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COLLABORAZIONI
In questo Settore vengono riportate notizie
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Nello specifico, il presente articolo è stato realizzato
dal Prof. Renzo Barbattini dell'Università
di Udine, che ha fornito anche le immagini.
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L'APE NELL'ARTE
EPPUR VOLARE: L’APE NELL’ARTE DI MAGRINI
Renzo Barbattini, Giovanni Miani, Università di Udine
Marco Magrini realizza numerosi collages e acquarelli nei quali i soggetti rappresentati sono sovente api, falene, libellule.
La scelta di queste tecniche artistiche è dovuta all’attenzione dell’artista per la natura, con la quale egli intende stabilire un legame diretto: nelle sue opere sono numerosi i riferimenti a luoghi da lui visitati e alle tradizioni culturali di quei popoli.
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Marco Magrini è nato a Milano il 31 luglio 1945. La sua pittura è sempre su carta, con tecniche ad essa compatibili (acquarelli, pastelli, acrilici, gouaches, inchiostri) che si mescolano o si sovrappongono.
I suoi lavori a volte sono propedeutici a sculture ma, sovente, vivono “a sé stante”.
Come scultore utilizza vari materiali, ma in special modo il legno, il ferro e il bronzo.
Magrini è artista versatile, poliedrico, sia nella scelta dei soggetti e delle tematiche rappresentate nelle sue opere, sia nella tecnica utilizzata per crearle.
Egli possiede una notevole cultura personale, non solo artistica, spaziando in tal modo dal pensiero filosofico alla tradizione identitaria di popoli molto diversi, alla conoscenza di luoghi e territori geograficamente distanti, dimostrando di avere una precisa e definita welthanschauung.
Le opere che egli realizza hanno un forte contenuto concettuale, nelle quali cioè la rappresentazione figurata è subordinata al messaggio che l’artista intende esprimere.
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Figura 1 |
Tra i molteplici acquerelli, acrilici, collages che Magrini realizza, ve ne sono molti in cui i soggetti sono le api, oltre a falene e a libellule.
Sono opere dal contenuto simbolico, quasi immagini evocate e impresse sulla superficie dell’opera.
Come afferma l’artista stesso, per lui la creatività pittorica, così come quella scultorea, è un altro linguaggio artistico per mezzo del quale esprime la propria arte, è strettamente connessa al materiale utilizzato:
il momento della produzione manuale dell’opera acquista un’importanza notevole, non essendo concepito come secondario e subordinato al momento ideativo.
Egli intende avere un diretto contatto con la natura e l’ambiente attraverso l’attività artistica, per cui le tecniche utilizzate diventano funzionali a questo scopo, essendo privilegiate quelle alla cui base c’è l’acqua, come appunto acquerelli, acrilici.
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Figura 2 |
Il tratto con il quale vengono realizzati è fluido, sottile, contribuendo a donare armonia ed equilibrio all’insieme.
A questo proposito è utile menzionare Trentuno api dentro (fig. 1 e fig. 2 part.); e Trentuno api fuori (fig. 3), entrambe realizzazioni del 2004-2005.
Qui l’interesse per la realtà culturale dei popoli da lui stesso visitati emerge chiaramente, come si vede dalla rappresentazione del mar Rosso (tra Suez e il Sinai, dove l’artista ha vissuto a lungo), ripreso in una libera interpretazione.
Le api che affollano queste composizioni paiono quasi danzare sinuosamente tra loro in un ritmo musicale; in questi due dipinti l’artista ha voluto esprimere un paradosso o, meglio, usare l’ironia.
Richiamando l’intelligenza collettiva delle api, Magrini ha immaginato che questi insetti potessero decidere d’essere o dentro o fuori una certa forma quasi che un ordine istintivo determinasse le loro azioni. |
Figura 3
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La raffigurazione delle api ritorna anche in Cento api del 2005 (fig. 4).
In questo caso, le api sono il contorno, il collante tra diverse realtà legate alla sensibilità più profonda di Magrini e che fanno parte integrante e popolano il suo immaginario visivo; si notano, ad esempio, una serratura africana, un particolare acrobata (Fig. 5), l’inusuale figura che prende forma
dalla disposizione di diversi chicchi di caffè (Fig. 6), ecc. |
Figura 4
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Figura 5
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Figura 6
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Altra significativa realizzazione è Tutte dentro, anch’essa del 2005 (fig. 7 e Fig. 8 part.) che ribadisce ancora una volta l’attenzione dell’artista per la cultura mediorientale, specificatamente ebraica: viene infatti evocato il mitico Golem.
La figura è vagamente antropomorfa, quindi in linea con la rappresentazione che di tale personaggio ne viene data nell’esoterismo medievale rabbinico.
Nell’opera il Golem sembra emergere dallo sfondo e dallo spazio circostante quasi come fosse evocato dall’ artista che lo raffigura, il quale
concepisce l’arte stessa come mezzo per tramandare antichi riti e forme sapienziali arcaiche.
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Figura 7 |
Figura 8
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In quest’ottica è da vedere anche l’opera Centocinquanta api fuori, realizzata nel 2005: anche qui le api raffigurate sono aderenti al dato naturale, nel corpo minuscolo, nelle ali e nelle sottili zampe (fig. 9).
Anche lo spazio circostante è omogeneo alla rappresentazione degli insetti dovuto alla scelta croma-tica di Magrini.
L’opera acquista un senso ritmico notevole, anche grazie alla disposizione delle api all’interno dello spazio della rappresentazione: paiono infatti danzare leggiadre tra loro come stessero seguendo una antica melodia o un canto arcaico che la memoria culturale dell’artista rievoca
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Figura 9
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Per concludere, ci piace riportare un aneddoto personale che ha inviato lo stesso Magrini:
“A questo proposito devo darti qualche informazione in più.
Da bambino, sono rimasto molto influenzato dalle personalità di mio nonno e di mia madre. Il nonno, scrittore, sinologo, buddista, viveva in assoluta sintonia con il creato, tanto che un suo detto è rimasto per me memorabile: “Per tutto ciò che vive abbi pietà, della formica come del filo d’erba: entrambi hanno diritto a vivere quanto te!”
Mia madre, maestra ceramista in terzo fuoco, ha sempre decorato le sue porcellane con particolare attenzione agli insetti, specialmente libellule, falene e farfalle e tutto questo ha lasciato una traccia forte nella mia memoria.
Questi due modi, diversi ma complementari, di vedere il mondo dalla parte dell’infinitamente piccolo mi ha tanto colpito da bambino da risultare indelebile: certo, il mio lavoro è complesso e spazia su più fronti, ma un pensiero per le api, per le vespe e per le libellule c’è sempre: c’è una sorta d’incantamento nel vederle nei campi.
So che farà sorridere, ma mi piacerebbe tanto volare con loro!”.
Con il termine di origine tedesca welt-hanschauung si intende una determinata concezione del mondo in ambito filosofico, ma applicabile anche alla critica letteraria e alla storia dell’arte.
Nella cultura ebraica il Golem è una figura dalle sembianze umane fabbricato da chi viene a conoscenza dei poteri della Qabbalah, ovvero il sapere esoterico dei rabbini fra XII e XIII secolo.
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APINSIEME AMBIENTE SOCIALE| GIUGNO 2017 | RIVISTA NAZIONALE DI APICOLTURA |
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Di altri Autori:
- sull'argomento "Api e Religione", segnaliamo in Collaborazioni Varie l'articolo del Prof. Franco Frilli - "L'Ape nella Sacra Scrittura" |
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