PARLIAMO DELLA GUERRA
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Non è facile parlare di un conflitto, non è
facile disquisire su colpe o ragioni di un avvenimento che
è sotto gli occhi di tutti e che quotidianamente,
attraverso la carta stampata e la televisione, entra in
tutte le case con la descrizione minuziosa degli scontri
e con l’elencazione del numero delle vittime che ogni
giorno pagano il tributo alla follia umana.
Eppure, tale avvenimento anche se grave - e a detta di tutti
assurdo e inconcepibile - ha un risvolto che tende ad essere
ignorato e che trascende il fatto in sè, mostrando
un uso del fatto bellico che sinceramente lascia molto sconcertati.
E’ un aspetto che deve essere trovato e letto “tra
le righe” dei vari reportage, libri e servizi che
ci vengono propinati continuamente.
Tale aspetto è lo sfruttamento degli avvenimenti
bellici in favore di questa o quella ideologia.
Si potrebbe dire che ciò avviene per tutte le notizie,
ma ciò che lascia perplessi è che tutto questo
si verifica in modo tanto massiccio quando ci sono di mezzo
morti, feriti e tanto dolore di povera gente che subisce,
impotente, la prepotenza degli uni e degli altri.
Stupisce, inoltre, l’ipocrisia e la commiserazione
di chi assiste a questo “spettacolo”, scuotendo
il capo e mormorando frasi di circostanza ad ogni notizia
ed ad ogni immagine truculenta di morti o feriti, magari
preoccupandosi più dell’incolumità o
dei pericoli a cui è sottoposto chi fornisce la notizia
o l’immagine, che di quella dei soggetti in essi descritti.
A far da attori ci sono i combattenti :
da una parte i soldati, in vesti da “salvatori dell’umanità”,
più o meno convinti ma troppo spesso impegnati in
una guerra in cui non credono, dall’altro i difensori
di un’ideologia che, basandosi su un credo religioso,
portano il terrore, combattendo con strategie da massacro,
in barba a tutti i sentimenti umanitari e di rispetto per
la persona umana.
E’ qui necessario aprire una parentesi : si sente
spesso parlare di “Trattato di Ginevra”, di
rispetto per i prigionieri, di trattamento umanitario verso
i belligeranti. Tutto ciò dimostra ancora di più
la depravazione a cui può arrivare la mente umana.
La stessa mente che riesce a concepire e fare le guerre,
tenta di mettere regole umanitarie in ciò che è
negazione dell’essere umano !!!
Oltre ai belligeranti ci sono altre due
realtà
La prima più importante è rappresentata da
un popolo che subisce le angherie degli uni e degli altri.
E’ la solita “gente comune”, quella che
paga sempre in questi casi : trattata come terrorista e
ribelle dai “liberatori” e come traditrice e
collaborazionista dai “ribelli”. In ogni caso
viene vista e considerata carne da macello, merce da esporre
con raffinata crudeltà agli occhi del mondo per appagare
la sete di sangue e la conseguente commiserazione dei benpensanti.
La seconda tragica realtà è rappresentata
da quella miriade di inviati speciali, di giornalisti, di
operatori, di free-lance, cameramen, tecnici ecc, che accorrono
nelle zone del conflitto per raccontare, filmare, testimoniare,
scrivere articoli, libri e diari, sempre sulla pelle della
povera “gente comune”. Ed il bello è
che nessuno ha mai provato a contare quante siano queste
persone che in nome di un “diritto all’informazione”
o nascondendosi dietro alla “ libertà di cronaca
“ si trovano in zona di guerra.
Se mai venisse fatto un censimento, penso che il rapporto
fra forze belligeranti e giornalisti ecc. darebbe un risultato
da sconvolgere il sonno a molte persone.
Ed allora, come interpretare la guerra
vista sotto questo aspetto ?
Non è più un fatto “solo” di sangue
ma diventa uno spettacolo a cui partecipare con i commenti
nei telegiornali, nella lettura dei quotidiani, dei libri,
dei diari, ascoltando quell’esperto o quello stratega
con tanto di modellini plastici delle zone di operazione,
nei servizi speciali, nelle trasmissioni fiume degli opinionisti,
dei rappresentanti di questa o di quella fazione …
La guerra diventa uno spettacolo ! E’ triste e difficile
da digerire ma credo che questa lettura del conflitto non
possa essere smentita, se è vero che in televisione
e su ogni giornale le notizie ed i dettagli impegnano percentualmente
uno spazio notevole.
In questa situazione mi vengono spesso in mente gli spettacoli
che nell’antica Roma venivano organizzati nelle varie
arene. In particolare quelli che vedevano i protagonisti
lottare per la sopravvivenza. Uno spettacolo che finiva
nel sangue e spesso il modo di dare la morte era raffinato
e crudele, eppure - stando alle cronache - questi spettacoli
richiamavano molta gente che si “divertiva”
a vedere morire i propri simili. E’ evidente che nell’animo
umano ci deve essere una tendenza verso lo “spettacolo”
della morte, del combattimento, del sangue anche se di fatto
tutti a parole lo disprezziamo e lo rifiutiamo.
Tutto ciò potrebbe essere tema di
confronto e di dibattito – tanto per restare in tema
! - se non fosse per un “piccolo” particolare
: quella “povera gente” che muore o che resta
mutilata, ferita nel fisico o nel morale, i bambini che
oltre a pagare con la vita le sconsideratezze e le leggerezze
degli adulti, anche se scampano alla morte, si vedono privati
di un patrimonio che nessuno potrà più dare
loro: la giovinezza e la spensieratezza che dovrebbe essere
tipica della loro età..
Questo ci fa tornare con i piedi per terra e spettacolo
o tragedia ci permette di asserire una sola verità
: la guerra è comunque un evento sbagliato ! La guerra
è una mostruosità che a prescindere da qualunque
considerazione dovrebbe essere evitata, bandita dal cuore
e soprattutto dal cervello degli uomini.
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E’ in queste occasioni che diviene di moda una parola:
Pace.
Purtroppo l’aspetto triste di questa pace è
che tutti la vogliono ma nessuno la pratica !!
E allora cosa è la Pace ?
Non c’è pace senza giustizia !
Cosa è la giustizia ?
Non c’è pace senza libertà !
Cosa è la libertà ?
Non c’è pace senza uguaglianza !
Cosa è l’uguaglianza ?
Pace, giustizia, libertà, uguaglianza ecc. ecc.
: si va bene, ma chi non le condivide ?
Cosa facciamo : li sopprimiamo, gli facciamo la guerra ?
E torniamo punto a capo !
Sembra un circolo vizioso dal quale non c’è
via di scampo : ci sarà sempre qualcuno che non è
d’accordo !
Allora cosa fare ? Rinunciare alla Pace e tuffarsi in un
vortice di guerre o, nel migliore dei casi, assistere impotenti
alla distruzione di bambini, di popoli, di civiltà
? |
Tante sono le voci che si sono levate ad
indicare soluzioni, a proporre iniziative, a sentenziare
… ecc. Ma sinceramente in tutte queste voci c’è
sempre un tentativo, spesso inconsapevole, di imporre una
visuale di parte, una soluzione che coinvolga solo le “intellighenzie”
della terra, come spesso avviene nelle scelte che vengono
fatte “per il bene dell’umanità”.
E’ proprio questo il problema : per risolvere i problemi
del mondo si mettono d’accordo i potenti che –
ovviamente – sono interessati a risolverli a proprio
favore.
Solo una voce si è levata “super partes”
quella del Santo Padre !
E’ indicativo l’atteggiamento del Papa : non
prende posizione, nelle grandi decisioni ogni sua preghiera,
ogni suo pensiero è rivolto alle vittime, ai poveri,
alla “gente comune”, a coloro che soffrono per
la idiozia di qualche “potente”.
Chissà se ci sarà mai una convergenza di tutte
le forze mondiali in questa direzione cioè verso
la stragrande maggioranza degli uomini che popolano questa
povera terra martoriata : la cosi detta “gente comune”.
Che sia questa la direzione da intraprendere…?
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