Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

In questo Settore vengono riportate notizie e immagini fornite da altri redattori.
Nello specifico, il presente articolo è stato realizzato dal Prof. Renzo Barbattini dell'Università di Udine, che ha fornito anche le immagini.

Tutti gli articoli degli altri Settori sono state realizzati da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità su quanto fornito dai collaboratori.

"N.B.: L'Autore prescrive che qualora vi fosse un'utilizzazione per lavori a stampa o per lavori/studi diffusi via Internet, da parte di terzi (sia di parte dei testi sia di qualche immagine) essa potrà avvenire solo previa richiesta trasmessa a Cartantica e citando esplicitamente per esteso il lavoro originale (Autore, Titolo, Periodico) ."

 

 

 

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Api nell'Arte

 

- Api nell'Arte antica

- Api nell'Arte Barocca

 

- Api nell'Arte del Bernini

 

- Api nell' Arte Medievale

- Api nell'Arte Umanistica e rinascimentale

- Api nell'Arte del '700 e dell'800

- Api nell'Arte del Novecento

 

- Api nell'Arte Naif

- Ma quante api sono?

 

- Il monumento equestre al granduca Ferdinando I dei Medici a Firenze

Api e Religione -

 

- Api nell’iconografia dei Santi

 

Api e Arti Varie

 

- Api e Ceroplastica artistica

- Api e Scultura

 

- Api e Vetro

- Api e Street Art

- Connubio tra umanità e natura nei ritratti di Lea Bradovich

- Dentro la natura - L'amico delle api, Enrico Visani

- - L'Ape nelle opere metafisiche di Pier Augusto Breccia


- L'Ape nella metafisica - Le sculture di Rabarama e la sintesi tra umanità e natura

- L'Ape e la natura nelle sculture di Jessica Carroll

- L'ape nell'arte naif di Giuliano Zoppi


- Omaggio agli artisti


- Omaggio agli artisti: Giuseppe Lega-

- L'ape e i dipinti realisti di Nevenka Gorjanc

- Animali ( e l'ape) nell'arte naif di Guido Vedovato

- Eppur volare: l'ape nell'arte di Magrini

- Le realizzazioni "apistiche" di Judi Harvest

- L’Ape fra Romanticismo e Dadaismo nei fotomontaggi di Šivic

- Luisa Carretta: In volo con le api

- I Dipinti I “APISTICI” di Branko Cusin

- Omaggio di un artista equadoregno ad un illustre entomologo e apidologo italiano

- Insetti, pratiche apistiche, Flora e avversità delle api illustrati da Marco Mattei.

- L'Ape nell'Arte Contemporanea

- Le dinamiche api di Wall

- L'ape di Mark Ryden tra mistero e realtà

- L'Ape di Mark Rowney - Circondato dalla natura

- Scene di un piccolo popolo - Michel Favre

 

- Api e Bombi nell'arte pittorica di Pat Gordon

 

- Api e Moda

- Api e Cinema


- Le Api, ispirazione per l'artista Jeanette Zippel

Api nel collezionismo e nella pubblicità



- Api e Figurine Liebig

- Api Pubblicitarie

- Le "false api" nell'arte, nell'editoria, nella pubblicità

- Sempre più spesso le api impollinano anche la pubblicità

Il mondo delle Api

- Api e loro linguaggio

 

- Api per amiche

- Api - Perchè pungono

- Ape, insetto prodigioso

- L'entomologo Celli, grande amico delle Api

- Giorgio Celli, amico dell'ambiente e delle Api

Api nel mondo infantile

- Api e Bimbi

- Api e Favole

- Che occhi grandi che hai...

Api e loro prodotti

 

- Dalle Api un liquore davvero speciale

- Il Miele e lo Sport

- La Cera delle api e le Religioni

- Api e Mummie

 

 

- 42° Congresso Internazionale di Apicoltura (Apimondia) a Buenos Aires, 2011

- Per un'apicoltura a misura dei disabili

 

e, di altro argomento:

- Appunti di vacanze - Il rifugio di Resy

- Metamorfosi del legno

- Pellegrinaggio in Terrasanta

 

 

Di altri Autori:

- sull'argomento "Miele" in Collaborazioni varie, di Maria Cristina Caldelli: DOLCILOQUIO - A TAVOLA CON IL MIELE ITALIANO.


- sull'argomento "Api e Religione", segnaliamo in Collaborazioni Varie l'articolo del Prof. Franco Frilli - "L'Ape nella Sacra Scrittura".

 

 

 

VIA VAI 9

 

1 Dicembre

 

 

 


     Di nuovo il caos che accende facce aggressive e le  piccole  dispute... ero convinta che  fosse  il Sig.  Andreotti  a  parlare e mi  stupivo  che  lo facesse  (in tanti anni ha aperto bocca due o  tre volte solo per dare qualche informazione richiestagli) con un timbro di voce  davvero irritato, ma tuttavia arguto, simile a quella del Presidente. Ma non era lui.

L'ignoto passeggero ce l'ha con l'autista e giustamente perchè,  benchè l'abbia avvertito in tempo, questi non ha aperto a due passeggeri con bagagli voluminosi che dovevano scendere alla Montagnola.

 

Mi astraggo però quasi subito dalla  disputa perchè  vengo  affascinata dalla visione di un muratore con un copricapo di carta che mi riporta  ai  tempi  dell'infanzia, quando per gioco mio padre, piegando un foglio  di giornale,  mi costruiva un cappelluccio  simile...

La  giovane negra che sta diritta dinanzi a me ha una grossa treccia scura che le ballonzola lungo la schiena;  con un dito sottile e levigato  ha disperso il vapore acqueo che ricopriva i vetri... ecco che appaiono le bandiere giallo-rosse del Comune e quelle bianche ornate dal  festoso Ciao tricolore di Italia '90.

a giornata è bellissima e c'è un sole caldo, intenso... la brina  sembra quasi neve depositata sui prati dell'Eurogarden... mi  ritorna alla mente l'altopiano di Asiago,  una mattina di sole simile a questa... intorno  a  me vasti campi  sepolti dalla neve alta,  il  nastro argenteo del fiume ed un silenzio ovattato...  una cartolina-ricordo fissa nella memoria in cui colori e sensazioni di felicità e di pace restano intatti e riproducibili.

 

Un gruppo folto di gente scende alla Fiera forse per partecipare ad un concorso.

Appesa al mancorrente  dell'auto  penzola  un  manifestino pubblicitario ricordo delle elezioni: "20/10  per il Comune n. 42 Ciaffarelli".

 

Una signora anziana borbotta tra  sè,  non  credo preghi,  rimugina invece su qualcosa che non le va a genio...  forse è sconcertata anche dalle mie  manovre perchè tento di mettermi comoda, benchè sia in  piedi, per scrivere anzi descrivere il mondo circostante.
Noto le  orecchie, grandissime, d'un anziano... buffe!  Spesso molti anziani hanno grosse orecchie... probabilmente deriva dal fatto che il fisico si asciuga, i capelli cadono per lo più e rimangono solo le orecchie, grandi, magari,sin dall'adolescenza, come due antenne ritte a captare la vita intorno... strano come i Papi, spessissimo e gli uomini politici in genere, abbiano grosse orecchie...

 


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6 Dicembre

   

 

https://lightfieldstudios.net/it/145283857/stock-photo-happy-driver-driving-bus-and.html

 

 

  Un  accenno di pioggia che stravolge tutto. Gli ombrelli aperti permettono però di stare col capo coperto e col naso all'aria a guardare la grigia  palazzina di fronte alla fermata, da  anni disabitata...  peccato! Ha un'aria  signorile  con quei bei fregi attorno alle finestre  polverose...
In mezzo alla via degli operai stanno scavando una buca ed una signora piccolina s'affretta a dirmene la ragione che ho  subito  dimenticato  perchè s'affanna,  subito dopo a dilungarsi sulla  salute dei platani che costeggiano la via e che,  secondo lei,  sarebbero ammalati a causa dello smog....  a me sembrano più vigorosi del solito e li ho visti straripare di fogliame dopo la recente potatura...
Il  vento ha spazzato via la pioggia e lungo lo spartitraffico della Colombo occhieggiano ridenti e colorati, a tre a tre,  dei vasi di  fiori, bianchi quelli laterali e rossi quelli al centro, apparsi  nella notte ad abbellire la  città... difatti il  semenzaio stamani era deserto e sconsolatamente triste, tutta una distesa di terra marrone e di vasi vuoti. Più avanti, delle  nuove aiuole, segni festosi di saluto per l'imminente arrivo di Gorbaciov o per l'apertura dei campionati di Italia 90? 

L'autista, un bel ragazzo, giovane, dapprima burbero, rivela invece un umore allegro e fischietta, rasserenato, destreggiandosi nel  traffico di cui depreca  i limiti,  diventa sciolto,  spiritoso, dà indicazioni... una ragazza non sa dove scendere e lui si dà da fare... la porta non si apre "Gli ha preso  una  paralisi"... 

Insomma  è  decisamente meglio che trovare un musone che non  ascolta  le richieste dei passeggeri o risponde con malgarbo...

Bravo autista sconosciuto che allevii con il  tuo tono burlesco ansie e rabbie...!

 

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7 Dicembre

     Pioggia e attesa... le poche foglie rimaste sugli alberi si riflettono ancora nelle pozzanghere...  

Penso a mio padre che stasera partirà per Buenos Aires... dove ha fratelli, cognate, nipoti... ha  settantanni suonati ed uno spirito giovane, un pò incosciente e avventuroso, a volte tocca a me riprenderlo, come si  fa con un figlio un pò scapestrato, per qualche idea fissa, qualche parola di troppo su cui non sono d'accordo...  ma è mio padre, sono l'unica persona con cui realmente comunica... lo rivedrò...

Un vecchio, scoppola, baffoni spioventi e capelli lunghi che incontro spesso, bofonchia a voce alta e sembra odiare tutto il mondo circostante...

 

 

 

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13 Dicembre


 

    
     Improvvisamente, da un giorno all'altro, nella via Merulana sono fioriti decine e decine di abeti infiocchettati che salutano allegri l'arrivo del Natale.
Dopo la pioggia dei giorni precedenti oggi finalmente c'è il sole!

Comincia intanto quel traffico caotico, allegro e confuso che precede il Natale....  un bel tappeto rosso è steso in Via Merulana, mettendo una nota  allegra...  Il  sole radente crea giochi di controluce sulle massicciate dove fervono i lavori; sulle erbe rase dell'Eurogarden dove il vapore acqueo condensatosi durante la notte crea una rete di nebbia, che subito si dissolve... le luci lungo la strada sono ancora accese...

 

 

 

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15 Dicembre

     Giornata umida, il selciato è tutto bagnato. 93 non se ne vedono... alla  fermata s'affolla un'accolita strana: gente di colore dall'aria spaesata e un mezzo zingaro con bianchi calzoni da sci ora sporchi di fango, un cappelluccio di lana, un paio di zoccoli che sta fumando voluttuosamente una sigaretta fino al filtro.

Mi guardo intorno e noto  un balconcino sospeso nell'aria ornatodi vasi da cui spuntano allegri fiori rossi.

Incontro Etta, la mia grande amica del cuore, con cui passo due minuti... Poi mi metto guardare i frontoni diseguali dei palazzi.... poi, finalmente, ecco l'auto su cui già si rumoreggia: "Assessore al Caos", grida, disgustato, un passeggero...

 

Ritorno

 ... Affollamento... due bimbe si trovano  vicine, dietro  le macchinette dove si fanno i biglietti.., al riparo dalla ressa si guardano di sottecchi, timide dapprima specie la più grandetta, mentre l'altra fa finta d'essere impegnata a guardare da un'altra parte... poi pian pianino, Rossana e Valentina, si parlano, prendono confidenza... sono ormai vecchie amiche quando è ormai ora di scendere...

 

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19 Dicembre

PITTURA DI TONY ALONZO

 

     C'è un cielo grigio uniforme e costellato, laggiù,  verso  S.  Maria  Maggiore,  di   piccole luci... sono le luminarie colorate che quest'anno in via Merulana hanno preso la forma  di  antiche lucerne  multicolori,  non più gli angeli  che l'altr'anno s'incurvavano in archi di luce.

Accanto a me passa il piccolo prete cinese o indonesiano che, celebrata la Messa mattutina in Anna, se ne torna al suo convento francescano poco distante a passo svelto e allegro come chi sa d'aver compiuto  il proprio  dovere. 

Gli  alberi senza  foglie sembrano delle sculture estrose che mi  vengono  incontro  mentre  l'auto  con  impeto aggredisce  la  salita di S.  Giovanni.

 

A vedere tutto quel traffico,  un vecchio  con  dei  baffi aggressivi, borbotta "...Bruciatele le macchine  e lasciate  per la strada solo gli  autisti..."  poi all'indirizzo  di Agnelli, sbotta: " Non gli fa i trattori, gli fa le macchine... e, rivolto ad un altro coetaneo, continua, prendendosela con le donne che lavorano : "I ragazzini al nido, i  più grandetti in mezzo  alla  strada... Persino i passeri si tengono vicini i figli finchè sono piccoli e non sanno volare... Le  madri stanno dove sta la nidiata...  eppoi si lamentano che  sono drogati, che s'occupano  di malaffari..." 

Come smentire la saggezza dei vecchi?

 

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20 Dicembre

 

 

 

Ritorno 

     In attesa dell'auto mi soffermo, come spesso mi accade a scrutare il  cielo...  m'affascinano come sempre quelle  nuvole bianche orlate di grigio- azzurro che ad ogni alito di vento vengono sospinte nell'immenso via via, assumono forme sempre nuove e affascinanti: corpi di  donne coricate,  abbandonate, sembra, ad un sonno placido, evanescenti aquiloni, fantastiche costruzioni...

ma poi, fra il rifrangere del  sole che in questi giorni, quasi contro ogni  legge, continua a splendere imperterrito, dando alla terra un  colore  imprevedibilmente primaverile,  tutte queste  forme si condensano in un'unica immagine ricorrente: il volto eterno, sconosciuto  eppure familiare, di Dio...
Ieri, una pioggia di sabbia si è abbattuta sulla città ed oggi le macchine sono cosparse d'una coltre fine e polverosa color ocra.
Nel mio piccolo Eden, un enorme albero è stato addobbato con gli ornamenti tipici del Natale e fa contrasto con un fiorire festoso, precoce ed imprevisto di decine e decine di  margherite biancogialle che sono nate ai suoi piedi.

 

 

 

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22 Dicembre


 
     Esco che è quasi notte ancora e le lanterne rilucono  lontane creando un'atmosfera proprio natalizia e mi vengono in mente i miei natali di bambina e il piccolo Presepe costruito su un tavolinetto 30x50 situato tra la porta e il letto del mio angusto stanzino... neanche a pensarci  di metterci una luminaria, v'era  posto solo per qualche pastorello, qualche pecora, la grotta della Sacra Famigliola, un laghetto di specchio, una  palma, un ponticello e un pozzo... ma quanto amore nel metter su quel paesaggio, quanta attesa, quanti  desideri pronunciati  o  solo pensati, dinanzi a quel  Bambino di cui  ancora  non comprendevo  bene la vita e la morte.

Ma di cui sentivo estremamente importanti le parole e gli insegnamenti che, sia pur confusamente, trovavano riscontro nella voce della mia coscienza...


Grosse nuvole azzurro cupo si diradano pian piano: s'addensavano contro il cielo torpido del primo mattino, facendo corona ai campanili diS. Giovanni...  il  selciatoè umido, coperto  d'un velo  di brina ma, a mano a mano che l'auto corre sulla Colombo, ecco il sole che ravviva i colori delle aiuole da  poco spuntate  su piazza  dei Navigatori:  l'erbetta d'un tenero verde, il marrone caldo della terra e fiori bianchi e rossi che formano buffi ghirigori... e all'Eur è  ormai sfolgorante,  arrogante quasi all'altezza delle 3 Fontane.  

Anche la bella piazza antistante  la "Gruviera"  mostra  i  suoi  prati  rinnovati  da festoni di  verde...  ora fa un caldo più che primaverile.

 

 

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29 Dicembre

https://primaalessandria.it/tempo-libero/spettacoli/personaggi-famosi-di-alessandria-come-sarebbero-in-versione-cartoon/

 

   Alto, sciatto, biondastro, qualche dente mancante nella mascella inferiore, lo trovo che già sproloquia prendendo a interlocutore un ragazzo biondo che non può che stare ad ascoltare poichè l'altro gli fa barriera davanti al sedile e racconta qualche sua esperienza con il suo psicologo.  "E io metto tutti a testa in giù" - ripetedi tanto in tanto, parlando sveltamente...  " È come a scuola, quando ti chiedevano: Ma tu stai guardando nel vuoto... e sì che guardi nel vuoto!". E continuavano a dire: "Tuo padre e tua  madre?... Io a mia sorella le taglio i capelli, a mio fratello gli taglio il pisello..." 

Detto questo tace come se questa trasgressione verbale l'abbia liberato da un peso, se ne sta zitto, rimane fermo a guardarsi intorno, scrutando  le  facce assenti  dei passeggeri che gli ruotano attorno, bofonchiando ogni tanto qualcosa con una punta di rabbia e d'ironia: "Ecco l''ospedale...  (è, invece il  palazzo della  Regione)...  Macelleria romana e affini - continua lui e batte con una sottile  bacchetta estratta da una busta di plastica contro l'abitacolo dell'autista, invitandolo a correre e intanto a mò di latrato vocia: "Bush, Bush...".

 

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2.1.90 -


AL " MAURIZIO COSTANZO SHOW" - 2.1.1990

 

L'anno  comincia  sotto buoni auspici. Giorni  fa sono  stata invitata alla trasmissione del  nostro più  grande show man, Maurizio Costanzo; ieri la sua  segretaria di redazione mi ha  confermato  la mia  presenza  sul palco del  Teatro  Parioli; nel famoso salottino in cui si riuniscono celebrità  e
persone sconosciute ma con qualcosa da dire.

Grossa  chance per me - emerita sconosciuta  -  ed ancor più grande fortuna comparire accanto ad  uno dei  più grandi uomini politici, scrittore e  uomo di  spirito  per  eccellenza,  il  Presidente  del Consiglio,  onorevole  Giulio  Andreotti.  

Grande soddisfazione, anche se il timore di non  riuscire a  spicciar parola o di  dire magari delle baggianate,  mi ha tormentato sino all'ultimo.
Un intrico di  telefonate  per  avvertire  amici e parenti  di  questa  eccezionale  serata  in   cui avrebbero potuto vedermi accanto a due  personaggi
(Anreotti  e  Costanzo) amati e  odiati  in  egual misura  dagli  italiani,  io piccola e insignificante,  a cui la parola "scrittrice" sta un pò  troppo larga, eppure  annoverata  tra  gli ospiti.
"Cosa  dirò?" mi chiedevo "che  domanda  mi  farà l'intrigante  Maurizio?. Forse  - mi dicevo -  non riuscirò  nemmeno  a chiedermi nulla,  tanta  sarà l'attenzione  dedicata  all'Onorevole... Insomma, come Dio ha voluto, tra lo stress psicologico e la scelta d'un abbigliamento adatto all'occasione, ma soprattutto  al   mio   stato d'animo, è arrivata l'ora di andare; avrei dovuto esser là alle 18,30, avrei potuto usufruire  anche della macchina messa a  disposizione  da Canale 5, ma ho rifiutato, non   me la  sentivo di andare da  sola, volevo sentirmi protetta  fino  all’ultimo  dalla presenza e dall' affetto di mio marito e dei miei figli, almeno  al primo impatto con l'ambiente  e con le personalità che avrei dovuto affrontare.

 

Abbiamo perciò preso la nostra auto, come per una normale passeggiata in centro, siamo scesi a pochi passi dal teatro  davanti al quale abbiamo sostato un pò per trovare il coraggio di prendere di petto la situazione, un bel the corroborante per tirarmi su, le battute eccitate di mio  figlio  undicenne che aveva già intravvisto Costanzo, il loro  nervosismo controllato,  la  mancata presenza  (ma  era  così presto!)   di  mio  fratello   all'appuntamento...

insomma,  il  tempo passava.
Ad  un  certo  momento  ho visto  passarmi dinanzi l'imponente figura  di Edmund  Purdom  - un attore noto  negli  anni ’50, soprattutto per il kolossal
“Sinuhe l’egiziano” - che  dall'ingresso  per  gli attori entrava in teatro e mi son decisa seguirlo, subito  fermata  da  un  giovane di guardia che mi
chiedeva, ovviamente,   dove volessi  andare. Poi, chiarito  l'equivoco, l'ho seguito su per scale e brevi corridoi dall'aria un pò decadente, sino ad un piano rialzato: là, in poco spazio,  c’erano i camerini  adibiti a  sala trucco e a sartoria, la stanza  riservata  a Costanzo e una saletta dove, volendo, si  poteva  prendere  un rinfresco prima della registrazione.
La   signora   Dible, un'attempata ma arzilla ottantottenne dalla fluida parlantina è già di casa e sta parlando fitto fitto con i  truccatori mentre Purdom, sempre un bell'uomo nonostante la decadenza fisica naturale e l'esagerata dose di alcool di cui si nutre e che ne appesantisce l'andatura,   s'aggira  angustamente  nel  piccolo locale sovraffollato e dopo aver scambiato qualche parola con la vecchietta - che parla perfettamente inglese, non so se perchè se sia d’origine anglosassone o  perché  tra  i  tanti  mariti  ne  ha avuto uno inglese  - la trascina verso  la  sala  del buffet dove è  appena  stata  stappata  una  bottiglia di spumante.
Mi sono seduta su una panchetta di legno stretta e scomoda posta dinanzi alla stanzetta del trucco e mi guardo intorno con un'aria spaesata non sapendo bene  come  comportarmi, un pò  imbarazzata  dalla disinvoltura  degli  altri che, pur  mostrando  un certo nervosismo sono abituati da lungo tempo alle entrate in scena.


Spaccesi,  che  si lamenta per un  occhio  malato, riempie  con la sua imponente figura e con la  sua irruenza  il  piccolo andito...  Per  fortuna,  un
ragazzo, chiamiamolo così, dall'aria depressa, mi chiama nella sala trucco per  firmare   la lettera liberatoria in cui mi prendo carico di quello  che
dirò, sollevando da ogni responsabilità  Maurizio Costanzo  e  mi  distoglie  da  quelle   ambascie; ritrovo  la mia calma e per rincuorarmi ancora  di
più, mi siedo dinanzi allo specchio e chiedo  alla simpatica truccatrice di mettermi il mascara  che, nella  fretta,  ho  dimenticato;  con  abili  mano
l'operazione viene compiuta in un batter di ciglia (per così dire)  e  per aggiunta,  poiché sono del tutto cerea in  viso, sfuma leggermente le  guance
pallide. L'effetto è buono: fisicamente  oggi sono in  forma e  il mio bel maglione Positano blu, che riservo alle occasioni importanti,  d'un blu scuro
ma brillante,  ravvivato  da  intarsi  di  velluto e perline,  contrasta delicatamente coi colori del mio viso.

 


Ritorno  sulla panca su cui mi raggiunge Purdom  a cui fanciullescamente chiedo un autografo;  ancora lo  ricordo per la sua interpretazione di  "Sinuhe l'egiziano", un film che ho visto nell'adolescenza e che rivedo ogni volta con passione, ricordo  che forse  lo  tormenta un pò - è passato  così tanto tempo e forse pur avendo impersonato altre  figure ugualmente  importanti nel corso degli  anni,  sia nel  cinema che nel teatro, molti  lo  raffigurano ancora in quel personaggio, per lui  probabilmente ormai  molto  scomodo perchè gli  rammenta la sua passata, perfetta bellezza d'un tempo o altre cose trascorse, i sogni, le speranze della  giovinezza, realizzati forse ma poi sprecati così come  spesso accade  alla  stragrande  maggioranza degli esseri umani.


Lui  con condiscendenza e modi gentili, reso  solo un  pò  goffo e rallentato nei movimenti a causa dell'alcool,  mi accontenta e sul libro che gli porgo  -  un grosso quaderno dalla  copertina colorata su cui io ho scritto una cinquantina di favole e forse m'illudo di poter parlare anche  di quelle  in  trasmissione  -  su cui a  lui  pare ravvisare un quadro di qualche pittore famoso,  mi scrive una frase: "A Patrizia, buon anno '90" e la firma.


Intanto, mentre Costanzo sta parlando con un altro ospite  -  Ninì Salerno  -  ecco che arriva il Presidente  Andreotti, annunciato dal passaggio delle  sue  guardie  del  corpo  che  lo  scortano direttamente  nel  camerino  di  Costanzo,   dove, scalzato subito l'attore, l'illustre uomo politico sosta per uno scambio di idee e vi resta mentre il padron   di  casa  cambia  alloggio  fingendo di impartire le sue raccomandazioni o facendo conoscenza con gli altri ospiti.

 


Finalmente  chiama anche me che nel  frattempo  ho continuato a rimuginare su quello che potrei o non potrei  dire  nel corso della  trasmissione...  mi faccio avanti e mi ritrovo in una stanza  caotica, forse  un  grande bagno con dei  lavamani, tutta ingombra  di assi o di scenari... non so  mi  sono
distratta,   tutta  presa  come  sono  da  questo momento,  da questo incontro con il  personaggio Costanzo. 

Costanzo  piccolo  quanto  me, forse meno?,  grasso e stretto nell'immancabile  vestito blu  che ora porta sbottonato, il viso ironico e provocatorio di sempre, lo stesso che gli  vediamo in  televisione,  due  occhi  acuti,  penetranti, indagatori  ma in fondo buoni -  occhi tondi da persona positiva e generosa - e mi accoglie con un "Venga,  cara..." complimentandosi con me  per il mio  diario,  chiedendomi  se mi piacerebbe che venisse pubblicato...     

Gli rispondo, riallacciandomi alla trasmissione di ieri sera, in cui aveva chiesto agli ospiti di esternare i propri sogni o desideri, che uno dei miei sogni si sta  realizzando  ora, partecipando al  suo  show, l'altro, appunto sarebbe quello di poter pubblicare qualcosa  di mio. Mi dice  che  posso intervenire nel  corso dei discorsi che si intrecceranno e mi chiede qualcosa inerente a  ciò che ho scritto, ma non ho memoria della  domanda, frastornata come sono... mi sento solo rispondere che vi sono tanti personaggi da poter  descrivere, tra  cui uno che io ho soprannominato  "il  Signor Andreotti"  -  non so se potrò citarlo  senza  far inquietare il Presidente - e un altro "il  tifoso" perchè  ovviamente tifoso della Roma con tutto quel giallorosso che si porta addosso:  bretelle, cappelluccio, ecc... ma quando tocco questo tasto sembra seccarsi  leggermente  e mi  dice  di  non parlarne, sennò si arrabbia lui... Non so di che squadra sia tifoso, ma non certo della Roma...


Gentilmente mi accompagna verso il corridoio e  mi ritrovo tra le quinte insieme agli altri per le prove relative all'entrata in scena... io sarò  la prima  a star dietro alla tenda blu di velluto  da cui  dovrò  uscire e, scesi  quattro  gradini,  mi ritroverò  sul  palcoscenico dove  alla  sinistra, sulla  seconda  poltroncina di  bambù  troverò  il posto  assegnatomi.  Mi  hanno  già  sistemato  il piccolo  microfono che mi spunta dal maglione ed ora  faccio le prove microfono; la  stessa  prassi viene seguita dagli altri ospiti... tutto  pronto per l'inizio della trasmissione. Dietro le  quinte passano   alcuni  minuti  in  attesa,   scambiando qualche parola; io mi sento a disagio e sembro  un pesce fuor d'acqua, intorno a me  tecnici,  gente che va   e   viene,   le   guardie   del   corpo dell'onorevole  e lui che, disinvolto, gentile  ed estroverso  racconta qualche aneddoto  a  Spaccesi che gli ronza intorno come una mosca attirata  dal miele, ma include anche me nell'ascolto,  volgendo ogni  tanto  anche verso di  me,  che  gli  sono vicinissima, lo sguardo velato dagli occhiali.  La sua voce pacata,  quasi  monocorde, vibra d'ironia...  la  signora  Dible mi  esorta  a  non essere  timida  -  lei non lo  è mai  stata  -...
Bracardi,  stasera  vestito  in giallo,  mi si  è presentato allegramente per darmi coraggio ed ora pronto ad entrare in scena...


Ecco  la  sigla  e lui e Costanzo  sono  già  sul palcoscenico  dove  iniziano i  convenevoli  e  le battute  con  il  pubblico... poi  il  regista  mi invita  a  pormi  dietro  alla  tenda  blu  mentre Costanzo  spiega in poche ma eloquenti  parole  il perchè della mia presenza in trasmissione: "... un diario... non pubblicato - non capisco perchè...   -".
"Entri  - mi incita la voce del regista e  le  mie mani  afferrate a due ganci di stoffa  rossa,  che contrasta col blu elettrico della tenda,  scostano i  due  lembi  di stoffa e  sono  nella  luce  dei riflettori, scendo i quattro micidiali gradini che portano  sul  proscenio e che rappresentano  per molti  un  ostacolo, stringo la mano  di  Costanzo, tesa  ad  aiutare e salutare, mi  avvio  al  posto assegnatomi  e  siedo,  cercando  di  trovare  una posizione  conveniente alla mia  piccola  statura; seguono  man mano gli altri  ospiti e ultimo, accolto da calorosi applausi, il Presidente che si siede  al posto d'onore, sul divanetto  accanto  a Purdom.


Maurizio, come si poteva ben prevedere, gli dedica le  prime domande per soddisfare la curiosità  dei suoi utenti ed anche perchè  penso proprio che  sia affascinato anche lui, una volta tanto,  dall'aria sorniona  ma vigile, dalle battute  pronte  eppure enunciate con tutta calma da Andreotti....

Il resto non ve lo so dire, ho raccontato in breve le mie esperienze di viaggiatrice sugli autobus, hanno per lo più tutti voluto sapere di che si parla là sopra, Andreotti ha fatto una battuta, già sapendo dare la risposta, quando ha chiesto se si parlasse del Governo e dei suoi emissari, ed il tenore delle battute, sicuramente un pò negative, sui rappresentanti del governo, voleva sapere se ero impiegata presso la Democrazia Cristiana... "No,no...." ho risposto quasi spaventata, dando adito ad Andreotti di farsi una bella risata...

Intanto anche gli altri esternano i loro pensieri, previsioni, progetti per il futuro... Alla fine, debbo fare la passerella, davanti a tutto il pubblico, poi, non so come, mi ritrovo accanto ad Andreotti, che attende la sua scorta e si complimenta per quel poco che ho dato, poi, finalmente, mi ricongiungo ai miei, mi avvio verso l'uscita, dove qualcuno si complimenta direttamente con me, m'accendo una sigaretta...

Che serata....

 

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8 Gennaio 1990

 


    
     Piove, una pioggia uggiosa. Speravo tanto che fosse  neve  come tre anni  fa,  quella  magnifica notte dell'Epifania... ma forse un avvenimento del genere  puo' accadere una volta sola  nella  vita.
Come  ogni  anno  m'ero  attardata  con  Paolo   a riempire  con dolciumi le calze per i  ragazzi  da appendere alla cappa della cucina; fuori c'era  un traffico  rado e le poche macchine  emettevano  un rumore   soffice  soffice...  Come  colta da un presentimento mi affacciai e davanti a me  s'apri' il  fantastico  ed imprevisto scenario  della  via Merulana  incipriata  di  neve:  un  velo  leggero leggero, quasi trasparente che le luci soffuse dei lampioni  rendevano piu' roseo  ed  evanescente... una  trama appesa ai rami degli alberi e sui  fili della  luce, uno sfumato intreccio di festoni  che agghindavano i davanzali delle finestre...

     Una  ragazza  dai  lunghi  capelli  ricci  si lamenta che sono due ore che sta sui mezzi... Sono  rientrata  al lavoro dopo 4  gg,  di  ferie.
Scalpore per la mia apparizione in Tv. Chissà che darebbero alcune mie colleghe e colleghi per esser stati  al  mio posto. Non  posso  trattenermi  dal pensarlo   e   nello  stesso  tempo    come   se quest'avvenimento  non fosse capitato a  me...  un sogno  ad occhi aperti che non mi ha scalfito  pi
di tanto... Ma sarò strana?

 

 

 

 

 

 

 

10 Gennaio

 

     Una giornata tranquilla ma che sotto sotto mi sembra nasconda un "movimento sotterraneo" come un mare  apparentemente calmo sopra e in profondità animato  da  turbolenze. Come sempre  recito  i  7 Pater,  Ave  e Gloria cosi' come  suggerito  dalla Madonna  di M. per la Pace nel mondo, ma  oggi  io prego per la pace interiore di ogni singolo, forse piu'   importante   poichè,   raggiunta    quella sicuramente  i  rapporti con gli  altri  sarebbero diversi.
La mia attenzione viene afferrata da una figuretta che,  sulla discesa di Via Druso, sembra  scivolar via, come se pattinasse... è una ragazza  vestita
interamente di viola: scarpe, pantaloni attillati, una  mantella,  un  cappellino di  lana...  mi  fa venire  in mente una figurina di carta degli  anni 30, quelle che si ritagliavano per poi  incollarle sulle  letterine  di  Natale  o  per  guarnire   i quaderni d'una volta, con la copertina nera...  Un sole  appannato da un alone di nebbia  ci  insegue tra gli alberi dei Vivai del Sud...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

17 Gennaio

 

     ...  passano, uno dietro l'altro, quattro  16 ma  non si vede l'ombra d'un 93.  Cos'altro  sarà successo? La gente s'affolla alle fermate, saranno già  piu' di 40 persone che sbuffano e battono  i piedi per l'impazienza  e per il freddo di  questa mattina. Ecco un 93/ e un 613, metà delle persone si avventano su per gli scalini spintonando chi è già  dentro  .  L'omino con la  barba  incolta  e l'immancabile busta bianca è come sempre spaurito
e si guarda intorno mentre l'uomo dal viso  glabro e dagli occhiali tondi bofonchia tra sè...

Salgo  finalmente dopo oltre 20  minuti  d'attesa, subito rasserenata  dal vociare allegro d'una scolaresca stipata in fondo all'auto e dal cantilenante ciarlare di due filippine  sorridenti proprio li' accanto a me.
A  S.  Giovanni c'è un via vai di  sacerdoti che s'affrettano  verso il Laterano.  Vicino a  me troneggia la bella ragazza  (la   chiamo   la "Picaresca")  dagli occhi bruni e zingareschi  che trovo ogni mattina alla fermata, infreddolita dal gelo di  tamattina,  le belle labbra rosse  e provocanti  strette,  che guarda fissa  la  strada riflettendo sul destino comune...
Uno sbuffo di fumo esce dal comignolo della "villa di  Sordi"... sembra la ciminiera d'un  trenino  a vapore  d'altri tempi. Rinasco al sole  caldo  che
illumina  ora  le  sculture  bianche e i  prati cosparsi di brina dell'Eurogarden, mentre intanto l'auto continua a  riempirsi  e  due  vecchietti appena  saliti sbraitano contro i passeggeri  già stipati.  Mi faccio sempre piu' piccola contro  il ferro  a cui mi sostengo perchè è appena  salita una donna di mezza età, struttura forte, cappotto blu  con un buffo cappello a calotta d'un verde quasi allegro che le copre quasi gli occhi,  naso aquilino, pomelli rossi. Con piglio autoritario mi spintona   finchè  mi  estromette  e  mi   spinge dall'altro  lato  con testarda  caparbietà...  la incontro  spesso  e  l'ho  soprannominata  "Panzer Division"  .

La Picaresca ammiccando verso  di  me borbotta  per  il  suo comportamento  ma  lei  non sembra avvedersene.
A  destra, là  dove prima  sorgeva solitario e persino triste  il largo edificio  giallo d'una scuola,  nel prato abbandonato,  sorge ora un edificio  dagli  infissi verdi e  dalla  volta  di vetro o plexiglass.... ma non riesco a capire cosa sia. Attorno vi è come un ampio parcheggio ed una stradina  che si immette nella Colombo  attraverso un  cancello  su cui un'insegna bianca  è  ancora vuota.

 

 

 

 

 

 

 

15 Gennaio

 

     La nera figura d'un vigile, buffa per via del copricapo,  agile e impettita, passeggia avanti  e indietro  nella  strada. Poco  dopo  esser  salita sull'auto ed essermi tuffata subito nella lettura, vengo  distratta  dall'arrivo di  due  controllori che,  dopo  aver eseguito la  loro  ispezione,  si fermano  accanto  a me, una  volta  tanto  seduta; commentano la contravvenzione appena spiccata  nei confronti  d'un  omino insignificante  che  se  la dormiva della grossa e sul rigore della  mattinata pur allietata dal sole.
Arrivo  in  ufficio e di corsa  riesco  dopo  aver riempito  il prescritto modulo di  permesso...  mi reco  a scuola di mia figlia per  giustificare  la sua  quinta assenza. Disposizioni scolastiche  che complicano  la  vita  dei  genitori   impiegati... giuste  si'... ma intanto si toglie  la  pagliuzza dall'occhio del vicino ma non ci si accorge  della trave  nel proprio occhio... a 4 mesi  dall'inizio delle  scuole, i ragazzi hanno fatto piu'  assenze per  scioperi, mal gestione della  struttura,  dei servizi  e delle cucine che presenze reali. 

Parlo con  la professoressa d'inglese, una  bella  donna bruna  e  decisa che severamente  mi  avverte  che Donatella,  benchè  intelligente non  dà  grandi frutti.  Lei è appena arrivata ed ha  trovato  la classe   in  condizioni  pietose...  ripenso   con nostalgia all'altra dolcissima signora bionda  che l'ha  preceduta,  entusiasta ed a  ragione,  della pronuncia di D. e dei suoi 7 e 8 ripetuti.  Figura materna,   forse  troppo  accomodante...   ricordo l'ultima  riunione coi professori  dell'altr'anno: aveva con sè le sue due figliolette  grassottelle e  placide  come lei, le quali  non  sapendo  come passare  il  tempo  destinato  ai  genitori  degli alunni,  sedute nei banchi dei ragazzi  ricamavano quadretti  a  mezzo  punto  o  giocavano  con   le bambole,  guardando con occhi curiosi la  fila  di adulti che dovevano parlare con la loro madre. Due figurette fuori tempo, con quei vestititini  dalla sottana gonfia, inamidata e collettini ricamati da educande.
Gli  edifici della scuola spersi nel  verde  della campagna  mi appaiono oggi piu' cadenti  che  mai, sospetto  mi sembra il viso di certi  inservienti,
sospetta persino la faccia tutto sommato simpatica d'un    ragazzo   che   cerca    di    consolarmi, raccontandomi   le   sue  peripezie   con   quella
terribile professoressa..
     ... Il sole già alto non è riuscito  ancora a sciogliere larghe chiazze di brina che ricoprono la campagna intorno, ma in tutta quell'immobilità
ghiacciata dal rigore invernale, so che brulica la vita...
Rientro  in  ufficio un po'  immalinconita:  forse abbiamo davvero sbagliato a non imporci con nostra figlia,  nella scelta delle superiori... forse  ha
perduto questi tre anni... o forse - penso, mentre mi   vado  rasserenando  -  le   serviranno   come esperienza di vita...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

18 Gennaio

 

     "Erranti ma non perdenti..." , sul vetro  che circonda l'autista si riflette il panorama che  ci lasciamo alle spalle: una lunga fila di  macchine, macchine  e  ancora macchine da  cui  si  diramano raggi  di  sole... poi verdi  prati  stentati.  Un bimbo   chiede  alla  mamma  se   daranno   ancora spettacolo al Golden Circus che ha chiuso ieri una serie  di rappresentazioni. Sulla porta  d'entrata giacciono   abbandonati  grandi  cartelli  e   uno striscione  arrotolato. Lungo la strada  un  omino tricolore  di cartone o di plastica lancia il  suo messaggio   di  benvenuto  "Welcome  to  Rome"   e rallegra  per  un attimo la  faccia  rassegnata  e arcigna dell'autista.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

26 Gennaio

 

     Oggi  tira scirocco e c'è un'aria calda  che appesantisce  ogni cosa nell'atmosfera,  anche  il traffico sembra aggrovigliato, a S. Giovanni  dove
una sirena urla tra la folla d' auto  lampeggiando due  occhi di luci azzurre rotanti  e  spaventati.
Piano  piano, pero', il caos si scioglie lungo  la strada e anche le nubi in cielo corrono veloci fino a permettere al sole di far capolino.  M'attendevo
la  pioggia - è parecchio che manca - e da  molti segni,  odori  e colori  ed  altre  impercettibili forme, me la aspetto vicina.
Ripenso  a ieri sera, al gruppo di  preghiera  che abbiamo  costituito  dopo  il  nostro  ritorno  da Medjugorje e che si riunisce ogni giovedi'.  Siamo
piu' di 20, il gruppo pian piano si è ampliato...

 

Ritorno

 

   S'era alzato un vento quasi freddo ed ora una pioggia  sottile  sottile  s'abbatte  sull'auto... tutto  diventa  grigio, ma io mi  sprofondo  nella lettura  di  Maria Valtorta  e  tutto  all'intorno sparisce; io mi ritrovo immersa in quell'atmosfera di  pace che le parole  della  scrittrice-veggente ispirate da Gesu' stesso, sa emanare ed ascolto  e "vedo" gli avvenimenti della vita del Cristo...
Poco prima delle mure Ardeatine, là dove  fervono grandi  lavori, dietro una lunga e alta  palizzata di   lamiera  ondulata  si   muovono   giganteschi
macchinari di cui sinora s'intravvedevano solo  le cime,  oggi  c'è  un  varco:  per  intero   posso osservare  i mostri di acciaio,  mucchi  di  terra bruna  e due operai vestiti di tute arancioni  che sembrano  astronauti  immersi  in  una  nuvola  di polvere... dietro di loro un'altra nube, di nebbia
questa, che rende la scena ancor piu' irreale.

 

 

27 Gennaio

Ritorno
    
     Tranquillità  oggi  ch'è  sabato.  Qualcuno fischia...  dei ragazzi fanno  cenno  all'autista, lui  apre...  due vecchietti  parlano  d'una  cena condita da parecchi litri di vinello di Montecarlo o Calvo?
    Sale   sull'auto  alla  prima  fermata   sulla Colombo:  ha  un volto bello  e  luminoso,  labbra morbide  che s'aprono su una dentatura perfetta  e
bianca, tanto da sembrare finta. Ha forse meno  di 40  anni  e  da  tutto  il  suo  essere   d'angelo terrestre, sembra sprizzare serenità e gioiosità tali  da coinvolgere anche la persona piu'  triste di questo mondo...
Un  auto  ci precede: sul  finestrone  del  retro, incorniciato da un listello di metallo bianco,  si staglia  il  profilo  d'una  ragazza,  delicato  e minuto.    Poi  si  volta  mostrando   due   occhi chiarissimi su cui i capelli a riccioli   ricadono in una soffice lunga frangia; bella e accattivante la  bocca  dipinta  di lill, un  colore  che  ben s'addice  a quelli del volto.

Sta ferma  guardando dinanzi  a sè, squadrando me e l'autista  baffuto immerso  nel  suo lavoro e quel volto  di  Madonna trecentesca  fa  contrasto  con  l'  abbigliamento moderno di cui scorgo solo un giaccone jeans  tipo pilota  con  uno stemma ricamato. Sale  il  solito Down ma oggi i posti accanto all'autista sono già occupati, deve per forza inoltrarsi nella calca  e se  ne sta con la testa china a  dipanare  chissà quali  confusi  pensieri... ma poi non ce  la  fà piu' a star zitto e, infiltrandosi nel discorso di due  ragazze appena uscite da scuola, dice: "E  io che volevo stare in pace, me tocca lavorar...", ma poi ripiomba nel silenzio fino alla sua fermata.

 

 

30 Gennaio

 

     Era iniziata serenamente la mattinata. Simone ieri  notte  è  andato a dormire  dal  suo  amico Mauro,  D. dormiva tranquilla quando  sono  andata via  di casa (le solite assenze per via dei  turni scolastici)  ed io avevo il bagno tutto per  me...
Alle  8  in punto, avevo appena finito di  far  la doccia... ma Simone aveva dimenticato un  quaderno e  m'ha  telefonato  da  scuola  affinchè  glielo
portassi.
Di  corsa  a  scuola...  Avevo  ancora  tempo  per passare  a  S.  Anna e speravo di  poter  fare  la Comunione.   Dinanzi   alla   chiesa   un    uomo,
relativamente  gioane, barbuto, vergognoso  quasi di  chiedere l'elemosina. Il cuore mi fa male  per la  mia  impotenza... ma oggi non ho  neanche  una lira   neanche  se  mi  scuotessero  tutta.   Solo sigarette.

 

Entro  già stravolta  da  questa  mia inanità ed è un saluto frettoloso, un cumulo  di richieste caotiche che rivolgo alla bianca  statua di  Maria incastonata nella grotta. Riesco con  lo stesso senso di colpa nei confronti di quel povero e  mi  avvio alla fermata dove un  93  sta  appena ripartendo. 

Ma oggi non debbo attendere  molto... un  minuto  ed ecco un altro auto guidato  da  una donna.  Non  mi  sembra  la  stessa  della   volta precedente: questa sembra piu' disinvolta, decisa, ha  un portamento eretto e indossa la  divisa  blu con  noncurante eleganza... brontola a  voce  alta quando  si  forma un piccolo ingorgo.  Suscita  la solita  curiosità dei passeggeri e  dei  colleghi che dall'altra corsia le vengono incontro.
Un piccolo intoppo... "Questa stronza di  donna... - fa uno dietro di me... - se ne sta in mezzo alla strada...".  E ti pareva, penso io, che non se  la prendeva con le donne?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

1 Febbraio

 

     Passa  un  16 che si  ferma  ad attendere  una signora piccolina, vestita di  nero che  corre  di gran carriera  per  raggiungerlo  e proprio davanti alle porte aperte - forse a  causa dei  tacchi  alti  - scivola  sul  selciato  e  si ritrova  a  terra, le gambe un po'  scomposte.  Mi faccio  avanti per soccorrerla ma lei è pronta  a rialzarsi confusa e a salire sull'auto che la  sta attendendo. È già su, scapigliata,  col cappotto nero  un  po'  impolverato  e  l'ombrello  un  po' squinternato. Ecco il 93 e anche quest'autista  ha una  fretta indicibile... ma dove  andremo  sempre cosi' di corsa?

     Mi trovo a pensare all'uomo d'oggi,  mediocre e  rammollito  nello  spirito  dagli  agi  che  la civiltà del progresso gli consente, diventato  un automa che vaga e dipana le sue ore, i suoi giorni e le sue notti secondo schemi fissi e preordinati.
E  quando  dico uomo,  naturalmente  mi  riferisco all'essere  umano nelle sue due specie: maschio  e femmina.
Eccolo li' il maschio che si alza alla tal ora  al suono    delle   sempre   piu'    miniradiosveglie transistorizzate, si lava e si profuma con  saponi e lavande dai nomi virili, esotici o bizzarri,  fa una  rapida  colazione  a  base  di  caffè  nero, crackers integrali plurivitaminizzati, indossa  il costosissimo  completo doppiopetto  etichettato  e sponsorizzato dai maghi dell'alta moda, afferra la sua  valigetta  nera  dodiciore,   ventiquattrore,
quarantottore,    personalizata    anch'essa     e supersicura  e, finalmente, si avvia verso la  sua roboante   superlusso  cinquemarce   metallizzata,
settanta  cavalli-ruggenti-nel-motore,   tutti   i comforts  inclusi, che galoppa  sull'asfalto  come una mandria di bufali impazziti e mugghia  perchè
tenuta  a freno nell'ormai caotico,  inestricabile traffico   cittadino,   causato  appunto   da   un esagerato   numero   di  auto   tutte   egualmente perfezionate come la predetta...

     ...   Lasciando   alla   consorte   la   meno ingombrante utilitaria, meno costosa e pi agevole in caso di parcheggio e guasti. La femmina, non da
meno del suo compagno, non appena alzata sacrifica molte  decine di minuti in un bagno  ultramoderno, dinanzi  allo specchio superilluminato  tipo  diva del  cinema,   e  dà  avvio  al  cerimoniale  del trucco: crema per occhiaie, dovute al festino  con libagioni  troppo  abbondanti di quel  tal  whisky reclamizzatissimo, crema all'olio di tartaruga per qualche ruga incipiente, un po' di colore qui,  un po' d'ombra là per "sgonfiare" due uance  troppo grassottelle   -  che  non  fanno  fine  -   rosso fosforescente sulle labbra, ombretto luminescente, smalto  al  neon,  gel spray  sui  capelli  appena lavati (che di nuovo sembrano untuosi e  bisognosi d'uno shampoo, naturalmente alla mela verde o alla cheratina),  scapigliati  secondo i  dettami  d'un famoso  couturier,  una  folata  di   costosissimo profumo  francese,  una  spremuta  di  pompelmo  e crackers  come  sopra  per  mantenersi  in   forma secondo   le  prescrizioni  della   rigida   dieta Scarsdale,  indossa  un vestito  firmato  Vernice, Fernè,  Birmani,  Mirtoni  ed  eccola  pronta  ad affrontare  il mondo del lavoro, la  società,  la folla,   la   vicina   di   casa,   l'amica,    il fruttivendolo.
Diventa anch'essa parte essenziale dell'auto rossa in  attesa  nel  garage e  quando  vi  sale  avvia l'accensione,  attende  il  ruggito  del   motore,
arranca  con  fatica sulla rampa e  s'inoltra  nel feroce traffico mattutino, andando incontro ad una nuova giornata.
Che non la vedrà, al rientro a casa,  afflosciata e  stanca dalla fatica, come una volta  le  nostre mamme,  perchè  avrà  avuto il  tempo,  dopo  il
lavoro o la spesa in un  fornitissimo  supermarket (dove  tra l'altro l'aria condizionata le ha  dato un tocco di vigore), di darsi un ritocco al trucco ed ai capelli.
Eccola,  quindi, ancora in forma,  presentabile  e giovane  anche  se  ha  oltrepassato  da  poco  la quarantina che passa sulla moquette blu notte  del soggiorno asettico come una stanza d'ospedale,  il maneggevole minirobot tuttofare (lavavetri/aspira- polvere/battitappeto,  di solito usato dalla  colf di  colore oggi assente), mentre sul fuoco  sbuffa la  pentola  a vapore e il pollo si  crogiola  nel minuscolo forno a microonde.
In  cucina  la  cena è pronta  sul  tavolo  stile retro'   o  tipo  bancone-bar:   due   tovagliette all'americana  coloratissime su  cui  occhieggiano piatti,  bicchieri,  posate, tovaglioli  di  carta prendi  e  getta.  E se lei non  se  la  sente  di cucinare,  c'è tutto un menu' sofisticatissimo  a base   di   pietanze   precucinate,    sottovuoto, inscatolate,  liofilizzate, surgelate,  insalatine esotiche  di pannocchiette di granturco,  semi  di soia,   cuori  di  palma,  macedonia  in   scatola decorata con panna spray... insomma, una goduria!

     È  sera,  finalmente, ma il rituale  non  è ancora  terminato!  Eccola,  la  coppia  tipo,   a spender tempo dinanzi alla tv, irretita, inebetita da  interminabili  quanto  intricate  vicende   di dinastie  americane  propinate  in  centinaia   di puntate o presa da macabri films dell'orrore o  di
violenza dove sangue e smembramenti di corpi  vivi o   morti  sono  all'ordine  del  giorno.   Oppure imbarazzata da qualche conturbante spogliarello  o amplesso cinematografico perfettamente ricostruito in  studio...  e lei, la  mogliettina  tutta  sexy nella sua mise "effetto trasparente" che s'offre o chiede  al suo compagno  soddisfazioni  sensoriali sempre  piu'  stimolanti,  a cui  la  invitano  le sofisticatissime industrie del settore...

  

   E  i loro bambini, li avete mai visti?  Tutti belli,  biondi,  paffuti, occhi  azzurri  di  pura razza ariana, usciti dalla pubblicità d'un famoso b
biscotto   per  l'infanzia,  intelligentissimi   e saputelli  (per questo anche un  po'  antipatici), già  minicomputerizzati anche loro, che  vogliono
questa  o  quella cosa specifica,  questo  o  quel giocattolo (ve lo additano con l'indice perentorio puntato), ormai completamente plagiati anche loro, con  quelle faccette impunite dove non  c'è  solo l'arguta semplicità dell'infanzia, ma una malizia sottile  che si sprigiona da quei  loro  occhietti demoniaci.

     E i nonni? dove sono andati a finire le nonne ed   i  nonni  d'una  volta,   che   distribuivano caramelle  di  nascosto e consolavano  i  nipotini
raccontando favole? Adesso questi bimbi  cresciuti a  forza  di  latte in  polvere,  omogeneizzati  e merendine succosissime e supervitaminizzate,  sono tanto  indipendenti  che non hanno  bisogno  delle loro semplici novelle. Tac, aprono la tv e vengono travolti    da   un'orda   di   mostri    spaziali extradotati,  da eroi di celluloide che  risolvono ogni problema. Ed i nonni, non piu' relegati ad un ruolo  casalingo, scorrazzano anch'essi in  città in   piena  forma  (magari  muniti   di   speciali pannolloni  superassorbenti contro  l'incontinenza urinaria).
Avete  poi  visto  le  loro  case?  Superattico  o villetta...  arredate con mobili di classe,  super razionali,  dove  ogni  cosa  è  al  suo   posto, persino nelle stanze dei bambini dove è logico il caos...

     Ah,   povera  famiglia  moderna   dissociata, confusa,  malata, perseguitata dagli  slogans  dei mass  media,  dai  canoni  di  questa   demenziale
società diabolica!

     Mancando   i  valori  spirituali,  morali   e religiosi   che  fino  ad  un  ventennio   fa   lo sostenevano nell'andare quotidiano, l'uomo  d'oggi -  che in fondo non accetta l'insensata  corsa  al potere  e al danaro, ma nel suo intimo è  animato anche  da  cose ben meno terrene  -  purtroppo  si
ritrova suo malgrado coinvolto  nella  giornaliera scalata al successo.
E nei rari momenti d'ozio - escludendo i mezzi più diretti ed abietti per procurarsi soldi - pare non abbia  niente  di  meglio  da  fare  che  giocare,
giocare,  giocare, tentando la fortuna in uno  dei tanti superquiz che la televisione ci proprina  da mane  a  sera  o  tramite  uno  dei  centinaia  di
concorsi  abbinati alla vendita dei  pi  svariati prodotti,  dal formaggino per bambini  alla  pappa per  cani, al detersivo venduto in scatole  sempre
più  piccole  o più gigantesche, via  via  che  la megalomania   investe  ogni   settore   dell'umano operare...
Psicologicamente  disadattato,  per  affermare  la propria  individualit vilipesa, l'uomo  cerca  la notorietà,  vuole  che  il suo  nome  appaia  sui
giornali  (bene  o  male non  importa)  e  la  sua fisionomia  venga diramata a tutto il paese...  Ed eccolo, dunque, alle prese con la tv a  rispondere
a centinaia di domande che un computer  impiccione e neanche tanto colto alle volte, ha  programmato, eccolo che invia  cartoline e tagliandi postali  a iosa,  con attaccati bollini e  prove  d'acquisto, attendendo  poi  l'esito di lotterie,  del  lotto, della Trio, del Totip, del Totocalcio, del  Bingo, del Maxibingo, del Portfolio... Basta, non se ne puo' piu'.

     Alle  volte mi dico che sarebbe stato  meglio essere  come la maggior parte degli esseri  umani, tesi nella corsa o alla caccia del raggiungimento
di  beni materiali che li faccia rientrare in  una delle  varie caste in cui l'uomo - da se stesso  - si  divide (sulla scia di quelli piu' fortunati  - pochi per la verità: attori, cantanti,  dirigenti d'azienda,  affaristi, ecc) e che i mass media  ci propinano ininterrottamente, modificando abitudini inveterate  oggi  considerate  sorpassate,   fuori moda, senza lustro. Poichè se non si veste la tal marca di jeans o di t-shirts, se non si  frequenta la tal scuola o non si ha la tal marca di moto, di auto,  di profumo sponsorizzati da questo  o  quel famoso  individuo,   non si  degni di  far  parte della società...
Una  sponsorizzazione totale per  farci  diventare massa,  branco  d'uomini e donne  governati  dalla pubblicità  dato che, disgraziatamente, non  sono molti  gli spiriti indipendenti che ingaggino  una lotta  senza quartiere a queste  idee,  sfoderando manifestazioni di  una personalità  originale  e intatta.  Per lo pi, per ragioni contingenti,  di quieto  vivere  o  addirittura  per  una   precisa specifica scelta, ci si ritrova ad adeguarsi  alla moda o al consumo di un certo prodotto anzichè di un  altro...  Ed anche se col pensiero  o  con  le parole molti sembrano dotati di capacità critiche ed    individualiste,   tale    facoltà    sembra vacillare...
Cos'è   che  determina   questa   massificazione?
Mancanza  di  personalità,  persuasione  occulta, di ideali spirituali, morali, affettivi? Difficile indagine.
Allora  alle volte provo un gusto  dolceamaro  nel dimostrarmi e nel  sentirmi  diversa,   pur domandandomi se forse non sarebbe meglio entrare
nei   ranghi  di  quelle  centinaia  di   migliaia d'esseri...  anche  perchè, , in  fondo,  nonostante tutti  i miei pensieri e desideri,  nonostante  la mia silenziosa ribellione, non sono forse  anch'io parte di un gregge che s'alza la mattina alla tale ora per essere alla talatra in ufficio...?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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