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VEDOVATO E L'UOMO DELLE API
PRESERVARE LE MEMORIE ATAVICHE
di Renzo Barbattini* e Carlo Francou**
* Università di Udine
** Museo geologico "G. Cortesi" di Castell'Arquato (Piacenza)
CAPIRE L'ORSO
LA BRAMA DI MIELE DA' VALORE AL BOTTINO
Apitalia ha già pubblicato anni fa un articolo sull’arte nailf di Guido Vedovato, ma desideriamo riprendere il discorso, in quanto l’arrtista ha recentemente realizzato un altro dipinto che richiama l’apicoltura. Questo dipinto s’intitola L'uomo delle api (fig. 1)
Un segno marcato e il colore che dà senso e vita a una tela che è anche narrazione. Guido Vedovato è un apprezzato pittore e scultore naïf, il cui sguardo è rivolto in maniera particolare al Vicentino, sua terra natale.
Nonostante i molteplici appuntamenti sia in Europa che Oltre Oceano, lo stretto legame con i luoghi e gli accadimenti di cui fin dall'infanzia è testimone, rappresenta il filo conduttore della sua arte che si identifica in un racconto che è memoria, ascolto, dialogo, voglia di tener viva una tradizione antica, fatta di quella semplicità che solo chi vive a contatto con la natura può descrivere in maniera coerente come un battito del cuore.
Fra le tante tematiche che hanno ispirato questo artista non poteva mancare un riferimento al mondo delle api e al loro atavico rapporto con l'uomo.
In diverse sue opere, questo rapporto viene declinato lungo due direttrici principali che mettono in risalto particolari aspetti di una convivenza fatta di laborioso lavoro di questi preziosi insetti ma anche dell'uomo che di essi ha cura per procurarsi quel dolce nettare che è alimento non solo del corpo ma anche dello spirito.
In un recente dipinto, Vedovato torna a raccontare L'uomo delle api mentre a pochi passi dalle multicolori arnie sembra intessere una sorta di dialogo con i piccoli imenotteri che gli volano attorno come in una danza. Il tutto racchiuso in un paesaggio circondato da un anfiteatro di svettanti montagne che si innalzano fino a lambire un cielo attraversato da una miriade di piccole nubi, pronte a svanire sotto i raggi del sole. A chiudere questa cornice idilliaca una miriade di fiori, indispensabili soggetti di quel processo vitale che è l'impollinazione.
FIG . 1
Sullo sfondo un villaggio, poche case e un campanile. Il luogo per eccellenza, quello dell'umano vivere a contatto con i propri affetti per sentirsi parte di una comunità, grande o piccola che sia.
Ma il dipinto di Vedovato non ha un'espressione esclusivamente bucolica come potrebbe sembrare a un primo sguardo.
"L'uomo delle api" ci interroga proprio su quel rapporto tra l'umanità e i laboriosi insetti e sulla necessità di salvaguardare gli habitat naturali nei quali vivono, sempre più a rischio per un processo di antropizzazione che fa ipotizzare quella attuale come una nuova epoca, l'Antropocene, nella quale l'essere umano con le sue attività incide in maniera spesso sconsiderata sui processi geologici e climatici a livello globale.
Il rialzo della temperatura del pianeta, ad esempio, oggi costringe le api a cercare areali più freschi in cui vivere e svolgere la loro preziosa e determinante opera di impollinatori, in più l’uso di pesticidi va a costituire un ulteriore argomento di rischio di cui dobbiamo essere consapevoli dato che, come bene scrive papa Francesco nell'enciclica Laudato si': "La terra ci precede e ci è stata data".
GUIDO VEDOVATO
E’ presente nelle collezioni di numerosi musei europei d’arte naïf. I suoi dipinti sono ispirati da scene di vita con persone (il pastore, il suonatore di fisarmonica, il nonno, in montagna, in cantina, nell’orto, a far fieno, il suonatore di fisarmonica, il suonatore di mandolino, i suonatori di violino e di corno, ecc.) e da animali vari (gatti, cani, galli, vacche, pecore, tartaruga, gufi, cavallo, ecc.).
Si tratta generalmente di olii su tela, in uno stile particolarmente personale e originale che non è classificabile né riconducibile a nessuna scuola e genere naïf esistente.
Tra le sue numerose opere si riportano L’apicoltore (fig. 2) e Il ladro di miele (fig. 3).
FIG. 2
Il primo dipinto è stato realizzato nel 2009 e in esso si nota un apicoltore alle prese con le sue api. In verità le arnie rappresentate sono simili alle antiche arnie in paglia; queste arnie (dette anche bugni), non razionali, erano utilizzate nei tempi passati (anche gli antichi egizi le usavano, ma su questo ci sono interi libri!).
Ciò indica, certamente, un buon livello tecnico dell’apicoltura dell’epoca; ma l’adozione di queste arnie obbligava gli apicoltori, al fine di raccogliere il miele, ad effettuare l’apicidio. Con l’introduzione dell’arnia semirazionale, prima, e razionale, poi, si è potuto raccogliere il miele senza arrivare all’uccisione delle api. Per quanto riguarda quest’olio, lo stesso Guido Vedovato dice: “ ... credo che ogni quadro debba raccontare una storia. L’apicoltore è il racconto (nostalgico ahimé!) del perduto stretto rapporto che ha legato l’uomo alla Terra. Oggi sta scemando anche la memoria di ciò, e raccontare per ricordare è il mio personale contributo affinché resti traccia di quel passato ...”.
Anche il secondo dipinto è del 2009 e in esso è rappresentato l’orso, il notissimo predatore degli alveari che in tutti i “sacri” testi di apicoltura è annoverato tra i “nemici” delle api. In quest’olio apparentemente si prospetta l’avverarsi di una tragedia: il grosso orso, infatti, si appresta a compiere la distruzione degli alveari per predarne il contenuto.
Le api, non intimorite, svolazzano attorno al plantigrado che a sua volta, per nulla impensierito dal giungere del contadino all’orizzonte, sembra attendere il momento giusto per r compiere il misfatto.
Situazione altrimenti disastrosa se non vista attraverso l’occhio di un pittore naïf … quando anche la tragedia assume i toni della commedia. |
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NOTE
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1 - Barbattini R., Bergamini G., 2012 - L’ape nell’arte naïf (III parte). Apitalia, 38 (6): 37-43
2 - Guido Vedovato è nato nel 1961 a Vicenza. Pittore e scultore naïf dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso, ha esposto le sue opere negli Stati Uniti, in diversi paesi europei, in Canada, in Israele, in Russia (http://www.guido-vedovato.it).
3 - Tecnica finalizzata alla soppressione della colonia di api (ad es. mediante vapori di zolfo) per poi prelevare il miele contenuto nell’alveare
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