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L’APE NELLE OPERE METAFISICHE DI PIER AUGUSTO BRECCIA
di Renzo Barbattini e Giovanni Miani
Università di Udine
Le opere dell’artista trentino
Pier Augusto Breccia rivelano
una profonda affinità con la
Metafisica italiana di inizio
Novecento: nei suoi dipinti
figure umane dalle fattezze
di api affollano delle
scenografiche architetture
classicheggianti creando
un legame inusuale
agli occhi dell’osservatore. |
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Nato a Trento il 12/4/1943 ma attivo
in America e in Italia e residente
a Roma, Pier Augusto
Breccia è il caposcuola della pittura ermeneutica (1)
(per il manifesto di questa corrente
artistica e per altre notizie su P. A. Breccia
consigliamo di visitare www.pieraugustobreccia.
it e www.aboutbreccia.com); cardiochirurgo è diventato pittore a tempo pieno
dopo una brillante carriera di chirurgia.
Quando si parla di un artista è inevitabile il
riferimento a una scuola, a una tendenza,
ad altri protagonisti dell’arte.
Il caso di Pier Augusto Breccia è diverso edè, quindi, corretto definirlo proprio un“caso” per la sua originalità, per la personalità
di questo artista, per la sua figura di
uomo che unisce a una vasta cultura il
senso profondo di una spiritualità che è,
poi, la connotazione forse più significativa
delle sue opere.
Da ciò discende il carattere di pittura “alta”,
“colta”, che i dipinti di Breccia trasmettono.
Altro aspetto è la singolarità delle sue
opere: una singolarità che lascia interdetti,
ancor più che i semplici osservatori, proprio
i critici di professione, quando essi tentano
di inquadrare l’opera di Breccia nel pur variegatissimo spettro delle tendenze
dell’arte contemporanea, a scopo non di
puro e semplice esercizio accademico, ma
per un approccio il più corretto possibile
nei confronti dell’artista e della sua pittura.
Le sue opere sono, sovente, imponenti
come dimensioni determinando un impatto
notevole su chi le osserva.
Pier Augusto Breccia è un artista contemporaneo,
a prima vista metafisico e surrealista
con richiami al futurismo dei primi
del secolo scorso però, nel contempo, la
forza dirompente ed espressiva che lo caratterizza,
richiama alla mente il Rinascimento.
L’opera di Breccia è sublime e
simbolica, dove il gusto del bello è sempre
presente; è elegante e impeccabile nella sua
interezza, anche se parla una lingua che per
molti potrebbe essere sconosciuta. Solo
l’autore possiede il codice per decifrare
questa lingua antica.
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Della sua vastissima produzione riportiamo
alcune tele in cui è ben rappresentata la metafora
degli “uomini-ape” e dell’”ape regina”.
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- Il matrimonio della Regina del 1989
- Fig. 1 -
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Per quanto concerne l’interpretazione di
questi quadri, oltre al concetto di organizzazione
sociale implicito nella metafora
dell’«uomo-ape», nelle opere di Figg. 1 e 2.
domina la figura dell’«ape regina» come
metafora del “potere” al quale gli «uominiape» consegnano i loro prodotti mentre
l’ape-violinista
e l’ape-chitarrista offrono la
loro musica. |
- La grande ape del 1990 - Fig. 2 -
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- Impollinazione del 1994 - Fig. 3 -
Nelle opere di Figg. 3, 4 e 6 è
proposto il tema del rapporto tra il maschile
e il femminile, “animus” e “anima”,
spirito intellettivo e natura, nella metafora
dell’impollinazione, della fecondazione o
della conquista. |
- Harem del 1996 - Fig. 4 -
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- Canzone d’amore del 1997 - Fig. 6 - |
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- Lo sciame del 1996 - Fig. 5 -
Lo sciame richiama
il senso societario di un mondo
ideale al quale ognuno di noi dà il suo apporto;
e, naturalmente, essendo questo un
mondo ideale, ogni apporto “individuale”
consiste in qualcosa che ogni “ape” va a
prendere nello spazio dell’«universale». |
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- Il fascino di Mammona del 2003 (Fig. 7) - |
Quanto a Il fascino di Mammona (Fig. 7),
anche qui l’«ape regina» è vista come il “potere”
a cui ciascun individuo porta doni,
mentre qualcuno (come l’«uomo-ape» in
primo piano sulla destra) siede nello spazio
dell’«ape regina» e riceve doni senza bisogno
di faticare (allusione a ciò che succede
in ogni luogo e in ogni tempo in prossimità
del “potere”).
Si può affermare, quindi, che
i temi toccati da Breccia sono antichissimi
per concezione, ma mai così attuali e moderni
in un tempo senza tempo. |
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Le opere pittoriche realizzate da Pier Augusto
Breccia possono essere definite come
arte assai colta, profondamente intrisa di
cultura umanistica e di erudizione. Proprio
per questo suo ideale dialogo con l’antichità
classica, i dipinti dell’artista trentino sono
stati associati, dal punto di vista stilistico,
all’Avanguardia artistica della “Metafisica” (2),
sorta all’inizio del XX secolo.
Come nella menzionata corrente figurativa
del primo novecento, in particolar modo
nella versione che della Metafisica ne ha
dato Giorgio de Chirico, anche in Breccia
vi è una mescolanza di elementi tratti dal
mondo classico, come ad esempio elementi
di edifici anticheggianti, nonché le ampie
colonnate, le arcate monumentali, le gradinate,
financo le fontane zampillanti di
acqua, e di elementi inconsueti, in questo
caso delle strane figure umane dalle caratteristiche
fisiognomiche riconducibili a delle
gigantesche api.
QuestI strani personaggi
vengono descritti con minuzia scrupolosa nei
loro particolari e nei loro atteggiamenti effettivamente
regali, così come le eleganti architetture in cui essi si muovono sono studiate
in modo oggettivo.
Notevole influenza sulla sensibilità pittorica
dell’artista trentino deve certamente aver
avuto la raffinatezza del tratto compositivo
tipica di alcuni degli artisti rinascimentali
maggiormente significativi quali, ad esempio,
Perugino o lo stesso
Raffaello Sanzio:
Breccia sembra in
questo senso dialogare
idealmente con
la ricercatezza formale
che ebbe nel
classicismo artistico
del primo Cinquecento
la sua espressione
più alta.
La relazione che si
instaura tra le figure
e l’ambientazione
monumentale circostante
crea un senso
di straniamento nell’osservatore,
che le
percepisce come delle
cose tra loro incomunicabili.
L’atmosfera stessa
di questi dipinti
pare appartenere ad
una realtà “altra”,
parallela e comunicante
con quella
dell’uomo, a cui però non è estraneo il
gusto per la teatralità scenografica e per la
spettacolarizzazione dell’immagine.
Come detto, vi è una profonda affinità tra
la pittura di Breccia e le opere metafisiche
di dechirichiana memoria, tuttavia qui
l’avanguardia primo novecentesca è rivisitata
in chiave per così dire “apistica”, nel
senso che protagonisti di tutti questi dipinti
sono le già menzionate figure umane dalle
fattezze di api o api dalle sembianze umane;
a questo proposito è doverosa un’osservazione
entomologica: è curioso il fatto che
gli «uomini-ape» di Breccia abbiano il pungiglione
a livello di viso: le api, infatti, lo
hanno nella porzione distale dell’addome.
Lo stesso artista ha così risposto: “Quanto al
pungiglione, nei miei quadri questo rappresenta
il potere penetrante dell’intelletto (ovvero
la metafora dello spirito al maschile).
Esso è destinato, oltre che a incutere timore e
rispetto, a penetrare le cose del mondo con
l’acume dell’intelligenza”.
Il pungiglione dunque come λόγος (3) (ragionamento),
nel senso etimologico del termine
così come fu inteso dai Greci.
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Da Apitalia, 42 (12) (2015): 37-39
NOTE
1 - Tema centrale del pensiero ermeneutico, così come della pittura di Breccia, è la rielaborazione del problema dell’essere dopo la “morte della Metafisica” dichiarata da Nietzsche agli albori del secolo
scorso. Il termine “ermeneutica”, inoltre, permette di distinguerla da quella del Surrealismo e della pittura cosiddetta Metafisica. In tutti e tre i casi si tratta di linguaggi visuali che, al di là della pura e
semplice espressività emozionale, si propongono come prodotti di un Io che si interroga sui fondamenti della propria coscienza o sul senso dell’esistenza. E in tutti e tre i casi il linguaggio pittorico si
offre ai visitatori come un’occasione di significabilità personale, oltre che come una via di fuga attraverso la porta di una fruizione estetica di tipo onirico o fantastico.
2 - 2La Metafisica è un movimento artistico nato nel 1917 con l’incontro, a Ferrara, di Giorgio de Chirico e Carlo Carrà. Tale corrente pittorica si propone di ritornare alla rappresentazione figurativa tradizionale
dopo le sperimentazioni artistiche del primo Novecento con le cosiddette Avanguardie storiche. Oltre a de Chirico e Carrà fanno parte della Metafisica anche Alberto Savinio, Filippo de Pisis, Felice Casorati,
Mario Sironi e Giorgio Morandi, i quali interpretano il ritorno alla tradizione in modo individuale.
3 - Con il termine λόγος in filosofia si intende:
1) la Ragione come causa del mondo e del suo divenire;
2) assieme all’Uno e all’Anima, una delle sostanze
del mondo intellegibile;
3) il discorso come mezzo di battaglia oratoria;
4) il ragionamento oggettivo e razionale.
BIBLIOGRAFIA
- ARGAN G. C., 1999 - L’arte moderna. Sansoni, Firenze
- BARBATTINI R., FRILLI F., 2004 - L’ape punge: come e perché. Notiziario ERSA, 17 (1): 42-45.
Dello stesso Autore:
Api nell'Arte
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Api e Religione -
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Api nel collezionismo e nella pubblicità
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Il mondo delle Api
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Api nel mondo infantile
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Api e loro prodotti
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- sull'argomento "Api e Religione", segnaliamo in Collaborazioni Varie l'articolo del Prof. Franco Frilli - "L'Ape nella Sacra Scrittura" |
Clikkare qui sotto per altro articolo sugli Animali nella Bibbia, sotto la voce "Antico Testamento"
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