di pietra, la legge e i comandamenti che io ho scritto per istruirli”. (Es.)
Questa libertà non è vivere senza leggi, ma secondo le regole del Creatore, conformandosi alla sua volontà. Tali regole che non sono restrittive o limitative - come si vorrebbe far credere o come talvolta ci sembrano - permettono, invece, di vivere lontani dal peccato, facendo la volontà di Dio e acquisendo una pace interiore che rende liberi e felici.
Con il Decalogo Dio riavvicina a sè l'uomo, chiamandolo di nuovo alla stessa comunione esistente prima del peccato originale:
I Comandamenti inchiodano l'uomo alle sue responsabilità in ogni momento della sua vita e sono immutabili. Essi sono la "voce" della sua coscienza e prendono forma viva e piena nell'incarnazione, vita, morte e risurrezione di Gesù che ci dice: "Se vuoi entrare nella vita, osserva i Comandamenti: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre", concludendo: " Ama il prossimo tuo come te stesso" (Mt 19,16-19). Oppure "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati" (Gv 15,12).
La Chiesa ha ripreso in toto il Decalogo facendone il punto focale del comportamento del cristiano, suddividendo i comandamenti e numerandoli secondo le regole fissate da sant'Agostino (354 –430).
I primi tre si riferiscono principalmente all'amore di Dio e gli altri sette all'amore del prossimo ed ognuno di essi rimanda agli altri, evidenziando i doveri essenziali del comportamento umano ma anche i diritti.
La prima delle " dieci parole " ricorda l'iniziativa d'amore di Dio per l'uomo:
IO SONO IL SIGNORE DIO TUO
"Queste parole pronunciò il Signore, parlando a tutta la vostra assemblea, sul monte, dal fuoco, dalla nube e dall'oscurità, con voce poderosa, e non aggiunse altro. Le scrisse su due tavole di pietra e me le diede" - dice Mosè (Dt 5,22).
"Osserva i comandi del Signore tuo Dio camminando nelle sue vie e temendolo" (Dt 8, 6)
"Oggi il Signore tuo Dio ti comanda di mettere in pratica queste leggi e queste norme; osservale dunque, mettile in pratica, con tutto il cuore, con tutta l'anima. Tu hai sentito oggi il Signore dichiarare che Egli sarà il tuo Dio, ma solo se tu camminerai per le sue vie e osserverai le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e obbedirai alla sua voce." (Dt. III. 16)
Dio parla direttamente all'uomo affermando la sua divinità incontrastata: egli è l'essere supremo, il Signore della terra e del cielo. L'uomo, è una delle sue creature, la più amata e la più dotata e, nella sua infinita piccolezza deve saper riconoscere in tutte le cose create, la Sua impronta. Non solo, l'uomo gli deve la vita, ma anche riconoscenza, amore, fedeltà senza limiti.
E Suo Figlio Gesù riafferma veementemente:
"[21]Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. [22] Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? [23] Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. (Mt. - Capitolo 7)
Non è dicendo: “Signore, Signore” che si ama Dio, ma nel compiere le sue opere: “Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?” (Lc. 6,46)
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PRIMO COMANDAMENTO
NON AVRAI ALTRO DIO ALL'INFUORI DI ME
Salmi - Capitolo 24 - Salmo di Davide
[1] Del Signore è la terra e quanto contiene,
l'universo e i suoi abitanti.
[2] E' lui che l'ha fondata sui mari,
e sui fiumi l'ha stabilita.
"Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente. Questo è il più grande ed il primo dei Comandamenti. E il secondo è simile al primo. Amerai il prossimo tuo come te stesso. " (Mt 22,37-40)
Egli è l'unico Signore al cospetto del quale l'uomo deve inchinarsi. Nessun altro essere, nessun idolo, egli dovrà venerare. Non dovrà mai divinizzare nessun'altra cosa creata nè metterla al primo posto nella sua vita. Credere nell'unico Dio, amarLo, adorarLo, pregarLo è al di sopra di ogni altra cosa.
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SECONDO COMANDAMENTO
NON NOMINARE IL NOME DI DIO INVANO
È scritto: "Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano" (Es. 20,7).
[2] O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
[3] Con la bocca dei bimbi e dei lattanti
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
[4] Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
[5] che cosa è l'uomo perché te ne ricordi
e il figlio dell'uomo perché te ne curi?
[6] Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
[7] gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
[8] tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
[9] Gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
[10] O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.
7] Io ti domando due cose,
non negarmele prima che io muoia:
[8] tieni lontano da me falsità e menzogna,
non darmi né povertà né ricchezza;
ma fammi avere il cibo necessario,
[9] perché, una volta sazio, io non ti rinneghi
e dica: "Chi è il Signore?",
oppure, ridotto all'indigenza, non rubi
e profani il nome del mio Dio.
Perchè il nome di Dio è santo e non va offeso nè pronunciato alla leggera. Quindi non si deve nemmeno nominarlo nei giuramenti, rendendolo testimone di quanto si dice.
Gesù stesso aveva detto " Avete inteso che fu detto agli antichi: "Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti!". Ma io vi dico: non giurate affatto [...]. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno" (Mt 5,33-34.37).
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TERZO COMANDAMENTO
RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE
"Ricordati del giorno di sabato per santificarlo: sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro" (Es. 20,8-10).
"Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato sacro " (Es. 20,11).
"Il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore " (Es. 31,15).
"Osserva il giorno di sabato per santificarlo " (Dt. 5,12).
Questo perchè la Domenica è il giorno in cui si ricorda la Risurrezione del Signore ("il giorno del Signore", "il primo giorno dopo il sabato")
"Questo è il giorno fatto dal Signore: rallegriamoci ed esultiamo in esso" (Sal. 118,24).
"Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato " (Mc. 2,27-28).
"2190 Il sabato, che rappresentava il compimento della prima creazione, è sostituito dalla domenica, che ricorda la nuova creazione, iniziata con la risurrezione di Cristo. La domenica è dedicata a Dio ed al riposo." (CCC)
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QUARTO COMANDAMENTO
ONORA IL PADRE E LA MADRE
Il quarto comandamento è il primo dei comandamenti rivolti alla carità verso il prossimo. Dio vuole che l'uomo onori, ami e rispetti dopo di lui, le persone che gli hanno dato la vita naturale, cioè il padre e la madre. Essi l'hanno fatto nascere, l'hanno educato alla fede ed alla preghiera, l'hanno fatto crescere con amore, con lo stesso genere di amore, materno e paterno insieme, che Dio usa nei riguardi di tutti gli uomini.
Non bisogna dunque considerare come dovuto quello che i genitori danno ai propri figli ma ringraziarli con rispetto per quanto fanno, obbedire ai loro desiderata, nella condizione in cui si trovano e ricambiarli in egual misura negli anni della loro vecchiaia.
Non solo i genitori bisogna amare e rispettare ma anche ogni altro genere di educatori: i maestri, i professori, i datori di lavoro, i superiori, gli amministratori, i governanti e la Patria (Catechismo)
"Onora tuo padre e tua madre, perchè si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio (Es. 20,12).
"Onora tuo padre e tua madre" (Dt. 5,16; Mc 7,10).
[20] Figlio mio, osserva il comando di tuo padre,
non disprezzare l'insegnamento di tua madre.
[21] Fissali sempre nel tuo cuore,
appendili al collo.
[22] Quando cammini ti guideranno,
quando riposi veglieranno su di te,
quando ti desti ti parleranno;
[23] poiché il comando è una lampada
e l'insegnamento una luce
(Proverbi, 20)
1] Figli, ascoltatemi, sono vostro padre;
agite in modo da essere salvati.
[2] Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli,
ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
[3] Chi onora il padre espia i peccati;
[4] chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.
[5] Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
[6] Chi riverisce il padre vivrà a lungo;
chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre.
[7] Chi teme il Signore rispetta il padre
e serve come padroni i genitori.
[8] Onora tuo padre a fatti e a parole,
perché scenda su di te la sua benedizione.
[9] La benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.
[10] Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;
[11] la gloria di un uomo dipende dall'onore del padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.
[12] Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
[13] Anche se perdesse il senno, compatiscilo
e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.
[14] Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata,
ti sarà computata a sconto dei peccati.
[15] Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te;
come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi peccati.
[16] Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta la madre è maledetto dal Signore.
(Libro del Siracide 3,1-14)
Anche "Gesù stava sottomesso ai suoi genitori" (Lc. 2,51) -
L'Apostolo Paolo dice: "Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore, perché questo è giusto. Onora tuo padre e tua madre: è questo il primo comandamento associato a una promessa: perché tu sia felice e goda di una vita lunga sopra la terra " ( Ef. 6,1-3). 137)
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2197 Il quarto comandamento apre la seconda tavola della Legge. Indica l'ordine della carità. Dio ha voluto che, dopo lui, onoriamo i nostri genitori ai quali dobbiamo la vita e che ci hanno trasmesso la conoscenza di Dio. Siamo tenuti ad onorare e rispettare tutti coloro che Dio, per il nostro bene, ha rivestito della sua autorità. (CCC)
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QUINTO COMANDAMENTO
NON UCCIDERE
Il primordiale conflitto tra Caino e il giusto Abele realizzatosi nell'uccisione di quest'ultimo da parte del fratello, non ha mai avuto fine, non si è mai conclusa, anzi ha continuato a mietere vittime... Ciò pone l'accento non solo sull'omicidio volontario, sull'infanticidio, sulll'aborto, sull'eutanasia, sul suicidio, sullo scandalo che induce altri al peccato, sulla guerra... fatti gravissimi in se stessi, ma anche su alcuni altri modi di dare la morte - anche se non materialmente o violentemente - che di fatto, spiritualmente, annientano interiormente un essere umano. Si può dire che uccidiamo qualcuno ogni volta che non ce ne curiamo, non ci curiamo della sua vita, delle sue malattie, dei suoi disagi; uccidiamo qualcuno quando parliamo male di lui, quando ci adiriamo con lui.
"Non far morire l’innocente e il giusto" (Es. 23,7)
Sono, dunque, promossi la la difesa della pace, il rispetto della persona e della sua dignità, il rispetto della salute, il rispetto dell'altrui anima.
Gesù ci dice, addirittura:
[21] "Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: Chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio"
"[38] Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; [39] ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guanciadestra, tu porgigli anche l'altra; [40] e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. [41] E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. [42] Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle."
"[43] Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; [44] ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, [45] perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. [46] Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? [47] E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? [48] Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. (Mt. - Cap. 5)
Solo Dio è Signore della vita, sin dal suo concepimento fino alla morte e nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto di distruggere un essere umano innocente (CCC 2258).
"L'uccisione di un essere umano è gravemente contraria alla dignità della persona e alla santità del Creatore" (CCC 2320)
Il quinto comandamento proibisce anche qualsiasi azione fatta con l'intenzione di provocare indirettamente la morte di una persona. La legge morale vieta tanto di esporre qualcuno ad un rischio mortale senza grave motivo, quanto di rifiutare l'assistenza ad una persona in pericolo. (CCC 2269)
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SESTO COMANDAMENTO
NON COMMETTERE ATTI IMPURI
"Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza. Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò - Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona." (Gn. 1, 26)
"Dio creò l'uomo a sua immagine; [...] maschio e femmina li creò" (Gn 1,27); "Siate fecondi e moltiplicatevi" (Gn 1,28); "Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati" (Gn. 5,1-2).
Dio creando l'uomo e la donna ha dato vita alla prima famiglia umana. Egli li aveva realizzati perfetti e puri ma il peccato rovinò poi la bellezza e la purezza di questa creazione.
Attraverso la fede, l'impegno, il sacrificio e la volontà, questa bellezza del corpo e dell'anima possono restare immutati, realizzando il progetto che Dio ha già deciso per noi: la creazione di una famiglia, la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata.
Tuttavia, l'uomo sia pur essere intelligente, talvolta è schiavo dei suoi istinti più bassi ed è contro questi che la sua lotta deve concentrarsi, per vivere castamente, rispettando il suo corpo "Tempio dello spirito Santo" come dice san Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi, aggiungendo "Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!".. senza indugiare in pensieri o desideri contrari alla santità dei nostri corpi.
Cercando di evitare le tante offese a questo comandamento che oggigiorno si moltiplicano a dismisura e che ci sfiorano e ci provocano giornalmente tramite giornali, letture, televisione, spettacoli, parole, ecc.
Dovremmo sempre tenere a mente che questo mezzo umano che Dio ci ha donato deve essere sempre rispettato ed anche conservato nel migliore dei modi, dominando le passioni e i pensieri, perchè noi siamo "espressione" di Dio ed attraverso il nostro corpo, le nostre mani, attraverso i nostri pensieri possiamo essere corpo, mani e pensieri di Dio con cui raggiungere i nostri fratelli ed operare a loro favore.
"[29] Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna.
[30] E se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geenna." (Mt. - Capitolo 5)
"[22] La lucerna del corpo è l'occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce; [23]ma se il tuo occhio è malato, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!" (Mt. - Capitolo 6 - L'occhio lucerna del corpo)
Non profanare le cose sante
"[6] Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi." (Mt. - Capitolo 7 )
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SETTIMO COMANDAMENTO
NON RUBARE
Il settimo comandamento, esaltando il rispetto dell'uso delle immense risorse derivanti dai beni che Dio ha donato agli uomini, vieta a chiunque di impossessarsi dei beni altrui, legittimamente posseduti.
Tali beni, tuttavia, dovrebbero essere finalizzati non solo al bene personale ma anche al bene comune e non considerati come esclusivi. L'uomo dovrebbe, dunque, controllare il suo istinto di attaccamento al possesso dei beni materiali e condividerli con i meno abbienti: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Mt. Cap. 10)
Tale comandamento esige la giustizia, il rispetto dei beni altrui, del lavoro, degli impegni presi, la riparazione delle ingiustizie eventualmente commesse, proibisce i furti, la frode, la speculazione, ogni tipo di appropriazione indebita, sollecita a praticare la giustizia e la carità nella gestione dei beni terreni e dei frutti del lavoro umano, a non asservire gli esseri umani, a rispettare le risorse umane, animali, minerali e vegetali che Dio ha messo a disposizione dell'uomo, ad esercitare la carità nei confronti dei meno abbienti (CCC 2451).
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OTTAVO COMANDAMENTO
NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA
"Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo" (Es 20,16).
14] Non meritare il titolo di calunniatore
e non tendere insidie con la lingua,
poiché la vergogna è per il ladro
e una condanna severa per l'uomo falso. (Sir. Cap. 5)
e ancora
[24] Brutta macchia nell'uomo la menzogna,
si trova sempre sulla bocca degli ignoranti.
[25] Meglio un ladro che un mentitore abituale,
ma tutti e due condivideranno la rovina.
[26] L'abitudine del bugiardo è un disonore,
la vergogna lo accompagnerà sempre. (Sir. Cap. 19 - La Menzogna)
I cristiani, seguendo Gesù nel suo cammino sono chiamati a vivere non solo nella santità ma anche nella verità. Egli stesso si è definito: Via, Verità e Vita ed ha suggerito ai suoi discepoli:
"[33] Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; [34] ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; [35]né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. [36] Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. [37] Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno." (Mt. - Cap. 5 - Discorso evangelico).
Nell'ottavo Comandamento possiamo far rientrare questo consiglio evangelico di Gesù:
"[1] Non giudicate, per non essere giudicati; [2] perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. [3] Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? [4] O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? [5] Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello." (Mt. - Cap. 7 - Non giudicare)
Dunque, attenendoci alle sue parole, dobbiamo solo rendere testimonianza alla verità, senza emettere falsi giudizi, maldicenze o calunnie nei confronti di chicchessia, senza menzogne, doppiezze, ipocrisie, bugie. Perchè, se la menzogna, in sé, non costituisce che un peccato veniale, diventa mortale quando lede in modo grave le virtù della giustizia e della carità” (CCC 2484).
Dobbiamo anche con franchezza e senza alcuna vergogna, testimoniare la nostra fedeltà a Cristo Signore cercando soprattutto di esprimerla, non tanto a parole, ma con l'esempio delle nostre azioni e della nostra vita. Nel corso dei secoli tanti martiri hanno pagato di persona proprio per confermare con forza il loro amore a Cristo.
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NONO COMANDAMENTO
NON DESIDERARE LA DONNA D'ALTRI
Il Vecchio Testamento, a questo proposito, sottolinea:
"Non commettere adulterio" (Es. 20,14).
"Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo " (Es. 20,17),
mentre il Nuovo Testamento, direttamente dalle labbra di Gesù, ribadisce e sottolinea:
"[27-28] Avete inteso che fu detto: "Non commettere adulterio"; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore " (Mt. 5, 27-28).
"[31] Fu pure detto: Chi ripudia la propria moglie, le dia l'atto di ripudio; [32] ma io vi dico: chiunque ripudia sua moglie, eccetto il caso di concubinato, la espone all'adulterio e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio" (Mt. 5, 31-32).
Non c'è alcuna differenza per Gesù tra l'atto reale e l'atto solamente pensato. In se stesso, esso, infatti, è peccaminoso, sia che lo si realizzi veramente, sia che lo si attui solo a livello mentale.
Il desiderio carnale smodato e peccaminoso, di chi non ci appartiene, ingenera disordini interiori che si possono combattere solo con la preghiera, con la purezza interiore, con la temperanza, con un atteggiamento morigerato.
L'apostolo Paolo esorta a vivere secondo lo Spirito per evitare la morte spirituale:
[13] ... poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete" (Rm. Cap. 8))
"[14] Rivestitevi invece del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri"
(Rom. cap. 13).
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DECIMO COMANDAMENTO
NON DESIDERARE LA ROBA D'ALTRI
"Non desiderare [...] alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo" (Es. 20,17).
Nella vita molte sono le cose che desideriamo, talvolta smodatamente: cibo, denaro, beni materiali. E così siamo avidi ed invidiosi anche dei beni altrui e vorremmo impossessarcene, mancando quindi alla Carità.
Invece, i cristiani debbono tenere in conto le cose che hanno, derivanti dalla Provvidenza e dal loro lavoro, ma non attaccarsi eccessivamente ai beni materiali nè al benessere, ma piuttosto essere distaccati dalle ricchezze terrene per conquistare invece la ricchezza del Regno dei cieli, tendendo ad una libertà interiore, alla carità perfetta, abbandonandosi alla Provvidenza che darà più di quanto richiesto.
Gesù chiarisce questo concetto spiegando che:
"[19] Non accumulatevi tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano;
[20] accumulatevi invece tesori nel cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano.
[21] Perché là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore" (Mt. Cap. 6 - Il vero tesoro)
- sottolineando che bisogna fare una scelta :
"[24] Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona". (Mt. Cap. 6 - Dio e il denaro)
e ancora:
"[44] Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto in un campo; un uomo lo trova e lo nasconde di nuovo, poi va, pieno di gioia, e vende tutti i
suoi averi e compra quel campo."
"[45] Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle preziose; [46] trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra". (Mt. Cap. 13 - Discorso Parabolico)
[33] "Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo" (Lc. Cap. 14),
- facendo un esempio:
"[1] Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. [2] Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli [3] e disse: "In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. [4] Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere". (Lc. Cap. 21 - L'obolo della vedova)
- concludendo che, abbandonandosi alla Provvidenza e all'amore di Dio, tutto ci sarà dato in sovrappiù:
"[25] Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? [26]Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? [27] E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? [28] E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. [29] Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. [30] Ora se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? [31] Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? [32] Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. [33] Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. [34] Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà gia le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena." (Mt. Cap. 6 - Abbandonarsi alla Provvidenza)
"[7] Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; [8] perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. [9] Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? [10] O se gli chiede un pesce, darà una serpe? [11] Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!" (Mt. - Cap. 7 - Efficacia della preghiera)
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Si può quindi riassumere il Decalogo nelle parole di Gesù che, nel dare compimento all'antica Legge, ne redige una nuova, ben più completa, specificando i comportamenti da tenere.
"[17] Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. [18] In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure un iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto. [19] Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli. (Mt. Cap. 5 - 2. Discorso Evangelico - Il Compimento della Legge)
"[20] Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
[21] Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio.
[22] Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna.
[23] Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, [24] lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.
[25] Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione.
[26] In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all'ultimo spicciolo! ".
[38] Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; [39] ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l'altra; [40] e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. [41] E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. [42] Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle.
[43] Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; [44] ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, [45] perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. [46] Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? [47] E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? [48] Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. (Mt. Cap. 5 - Discorso Evangelico - La nuova giustizia superiore all'antica)
Il tutto può essere riassunto con altre sue parole:
"[12] Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. " (Mt. - Cap. 7 - La regola d'oro)
e conclude:
"[13] Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; [14] quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" (Mt. - Cap. 7 - Le due vie)
[24] Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. [25] Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. [26] Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. [27] Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande". (Mt. - Cap. 7 - I veri discepoli)
Mentre san Paolo ribadisce:
"[8] Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. [9] Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. [10] L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore." (Rm. Cap. 13 - La Carità, riassunto della Legge)
esortando:
[1] Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. [2] Uno crede di poter mangiare di tutto, l'altro invece, che è debole, mangia solo legumi. [3] Colui che mangia non disprezzi chi non mangia; chi non mangia, non giudichi male chi mangia, perché Dio lo ha accolto. [4] Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo? Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone; ma starà in piedi, perché il Signore ha il potere di farcelo stare.
[5] C'è chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica tutti uguali; ciascuno però cerchi di approfondire le sue convinzioni personali. [6] Chi si preoccupa del giorno, se ne preoccupa per il Signore; chi mangia, mangia per il Signore, dal momento che rende grazie a Dio; anche chi non mangia, se ne astiene per il Signore e rende grazie a Dio. [7] Nessuno di noi, infatti, vive per se stesso e nessuno muore per se stesso, [8] perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque del Signore. [9] Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi.
[10] Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio, [11] poiché sta scritto:
Come è vero che io vivo, dice il Signore,
ogni ginocchio si piegherà davanti a me
e ogni lingua renderà gloria a Dio.
[12] Quindi ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. [13] Cessiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; pensate invece a non esser causa di inciampo o di scandalo al fratello.
[14] Io so, e ne sono persuaso nel Signore Gesù, che nulla è immondo in se stesso; ma se uno ritiene qualcosa come immondo, per lui è immondo. [15] Ora se per il tuo cibo il tuo fratello resta turbato, tu non ti comporti più secondo carità. Guardati perciò dal rovinare con il tuo cibo uno per il quale Cristo è morto! [16] Non divenga motivo di biasimo il bene di cui godete! [17] Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: [18] chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. [19] Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole. [20] Non distruggere l'opera di Dio per una questione di cibo! Tutto è mondo, d'accordo; ma è male per un uomo mangiare dando scandalo. [21] Perciò è bene non mangiare carne, né bere vino, né altra cosa per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi.
[22] La fede che possiedi, conservala per te stesso davanti a Dio. Beato chi non si condanna per ciò che egli approva. [23] Ma chi è nel dubbio, mangiando si condanna, perché non agisce per fede; tutto quello, infatti, che non viene dalla fede è peccato. (Rm. Cap. 14 - Carità verso i deboli)
ed ancora insistendo:
[1] Noi che siamo i forti abbiamo il dovere di sopportare l'infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi. [2] Ciascuno di noi cerchi di compiacere il prossimo nel bene, per edificarlo. [3] Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma come sta scritto: gli insulti di coloro che ti insultano sono caduti sopra di me. [4] Ora, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza. [5] E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù, [6] perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. (Rm - Cap. 15)
[7] Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. [8] Dico infatti che Cristo si è fatto servitore dei circoncisi in favore della veracità di Dio, per compiere le promesse dei padri; [9] le nazioni pagane invece glorificano Dio per la sua misericordia
Ed infine concludendo:
"Non illudetevi: né immorali, né idolàtri, né adùlteri, [10] né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il regno di Dio.." (Corinzi 1 - Cap. 6 - L'Appello ai tribunali pagani)
Ma soprattutto è Gesù che esorta a perseverare per avere la giusta ricompensa:
[28] Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; [29] e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, [30] perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele. (Lc. Cap. 14 - Ricompensa promessa)
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Bibliografia
http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s1c2a1_it.htm#II.%20Le%20tappe%20della%20Rivelazione
http://www.diaconicomo.it/comandamenti_non%20uccidere.htm
http://www.pcf.va/archive/catechism_it/p3s2_it.htm - (Pedron Lino)
- Cultura Religiosa Popolare - Viterbo - Volume XVI Luglio 1939 - La Storia Sacra parte prima
- per altri testi sull'argomento, vedere all'articolo:
e, a proposito di animali, In Collaborazioni, del Prof. Franco Frilli:
- Si fa notare che in alcune pagine del Vecchio Testamento relative a prescrizioni e regole, non ci saranno immagini (es. Levitico))
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