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COLLABORAZIONI
In questo Settore vengono riportate notizie
e immagini fornite da altri redattori.
Nello specifico, il presente articolo è stato realizzato
dal Prof. Renzo Barbattini dell'Università
di Udine, che ha fornito anche le immagini.
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da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità
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"N.B.: L'Autore prescrive
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A SCUOLA CON LE API
“Oggi, Poldo è in campagna”, “oggi con Poldo siamo andati nel bosco”, “oggi Poldo ci ha fatto conoscere la stalla”: quest’anno, Paolo comincia in questo modo a raccontarmi delle sue esperienze fatte alla Scuola Materna “E. Linda” di Udine. Dai suoi racconti emerge chiaramente il positivo aspetto che caratterizza l’itinerario didattico - chiamato progetto “Poldo” dal nome del simpatico clown accompagnatore - che i bambini della Sezione “grandi” stanno compiendo.
Il progetto “Poldo” è globale: infatti, i bambini stanno vivendo importanti esperienze educative venendo in contatto diretto con le tematiche oggetto dell’itinerario. Ad esempio, felicissima è stata l’iniziativa di una passeggiata “di lavoro” attraverso la campagna; in questo modo i bambini hanno apprezzato con i propri occhi alcuni degli innumerevoli aspetti della natura ed hanno conosciuto da vicino certe realtà quali il campo coltivato o la stalla che per molti di noi sono, ormai, estremamente lontane.
E’ per questo che ho accettato molto volentieri l’invito delle maestre di coinvolgere i bambini impegnati nel progetto “Poldo” nella conoscenza degli insetti, animali che occupano gran parte del creato e con i quali dobbiamo convivere.
Per interesse professionale – sono professore presso la Cattedra d’Entomologia agraria dell’Università di Udine e i miei impegni didattico-scientifici sono soprattutto orientati verso l’apicoltura - ho cercato d’avvicinare i bambini al magnifico mondo delle api, insetti sociali per antonomasia. Credo di usare questo aggettivo non a sproposito: infatti noi tutti, bambini e adulti, conosciamo gli effetti dolorosi legati alle punture che le api possono infierire ma pochi sanno che esse si comportano così solamente per difendere se stesse o la loro famiglia dai nemici, uomo compreso. Altrettanto poco conosciuti sono i modi di vita delle api c le innumerevoli attività svolte durante l’arco della loro vita. Nell’alveare, infatti, vi sono le api “spazzine”, le api “baby-sitters”, le api “bottinatrici”. le api “guardiane”, per citare alcune delle operazioni cui esse si dedicano.
Sulla nostra tavola c’è - o dovrebbe esserci! - un vasetto di miele; è questo il dolcissimo alimento che le api sanno produrre a partire dal nettare dei fiori o da altre sostanze zuccherine. L’immagine del miele è ben presente davanti ai nostri occhi ma non altrettanto bene ci rendiamo conto del prezioso contributo offerto dalle api a tutta la natura; la gran parte dei vegetali, coltivati e non, hanno bisogno delle api, quali “postine” del polline al fine della loro impollinazione. Quindi se possiamo gustare le deliziose ciliegie, se possiamo apprezzare gli ottimi kiwi, se possiamo annusare i profumatissimi fiori, se possiamo passeggiare nei prati coloratissimi lo dobbiamo alle api che grazie alle loro visite ai fiori, aiutano la natura a compiere i suoi cicli vitali.
Questi sono alcuni degli aspetti relativi alla società delle api che insieme, bambini e io, abbiamo affrontato e cercato di capire. Per far ciò abbiamo vissuto due momenti importanti; il primo è stato quello della “chiacchierata” insieme con la visione e l’illustrazione di numerose diapositive, il secondo quello della visita guidata presso l’apiario e la serra della Facoltà di Agraria di Udine.
In entrambe le occasioni i bambini hanno dimostrato un alto desiderio di conoscere la natura non solo dal punto di vista teorico ma anche venendo in contatto con alcune sue realtà. Molto bene, infatti è riuscita la visita all’apiario durante la quale loro - opportunamente mascherati - hanno visto ad esempio le api operaie di casa all’opera, l’ape regina intenta alla deposizione delle uova, i fuchi pronti per i voli primaverili e l’immagazzinamento del miele.
Questa giornata ha certamente contribuito a far sì che questi bambini acquisiscano confidenza con la natura, quella stessa natura di cui loro fanno viva parte in modo non solitario ma in coabitazione con gli animali e le piante.
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Renzo Barbattini
Consiglio dei genitori
Scuola materna “E. Linda” – Udine
Tratto da “Agricoltura Informazione”, anno VI (8). 1991.
I piccoli “apicoltori” seguono attentamente le spiegazioni degli esperti apistici M. D’Agaro e M. Gretti presso l’apiario del Dipartimento di Biologia e Protezione delle Piante (Università degli Studi di Udine) |
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A SCUOLA DALL'APE: PER UNA ECOLOGIA DELLA MENTE
ENTI
Direzione Didattica IV Circolo, scuole elementari, Voghera (Pavia)
Dipartimento di Biologia e Difesa delle Piante (oggi Dipartimento di Biologia e Protezione delle Piante
Università di Udine
SCHEDA ILLUSTRATIVA
Il progetto "A scuola dall'ape" si inserisce nel più vasto piano di educazione alla salute che il Ministero della Pubbica Istruzione ha proposto alla scuole Elementari con Circolare n. 120/94.
Si tratta di un programma che tenta di rovesciare le nostre abitudini comportamentali verso il mondo animale (antropomorfismo) e umano (indifferenza). Infatti imparando a conoscere le differenze tra le varie specie è possibile rispettare anche le diversità fra gli uomini.
L'ape è molto importante in questo ambito educativo in quanto serve a dimostrare come un essere, all'apparenza minimo ed effimero, gioca una parte essenziale per la nostra società ma anche, e soprattutto, per la stessa esistenza di tutti gli esseri viventi.
Il progetto parte già dal primo anno con la realizzazione di un "giardino delle api” dove sarà ospitata un’arnia didattica a vetri e che offrirà molteplici opportunità educative: scienze naturali, attività artistiche, educazione ambientale, ecc.; per arrivare al terzo anno quando il programma si aprirà all’esterno, con la ricerca di aree particolarmente adatte alla vita delle api e si traccerà una vera e propria “pagella ecologica” sul grado di inquinamento e sulla biodiversità. Le aree particolarmente adatte alle api verranno segnalate alle autorità competenti e alle associazioni apistiche della zona proponendone la protezione. Nel 4° e 5° anno si perfezioneranno le conoscenze scientifiche e, con opportuni adeguamenti interdisciplinari, si adatterà il progetto alle attività curricolari ordinarie.
Ogni anno a giugno, in occasione della Festa Mondiale dell’Ambiente, si procederà alla “smelatura in campo” con assaggio del miele “in diretta”.
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A SCUOLA DALLE API
Negli anni scorsi il Dipartimento di Biologia e Protezione delle Piante dell’Università di Udine ospitava, presso il proprio apiario, scolaresche in visita. Da alcuni anni questa attività è svolta dal Consorzio tra gli apicoltori della provincia di Udine. Queste visite guidate si inseriscono in un programma che tenta di rovesciare il nostro comportamento verso il mondo animale e quello umano. Infatti imparando a conoscere le differenze tra le varie specie è possibile rispettare anche le diversità fra gli uomini.
L’ape è molto importante in questo ambito educativo in quanto serve a dimostrare come un essere, all’apparenza minimo ed effimero, gioca una parte essenziale per la nostra società ma anche, e soprattutto, per la stessa esistenza di tutti gli esseri viventi.
Dopo le visite le insegnanti fanno “lavorare” gli alunni intervenuti su quanto osservato attraverso cronache, componimenti di fantasia, poesie, disegni.
A questo proposito le maestre delle classi III della Scuola elementare “G. Carducci” di Paderno (Udine) ci hanno inviato un libretto composto dai bambini con numerosi scritti sull’ape, sull’alveare, sulla tecnica apistica e sul miele.
Non potendo riportare tutti gli scritti - d’altra parte tutti molto interessanti - ne abbiamo scelto alcuni sotto riportati; essi vengono trascritti integralmente così come sono stati elaborati dagli alunni, comprese inesattezze ed errori per non perdere la freschezza e la sponttaneità dei racconti.
Renzo Barbattini
Dipartimento di Dipartimento di Biologia e Protezione delle Piante
Università di Udine
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L'APE MAIA
Buongiorno ragazzi, indovinate chi sono? Sono l’ape Maia. Oggi è un giorno importante per me: finalmente sono un’ape adulta. Come avete visto, l’apicultore Mauro mi ha aiutata ad uscire dalla celletta, che mi ha fatto da culla, grattando la cera dall’opercolo.
21 giorni fa Teodolinda, la regina dell’alveare, ha deposto in fondo a questa cella un piccolo uovo dal quale sono uscita sotto forma di larva tutta bianca. La mia buona nutrice mi ha subito dato la pappa reale per farmi crescere.
Cresciuta fino a raggiungere l’apertura della cella, ho incominciato a tessere intorno al mio corpo un bozzolo. Là dentro è avvenuta la metamorfosi che mi ha trasformata in pupa e infine in ape. Ora mi devo ripulire: ho ancora qualche rimasuglio di bozzolo attaccato al corpo; poi andrò a conoscere la famiglia.
Vi siete accorti anche voi di quanto c’è da fare nell’alveare? Api che vanno e vengono, ronzano, danzano, svolazzano... Domani incomincio il mio primo lavoro: la pulizia della mia cella. Farò l’ape spazzina per tre giorni e poi passerò al mio secondo mestiere, quello di nutrice.
Che bello! Le piccole larve sono così simpatiche! Sarò indaffarata a preparare la pappa reale, masticando insieme miele e polline. Questa pappa, che darò solo nei primi giorni, farà crescere e diventare forti le api neonate.
Ma un altro lavoro mi attende: mi toccherà “ventilare” la regina. Oh, che lavoro onorevole! Dovrò anche svolgere un lavoro di coraggio: sarò impegnata a fare la guardia e a difendere il mio alveare dai nemici.
Infine, al compimento del mio 20° giorno di vita, inizierò l’ultima specializzazione: l’ape bottinatrice. Volerò di fiore in fiore a succhiare il nettare per fare il miele.
La nostra vita è molto corta, ma intensa. Noi api possediamo un segreto: la natura ci ha dato delle ghiandole che producono delle sostanze che ci aiutano a svolgere i diversi compiti che man mano dobbiamo svolgere...
Oh mi chiamano. Mi dispiace devo andare.
Salve ragazzi!
Letizia, Leonardo, Marco
JUNIOR-FUCHETTO, FEREGINA E MAXI-FUCHETTO
In un’arnia vivevano tantissime api tra cui Feregina, Junior-fuchetto e Maxi-fuchetto.
Un bel giorno... successe un guaio! Una celletta era stata rotta da una larva perché questa era troppo grossa!
Allora Feregina chiamò Junior-fuchetto e Maxi-fuchetto e disse loro: «Distruggete tutte le cellette, ne faremo un parco giochi e chiameremo quest’arnia Api-Park».
Così tutte le api si misero al lavoro.
Qualcuna costruiva le scale degli scivoli, qualcun’altra costruiva le giostre, oppure la ruota-ape, l’apelascia, il brucomiele, la sala giocape e tanti altri divertimenti.
Ma un brutto giorno arrivarono gli “8-8 api”. Scatenati com’erano, cominciarono a dare fastidio agli abitanti di Api-Park.
Feregina si arrabbiò molto con gli “8-8 api”. E mandò Junior-fuchetto e Maxi-fuchetto alla sede del Comune di Api-Park a chiedere un consiglio. Ma gli addetti comunali non seppero darne alcuno. I due fuchetti ritornarono da Feregina, riferendole l’insuccesso dell’impresa.
Feregina decise allora di andare a parlare di persona con gli “8-8 api” ed esclamò: «O ve ne andate entro stasera, o saranno guai per voi!»
Gli “8-8 api” non dettero ascolto alle parole di Feregina e continuarono a fare baldoria. Feregina si arrabbiò così tanto che diventò rossa come un cappello di gnomo.
Quindi si travestì da vespa e fece spaventare a morte gli “8-8 api”; questi si impaurirono tanto che se la dettero... ad ali!
Feregina ora era contentissima. Finiti i guai, Api-Park tornò come prima: un parco di divertimenti a prova di... insetti!
Tutti gli abitanti di api-Park ora erano super-felici: le signore api avevano trovato il loro paese dei balocchi!
Mattia, Federica, Alessandro
TRE API AMICHE, IN CAMPAGNA
Tre api amiche decidono di effettuare una gita in campagna con le loro api-cross.
Una decide di fare uno spuntino: «Ragazzi, che ne dite, facciamo uno spuntino?».
«Sììì!!!».
Un’ape dice: «Io voglio una margherita».
L’altra aggiunge: «Io voglio una capricciosa».
E l’altra ancora: «Io desidero una con i funghi».
La prima che ha parlato esclama: «Ragazzi, mica stiamo parlando di pizze!!!...».
E le altre rispondono: «Oh, hai capito, tu sì che sei intelligente!».
«Be’, andiamo a mangiare un po’ di miele nell’alveare?! Sarà meglio!».
«Sììì!!!».
Tornate nell’alveare le api fanno la pappa (da non confondersi con la pappa reale!).
Il giorno dopo escono dall’alveare e volano da un fiore all’alveare e dall’alveare al fiore.
Michele
ZAP, L'APE GUARDIANA
In un alveare, un’ape guardiana aveva una fifa blu. Se vedeva una vespa sveniva e cadeva, bucando sicuramente una celletta.
Un giorno la regina convocò l’ape guardiana che si chiamava “Zap”.
Le disse: «Se non sarai più coraggiosa, la punizione sarà severa».
Zap obiettò: «Ma io avrò sempre una fifa blu!».
«Allora impara, fatti insegnare da qualcuno ad essere coraggiosa!», esclamò la regina.
«Va bene, mi impegnerò», promise Zap.
Dovete sapere che Zap, un giorno, ebbe persino paura di un manichino con, solamente disegnata, una vespa! Questa era ... il loro peggior nemico!
Quella volta svenne e così fece anche davanti ad un manichino a forma di topo, a forma di lucertola, di mosca...
Allora la regina, veramente arrabbiata, disse a Zap: «Avrai una punizione e anche severa! Non tornerai più all’alveare!».
Zap pregò: «Noo, noo, perdonatemi, per favore!».
Tutto fu inutile. Zap dovette andarsene dall’alveare.
Ma in quel momento comparve uno sciame di vespe.
Per fortuna l’apicoltore aveva messo una trappola contro di loro; tuttavia quattro vespe riuscirono a evitare il tranello, mettendo però in allarme un’ape guardiana intenta al suo lavoro.
Le vespe conficcarono i loro pungiglioni nella malcapitata che, ahimè, cadde a terra stecchita.
In quel momento Zap, dimenticò la paura, si lanciò all’attacco e conficcò il suo pungiglione nel cuore di quattro vespe.
La regina allora le disse: «Brava Zap, per la prima volta hai avuto un po’ di coraggio! Puoi tornare all’alveare». «Grazie, grazie mille, regina!», esclamò Zap.
La regina, disse solennemente: «Ti nominerò capo guardiano!»
«Oh... che bello!», riuscì a dire Zap ... e svenne dall’emozione.
Mauro, Martina, Michela
L'APE ESPLORATRICE
Un giorno l’ape esploratrice partì dall’alveare, per esplorare la natura. Arrivò su un fiore tutto giallo. «Attenta ... arrivano i calabroni!».
L’ape lanciò un raggio di parole all’alveare e così arrivarono l’artiglieria e la truppa d’assalto. Le api soldato tirarono fuori le spade e ferirono due calabroni di cui il generale morì; ma la guerra continuò a lungo.
Ad un certo punto sparò anche il cannone che colpì il fiore giallo tanto utile alle api. Arrivò il carroarmato che, finendo in una pozzanghera, fece schizzare l’acqua sui calabroni.
Questi caddero a terra tramortiti; le api cominciarono a pungerli.
Le api vinsero; presero tutto il nettare giallo e lo portarono all’alveare. In quel momento arrivarono tutte le api d’assalto che avevano già seppellito i calabroni.
E fu una grande festa!
Le api però pensarono: «Sarebbe più bello, però, se potessimo vivere sempre in pace!».
Marco
UN'APE RACCONTA
Martedì, 2 maggio ’95, sono nata; ero piccola, tutta bianca, l’alveare era pieno zeppo di api. Per prima cosa le api operaie corsero alla mia celletta e la pulirono svelte svelte, con le zampette piene di peli.
C’erano larve di fuchi vicino a me; le api bottinatrici volavano verso il polline per darlo a noi, api appena nate. Oh!!! C’era anche l’ape regina, la madre di tutte le api. Era un viavai continuo di api che si davano da fare per sfamarci. L’ape regina era un gigante!!! Sarà stata alta di sicuro due volte più di me!
Ad un tratto comparve una lucertola; mamma che paura, mi sono buttata a terra, ferma e immobile; per fortuna c’erano delle api adulte che cominciarono a pungerla in continuazione, finché questa morì. Allora api imbalsamatrici emisero dalla bocca un liquido verde che serviva per imbalsamare la vittima, e così immobilizzarla e farla morire.
Mmm!!! Che buono questo nettare! A forza di essere imboccata sono diventata tanto grossa...
Ancora un paio di giorni e sarò pronta per volare fuori dall’alveare, oppure aiutare le mie compagne operaie.
Finalmente è arrivato quel giorno: prima di tutto devo aiutare le mie colleghe a pulire le cellette delle api appena nate. Dopodiché comincio ad imboccarle; così continuo per giorni.
Dopo un periodo in cui ho altre mansioni, l’ape regina mi chiama al suo cospetto e mi dice: «Adesso tu diventerai un’ape bottinatrice e andrai in giro a fare provviste di polline e di nettare».
Subito dopo esco dall’alveare e comincio a raccoglierli, di fiore in fiore. Ad un tratto mi imbatto in una ragnatela. Ahimè, arriva un ragno che ha intenzione di mangiarmi. Per fortuna ho il mio coltellino di scorta: taglio la ragnatela e vado via lasciando il ragno con un palmo di naso.
Vado a raccogliere altro nettare, senza accorgermi di un calabrone che svolazza vicino. Quella bestiaccia mi punge. Riesco a depositare il nettare, ma subito dopo sono morta.
Vi devo salutare, adesso vado lassù dove sono andate le altre api!
CIAO!!!!!
Valentina
RINGRAZIAMO COSI'...
Carissimi Moreno [Greatti], Renzi [Renzo Barbattini e Renzo Sebastianutto], Mauro [D’Agaro] e Maria Luisa [Zoratti], io sono stato contentissimo di aver visitato la vostra università.
È stato molto interessante vedere le api e le piante, ho scoperto molte cose nuove! Se non fosse stato per voi adesso non saprei neanche com’è fatto un fuco! Così ho capito che quell’ape che mi è salita attraverso i pantaloni... era un fuco!
Altre informazioni importanti?
L'APE REGINA
L’ape regina punge solo da giovane.
Solo dopo esere stata fecondata, produce le uova!
Io non mi sono stupito che la regina potesse produrre 2000 uova al giorno, perché lo sapevo già da tre anni.
IL FUCO
Il fuco ha la vita corta! Prima di tutto nasce, poi si abitua all’ambiente e alla fine feconda la regina.
Poi però le operaiacce lo uccidono.
Le api operaie
Le api operaie invece lavorano sempre, poverette!
Appena nate fanno le spazzine; insomma sono sfortunate.
IL MIELE
Il miele prodotto dalle vostre api deve essere il più buono al mondo! Non avevo mai assaggiato uno così dolce e fragrante! Penso che d’ora in poi mangerò il miele più volentieri!
Vi saluto con affetto. Grazie!
Mattia
Carissimi, grazie di averci guidato nel misterioso mondo delle api e di averci spiegato le abitudini di ogni giorno, fagendocele toccare ed osservare.
Vi ringrazio anche per averci fatto mettere le protezioni “anti-becconi”, se no saremmo tornati a casa tutti pieni di... punture!
Ciò che mi è piaciuto di più è stato osservare l’apina appena nata uscire, con l’aiuto delle altre api, dalla celletta di cera.
Le vostre spiegazioni sono state molto semplici; in questo modo ci avete fatto percepire per filo e per segno la vita quotidiana di ogni ape, che sia regina, o fuco o ape operaia. Senza di voi non avremmo capito un fico secco delle api e della loro vita sociale.
Sinceramente devo dirvi che ho avuto un po’ di paura soprattutto quando ci avete detto di mettere le mani in tasca; credevo che il rosa attirasse le api e siccome avevo i pantaloni corti avevo una fifa da... topo!
Un saluto e un ringraziamento!
Leonardo
Carissimi, è stato interessante sapere come vivono le api.
Ma è stato ancora più interessante assaggiare il miele; secondo me, però, è più dolce il nettare!
È sorprendente la capacità di questi insetti, la loro precisione. Migliaia e migliaia di api arrivano e partono dall’arnia, volando da un fiore all’altro e raccogliendo nettare e polline.
Siamo stati fortunati a vedere nascere un fuco ed un’ape operaia.
Che meraviglia quando sciamano! Prima io avevo un po’ di paura che mi pungessero, dopo mi è passata.
Il fuco mi sembrava così cattivo, più cattivo di tutti e quello che lavorava di più, invece non è così.
Grazie tante per averci spiegato come vivono le api. Spero di tornare presto da voi. Ciao!
Nicoletta
VISITA ALL'APIARIO
Con questa nota desidero continuare la pubblicazione degli elaborati più “simpatici” pervenutici dagli alunni che hanno fatto visita all'apiario sperimentale del Dipartimento di Biologia e Protezione delle Piante dell’Università di Udine.
Queste “lezioni dal vivo” prevedono tre momenti: visione interna di un alveare, visita al laboratorio di smielatura ed assaggio del miele. È chiaro che, in caso di cattive condizioni atmosferiche - evenienza piuttosto facile nella primavera udinese - il programma viene modificato.
Lascio ora la parola ad alcune insegnanti ed ad alcuni ragazzi con i loro componimenti (errori e imprecisioni compresi) realizzati dopo la visita all’apiario.
Renzo Barbattini
Dipartimento di Biologia e Protezione delle Piante
Università di Udine
Una lezione dal vivo
Visitare l’apiario è stata un’occasione che non abbiamo voluto perdere nonostante i bambini manifestassero un’aspettativa mista di curiosità e timore associata alla fama di “pericolosità” di cui gode l’ape. Abbiamo quindi concordato per la giornata di martedì 9 maggio la nostra visita convinte dell’utilità dell’esperienza che avremmo vissuto. Siamo stati accolti con estrema disponibilità e siamo stati introdotti nel mondo meraviglioso delle api.
Che emozione indossare i copricapi con la maschera per prepararsi ad un incontro così insolito che si è rivelato subito stupefacente! “Litigare” per tenere in mano i fuchi, scommettere sull’individuazione della regina senza bollino di riconoscimento, assistere alla nascita di un’ape operaia, intingere il dito nel favo per rubare il miele-nettare dolcissimo sono state eperienze più significative di qualsiasi lezione in aula: hanno arricchito le nostre conoscenze scientifiche ma hanno anche stimolato la fantasia degli alunni che si sono divertiti ad “animare” le api nei loro ruoli.
Ognuno di loro è rimasto sorpreso da qualche aspetto della vita di questo insetto e così abbiamo riassunto le osservazioni emerse alla seguente richiesta:
«Non avrei mai pensato che...
– il fuco non può pungere (Marco);
– l’ape ha una specie di proboscide (Valentina);
– le api operaie tappano le cellette del favo (Serena);
– la giovane ape regina non muore quando punge le sorelle (Paola);
– per volare meglio l’ape aggancia le sue due paia di ali (Davide);
– l’ape regina depone duemila uova al giorno (Mirko e Nicola);
– la celletta della futura regina è più bitorzoluta delle altre (Riccardo);
– le api eseguono una danza per segnalare un prato fiorito (Sara);
– in alcune cellette del favo viene messo il miele, in altre si trovano le larve (Mattia)».
Le insegnanti di II e di III classe -
Scuola elementare “Divisione Alpina Julia” di Udine
Immagino: sono un’ape tra le api
Buon giorno, sono compare Oscar e adesso vi racconto una bella storia! Tanti anni fa, ero un uomo ma poi, con un incantesimo mi sono trasformato in un’ape; appena sono arrivato nell’alveare ho avuto un po’ di paura ma le altre api mi hanno accolto come un amico.
Mi hanno detto che dovevo fare l’ape operaia; mi divertivo moltissimo e avevo moltissimi amici che mi aiutavano. Certe volte andavo dalla regina e lei mi diceva: «Dove eri finita Oscar?». E io rispondevo: «Ero andata a prendere il miele!».
La regina mi diceva di stare sveglia anche di notte.
Marco
Dialogo nell’alveare
In un alveare vivevano numerose giovani api e un giorno l’ape regina disse ad una delle api guerriere: «Tutto bene qui?». L’ape guerriera rispose: «Sì, sì va abbastanza bene!». E l’ape regina andò a fare un giro per sposarsi con i fuchi. Al ritorno l’ape regina disse: «Come va? È entrato un intruso?». L’ape guerriera rispose: «No, no solamente un’ape con un carico di polline!». Allora l’ape regina disse: «Oh, mio Dio: gli apicoltori lo fanno apposta perché noi non l’ammazziamo, capisci?», e l’ape guerriera: «Ohhh Dio mio, che ho fatto!». L’ape regina ordinò: «Uccidetelo!», ma l’ape guerriera supplicò: «No, per pietà!».
Serena
Un dialogo tra un’ape operaia e l’ape regina
Un giorno nel traffico dell’alveare, un’ape operaia incontra l’ape regina e disse: «Buongiorno ape regina». «Buongiorno a te ape operaia, come va il lavoro?», disse l’ape regina. «Ohhh... non parliamone! Va proprio male; io vorrei tanto essere un’ape regina! Tu puoi startene a dormire e io e le mie compagne dobbiamo lavorare e tu... beh, insomma: non è giusto!!!», disse l’ape operaia. «Ape operaia guarda che è più difficile il ruolo da regina. Sai il perchè?. Adesso te lo spiego io. Sai che se in un alveare non ci fosse l’ape regina le altre api operaie non esisterebbero? Ora, però, tutte a lavorare!». E io… “riposo”.
Sara
Amore proibito nell’alveare
C’era una volta un’ape operaia che doveva lavorare come una schiava e disse a un fuco: «Ehi, perché non lavori?». Il fuco rispose: «Perché mi devo accoppiare con la regina». L’ape operaia aggiunge: «Forse perché sei un fannullone». «No!», ribattè il fuco. L’ape operaia continuò: «Hai una difesa come ho io?». «No», ammise il fuco. L’ape operaia era andata a prendere il nettare per dare la pappa reale alla regina appena nata; il fuco intanto andava a esplorare intorno all’alveare, ma non si era accorto che l’ape guardiana lo inseguiva. Il fuco le disse: «Sono di questo alveare!». L’ape guardiana si fermò di inseguirlo e ritornò all’alveare. L’ape operaia poi pensò un po’ e ritornò dov’erano prima a litigare; il fuco anche lui ritornò dove si erano incontrati prima: fecero la pace, si sposarono e scapparono insieme.
Alberto
Giorno di visita
«Eccoli, stanno arrivando!».
«Presto, presto; regina che cosa dobbiamo fare?» gridò l’ape operaia dall’ingresso dell’alveare mentre arrivavano i bambini e le maestre della scuola elementare in visita.
L’ape regina si sistemò meglio la corona sul capo e da sotto il mantello dorato rispose: «Non preoccupatevi, fate come se non ci fossero, voi dovete continuare il vostro lavoro come al solito! E voi fuchi non state lì senza far niente! Che inizino le danze!».
Ci fu un ronzio vivace, mentre i bambini, a gruppi, si avvicinavano con i caschi protettivi.
«Ci sembrano dei robot così conciati!» ridevano i fuchi. «Pare che abbiano molta paura, eppure sono dei giganti rispetto a noi. Forse non sanno che non abbiamo il pungiglione...», rispose un fuco. E un altro ridendo: «Ah, ah, ah non gliel’hanno ancora detto!!».
«Invece di perdere tempo a dire sciocchezze e a sghignazzare, lavatevi bene le antenne», gridò l’ape regina dal suo trono.
«Io mi sono già lavato e voglio passeggiare sulle mani di quella bambina!», così dicendo il fuco volò via, seguito dai compagni.
Adesso anche i bambini ridevano e si divertivano, gridavano entusiasti delle danze delle api e la regina era proprio felice: anche quella volta i suoi ragazzi si erano comportati bene.
Martina
L’ape
L’ape è un insetto che io rispetto: perché è importante per noi e per le piante.
È regina anche in cucina. Se mi punge per sbaglio, rimedio con l’aglio.
Dell’ape vi ho parlato, spero di avervi accontentato.
Massimo
Una visita in un parco di api
«Attente bambine! Non passate davanti agli alveari che interrompete il volo delle api ma passate dietro agli alveari». «Va bene!».
«E adesso cerchiamo l’ape regina; intanto guardiamo le celle reali: sono quelle fatte come una mezza sfera, le vedete?». «Sì» rispondiamo.
« E guardate ora le celle dei fuchi, che sono più grandi e quindi hanno il coperchio più a cupola di quello delle piccole api.».
«Ma il fuco punge?», chiedemmo all’esperto. «Non punge il fuco!».
«Perché?». «Il fuco non ha il pungiglione, a differenza delle altre api», ci insegna lo studioso e aggiunge: «Chi vuole prendere in mano un fuco?». «Io! Io!». «Io, io!». «Io no!».
Silvia
E per finire ... alcune poesie composte dai bambini delle classi III della Scuola Elementare “G. Carducci”di Paderno (Udine)
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L’ape operaia
Ape operaia, ape laboriosa,
succhia il nettare da quella rosa.
Tu lavori tutto il giorno,
e ai fiori giri intorno.
Sempre lavori,
mai riposi.
Con le antenne annusi
e il naso non usi.
Quanti lavori devi fare:
non ti puoi mai fermare!
Mauro |
Le api
L’ape regina
fa uova
da sera a mattina.
L’ape operaia
svolazza, svolazza
sui fiori in terazza.
I fuchi pigroni
son presi a calcioni
Federica |
L’ape e l’uomo
Quanto è bella l’ape,
non è cattiva,
il pungiglione ce l’ha
ma lo usa solo per difendersi.
Non la sappiamo ringraziare
per il buon miele che ci dà
e per la salute che avremo
grazie ... ape!
Importante è l’ape!
Bella è l’ape,
generosa è l’ape
ringraziamola.
L’ape è bella,
gentile come una donzella.
Volando fra i fiori,
dai mille colori,
raccoglie fiorellini,
in un cestino di vimini.
Sara,Daniela |
La famiglia (Filastrocca)
Bella è l’ape,
gialla e nera
tutta rigata,
anche la sera.
L’ape regina,
non è mai piccolina,
depone le uova,
e poi non le cova.
Il fuchetto
ha visto un funghetto,
bianco e rosso
con il gambo tanto grosso.
La api operaie,
puliscono le cellette
così poi
ci andranno le larvette.
Le larvette stanno al calduccio
senza pericolo
di qualche gattuccio.
Federico, Christian |
Il miele
Il miele cremoso,
biondo e gustoso
lo spalmo al mattino
sul mio panino.
È il dolce dono
di un insetto buono.
Federica
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Bibliografia
Didattica delle Scienze e informatica nella scuola, editrice La Scuola, n°...., anno ....BARBATTINI R., 1997 - Udine, a scuola dalle api. L'Ape nostra amica, 19 (1): 36-40.
BARBATTINI R., 1997 - Udine, alunni in visita all'apiario. L'Ape nostra amica, 19 (2) (1997): 38-40.
(Per "A scuola dall'ape" - BARBATTINI R., PALO M. 1996 - A scuola dall'ape. Rapporto Carnia Alpe Verde: i cento progetti più verdi d'Italia. Carnia Alpe Verde: suppl. n. 1 (1996): 70 .
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Dello stesso Autore:
Api nell'Arte
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Api e Religione -
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Api nel collezionismo e nella pubblicità
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Il mondo delle Api
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Api nel mondo infantile
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Api e loro prodotti
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Di altri autori:
- sull'argomento "Api e Religione", segnaliamo in Collaborazioni Varie l'articolo del Prof. Franco Frilli - "L'Ape nella Sacra Scrittura". |
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