IL SANTO ROSARIO
di
P. LEONARDO BELLONCI, Francescano
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IL SANTO ROSARIO
PARTE TERZA - 2
Il Santo Rosario
SCHEMA SECONDO
MISTERI GAUDIOSI
La voce del Papa
1 - Se spiegati “In una forma esatta e popolare i misteri gaudiosi, presentandoli agli occhi dei fedeli come altrettanti quadri e vive raffigurazioni delle virtù, ognuno vedrà quale facile e ricca miniera essi offrano di insegnamenti, atti a trascinare, con meravigliosa soavità, gli animi all’onestà della vita.
Vita che spesso chiede di sacrificare ogni bene vero per conquistare posizioni sociali che sono solo chimere.
E sono causa, quasi sempre, di tristezza, affanni, inquietudini.
Ecco – invece – davanti al nostro sguardo la Casa di Nazaret, dove ogni santità, quella umana e quella divina, ha posto la sua dimora. ()
Ivi è semplicità e candore di costumi; nessun disordine; rispetto scambievole; e, infine, l’amore.
Là non manca la premura di procurarsi quanto è necessario alla vita; ma col sudore della fronte e come conviene a coloro che contentandosi di poco, si studiano piuttosto di diminuire la loro povertà, che di moltiplicare gli averi” (Leone XIII, Laetitiae sanctae, 8 settembre 1893).
2 - “Meditare i misteri ‘gaudiosi’ significa così entrare nelle motivazioni ultime e nel significato profondo della vita cristiana. Significa fissare lo sguardo sulla concretezza del mistero dell’Incarnazione e dell’oscuro preannuncio del mistero del dolore salvifico.
Maria ci conduce ad apprendere il segreto della gioia cristiana, ricordandoci che il cristianesimo è innanzi tutto euanghelion, ‘buona notizia’ che ha il centro, anzi il suo stesso contenuto, nella persona di Cristo, il Verbo fatto carne, unico Salvatore del mondo” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 20).
3 - “Il primo ciclo, quello dei ‘misteri gaudiosi’ è effettivamente caratteristico della Gioia che irradia dall’evento dell’incarnazione.
Ciò è evidente fin dall’Annunciazione, dove il saluto di Gabriele alla Vergine di Nazaret si riallaccia all’invito della gioia messianica: “Rallegrati, Maria”.
A questo annuncio approda tutta la storia della salvezza. Anzi, in certo modo, la storia stessa del mondo.
Se infatti il disegno del Padre è di ricapitolare in Cristo tutte le cose (Ef 1, 10), è l’intero universo che in qualche modo è raggiunto dal divino favore con cui il Padre si china su Maria per renderla Madre del suo Figlio.
A sua volta, tutta l’umanità è come rinchiusa nel fiat con cui Ella corrisponde prontamente alla volontà di Dio” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 20).
1° - L’Annunciazione
La voce dello Spirito
L’Angelo Gabriele fu inviato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una Vergine, promessa sposa a un uomo di nome Giuseppe. Il nome della Vergine era Maria.
Entrando da lei, disse: ‘Ti saluto, o Piena di Grazia, il Signore è con te!’.
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
L’angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
Allora Maria disse all’angelo: ‘Come è possibile? Non conosco uomo’.
Le rispose l’angelo: ‘Lo Spirito Santo scenderà su di te, su Te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi : anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile. Nulla è impossibile a Dio’.
Allora Maria disse: ‘Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto’.
E l’angelo partì da Lei (Lc 1, 26-38).
La voce del Magistero
1 - “Maria Vergine, la quale all’annunzio dell’angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò la vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera Madre di Dio redentore.
Redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo, e a lui unita da stretto e indissolubile vincolo, è insignita del sommo ufficio e dignità di madre del Figlio di Dio, e perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello Spirito Santo; per il quale dono di grazia esimia precede di gran lunga tutte le altre creature, celesti e terrestri” (LG. 8, 53).
2 - “Volle il Padre delle misericordie, che l’accettazione della predestinata madre precedesse l’incarnazione, perché così, come una donna aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita” (LG. 8, 56).
La voce del Papa
1 – “Ed è proprio lei che il celeste messaggero designa come la donna da cui, per virtù dello Spirito Santo, dovrà venire fra noi l’atteso Salvatore delle genti” (Leone XIII, Magnae Dei Matris, 18 sett. 1892)
2 - “Il Figlio eterno di Dio, volendo assumere l’umana natura, per redimerla e nobilitarla, e quindi stringere un mistico connubio col genere umano, non portò a compimento questo suo disegno, se non dopo aver ottenuto il libero consenso di colei, che era stata designata come sua Madre, e che, in un certo senso, rappresentava tutto il genere umano: “Per mezzo dell’Annunciazione, si attendeva il consenso della Vergine, in nome e in rappresentanza di tutta la natura umana” (Summa theolog., III, q. 30, a.1).
Di conseguenza si può con tutta verità e rigore affermare, che, per divina disposizione, nulla ci può essere comunicato dell’immenso tesoro di grazia di Cristo – si sa che La grazia e la verità sono venute da Gesù Cristo (Gv 1, 17) – se non per mezzo di Maria.ù
Di modo che, come nessuno può accostarsi al Padre supremo, se non per mezzo del Figlio, così ordinariamente nessuno può accostarsi a Cristo, se non per mezzo della sua Madre” (Leone XIII Laetitiae sanctae, 8 settembre 1993).
3 - “Maria è la Vergine in ascolto, che accoglie la parola di Dio
- con fede; e questa fu per lei premessa e via alla maternità divina, poiché, come dice S. Agostino, ‘la Beata Maria colui (Gesù) che partorì credendo, credendo concepì’. Infatti, ricevuta dall’Angelo la risposta al suo dubbio (Lc, 1, 34-37) essa, piena di fede ha concepito Cristo prima nella sua mente che nel suo grembo, ‘Ecco – disse – la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola’ (Lc. 1, 38).
- Fede, che fu per lei causa di beatitudine e certezza circa l’adempimento della promessa: E beata colei che ha creduto nell’adempimento della parola del Signore (Lc. 1, 45);
- fede con la quale ella, protagonista e testimone singolare dell’Incarnazione, ritornava sugli avvenimenti dell’infanzia di Cristo, raffrontandoli tra loro nell’intimo del suo cuore (Lc 2, 19).
Questo fa anche la Chiesa, la quale soprattutto nella Sacra Liturgia, con fede ascolta, accoglie, proclama, venera la parola di Dio, la dispensa ai fedeli come pane di vita e alla sua luce scruta i segni dei tempi, interpreta e vive gli eventi della storia”, (B. Paolo VI, Marialis cultus, n.17).
4 - “Maria () è soprattutto modello di quel culto che consiste nel fare della propria vita un’offerta a Dio: dottrina antica, perenne, che ognuno può riascoltare, ponendo mente all’insegnamento della Chiesa, ma anche porgendo l’orecchio all’insegnamento della Vergine.
Allorché essa, anticipando in sé la stupenda domanda della preghiera del Signore: Sia fatta la tua volontà (Mt 6, 10), rispose al messaggero di Dio: Ecco la serva del signore: sia fatto di me secondo la tua parola (Lc 1, 38).
E il ‘sì’ di Maria è per tutti i cristiani lezione ed esempio per fare dell’obbedienza alla volontà del Padre la via e il mezzo della propria santificazione” (Paolo VI, Marialis cultus., n. 20).
La voce dei fedeli
1 - “Condiscendenza divina e disponibilità umana si incontrano in forma mirabile, non solo perché il Figlio di Dio ubbidisce a semplici creature, ma perché all’obbedienza divina risponde la discrezione di una creatura, Maria, che sa di trovarsi di fronte al mistero più profondo, non lo comprende fino in fondo (che mistero sarebbe altrimenti?), ma si fa disponibile al disegno di Dio” (P. Maurizio Stedile, Il mistero di Maria, p. 66-67).
2 - “Nel mistero dell’Annunciazione, Ella fu chiamata ad accogliere il piano di Dio e vi diede un consenso assoluto, con cui nella fede abbandonò a Lui la propria vita, prestò la sua maternità perché il Verbo si facesse carne, e del Figlio di Dio Incarnato fu Madre” (Francesco Maria Franzi, tempo di Avvento tempo di Maria, Piemme, p. 9).
3 – “S. Luca dice per due volte che Maria conservava con cura tutte le cose, ponderando nel cuore ciascuna di esse (2, 19-21), indicando chiaramente che tutto quello che riferisce in principio lo aveva avuto dalla Santissima Vergine o da coloro i quali ella aveva istruiti immediatamente sui misteri dell’infanzia di Gesù” (Knabenbauer, Comm. In Evang. Sec. Luc.; Prolegom).
4 – “Maria solo consentendo con l’incarnazione meritò più di tutte le altre creature con tutti i loro atti e pensieri” (S. Bernardino da Siena, Sermo, 51).
5 - “L’angelo Gabriele rivela a Maria il disegno di Dio Padre di salvare l’umanità per mezzo di suo Figlio.
Per questa opera chiede la cooperazione di Maria.
E’ questa la dignità più grande che Dio poteva dare a una donna.
La Vergine aderisce con fiducia al piano di salvezza voluto da Dio.
Il Verbo si fa carne nel suo grembo e pone dimora in mezzo a noi per salvarci” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria,, p. 17-18)
2° - La Visita a S. Elisabetta
La voce dello Spirito
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria salutò Elisabetta
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo.
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?
Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”.
Allora Maria disse:
- “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
- Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
- Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati ,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
- Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre (Lc 1, 39-47).
La voce del Magistero
“(Questa) unione della Madre col Figlio nell’opera della redenzione si manifesta () quando Maria, recandosi frettolosa a visitare Elisabetta, è da questa proclamata beata per la sua fede nella salute promessa e il precursore esultò nel seno della Madre” (Lc 1, 41-45) (LG.. 57).
La voce del Papa
1 - “Maria è () la Vergine in preghiera.
Così essa appare nella Visita alla Madre del Precursore, in cui effonde il suo spirito in espressioni di glorificazione a Dio, di umiltà, di fede, di speranza; tale è il cantico L’anima mia magnifica il Signore (Lc. 1, 46-55), la preghiera per eccellenza di Maria, il canto dei tempi messianici nel quale confluiscono l’esultanza dell’Antico e del nuovo Israele, poiché – come sembra suggerire S. Ireneo – nel cantico di Maria confluì il tripudio di Abramo che presentiva il Messia (Gv 8, 56) e risuonò, profeticamente anticipata, la voce della Chiesa: Nella sua esultanza Maria proclamava profeticamente a nome della Chiesa: L’anima mia magnifica il Signore.
Infatti "il Cantico della Vergine, è divenuto preghiera di tutta la Chiesa in tutti i tempi” (Beato Paolo VI, Marialis cultus., n 18).
2 - “All’insegna dell’esultanza (per il Natale) è poi la scena dell’incontro con S. Elisabetta, dove la voce stessa di Maria e la presenza di Cristo nel suo grembo fanno "Sussultare di gioia Giovanni” (Lc 1, 44) (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae. n. 20).
La voce dei fedeli
1 – “La concezione operata in Elisabetta è annunciata a Maria, poiché dovendo essere subito fatta conoscere, conveniva che Maria sapesse dall’Angelo questa notizia prima che da un uomo, perché la Madre di Dio non sembrasse estranea ai propositi del Figlio, più ancora perché nel conoscere la venuta del Salvatore e del Precursore e l’ordine e il tempo delle cose, potesse poi meglio scoprire agli scrittori e ai predicatori del Vangelo la Verità, dato che fin dal principio era stata istruita dal cielo in tutti i misteri” (S. Bernardo, Hom. IV Super Missus est).
2 - “Beata sei tu che hai creduto (Lc 1, 45), esclama la cugina Elisabetta salutando Maria. Donna della fede, ha saputo credere alla parola di Dio, anche se tutte le circostanze e la saggezza umana dicevano parole contrarie, coi soliti discorsi della cosiddetta prudenza.
L’Angelo le ha detto che è madre di Dio, eppure non ha un luogo per riposare quella notte in cui nasce il suo bimbo, e deve fuggire in paese straniero per mettere al sicuro il padrone del mondo.
Poi passano lunghissimi anni nascosti, nella miseria e nel silenzio, nella più comune e monotona vita: un giorno dopo l’altro, senza nessun segno, senza che nessuno si accorga, mentre il mondo continua la corsa verso la morte, costruendo la sua civiltà di peccato.
Dieci anni, venti anni, trenta anni…()
Maria diceva pregando con i salmi ‘Dio è la mia roccia!’ (28, 1; 31, 1; 91, 2), e si appoggiava sulla solidità eterna di Dio per superare le insidie delle sabbie mobili del deserto di ogni giorno.
Maria ha creduto per insegnare a noi come si crede anche nei frangenti più oscuri”, (Giorgio Basadonna, Magnificat, p. 50-51-52, editrice Ancora, Milano).
3 - “La visita della Madonna a S. Elisabetta viene vista, per lo più, come un atto dovuto alla cognata gestante in tarda età. E questo è vero.
Ma quella visita fu l’inaugurazione di innumerevoli altre ‘visitazioni’ al punto che, è stato scritto, “E’ proprio della natura della Vergine il fare le visite. Visitare gli uomini è addirittura diventato per Lei una funzione”. Con quella ‘visitazione’ comincia una serie di innumerevoli ‘visitazioni’ che non finirà finché ci sarà un uomo sulla terra.
E’ questo il senso più profondo e più vero” di questo ‘mistero’ (I passi tra “ sono da Renè Voillaume Lettere alla fraternità)
4 - “L’angelo Gabriele aveva preannunciato a Maria l’inattesa e miracolosa maternità dell’anziana e sterile Elisabetta.
Maria parte immediatamente da Nazaret e raggiunge in fretta le montagne di Giuda, per prestare i suoi servizi a Elisabetta, la quale, appena la scorge ed ascolta il suo saluto, piena di Spirito Santo, la proclama benedetta, perché Madre di Dio.
Il precursore Giovanni Battista, nel grembo materno, esulta ed è santificato. Egli sarà destinato a preparare le vie del Messia” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 22).
Il Magnificat
- “La grandezza degli umili,
- le benedizioni promesse ai piccoli,
- il capovolgimento che opera la mano del Signore nell’esaltare i miseri e nel rovesciare i potenti,
- l’esultanza di coloro che il mondo ignora e che hanno presso di sé il Signore;
- tutto ciò che ella annuncia non è forse quanto le Beatitudini e il discorso della montagna in seguito promulgheranno? Non esprime il preludio stesso già il tono e l’accento che avranno questi discorsi di Gesù?
Non dice egli in anticipo in un canto della madre, quello che sarà l’inno di riconoscenza del Figlio a Dio che colma di favori i piccoli e gli umili Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai dotti e ai sapienti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te? (Mt. 11, 25-26).
Come nell’insegnamento della Madre già si sente l’insegnamento di Cristo, così vi si sente l’eco dell’Antico Testamento, che è preformazione di Cristo.
Il Magnificat è composto quasi per intero di citazioni bibliche: la madre del Salvatore, dell’Atteso di Israele, parla come la figlia, o piuttosto la regina, dei patriarchi e dei profeti. E questo duplice rapporto con il Figlio, che è tutto per gli uomini, la descrive così bene che il Magnificat, richiamo dell’Antico Testamento e preludio del Nuovo, risulta un’opera personalissima, unica e spontanea, ed anche una preghiera che diventerà familiare al popolo cristiano” (F. Mersch, La teologia del Corpo Mistico).
3 - Il Natale
La voce dello Spirito
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.
Andarono tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città.
Anche Giuseppe, che era della famiglia di David, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.
Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.
Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 1, 39-47).
“Quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli (Gal 4, 4).
La voce del Magistero
“L’unione della Madre col Figlio nell’opera della salvezza si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla morte di lui,
b) – () poi quando, nella natività, la Madre di Dio mostrò lieta ai pastori e ai Magi il Figlio suo primogenito, il quale non sminuì la sua verginale integrità, ma la consacrò” (LG: 57-58-61).
La voce del Papa
1 - “E mentre ne diviene Madre senza esitazione si proclama e si protesta sua ancella. E come ha santamente promesso, santamente e prontamente stabilisce fin da allora una perpetua comunanza di vita, col suo Figlio Gesù, nella gioia come nel pianto”. (Leone XIII, Magnae Dei Matris, 18 sett. 18). 3 g
2 - “Quanto più ella ammira la sublime altezza della sua dignità, e ne rende grazie all’onnipotente e misericordiosa bontà di Dio, tanto più si umilia e si reputa spoglia di ogni virtù” (Leone XIII, Magnae Dei Matris, 18 sett. 1892).
3 – “E’ () necessario che i cristiani ricordino che il Corpo di Cristo con quale si nutrono felicemente è lo stesso corpo che nacque dalla Vergine per la salvezza del mondo” (Pio XI, Lettera apostolica del 4 ottobre 1926 all’arcivescovo di Toledo).
4 - “Lo sguardo della Madonna a Gesù, “sarà, in ogni caso uno sguardo penetrante, capace di leggere nell’intimo di Gesù, fino a percepirne i sentimenti nascosti e a indovinarne le scelte, come a Cana” (Gv 2, 5) (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae. n. 10).
La voce dei fedeli
1 – “La sua (di Maria) vita intera fu regola di disciplina, norma di virtù, forma di probità” (S. Ambrogio, De Inst. Virg.,1, II).
2 – “La prima dignità della Vergine consiste nell’essere Madre di Dio, alla quale è unito in modo singolare di cooperare alla redenzione” (Suarez, De praecon. Et dign. Mariae, 1, II, a. 9).
3 – “Quello che Maria doveva meditare nel suo cuore era infatti il ‘Mistero’ stesso del Natale, cioè il modo sconcertante che Dio aveva scelto per venire a noi: nella più piccola tra le città della Giudea… in una mangiatoia!
Dio ritornerà in una forma gloriosa alla fine dei tempi (cfr, Mt. 24,30). Adesso invece viene a noi in un modo sconcertante, nell’umiltà e nella povertà. E sono i poveri che lo accolgono, quelli che hanno il cuore abbastanza libero e puro per riconoscere i segni di Dio.
Il mistero del Natale si attua anche oggi.
- Dio viene sempre sotto i segni sconcertanti dei sacramenti, specialmente dell’Eucaristia.
- Viene nella discrezione degli avvenimenti di tutti i giorni, sotto le apparenze della povertà e dell’angoscia che ci prendono in certe ore;
- sotto l’umile condizione dei poveri che bussano alla porta del nostro cuore: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare… ero nudo e mi avete vestito (Mt. 25, 35-36)
Ma riconoscere Cristo attraverso l’infinita varietà degli esseri e delle cose, non è frutto d’improvvisazione.
Bisogna aver meditato a lungo la parola di Dio, come la Vergine . ()
() Solo le anime contemplative sanno andare oltre le apparenze e riconoscere i segni di Dio” (M. A. Einard, Il Vangelo con Maria, pp. 119-120)
4 - “Nella notte santa in cui risuonò il canto festoso degli angeli, furono i pastori, dal cuore semplice e buono, ad accogliere per primi quel messaggio, che era rivolto a tutti gli uomini di buona volontà. Furono i pastori che per primi accorsero alla grotta di Betlemme e nel Bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia, riconobbero il nato Messia, lo adorarono, gli offrirono i loro doni. In Maria riconobbero la Madre di Gesù e la loro stessa Madre” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p.41-4).
5 - “L’intervista del re Erode con i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo diede questo risultato: il profeta Michea disse che il Messia doveva nascere a Betlemme, la città di David, dalla sua discendenza, e quindi anche Maria e Giuseppe.
Il Messia costituirà un regno universale, di cui faranno parte tutte le genti, in cui vi sarà pace e prosperità. Cristo ne sarà il Re, che pascerà il suo popolo nella giustizia e nella verità. Regina e compartecipe di questo regno sarà Maria, la Madre del Messia-Re, quindi anche lei sovrana dell’universo e madre di tutti gli uomini” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 49-50)
6 - “I magi dall’Oriente scorsero la stella e prontamente accorsero. Nonostante le difficoltà dell’impresa, i pericoli del viaggio e i raggiri della reggia di Erode, essi seguirono la stella che li condusse a Betlemme, dove, in povera casa, trovarono il fanciullo Gesù con Maria sua madre.
E’ impossibile cercare Gesù, senza trovare anche Maria.
Quelli che non vogliono bene alla Madonna, non troveranno Gesù.
Inginocchiati i tre saggi che venivano da lontano, adorarono Gesù e gli offrirono i doni: oro, incenso e mirra. Ritornati nelle loro regioni, furono i primi missionari di Gesù e di Maria, in mezzo alle genti” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 53-54).
7 - “Maria, con il bambino Gesù e Giuseppe, era esiliata in Egitto, dove la perfida gelosia di Erode l’aveva costretta a rifugiarsi.
Un angelo apparve in sogno a Giuseppe e gli disse di ritornare perché quelli che volevano far morire il bambino Gesù erano morti. Giuseppe, svegliatosi prese il bambino con Maria e si incamminò verso il paese natio e venne a stabilirsi a Nazaret, perciò Gesù fu chiamato Nazareno.
La dolorosa odissea di persecuzioni era terminata, ed ora si profilava un periodo di pace nella casa di Nazaret” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 66).
8 – Nella professione di fede, che Gregorio VII impose a Berengario, è detto:
“Credo di cuore e confesso con le parole che il pane e il vino, che sono posti sull’altare, per il mistero della sacra orazione e per le parole del nostro Redentore, si convertano nella vera e propria e vivificante carne e sangue di Gesù Signor nostro, e che dopo la consacrazione il pane è il vero corpo di Cristo, che nacque dalla Vergine e che, offerto per la salvezza del mondo, pendette dalla croce” (DB, n. 353).
9– “Il corpo unito alla divinità è veramente quello che nacque dalla Santissima Vergine, non che discenda dal cielo il corpo che vi salì, ma lo stesso pane e vino si convertono nel Corpo e nel Sangue del Signore” (S. Giovanni Damasceno, De fide orth., I. IV. C. XIII).
4° La Presentazione al Tempio
La voce dello Spirito
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto di Israele; lo Spirito Santo, che era su di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.
Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio, e mentre i suoi genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio…
Il padre e la madre si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua Madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori.
E anche a te una spada trafiggerà l’anima (Lc 2, 22-23, 25-28, 33-35).
La voce del Magistero
“(Questa) unione della Madre col Figlio nell’opera della redenzione si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo, fino al giorno della di Lui morte ().
() Quando Maria lo presentò al Signore nel tempio con l’offerta del dono proprio dei poveri, udì Simeone quando preannunziava che il Figlio sarebbe divenuto segno di contraddizione, e che una spada avrebbe trafitto l’anima della Madre, perché fossero svelati i pensieri di molti cuori” (Lc 2, 34-35) (LG., n. 57).
La voce del Papa
1 - “Maria è () la Vergine offerente.
Nell’episodio della presentazione di Gesù al tempio (Lc 2, 22- 35), la Chiesa, guidata dallo Spirito,
- ha scorto, al di là dell’adempimento delle leggi riguardanti l’oblazione del primogenito (Es 13, 11-1) e la purificazione della Madre (Lv 12, 6-8), un mistero salvifico, relativo appunto alla storia della salvezza:
- ha rivelato, cioè, la continuità dell’offerta fondamentale che il Verbo incarnato fece al Padre, entrando nel mondo (Eb 10, 5-7);
- ha visto proclamata l’universalità della salvezza poiché Simeone, salutando nel Bambino la luce per illuminare le genti e la gloria di Israele (Lc 2, 32), riconosceva in lui il Messia, il Salvatore di tutti;
- ha inteso il riferimento profetico della Passione di Cristo: che le parole di Simeone, le quali congiungevano in unico vaticinio il Figlio segno di contraddizione (Lc 2, 34) e la Madre a cui la spada avrebbe trafitto l’anima (Lc 2, 35), si avverarono sul Calvario.
Mistero di salvezza dunque, che nei suoi vari aspetti presenta l’episodio della presentazione al tempio verso l’evento salvifico della croce” (Paolo VI, Marialis cultus, n. 20).
2 - () “La Chiesa stessa, soprattutto a partire dai secoli del medio evo, ha intuito nel cuore della Vergine, che porta il Figlio a Gerusalemme per presentarlo al Signore (Lc 2, 22), una volontà oblativa che superava il senso ordinario del rito.
Di tale intuizione abbiamo testimonianza nell’affettuosa apostrofe di San Bernardo: Offri il tuo Figlio, o Vergine santa, e presenta al Signore il frutto benedetto del tuo seno. Offri per la riconciliazione di noi tutti la vittima santa, a Dio gradita” (Paolo VI, Marialis cultus, n. 20).
3 - “Maria vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua parola: Serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore (Lc 2, 19; cfr 2, 51).
I suoi ricordi di Gesù l’hanno accompagnata in ogni circostanza, portandola a ripercorrere col pensiero i vari momenti della sua vita accanto al Figlio.
Sono stati quei ricordi a costituire, in certo senso, il ‘rosario’ che Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virtginis Mariae., n. 11).
La voce dei fedeli
1 – “Quando Maria e Giuseppe portano Gesù al tempio, il vecchio Simeone, illuminato dallo Spirito, riconosce nel bambino il Messia-Salvatore.
E, dopo aver ringraziato Dio, rivolge a Maria una parola profetica sulla sorte del Figlio, alla quale ella dovrà partecipare con particolare intensità. ()
Dire fino a qual punto Maria si sia resa conto dei suoi futuri dolori, non lo crediamo facile. ()
Maria restava autorizzata a temere ad ogni istante le più angosciose sorprese.
Su tutto l’orizzonte della sua vita ella vedeva accavallarsi delle nubi dense e foriere di tempeste furiose.
E così Maria al tempio cominciò a provare il più terribile dei martìri: l’angoscia straziante di un male inevitabile, ma sulla cui natura non si è ben certi, ed attorno a cui l’animo agitato suol accumulare le più fosche e addoloranti ipotesi.
Non c’è per una umana creatura dolore più penoso di quello che si prova alla certezza di dover incorrere in un gran male di cui ancora non si può esattamente misurare la portata” (E. Campana, Maria nel dogma cattolico, vol. IV, p. 1060)
2 - Passati quaranta giorni dalla nascita Gesù fu presentato al tempio di Gerusalemme.
“Con quel rito il Signore si assoggettava alle prescrizioni della legge antica, ma in realtà veniva incontro al suo popolo, che l’attendeva nella fede.
Guidati dallo Spirito Santo vennero nel tempio i santi vegliardi Simeone e Anna; illuminati dallo stesso Spirito, riconobbero il Messia e pieni di gioia gli resero testimonianza.
Anche noi, uniti dallo Spirito Santo, andiamo incontro a Cristo nella casa di Dio, dove lo troveremo e riconosceremo nello spezzare il pane, cioè l’Eucaristia, nell’attesa che egli venga e si manifesti nella sua gloria” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p.69-70)
3 - “Il vecchio Simeone da Maria prende fra le braccia il bambino Gesù, il sospirato e atteso Messia, se lo stringe al cuore, lo bacia, poi lo offre a Dio con un inno di ringraziamento e di congedo.
A Maria sua madre predice l’intensa partecipazione alla sorte dolorosa del Figlio.
Come Madre del Redentore essa sarà la Corredentrice
La spada del dolore le trafiggerà il cuore per il dramma del Calvario e per le diserzioni di tanti figli traviati” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 77-78).
5° Il ritrovamento di Gesù
La voce dello Spirito
I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.
Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio e poi si misero in cerca di lui tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava
E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse. “Figlio, perché hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io, angosciati, ti cercavamo”.
Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio”?
Ma essi non compresero le sue parole.
(Lc 2, 41-50).
La voce del Magistero
1 - “Volendo Dio misericordiosissimo e sapientissimo compiere la redenzione del mondo, “Quando venne la pienezza dei tempi, mandò il suo Figlio fatto da donna, affinché ricevessimo l’adozione a figli” (Gal. 4, 4-5).
“Egli per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso dal cielo e si è incarnato per opera dello Spirito Santo da Maria Vergine” (Credo).
Questo divino mistero di salvezza ci è rivelato ed è continuato nella Chiesa, che il Signore ha costituita quale suo corpo e nella quale i fedeli che aderiscono a Cristo capo e sono in comunione con tutti i suoi santi, devono pure venerare la memoria ‘innanzi tutto della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre di Dio e del Signore nostro Gesù Cristo’” (Canone della Messa) (LG. 8, 52).
2 - (La Madonna) “Diede alla luce il Figlio che Dio ha posto come primogenito tra molti fratelli (Rm 8, 29) cioè tra i fedeli, alla rigenerazione e formazione dei quali essa coopera con amore di madre (LG. 8, 63).
“L’unione della Madre col Figlio nell’opera della salvezza si manifesta dal momento della concezione verginale di Cristo fino alla morte di lui”, quando, dopo aver smarrito il fanciullo Gesù e averlo cercato con angoscia, i suoi genitori lo trovarono nel tempio occupato nelle cose del Padre suo, e non compresero la parola del Figlio.
La Madre sua tuttavia conservava meditabonda tutte queste cose in cuor suo” (LG. 57)
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3 - “Questa unione della Madre col Figlio si manifestò ininterrottamente: E la Madre sua conservava meditabonda tutte queste cose in cuor suo” (Lc. 2, 41-51) (LG. 8, 57).
La voce del Papa
1 - (Maria è) “La ‘Vergine madre, cioè colei che per la sua fede e obbedienza generò sulla terra lo stesso Figlio del Padre, senza contatto d’uomo, ma adombrata dallo Spirito Santo’; prodigiosa maternità, costituita da Dio quale tipo e modello della fecondità della Vergine-Chiesa, la quale diventa anch’essa madre, ‘poiché con la predicazione e il Battesimo genera a vita nuova e immortale i figli, concepiti per opera dello Spirito Santo nati da Dio’.
Giustamente gli antichi padri insegnavano che la Chiesa prolunga nel Sacramento del Battesimo la maternità verginale di Maria. Tra le loro testimonianze ci piace ricordare quella del nostro illustre Predecessore san Leone Magno, il quale in una omelia natalizia afferma: ‘l’origine che (Cristo) ha preso nel grembo della Vergine, l’ha posta nel fonte battesimale; ha dato all’acqua quel che aveva dato alla Madre, difatti la virtù dell’Altissimo e l’adombramento dello Spirito Santo (Lc 1, 35), che fece sì che Maria desse alla luce il Salvatore, fa anche sì che l’acqua rigeneri il credente’.
Volendo attingere alle fonti liturgiche, potremmo citare la bella Conclusione della Liturgia ispanica: ‘Quella (Maria) portò la vita nel grembo, questa (la Chiesa) la porta nell’onda battesimale. Nelle membra di lei fu plasmato il Cristo, nelle acque di costei fu rivestito Cristo.” (B. Paolo VI, Marialis cultus. 19).
2 - “Gioioso e insieme drammatico è pure l’episodio di Gesù dodicenne al tempio.
Egli qui appare nella sua divina sapienza, mentre ascolta e interroga, e sostanzialmente nella veste di colui che ‘insegna’.
La rivelazione del suo mistero di Figlio tutto dedito alle cose del Padre è annuncio di quella radicalità evangelica che pone in crisi anche i legami più cari dell’uomo, di fronte alle esigenze assolute del Regno. Gli stessi Giuseppe e Maria, trepidanti e angosciati, Non compresero le sue parole” (Lc 2, 50) ) (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, 20 ).
3 – “Da allora (nascita a Betlemme) il suo sguardo, sempre ricco di adorante stupore, non si staccherà più da Lui.
Sarà talora uno sguardo interrogativo, come nell’episodio dello smarrimento nel tempio: Figlio, perché ci hai fatto così?” (Lc 2, 48) (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n.10).
La voce dei fedeli
1 - “Lo stupore della Madonna penso sia proprio inimmaginabile quando ha dovuto deporre suo Figlio, “La salvezza di Dio” in una mangiatoia di animali!.
Ma Lei doveva ‘meditare’ nel suo cuore il ‘mistero’ del Natale, cioè il modo sconcertante che aveva scelto per venire a noi in quel momento: nella più piccola fra le città di Giuda… in una mangiatoia! Dio ritornerà in una forma gloriosa alla fine dei tempi (Mt, 24, 30).
Adesso invece viene a noi in un modo sconcertante, nell’umiltà e nella povertà.
E sono i poveri che lo accolgono, quelli che hanno il cuore abbastanza libero e puro per riconoscere i segni di Dio.
Perché il ‘mistero’ del Natale si è inaugurato nell’anno ‘0’, ma si attua anche oggi, sempre.
Da allora Dio viene sempre sotto i segni sconcertanti dei sacramenti, specialmente dell’Eucaristia. Viene nella discrezione degli avvenimenti di tutti i giorni, sotto le apparenze della povertà e dell’angoscia che ci prendono in certe ore o sotto l’umile condizione dei poveri che bussano alla porta del nostro cuore: Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare… ero nudo e mi avete vestito… (Mt, 2).
Ma riconoscere Cristo attraverso l’infinita varietà degli esseri e delle cose, non è frutto d’improvvisazione. Bisogna aver meditato a lungo la Parola di Dio, come la Vergine.
“Solo alla luce della fede e nella meditazione della Parola di Dio è possibile sempre e dovunque, riconoscere Dio… cercare in ogni avvenimento la sua volontà, vedere Cristo in ogni uomo, vicino o estraneo, giudicare rettamente del vero senso e valore delle cose temporali (Ap. Act. 4).
In una parola, solo le anime contemplative sanno andare oltre le apparenze e riconoscere i segni di Dio” (M. A. Enard, Il Vangelo di Maria).
2 – “S. Luca dice per due volte dice che Maria conservava con cura tutte le cose, ponderando nel suo cuore ciascuna di esse (2, 19-51), indicando chiaramente che tutto quello che riferisce in principio lo aveva avuto dalla Santissima Vergine o da coloro i quali ella aveva istruiti immediatamente sui misteri dell’infanzia di Gesù” (Knabenbauer, Comm. In Evang. Sec. Luc.; Prolegom)
3 – “Gli Apostoli hanno nello Spirito Santo un Maestro infallibile, ma questo magistero non li dispensa dall’attingere alle altre fonti e la più abbondante fra tutte le fonti, e la più limpida è quella della Vergine, che sola può ridire tutti i misteri della vita del Redentore specialmente i misteri della santa Infanzia” (Sinibaldi, Il cuore della Madre di amore, c. IV).
4 – “Cristo somigliava a sua Madre e in lui, splendore della gloria del Padre e figura della sua sostanza (Eb. 1, 3) brillava l’immagine della divinità paterna, così nella bellezza del volto materno erano scolpiti i suoi lineamenti in modo che, vista la Madre, balzava subito agli occhi l’immagine del Figlio” (S. Ambrogio, in Guevara, In capii. Matth. Obser., X).
5 – “La sottomissione di Gesù fa la grandezza di Maria e di Giuseppe.
E’ un fanciullo che essi allevano, ma tale fanciullo è il loro Dio.
Gesù cresce: Maria e Giuseppe ingrandiscono con lui sotto lo sguardo del Padre. Questa unità nell’ascesa è la storia della Sacra Famiglia” (G. Thérouard, Maria Madre di Dio, pp. 42-43).
6 - “Ogni ebreo si recava a Gerusalemme tre volte l’anno: per le feste di Pasqua, di Pentecoste e dei Tabernacoli. Benché la prescrizione non obbligasse chi abitava lontano, pure era osservata dalla santa Famiglia.
Gesù rimane nel tempio tra i dottori a 12 anni, rivelandosi per la prima volta maestro di verità, di vita e di salvezza.
Lo smarrimento di Gesù fu una spada di dolore per Maria e Giuseppe; ma dopo l’ansia della ricerca per tre giorni, subentrò la gioia di averlo ritrovato, intento a svolgere la sua divina missione di Maestro e Signore” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 86).
MISTERI LUMINOSI
La voce dei Papi
Che il Rosario con i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi offrisse per la meditazione un materiale incompleto, era sentito già prima che S. Giovanni Paolo II proponesse i misteri ‘luminosi’.
Scrive Gabriele Amorth, in Dialoghi su Maria, (Il Messaggero, 1987): “Manca tutta la vita pubblica di Cristo, dato che si passa dall’ultimo mistero gaudioso (lo smarrimento di Gesù nel tempio, a dodici anni) al primo mistero (doloroso), ossia alla passione”.
La lacuna venne colmata da S. Giovanni Paolo II, con l’inserzione dei misteri ‘luminosi’.
1 – “In modo particolare egli si rivolge a coloro che sono abbattuti e invita: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e stanchi, e io vi consolerò (Mt 11, 28).
Quando poi riposiamo nelle sue braccia,
- Egli ci ispira qualcosa di quel mistico fuoco che ha portato agli uomini;
- ci infonde amorevolmente qualcosa della mansuetudine e dell’umiltà del suo animo;
- desidera che, per la pratica di quelle virtù, noi diventiamo partecipi di quella vera e stabile pace di cui egli è l’autore.
Imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e voi troverete riposo alle vostre anime” (Mt 11, 1) (Leone XIII, Magnae Dei Matris, 18 settembre 1892)
2 - “Ritengo () che, per poter potenziare lo spessore cristologico del Rosario, sia opportuna un’integrazione che, pur lasciata alla libera valorizzazione dei singoli e delle comunità, gli consenta di abbracciare anche ‘i misteri della vita pubblica di Cristo tra il Battesimo e la Passione’.
E’ infatti nell’arco di questi misteri che contempliamo aspetti importanti della persona di Cristo, quale rivelatore definitivo di Dio.
Egli è Colui che, dichiarato figlio diletto del Padre nel Battesimo del Giordano, annuncia
- la venuta del Regno,
- la testimonia con le opere,
- ne proclama le esigenze.
E’ negli anni della vita pubblica che ‘il mistero di Cristo si mostra a titolo speciale quale mistero di luce’: Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo (Gv 9, 5),
Affinché il Rosario possa dirsi in modo più pieno ‘compendio del Vangelo’, é perciò conveniente che, dopo aver ricordato l’incarnazione e la vita nascosta di Cristo (misteri della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della Passione (misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (misteri della gloria), la meditazione si porti su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica (misteri della luce).
Questa integrazione di nuovi misteri, senza pregiudicare nessun aspetto essenziale dell’assetto tradizionale della preghiera, è destinata a farla vivere con rinnovato interesse nella spiritualità cristiana, quale vera introduzione alla profondità del Cuore di Cristo, abisso di gioia e di luce, di dolore e di gloria” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae., n . 19).
3 - “Ora la contemplazione dei misteri, proposti nel Rosario, giova a far sbocciare dalla nostra fede abbondante e lieta messe di frutti, perché stimola meravigliosamente l’anima a propositi di virtù.
“Orbene, quale sublime e splendido esempio ci offre, sotto tutti i rapporti, l’opera di salvezza compiuta da nostro Signore Gesù Cristo!
Il grande onnipotente Iddio, spinto da un eccesso di amore verso di noi,
- si abbassa sino alla condizione del più misero uomo;
- si trattiene con noi come uno di noi;
- conversa fraternamente;
- ammaestra gli individui e le folle in ogni ordine di giustizia;
Maestro eminente per la sua parola, Dio per la sua autorità;
- si mostra prodigo di benefici verso tutti:
- guarisce coloro che soffrono di malattie corporali; e con paterna misericordia
- porta sollievo alle malattie più gravi dell’anima.
In questi misteri, tranne che a Cana, la presenza di Maria rimane sullo sfondo. I Vangeli accennano appena a qualche sua presenza occasionale in un momento o nell’altro della predicazione di Gesù (Mc 3, 31-35; Gv 2, 12) e nulla dicono della eventuale presenza nel Cenacolo al momento dell’istituzione dell’Eucaristia.
Ma la funzione che svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo Fate quello che Egli vi dirà (Gv 2, 25).
E’ ammonizione, questa, che ben introduce parole e segni di Cristo durante la vita pubblica, costituendo lo sfondo mariano di tutti i ‘misteri della luce’ (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae 5R. V. M. n. 21).
4 - “Passando dall’infanzia e dalla vita di Nazaret alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare a titolo speciale ‘misteri della luce’.
In realtà, è ‘tutto il mistero di Cristo che è luce’ Egli è la luce del mondo (Gv 8, 12). Ma questa dimensione emerge particolarmente negli ‘anni della vita pubblica’, quando Egli annuncia il Vangelo del Regno” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Beatae Mariae VirgioHnis, 21)
1 – Il Battesimo al Giordano
La voce dello Spirito
In quei giorni Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: “Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?”
Ma Gesù gli disse: “Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia”.
Allora Giovanni acconsentì.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di Lui.
Ed ecco una voce dal cielo disse: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3, 13-17).
La voce del Magistero
“La Chiesa, nel dare aiuto al mondo come nel ricevere molto da esso, a questo soltanto mira: che venga il regno di Dio e si realizzi la salvezza dell’intera umanità.
Tutto ciò che di bene il popolo può offrire all’umana famiglia, nel tempo del suo pellegrinaggio terreno, scaturisce dal fatto che la Chiesa è ‘L’universale sacramento della salvezza’, che svela e insieme realizza il mistero dell’amore di Dio verso l’uomo.
Infatti il Verbo di Dio, per mezzo del quale tutto è stato creato, si è fatto egli stesso carne, per operare, Lui L’uomo Perfetto, la salvezza di tutti e la ricapitolazione universale.
Il Signore è
- il fine della storia umana,
- ‘il punto focale dei desideri e della civiltà’,
- il centro del genere umano,
- la gioia di ogni cuore,
- la pienezza delle loro aspirazioni.
Egli è Colui che il Padre
- ha risuscitato da morte,
- ha esalato e collocato alla sua destra costituendolo giudice dei vivi e dei morti.
Nel suo Spirito vivificati e coadunati, noi andiamo pellegrini incontro alla finale perfezione della storia umana, che corrisponde in pieno col disegno del suo amore: Ricapitola tutte le cose in Cristo, quelle del cielo come quelle della terra (Eph. 1, 13).
Dice il Signore: Ecco io vengo presto, e porto con me il premio, per retribuire ciascuno secondo le opere sue. Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo,il principio e il fine (Apoc. 22, 12-13) (Ch e M, ).
La voce del Papa
“Ognuno di questi misteri (luminosi) è ‘rivelazione del Regno ormai giunto nella persona stessa di Gesù’.
E’ mistero di luce anzitutto il Battesimo al Giordano”.
“Mistero di luce il Battesimo al Giordano.
Qui mentre il Cristo scende, quale innocente che si fa ‘peccato’ per noi (2 Cor 5, 21), nell’acqua del fiume, il cielo si apre e la voce del Padre lo proclama Figlio diletto (Mt 3, 17 e par), mentre lo Spirito scende su di Lui per rivestirlo della missione che lo attende”. (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 21).
La voce dei fedeli
1 - “Ora cominciano i discorsi del Verbo di Dio fatto uomo e riversano sul mondo
- parole nuove, mai udite,
- parole di vita, come un’acqua che zampilla fino all’eterno,
- parole semplici, fatte apposta per la povera, umile gente che capisce col cuore prima che con la testa,
- parole piene di esperienza dei campi, dei banchetti del re, dei pasti familiari fatti per festeggiare il figlio che ritorna” (Giorgio Basadonna, Magnificat, pp. 50-51-52)
2 - “Cristo nel Battesimo si fa luce,
entriamo anche noi nel suo splendore;
- Cristo riceve il battesimo,
inabissiamoci con Lui per poter con Lui salire alla gloria.
- Giovanni dà il battesimo,
Gesù si accosta a lui,
- forse per santificare colui dal quale viene battezzato nell’acqua,
ma anche di certo per seppellire totalmente nelle acque il vecchio uomo.
- Santifica il Giordano
prima di santificare noi e lo santifica per noi.
- E poiché era spirito e carne santifica nello Spirito e nell’acqua. () Gesù sale dalle acque e porta con sé in alto tutto intero il cosmo.
Vede scindersi e aprirsi i cieli
quei cieli che Adamo aveva chiuso per sé e per tutta la sua discendenza,
- quei cieli preclusi e sbarrati
come il paradiso lo era per la spada fiammeggiante.
Lo Spirito appare visibilmente come colomba e, in questo modo, onora anche il corpo divinizzato e quindi Dio.
Non va dimenticato che molto tempo prima era stata pure una colomba quella che aveva annunziato la fine del diluvio” (S. Gregorio Nazianzeno, Discorso 39 per il Battesimo del Signore, PG 36. 350-354, 355-369).
2 - Le nozze di Cana
La voce dello Spirito
Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù.
Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”. E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”.
La madre dice ai servi: “fate quello che vi dirà”.
Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili.
E Gesù disse loro: “Riempite di acqua le giare”; e le riempirono fino all’orlo.
Disse loro di nuovo: “Ora attingetene e portatene al maestro di tavola”.
Ed essi gliele portarono.
E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti servono da principio il vino buono e quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono”.
Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli cedettero in lui (Gv 2, 1-11).
La voce del Magistero
1 - “Nella vita pubblica di Gesù la madre sua appare distintamente, fin dal principio, quando alle nozze di Cana in Galilea, mossa a compassione, indusse con la sua intercessione Gesù Messia a dare inizio ai miracoli” (LG. n. 57-58-61).
2 – “La Vergine, “Istruita dalla Sapienza divina, spargeva generosamente nei prossimi quelle parole di vita che aveva ricevuto da suo Figlio e aveva conservato nel cuore. Non solo nelle nozze di Cana di Galilea i servi ascoltarono quella nuova Rebecca, ma si può anche credere che le pie donne e gli altri discepoli del Signore, e gli stessi apostoli, l’ebbero consigliera” (Congr. Dei Riti, Decret. 22 aprile 1903).
La voce del Papa
1 - ”Non sembrerà esagerato affermare che principalmente per l’aiuto e la direzione della Santissima Vergine la sapienza e le istituzioni evangeliche si estesero a tutte le nazioni in una progressione tanto accelerata, e in mezzo a tante difficoltà e asprezze, portando dovunque un ordine nuovo di pace e di giustizia” (Leone XIII, Adiutricem populi, 5 settembre 1895).
2 - “Vergine in preghiera appare Maria a Cana, dove, manifestando al Figlio con delicata implorazione una necessità temporale, ottiene anche un effetto di grazia: che Gesù, compiendo il primo dei suoi “segni”, confermi i discepoli nella fede in lui” (B. Paolo VI, Marialis cultus, n. 18).
3 -. “Il primo dei ‘segni’ compiuto da Gesù – la trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana – ci mostra Maria appunto nella veste di Maestra, mentre esorta i servi a eseguire le disposizioni di Gesù” (Gv 2. 5) (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae n. 14).
“Alle nozze di Cana il Vangelo mostra appunto l’efficacia dell’intercessione di Maria che si fa portavoce presso Gesù delle umane necessità Non hanno più vino”.
“Maria vive con gli occhi su Cristo, fa tesoro di ogni sua parola: Serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore (Lc 2, 19: cfr 2, 51).
I ricordi di Gesù impressi nel suo animo, l’hanno accompagnata in ogni circostanza, portandola a ripercorrere con il pensiero i vari momenti della sua vita accanto al Figlio.
Sono stati quei ricordi a costituire, in un certo senso, il ‘rosario’ che anche Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virignis Mariae, n. 11).
4 - “La rivelazione che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca, e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi”: Fate quello che Egli vi dirà (Gv 2, 25).
5 - “Mistero della luce è l’inizio dei segni a Cana (Gv 2, 1-12), quando Cristo, cambiando l’acqua in vino, apre alla fede il cuore dei discepoli grazie all’intervento di Maria, la prima dei credenti” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 21).
6 - “Lo sguardo della Madonna a Gesù, “sarà, in ogni caso uno sguardo penetrante, capace di leggere nell’intimo di Gesù, fino a percepirne i sentimenti nascosti e a indovinarne le scelte, come a Cana” (Gv 2, 5) (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae. n. 10).
La voce dei fedeli
1 - “Ora viene il momento dell’azione, ora cominciano i miracoli strepitosi: l’acqua mutata in vino, centinaia di malati che tornano sani, ciechi, sordi, muti, zoppi, lebbrosi che riacquistano la libertà del corpo guarito, persino i morti che vengono fatti risorgere” (Giorgio Basadonna, Magnificat, pp. 50-52)
2 - “Alle nozze di Cana, insieme a Gesù e agli Apostoli è presente anzitutto Maria.
Per il suo materno intervento Gesù opera il primo miracolo: la trasformazione dell’acqua in vino.
Da allora Maria è diventata la creatura che chiede e distribuisce tutte le grazie.
La potente intercessione di Maria sul Figlio ormai si esercita in tutti i tempi e in favore dell’umanità, della quale, per volere di Cristo morente, Ella fu proclamata Madre.
A tutti i figli sparsi nel mondo, Maria continua a ripetere il suo monito:Fate quello che Gesù vi dirà.
Nell’ascolto e nella pratica di questo richiamo sta il segreto della felicità di tutti i credenti” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 93-94).
3 - “Nel miracolo di Cana vi è un preannuncio dell’Eucaristia: la transustanziazione del pane e del vino nel sangue di Cristo è prefigurata nella trasformazione dell’acqua in vino.
E’ pure prefigurato il patto dell’alleanza fra Dio e il suo popolo, che si concluderà con le nozze eterne dell’Agnello.
Cristo ha benedetto le nozze ed ha sublimato il vincolo del matrimonio a grande sacramento. Con questo miracolo Gesù rivela la sua potenza divina e i discepoli cedettero in lui” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 97-98).
4 – “Maria disse agli inservienti: Fate tutto quello che egli vi dirà.
Questa semplice frase è l’ultima che i vangeli ci riportano delle parole pronunciate da Maria.
Essa sembra racchiudere non solo tutto quello che Maria ha detto, ma ancor più quello che Maria è stata ed è tuttora: colei che ha pienamente creduto ed attuato la parola di Dio.
Ed ancora tra un canale di grazie” (G. Marchetti, Il Vangelo da vivere, p. 54 e ss.).
3 – La Predicazione del Regno
La voce dello Spirito
…Tutti si chiedevano a vicenda. Che mai è questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità” (Mc, 1, 27).
Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. ()
Vedendo le folle Gesù salì sulla montagna e, prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
Beati i poveri di spirito,
perché di essi è il regno dei cieli,
Beati gli afflitti,
perché saranno consolati… (Mt 4, 5).
Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione.
Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi (Lc, 4, 14)
Gesù riprese a parlare e disse:
- “In verità, in verità vi dico: chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
- In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita (Gv, 5, 19… 21-24).
La voce del Magistero
1 – “Durante la predicazione di Lui (la Madonna) raccolse le parole, con le quali il Figlio, esaltando il regno al di sopra dei rapporti e dei vincoli della carne e del sangue, proclamò beati quelli che ascoltano la parola di Dio” (Mc. 3, 35; Lc 11, 27-28 – LG., 8, 58).
2 – “Poiché unica e identica è la vittima; identico è colui che per il ministero dei sacerdoti viene offerto e che allora offerse se stesso sulla croce, senz’altra diversità che nel modo di offrirla” (Conc. Di Trento, DR: n. 940)
3 – “Per lasciare alla sua diletta sposa, la Chiesa, un sacrificio visibile, come esige la natura umana, istituì la nuova Pasqua: se stesso che doveva essere immolato dalla Chiesa mediante i sacerdoti sotto i segni visibili” (Conc. Di Trento, DR: n. 938).
4 – “E’ questa oblazione pura che non può essere macchiata dall’indegnità o da alcuna malizia di quelli che l’offrono” (Conc. Di Trento, DR: n. 939).
La voce del Papa
1 - “Cristo è il Maestro per eccellenza, il rivelatore e la rivelazione.
Non si tratta solo di imparare le cose che Egli ha insegnato ma di ‘imparare Lui’.
Ma quale Maestro, in questo, più esperto di Maria?
Se sul versante divino è lo Spirito il Maestro interiore che ci porta alla piena verità di Cristo (Gv 14, 26; 15, 26; 16, 13), tra gli esseri umani, nessuno meglio di Lei conosce Cristo, nessuno come la Madre può introdurci alla conoscenza profonda del suo mistero” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n.14)
2 - “In questi misteri, tranne che a Cana, la presenza di Maria rimane sullo sfondo. I Vangeli accennano appena a qualche sua presenza occasionale in un momento o nell’altro della predicazione di Gesù (Mc 3, 31-35; Gv 2, 12) e nulla dicono della eventuale presenza nel Cenacolo al momento dell’istituzione dell’Eucaristia.
Ma la funzione che svolge a Cana accompagna, in qualche modo, tutto il cammino di Cristo.
La rivelazione che nel Battesimo al Giordano è offerta direttamente dal Padre ed è riecheggiata dal Battista, sta a Cana sulla sua bocca, e diventa la grande ammonizione materna che Ella rivolge alla Chiesa di tutti i tempi: Fate quello che Egli vi dirà (Gv 2, 25).
E’ ammonizione, questa, che ben introduce parole e segni di Cristo durante la vita pubblica, costituendo lo sfondo mariano di tutti i ‘misteri della luce’” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 21).
3 - “Mistero della luce è la predicazione con la quale Gesù annuncia l’avvento del regno di Dio e invita alla conversione (Mc 1, 15), rimettendo i peccati di chi si accosta a Lui con umile fiducia (Mc2, 3-13; Lc 7, 47-48), inizio del ministero di misericordia che Egli continuerà ad esercitare fino alla fine del mondo, specie attraverso il sacramento della riconciliazione affidato alla sua Chiesa” (Gv 20, 22-23). (S. Giovanni Paolo II Rosarium Virginis Mariae n. 21).
La voce dei fedeli
“L’Unigenito Figlio di Dio, volendoci partecipi della sua divinità, assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi da uomini dei.
Tutto quello che assunse, lo valorizzò per la nostra salvezza.
Offrì infatti a suo Padre il suo corpo come vittima sull’altare della croce per la nostra riconciliazione.
Sparse il suo sangue facendolo valore come prezzo e come lavacro, perché, redenti dalla umiliante schiavitù, fossimo purificati da tutti i peccati.
Perché rimanesse in noi, infine, un costante ricordo di così grande beneficio, lasciò ai suoi fedeli il suo corpo in cibo e il suo sangue come bevanda, sotto le specie del pane e del vino” (Dalle opere di S. Tommaso d’Aquino, dottore della Chiesa).
4° La Trasfigurazione di Gesù
La voce dello Spirito
Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e salì sul monte a pregare.
E mentre pregava il suo viso cambiò di aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”.
Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube ebbero paura.
E dalla nube uscì una voce, che diceva: “Questiè il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo” (Lc 9, 28b-35).
La voce del Papa
1 - “E apparve trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole (Mt 17, 2).
La scena evangelica della trasfigurazione di Cristo, nella quale i tre apostoli, Pietro, Giacomo e Giovanni appaiono come rapiti dalla bellezza del Redentore, può essere assunta ad icona della contemplazione cristiana.
Fissare gli occhi sul volto di Cristo, riconoscerne il mistero nel cammino ordinario e doloroso della sua umanità, fino a cogliere il fulgore divino definitivamente manifestato nel Risorto glorificato alla destra del Padre, è il compito di ogni discepolo di Cristo; è quindi anche compito nostro.
Contemplando questo volto ci accingiamo ad accogliere il mistero della vita trinitaria, per sperimentare sempre nuovamente l’amore del Padre e godere della gioia dello Spirito Santo.
Si realizza così anche per noi la parola di S. Paolo Riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore” (2 Cor 3, 18) (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae,. n. 9).
2 - “La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile.
Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale.
E’ nel suo grembo che si è plasmato, prendendo da lei anche un’umana somiglianza che evoca un’intimità spirituale certo ancora più grande.
Alla contemplazione del volto di Cristo nessuno si è dedicato con altrettanta assiduità di Maria.
- Gli occhi del suo cuore si concentrano in qualche modo su di Lui già nell’Annunciazione, quando lo concepisce per opera dello Spirito Santo;
- nei mesi successivi comincia a sentirne la presenza e a presagirne i lineamenti.
- Quando finalmente lo dà alla luce a Betlemme, anche i suoi occhi di carne si portano teneramente sul volto del Figlio, mentre lo avvolge in fasce e lo depone nella mangiatoia” (Lc 2, 7) (S. Giovanni Paolo II Rosarium Virginis Mariae, n. 10).
3 - “Mistero della luce per eccellenza è poi la Trasfigurazione, avvenuta, secondo la tradizione, sul monte Tabor. La gloria della divinità sfolgora sul volto di Cristo, mentre il Padre lo accredita agli apostoli estasiati perché lo ascoltino (Lc 9, 35 e par) e si dispongano a vivere con Lui il momento doloroso della Passione, per giungere con Lui alla gioia della Risurrezione e a una vita trasfigurata dallo Spirito Santo” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae. n. 21).
4 - “Una scuola, quella di Maria, tanto più efficace, se si pensa che Ella la svolge ottenendoci in abbondanza i doni dello Spirito Santo e insieme proponendoci l’esempio di quella ’peregrinazione della fede’, nella quale è maestra incomparabile.
Di fronte a ogni mistero del Figlio, Ella ci invita, come nella sua Annunciazione, a porre con umiltà gli interrogativi che aprono alla luce, per concludere sempre con l’obbedienza della fede; Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38). (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 14).
La voce dei fedeli
1 - “Stando gli Apostoli in compagnia della Vergine Madre,
là sul monte del crisma,
ammiravano la pura gloria di Gesù” (Carmen de Ascensione Domini).
2 - “Il mistero della sua Trasfigurazione Gesù lo manifestò ai suoi discepoli sul monte Tabor.
Egli aveva parlato loro del regno di Dio e della sua seconda venuta nella gloria.
Ma ciò forse non aveva avuto per loro una sufficiente forza di persuasione.
E allora il Signore, per rendere la loro fede ferma e profonda, e perché, attraverso i fatti presenti, arrivassero alla certezza degli eventi futuri, volle mostrare il fulgore della sua divinità e così offrire loro un’immagine prefigurativa del regno dei cieli.
E proprio perché la distanza di quelle realtà avvenire non fosse motivo di una fede più languida, li preavvertì dicendo: Vi sono alcuni fra i presenti che non morranno, finché non avranno visto il Figlio dell’uomo venire nella gloria del Padre suo” (Mt 16, 28). ()
“Ecco le realtà meravigliose della solennità presente, ecco il mistero della salvezza che trova compimento per noi oggi sul monte, ecco ciò che ora ci riunisce: la morte e insieme la gloria del Cristo” (Dal “Discorso tenuto il giorno della Trasfigurazione del Signore” da Atanasio Sinaita, vescovo (67 [11955], 241-244).
5° L’istituzione dell’Eucaristia
La voce dello Spirito
Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché Questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. (Mt 26, 26-27).
Mentre mangiavano prese il pane, e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Prendete, questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse: “Questo è il mio sangue, il sangue dell’alleanza, versato per molti. (Mc 14, 22-23).
Poi preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo che è dato per voi, fate questo in ricordo di me. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue che viene versato per voi (Lc 22, 29-31).
Io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso; il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: “Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me”.
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice… (1 Cor 11, 23-26).
La voce del Magistero
“Il nostro Salvatore nell’ultima Cena, la notte in cui fu tradito, istituì il sacrificio eucaristico del suo Corpo e del suo Sangue, onde perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il Sacrificio della Croce, e per affidare così alla sua diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua Morte e della sua Risurrezione, sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità, convito pasquale, nel quale si riceve Cristo, l’anima viene ricolma di grazia e ci è dato il pegno della gloria futura” (Lit. 47).
La voce del Papa
1 - “Per perpetuare nei secoli il sacrifico della Croce, il divin Salvatore istituì il sacrificio eucaristico, memoriale della sua morte e risurrezione, e lo affidò alla Chiesa, sua sposa, la quale, soprattutto alla domenica, convoca i fedeli per celebrare la Pasqua del Signore, finché Egli ritorni: il che la Chiesa compie in comunione con i Santi del Cielo e, prima di tutto, con la Beata Vergine, della quale imita la carità ardente e la fede incrollabile” (B. Paolo VI, Marialis cultus, n. 20).
2 – “Mistero di luce è, infine, l’istituzione dell’Eucaristia, nella quale Cristo si fa nutrimento con il suo corpo e il suo sangue sotto i segni del pane e del vino, testimoniando sino alla fine il suo amore per l’umanità (Gv 13, 1), per la cui salvezza si offrirà in sacrificio” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 21).
La voce dei fedeli
1 - “Lo stesso Signore Gesù fu convito e commensale, egli stesso mangia ed è mangiato” (S. Girolamo, Ep. 150, Ad Elvidium).
2 - “Maria attinse due cose dall’Eucaristia: prima di tutto la pazienza di vivere, quindi la pazienza di soffrire” (Pinard de la Boullaye, Mariae, chef-d’oeuvre di Dieu).
3 – “Il Signore ha comandato che mangiamo il sacramento del suo corpo e del suo sangue, non con labbra fredde e cuore pigro, ma con tutta l’avidità dell’anima, famelici e assetati della vera santità” (S. Gaudenzio, De Paschae observatione, tr. 2).
4 - “Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per aver predetto prima del tempo la tua morte, per aver trasformato in modo mirabile, durante l’ultima Cena, del pane materiale nel tuo corpo glorioso, per averlo distribuito amorevolmente agli apostoli in memoria della tua degnissima passione, per aver lavato loro i piedi con le tue mani sante e preziose, dimostrando così l’immensa grandezza della tua umiltà” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
MISTERI DOLOROSI
La voce del Papa
1 - “Tuttavia in compenso di tanta luce di sapienza celeste e dell’abbondanza di così eccezionali benefici, che avrebbero dovuto guadagnargli la riconoscenza degli uomini, egli subì l’odio e gli insulti più atroci;
eppure quando, confitto in croce, versa tutto il suo sangue, non ha desiderio più ardente di questo: per mezzo della sua morte, rigenerare gli uomini” (Leone III, Magnae Dei Matris. 18 sett. 1892)
2 – “Attraverso questi misteri vediamo che Gesù, duce e perfezionatore della fede, prese a fare e ad insegnare, affinché vedessimo in lui stesso l’esempio pratico degli insegnamenti, che egli avrebbe dato alla nostra umanità, circa la tolleranza dei dolori e dei travagli; e l’esempio di Gesù giunse a tal punto che egli stesso volontariamente e di gran cuore abbracciò tutto ciò che vi è di più duro a sopportarsi.
- Lo vediamo infatti oppresso dalla tristezza, fino a sudare sangue da tutte le sue membra.
- Lo vediamo legato come un ladro, giudicato da uomini iniqui, fatto bersaglio ad oltraggi e calunnie.
- Lo vediamo flagellato, coronato di spine, crocifisso, considerato indegno di continuare a vivere e meritevole di morire fra i clamori di tutto un popolo.
- Consideriamo l’afflizione della sua santissima Madre, la cui anima non fu solo sfiorata, ma addirittura trapassata dalla spada del dolore; cosicché meritò di essere chiamata, e realmente divenne la ‘Madre dei dolori’.
E’ stato detto: ‘Chiunque non voglia essere indegno di quel nome (cristiano) non può fare a meno di imitare Cristo che soffre” con
- “quella rassegnazione che si fonda sull’esempio di colui che in luogo della gioia che gli si parava innanzi, sostenne il supplizio della croce, disprezzandone l’ignominia (Eb 12, 2);
- quella rassegnazione che, dopo aver chiesto a lui il necessario aiuto della grazia, non rifiuta in nessun modo di affrontare le avversità; anzi se ne rallegra e considera un guadagno qualunque sofferenza, per quanto acerba essa sia”
I cristiani, “Seguendo le orme di Cristo, sopportano, in nome della fede e della virtù, contumelie e amarezze di ogni genere, e hanno come loro programma, più coi fatti che con le parole, l’esortazione di san Tommaso: Andiamo anche noi a morire con lui” (Gv 11, 16)”. (Leone III, Laetitiae sanctae, 8 sett. 1893).
3 - “Quel divino sacrificio doveva essere consumato alla presenza e sotto gli occhi di lei, che aveva nutrito di se stessa e generosamente la vittima.
Maria stava ai piedi della croce di Gesù ed era infiammata da una carità così immensa per riceverci come figli, che essa stessa offre volontariamente il proprio Figlio alla giustizia divina” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 gennaio 1894).
4 -“Il Redentore non poteva, per necessità di cose, non associare la Madre sua alla sua opera, e per questo noi la invochiamo col titolo di Corredentrice.
Essa ci ha dato il Salvatore, l’ha allevato all’opera della redenzione fin sotto la croce, dividendo con lui i dolori dell’agonia e della morte, in cui Gesù consumava la Redenzione di tutti gli uomini…” (Pio XI, in L’Osserv. Rom., 1 dicembre 1933).
5 - “Non sono essi (Gesù e Maria) il novello Adamo e la novella Eva, che l’albero della croce riunisce nel dolore e nell’amore a riparare la colpa dei nostri progenitori nell’Eden, l’uno fonte, l’altro canale di grazia per rigenerarci alla vita spirituale e alla conquista della patria celeste?” (Pio XII, Marianum, 2 [1940], 403-404).
6 - “Ora la contemplazione dei misteri, proposti nel Rosario, giova a far sbocciare dalla nostra fede abbondante e lieta messe di frutti, perché stimola meravigliosamente l’anima a propositi di virtù.
Orbene, quale sublime e splendido esempio ci offre, sotto tutti i rapporti, l’opera di salvezza compiuta da nostro Signore Gesù Cristo”!
“Ai misteri del dolore di Cristo i Vangeli danno grande rilievo.
Da sempre la pietà cristiana, specialmente nella Quaresima, attraverso la pratica della Via Crucis, si è soffermata sui singoli momenti della Passione, intuendo che è qui il culmine della rivelazione dell’amore ed è anche qui la sorgente della nostra salvezza.
Il Rosario sceglie alcuni momenti della Passione, inducendo l’orante a fissarvi lo sguardo del cuore e a riviverli” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 22).
7 - “Non c’è niente che ci spinga ad amare i nemici, cosa in cui consiste la perfezione dell’amore fraterno, quanto la dolce considerazione di quell’ammirabile pazienza , per cui Egli, Il più bello tra i figli dell’uomo (Sal 44, 3),
- offrì il suo bel viso agli sputi dei malvagi;
- lasciò velare dai malfattori quegli occhi, al cui cenno ogni cosa obbedisce;
- sottopose il capo, che fa tremare i Principati e le Potestà, alle punte acuminate delle spine.
- abbandonò se stesso all’obbrobrio e agli insulti;
- in fine sopportò pazientemente la croce, i chiodi, la lancia, il fiele e l’aceto, lui in tutto dolce, mite e clemente.
- Alla fine fu condotto via come una pecora al macello, e come un agnello se ne stette silenzioso davanti al tosatore e non aprì bocca (Is. 53, 7).
Chi, a sentire quella voce meravigliosa piena di dolcezza, piena di carità, piena di inalterabile pacatezza: Padre, perdonali (Lc 23, 34) non abbraccerebbe subito i suoi nemici con tutto l’affetto? Padre, dice, perdonali “ (Lc 23, 34) (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae)
La voce dei fedeli
1 - “Leone XIII ricorda i singolari meriti con cui Maria partecipò con il Figlio nella Redenzione umana… Ella non fu solo presente, ma intervenne nei misteri della redenzione” (Gregorio Alastruey, La SS. Vergine Maria, vol. II, p. 61, ed. Paoline).
2 - “La Vergine Madre Maria meritò, principalmente nella passione del Figlio, soffrendo con Lui quanto è possibile alla debolezza del sesso femminile. Ma non si può dubitare che il suo animo virile e la decisione invitta vollero offrire il Figlio per la salute del genere umano, per assomigliare in tutto come Madre, al Padre celeste” (S. Bonaventura, In I Sent., dist. XLVIII, a. 2. q. 2).
3 - “Ci diede e offerse per noi il Figlio suo, che amò molto più di se stessa” (S. Bonaventura, Sermo 1, De B. Virgine).
4 - “Solo a Maria fu dato il privilegio di partecipare alla passione: il Figlio, per poterla premiare, volle comunicarle il merito della sua passione, e per farla partecipe del beneficio della redenzione volle farla partecipe anche del dolore della sua passione” (S. Alberto Magno, Mariale, q. CXLVIII-CL).
5 - “Per fondare la Chiesa dal costato di Cristo addormentato sulla croce,… la provvidenza divina permise che uno dei soldati trafiggesse il sacro costato, aprendolo con la lancia” (S. Bonaventura, Lib. De ligno vitae).
6 - “Cristo, morendo sulla croce, ci generò veramente alla vita spirituale della grazia, molto più perfettamente che a quella naturale; così anche Maria assieme (al Figlio paziente) soffrendo pene immense per noi, ci generò e ci diede alla luce tra i più grandi dolori” (S. Antonino, Summ., p. IV, tit. CV, c. II).
7 – “Cristo li (i discepoli) lasciò a Maria come a Madre e Maestra, la cui presenza era di
- consolazione nella tristezza per tutti,
- luce nell’insegnamento,
- forza nella lotta,
- appoggio singolare nei loro primi passi” (S. Pier Canisio).
1° L’agonia nel Getsemani
La voce dello Spirito
Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli ulivi; anche i discepoli lo seguirono.
Giunto nel luogo, disse loro: “Pregate per non entrare in tentazione”. Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e inginocchiatosi pregava:”Padre, se vuoi allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.
Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo.
In preda all’angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra.
Poi, alzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza.
E disse loro: “Perché dormite? Alzatevi e pregate per non entrare in tentazione” (Lc 22, 39-46).
La voce del Magistero
“Dio, il quale Vuole che tutti gli uomini si salvino e arrivino alla conoscenza della verità (Tim. 2, 4), Dopo avere a più riprese e in più modi parlato un tempo ai padri per tramite dei Profeti (Eb.1, 1), quando venne la pienezza del tempo, mandò il suo Figlio, Verbo fatto carne, unto di Spirito Santo, ad annunziare la buona novella ai poveri, e a risanare i cuori affranti, Medico di Spirito, Mediatore tra Dio e gli uomini.
Infatti la sua umanità, nell’unità della persona del Verbo, fu strumento della nostra salvezza.
Per cui in Cristo ‘avvenne la nostra perfetta riconciliazione con Dio ormai placato e ci fu data la pienezza del culto divino” (Lit. 5).
La voce del Papa
1 - “Nello stesso senso parlano i misteri dolorosi. E’ vero che Maria non è presente nell’orto del Getsemani dove Gesù trema ed è triste fino alla morte, e nel Pretorio, dove è flagellato, coronato di spine, condannato a morte. Ma già da tempo ella aveva conosciuto e veduto chiaramente tutte queste cose.
Quando infatti si offrì a Dio come sua ancella,
per divenire poi sua madre, e quando nel tempio si consacrò interamente a lui, insieme al Figlio, già fin da allora, in virtù di questi due fatti, ella divenne partecipe della dolorosa espiazione di Cristo, a vantaggio del genere umano.
Non vi è quindi alcun dubbio che anche per tale ragione, durante le crudeli angosce e torture del Figlio, ella provò in cuor suo i più acuti dolori.
Del resto, proprio alla sua presenza e sotto i suoi occhi doveva compiere quel divin sacrificio, per il quale con il proprio latte ella aveva generosamente allevato la vittima.
Ciò si contempla nell’ultimo e più commovente di questi misteri. Stava presso la croce di Gesù Maria, la sua madre, la quale, mossa da un immenso amore per noi, per averci suoi figli, offrì essa stessa il suo Figlio alla giustizia divina, e con lui morì in cuor suo, trafitta dalla spada del dolore” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 settembre 1894).
2 - “Il percorso meditativo si apre nel Getsemani, lì dove Cristo vive un momento particolarmente angoscioso di fronte alla volontà del Padre, alla quale la debolezza della carne sarebbe tentata di ribellarsi.
Il Cristo si pone nel luogo di tutte le tentazioni dell’umanità, e di fronte a tutti i peccati dell’umanità, per dire al Padre Non sia fatta la mia, ma la tua volontà (Lc 22, 42 e par).
Questo ‘sì’ ribalta il ‘no’ dei progenitori nell’Eden.
E quanto questa adesione alla volontà del Padre debba costargli emerge dai misteri seguenti, nei quali (la salita al Calvario con la flagellazione, la coronazione di spine, la morte in croce) Egli è gettato nella più grande abiezione: Ecce homo!.
In questa abiezione è rivelato non soltanto l’amore di Dio, ma il senso stesso dell’uomo.
Ecce homo: chi vuol conoscere l’uomo, deve saperne riconoscere il senso, la radice e il compimento in Cristo: Dio che si abbassa fino alla morte, e alla morte di croce (Fil 2, 8).
I misteri del dolore portano il credente a rivivere la morte di Gesù ponendosi sotto la croce accanto a
Maria, per penetrare con Lui nell’abisso dell’amore di Dio per l’uomo e sentirne tutta la forza rigenerante” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 22).
La voce dei fedeli
1 - “Grazie a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver sudato sangue dal tuo corpo innocente nel timore della passione e della morte, operando tuttavia la nostra redenzione che desideravi portare a compimento, mostrando così chiaramente il tuo amore per il genere umano” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
2 – “Nel tempo della passione la Madre delle misericordie fu presente al Padre delle misericordie nell’opera di maggior pietà e portò su se stessa gli stessi dolori della passione. La sua anima fu ferita dalla mistica spada; fatta consorte della passione, costituita cooperatrice della redenzione e madre della rigenerazione, fu così costituita madre di tutto il genere umano per la sua fecondità spirituale, ci chiamò e ci generò, senza i dolori del parto, alla vita eterna nel Figlio e per il Figlio. Perciò e con ragione la chiamiamo donna” (S. Alberto Magno, Mariale, q. XXIX).
3 - “Il nostro intelletto, illuminato dallo Spirito di verità, deve accogliere con cuore libero e puro la gloria della croce, che sta diffondendo i suoi raggi sul cielo e sulla terra.
Con l’occhio interiore deve scrutare il significato di ciò che disse nostro Signore parlando dell’imminenza della sua passione:E’ giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo (Gv 12, 23), e più avanti: Ora l’anima mia è turbata, e che devo dire? Padre, salvami da quest’ora? Ma per questo son giunto a quest’ora! Padre, glorifica il Figlio tuo. (Gv 12, 27-28).
Ed essendosi fatta sentire dal cielo la voce del Padre che dichiara: L’ho glorificato e lo glorificherò, rispondendo ai circostanti, Gesù disse: Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo, ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me (Gv 12, 30-32).
O ammirabile potenza della croce! O ineffabile gloria della passione. In cui troviamo riuniti insieme il tribunale del Signore, il giudizio del mondo e il potere del Crocifisso.
Sì, o Signore, tu hai attirato a te tutte le cose, perché ciò che si svolgeva nell’antico tempio della Giudea, sotto il velo di arcane figure, fosse celebrato in ogni luogo e da ogni popolo con religiosità sincera e culto solenne e pubblico” (Dai Discorsi di S. Leone Magno, Papa).
4 - “Questi è dunque colui che in sé solo offrì quello che sapeva essere necessario per il compimento della nostra redenzione, Egli che è al tempo stesso Sacerdote, sacrificio, Dio e tempio; Sacerdote per mezzo del quale siamo riconciliati, tempio in cui siamo riconciliati.
Tuttavia come sacerdote, sacrificio e tempio era uomo e solo, perché Dio operava queste cose in quanto uomo. Invece come Dio non era una persona sola perché il Verbo realizzava le stesse cose con il Padre e lo Spirito Santo” (Dal trattato Sulla fede di Pietro di S. Fulgenzio di Ruspe, vescovo).
5 – “Ella stessa (Maria) presentò quel prezzo, pagò e possedette…
La donna Eva ci strappò dal paradiso, e ci vendette, la donna Maria ci compra e riconduce in paradiso” (S. Bonaventura, De donis Sp. Sancti, Coll. 5, 1).
2 - La flagellazione di Gesù
La voce dello Spirito
Pilato gli disse: ‘Dunque tu sei re’?
Rispose Gesù: ‘Tu lo dici; Io sono re.
Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce’.
Gli dice Pilato: ‘Che cos’è la verità?’.
E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: ‘Io non trovo in lui nessuna colpa.
Vi è tra voi l’usanza che io vi liberi uno per la Pasqua: volete dunque che vi liberi il re dei Giudei?’
Allora essi gridarono di nuovo: ‘Non costui, ma Barabba!’
Barabba era un brigante.
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare (Gv 18, 37-40; 19, 1).
La voce del Magistero
1 - “La Chiesa crede () che Cristo, la nostra pace, ha riconciliato gli Ebrei e i Gentili per mezzo della sua croce e dei due ne ha fatto una sola cosa in se stesso” ()
“In realtà Cristo, come la Chiesa ha sempre sostenuto e sostiene, in virtù del suo grande amore, si è volontariamente sottomesso alla sua Passione e Morte a causa dei peccati di tutti gli uomini e affinché tutti gli uomini conseguano la salvezza” (Ch. e R., n. 4).
2 – “Cristo, che il Padre consacrò e santificò, inviandolo al mondo, Offerse se stesso in favor nostro per redimerci da ogni iniquità e rifarci un popolo non più immondo, che fosse oggetto di compiacenza e cercasse di compiere il bene” (Tit. 2, 14).
La voce del Papa
Pio VII dice che Maria offrì gli acerbissimi dolori per la redenzione umana: “I fedeli cristiani sono certamente obbligati alla Santissima Vergine come a Madre dolcissima del Figlio, onde venerare con la meditazione e la costante pietà la memoria dei loro acerbissimi dolori che, stando presso la croce di Gesù, sofferse con singolare fortezza e costanza invitta e offrì al Padre eterno per la salute di tutti” (Pio VII, Ep. Ad espiscopum claritanum, 9 gennaio 1801).
La voce dei fedeli
1 - “Lode a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver permesso con tanta pazienza di essere legato alla colonna, di essere flagellato in modo disumano, di essere condotto coperto di sangue al giudizio di Pilato, di esserti mostrato come un agnello innocente condotto all’immolazione” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
2 - “Un’unica volontà era allora in Cristo e in Maria, e ambedue offersero uno stesso olocausto. Ella nel sangue del suo cuore, Egli in quello della sua carne, ottenendo così l’effetto comune della salvezza del mondo” (Arnoldo di Chartres, l. c.).
3 - “Che cosa è avvenuto? ()
- Per te (uomo) io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio.
- Per te, io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo.
- Per te io, che sto al disopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra.
- Per te, o uomo, ho condiviso la debolezza umana, ma poi sono diventato libero tra i morti.
- Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce,
Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale.
Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subìta per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati” (Da un’antica Omelia sul sabato santo).
3° L’incoronazione di spine
La voce dello Spirito
I soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunano attorno tutta la coorte.
Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi, mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: ‘Salve, re dei Giudei!’.
E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo.
() Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo (Mt 27, 27-31).
La voce del Magistero
“I libri del Vecchio e del Nuovo Testamento e la venerabile Tradizione mostrano in modo sempre più chiaro la funzione della Madre del Salvatore nel disegno divino della salvezza e ce la mettono quasi davanti agli occhi. ()
“Essa viene già profeticamente adombrata nella promessa fatta ai progenitori caduti in peccato, circa la vittoria sul serpente (Gen. 3, 13).
Parimenti, questa è la Vergine che concepirà e partorirà un Figlio, il cui nome sarà Emmanuele (Is 7, 14; Michea 5, 2-3).
Essa primeggia tra gli umili e i poveri del Signore, i quali con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza.
E infine, con lei, eccelsa figlia di Sion, dopo la lunga attesa della promessa, si compiono i tempi e si instaura una nuova Economia, quando il Figlio di Dio assunse da lei la natura umana, per liberare coi misteri della sua carne l’uomo dal peccato” (L.G. n. 52-55).
La voce del Papa
1 – “La santissima Vergine, com’è Madre di Gesù Cristo, lo è anche di tutti i cristiani, perché sul monte Calvario li generò in mezzo ai supremi tormenti del Redentore” (Leone XIII, Quamquam pluries, 15 agosto 1889).
2 - “Sofferse e quasi morì col Figlio paziente e moribondo, cedendo per la salute degli uomini il materno diritto al Figlio, e immolandolo nel modo che le era possibile, per placare la giustizia di Dio, tanto da poter dire che veramente essa, con Cristo, redense il genere umano” (Benedetto XV, Litt. Ap., 23 marzo 1918).
La voce dei fedeli
1 - “Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per essere stato condotto da Caifa e per aver permesso nella tua umiltà, che tu, che sei giudice di tutti, di essere sottoposto al giudizio di Pilato” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
2 - “Gloria a te, Signor mio Gesù Cristo,
- per essere stato deriso quando, rivestito di porpora,
- sei stato coronato di spine acutissime,
- e per aver sopportato con infinita pazienza
- che il tuo volto glorioso fosse coperto di sputi,
- che i tuoi occhi fossero velati,
- che la tua faccia fosse percossa pesantemente dalle mani sacrileghe di uomini iniqui” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
3 - “Se vogliamo quindi che Dio regni in noi, in nessun modo regni il peccato sul nostro corpo mortale (Rm 6, 12).0
Mortifichiamo le nostra membra che appartengono alla terra (Col 3, 5).
Facciamo frutti nello Spirito, perché Dio possa dimorare in noi come in un paradiso spirituale.
Regni in noi solo Dio Padre col suo Cristo.
Sia in noi Cristo, assiso alla destra di quella potenza che pure noi desideriamo ricevere.
Rimanga finché tutti i suoi nemici che si trovano in noi, diventino sgabello dei suoi piedi (Sal 98, 5), e
così sia allontanato da noi ogni loro dominio, potere ed influsso. così sia allontanato da noi ogni loro dominio, potere ed influsso.
Tutto ciò può avvenire in ognuno di noi.
Allora, alla fine, ultima nemica sarà distrutta la morte (1 Cor 15, 26).
Allora Cristo potrà dire anche dentro di noi: Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? Dov’è, o morte, la tua vittoria? (Os 13, 14; 1 Cor 15, 55).
Fin d’ora perciò il nostro corpo corruttibile si rivesta di santità e di incorruttibilità, e tutto ciò che è mortale cacci via la morte, si ricopra dell’immortalità del Padre (1 Cor 15, 54).
Così regnando Dio in noi, possiamo già godere dei beni della rigenerazione e della risurrezione” (Dall’Opuscolo La preghiera di Origene).
4 – “Cristo li (i discepoli) lasciò a Maria come a Madre e Maestra, la cui presenza era di
- consolazione nella tristezza per tutti,
- luce nell’insegnamento,
- forza nella lotta,
- appoggio singolare nei loro primi passi” (S. Pier Canisio).
5 – “Come aveva assistito Gesù a Betlemme e a Nazareth, doveva dunque assistere anche la Chiesa nascente e incamminarla verso lo stato adulto della vita e dello spirito cristiano” (De la Broisse, La Sainte Vierge, c. 81).
4° Gesù porta la croce
La voce dello Spirito
Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.
Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me. Ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.
Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: ‘Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato.
Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco? (Lc 23, 26-31).
La voce del Magistero
“Così anche le Vergine avanzò come pellegrina della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio fino alla croce, dove stette non senza un disegno divino, soffrendo intensamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata” (LG. n. 57-58-61).
La voce del Papa
1 - “Ma nemmeno questo è il momento del trionfo in cui Maria possa vedere quanto le è stato annunziato, e quanto lei crede con una fede generosa. Anzi pare quasi una beffa a coronamento di tutto, come risposta della storia a questo meraviglioso intervento di Dio, la croce si erige sul Golgota, e l’atteso delle genti, il Messia, a cui era stato promesso il trono di Davide, finisce la sua vita mortale condannato da tutti, ucciso in una ondata di odio.
Dopo verrà la risurrezione” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 gennaio 1894).
2 - “Questa unione della Madre con il Figlio nella Redenzione, raggiunge il culmine sul Calvario, dove Cristo offrì se stesso quale vittima immacolata a Dio (Eb 9, 14) e dove Maria stette presso la Croce (Gv 19, 25) soffrendo profondamente con il suo Unigenito e associandosi con amore materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente alla vittima de lei generata e offrendola anch’ella all’Eterno Padre” (B. Paolo VI, Marialis cultus, n. 20).
3 - “Altre volte sarà uno sguardo addolorato (quello della Madre) soprattutto sotto la Croce dove sarà ancora, in certo senso, lo sguardo della ‘partoriente’, giacché Maria non si limiterà a condividere la passione e la morte dell’Unigenito.
Ma accoglierà il suo nuovo figlio a lei consegnato nel discepolo prediletto” (Gv 19,
26-27) (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 10).
La voce dei fedeli
1 - “Il martirio della Vergine viene celebrato tanto nella profezia di Simeone quanto nella storia stessa della passione di nostro Signore. Egli è qui – dice del bambino Gesù il santo vegliardo - quale segno di contraddizione.. e a te una spada – dice rivolgendosi a Maria - trapasserà la tua stessa anima (Lc 2, 34-35) ().
Qualcuno potrebbe forse obiettare: ma
- non sapeva essa in antecedenza che Gesù sarebbe morto? * Certo.
- Non era forse certa che presto sarebbe risorto?
* Senza dubbio e con la più ferma fiducia.
- E nonostante ciò soffrì quando fu crocifisso?
* Sicuramente e in modo veramente terribile.
Del resto chi sei mai tu, fratello, e quale strano genere di sapienza è il tuo, se ti meravigli della solidarietà nel dolore della Madre col Figlio, più che del dolore di Figlio stesso di Maria?
Egli ha potuto morire anche nel corpo e questa non ha potuto morire con lui nel suo cuore?
Nel Figlio operò l’amore superiore a ogni altro amore. Nella Madre operò l’amore, al quale, dopo quello di Cristo, nessun altro amore si può paragonare” (Dai Discorsi di S. Bernardo abate).
2 - “Onore a te, Signor mio Gesù Cristo,
- per esserti lasciato condannare nel tuo santo corpo,
ormai tutto inondato di sangue, alla morte di croce,
- per aver portato con dolore la croce sulle tue spalle, e - per aver voluto essere inchiodato al legno del patibolo, dopo essere stato trascinato crudelmente al legno della passione e spogliato delle vesti” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
3 - “Benedizione eterna a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver dato durante la tua mortale agonia, la speranza del perdono a tutti i peccatori, quando hai promesso misericordiosamente la gloria del paradiso al ladrone che si era rivolto a te” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
4 - “Lode eterna a te, Signor mio Gesù Cristo, per ogni ora in cui hai sopportato per noi peccatori sulla croce le più grandi amarezze e sofferenze, infatti i dolori acutissimi delle tue ferite penetravano orribilmente nella tua anima beata e trapassavano crudelmente il tuo cuore sacratissimo; finché venuto meno il cuore, esalasti felicemente lo spirito e, inclinato il capo, lo consegnasti in tutta umiltà nelle mani di Dio Padre, rimanendo poi, morto, tutto freddo nel corpo” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
5 -“Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo per aver lasciato che la spada ti perforasse, per la nostra salvezza, il fianco e il cuore, e per il sangue prezioso e l’acqua che da quel fianco sono sgorgati per la nostra redenzione” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
6 - “(E) Ti rendiamo grazie, perché, come tu ci hai creati per mezzo del tuo Figlio, così per il vero santo tuo amore, col quale ci hai amato, hai fatto nascere lo stesso vero Dio e vero uomo dalla gloriosa sempre Vergine beatissima santa Maria, e per la croce, il sangue e la morte ci hai voluti liberare e redimere” (S. Francesco d’Assisi, Ammonizione XXIII).
7 - “Se vuoi comprendere ancor più profondamente la forza di questo sangue, considera da dove cominciò a scorrere e da quale sorgente scaturì.
Fu versato sulla croce e sgorgò dal costato del Signore.
A Gesù morto e ancora appeso alla croce, racconta il vangelo, si avvicinò un soldato che gli aprì con un colpo di lancia il costato, e ne uscì sangue ed acqua. L’uno simbolo del battesimo, l’altra dell’Eucaristia.
Il soldato aprì il costato: dischiuse il tempio sacro dove ho scoperto un tesoro e dove ho la gioia di trovare splendide ricchezza.
La stessa cosa accadde per l’Agnello: i giudei sgozzavano la vittima ed io godo la salvezza, frutto di quel sacrificio” (Dalle Catechesi di S. Giovanni Crisostomo, vescovo).
8 - “E’ (), la croce, una risorsa veramente stupenda e impareggiabile, perché per suo mezzo, abbiamo conseguito molti beni, tanto più numerosi, quanto più grande ne è il merito, dovuto però in massima parte ai miracoli e alla missione del Cristo.
E’ preziosa poi la croce perché è insieme
- morte e trofeo di Dio;
- patibolo per la volontaria morte sopra di essa;
- trofeo perché con essa fu vinto il diavolo e col diavolo fu sconfitta la morte.
Inoltre la potenza dell’inferno venne fiaccata e così la croce è diventata la salvezza comune di tutto l’universo.
La croce è gloria di Cristo, esaltazione di Cristo. La croce è il calice prezioso e inestimabile che raccoglie tutte le sofferenze di Cristo, è la sintesi completa della sua passione.
Per convincerci che la croce è la gloria di Cristo, senti quello che egli dice. Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato e anche Dio è stato glorificato in lui, e subito lo glorificherà” (Gv 12, 31-32) (Dai Discorsi di S. Andrea di Creta, vescovo).
5° La morte di Gesù in croce
La voce dello Spirito
Gesù, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo…
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorelle di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala.
Gesù allora, vedendo la Madre e lì accanto lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: ‘Donna, ecco tuo figlio’. Poi disse al discepolo: ‘Ecco la tua madre’! E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse, per adempiere la Scrittura: ‘Ho sete’. Vi era lì un vaso pieno di aceto; fissata perciò una spugna imbevuta di aceto ad un ramo d’issopo glie l’accostarono alla bocca.
E, dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: ‘Tutto è compiuto’.
E, chinato il capo, spirò (Gv 19, 17-18, .25-30)
La voce del Magistero
1 - “Così anche la Beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio fino alla croce, () (quando) dallo stesso Gesù Cristo morente in croce fu data quale madre al discepolo con queste parole: Donna, ecco tuo figlio” (LG. 19, 26-27) (LG., 58).
2 - “Col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre nel tempio, soffrire col Figlio suo morente in croce, cooperò in modo tutto speciale all’opera del Salvatore, coll’obbedienza, la fede, la speranza e l’ardente carità, per restaurare la vita soprannaturale delle anime.
Per questo fu per noi madre nell’ordine della grazia” (LG., 8, 61).
3 – “Eva diede il frutto della morte, ma a te toccò in sorte di dare il pane della vita. Perciò gridi: Venite qui a mangiare il mio pane e bevete il sangue di Gesù” (Congr. Dei Riti, Congresso eucaristico di Sidney”, in ‘Rivista eucaristica del Clero’, a. VIII, n. 10, 1928).
La voce del Papa
1 – “Sua Madre stava i piedi della croce di Gesù col cuore incendiato da una carità tanto immensa per noi, che offerse il Figlio volontariamente alla divina giustizia, morendo con lui con il cuore trafitto dalla spada del dolore” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 settembre 1894).
2 - “La Vergine
- ha sofferto con il Figlio che soffre,
- ha subito anche una specie di morte con il morente Figlio,
- ha rinunziato ai suoi diritti di madre per la salute degli uomini, e per soddisfare la giustizia divina, per quanto dipendeva da Lei,
- ha immolato il Figlio suo.
Si può dire dunque giustamente ch’Ella ha, in unione con il Cristo, per quanto dipendeva da Lei, riscattato l’umanità” (Benedetto XV, In vari documenti).
3 - “I Dottori della Chiesa sono concordi nell’asserire che la Beata Vergine Maria, la quale parve quasi sempre assente dalla vita pubblica di Gesù Cristo, si trovò invece vicino a suo Figlio mentre andava alla morte ed era affisso alla Croce, e ciò non avvenne senza un disegno divino.
Ella cioè patì e quasi morì col Figlio paziente e morente, abdicò a tutti i diritti materni sul Figlio per la salvezza degli uomini, e, per quanto dipendeva da Lei, immolò il Figlio suo per placare la divina giustizia, di modo che a ragione si può dire che ella abbia redento il genere umano insieme a Gesù Cristo” (Benedetto XV, - 1914-1922 - lett. Ap. Inter sodalicia, in A. A. S. 10, 181 e seg.. Roschini II/32).
La voce dei fedeli
1 - “Onore a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver rivolto umilmente, in mezzo a tali tormenti, i tuoi occhi colmi di amore e di bontà alla tua degnissima Madre, che mai conobbe il peccato, né mai consentì alla più piccola colpa, e per averla consolata, affidandola alla protezione fedele del tuo discepolo” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
2 - “Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per aver redento le anime col tuo sangue prezioso e con la tua santissima morte, e per averle misericordiosamente ricondotte dall’esilio alla vita eterna” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
3 - “Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per aver voluto che il tuo corpo benedetto fosse deposto dalla croce ad opera dei tuoi amici, fosse consegnato nelle braccia della tua addolorata Madre e da lei avvolto in panni, e che fosse rinchiuso nel sepolcro e custodito dai soldati” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
4 - “Sul Calvario non ci sono due croci, una per Gesù e una per Maria, ma una croce unica che li crocefigge ambedue (). Maria accetta la croce.
La lancia del soldato che aprì il costato di Gesù trapassò anche il cuore della Madonna. La perfetta intimità della loro comunione sul Calvario è il frutto supremo della fusione permanente dei due cuori e delle due vite.
Non si tratta di mettere la sofferenza del Salvatore accanto a quella della Madre: non sono due croci che si drizzano, ma una croce unica che li crocifigge contemporaneamente.
L’unione delle due vite conosce qui la sua consumazione suprema: è il sigillo dell’alleanza” (Card, L. Joseph Suenens, Chi è costei?).
5 - “L’approfondita conoscenza delle parole di Gesù in croce: Ecco tua Madre e della risposta dell’Apostolo: E da quell’ora il discepolo prese Maria tra i suoi beni, ha dato alla Chiesa la convinzione che non si è trattato di un episodio della Passione che interessava solo Maria e Giovanni, ma della rivelazione di una realtà che pone un preciso rapporto tra Maria e il Discepolo, ogni discepolo di Cristo, ed è rapporto di Madre e figlio, e di una precisa qualifica a Maria e alla Chiesa.
La Chiesa la deve accogliere tra i suoi beni perché – disse S. Cromazio – “Non c’è la Chiesa se non dov’è Maria con i fratelli di Gesù” (In Marialis cultus, n. 28).
Ecco perché “Nella storia della Chiesa, da un secolo in qua si sono moltiplicati questi gesti di ‘Accogliere Maria’, si sono ripetuti, specialmente in questi anni in cui il Pastore Supremo della Chiesa, non si stanca di consacrare a Lei, di affidare a Lei le singole Chiese e la Chiesa intera.
Non possiamo non ricordare l’invito che nel 1984, per la solennità dell’Incarnazione del Signore – 25 marzo – il Santo Padre ha rivolto a tutti i Vescovi di unirsi a lui nell’ “affidare” la Chiesa intera alla Madonna”
“Quando si parla di ‘affidamento’, si richiamano gli orientamenti che noi diamo alla nostra vita e le scelte che noi facciamo. Scegliamo Maria perché ci sia Madre. Perché ci è Madre!
Rinnoviamo il gesto di Giovanni, “accolse Maria tra i suoi beni”.
Bisogna allora che l’”affidamento a Maria” non si riduca a un gesto di pietà ma esprima un piano di vita e ne qualifichi il programma” (Francesco Maria Franzi, Tempo di Avvento tempo di Maria, Piemme, pag. 19-20).
6 - Non solo dunque nella sua vita terrena, ma lungo tutta la storia della Chiesa – fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti – Maria compie la sua missione materna.
Ella non resta solo come un ricordo edificante, un esempio incoraggiante… E’ sempre una maternità operante” (Francesco Maria Franzi, Tempo di Avvento tempo di Maria, Piemme, pag. 10).
7 - “Non fa difficoltà il dire che non diede la sua vita per il prossimo, poiché diede anzi per loro la vita di suo Figlio, che amava più della propria, e se fosse stato necessario avrebbe anche volontariamente offerto la sua vita alla passione; in realtà essa la crocifisse col Figlio offrendo così due volte e duplicato l’effetto dell’amore.
Per questo fu detto: La spada del dolore trafiggerà la tua anima” (S. Alberto Magno, Mariale, q. 11).
8 - Gesù dall’alto della Croce le affiderà Giovanni e in lui noi tutti come ‘figli’. Lei dovrà aver cura di ognuno: è Madre.
E le sue premure per ognuno di noi dovranno avere un carattere familiare, umano: un aiuto. Tanto ‘discreti’ i suoi interventi “Che non si verrà neppure a sapere che è stata Lei: non ci accorgeremo neppure che Maria ci ha visitati” (I passi tra virgolette sono da Renè Voillaume, Letttere alla fraternità).
9 - “Nell’ora della Croce, il Vangelo segnala la presenza di Maria. E’ appena un breve accenno, ma basta per farci capire quale abisso nasconda.
Era impossibile che a quel momento la Vergine non sapesse tutto di suo Figlio. In quel momento essa dava tutta la misura della sua fede.
Il mistero della Vergine durante la Passione, sta appunto in quel momento quel suo essere la più forte di tutti. Più forte degli Apostoli che pure erano uomini” (R. Voillaume, Demeures de Dieu, la Vierge, pp. 53-55).
10 - “Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero.
Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, perche ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco.
Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco.
Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno.
La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te” (Da un’antica Omelia sul Sabato santo).
11 - (Cristo dice a Giovanni, nella persona della Chiesa) “Ti lascio costei nella persona del discepolo..
Amala come ami me, con0fortala con esortazioni, confermala con consigli, ammaestrala con gli esempi…
Si leveranno contro di lei tempeste procellose, persecuzioni acerrime, eresie diverse. Ancor debole nella fede, ancor meno fomentata nella virtù e nonn abituata alle lotte, soccomberebbe facilmente o volgerebbe le sue spalle al nemico se si sentisse priva di questo capitano e guida.
So che si turberà per la mia morte immatura e ignominiosa. Si solleverà con i tuoi insegnamenti, si consoliderà con la tua protezione e con la tua presenza, riacquisterà, se necessario, le forze perdute” (S. Lorenzo Giustiniani, De triumhhali Christi agone, c. XVIII).
12 - “Solo a Maria fu dato il privilegio di partecipare alla passione: il Figlio, per poterla premiare, volle comunicarle il merito della sua passione, e per farla partecipe del beneficio della redenzione volle farla partecipe anche del dolore della sua passione” (S. Alberto Magno, Mariale, q. CXLVIII-CL).
13 - “Non si può dubitare che con virile fortezza e costanza invitta non abbia voluto anch’ella offrire col Figlio suo, per la salute del genere umano, conformarsi in tutto come Madre al Padre” (S. Bonaventura, In 3, disp. XVIII, a. II, p. 2, ad ult.).
MISTERI GLORIOSI
La voce del Papa
1 - “Il primo e più grande insegnamento è il ricordo che non abbiamo qui una città permanente, ma cerchiamo quella futura (Eb 13, 14).
A questo pericolo non sarà esposto colui che, recitando il santo Rosario, mediterà con attenzione e con frequenza le verità contenute nei ‘misteri gloriosi’.
Da questi misteri infatti, brilla alla mente dei cristiani una luce così viva, che ci fa scoprire quei beni, che il nostro occhio umano non potrebbe mai percepire, ma che - Noi lo crediamo con fede incrollabile - ha preparato a quelli che lo amano.
Da essi
- impariamo inoltre che la morte non è uno sfacelo che tutto disperde e distrugge, ma un semplice passaggio e un cambiamento di vita.
- Impariamo che la via del cielo è aperta a tutti; e quando osserviamo Cristo che ritorna in cielo, ricordiamo la sua bella promessa: Vado a prepararvi un posto.
- Impariamo che vi sarà un tempo in cui Dio asciugherà ogni lacrima dei nostri occhi: in cui non vi saranno né lutti, né pianto, né dolore, ma saremo sempre con il Signore, simili a Dio, perché lo vedremo come egli è, attingendo al torrente delle sue delizie, concittadini dei santi nella felice unione della gran Madre di Dio ()?.
Un’anima che si nutra di queste verità () dovrà necessariamente rallegrarsi al pensiero che Un istante di una nostra lieve sofferenza produce in noi una misura eterna di gioia.
“Ora chi non vede la verità di ciò che abbiamo osservato fin da principio: di quali preziosi beni, cioè, sia fecondo il santo Rosario?
Quanto esso sia meravigliosamente efficace nel curare i mali dei nostri tempi, e nell’arginare i gravissimi mali della società?” (Leone XIII, Laetitiae sanctae, 8 stt. 1893)
2 - “In Cristo Dio ha assunto davvero un “cuore di carne”.
Egli non ha soltanto un cuore divino, ricco di misericordia e di perdono, ma anche un cuore umano, capace di tutte le vibrazioni dell’affetto.
Se avessimo bisogno in proposito di una testimonianza evangelica, non sarebbe difficile trovarla nel toccante dialogo di Cristo con Pietro dopo la Risurrezione: Simone di Giovanni, mi vuoi bene? Per ben tre volte è posta la domanda, per ben tre volte è data la risposta: Signore, Tu lo sai che ti voglio bene (Gv 21, 15-17).
Al di là dello specifico significato del brano, così importante per la missione di Pietro, a nessuno sfugge la bellezza di questa triplice ripetizione, in cui l’insistente richiesta e la relativa risposta si esprimono in termini ben noti all’esperienza universale dell’amore umano” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 26).
1° La Risurrezione di Gesù
La voce dello Spirito
Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levare del sole.
Esse dicevano tra loro: ‘Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?’
Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande.
Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca ed ebbero paura.
Ma egli disse loro: ‘Non abbiate pura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. E’ risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea.
Là lo vedrete, come vi ha detto’
Ed esse, uscite, impaurite, fuggirono via dal sepolcro perché erano piene di timore e di spavento.
E non dissero niente a nessuno, perché avevano paura (Mc 16, 1- 7).
La voce del Magistero
1 - Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede.
Noi risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo (1 Cor 15, 14 e ss.).
2 - “Quando Gesù, dopo aver sofferto la morte per gli uomini risorse, apparve quale Signore e Messia e Sacerdote in eterno: ed effuse sui discepoli lo Spirito promesso dal Padre” (Ch 5).
3 – “Con la sua risurrezione fu costituito Signore, Egli, il Cristo cui è stato dato ogni potere in cielo e in terra” (Ch. e M. 38).
La voce del Papa
1 – “I misteri gloriosi aumentano così nei credenti la speranza della meta escatologica verso cui sono incamminati come membri del popolo di Dio pellegrinante nella storia.
Ciò non può non spingerli ad una coraggiosa testimonianza di quel “lieto annuncio” che dà senso a tutta la loro esistenza” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 23).
2 - “Se si toglie questo, si può certo raccogliere dalla tradizione cristiana ancora una serie di idee degne di nota su Dio e sull’uomo e sul suo dovere essere – una sorta di concezione del mondo -, ma la fede cristiana è morta”.
“La fede cristiana sta o cade con la verità della testimonianza secondo cui Cristo è risorto dai morti” (Benedetto XVI Gesù di Nazaret, vol II, p. 269).
3 - “Cristo non è uno che sia ritornato nella vita normale biologica e debba un giorno nuovamente morire.
Gesù non è un fantasma (uno ‘spirito’). Ciò significa che non è uno che, in realtà, appartiene al mondo dei morti, anche se può in qualche modo manifestarsi nel mondo della vita.
Gli incontri con il Risorto sono, però, anche una cosa diversa da esperienze mistiche,in cui lo spirito umano viene per un momento sollevato al di sopra di se stesso” (Benedetto XVI Gesù di Nazaret, vol II, p. 302).
La voce dei fedeli
1 - “Tutto il merito del Salvatore nasce dalla passione e morte, che ci meritarono il perdono dei peccati e la giustificazione.
Il valore del suo merito non procede dalla sua risurrezione perché con essa Cristo uscì dallo stato di vita necessario per meritare.
Tuttavia la Risurrezione è il termine e il complemento della passione e morte di Cristo, e con essa Gesù si fece pienamente Redentore, come vincitore della morte e del regno del peccato, causa della morte” (C. A. Lapide, Comm. In Ep. Ad Romanos, c. IV).
2 - “Gesù è realmente e per natura principe della vita, ma accorda i benefici della grazia solo dipendentemente dalla redenzione, cioè della passione e dalla risurrezione, poiché l’una non è completa senza l’altra” (Philippe, REL., ann. XX, n. 2, settembre 1928)
3 - “Onore eterno a te, Signor mio Gesù Cristo, per essere risuscitato dai morti il terzo giorno e per esserti incontrato vivo con chi hai prescelto; per essere salito, dopo quaranta giorni, al cielo, alla vista di molti e, per aver collocato lassù, tra gli onori, i tuoi amici che avevi liberato dagli inferi” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
4 - “La verità più consolante del cristianesimo è la Risurrezione di Cristo.
S. Paolo afferma che vana sarebbe la nostra fede se Cristo non fosse risuscitato.
Con la risurrezione di Cristo sono vinti la morte, il peccato e l’inferno.
La gioia più viva la provavano i discepoli, le donne e soprattutto Maria, che ne furono i testimoni oculari; ad essi fu affidato il compito di annunciare la fede nel Cristo risorto.
Benché il Vangelo non ci parli espressamente di una apparizione particolare a Maria, pure tutta la tradizione lo ammette concordemente: ‘Regina del cielo, esulta, perché Cristo, che hai portato nel grembo, è risuscitato, come aveva predetto. Tu prega per noi! Alleluja’” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 109-110).
5 - “Con l’Annunciazione e la Visitazione Maria comprese, per mezzo della fede, che Dio veniva a far di lei una dimora in modo unico e ineffabile, e che suo Figlio era il Re-Messia, il Salvatore Gesù, il Figlio dell’Altissimo, il Benedetto, il Signore.
Non aggiunge nulla alla perfezione di Maria il fatto di vedere in Lei la piena conoscenza del mistero dell’Incarnazione, nel senso in cui la Chiesa, più tardi, l’approfondirà. Maria ha una coscienza e conoscenza immediate del mistero dell’Incarnazione: Dio è in Gesù in modo unico, e Gesù è veramente il Figlio che ha generato e che deve educare come una vera madre; Maria ha una coscienza e una conoscenza dirette del mistero del Dio fatto uomo” (Max Thurian, Maria Madre del Signore, immagine della Chiesa, pp. 93-94).
2° L’Ascensione al cielo
La voce dello Spirito
Gesù disse ai suoi discepoli: ‘Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.
Di queste cose voi siete testimoni.
E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto’.
Poi li condusse fuori, verso Betania e, alzate le mani, li benedisse.
Mentre li benediceva si staccò da loro e fu portato verso il cielo.
Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; e stavano sempre nel tempio lodando Dio (Lc 24, 46-53).
La voce del Magistero
“La beata Vergine Maria, Regina degli Apostoli () mentre viveva sulla terra una vita comune a tutti, piena di sollecitudini familiari e di lavoro, era sempre intimamente unita al Figlio suo e cooperava in modo del tutto singolare all’opera del Salvatore; ora poi, assunta in cielo, “Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo ai pericoli e affanni fino a che non siano condotti alla patria beata”.
La onorino tutti, devotissimamente, e affidino alla sua materna cura la propria vita e il proprio apostolato” (Laici, 1, 4).
La voce del Papa
1 - “E poiché il mistero della redenzione umana non sarebbe stato completo fino alla venuta dello Spirito Santo promesso da Cristo, vediamo Maria nel Cenacolo, dove assieme agli apostoli e pregando per loro con gemiti ineffabili, preparava la Chiesa per ricevere la pienezza dello stesso Spirito, dono supremo di Cristo e tesoro che non mancherà mai in nessun tempo” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 settembre 1894).
2 - “Il primo dei ‘segni’ compiuti da Gesù – la trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana – ci mostra Maria, appunto, nella veste di maestra, mentre esorta i servi a eseguire le disposizioni di Cristo (Gv 2, 5).
E possiamo immaginare che tale funzione ella abbia svolto con i discepoli dopo l’Ascensione di Gesù, quando rimase con loro anche ad attendere lo Spirito Santo e li confortò nella prima missione.
Il passare con Maria attraverso le scene del Rosario è come metterci alla scuola di Maria per leggere Cristo, per penetrarne i segreti, per capire il messaggio” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 14).
3 - “Tutti e quattro i Vangeli, come anche il rapporto di S. Paolo sulla Risurrezione in 1Cor. 15, presuppongono che il periodo delle apparizioni del Risorto sia stato limitato nel tempo.
Paolo è consapevole che a lui, come ultimo, è stato concesso ancora un incontro con il Cristo risorto.
Anche il senso delle apparizioni è chiaro in tutta la tradizione: si tratta innanzi di raccogliere una cerchia di discepoli che possano testimoniare che Gesù non è rimasto nel sepolcro, ma è vivo.
La loro testimonianza concreta si traduce essenzialmente in una missione: devono annunciare al mondo che Gesù è il Vivente. La Vita stessa” (Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, vol. II, p. 309).
La voce dei fedeli
1 - “Sii benedetto, lodato e glorificato nei secoli, mio Signore Gesù Cristo, che siedi sul trono nel tuo regno nei cieli, nella gloria della tua maestà, corporalmente vivo con tutte le tue santissime membra, che prendesti dalla carne della Vergine.
E così verrai nel giorno del giudizio per giudicare le anime di tutti i vivi e di tutti i morti: tu che vivi e regni col Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
2 - (La permanenza di Maria nel mondo) “Non fu piccola consolazione dei discepoli di Cristo, poiché non tolse nulla alla Madre e diede al mondo rimedi di salute. Il Signore volle che, tornato al Padre, gli apostoli godessero della sua consolazione materna e del suo insegnamento.
Sebbene fossero istruiti dallo Spirito Santo, poterono tuttavia apprendere da colei che diede al mondo il sole di giustizia e produsse a noi dal parto verginale del suo seno la fonte della sapienza” (S. Amedeo di Losanna, Hom. 7 De laud. B. Virg.).
3 – “Ella (Maria) fu affidata a San Giovanni evangelista che era vergine.
Quindi non mi stupisce che parlasse dei misteri celesti, egli che più degli altri aveva tanto vicino il palazzo dei celesti misteri” (S. Ambrogio, De inst. Virg., c. VII).
4 – “Secondo il mio parere erano anche utili e necessari la conversazione e il tratto di Maria con gli Apostoli dopo l’Ascensione del Signore.
E’ vero che la rivelazione dello Spirito Santo li ammaestrava in ogni verità, ma ella intendeva e penetrava le profonde verità in modo più eminente e chiaro e così furono loro rivelate dalla Vergine molte cose che aveva appreso in se stessa, non solo per la semplice conoscenza, ma anche per la realizzazione alla quale assistette e per l’esperienza che ebbe dei misteri dello stesso Gesù Cristo Signor Nostro” (Eadmero, De ezcell. Virginis, c. VII).
5 - “Gesù, 40 giorni dopo la Risurrezione, è salito al cielo, ove siede alla destra del Padre. Di là ha da venire a giudicare i vivi e i morti
Sul monte Oliveto, erano presenti all’Ascensione di Gesù, Maria, sua Madre, gli apostoli e molti seguaci.
Ad essi Cristo, prima di salire al cielo, affida la missione di percorrere le strade del mondo per l’evangelizzazione degli uomini; ad essi prima aveva affidato Maria, guida e sorriso della Chiesa nascente” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 114).
6 - “Stando gli Apostoli in compagnia della Vergine Madre,
là sul monte del crisma,
ammiravano la pura gloria di Gesù” (Carmen de Ascensione Domini).
7 – “Salve, o Madre di Cristo Dio, che tanto magnificasti oggi (nella sua Ascensione) Colui che desti alla luce, vedendolo elevarsi dalla terra con gli angeli” (S. Giovanni Damasceno, De Ascensione Christi spectatoribus, Gr, Vol. XIV, fasc. 1, 1933)
3° La Pentecoste
La voce dello Spirito
Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.
Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano.
Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; e furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi (At 2, 1-4).
La voce del Magistero
1 - “Essendo piaciuto a Dio di non manifestare solennemente il mistero della redenzione umana prima di avere effuso lo Spirito promesso da Cristo, vediamo gli Apostoli, prima del giorno della Pentecoste, ‘Perseveranti d’un sol cuore nella preghiera con le donne e Maria Madre di Gesù e i fratelli di Lui’ (Act 1, 14), e anche Maria implorante con le sue preghiere il dono dello Spirito, che l’aveva già ricoperta nell’Annunciazione” (LG. 8, 59).
2 - “La beata Vergine, per il dono e ufficio della divina maternità che la unisce col Figlio Redentore, e per le sue singolari grazie e funzioni, è pure intimamente congiunta con la Chiesa: la Madre di Dio è figura della Chiesa, come già insegnava S. Ambrogio, nell’ordine cioè della fede e della perfetta unione con Cristo. Infatti nel mistero della Chiesa, la quale è pure giustamente chiamata madre e vergine, la Beata vergine Maria è andata innanzi, presentandosi in modo eminente e singolare quale vergine e quale madre” (LG., 63).
3 - “Nel giorno di Pentecoste, che segnò la manifestazione della Chiesa al mondo, Quelli che accolsero la parola di Pietro furono battezzati, ed erano assidui agli insegnamenti degli Apostoli, alle riunioni comuni, alla frazione del pane e alla preghiera.. lodando insieme Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo” (Lit., 6).
La voce del Papa
1 – “Degna del cielo è trattenuta sulla terra come ottima consolatrice e maestra della Chiesa nascente, perché molto più di quanto si possa credere Ella penetrò nell’abisso senza fondo della Sapienza divina” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 settembre 1894)
2 – “Ella fomentò ammirabilmente le primizie del popolo cristiano
- con la santità dell’esempio
- con l’autorità del consiglio,
- con la dolcezza delle consolazioni,
- con l’efficacia delle ferventissime preci, veramente Madre della Chiesa, Madre e regina degli apostoli, che fece partecipi dei tesori dei divini oracoli che custodiva nel suo cuore” (Leone XIII, Adiutricem populi, 5 settembre 1895).
3 - “Anche l’ultimo tratto biografico su Maria ce la presenta Vergine orante.
Infatti gli Apostoli erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù, e con i fratelli di lui, presenza orante di Maria nella Chiesa nascente e nella Chiesa di ogni tempo, poiché ella, assunta in cielo, non ha deposto la sua missione di intercessione e di salvezza.
Vergine in preghiera è anche la Chiesa, che ogni giorno presenta al Padre le necessità dei suoi figli, loda il Signore incessantemente e intercede per la salvezza del mondo” (B. Paolo VI, Marialis cultus, n. 1).
4 - “A questo accenno (Nota trinitaria, cristologica ed ecclesiale nel culto della Vergine) circa l’orientamento cristologico del culto alla Vergine, ci sembra utile far seguire un richiamo all’opportunità che in esso sia dato uguale risalto a uno dei contenuti essenziali della fede: la persona e l’opera dello Spirito Santo.
La riflessione teologica e la Liturgia hanno rivelato, infatti, come l’intervento santificatore dello Spirito nella Vergine di Nazaret sia stato un momento culminante della sua azione nella storia della salvezza.
Così, ad esempio, alcuni Padri e scrittori ecclesiastici attribuirono all’opera dello Spirito Santo la santità originale di Maria, da lui quasi plasmata e resa nuova creatura; riflettendo sui testi evangelici – lo Spirito Santo verrà sopra di te, e la potenza dell’Altissimo ti coprirà (Lc 1, 35) e Maria (…) si trovò incinta per opera dello Spirito Santo; (…) è opera di spirito Santo, ciò che in lei si è generato (Mt 1, 18-20) – scorsero nell’intervento dello Spirito un’azione che consacrò e rese feconda la Vergine Maria e la trasformò in Palazzo del Re o Talamo del Verbo, Tempio o Tabernacolo del Signore, Arca dell’Alleanza o della nuova santificazione, titoli ricchi di risonanze bibliche.
Approfondendo ancora il mistero della Incarnazione, essi videro, nell’arcano rapporto fra lo Spirito Santo e Maria un aspetto sponsale, poeticamente ritratto così da Prudenzio: La Vergine non sposata, si sposa allo Spirito e la chiamarono Santuario dello Spirito Santo, espressione che sottolinea il carattere sacro della Vergine, divenuta stabile dimora dello Spirito di Dio.
Addentrandosi nella dottrina sul Paraclito, avvertirono che da lui, come da sorgente, erano scaturite la pienezza di grazia (Lc 2, 28), e l’abbondanza dei doni che la ornavano; allo Spirito, quindi, attribuirono la fede, la speranza e la carità che animavano il cuore della Vergine, la forza che ne sosteneva l’adesione alla volontà di Dio, il vigore che la sorreggeva nella sua “compassione” ai piedi della Croce, segnalarono nel cantico profetico di Maria (Lc 1, 46-55) un particolare influsso dello Spirito che aveva parlato per bocca dei profeti.
Considerando, infine, la presenza della Madre di Gesù nel Cenacolo, dove lo Spirito scese sulla Chiesa nascente (At 1, 12-14; 2, 1-4), arricchirono di nuovi sviluppi l’antico tema Madre-Chiesa e, soprattutto, ricorsero all’intercessione della Vergine per ottenere dallo Spirito la capacità di generare Cristo nella propria anima, come attesta S. Ildefonso in una supplica, sorprendente per dottrina e per vigore orante: ‘Ti prego, o Vergine santa,
- che io abbia Gesù da quello Spirito, dal quale tu stessa hai generato Gesù.
- Riceva l’anima mia Gesù per opera di quello Spirito, per il quale la tua carne ha concepito lo stesso Gesù (…).
- Che io ami Gesù in quello stesso Spirito, nel quale tu lo adori come Signore e lo contempli come Figlio’” (B. Paolo VI Marialis cultus. n.26).
5 - “Al centro di questo percorso di gioia del Figlio e della Madre, il Rosario pone, nel terzo mistero glorioso, la Pentecoste che mostra di volta in volta la Chiesa quale famiglia riunita con Maria, ravvivata dall’effusione potente dello Spirito, pronta per la missione evangelizzatrice.
La contemplazione di questo, come degli altri misteri gloriosi, deve portare i credenti a prendere coscienza sempre più viva della loro esistenza nuova in Cristo, all’interno della realtà della Chiesa, un’esistenza di cui la scena della Pentecoste costituisce la grande ‘icona’.
“E, infine, quello della Madonna, sarà uno sguardo ardente per l’effusione dello Spirito nel giorno di Pentecoste” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 10).
La voce dei fedeli
1 - “Giubilo e lode eterna a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver mandato nel cuore dei discepoli lo Spirito Santo e per aver comunicato al loro spirito un immenso e divino amore” (S. Brigida, Elevazione della mente a Cristo Salvatore).
2 - “Sono opposte due grandi concezioni.
Nell’ordine antico la grazia dello Spirito Santo era, per così dire, sporadica, come un soccorso dato da Dio in grandi circostanze.
Dopo la glorificazione di Gesù vi sarà lo Spirito, i credenti ne saranno animati; sarà diffuso dappertutto e con abbondanza; vi sarà lo stato normale di grazia, che la Chiesa riconosce nell’azione dei Sacramenti” (Lagrange, Evang. Selon Saint Jean).
3 - “Nella Pentecoste è evidente l’opera della madre che intercede con i discepoli per ottenere il dono dall’alto” (P. Maurizio Stedile, Il mistero di Maria, p. 72).
4 - “La Chiesa nascente è unita e prega.
Prega con Maria, la Madre di Gesù.
Nel Cenacolo la prima comunità cristiana è assistita dalla Madonna, all’inizio del suo cammino tra le prove e le tribolazioni del mondo.
La materna protezione di Maria, accompagni anche noi, perché possiamo essere una comunità di preghiera,, di adorazione e di sacrificio” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, pp. 117-118).
4° L’Assunta
La voce dello Spirito
E apparve nel cielo un grande prodigio: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle sul capo. Attendeva un bambino e gridava per le doglie e per il travaglio del parto.
E apparve un altro prodigio nel cielo: ecco un grande drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; con la sua coda trascinava giù il terzo delle stelle del cielo per precipitarle sulla terra. E il drago si fermò davanti alla donna che stava per dare alla luce un bambino, per divorarlo appena nato.
Ella diede alla luce un figlio maschio, destinato a governare tutte le genti con scettro di ferro, che fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono.
E la donna fuggì nel deserto, in un luogo preparato da Dio, dove avrebbe avuto di che vivere per tre anni e mezzo (Ap 12, 1-6).
La voce del Magistero
1 - “E questa maternità di Maria nella economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato nell’Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti.
Difatti, assunta in cielo, non ha deposto questa funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci le grazie della salute eterna” (L. G. 8, 62).
“() Assunta in cielo, non ha deposto questa funzione di salvezza, ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci le grazie della vita eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni sino a che non siano condotti nella Patria beata” (L. G., 8, 62).
2 – “Di lassù (Assunta in cielo) (), secondo i disegni di Dio, Ella prese a vegliare sulla Chiesa, ad assisterci e proteggerci come una Madre; di modo che, dopo essere stata cooperatrice dell’umana redenzione, divenne anche, per il potere quasi illimitato che le fu conferito, la dispensatrice della grazia che in ogni tempo da questa redenzione scaturisce”.
Nell’ufficio ortodosso viene detta: “Dispensatrice dei doni celesti”.
La voce del Papa
1 - “Il popolo cristiano ha sempre creduto a ragione, anche nei secoli passati, che Colei, dalla quale nacque il Figlio dell’Altissimo, che sarà Principe della pace, Re dei re e Signore dei Signori, al di sopra di tutte le altre creature di Dio ricevette singolarissimi privilegi di grazia.
Considerando poi gli intimi legami, che uniscono la Madre al Figlio, attribuì facilmente alla Madre di Dio una regale preminenza su tutto.
Si comprende quindi facilmente come già gli antichi scrittori della Chiesa, avvalendosi delle parole dell’arcangelo Gabriele, che predisse il regno eterno del Figlio di Maria, e di quelle di Elisabetta, che s’inchinò davanti alla Madre del Signore, abbiano a significare, determinando Maria Madre del Re e Madre del Signore, che tutta la regalità del Figlio dovesse derivare alla Madre dalla sua grande elevatezza e preminenza.
La Sacra Liturgia, che è lo specchio dell’insegnamento tramandato dai Padri e affidato al popolo cristiano, ha cantato nel corso dei secoli e canta continuamente sia in Oriente che in Occidente le glorie della Regina.
L’argomento principale su cui si fonda la dignità regale di Maria, già evidente nei testi della tradizione antica e nella sacra Liturgia è senza alcun dubbio la sua divina maternità.
Nelle sacre Scritture infatti del Figlio della Vergine si afferma Sarà chiamato figlio dell’altissimo e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre, e regnerà nella città di Giacobbe eternamente e il suo regno non avrà mai fine, e inoltre Maria è proclamata ‘Madre del Signore’. Ne consegue logicamente che ella stessa è Regina, avendo dato la vita a suo Figlio, che nel medesimo istante del concepimento, anche come uomo, era Re e Signore” (Pio XII, Enc. Ad coeli Reginam, 11 ottobre 1954).
2 - “’La contemplazione del volto di Cristo non può fermarsi all’immagine di Lui crocifisso. Egli è il Risorto.
Da sempre il Rosario esprime questa consapevolezza della fede, invitando il credente ad andare oltre il buio della Passione, per fissare lo sguardo sulla gloria di Cristo nella Risurrezione e nell’Ascensione”. (S. Giovanni Paolo II,
Rosarium Virginis Mariae, n. 23).
La voce dei fedeli
1 - “La morte non ha interrotto le relazioni tra voi e i vostri servi. Coloro dei quali siete stata la salvezza, voi non li avete abbandonati, poiché la vostra anima è sempre viva e la vostra carne non ha subito la corruzione. I nostri occhi, è vero, non possono vedervi, o Vergine Santissima; ma voi dimorate ugualmente in mezzo a noi, manifestandovi in vari modi a coloro che ne sono degni.
La tua carne infatti non osta in alcun modo alla potenza e all’efficacia del tuo spirito” (S. Germano di Costantinopoli, In dormt., l. c. 343-346).
2 - “La Madre di Dio è stata trasferita da questo mondo al cielo al fine di pregare il Figlio per noi, poiché il mondo sarebbe stato distrutto se non fosse sostenuto dalle preghiere di Maria.
Dopo che è ascesa al cielo, Essa sta assiduamente dinanzi a Dio, effondendo le sue preci per i nostri peccati. Ella sostiene i giusti, affinché non cadano; consola i peccatori, affinché non periscano” (Anonimo, Homil. 59, inter Subdit., PL 94, 422).
3 - “A chi ti somiglieremo noi, o Madre della bellezza?
Tu sei davvero il paradiso di Dio, perché desti al mondo l’albero della vita e chi mangerà di esso vivrà in eterno. La fonte della vita che sgorgò dalla bocca dell’Altissimo, passò attraverso il tuo seno e, divisasi poi in quattro parti, andò a irrigare la faccia dell’arido mondo, rallegrando la città di Dio…
O quanto hai dato al mondo, tu che meritasti di essere l’acquedotto di un’acqua tanto salutare…
- Parla, o Signora, perché il tuo Figlio ti ascolta.
- Invoca il tuo buon nome sopra di noi e saremo curati dalla lebbra della carne e dello spirito” (Anonimo, Homil. 52, PL 95, 1516).
4 - “Uscita del corpo, con lo spirito è con noi, trasportata in cielo fuga i demoni, fatta Mediatrice presso Dio…
Esulti ogni creatura che, dal virgineo seno attinge misticamente le onde dell’immortalità, mediante le quali viene liberata dalla sete mortifera” (S. Teodoro Studita, Orat. V, PG 99).
5 - “Nel grande portento del cielo visto da S. Giovanni nell’Apocalisse, nella donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e incoronata di dodici stelle, scorgiamo la glorificazione di Maria, assunta in corpo ed anima agli splendori celesti e la missione della Chiesa.
Dio non volle che essa conoscesse la corruzione del sepolcro.
Maria era stata concepita senza peccato originale, dalla sua carne aveva generato il Figlio di Dio, autore della vita.
Nella sua risurrezione fu glorificato il suo corpo immune dal peccato originale e attuale, nella sua assunzione ci fu la conferma della sua pienezza di grazia, nell’ingresso del suo corpo e della sua anima in cielo fu riconosciuta la duplice sua maternità: Madre di Gesù e Madre nostra” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 126).
6 - “La fede nell’Assunzione di Maria non deriva certo dai fatti storici. E’ la Chiesa che, sotto la luce dello Spirito Santo, ha preso progressivamente coscienza della dignità di Maria Vergine, esente dal peccato. La Madre di Gesù è ormai unita alla vittoria del Figlio.
Questa vittoria è la maternità regale e trionfante, che esercita e che la rende Madre e modello della Chiesa” (M. A. Einard, Il vangelo di Maria, ed. Messaggero, pp. 177-180).
7 - “L’Assunzione della Vergine proclama che il nostro corpo è salvato ed è degno di stare vicino a Dio.
‘La carne è già salvata.
L’inizio è già avvenuto in una donna, in un essere della nostra razza che ha pianto e sofferto con noi, che è morta come noi.
La nostra povera carne che taluni adorano e altri odiano, è già fatta degna di essere eternamente presso Dio, di essere salvata e confermata per l’eternità.
Non solo nel Figlio del Padre che viene ‘dall’alto’, ma in una figlia della nostra razza che come noi viene dalla terra” (K. Rahner).
8 - “Ancora l’Assunzione di Maria canta soprattutto la gloria di Dio. A differenza di Cristo, Maria non si è elevata, non è ascesa al cielo, ma è sta elevata dalla potenza del Figlio risorto e glorioso. Dall’Immacolata Concezione all’Assunzione, tutto è dono di Dio, tutto è grazia nella vita della Vergine.
Nella Chiesa trionfante Maria oggi ricorda a noi
che siamo tentati di presumere delle nostre forze, che in definitiva la felicità, la trasformazione del mondo, la realizzazione del regno non dipendono da noi, tutto è opera di Dio, tutto è grazia.
Maria, ponendo rimedio alle nostre attuali tentazioni di disperazione e di presunzione, vive con il gusto dei valori terreni, immettendovi la speranza e l’attesa del dono divino dell’umiltà, che ne è la componente umana” (M. A. Enard, Il vangelo di Maria, ed. Messaggero, pp. 177-180).
5° Regina del cielo e della terra
La voce dello Spirito
Apparve una moltitudine immensa che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua.
Tutti stavano in piedi davanti al trono e all’Agnello, avvolti in vesti candide e portavano palme nelle mani.
E gridavano a gran voce: ‘la salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all’Agnello’.
Uno dei vegliardi allora si volse a me e disse: ‘Quelli che sono vestiti di bianco chi sono e donde vengono?’.
Gli risposi: ‘Signore mio, tu lo sai’.
E lui: ‘Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide nel sangue dell’Agnello. (Ap 7, 9-10 e 13- 14).
“Mentre dei cinque misteri ‘gaudiosi’ e del quarto ‘glorioso’ abbiamo la testimonianza della S. Scrittura o del Magistero ‘straordinario’ della Chiesa, del 5° mistero glorioso (‘Regina’) non abbiamo altrettanto indiscutibili testimonianze. (Roschini).
Ma la voce dei Papi e della Tradizione suppliscono abbondantemente. Accenniamo solo ad alcune”. (Vedi La Voce dei Papi).
La voce del Magistero
1 -- “L’Immacolata Vergine, preservata immune da ogni macchia di peccato originale, finito il corso della sua vita terrena, fu assunta alla celeste gloria in corpo e anima, è dal Signore esaltata quale Regina dell’universo, perché fosse più pienamente conformata col Figlio suo, Signore dei dominanti e vincitore del peccato e della morte” (LG, 59).
2 - “La Madre di Gesù, come in cielo glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è immagine e inizio della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla ora innanzi al peregrinante Popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a che non verrà il giorno del Signore” (2 Pt 3, 10 ,(LG:, 8 68).
3 - “(Maria) con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo ai pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata. Per questo la beata Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Soccorritrice, Mediatrice.
Il che però va inteso in modo che nulla detragga o aggiunga alla dignità e all’efficacia di Cristo, unico Mediatore.
Nessuna creatura infatti può mai essere paragonata col Verbo incarnato e Redentore; ma come il sacerdozio di Cristo è in vari modi partecipato e dai sacri ministri e dal popolo fedele, e come l’unica bontà di Dio è realmente diffusa in vari modi nelle creature, così anche l’unica mediazione del Redentore non esclude, ma suscita nelle creature una varia cooperazione partecipata da un unico fonte.
E questa funzione subordinata di Maria la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente, continuamente la sperimenta, e raccomanda all’amore dei fedeli, perché, sostenuti da questo materno aiuto, siano più intimamente congiunti col Mediatore e Salvatore” (LG.. 8, 62).
4 - “La Madre di Gesù, glorificata ormai nel corpo e nell’anima, brilla dinanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore” (Pt 3, 10) (LG. 8, 68)
La voce del Papa
Nei tempi più lontani:
1 - Gregorio II (715-731. La chiama “Signora di tutti”
2 - Innocenza III (1198-2016): “Regina del cielo"
3 - Nicola IV (1198-1202): “Maria Regina degli angeli”
4 - Giovanni XXII (1316-1334) concesse quaranta giorni di indulgenza a tutti coloro che avrebbero recitato il “Salve, Regina”.
5 -- Bonifacio IX (1389 - 1404) : “Perfetta Regina”
6 - Sisto IV (1471-1484): “Regina dei cieli”
7 -Paolo V (1605-1621): “Regina del cielo”
8 - Clemente XV 1621-1628): “Celeste Regina”
9 - Benedetto XIV (1740-1758): “Signora gloriosa”
Nei tempi vicini a noi:
1 - “Maria poi sta alla destra di lui come Regina, sicuro rifugio e fedelissima ausiliatrice di quanti sono in pericolo, in modo che non vi sia luogo né a timore, né a disperazione ove sia guida e propizia "difenditrice” (Beato Pio IX, Ineffabilis Deus).
2 - “Così nella celeste città di Dio, ella sederà in eterno coronata, presso il suo Figlio, perché costantemente durante tutta la sua vita, ma in modo particolare sul Calvario, berrà con lui il calice traboccante di amarezza” (Leone XIII, Magnae Dei Matris, 18 sett. 1892).
3 - “Per disegno divino, Ella, fin dall’Assunzione al cielo, incominciò a vigilare talmente sulla Chiesa e a mostrarsi nostra Madre che, com’era era stata ministra del mistero della redenzione, divenne parimenti anche ministra della grazia da meritarsi, ‘in ogni tempo’, dalla medesima, con un potere quasi senza misura” (Leone XIII, Adiutricem populi, 5 settembre 1895).
4 - “E poiché il mistero della redenzione umana non sarebbe stato completo fino alla venuta dello Spirito Santo promesso da Cristo, vediamo Maria nel Cenacolo, dove assieme agli apostoli e pregando per loro con gemiti ineffabili, preparava la Chiesa per ricevere la pie3nezza dello stesso Spirito, dono supremo di Cristo e tesoro che non mancherà mai in nessun tempo” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 settembre 1984).
5 - “Fin dal sc. II, Maria Vergine viene presentata dai santi Padri come nuova Eva, strettamente unita al nuovo Adamo… in quella lotta contro il nemico infernale che, come è stato preannunziato nel Protoevangelo (Gen. 3, 15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte” (Pio XII, Enc. Muneficentissimus Deus). RII/327
6 - Pio XII nella sua Lettera Enciclica ‘Ingruentium malorum’ dice: “Maria fu preservata dalla corruzione del sepolcro e, vinta la morte come già il suo Figliolo, fu innalzata anima e corpo alla gloria del cielo, dove risplende regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli. Questa sua regalità vogliamo perciò esaltare con legittimo orgoglio di figli e riconoscerla come dovuta alla somma eccellenza di tutto il suo essere, o dolcissima e vera Madre di Colui, che è Re per diritto proprio, per eredità e per conquista… Il 22 Agosto istituì la ‘Memoria’ liturgica’ di “Maria Regina”.
La voce dei fedeli
1 - “Tu godi, presso il Figlio, quale madre, di una fiducia che non conosce rifiuti o ripulse: tu hai una insuperabile potenza, una forza inespugnabile. I molti nostri peccati, te ne prego, non superino l’immensa forza della tua misericordia!...
Nulla infatti resiste alla tua potenza… Il tuo Figlio ti ha reso più eccelsa dei cieli, e ti prepose a tutte le cose create…
- Egli si compiace delle tue petizioni,
- si diletta della tua intercessione, e
- non rifiuta mai di esaudirti, poiché Egli ritiene come Sua la Tua gloria, e adempie, quale Figlio esultante, come debitore, le tue richieste” (Giorgio di Nicomedia, Homil, in SS. Deip. ingr. in Templ., PG, 100, 1439).
2 - “L’ingresso nella gloria del paradiso, l’incoronazione e proclamazione da parte di Dio a Regina del cielo e della terra, segna l’apoteosi e il trionfo finale di Maria.
L’Apocalisse ci mostra l’immane lotta che si svolge furiosa tra Cristo e la Chiesa contro Satana e il male; e la grande vittoria finale riportata da Cristo e dalla Chiesa.
Se saremo autentici seguaci di Cristo e devoti imitatori di Maria, se con rassegnazione avremo saputo sopportare le prove della vita e le avremo rese feconde per la salvezza nostra e dei fratelli, un giorno parteciperemo anche noi alla gloria del nostro capo Cristo, e della nostra Madre Maria” (P. Giuliano Ferrini, Maggio con Maria, p. 131).
3 – “Questo patrocinio e questo rifugio non fu sottratto alla Chiesa quando Maria fu elevata al cielo. Il suo ricordo e l’ufficio di Madre indulgentissima della Chiesa, che esercita in cielo, unito al massimo potere che dimostra vicino a suo Figlio, commuove e accresce la singolare consolazione e il fervore divino che giunge alla Chiesa per l’appoggio della Vergine.
E certamente l’aiuto di Maria assicurò il felice esito delle imprese della Chiesa, la più grande delle quali fu la conversione della gentilità, e la fruttuosa efficacia della predicazione evangelica” (Alcazar, In Apoc., c. XII).
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