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COLLABORAZIONI
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LA TRADIZIONE IN MUSICA: I CONCERTI DI NATALE
Durante il periodo natalizio, si sono tenuti
numerosi eventi concertistici; due di questi, in particolar
modo, intendevano proporre canti della tradizione popolare:
Seguendo la stella, e Il cammino dei Re pellegrini.
Inoltre, si parlerà della “Pastorella”
di Riofreddo, manifestazione musicale di carattere pastorale,
un rito locale che attesta un’antica tradizione pastorale.
SEGUENDO LA STELLA
“Avvicinandose la festa de Natale
/ gli zampognari della Ciociaria / partono pe’ annuncià
a tutta la gente / che stà pe’ nasce ancora
gliù Messia”.
Questo l’inizio del Concerto di Natale Seguendo la
stella, un progetto di Benedetto Vecchio e Marco Iamele,
rispettivamente cantante leader il primo, e musicista suonatore
di zampogna di particolare rilievo, l’altro, del gruppo
MBL (Musicisti del Basso Lazio), tenutosi a Roma il 21 dicembre;
i brani eseguiti spaziano nella tradizione più autentica,
offrendo ai presenti un saggio delle armonie tipiche del
ciclo natalizio. Ideato tre anni fa, il concerto è
già stato riproposto in Italia e all’estero,
e in queste settimane si esibirà più volte,
col suo caratteristico repertorio.
La Novena di Natale, canto tradizionale degli zampognari
di Villa Latina ( FR ), apre la sequenza, riproponendo il
motivo “O Verginella figlia di s.Anna…”
largamente attestato nella tradizione orale del centro-sud
; tuttavia la modalità esecutiva dei MBL colpisce
per la rigorosa aderenza al canto popolare.
La voce recitante, infatti, trova nell’accompagnamento
degli strumenti pastorali il naturale complemento, e sa
trasmettere, nella sua essenzialità, i contenuti
e le sonorità arcaiche ereditate dalle generazioni
del passato.
I pastori-zampognari da tempi remoti scendevano verso le
città ( Roma e Napoli ), per suonare le Novene: la
prima, detta “dell’Immacolata” si svolgeva
dal 29 novembre al l’8 dicembre, e la seconda dal
16 al 25 dicembre; i suonatori si recavano di casa in casa,
raccogliendo offerte e compensi, come attestano osservatori
e studiosi dell’800, e testimoniano le interviste
agli anziani zampognari . Di questa usanza, diffusa nel
centro-sud, esiste un vasto repertorio iconografico ma anche,
con l’efficacia del film documentario, il DVD omonimo
che il gruppo ha realizzato e prodotto insieme a Ciociariaturismo.
Senza nulla togliere alla ricchezza di questa tradizione
orale, tipica del Basso Lazio, i musicisti hanno saputo
esprimere fino in fondo il proprio intento, mostrando un
impegno appassionato nel riproporre quei brani che si ricordano
ancora vivamente nelle piazze più rappresentative
delle grandi città.
Al concerto dà un apporto decisivo il maestro Gianni
Perilli, artista di qualità indiscusse, come accompagnamento
e come solista; “ho voluto continuare la tradizione
dei miei avi – afferma- con l’intento di proiettare
questi strumenti magici del passato nel futuro”. Il
suo contributo qualificato, con la ciaramella e la ciaramolla,
di sua invenzione, ha reso più suggestivo l’aspetto
strumentale, e arricchito l’intero evento concertistico
di momenti di alto valore artistico.
Possiamo ben dire, quindi, che per la particolare rispondenza
dei brani alla tradizione canora e strumentale, Seguendo
la stella costituisce un elemento di spicco nel panorama
dei concerti natalizi.
1) Vd. P.Moschitti Mo’
vene Natale. La tradizione natalizia e la musica popolare
2005; A.Sparagna, Presepi e zampogne nel Lazio meridionale,
in Tradizioni popolari musicali nel Lazio meridionale, Anagni
1999 pp.85-134, e dello stesso A. La zampogna. Storie e
musiche di uno strumento pastorale, Formia 2004.
2) A.Caccia Portavamo la cucchiarella.
Racconti e immagini di zampognari molisani del XX secolo,
Scapoli 2001.
3) Seguendo la stella, il viaggio degli
zampognari – film documentario, 2004.
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IL CAMMINO DEI RE PELLEGRINI
L‘altro evento che si è voluto
documentare è Il cammino dei Re pellegrini, concerto
tenutosi il 14 gennaio a S. Eustachio, a Roma; all’interno
della rassegna “40 Concerti nel Giorno del Signore,
promossa dalla Diocesi di Roma.. , il programma si contraddistingue
per la selezione di musiche della tradizione popolare, ed
altre, tipicamente legate al Natale.
La scheda di presentazione ci introduce nel tema. “Il
cammino dei re pellegrini vuole essere un percorso immaginario,
attraverso suoni, versi e melodie tramandati da una secolare
tradizione della quale gli zampognari sono l’emblema.
Il viaggio dei Re Magi che seguono la stella, è la
metafora del cammino, che ancora oggi gli zampognari intraprendono
per annunciare la Buona Novella. Il concerto propone una
rivisitazione sia dei repertori di tradizione orale eseguiti
dagli zampognari, che del repertorio colto tradizionalmente
eseguito nel periodo natalizio.
Questa commistione tra i diversi repertori viene realizzata
attraverso l’utilizzo di strumenti di diversa estrazione,
quali le zampogne e la ciaramella, associati all’organo
ed alle voci di un coro misto, un coro di voci bianche e
un gruppo musicale”.
La chiesa, gremita da un pubblico attento, ha visto esibirsi
due cori, il Coro della Scuola di Musica Popolare di Testaccio,
diretto da R. Renzi, e il coro di voci bianche dell’Istituto
“Don Milani” di Monteporzio, diretto da L. Parisi.
Ha suonato il gruppo “Pentamerone”, con A. Mazziotti
(zampogna, ciaramella, cromorno, flauti), B. Sorani (chitarra
battente e mandoloncello), D. Bruno (voce), G. Cilia (chitarre),
G. Porega (percussioni), L. Mattiello ( olascione e basso),
Susanne Boehm (violino), T. Brunetti (fisarmonica).
Sono stati eseguiti, nell’ordine, brani recitati e
brani cantati, per accompagnare l’ascolto seguendo
un percorso attraverso la tradizione “ispirandoci
– questo il progetto – al camminodei Magi o
degli zampognri”; Li bbiferari ( da G. Zanazzo ),
Zampogna – assolo, Natale internazionale, Dormi e
riposa, Nascette lu Messia, Quando nascette Ninno, Noel
Nouvelet, La santa allegrezza, Canzone del pescatore ( trad.),
Rosa d’argento e rosa d’amore ( trad. ), Adorazione
dei Magi, Et io vo’ gir ( G. F. Anerio ), Canna austina
( R. De Simone ).
Si tratta di brani appartenenti alla tradizione popolare
e riscontrabili in varie regioni d’Italia, brani ripresi
da famose composizioni sulla Natività, e brani di
carattere colto; alcune, infatti, sono “le canzoncine
spirituali” di Alfonso de’ Liguori, tra cui
la più famosa “Quanne Nascette Ninno”
( Tu scendi dalle stelle ), emblema delle musiche di Natale,
altre appartenenti alla tradizione locale, altre ancora
desunte dalla celebre Cantata dei pastori, opera seicentesca
di A. Perrucci: la Cantata, di cui sono stati eseguiti due
brani, è un’opera teatrale intrisa di elementi
della cultura popolare napoletana, che narra le varie fasi
del Santo viaggio da Nazareth a Betlemme.
Divenuta rito rappresentativo della cultura napoletana,
dopo un grande successo ottenuto nel ‘700, nel XVIII
sec. entrò a far parte della cultura orale del popolo,
che lo modificò conferendogli un senso collettivo
assolutamente diverso, arricchito di spettacolare gestualità
ed effetti acrobatici ; la rappresentazione è ben
nota al grande pubblico, grazie nella magistrale rielaborazione
di R. De Simone e la NCCP (1977), e attualmente riproposta
da Peppe Barra, ma anche da altri artisti, non solo a Napoli.
L’evento concertistico, così vivamente articolato,
e singolarmente “raccontato dalle voci di due cori,
da strumenti della tradizione popolare, dai dialoghi di
un narratore e dal suono della zampogna che nel nostro immaginario
risulta l’unico autentico elemento superstite di una
Festa che ha rappresentato da sempre la nascita e rinascita
non solo del Salvatore ma dell’intero ciclo cosmico”,
ha costituito un momento di grande interesse e partecipazione,
sia sul piano culturale, che musicale.
4) R. De Simone ne La
Cantata dei pastori, Torino 2000, ripercorre l’intera
evoluzione della Cantata; al testo del Perrucci, infatti,
fa seguire i vari testi trascritti da vecchi copioni teatrali,
o da registrazioni effettuate dal vivo.
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LA PASTORELLA DI RIOFREDDO
Anche quest’anno a Riofreddo (RM)
si è tenuta la tradizionale Pastorella, evento rituale
di antica consuetudine, una Sacra Rappresentazione della
Natività che vede i figuranti – in abiti pastorali
– riproporre l’offerta musicale accompagnata
dai frutti della terra, frutta, dolci, ricotta, cacio, agnello,
per farne dono alla Sacra Famiglia.
L’evento, e la sua storia, è documentata nella
Mostra temporanea organizzata nel Museo delle culture “Villa
Garibaldi” a Riofreddo; l’esposizione è
corredata da postazioni video e audio, con ascolto di Novene
e Sacre Rappresentazioni ancora in uso, specialmente nel
centro-sud, e da un ricco apparato iconografico.
All’interno della vita sociale riofreddana –
spiega l’etnomusicologo Emilio Di Fazio – l’espressione
musicale ha avuto una sua specifica funzione con forme e
modalità proprie (…); e due sono gli eventi
rituali particolarmente sentiti dalla comunità, la
Pastorella, ancora in funzione, e la Messa vecchia, oggi
defunzionalizzata.
Gli eventi erano gestiti dai due ceti sociali principali
del paese; quello agro-pastorale metteva in scena la Pastorella,
mentre il ceto artigiano curava l’esecuzione solenne
per la festività della Messa vecchia.
Nell’Alta Valle dell’Aniene, Riofreddo conserva
questa ritualità un tempo diffusa nel territorio,
ma oggi, però, non sopravvive negli altri centri;
ciò induce la comunità a considerarne più
attentamente il significato, come si va facendo nell’ambito
del gruppo di ricerca del nuovo “Museo delle culture
Villa Garibaldi” di Riofreddo, recentemente inaugurato.
La storia della Pastorella rimanda all’attività
dei suonatori dello strumento pastorale per eccellenza,
in questa zona: la zampogna zoppa della Valle dell’Aniene,
che ha caratteristiche e modalità esecutiva propria.
In passato vi fu un’interruzione della Pastorella,
finchè venne riorganizzata, grazie all’impegno
di alcuni appassionati, con alcune modifiche: l’introduzione
della zampogna “ a chiave” e della ciaramella,
oltre alla partecipazione di cantori e all’aspetto
organizzativo. Nell’insieme, quindi, l’evento
registra una sensibile differenziazione rispetto al passato.
Per cogliere appieno queste differenze, il Museo ha allestito
un settore etno-musicologico in cui è possibile l’audizione
su CD di esecuzioni vocali, e conseguente confronto di tipologie
esecutive.
Oggi partecipano alla Pastorella componenti di ogni ceto
sociale, mentre un tempo, come attestano i testimoni, “era
‘na cosa che organizzavano proprio i pastori”.
La melodia e il testo che viene eseguito è Tu scendi
dalle stelle, canto attribuito a sant’Alfonso Maria
de Liguori; ne parla, in relazione appunto a Riofreddo,
il musicista Franz Liszt, presente nella Valle dell’Aniene
intorno al 1869, che ha poi ripreso la melodia inserendola
nelle sue composizioni.
Un carattere arcaico, all’interno della manifestazione
rituale, è individuabile nell’elemento extramusicale
delle “canne col verde”, canne alla cui estremità
vengono fissate foglie verdi di piante, appunto, sempreverdi:
queste vengono portate in processione durante la Sacra Rappresentazione
insieme all’offerta di doni al Bambino ( frutta, dolci,
ricotta, cacio, agnello ) e costituiscono un elemento fortemente
identificativo.
L’offerta votiva viene messa in relazione ai riti
calendariali, legati particolarmente a quelli solari, come
suggerisce la data d’inizio delle prove canore il
giorno di s.Lucia, data del solstizio d’inverno, e
la particolarità delle “canne col verde”,
richiamo diretto alla rinascita vegetativa.
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Note
1) L’etnomusicologo
Emilio Di Fazio, autore dell’articolo sulla Pastorella,
ha voluto inviarci il materiale, permettendo di dar notizia
di questo rito natalizio caratteristico di una comunità
del territorio laziale.
2) La Mostra è stata aperta dall’8
dicembre all’11 febbraio 2007.
3) L’Associazione Amici della Pastorella
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Della stessa Autrice:
* La Prof.ssa Stefania Colafranceschi è membro dell' A.I.C.I.S
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