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COLLABORAZIONI
In questo Settore vengono riportate notizie
e immagini fornite da altri redattori.
Nello specifico, il presente articolo è stato realizzato
dal Prof. Renzo Barbattini dell'Università
di Udine, che ha fornito anche le immagini.
Tutti gli articoli degli altri Settori sono state realizzati
da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità
su quanto fornito dai collaboratori.
"N.B.: L'Autore prescrive
che qualora vi fosse un'utilizzazione per lavori a stampa
o per lavori/studi diffusi via Internet, da parte di terzi
(sia di parte dei testi sia di qualche immagine) essa potrà
avvenire solo previa richiesta trasmessa a Cartantica e citando
esplicitamente per esteso il lavoro originale (Autore, Titolo,
Periodico) ." |
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Api nell'Arte
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Api e Religione -
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Api nel collezionismo e nella pubblicità
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Il mondo delle Api
- Giorgio Celli, amico dell'ambiente e delle Api |
Api nel mondo infantile
- Che occhi grandi che hai... |
Api e loro prodotti
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Di altri Autori:
- sull'argomento "Api e Religione", segnaliamo in Collaborazioni Varie l'articolo del Prof. Franco Frilli - "L'Ape nella Sacra Scrittura". |
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VIA VAI 9
1 Dicembre
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Di nuovo il caos che accende facce aggressive e le piccole dispute... ero convinta che fosse il
Sig. Andreotti a parlare e mi stupivo che lo
facesse (in tanti anni ha aperto bocca due o tre
volte solo per dare qualche informazione
richiestagli) con un timbro di voce davvero
irritato, ma tuttavia arguto, simile a quella del
Presidente. Ma non era lui.
L'ignoto passeggero ce
l'ha con l'autista e giustamente perchè, benchè
l'abbia avvertito in tempo, questi non ha aperto a
due passeggeri con bagagli voluminosi che dovevano
scendere alla Montagnola.
Mi astraggo però quasi
subito dalla disputa perchè vengo affascinata
dalla visione di un muratore con un copricapo di
carta che mi riporta ai tempi dell'infanzia,
quando per gioco mio padre, piegando un foglio di
giornale, mi costruiva un cappelluccio simile...
La giovane negra che sta diritta dinanzi a me ha
una grossa treccia scura che le ballonzola lungo
la schiena; con un dito sottile e levigato ha
disperso il vapore acqueo che ricopriva i vetri...
ecco che appaiono le bandiere giallo-rosse del
Comune e quelle bianche ornate dal festoso Ciao
tricolore di Italia '90. |
a giornata è bellissima
e c'è un sole caldo, intenso... la brina sembra
quasi neve depositata sui prati dell'Eurogarden...
mi ritorna alla mente l'altopiano di Asiago, una
mattina di sole simile a questa... intorno a me
vasti campi sepolti dalla neve alta, il nastro
argenteo del fiume ed un silenzio ovattato... una
cartolina-ricordo fissa nella memoria in cui colori e sensazioni di felicità e di pace restano
intatti e riproducibili.
Un gruppo folto di gente scende alla Fiera forse per partecipare ad un concorso.
Appesa al
mancorrente dell'auto penzola un manifestino pubblicitario ricordo delle elezioni: "20/10 per
il Comune n. 42 Ciaffarelli".
Una signora anziana
borbotta tra sè, non credo preghi, rimugina
invece su qualcosa che non le va a genio... forse è sconcertata anche dalle mie manovre perchè
tento di mettermi comoda, benchè sia in piedi,
per scrivere anzi descrivere il mondo circostante.
Noto le orecchie, grandissime, d'un anziano...
buffe! Spesso molti anziani hanno grosse
orecchie... probabilmente deriva dal fatto che il
fisico si asciuga, i capelli cadono per lo più e
rimangono solo le orecchie, grandi, magari,sin
dall'adolescenza, come due antenne ritte a captare
la vita intorno... strano come i Papi, spessissimo
e gli uomini politici in genere, abbiano grosse
orecchie...
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6 Dicembre
https://lightfieldstudios.net/it/145283857/stock-photo-happy-driver-driving-bus-and.html
Un accenno di pioggia che stravolge tutto.
Gli ombrelli aperti permettono però di stare col
capo coperto e col naso all'aria a guardare la grigia palazzina di fronte alla fermata, da anni
disabitata... peccato! Ha un'aria signorile con
quei bei fregi attorno alle finestre polverose...
In mezzo alla via degli operai stanno scavando una
buca ed una signora piccolina s'affretta a dirmene
la ragione che ho subito dimenticato perchè
s'affanna, subito dopo a dilungarsi sulla salute
dei platani che costeggiano la via e che, secondo
lei, sarebbero ammalati a causa dello smog.... a
me sembrano più vigorosi del solito e li ho visti
straripare di fogliame dopo la recente potatura...
Il vento ha spazzato via la pioggia e lungo lo
spartitraffico della Colombo occhieggiano ridenti
e colorati, a tre a tre, dei vasi di fiori,
bianchi quelli laterali e rossi quelli al centro,
apparsi nella notte ad abbellire la città...
difatti il semenzaio stamani era deserto e
sconsolatamente triste, tutta una distesa di terra
marrone e di vasi vuoti. Più avanti, delle nuove
aiuole, segni festosi di saluto per l'imminente
arrivo di Gorbaciov o per l'apertura dei
campionati di Italia 90?
L'autista, un bel ragazzo, giovane, dapprima burbero, rivela
invece un umore allegro e fischietta, rasserenato,
destreggiandosi nel traffico di cui depreca i
limiti, diventa sciolto, spiritoso, dà
indicazioni... una ragazza non sa dove scendere e
lui si dà da fare... la porta non si apre "Gli ha
preso una paralisi"...
Insomma è decisamente
meglio che trovare un musone che non ascolta le
richieste dei passeggeri o risponde con malgarbo...
Bravo autista sconosciuto che allevii con il tuo
tono burlesco ansie e rabbie...!
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7 Dicembre
Pioggia e attesa... le poche foglie rimaste
sugli alberi si riflettono ancora nelle
pozzanghere...
Penso a mio padre che stasera
partirà per Buenos Aires... dove ha fratelli, cognate, nipoti... ha settantanni
suonati ed uno spirito giovane, un pò incosciente e avventuroso, a volte tocca a me riprenderlo, come si fa con un figlio un pò
scapestrato, per qualche idea fissa, qualche
parola di troppo su cui non sono d'accordo... ma è mio padre, sono l'unica persona con cui
realmente comunica... lo rivedrò...
Un vecchio,
scoppola, baffoni spioventi e capelli lunghi che
incontro spesso, bofonchia a voce alta e sembra
odiare tutto il mondo circostante...
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13 Dicembre
Improvvisamente, da un giorno all'altro,
nella via Merulana sono fioriti decine e decine di
abeti infiocchettati che salutano allegri l'arrivo
del Natale.
Dopo la pioggia dei giorni precedenti oggi
finalmente c'è il sole!
Comincia intanto quel
traffico caotico, allegro e confuso che precede il
Natale.... un bel tappeto rosso è steso in Via
Merulana, mettendo una nota allegra... Il sole
radente crea giochi di controluce sulle
massicciate dove fervono i lavori; sulle erbe rase
dell'Eurogarden dove il vapore acqueo condensatosi
durante la notte crea una rete di nebbia, che
subito si dissolve... le luci lungo la strada sono
ancora accese...
.........
15 Dicembre
Giornata umida, il selciato è tutto bagnato.
93 non se ne vedono... alla fermata s'affolla
un'accolita strana: gente di colore dall'aria spaesata e un mezzo zingaro con bianchi calzoni da
sci ora sporchi di fango, un cappelluccio di lana,
un paio di zoccoli che sta fumando voluttuosamente
una sigaretta fino al filtro.
Mi guardo intorno e
noto un balconcino sospeso nell'aria ornatodi
vasi da cui spuntano allegri fiori rossi.
Incontro
Etta, la mia grande amica del cuore, con cui passo due minuti... Poi mi metto guardare i frontoni diseguali dei palazzi.... poi, finalmente, ecco l'auto su cui già si rumoreggia: "Assessore al
Caos", grida, disgustato, un passeggero...
Ritorno
... Affollamento... due bimbe si trovano vicine,
dietro le macchinette dove si fanno i biglietti.., al riparo dalla ressa si
guardano di sottecchi, timide dapprima specie la
più grandetta, mentre l'altra fa finta d'essere
impegnata a guardare da un'altra parte... poi pian
pianino, Rossana e Valentina, si parlano, prendono confidenza... sono ormai vecchie amiche quando è
ormai ora di scendere...
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19 Dicembre
PITTURA DI TONY ALONZO
C'è un cielo grigio uniforme e costellato,
laggiù, verso S. Maria Maggiore, di piccole
luci... sono le luminarie colorate che quest'anno
in via Merulana hanno preso la forma di antiche
lucerne multicolori, non più gli angeli che
l'altr'anno s'incurvavano in archi di luce.
Accanto a me passa il piccolo prete cinese o
indonesiano che, celebrata la Messa mattutina in
Anna, se ne torna al suo convento francescano
poco distante a passo svelto e allegro come chi sa
d'aver compiuto il proprio dovere.
Gli alberi
senza foglie sembrano delle sculture estrose che
mi vengono incontro mentre l'auto con impeto
aggredisce la salita di S. Giovanni.
A vedere
tutto quel traffico, un vecchio con dei baffi
aggressivi, borbotta "...Bruciatele le macchine e
lasciate per la strada solo gli autisti..." poi
all'indirizzo di Agnelli, sbotta: " Non gli fa i
trattori, gli fa le macchine... e, rivolto ad un
altro coetaneo, continua, prendendosela con le
donne che lavorano : "I ragazzini al nido, i più
grandetti in mezzo alla strada... Persino i
passeri si tengono vicini
i figli finchè sono piccoli e non sanno volare...
Le madri stanno dove sta la nidiata... eppoi si
lamentano che sono drogati, che s'occupano di
malaffari..."
Come smentire la saggezza dei
vecchi?
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20 Dicembre
Ritorno
In attesa dell'auto mi soffermo, come spesso
mi accade a scrutare il cielo... m'affascinano
come sempre quelle nuvole bianche orlate di grigio-
azzurro che ad ogni alito di vento vengono
sospinte nell'immenso via via, assumono forme
sempre nuove e affascinanti: corpi di donne
coricate, abbandonate, sembra, ad un sonno
placido, evanescenti aquiloni, fantastiche
costruzioni...
ma poi, fra il rifrangere del sole
che in questi giorni, quasi contro ogni legge,
continua a splendere imperterrito, dando alla terra
un colore imprevedibilmente primaverile, tutte
queste forme si condensano in un'unica immagine
ricorrente: il volto eterno, sconosciuto eppure
familiare, di Dio...
Ieri, una pioggia di sabbia si è abbattuta sulla
città ed oggi le macchine sono cosparse d'una
coltre fine e polverosa color ocra.
Nel mio piccolo Eden, un enorme albero è stato addobbato con gli ornamenti tipici del Natale e fa
contrasto con un fiorire festoso, precoce ed
imprevisto di decine e decine di margherite
biancogialle che sono nate ai suoi piedi.
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22 Dicembre
Esco che è quasi notte ancora e le lanterne
rilucono lontane creando un'atmosfera proprio
natalizia e mi vengono in mente i miei natali di bambina e il piccolo Presepe costruito su un
tavolinetto 30x50 situato tra la porta e il letto
del mio angusto stanzino... neanche a pensarci di
metterci una luminaria, v'era posto solo per
qualche pastorello, qualche pecora, la grotta
della Sacra Famigliola, un laghetto di specchio,
una palma, un ponticello e un pozzo... ma quanto
amore nel metter su quel paesaggio, quanta attesa,
quanti desideri pronunciati o solo pensati,
dinanzi a quel Bambino di cui ancora non
comprendevo bene la vita e la morte.
Ma di cui
sentivo estremamente importanti le parole e gli
insegnamenti che, sia pur confusamente, trovavano
riscontro nella voce della mia coscienza...
Grosse nuvole azzurro cupo si diradano pian piano:
s'addensavano contro il cielo torpido del primo
mattino, facendo corona ai campanili diS.
Giovanni... il selciatoè umido, coperto d'un
velo di brina ma, a mano a mano che l'auto corre
sulla Colombo, ecco il sole che ravviva i colori
delle aiuole da poco spuntate su piazza dei
Navigatori: l'erbetta d'un tenero verde, il
marrone caldo della terra e fiori bianchi e rossi
che formano buffi ghirigori... e all'Eur è ormai
sfolgorante, arrogante quasi all'altezza delle 3
Fontane.
Anche la bella piazza antistante la "Gruviera" mostra i suoi prati rinnovati da
festoni di verde... ora fa un caldo più che
primaverile.
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29 Dicembre
https://primaalessandria.it/tempo-libero/spettacoli/personaggi-famosi-di-alessandria-come-sarebbero-in-versione-cartoon/
Alto, sciatto, biondastro, qualche dente
mancante nella mascella inferiore, lo trovo che
già sproloquia prendendo a interlocutore un
ragazzo biondo che non può che stare ad ascoltare
poichè l'altro gli fa barriera davanti al sedile
e racconta qualche sua esperienza con il suo psicologo. "E io metto tutti a testa in giù"
- ripetedi tanto in tanto, parlando sveltamente... " È
come a scuola, quando ti chiedevano: Ma tu stai
guardando nel vuoto... e sì che guardi nel vuoto!". E continuavano a dire: "Tuo padre e tua madre?...
Io a mia sorella le taglio i capelli, a mio
fratello gli taglio il pisello..."
Detto questo
tace come se questa trasgressione verbale l'abbia
liberato da un peso, se ne sta zitto, rimane
fermo a guardarsi intorno, scrutando le facce
assenti dei passeggeri che gli ruotano attorno,
bofonchiando ogni tanto qualcosa con una punta di
rabbia e d'ironia: "Ecco l''ospedale... (è,
invece il palazzo della Regione)... Macelleria
romana e affini - continua lui e batte con una
sottile bacchetta estratta da una busta di
plastica contro l'abitacolo dell'autista,
invitandolo a correre e intanto a mò di latrato
vocia: "Bush, Bush...".
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2.1.90 -
AL " MAURIZIO COSTANZO SHOW" - 2.1.1990
L'anno comincia sotto buoni auspici. Giorni fa
sono stata invitata alla trasmissione del nostro
più grande show man, Maurizio Costanzo; ieri la
sua segretaria di redazione mi ha confermato la
mia presenza sul palco del Teatro Parioli; nel
famoso salottino in cui si riuniscono celebrità e
persone sconosciute ma con qualcosa da dire.
Grossa chance per me - emerita sconosciuta - ed
ancor più grande fortuna comparire accanto ad uno
dei più grandi uomini politici, scrittore e uomo
di spirito per eccellenza, il Presidente del
Consiglio, onorevole Giulio Andreotti.
Grande
soddisfazione, anche se il timore di non riuscire
a spicciar parola o di dire magari delle
baggianate, mi ha tormentato sino all'ultimo.
Un intrico di telefonate per avvertire amici e
parenti di questa eccezionale serata in cui
avrebbero potuto vedermi accanto a due personaggi
(Anreotti e Costanzo) amati e odiati in egual
misura dagli italiani, io piccola e
insignificante, a cui la parola "scrittrice" sta
un pò troppo larga, eppure annoverata tra gli
ospiti.
"Cosa dirò?" mi chiedevo "che domanda mi farà
l'intrigante Maurizio?. Forse - mi dicevo - non
riuscirò nemmeno a chiedermi nulla, tanta sarà
l'attenzione dedicata all'Onorevole... Insomma,
come Dio ha voluto, tra lo stress psicologico e la
scelta d'un abbigliamento adatto all'occasione, ma
soprattutto al mio stato d'animo, è arrivata
l'ora di andare; avrei dovuto esser là alle 18,30,
avrei potuto usufruire anche della macchina messa
a disposizione da Canale 5, ma ho rifiutato, non
me la sentivo di andare da sola, volevo sentirmi
protetta fino all’ultimo dalla presenza e dall'
affetto di mio marito e dei miei figli, almeno al
primo impatto con l'ambiente e con le personalità
che avrei dovuto affrontare.
Abbiamo perciò preso la nostra auto, come per una
normale passeggiata in centro, siamo scesi a pochi
passi dal teatro davanti al quale abbiamo sostato
un pò per trovare il coraggio di prendere di petto
la situazione, un bel the corroborante per tirarmi
su, le battute eccitate di mio figlio undicenne
che aveva già intravvisto Costanzo, il loro nervosismo
controllato, la mancata presenza (ma era così
presto!) di mio fratello all'appuntamento...
insomma, il tempo passava.
Ad un certo momento ho visto passarmi dinanzi
l'imponente figura di Edmund Purdom - un attore
noto negli anni ’50, soprattutto per il kolossal
“Sinuhe l’egiziano” - che dall'ingresso per gli
attori entrava in teatro e mi son decisa seguirlo,
subito fermata da un giovane di guardia che mi
chiedeva, ovviamente, dove volessi andare. Poi,
chiarito l'equivoco, l'ho seguito su per scale e
brevi corridoi dall'aria un pò decadente, sino ad
un piano rialzato: là, in poco spazio, c’erano i
camerini adibiti a sala trucco e a sartoria, la
stanza riservata a Costanzo e una saletta dove,
volendo, si poteva prendere un rinfresco prima
della registrazione.
La signora Dible, un'attempata ma arzilla
ottantottenne dalla fluida parlantina è già di
casa e sta parlando fitto fitto con i truccatori
mentre Purdom, sempre un bell'uomo nonostante la
decadenza fisica naturale e l'esagerata dose di
alcool di cui si nutre e che ne appesantisce
l'andatura, s'aggira angustamente nel piccolo
locale sovraffollato e dopo aver scambiato qualche
parola con la vecchietta - che parla perfettamente
inglese, non so se perchè se sia d’origine anglosassone
o perché tra i tanti mariti ne ha avuto uno
inglese - la trascina verso la sala del buffet
dove è appena stata stappata una bottiglia di
spumante.
Mi sono seduta su una panchetta di legno stretta e
scomoda posta dinanzi alla stanzetta del trucco e
mi guardo intorno con un'aria spaesata non sapendo
bene come comportarmi, un pò imbarazzata dalla
disinvoltura degli altri che, pur mostrando un
certo nervosismo sono abituati da lungo tempo alle
entrate in scena.
Spaccesi, che si lamenta per un occhio malato,
riempie con la sua imponente figura e con la sua
irruenza il piccolo andito... Per fortuna, un
ragazzo, chiamiamolo così, dall'aria depressa, mi
chiama nella sala trucco per firmare la lettera
liberatoria in cui mi prendo carico di quello che
dirò, sollevando da ogni responsabilità Maurizio
Costanzo e mi distoglie da quelle ambascie;
ritrovo la mia calma e per rincuorarmi ancora di
più, mi siedo dinanzi allo specchio e chiedo alla
simpatica truccatrice di mettermi il mascara che,
nella fretta, ho dimenticato; con abili mano
l'operazione viene compiuta in un batter di ciglia
(per così dire) e per aggiunta, poiché sono del
tutto cerea in viso, sfuma leggermente le guance
pallide. L'effetto è buono: fisicamente oggi sono
in forma e il mio bel maglione Positano blu, che
riservo alle occasioni importanti, d'un blu scuro
ma brillante, ravvivato da intarsi di velluto
e perline, contrasta delicatamente coi colori del
mio viso.
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Ritorno sulla panca su cui mi raggiunge Purdom a
cui fanciullescamente chiedo un autografo; ancora
lo ricordo per la sua interpretazione di "Sinuhe
l'egiziano", un film che ho visto nell'adolescenza
e che rivedo ogni volta con passione, ricordo che
forse lo tormenta un pò - è passato così tanto
tempo e forse pur avendo impersonato altre figure
ugualmente importanti nel corso degli anni, sia
nel cinema che nel teatro, molti lo raffigurano
ancora in quel personaggio, per lui probabilmente
ormai molto scomodo perchè gli rammenta la sua
passata, perfetta bellezza d'un tempo o altre cose
trascorse, i sogni, le speranze della giovinezza,
realizzati forse ma poi sprecati così come spesso
accade alla stragrande maggioranza degli esseri
umani.
Lui con condiscendenza e modi gentili, reso solo
un pò goffo e rallentato nei movimenti a causa
dell'alcool, mi accontenta e sul libro che gli
porgo - un grosso quaderno dalla copertina
colorata su cui io ho scritto una cinquantina di
favole e forse m'illudo di poter parlare anche di
quelle in trasmissione - su cui a lui pare
ravvisare un quadro di qualche pittore famoso, mi
scrive una frase: "A Patrizia, buon anno '90" e la
firma.
Intanto, mentre Costanzo sta parlando con un altro
ospite - Ninì Salerno - ecco che arriva il
Presidente Andreotti, annunciato dal passaggio
delle sue guardie del corpo che lo scortano
direttamente nel camerino di Costanzo, dove,
scalzato subito l'attore, l'illustre uomo politico
sosta per uno scambio di idee e vi resta mentre il
padron di casa cambia alloggio fingendo di
impartire le sue raccomandazioni o facendo
conoscenza con gli altri ospiti.
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Finalmente chiama anche me che nel frattempo ho
continuato a rimuginare su quello che potrei o non
potrei dire nel corso della trasmissione... mi
faccio avanti e mi ritrovo in una stanza caotica,
forse un grande bagno con dei lavamani, tutta
ingombra di assi o di scenari... non so mi sono
distratta, tutta presa come sono da questo
momento, da questo incontro con il personaggio
Costanzo.
Costanzo piccolo quanto me, forse
meno?, grasso e stretto nell'immancabile vestito
blu che ora porta sbottonato, il viso ironico e
provocatorio di sempre, lo stesso che gli vediamo
in televisione, due occhi acuti, penetranti,
indagatori ma in fondo buoni - occhi tondi da
persona positiva e generosa - e mi accoglie con un "Venga, cara..." complimentandosi con me per il
mio diario, chiedendomi se mi piacerebbe che
venisse pubblicato...
Gli rispondo,
riallacciandomi alla trasmissione di ieri sera, in
cui aveva chiesto agli ospiti di esternare i
propri sogni o desideri, che uno dei miei sogni si
sta realizzando ora, partecipando al suo show,
l'altro, appunto sarebbe quello di poter
pubblicare qualcosa di mio. Mi dice che posso
intervenire nel corso dei discorsi che si
intrecceranno e mi chiede qualcosa inerente a ciò
che ho scritto, ma non ho memoria della domanda,
frastornata come sono... mi sento solo rispondere
che vi sono tanti personaggi da poter descrivere,
tra cui uno che io ho soprannominato "il Signor
Andreotti" - non so se potrò citarlo senza far
inquietare il Presidente - e un altro "il tifoso"
perchè ovviamente tifoso della Roma con tutto
quel giallorosso che si porta addosso: bretelle,
cappelluccio, ecc... ma quando tocco questo tasto
sembra seccarsi leggermente e mi dice di non
parlarne, sennò si arrabbia lui... Non so di che squadra sia tifoso, ma non certo della Roma...
Gentilmente mi accompagna verso il corridoio e mi ritrovo tra le quinte insieme agli altri per le
prove relative all'entrata in scena... io sarò la
prima a star dietro alla tenda blu di velluto da
cui dovrò uscire e, scesi quattro gradini, mi
ritroverò sul palcoscenico dove alla sinistra,
sulla seconda poltroncina di bambù troverò il
posto assegnatomi. Mi hanno già sistemato il
piccolo microfono che mi spunta dal maglione ed
ora faccio le prove microfono; la stessa prassi
viene seguita dagli altri ospiti... tutto pronto
per l'inizio della trasmissione. Dietro le quinte
passano alcuni minuti in attesa, scambiando
qualche parola; io mi sento a disagio e sembro un
pesce fuor d'acqua, intorno a me tecnici, gente
che va e viene, le guardie del corpo
dell'onorevole e lui che, disinvolto, gentile ed
estroverso racconta qualche aneddoto a Spaccesi
che gli ronza intorno come una mosca attirata dal
miele, ma include anche me nell'ascolto, volgendo
ogni tanto anche verso di me, che gli sono
vicinissima, lo sguardo velato dagli occhiali. La
sua voce pacata, quasi monocorde, vibra
d'ironia... la signora Dible mi esorta a non
essere timida - lei non lo è mai stata -...
Bracardi, stasera vestito in giallo, mi si è
presentato allegramente per darmi coraggio ed ora pronto ad entrare in scena...
Ecco la sigla e lui e Costanzo sono già sul
palcoscenico dove iniziano i convenevoli e le
battute con il pubblico... poi il regista mi
invita a pormi dietro alla tenda blu mentre
Costanzo spiega in poche ma eloquenti parole il
perchè della mia presenza in trasmissione: "... un
diario... non pubblicato - non capisco perchè... -".
"Entri - mi incita la voce del regista e le mie
mani afferrate a due ganci di stoffa rossa, che
contrasta col blu elettrico della tenda, scostano
i due lembi di stoffa e sono nella luce dei
riflettori, scendo i quattro micidiali gradini che
portano sul proscenio e che rappresentano per
molti un ostacolo, stringo la mano di Costanzo,
tesa ad aiutare e salutare, mi avvio al posto
assegnatomi e siedo, cercando di trovare una
posizione conveniente alla mia piccola statura;
seguono man mano gli altri ospiti e ultimo,
accolto da calorosi applausi, il Presidente che si
siede al posto d'onore, sul divanetto accanto a
Purdom.
Maurizio, come si poteva ben prevedere, gli dedica
le prime domande per soddisfare la curiosità dei
suoi utenti ed anche perchè penso proprio che sia
affascinato anche lui, una volta tanto, dall'aria
sorniona ma vigile, dalle battute pronte eppure
enunciate con tutta calma da Andreotti....
Il resto non ve lo so dire, ho raccontato in breve le mie esperienze di viaggiatrice sugli autobus, hanno per lo più tutti voluto sapere di che si parla là sopra, Andreotti ha fatto una battuta, già sapendo dare la risposta, quando ha chiesto se si parlasse del Governo e dei suoi emissari, ed il tenore delle battute, sicuramente un pò negative, sui rappresentanti del governo, voleva sapere se ero impiegata presso la Democrazia Cristiana... "No,no...." ho risposto quasi spaventata, dando adito ad Andreotti di farsi una bella risata...
Intanto anche gli altri esternano i loro pensieri, previsioni, progetti per il futuro... Alla fine, debbo fare la passerella, davanti a tutto il pubblico, poi, non so come, mi ritrovo accanto ad Andreotti, che attende la sua scorta e si complimenta per quel poco che ho dato, poi, finalmente, mi ricongiungo ai miei, mi avvio verso l'uscita, dove qualcuno si complimenta direttamente con me, m'accendo una sigaretta...
Che serata....
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8 Gennaio 1990
Piove, una pioggia uggiosa. Speravo tanto che
fosse neve come tre anni fa, quella magnifica
notte dell'Epifania... ma forse un avvenimento del
genere puo' accadere una volta sola nella vita.
Come ogni anno m'ero attardata con Paolo a
riempire con dolciumi le calze per i ragazzi da
appendere alla cappa della cucina; fuori c'era un
traffico rado e le poche macchine emettevano un
rumore soffice soffice... Come colta da un
presentimento mi affacciai e davanti a me s'apri'
il fantastico ed imprevisto scenario della via
Merulana incipriata di neve: un velo leggero
leggero, quasi trasparente che le luci soffuse dei
lampioni rendevano piu' roseo ed evanescente...
una trama appesa ai rami degli alberi e sui fili
della luce, uno sfumato intreccio di festoni che
agghindavano i davanzali delle finestre...
Una ragazza dai lunghi capelli ricci si
lamenta che sono due ore che sta sui mezzi...
Sono rientrata al lavoro dopo 4 gg, di ferie.
Scalpore per la mia apparizione in Tv. Chissà che
darebbero alcune mie colleghe e colleghi per esser
stati al mio posto. Non posso trattenermi dal
pensarlo e nello stesso tempo come se
quest'avvenimento non fosse capitato a me... un
sogno ad occhi aperti che non mi ha scalfito pi
di tanto... Ma sarò strana?
10 Gennaio
Una giornata tranquilla ma che sotto sotto mi
sembra nasconda un "movimento sotterraneo" come un
mare apparentemente calmo sopra e in profondità
animato da turbolenze. Come sempre recito i 7
Pater, Ave e Gloria cosi' come suggerito dalla
Madonna di M. per la Pace nel mondo, ma oggi io
prego per la pace interiore di ogni singolo, forse
piu' importante poichè, raggiunta quella
sicuramente i rapporti con gli altri sarebbero
diversi.
La mia attenzione viene afferrata da una figuretta
che, sulla discesa di Via Druso, sembra scivolar
via, come se pattinasse... è una ragazza vestita
interamente di viola: scarpe, pantaloni attillati,
una mantella, un cappellino di lana... mi fa
venire in mente una figurina di carta degli anni
30, quelle che si ritagliavano per poi incollarle
sulle letterine di Natale o per guarnire i
quaderni d'una volta, con la copertina nera... Un
sole appannato da un alone di nebbia ci insegue
tra gli alberi dei Vivai del Sud...
17 Gennaio
... passano, uno dietro l'altro, quattro 16
ma non si vede l'ombra d'un 93. Cos'altro sarà
successo? La gente s'affolla alle fermate, saranno
già piu' di 40 persone che sbuffano e battono i
piedi per l'impazienza e per il freddo di questa
mattina. Ecco un 93/ e un 613, metà delle persone
si avventano su per gli scalini spintonando chi è
già dentro . L'omino con la barba incolta e
l'immancabile busta bianca è come sempre spaurito
e si guarda intorno mentre l'uomo dal viso glabro
e dagli occhiali tondi bofonchia tra sè...
Salgo finalmente dopo oltre 20 minuti d'attesa,
subito rasserenata dal vociare allegro d'una
scolaresca stipata in fondo all'auto e dal
cantilenante ciarlare di due filippine sorridenti
proprio li' accanto a me.
A S. Giovanni c'è un via vai di sacerdoti che
s'affrettano verso il Laterano. Vicino a me
troneggia la bella ragazza (la chiamo la "Picaresca") dagli occhi bruni e zingareschi che
trovo ogni mattina alla fermata, infreddolita dal
gelo di tamattina, le belle labbra rosse e
provocanti strette, che guarda fissa la strada
riflettendo sul destino comune...
Uno sbuffo di fumo esce dal comignolo della "villa
di Sordi"... sembra la ciminiera d'un trenino a
vapore d'altri tempi. Rinasco al sole caldo che
illumina ora le sculture bianche e i prati
cosparsi di brina dell'Eurogarden, mentre intanto
l'auto continua a riempirsi e due vecchietti
appena saliti sbraitano contro i passeggeri già
stipati. Mi faccio sempre piu' piccola contro il
ferro a cui mi sostengo perchè è appena salita
una donna di mezza età, struttura forte, cappotto
blu con un buffo cappello a calotta d'un verde
quasi allegro che le copre quasi gli occhi, naso
aquilino, pomelli rossi. Con piglio autoritario mi
spintona finchè mi estromette e mi spinge
dall'altro lato con testarda caparbietà... la
incontro spesso e l'ho soprannominata "Panzer
Division" .
La Picaresca ammiccando verso di me
borbotta per il suo comportamento ma lei non
sembra avvedersene.
A destra, là dove prima sorgeva solitario e
persino triste il largo edificio giallo d'una
scuola, nel prato abbandonato, sorge ora un
edificio dagli infissi verdi e dalla volta di
vetro o plexiglass.... ma non riesco a capire cosa
sia. Attorno vi è come un ampio parcheggio ed una
stradina che si immette nella Colombo attraverso
un cancello su cui un'insegna bianca è ancora
vuota.
15 Gennaio
La nera figura d'un vigile, buffa per via del
copricapo, agile e impettita, passeggia avanti e
indietro nella strada. Poco dopo esser salita
sull'auto ed essermi tuffata subito nella lettura,
vengo distratta dall'arrivo di due controllori
che, dopo aver eseguito la loro ispezione, si
fermano accanto a me, una volta tanto seduta;
commentano la contravvenzione appena spiccata nei
confronti d'un omino insignificante che se la
dormiva della grossa e sul rigore della mattinata
pur allietata dal sole.
Arrivo in ufficio e di corsa riesco dopo aver
riempito il prescritto modulo di permesso... mi
reco a scuola di mia figlia per giustificare la
sua quinta assenza. Disposizioni scolastiche che
complicano la vita dei genitori impiegati...
giuste si'... ma intanto si toglie la pagliuzza
dall'occhio del vicino ma non ci si accorge della
trave nel proprio occhio... a 4 mesi dall'inizio
delle scuole, i ragazzi hanno fatto piu' assenze
per scioperi, mal gestione della struttura, dei
servizi e delle cucine che presenze reali.
Parlo
con la professoressa d'inglese, una bella donna
bruna e decisa che severamente mi avverte che
Donatella, benchè intelligente non dà grandi
frutti. Lei è appena arrivata ed ha trovato la
classe in condizioni pietose... ripenso con
nostalgia all'altra dolcissima signora bionda che
l'ha preceduta, entusiasta ed a ragione, della
pronuncia di D. e dei suoi 7 e 8 ripetuti. Figura
materna, forse troppo accomodante... ricordo
l'ultima riunione coi professori dell'altr'anno:
aveva con sè le sue due figliolette grassottelle
e placide come lei, le quali non sapendo come
passare il tempo destinato ai genitori degli
alunni, sedute nei banchi dei ragazzi ricamavano
quadretti a mezzo punto o giocavano con le
bambole, guardando con occhi curiosi la fila di
adulti che dovevano parlare con la loro madre. Due
figurette fuori tempo, con quei vestititini dalla
sottana gonfia, inamidata e collettini ricamati da
educande.
Gli edifici della scuola spersi nel verde della
campagna mi appaiono oggi piu' cadenti che mai,
sospetto mi sembra il viso di certi inservienti,
sospetta persino la faccia tutto sommato simpatica
d'un ragazzo che cerca di consolarmi,
raccontandomi le sue peripezie con quella
terribile professoressa..
... Il sole già alto non è riuscito ancora
a sciogliere larghe chiazze di brina che ricoprono
la campagna intorno, ma in tutta quell'immobilità
ghiacciata dal rigore invernale, so che brulica la
vita...
Rientro in ufficio un po' immalinconita: forse
abbiamo davvero sbagliato a non imporci con nostra
figlia, nella scelta delle superiori... forse ha
perduto questi tre anni... o forse - penso, mentre
mi vado rasserenando - le serviranno come
esperienza di vita...
18 Gennaio
"Erranti ma non perdenti..." , sul vetro che
circonda l'autista si riflette il panorama che ci
lasciamo alle spalle: una lunga fila di macchine,
macchine e ancora macchine da cui si diramano
raggi di sole... poi verdi prati stentati. Un
bimbo chiede alla mamma se daranno ancora
spettacolo al Golden Circus che ha chiuso ieri una
serie di rappresentazioni. Sulla porta d'entrata
giacciono abbandonati grandi cartelli e uno
striscione arrotolato. Lungo la strada un omino
tricolore di cartone o di plastica lancia il suo
messaggio di benvenuto "Welcome to Rome" e
rallegra per un attimo la faccia rassegnata e
arcigna dell'autista.
26 Gennaio
Oggi tira scirocco e c'è un'aria calda che
appesantisce ogni cosa nell'atmosfera, anche il
traffico sembra aggrovigliato, a S. Giovanni dove
una sirena urla tra la folla d' auto lampeggiando
due occhi di luci azzurre rotanti e spaventati.
Piano piano, pero', il caos si scioglie lungo la
strada e anche le nubi in cielo corrono veloci fino
a permettere al sole di far capolino. M'attendevo
la pioggia - è parecchio che manca - e da molti
segni, odori e colori ed altre impercettibili
forme, me la aspetto vicina.
Ripenso a ieri sera, al gruppo di preghiera che
abbiamo costituito dopo il nostro ritorno da
Medjugorje e che si riunisce ogni giovedi'. Siamo
piu' di 20, il gruppo pian piano si è ampliato...
Ritorno
S'era alzato un vento quasi freddo ed ora una
pioggia sottile sottile s'abbatte sull'auto...
tutto diventa grigio, ma io mi sprofondo nella
lettura di Maria Valtorta e tutto all'intorno
sparisce; io mi ritrovo immersa in quell'atmosfera
di pace che le parole della scrittrice-veggente
ispirate da Gesu' stesso, sa emanare ed ascolto e "vedo" gli avvenimenti della vita del Cristo...
Poco prima delle mure Ardeatine, là dove fervono
grandi lavori, dietro una lunga e alta palizzata
di lamiera ondulata si muovono giganteschi
macchinari di cui sinora s'intravvedevano solo le
cime, oggi c'è un varco: per intero posso
osservare i mostri di acciaio, mucchi di terra
bruna e due operai vestiti di tute arancioni che
sembrano astronauti immersi in una nuvola di
polvere... dietro di loro un'altra nube, di nebbia
questa, che rende la scena ancor piu' irreale.
27 Gennaio
Ritorno
Tranquillità oggi ch'è sabato. Qualcuno
fischia... dei ragazzi fanno cenno all'autista,
lui apre... due vecchietti parlano d'una cena
condita da parecchi litri di vinello di Montecarlo
o Calvo?
Sale sull'auto alla prima fermata sulla
Colombo: ha un volto bello e luminoso, labbra
morbide che s'aprono su una dentatura perfetta e
bianca, tanto da sembrare finta. Ha forse meno di
40 anni e da tutto il suo essere d'angelo
terrestre, sembra sprizzare serenità e gioiosità
tali da coinvolgere anche la persona piu' triste
di questo mondo...
Un auto ci precede: sul finestrone del retro,
incorniciato da un listello di metallo bianco, si
staglia il profilo d'una ragazza, delicato e
minuto. Poi si volta mostrando due occhi
chiarissimi su cui i capelli a riccioli ricadono
in una soffice lunga frangia; bella e accattivante
la bocca dipinta di lill, un colore che ben
s'addice a quelli del volto.
Sta ferma guardando
dinanzi a sè, squadrando me e l'autista baffuto
immerso nel suo lavoro e quel volto di Madonna
trecentesca fa contrasto con l' abbigliamento
moderno di cui scorgo solo un giaccone jeans tipo
pilota con uno stemma ricamato. Sale il solito
Down ma oggi i posti accanto all'autista sono già
occupati, deve per forza inoltrarsi nella calca e
se ne sta con la testa china a dipanare chissà
quali confusi pensieri... ma poi non ce la fà
piu' a star zitto e, infiltrandosi nel discorso di
due ragazze appena uscite da scuola, dice: "E io
che volevo stare in pace, me tocca lavorar...", ma
poi ripiomba nel silenzio fino alla sua fermata.
30 Gennaio
Era iniziata serenamente la mattinata. Simone
ieri notte è andato a dormire dal suo amico
Mauro, D. dormiva tranquilla quando sono andata
via di casa (le solite assenze per via dei turni
scolastici) ed io avevo il bagno tutto per me...
Alle 8 in punto, avevo appena finito di far la
doccia... ma Simone aveva dimenticato un quaderno
e m'ha telefonato da scuola affinchè glielo
portassi.
Di corsa a scuola... Avevo ancora tempo per
passare a S. Anna e speravo di poter fare la
Comunione. Dinanzi alla chiesa un uomo,
relativamente gioane, barbuto, vergognoso quasi
di chiedere l'elemosina. Il cuore mi fa male per
la mia impotenza... ma oggi non ho neanche una
lira neanche se mi scuotessero tutta. Solo sigarette.
Entro già stravolta da questa mia
inanità ed è un saluto frettoloso, un cumulo di
richieste caotiche che rivolgo alla bianca statua
di Maria incastonata nella grotta. Riesco con lo
stesso senso di colpa nei confronti di quel povero
e mi avvio alla fermata dove un 93 sta appena
ripartendo.
Ma oggi non debbo attendere molto...
un minuto ed ecco un altro auto guidato da una
donna. Non mi sembra la stessa della volta
precedente: questa sembra piu' disinvolta, decisa,
ha un portamento eretto e indossa la divisa blu
con noncurante eleganza... brontola a voce alta
quando si forma un piccolo ingorgo. Suscita la
solita curiosità dei passeggeri e dei colleghi
che dall'altra corsia le vengono incontro.
Un piccolo intoppo... "Questa stronza di donna...
- fa uno dietro di me... - se ne sta in mezzo alla
strada...". E ti pareva, penso io, che non se la
prendeva con le donne?
1 Febbraio
Passa un 16 che si ferma ad
attendere una signora piccolina, vestita di nero
che corre di gran carriera per raggiungerlo e
proprio davanti alle porte aperte - forse a causa
dei tacchi alti - scivola sul selciato e si
ritrova a terra, le gambe un po' scomposte. Mi
faccio avanti per soccorrerla ma lei è pronta a
rialzarsi confusa e a salire sull'auto che la sta
attendendo. È già su, scapigliata, col cappotto
nero un po' impolverato e l'ombrello un po'
squinternato. Ecco il 93 e anche quest'autista ha
una fretta indicibile... ma dove andremo sempre
cosi' di corsa?
Mi trovo a pensare all'uomo d'oggi, mediocre
e rammollito nello spirito dagli agi che la
civiltà del progresso gli consente, diventato un automa che vaga e dipana le sue ore, i suoi giorni
e le sue notti secondo schemi fissi e preordinati.
E quando dico uomo, naturalmente mi riferisco
all'essere umano nelle sue due specie: maschio e
femmina.
Eccolo li' il maschio che si alza alla tal ora al
suono delle sempre piu' miniradiosveglie
transistorizzate, si lava e si profuma con saponi
e lavande dai nomi virili, esotici o bizzarri, fa
una rapida colazione a base di caffè nero,
crackers integrali plurivitaminizzati, indossa il
costosissimo completo doppiopetto etichettato e
sponsorizzato dai maghi dell'alta moda, afferra la
sua valigetta nera dodiciore, ventiquattrore,
quarantottore, personalizata anch'essa e
supersicura e, finalmente, si avvia verso la sua
roboante superlusso cinquemarce metallizzata,
settanta cavalli-ruggenti-nel-motore, tutti i
comforts inclusi, che galoppa sull'asfalto come
una mandria di bufali impazziti e mugghia perchè
tenuta a freno nell'ormai caotico, inestricabile
traffico cittadino, causato appunto da un
esagerato numero di auto tutte egualmente
perfezionate come la predetta...
... Lasciando alla consorte la meno
ingombrante utilitaria, meno costosa e pi agevole
in caso di parcheggio e guasti. La femmina, non da
meno del suo compagno, non appena alzata sacrifica
molte decine di minuti in un bagno ultramoderno,
dinanzi allo specchio superilluminato tipo diva
del cinema, e dà avvio al cerimoniale del
trucco: crema per occhiaie, dovute al festino con
libagioni troppo abbondanti di quel tal whisky
reclamizzatissimo, crema all'olio di tartaruga per
qualche ruga incipiente, un po' di colore qui, un
po' d'ombra là per "sgonfiare" due uance troppo
grassottelle - che non fanno fine - rosso
fosforescente sulle labbra, ombretto luminescente,
smalto al neon, gel spray sui capelli appena
lavati (che di nuovo sembrano untuosi e bisognosi
d'uno shampoo, naturalmente alla mela verde o alla
cheratina), scapigliati secondo i dettami d'un
famoso couturier, una folata di costosissimo
profumo francese, una spremuta di pompelmo e
crackers come sopra per mantenersi in forma
secondo le prescrizioni della rigida dieta
Scarsdale, indossa un vestito firmato Vernice,
Fernè, Birmani, Mirtoni ed eccola pronta ad
affrontare il mondo del lavoro, la società, la
folla, la vicina di casa, l'amica, il
fruttivendolo.
Diventa anch'essa parte essenziale dell'auto rossa
in attesa nel garage e quando vi sale avvia
l'accensione, attende il ruggito del motore,
arranca con fatica sulla rampa e s'inoltra nel
feroce traffico mattutino, andando incontro ad una
nuova giornata.
Che non la vedrà, al rientro a casa, afflosciata
e stanca dalla fatica, come una volta le nostre
mamme, perchè avrà avuto il tempo, dopo il
lavoro o la spesa in un fornitissimo supermarket
(dove tra l'altro l'aria condizionata le ha dato
un tocco di vigore), di darsi un ritocco al trucco
ed ai capelli.
Eccola, quindi, ancora in forma, presentabile e
giovane anche se ha oltrepassato da poco la
quarantina che passa sulla moquette blu notte del
soggiorno asettico come una stanza d'ospedale, il
maneggevole minirobot tuttofare (lavavetri/aspira-
polvere/battitappeto, di solito usato dalla colf
di colore oggi assente), mentre sul fuoco sbuffa
la pentola a vapore e il pollo si crogiola nel
minuscolo forno a microonde.
In cucina la cena è pronta sul tavolo stile
retro' o tipo bancone-bar: due tovagliette
all'americana coloratissime su cui occhieggiano
piatti, bicchieri, posate, tovaglioli di carta
prendi e getta. E se lei non se la sente di
cucinare, c'è tutto un menu' sofisticatissimo a
base di pietanze precucinate, sottovuoto,
inscatolate, liofilizzate, surgelate, insalatine
esotiche di pannocchiette di granturco, semi di
soia, cuori di palma, macedonia in scatola
decorata con panna spray... insomma, una goduria!
È sera, finalmente, ma il rituale non è
ancora terminato! Eccola, la coppia tipo, a
spender tempo dinanzi alla tv, irretita, inebetita
da interminabili quanto intricate vicende di
dinastie americane propinate in centinaia di
puntate o presa da macabri films dell'orrore o di
violenza dove sangue e smembramenti di corpi vivi
o morti sono all'ordine del giorno. Oppure
imbarazzata da qualche conturbante spogliarello o
amplesso cinematografico perfettamente ricostruito
in studio... e lei, la mogliettina tutta sexy
nella sua mise "effetto trasparente" che s'offre o
chiede al suo compagno soddisfazioni sensoriali
sempre piu' stimolanti, a cui la invitano le
sofisticatissime industrie del settore...
E i loro bambini, li avete mai visti? Tutti
belli, biondi, paffuti, occhi azzurri di pura
razza ariana, usciti dalla pubblicità d'un famoso b
biscotto per l'infanzia, intelligentissimi e
saputelli (per questo anche un po' antipatici),
già minicomputerizzati anche loro, che vogliono
questa o quella cosa specifica, questo o quel
giocattolo (ve lo additano con l'indice perentorio
puntato), ormai completamente plagiati anche loro,
con quelle faccette impunite dove non c'è solo
l'arguta semplicità dell'infanzia, ma una malizia
sottile che si sprigiona da quei loro occhietti
demoniaci.
E i nonni? dove sono andati a finire le nonne
ed i nonni d'una volta, che distribuivano
caramelle di nascosto e consolavano i nipotini
raccontando favole? Adesso questi bimbi cresciuti
a forza di latte in polvere, omogeneizzati e
merendine succosissime e supervitaminizzate, sono
tanto indipendenti che non hanno bisogno delle
loro semplici novelle. Tac, aprono la tv e vengono
travolti da un'orda di mostri spaziali
extradotati, da eroi di celluloide che risolvono
ogni problema. Ed i nonni, non piu' relegati ad un
ruolo casalingo, scorrazzano anch'essi in città
in piena forma (magari muniti di speciali
pannolloni superassorbenti contro l'incontinenza
urinaria).
Avete poi visto le loro case? Superattico o
villetta... arredate con mobili di classe, super
razionali, dove ogni cosa è al suo posto, persino nelle stanze dei bambini dove è logico il
caos...
Ah, povera famiglia moderna dissociata,
confusa, malata, perseguitata dagli slogans dei
mass media, dai canoni di questa demenziale
società diabolica!
Mancando i valori spirituali, morali e
religiosi che fino ad un ventennio fa lo
sostenevano nell'andare quotidiano, l'uomo d'oggi
- che in fondo non accetta l'insensata corsa al
potere e al danaro, ma nel suo intimo è animato
anche da cose ben meno terrene - purtroppo si
ritrova suo malgrado coinvolto nella giornaliera
scalata al successo.
E nei rari momenti d'ozio - escludendo i mezzi più
diretti ed abietti per procurarsi soldi - pare non
abbia niente di meglio da fare che giocare,
giocare, giocare, tentando la fortuna in uno dei
tanti superquiz che la televisione ci proprina da
mane a sera o tramite uno dei centinaia di
concorsi abbinati alla vendita dei pi svariati
prodotti, dal formaggino per bambini alla pappa
per cani, al detersivo venduto in scatole sempre
più piccole o più gigantesche, via via che la
megalomania investe ogni settore dell'umano
operare...
Psicologicamente disadattato, per affermare la
propria individualit vilipesa, l'uomo cerca la
notorietà, vuole che il suo nome appaia sui
giornali (bene o male non importa) e la sua
fisionomia venga diramata a tutto il paese... Ed
eccolo, dunque, alle prese con la tv a rispondere
a centinaia di domande che un computer impiccione
e neanche tanto colto alle volte, ha programmato,
eccolo che invia cartoline e tagliandi postali a
iosa, con attaccati bollini e prove d'acquisto,
attendendo poi l'esito di lotterie, del lotto,
della Trio, del Totip, del Totocalcio, del Bingo,
del Maxibingo, del Portfolio...
Basta, non se ne puo' piu'.
Alle volte mi dico che sarebbe stato meglio
essere come la maggior parte degli esseri umani,
tesi nella corsa o alla caccia del raggiungimento
di beni materiali che li faccia rientrare in una
delle varie caste in cui l'uomo - da se stesso -
si divide (sulla scia di quelli piu' fortunati -
pochi per la verità: attori, cantanti, dirigenti
d'azienda, affaristi, ecc) e che i mass media ci
propinano ininterrottamente, modificando abitudini
inveterate oggi considerate sorpassate, fuori
moda, senza lustro. Poichè se non si veste la tal
marca di jeans o di t-shirts, se non si frequenta
la tal scuola o non si ha la tal marca di moto, di
auto, di profumo sponsorizzati da questo o quel
famoso individuo, non si degni di far parte
della società...
Una sponsorizzazione totale per farci diventare
massa, branco d'uomini e donne governati dalla
pubblicità dato che, disgraziatamente, non sono
molti gli spiriti indipendenti che ingaggino una
lotta senza quartiere a queste idee, sfoderando
manifestazioni di una personalità originale e
intatta. Per lo pi, per ragioni contingenti, di
quieto vivere o addirittura per una precisa
specifica scelta, ci si ritrova ad adeguarsi alla
moda o al consumo di un certo prodotto anzichè di
un altro... Ed anche se col pensiero o con le
parole molti sembrano dotati di capacità critiche
ed individualiste, tale facoltà sembra
vacillare...
Cos'è che determina questa massificazione?
Mancanza di personalità, persuasione occulta,
di ideali spirituali, morali, affettivi? Difficile
indagine.
Allora alle volte provo un gusto dolceamaro nel
dimostrarmi e nel sentirmi diversa, pur
domandandomi se forse non sarebbe meglio entrare
nei ranghi di quelle centinaia di migliaia
d'esseri... anche perchè, , in fondo, nonostante
tutti i miei pensieri e desideri, nonostante la
mia silenziosa ribellione, non sono forse anch'io
parte di un gregge che s'alza la mattina alla tale
ora per essere alla talatra in ufficio...?
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