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COLLABORAZIONI
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“E PROSTRATI, LO ADORARONO”.
ASPETTI ICONOGRAFICI DELL'ADORAZIONE DEI MAGI
Adorazione dei Magi, cartolina augurale,
inizio 900
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L’iniziativa “Venite genti tutte…Universalismo e segni celesti nell’Epifania del Signore” organizzata a Corciano (Pg), si ispira alla Giornata di Preghiera per la Pace, tenutasi in Ottobre ad Assisi, che ha visto il Pontefice e i rappresentanti delle religioni impegnati nel dialogo per il comune obiettivo della pace e della riconciliazione. Si è scelto, a tal proposito, il tema dei Magi, in quanto figure emblematiche di questo spirito di ricerca.
Richiamati da un annuncio celeste, i tre Re giunsero da terre lontane - i tre continenti allora conosciuti-, per rendere omaggio al Signore del mondo, coi loro doni dalle profonde valenze profetiche.
Corciano fa memoria di questo messaggio, offrendo ai visitatori allestimenti e momenti culturali; innanzitutto la mostra nella Chiesa di San Francesco, dove i visitatori potranno ammirare il corteo a grandezza d’uomo dai sontuosi abiti, e una varietà di manufatti del sec XVIII, XIX e XX, diversi per età, provenienza e materiali.
Adorazione dei Magi, miniatura, Salterio di Engenbelg, 1330
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Messale francese, 1410,
Biblioteca Nazionale, Parigi
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Gusto dell’esotico, eccentricità, estatica meraviglia,
attesa, connotano i volti e i gesti dei Magi, i Re
d’Oriente giunti presso la grotta della Natività, guidati
da una Stella.
La forza di un richiamo profondo ha diretto i loro
passi verso Betlemme, in una terra ignota, governata
da Erode; compiono una missione speciale, che per
disegno divino non venne piegata a fini politici. Un
segno celeste, fin dall’inizio, li aveva richiamati, rassicurati,
attesi lungo le soste, come un compagno di
viaggio decisivo; “abbiamo visto la sua Stella, e
siamo venuti ad adorarlo” (Mt 2, 2).
E nella Stella, nel suo fulgido profilo, videro un bambino − dicono le fonti −, che esprimeva col suo sorriso
la promessa di un mondo nuovo. Lo documentano
le raffigurazioni, con immutata continuità: un volto
splendente, entro una stella che si staglia all’orizzonte
e orienta gli sguardi (1).
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Calcografia, anni '50, collezione privata
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Immaginetta devozionale, bordo punzonato e dorato, inizio -900
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Attraverso le immagini è possibile cogliere i messaggi,
e gli aspetti simbolici, che i Re Magi hanno espresso
e incarnato nel tempo, in ogni latitudine e in ogni
età, testimoni della venuta di Dio, e del suo valore
salvifico per tutti gli uomini.
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Abside della Chiesa di Santa Maria de Tahull, Catalogna, XII secolo |
La Scrittura non indica che fossero tre, né le loro fattezze,
né l’abito: nelle pitture catacombali se ne raffigurarono
a volte due, a volte quattro, dall’aspetto
genericamente orientaleggiante.
Si credeva che il mondo fosse abitato da tre razze,
discendenti dai figli di Noè: Sem, Cam e Jafeth; ovvero
la razza semitica (asiatica), camitica (africana), japetica
(europea). Inoltre, tre erano i continenti allora
conosciuti. Invalse dunque la consuetudine di raffigurare
un Magio di carnagione bianca per l’Europa, uno
orientale con la barba da sceicco per l’Asia, e uno di
pelle scura per l’Africa. Inoltre, i loro sembianti richiamano
le tre età dell’uomo: la giovinezza Gaspare, la
maturità Baldassarre, la senilità Melchiorre. |
Graduale De Tempora, F. Zollners, 1442, Brixen. Stilftbibliotheck-Neustift
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Anche gli abiti, coi loro colori, richiamano aspetti e
funzioni differenziate nell’ordinamento sociale
(cavalleresco, sacerdotale, produttivo) (2).
Hanno inoltre
diversa statura, lingua, cavalcatura, o colore del
cavallo (nero, bianco, rosso, la triade cromatica delle
origini) (3). |
Libro catechetico tedesco, anni '40
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Immaginetta devozionale
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Catacombe di Priscilla, Cappella Greca, III sec., Roma
Più complesso, poi, il significato simbolico dei doni,
di cui molti autori cristiani hanno trattato.
Essi rappresentano
gli aspetti più consoni alla persona cui
erano destinati; l’oro quale tributo alla Sua natura
regale, l’incenso come omaggio alla natura divina, la
mirra quale riconoscimento della natura umana, ma
anche richiamo al concetto di rinnovamento e di
eternità che adombrano la morte prima quindi la
Resurrezione di Cristo (4). |
Porta istoriata, V sec. Santa Sabina, Roma
S. Apollinare Nuovo, VI sec., Ravenna
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I Magi, Ciclo Musivo del Cavallini,
XIV secolo, S. Maria in Trastevere, Roma
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Cappella Palatina, XII sec., Palermo
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I tre doni hanno valore di anticipazione simbolica
dell’intero percorso cristologico, prefigurandone il
destino glorioso (oro), gaudioso (incenso), doloroso
(mirra). “Ricevi, o mio Bambino, questa trinità di
doni” canta Romano il Melode (5). |
Adorazione dei Magi, XIII sec.,
S. Maria Maggiore, Roma
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Adorazione Magi, 1519-23, Pontormo,
Gall. Palatina, Firenze
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La sottomissione dei Magi dinanzi al Bambino Gesù
richiama l’antico cerimoniale imperiale, e va intesa
non solo come gesto di omaggio reverenziale, ma
simboleggia la sottomissione delle più disparate culture
religiose a quella cristiana, o meglio la sovranità
universale di Cristo.
Attraverso l’iconografia leggiamo i tratti di questa
sottomissione: il bacio del piede, del ginocchio o della
mano, solitamente da parte del più anziano dei tre,
inginocchiato e proteso, in estatica contemplazione:
questo lo schema ricorrente nell’arte.
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Adorazione Magi, Cappella della Madonna,
Scuola Senese, XIV sec., Sacro Speco Subiaco
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Icona del Sinai, VII sec. |
Nell’arte paleocristiana i Magi erano rappresentati in
sequenza di arrivo, o ai lati del Bambino; a volte la
loro presenza si accompagna a quella dei pastori,
poiché la Natività era concepita come rappresentazione
sinottica. Le icone, in Oriente, testimoniano questa
struttura figurativa, articolata nei vari momenti connessi
alla Nascita.
Nel mosaico ravennate degli imperatori Giustiniano e
Teodora, compare un dettaglio di grande interesse:
sul manto dell’imperatrice si notano i Magi offerenti,
dei quali ella replica il gesto del tributo, riaffermando
la divina supremazia di Cristo (6).
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Mosaico dell'Imperatrice Teodora con la sua corte, part. San Vitale, Ravenna, VI sec.
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Adorazione Magi, sec. XI,
S. Maria della Pieve, Arezzo
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Nell’arte medievale, Maria e il Bambino grandeggiano,
a fronte dei Re Magi, di proporzione ridotta, come
si conviene all’uomo dinanzi al divino secondo le
regole della prospettiva inversa, cioè la grandezza del
personaggio è in proporzione alla sua importanza ed
al suo ruolo.
Con l’avvento del Gotico e dell’Umanesimo, si attua il
passaggio a nuove modalità descrittive; se nell’arte
antica i Magi apparivano atemporali, scintillanti
nelle loro vesti, penetrati dalla sacralità del loro gesto,
con Giotto attualizzano i gesti di una Rappresentazione
sacra, assumono movenze cortesi, tipiche della
loro società.
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Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova |
Presepe in terracotta, XV sec., Duomo di Volterra
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Adorazione dei Magi, Andrea Mantegna, Northampton
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Terracotta, sec. XVIII, Museo di Dalmine
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In età moderna, viene poi utilizzato uno schema rappresentativo
meno solenne, delle tre figure che si
approssimano coi doni, in pose differenziate, così da
imprimere movimento alla scena.
Nell’Adorazione del Bambino, cogliamo anche gesti
inconsueti, che alludono ad antiche leggende; in una
raffigurazione Melchiorre tocca con la mano una
candida fascia della mangiatoia, richiamando una
tradizione secondo cui la Madonna ne avrebbe fatto
dono agli ospiti regali “E Maria prese una delle fasce
di Gesù e la diede loro. Ed essi la ricevettero con fede,
come una reliquia preziosissima” (7). |
Andrea Tipa, avorio e corallo, XVIII sec.,
Bagheria,
collezione privata
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Adorazione dei Magi, pittura su vetro, metà XIX sec., Palermo, collezione privata
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In alcune raffigurazioni, il Bambino Gesù sfiora il
capo dell’anziano, o sembra intento a scrutare l’interno
della coppa che gli è offerta − è il dono aureo,
interpretato come prefigurazione della Passione −.
Nell’arte devozionale, l’Adorazione dei Magi assume
un tono di intimo raccoglimento, reso con sobria
essenzialità, coi Magi che attorniano il Bambino, e
porgono i doni con premura affettuosa.
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La stampa permise una larga diffusione di riproduzioni
ad uso privato, mentre gli artisti realizzavano,
per le chiese, allestimenti di pregevole qualità, in terracotta,
cera, corallo, madreperla, avorio, cartapesta,
cartone. Un patrimonio documentato nelle mostre
qui precedentemente organizzate.
Presepio di carta, anni '50
Per l’età moderna, nei presepi di carta, nelle cartoline,
biglietti, letterine e immaginette devozionali d’epoca,
i Magi generalmente figurano secondo uno
schema consolidato: l’anziano prostrato, di fronte al
Bambino, gli altri due dietro di lui, o al suo fianco,
come elementi di un unico corteo regale. |
Siderografia colorata a mano, con fondo merlettato a punzone, XIX secolo,
collezione Ciarrocchi
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Immaginetta devozionale, sec. XIX
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Presepio di carta, pastori e Magi
Presepio di carta, Praga
A differenza dei pastori, provenienti dalla campagna,
i Magi entrano dalle porte della città col loro fastoso
corteo, come vediamo illustrato nella copertina di un
presepe di area céca. |
Natività, Magi e zampognari, cartolina 1932
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Cartolina augurale, prima metà XX secolo
collezione privata, dis. Conti
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Una cartolina d’inizio Novecento ci mostra in primo
piano un abito singolare, per l’anziano Melchiorre,
trapunto di stelle, evocando non solo le conoscenze
astrologiche e astronomiche, insite nella definizione
di “Magoi” (esperti di scienze arcane, magia) ma
associandoli, in virtù del loro ruolo di testimoni, al
disegno celeste.
Gesù Bambino, 1943, G.B. Conti
Il solenne incedere del corteo regale ha ispirato alcune
cartoline del noto disegnatore G.B. Conti, attivo
nella prima metà del ’900. |
Cartolina augurale, prima metà XX secolo
collezione privata
In una cartolina augurale, tre bambini offerenti, trasposizione
suggestiva del tema dei Magi; i bambini,
che all’Epifania ricevono per tradizione piccoli doni,
sono qui protagonisti di un gesto reso al Re divino.
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Re Magi - Calendarietto 1961 dell'Orfanatrofio Antoniano per i benefattori
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LA TRADIZIONE DELLA "STELLA"
La Stella - Chiusaforte (Ud), 1987 - Foto Starec
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Nei paesi dell’arco alpino, un tempo appartenenti al Patriarcato
di Aquileia, la tradizione della Stella rivive ogni
anno, la notte tra il 5 e 6 gennaio, animata da un gruppo di
tre o più elementi, che si accompagnano con una stella di
carta o di legno; coi loro canti beneaugurali auspicano
buona sorte e prosperità, e inaugurano il tempo del nuovo
ciclo annuale richiamando motivi arcaici, espressi in rima,
con musiche tradizionali.
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Canzoncine spirituali dei Tre Re, Milano,
inizio ‘900
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Cartolina augurale, fine secolo XIX, Romania |
L’usanza è testimoniata anche dalla pubblicistica devozionale,
correlata alle feste religiose più sentite: disegni, stampe,
cartoline, biglietti e immaginette, che illustravano la visita
rituale dei Cantori, con il loro emblema stellare.
Spesso i Cantori erano bambini, a cui le famiglie donavano
insaccati e dolciumi; più di recente, il ricavato è destinato ai
poveri e alle missioni.
La Stella, simbolo supremo dell’evento celeste, continua a
guidare gli uomini nel loro cammino, trasmettendo loro
l’annuncio straordinario dell’Avvento del Bambino Gesù. |
Cartolina augurale di area slovacca,
XX secolo (1950),
collezione privata
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Immaginetta devozionale, XX secolo, (1960)
collezione privata |
NOTE
1) Cfr. S.J.Voicu, Prima del presepe. Magi e pastori nei racconti
antichi, Città Nuova, Roma 2004, pp. 42-43.
2) Cfr. F. Cardini, I Re Magi, Marsilio, Venezia 2000, p. 139
3) C. Widmann, La simbologia del presepe, Edizioni Magi, Roma
2004, p. 333.
4) M.C. Di Natale, Dall’esegesi biblica al codice miniato: motivi
iconografici nel’Adorazione dei Magi in Sicilia, in «In Epiphania
Domini», Cattedrale di Palermo, 22 dicembre 1991 - 19 gennaio
1992, pp. 19-36.
5) Inno Akathistos, XII, 22; cfr. G. Passarelli, Icone delle Dodici
grandi feste bizantine, Jaca Book, Milano 2000, p. 121.
6) M. Bussagli - M.G. Chiappori, I Re Magi, Rusconi, Varese 1985,
p. 211.
7) Storia Siriaca della Madonna, 38, in Voicu, op. cit., p. 65.
Corrierino dei piccoli, dicembre 1964
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- Crediti fotografici: Foto relativa al ciclo musivo del Cavallini di MASAORIPHOTO.COM
Della stessa Autrice:
* La Prof.ssa Stefania Colafranceschi è membro dell' A.I.C.I.S.
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