Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

In questo Settore vengono riportate notizie e immagini fornite da altri redattori.
Nello specifico, i testi sono stati realizzati da Padre Leonardo Bellonci, francescano, che ha fornito anche parte delle immagini, mentre la grafica della pagina è stata realizzata da Cartantica.
Tutti gli articoli degli altri Settori sono state realizzati da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità su quanto fornito dai collaboratori.

"N.B.: L'Autore prescrive che qualora vi fosse un'utilizzazione per lavori a stampa o per lavori/studi diffusi via Internet, da parte di terzi (sia di parte dei testi sia di qualche immagine) essa potrà avvenire solo previa richiesta trasmessa a Cartantica e citando esplicitamente per esteso il lavoro originale (Autore, Titolo, Periodico) ."

 

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ADORAZIONI EUCARISTICHE

 

 

Con l'autorizzazione del Vescovo + Giancarlo Vecerrica
Con l'autorizzazione del Ministro P. Ferdinando Campana

 

 

Adorazioni eucaristiche Che cosa sono? E’ il caso oggi?


A questi due interrogativi risponde il Magistero ordinario e straordinario della Chiesa Cattolica. Ecco alcune voci.


Pio XII, Enciclica ‘Mediator Dei’.

106 - () “La Chiesa, fin dalle origini, ha adorato il Corpo di Cristo sotto le specie Eucaristiche” ().

107 - “I sacri Concili insegnano che, fin dall’inizio della sua vita, è stato trasmesso alla Chiesa che si deve adorare ‘con un’unica adorazione’ e il Verbo incarnato e la sua propria carne” ().

108 - “Da questi principi dottrinali si è venuto poco a poco sviluppando il culto Eucaristico dell’adorazione, distinto dal santo Sacrificio. La conservazione delle Sacre Specie per gli infermi, e per quelli che venivano a trovarsi in pericolo di morte, introdusse il lodevole uso di adorare questo cibo celeste conservato nelle chiese. Questo culto di adorazione ha un valido e solido motivo. L’Eucaristia, difatti, è un sacrificio ed è anche un Sacramento; e differisce dagli altri sacramenti in quanto non solo produce la grazia, ma contiene in modo permanente l’Autore stesso della grazia”.

110 - “() Perciò la Chiesa non solo ha approvato, ma ha fatto suoi ed ha confermato con la sua autorità questi devoti esercizi, propagati dovunque nel corso dei secoli”. (B. S. Giovanni Paolo II, ‘Mane nobiscum’, n. 30).
() “cercate di fare esperienza di quanto è dolce non solo partecipare ogni giorno alla Santa Messa, ma anche indugiare a lungo nel dialogo con Gesù”.

(Benedetto XVI, ‘Sacramentum caritatis’ , n. 66).
“L’atto di adorazione, al di fuori della Messa, prolunga e intensifica quanto è stato fatto nella Celebrazione liturgica stessa. Infatti soltanto nell’adorazione può maturare un’accoglienza profonda e vera. E proprio questo atto personale di incontro col Signore matura poi anche la missione sociale che nell’Eucaristia è racchiusa e che vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e noi, ma anche e soprattutto le barriere che ci separano dagli altri”.


Le “QUARANT’ORE”


che cosa sono? Chi ne parla?


a) Sono adorazioni ‘annuali’.
b) Ne parla la Chiesa. Ecco alcune voci:


(Leone XIII, Enciclica ‘Mirae caritatis’, n. 19)

“Le antiche istituzioni, se in qualche luogo andarono in disuso, si devono richiamare in vigore, come ad esempio i sodalizi eucaristici, le preghiere delle Quarant'ore, le solenni processioni, le visite al santissimo sacramento nel tabernacolo, e altre simili pratiche sono molto salutari”.

(Pio XII, ‘Mediator Dei’, n. 109).

“Di questo culto la Chiesa, nel decorso dei tempi, ha introdotto varie forme, ogni giorno certamente più belle e salutari: come, per esempio, devote e anche quotidiane visite ai divini tabernacoli; benedizioni col santissimo Sacramento; solenni processioni per paesi e città, specialmente in occasione dei Congressi Eucaristici, e adorazioni dell’augusto Sacramento pubblicamente esposto. Le quali pubbliche adorazioni talvolta durano per un tempo limitato, talvolta, invece, sono prolungate per intere ore e anche per quaranta ore, in qualche luogo sono protratte per la durata di tutto l’anno, a turno, nelle singole chiese; altrove, poi, si continuano anche di giorno e di notte, a cura di Comunità religiose; e ad esse prendono parte anche i fedeli”.


(S. Giovanni Paolo II , ‘Dominicae cenae’, n. 3).

“L’adorazione di Cristo in questo sacramento d’amore deve poi trovare la sua espressione in diverse forme di devozione eucaristica: preghiere personali davanti al Santissimo, ore di adorazione, esposizioni brevi, prolungate, annuali quarantore, benedizioni eucaristiche, processioni eucaristiche, congressi eucaristici”.

(Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti, n. 13).

“l’adorazione perpetua, quale quella delle Quarant’ore o altre forme, () investono un’intera comunità religiosa, o un’associazione eucaristica, o una comunità parrocchiale, e forniscono l’occasione per numerose espressioni di pietà eucaristica”.

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Premessa


Cliccando “ore di adorazione” su internet, ho trovato un’abbondantissimo materiale, tutto di ottima fattura. E’ stata una scoperta entusiasmante per me, appassionato da sempre di questa forma di pietà eucaristica.

Per lo più gli autori di internet credo che pensino ad un’assemblea adorante, infatti suggeriscono canti, preghiere dei fedeli, oltre a una liturgia per la esposizione e reposizione del Ss.mo Sacramento. Si tratta di materiale, oltre che qualitativamente eccellente, sicuramente attuale, oggi che il culto per la Ss.ma Eucaristia ha preso grande quota.

Tra le forme di culto eucaristico ce n’era una che, ai tempi della mia infanzia (parlo del secolo scorso), mi impressionava molto: quando vedevo, per esempio, mio padre vestire la cappa e rimanere un’ora a tener compagnia a Gesù sacramentato durante le cosiddette ‘Quarant’ore’.
Per quello che so, questa forma di culto non è oggi molto seguita. Allora ho pensato: chissà che, preparando un materiale (magari raccolto in una pubblicazione) ‘ad hoc’, non possa anch’essa ritornare attuale?
E ho concepito questo lavoro che, anche se non avrà valore come pubblicazione, son certo che Gesù Eucaristia me lo considererà come atto d’amore.

Esso si divide in cinque parti: L’Eucaristia:
- prevista, tipicizzata e profetizzata nell’A.T.,
- raccontata nella storia della sua istituzione,
- difesa dal primo al XIX secolo del cristianesimo,
- adorata dalla fine del secondo XIX ad oggi.
- appendici.

Per le ‘Appendici’ abbiamo preso il dettato
- del Sinodo dei Vescovi (“Eucaristia Fonte e Culmine della missione della Chiesa”),

- della Congregazione per il culto Divino e la disciplina dei Sacramenti (“Anno eucaristico”),
- della Congregazione dei Riti (“Istruzione sul culto eucaristico”).

Per simmetria (escluse le Appendici) le Adorazioni dovrebbero
essere dieci per ogni parte.
Non è sempre così.
Però le adorazioni sono quaranta e i conti tornano.

Oltre all’evidente criterio storico su cui abbiamo concepito il lavoro, ciò che abbiamo tenuto presente e che abbiamo osservato fino, forse, alla noia, sono state tre direttive:

1) Far precedere, come ‘tema unitario dell’ora’, un passo scritturistico o del Magistero ordinario e straordinario della Chiesa.

2) Ripetere in tutte lo stesso schema: fede, adorazione, pentimento, richiesta e ringraziamento.

3) Dare, in ognuno di questi ‘momenti’, lo stimolo e la possibilità di riflettere su un’idea.

Perciò ogni articolazione dello schema è concepito a‘pensierini’.
Perché ciò fosse evidentissimo li abbiamo, anche tipograficamente, staccati uno dall’altro.
Abbiamo cercato di fare in modo che ogni pensierino contenga un’idea, per togliere spazio alla distrazione e facilitare di passare l’ora in meditazione adorante.
Siccome, dal punto di vista nostro, questo fatto è molto importante, vogliamo tentare di spiegare meglio il concetto.
Cinque – abbiamo detto - sono i ‘tempi’ di ogni ora di adorazione e, orientativamente, nove/dieci sono i ‘pensierini’ per ognuna. Dunque si tratta di quarantacinque/cinquanta spunti per ogni ‘meditazione adorante’.
Basta riflettere un minuto, o anche meno, per ognuno di essi e, con la lettura, son passati più di tre quarti d’ora. Con la Lettura scritturistica iniziale, la Preghiera e la Comunione spirituale si arriva a un’ora ‘impegnata’ senza accorgersi.
Senza dire che, se uno non dispone di un’ora, trova qui materiale anche per una visita breve o brevissima.
Nella Appendice IV abbiamo raccolto testi per preghiere, comunione spirituale, adorazione iniziale e saluto. Pensiamo che possono essere utili.

Le illustrazioni?
Sono abbondantissime. Le abbiamo scelte dal repertorio classico, e (tantissime!) da quello della devozione popolare.
Le une e le altre dicono come è vivo il culto per la SS.ma Eucaristia.

I canti?
Se si è soli non sembra il caso di farli.
Se si è in più, ognuno sceglie quelli che, nella sua ‘chiesa particolare’, sono di comune dominio (tenuto conto anche del fatto che, in questo momento, ogni Diocesi, in Italia, ha un suo repertorio).
Alcuni sono nella quarta Appendice (se non si cantano, sono ottime preghiere).
Abbiamo rivolto particolare attenzione a sequenze o inni che hanno segnato il culto eucaristico per lunghi secoli, e che ora sono dimenticati.
Di essi (che hanno il testo in latino) abbiamo anche tentato una traduzione. Miserere!!!

Abbiamo preferito, alla forma espositiva (in quelle presenti su internet ce ne sono alcune mirabili) la forma di dialogo diretto con il Signore. Ci sembra meno ‘intellettuale’ e più ‘preghiera’.

Come è doveroso, diciamo il nostro grazie,

- De Agostani Picture Library per averci permesso di utilizzare le seguenti immagini dall’opera ‘Storia Universale dell’Arte’:
Sacrifici offerti da Abele e Melchisedec, vol. III, pag. 82; Ultima Cena di Andrea del Castagno. Vol. V. pag. 194; Ultima Cena di Tintoretto, vol. VI, pag. 263; Ultima Cena di J. De Juanes, p. 282, vol. VI; Cena in Emmaus di Caravaggio, pag. 388, vol. VI.

- Ministro Provinciale dei Frati Minori Cappuccini delle Marche per aver concesso la riproduzione di ‘Tabernacoli’ in stile Cappuccino;

- P. Aurelio Prof. Barbaresi, per aver rivisto pazientemente il lavoro;

- Sig. Alberto Lori non solo per aver rivisto il lavoro, ma anche per tutto l’aiuto preziosissimo nella scelta, nella scansione e nel reperimento di molte immagini.

- Ai Parroci fabrianesi Don Alfredo e Don Tonino, a Aldo Pesciarelli, ai Confratelli di Matelica e di Sassoferrato per averci fornito immagini relative al Giovedì Santo.

- I coniugi Cristina e Alessio Rallini-Fabrizi per l’originale, bellissima copertina.

- L’abbiamo lasciata per ultima, perché specialissimo GRAZIE debbiamo dirlo a Patrizia, la mente e il cuore di ‘Cartantica’, per le tante immagini che ci ha fornito, organizzato e ottimizzato.

- E, per non dimenticare nessuno, un grande ‘grazie’ lo diciamo a tutti coloro che in qualche modo ci hanno aiutato.
Il Signore benedica tutti

Fabriano Novembre 2014


P. Leonardo Bellonci Francescano

 

 

PARTE PRIMA

L’EUCARISTIA PROFETIZZATA

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“Iddio, una volta, ha parlato
in molte lingue e in molti modi”


L’eucaristia: Tipi e Figure dell’Antico Testamento


TIPI. Sono “quelle speciali figure, che non soltanto sono di comune consenso, quasi per una tradizione pia e poetica, accostate a cose del Nuovo Testamento, ma ebbero veramente valore di annunzio.
PROFEZIE vere e proprie fatte con avvenimenti, con FIGURE (personaggi), oltre che con parole:

- Melchisedek,
- sacrifici levitici, tra i quali quello incruento, offerta di olio e fior di farina,
- la ‘Pasqua ebraica’: dalle sue origini (mar Rosso), rito mosaico, fino ai tempi neotestamentari”.

(P. Giovanni Rinaldi CRS, in EUCARISTIA, p. 9).

Parte prima

1 - Melchisedech : Pane e Vino
2 - “ : Sacerdote del Dio altissimo
3 - L’Eucaristia : nutrimento (la Manna)
4 - “ : la Manna vera
5 - “ : cuore dell’Alleanza nuova
6 - “ : il Pane che dà forza
7 - “ : nella profezia di Malachia
8 - “ : nella Pasqua ebraica
9 - “ : nella poesia ebraica


1 - L’eucaristia: pane e vino
Gn 14, 17-20
MELCHISEDECH

 

17 - Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta
di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sodoma
gli uscì incontro nella valle di Save, cioè la valle del re.
18 - Intanto Melchisedek re di Salem, offrì pane e vino:
era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
19 - “Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,
creatore del cielo e della terra,
20 - e benedetto sia il Dio altissimo,
che ti ha messo in mano i tuoi nemici”.
Abramo gli diede la decima di tutto.


“L’offerta di Melchisedek ad Abramo (pane e vino) era fatta perché così il ‘Re di Salem’ sperava di evitare razzie nel suo territorio da parte di Abramo che tornava vincitore da una guerra (?) affamato e assetato, o era la prefigurazione del nuovo sacrificio che verrà istituito da Cristo?
Giudicando superficialmente, la prima ipotesi sembrerebbe la più accettabile.
Però se si esamina il contesto appare più probabile la seconda

a)’E Melchisedek produsse pane e vino: egli era sacerdote dell’Altissimo’;

b) All’offerta segue un’azione veramente sacra e sacerdotale: quella della duplice benedizione impartita da Melchisedek ad Abramo da parte del Dio altissimo, e quella pronunciata a riguardo del Dio altissimo stesso per aver concesso la vittoria ad Abramo).

Ora, se anche l’offerta del pane e del vino fosse messa in relazione con il carattere sacerdotale di Melchisedek, ciò significherebbe che detta azione pure è considerata dall’autore come ‘sacerdotale e sacra’.

Questa conclusione pare favorita dalla punteggiatura del“masoretico” che unisce l’inciso a quanto precede ponendo il punto dopo l’inciso stesso, nonché dalla Volgata, che ve lo congiunge anche più strettamente mediante un ‘enim’ (erat enim sacerdos Dei altissimi) e il Greco dei Settanta che traduce‘Et’ dell’ebraico con dè e pone il punto dopo l’inciso.

(D. Giorgio R. Castellino, ne “Il Sacrificio di Melchisedek”, in A. Piolanti: ‘Eucaristia’, pag. 15).


Signore, noi crediamo


che sotto le specie del pane e del vino c’è la tua persona (corpo, sangue, anima e divinità).

Signore, noi lo crediamo perché Tu l’hai predetto nel pane e vino che Melchisedeck, re di Salem, offrì ad Abramo.

Signore, noi lo crediamo perché nell’ultima cena Tu, prendendo un pane, hai detto: Prendete e mangiate: questo è il mio corpo che è dato per voi.

Signore, noi lo crediamo perché nell’ultima cena Tu, prendendo il calice delle benedizioni, hai detto: Prendete e bevete: questo è il sangue che è sparso per voi e per tutti, in remissione dei peccati.

Signore, noi lo crediamo perché gli apostoli hanno capito e interpretato nel senso ovvio le tue parole.
Signore, lo crediamo perché, di fronte ai tuoi uditori che contestavano le tue affermazioni, Tu hai ribadito con estrema chiarezza che parlavi delle tue carni e del tuo sangue, e che, anzi, mangiare la tua carne e bere il tuo sangue erano le condizioni irrinunciabili per possedere la vita eterna.

Signore, noi lo crediamo perché le prime generazioni cristiane così hanno creduto e così concludevano le loro adunanze.

Signore, noi lo crediamo perché la Chiesa santa, nel suo magistero ordinario e straordinario, ha ribadito con determinazione estrema questa verità.

Signore, noi lo crediamo perché sterminate moltitudini di martiri, di ogni tempo e di ogni luogo, in questo sacramento hanno trovato la forza per la loro testimonianza eroica.

Signore, sappiamo che per noi le tue parole sono mistero, ma se la nostra fede non si sintonizzasse con quella della profezia, della storia, del magistero della Chiesa e del sacrificio di tanti martiri, noi saremmo quanto meno dei presuntuosi. Per ciò crediamo.

Signore, sono tante le cose che non vediamo e non comprendiamo, eppure non abbiamo problema ad accettarle pur sapendo che chi le afferma potrebbe anche sbagliare. Come potremmo non accettare le parole dette da te, che sei la stessa verità? Crediamo.


 

Signore, ti adoriamo…



Signore, ti adoriamo… come Abramo che, quando ti vide, corse incontro a te dall’ingresso della sua tenda, e si prostrò fino a terra, dicendo: Mio Signore, se ho trovato grazia a tuoi occhi, non passar oltre senza esserti fermato dal tuo servo.

Signore, anche noi, come Abramo, ti preghiamo di fermarti davanti alla miseria della nostra vita, e ti preghiamo di accettare, in segno della nostra adorazione, quel poco che possiamo offrirti.

Signore, noi ci siamo prostrati dinanzi a te con il nostro pensiero, con il nostro amore, con la nostra volontà; e ti adoriamo con tutto quello che abbiamo e quello che siamo.

Signore, saremo gli esseri più felici del mondo, se Tu accetterai la nostra adorazione e vorrai sopportarci, perché sappiamo che la tua presenza sarà dono per noi come lo fu per il tuo amico Abramo.

Signore, aiutaci a dar concretezza all’adorazione che ti protestiamo, col riversare le nostre attenzioni sui fratelli bisognosi, perché tutti loro sono immagine di te e in ognuno di loro tu ti incarni.

Signore, vogliamo adorarti in ogni momento della nostra esistenza; aiutaci a non dimenticare questo buon proposito quando ci sentiamo felici e pensiamo di non aver bisogno di te.

Signore, sappiano che le nostre promesse sono spesso smentite dalle scelte della nostra vita; Tu, che ci hai creato e conosci la fragilità della natura umana, aiutaci ad essere persone che sanno onorare i propri impegni.

Signore, aiutaci a rendere la nostra vita un ininterrotto atto di adorazione a te nella coerenza della nostra fede, del nostro amore, delle nostre scelte.

Signore, poiché servire a te è regnare, aiutaci a far della nostra vita un atto di dedicazione al tuo culto, adorandoti, credendoti, amandoti qui in terra, perché noi possiamo avere in cielo quella gloria e felicità che Tu ci hai riacquistato e di cui il ‘Convito sacro’ è ‘pegno’.

Signore, aiutaci a dar concretezza alla nostra adorazione sforzandoci di far diventare la nostra vita un’accettazione incondizionata di te, come quella di Maria, Madre tua e Madre nostra.

 

*

Signore, perdonaci



Signore, perdonaci tutte le volte che, nella nostra vita, non rivolgiamo a te un pensiero, un affetto, una dichiarazione di amore… Perdona questa nostra trascuratezza e aiutaci ad acquisire un po’ sensibilità verso di te.

Signore, per rimanere eternamente con noi, e perché con facilità noi possiamo sempre averti vicino, hai inventato di identificarti col pane e il vino consacrati. Ma spesso neanche queste tue divine trovate sono capaci di sensibilizzare le nostre attenzioni per te. Perdona…

Signore, Tu, che hai scelto di essere sempre con noi, ti accontenti che noi decidiamo di essere con te per qualche momento della nostra giornata. Ma le ‘preoccupazioni’ quotidiane ci distraggono e ci fanno dimenticare anche le norme più elementari del convivere. Perdonaci.

Signore, il pane e il vino sono gli alimenti basilari della nostra sopravvivenza, perciò li hai scelti per realizzare l’ineffabile sacramento dell’Eucaristia. Noi non ci dimentichiamo di nutrire il nostro corpo, ma quante poche volte ci ricordiamo di nutrire di te la nostra anima!. Perdona…

Signore, anche tra noi uomini nulla fa tanto soffrire quanto il vedere un’attenzione non notata. O non sentire un‘grazie’ detto in qualche modo. Perciò la persona normale sta attenta a ciò. Solo con te noi non conosciamo questo galateo. Perdona…

Signore, perdona la nostra presunzione quando vogliamo giudicare i nostri fratelli. Ti preghiamo: fa’ che tutti avvertiamo le squisitezze del tuo amore per noi, e, in qualche modo, proviamo a contraccambiarlo con loro.

Signore, quando parliamo di Te forse diciamo cose sagge, ma poi, nella vita, quelle cose le ignoriamo affatto. Perdonaci.

Signore, la tua Madre santissima, dopo la tua Ascensione, era accanto ai tuoi discepoli nel Cenacolo, per insegnar loro che l’amore di Dio si ricambia con un’accettazione costante e generosa delle proposte di Lui. Anche noi siamo suoi allievi, ma quanto disattenti!. Nonostante una tale Maestra, non
facciamo alcun progresso. Perdonaci e dacci aiuti efficaci.

 

*

 

 

Signore, Ti chiediamo



Signore, ti chiediamo il pane della tua parola, perché "sia luce ai nostri passi’ sempre, ma soprattutto nei momenti bui della nostra esistenza.

Signore, Tu hai detto: "Io sono il pane della vita, chi viene a me non avrà più fame; e chi crede in me non avrà più sete". Abbiamo fame e sete di tante cose che, però, non ci saziano, né ci dissetano. Aiutaci a volere ciò che, una volta mangiato, non si avrà più fame né sete.

Signore, tu hai detto: "Il pane di Dio è colui che scende dal cielo e dà la vita al mondo". Facci aver sempre fame di te, dacci la costanza di cercarti finché non ti abbiamo trovato e non ci siamo immedesimati con te, pane vero disceso dal cielo. Dio, a Mosè hai promesso e dato la manna per sfamare il tuo popolo nel deserto, ma Gesù ha precisato che quella era solo un’immagine di ciò che lui avrebbe dato: non il nutrimento per un giorno, ma per l’eternità; non per sfamare un popolo, ma tutti i popoli della terra. Aumenta in noi questa fede.

Signore, il pane che la tua Provvidenza ci dona ogni anno è il segno concreto della tua bontà per tutti. Non ce lo far mancare mai; dacci la coscienza di non sprecarlo, ma di dividerlo con buona grazia con coloro che, non avendolo, soffrono la fame. E sono tanti

Signore, Tu hai ci hai invitato a procuraci, prima del Cibo che perisce, quello che dura per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo darà: la santissima Eucaristia, il pane soprasostanziale che nutre lo spirito. Tu lo doni a tutti e sempre, ma quanto poco noi apprezziamo il tuo dono comunicandoci frequentemente.

Signore, Tu ti sei nascosto sotto le specie del pane e del vino per farci capire che di te abbiamo bisogno per il nostro spirito almeno come del pane e del vino per il nostro corpo. Ma la nostra umanità ha difficoltà a capirlo. Apri la nostra mente perché possiamo capire e infiamma il nostro cuore perché possiamo amare.

Signore, dacci gusto per ammirare le meraviglie del creato. Dacci amore e sensibilità per essertene eternamente grati.

*

 

Signore, Ti ringraziamo

con tutto il cuore per averci ispirato e aiutato a compiere questo incontro personale con te, nascosto sotto le specie eucaristiche.

Signore, è stata veramente piacevole la tua compagnia edè stato altamente positivo tutto ciò che ci hai detto, e tutto ciò su cui ci hai suggerito di riflettere. Grazie!

Signore, ti ringraziamo perché Tu solo puoi aiutarci a rimanere in costante relazione con te, perché Tu solo hai parole di vita eterna, Tu solo puoi medicare e guarire le tante ferite che la vita di ogni giorno ci procura, Tu solo puoi ristorare la nostra stanchezza, Tu solo comprendi e perdoni le fragilità della natura umana.

Signore, ti ringraziamo di esserti concesso alla nostra compagnia: cercheremo di tornare spesso a dirti la nostra fede e il nostro amore, a ripeterti i buoni propositi che ci ispiri, e, purtroppo anche a confessarti che il più delle volte non li abbiamo onorati

Ma se la tua compagnia ci servisse anche solo a prendere coscienza delle nostre negatività, ci avrebbe sempre fatto un gran dono: quello di giudicarci non con l’occhio della superbia, ma con quello della verità: dell’umiltà. Ti ringraziamo perché i tuoi doni, soprattutto questo, servono sempre per conquistare la vita eterna.

Signore, ti ringraziamo perché nel sacrificio incruento di Melchisedeck ci anticipi profeticamente il sacrificio di pane e vino con cui il tuo Figlio si sarebbe identificato nella Santissima Eucaristia.

Signore ti ringraziamo perché nel Sacerdozio di Melchisedek adombri il Sacerdozio di Gesù e il sacerdozio che Gesù avrebbe, la sera del Giovedì santo, partecipato anche a noi.

Signore, ti ringraziamo per aver rinnovato il criterio di scelta dei tuoi sacerdoti. Nella legge del Levitico era automaticamente sacerdote chi apparteneva a quella tribù. Dopo di te è sacerdote unicamente chi Tu vuoi e scegli. Come Melchisedek: senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile a te, Figlio di Dio, e rimane sacerdote in eterno.

 

*



2 - L’eucaristia:
Sacerdote del Dio altissimo
Eb 1, 1-17


Avremo altre opportunità per parlare del legame che esiste fra l’Eucaristia e il Sacerdozio.
Qui vogliamo ricordare di chi Melchisedek, “Sacerdote dell’Altissimo”, è tipo e figura.
Ne parla con chiarezza la lettera agli Ebrei 7, 1-17 dove si afferma che Gesù è sommo sacerdote per sempre alla maniera di Melchisedek.

Rileggiamola
1 - Questo Melchisedek infatti, re di Salem, sacerdote del Dio altissimo, andò incontro ad Abramo mentre ritornava dalla sconfitta dei re e lo benedisse;
2 - a lui Abramo diede la decima di ogni cosa e il suo nome tradotto significa anzitutto re di giustizia, e quindi anche re di Salem, cioè re di pace.
3 - Egli è senza padre, senza madre, senza genealogia, senza principio di giorni né fine di vita, fatto simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote in eterno.
4 - Considerate pertanto quanto sia grande costui al quale Abramo, il patriarca, diede la decima del suo bottino.
5 - In verità anche quelli dei figli di Levi, che assumono il sacerdozio, hanno il mandato di riscuotere, secondo la legge, la decima dal popolo, cioè dai loro fratelli, essi pure discendenti di Abramo.
6 - Egli, invece, che non era della loro stirpe, prese la decima da Abramo e benedisse colui che era depositario della promessa.
7 - Ora, senza dubbio, è l’inferiore che è benedetto dal superiore.
8 - Inoltre, qui riscuotono le decime uomini mortali; là invece le riscuote uno di cui si attesta che vive.
9 - Anzi si può dire che lo stesso Levi, che pure riceve le decime, ha versato la sua decima ad Abramo;
10- egli si trovava ancora nei lombi del suo antenato quando gli venne incontro Melchisedek.
11- Or dunque, se fosse stata possibile la perfezione per mezzo del sacerdozio levitico - sotto di esso il popolo ha ricevuto la legge - che bisogno c’era che sorgesse un altro sacerdote alla maniera di Melchisedek, e non invece alla maniera di Aronne?
12- Infatti, mutato il sacerdozio, avviene necessariamente anche un mutamento della legge.
13 - Questo si dice di chi è appartenuto a un’altra tribù, della quale nessuno mai fu addetto all’altare.
14 - E’ noto infatti che il Signore nostro è germogliato da Giuda e di questa tribù Mosè non dice nulla riguardo al sacerdozio.
15- Ciò risulta ancor più evidente dal momento che, a somiglianza di Melchisedek, sorge un altro sacerdote,
16- che non è diventato tale per ragione di una prescrizione carnale, ma per la potenza di una vita indefettibile.
17- Gli è resa quindi questa testimonianza: Tu sei sacerdote in eterno alla maniera di Melchisedek.


Anche il Salmo 109 (che è sicuramente ‘messianico’, tanto che la Liturgia delle Ore lo sottotitola così Il Messia, re e sacerdote canta, nel versetto 4:


- Il Signore ha giurato e non si pente: *
“Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchisedek”.



…il Cristo è venuto, sommo sacerdote dei beni futuri; e, attraversando una tenda ben più eccellente e più perfetta, non costruita da mano d’uomo (ciò significa che non appartiene a codesta creazione), senza portare sangue né di capri né di tori, ma con il proprio sangue, è entrato una volta per tutte nel
Santo dei Santi, procurandoci una redenzione eterna. Perché se il sangue dei capri e dei tori, se la cenere di una giovenca, con che s’asperge coloro che hanno contratto alcune impurità, santifica ed ottengono almeno la purità del corpo, quanto più il Sangue di Cristo che si è offerto, da se stesso, in spirito di eternità, a Dio come vittima immacolata, monderà la nostra coscienza dalle opere di morte, onde possiamo servire il Dio vivo
".

Il Cristo ha quindi celebrato il sacrificio della redenzione: ma
- lo ha celebrato una volta per tutte (7, 27),
- si è reso garante della “nuova alleanza” (7, 22),
- è entrato di là dal velo (6, 19),
- nel Santo dei Santi, per star sempre dinanzi a
Dio a interpellare per noi (7, 26)
- nella sua qualità di sacerdote secondo
l’ “ordine di Melchisedek”.

Questo supremo sacerdozio, che fin dalla sua prima apparizione affermava la propria preminenza sul sacerdozio di Aronne, e nello stesso tempo, prefigurava l’eternità dell’unico sacerdote che un giorno sarebbe venuto a ripeterne lo stesso rito, nella sua caratteristica impronta abbraccia tutta l’azione sacrificale del Salvatore.

Ma si noti bene (e qui sta il vero senso del “sangue dell’alleanza”) il Cristo non ha fatto un accordo al modo d’un qualsiasi ambasciatore; no: Egli ha fatto un sacrificio, e Dio padre tien conto solo del sacrificio che gli viene offerto, e per esso accorda il perdono e tutte le grazie dell’alleanza.
La mediazione di Gesù è quella di un sacerdote che offre se stesso come vittima propiziatrice e il cui sangue sparso ha valore perché è quello di immolazione sacrificale

(Giuseppe Ruffino, ‘L’Eucaristia nel Nuovo Testamento’, in l’Eucaristia, di A. Piolanti, p. 90 e seguenti).



Signore, noi crediamo

che Melchisedek, sacerdote del Dio altissimo, è tipo e figura del sacerdozio immutabile ed eterno di Gesù.

Infatti Gesù condivide, con quel misterioso personaggio, delle caratteristiche. Eccone alcune:

1 - Melchisedek è ‘re di Salem’ cioè della pace.
Gesù è il principe della pace; sotto il suo regno
- forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci;
- un popolo non alzerà la spada contro un altro popolo,
- non si eserciteranno più nell’arte della guerra.


2 - Melchisedek
senza padre,
senza madre,
senza genealogia,
senza principio di giorni né fine di vita,
fatto simile al Figlio di Dio e rimane sacerdote in eterno
,
è simile a Gesù, che pure è senza ‘padre’ (terreno)
senza genealogia,
senza principio di giorni né fine di vita.

Venuto alla luce, per intervento dello Spirito Santo rimane sacerdote per sempre.

3 - Melchisedek offre al Dio altissimo un sacrifico di pane e vino per propiziare la benedizione divina su Abramo;
Cristo, sotto le specie del pane e del vino, offre se stesso, per propiziare la misericordia divina sull’umanità.

4 - Melchisedek, compiuto il sacrificio propiziatorio a vantaggio di Abramo, scompare totalmente dalla storia che ha dominato, né più se ne parla se non come iniziatore di un nuovo sacerdozio.
Gesù, compiuto il sacrificio propiziatorio per l’umanità,
- è assunto in cielo;
- rimane ‘realmente’ con l’umanità, ma
solo ‘sacramentalmente’
- e come iniziatore di un nuovo ed eterno sacerdozio.

5 - Anche Aronne, ha consacrato altri per l’ufficio sacerdotale.
Ma era solo un’immagine. Infatti, se fosse stata possibile la perfezione per mezzo del sacerdozio levitico (), che bisogno c’era che sorgesse un altro sacerdote alla maniera di Melchisedek, e non invece alla maniera di Aronne?

6 - Sacerdozio perfetto è solo quello di Cristo, prefigurato nel sacerdozio di Melchisedek.



Signore, noi Ti adoriamo


perché, dopo la nostra disobbedienza, nessuno di noi poteva presentarsi al Padre e offrire un sacrificio accettabile; tu ci sei venuto incontro e, incarnando il Sacerdozio vero ed eterno secondo l’ordine di Melchisedek, sei diventato offerente e offerta pura, santa, immacolata, gradita a Dio.

Signore ti adoriamo perché, mentre ogni sacerdote si presenta giorno per giorno a celebrare il culto e ad offrire molte volte gli stessi sacrifici (che non possono eliminare i peccati),
Tu al contrario hai offerto un solo sacrificio per i peccati, una volta per sempre.

Signore, ti adoriamo perché Tu con un’unica oblazione hai reso perfetti per sempre quelli che hai santificato.

Signore, ti adoriamo perché, entrato nel Santo dei Santi, al di là dal velo, rimani lì sempre, dinanzi a Dio, a interpellare per noi.

Signore, ti adoriamo perché questo tuo supremo sacerdozio, fin dalla sua prima apparizione, affermava la propria preminenza sul sacerdozio di Aronne.

Signore, ti adoriamo perché il tuo supremo sacerdozio, fin dalla sua prima apparizione, prefigurava - diversamente dal sacerdozio di Aronne - l’eternità di un sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek.

Signore, ti adoriamo perché con l’offerta del tuo sacrificio hai reso perfetti per sempre coloro che si accostano a Dio, diversamente dai sacrifici che si offrivano continuamente di anno in anno, e che erano solo un’ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose.

Signore, ti adoriamo perché il supremo sacrificio di te, indissolubilmente unito al tuo sacerdozio, nella sua caratt ristica impronta abbraccia tutta l’azione della redenzione da te operata.

Signore, ti adoriamo perché hai voluto che la tua offerta sacrificale e sacerdotale al Padre, potessimo, d’ora innanzi, farla noi stessi, per azione dei nostri e tuoi sacerdoti, che la offrono tramite la tua persona: in persona Christi.

Signore, ti adoriamo perché, avendo Tu fuso il nostro sacerdozio con quello di Cristo, ci hai dato la possibilità di offrirti sacrifici santi, a te graditi.



Signore, perdona…


la nostra ignoranza, ogni volta che,
- invece di benedirti, ti bestemmiamo,
- invece di amarti, ti odiamo,
- invece di ringraziarti, diciamo male di te.
Tu hai proprio ragione: in quei momenti non sappiamo quello che facciamo.

Perdonaci per le volte che ci avviciniamo a te, nell’Eucaristia, con il cuore doppio e malvagio come quello di Giuda.

Perdona la nostra mancanza di sensibilità quando, travolti dalle preoccupazioni del momento, disattendiamo la parte migliore che Tu ci offri e che, se accettata, non ci verrà mai tolta.

Perdonaci per la mancanza di buona educazione per cui, mentre offriamo il saluto a tutti, dimentichiamo di offrirlo proprio a te, che rimani sempre con noi, unicamente per noi.

Perdonaci per le volte che - sacerdoti - celebriamo i misteri sacri, e - fedeli - veniamo a riceverti nella S. Comunione, pensando a tutto meno che a te, che ti fai presente fra noi per darci una mano.

Perdonaci perché quasi mai fissiamo lo sguardo su te, Gesù, l’apostolo e sommo sacerdote della fede che professiamo; su te che sei fedele a colui che ti ha costituito.

Perdonaci perché, mentre, da persone educate, ringraziamo tutti quelli che hanno una sensibilità nei nostri confronti, non ringraziamo mai te del dono di te stesso. E pensare che dovremmo fare della nostra vita un ininterrotto ringraziamento.

Perdonaci perché, per motivi effimeri, non approfittiamo intelligentemente, del dono incredibile che ci hai fatto offrendo ai nostri e tuoi sacerdoti la completa disponibilità di te.

Perdonaci perché, mentre Tu continuamente rimani fra noi, sempre pronto a interpellare il Padre per noi, noi quasi sempre preghiamo per noi stessi, e quasi mai ci ricordiamo di pregare per i fratelli che potrebbero essere in difficoltà.

Perdonaci perché, mentre con il tuo nuovo sacerdozio Tu hai elevato l’uomo al di sopra degli angeli, noi giudichiamo, critichiamo, calunniamo, condanniamo spesso i tuoi e nostri sacerdoti.

*

Signore, Ti chiediamo


di darci il desiderio di te, della tua redenzione, della tua amicizia: esse sono garanzia della nostra salvezza.

Signore, ti chiediamo fede nell’efficacia salvifica del tuo sacerdozio nel quale Tu sei, nello stesso tempo, Offerta e Offerente.

Signore, ti chiediamo consapevole gratitudine per la scelta che hai fatto inquadrandoti nel Sacerdozio di Melchisedek. D’ora innanzi quello sarà l’unico ed eterno sacerdozio per te e per noi.

Signore, aiutaci a comprendere che il sacerdozio misterioso di Melchisedek era, contemporaneamente, immagine, tipo e profezia del tuo sacerdozio.

Signore, aiutaci a credere che, come il sacerdozio di Melchisedek affermava la propria preminenza sul sacerdozio di Aronne, così il tuo sacerdozio incarna la dignità più alta che si possa immaginare sulla terra.

Signore, ti chiediamo l’intelligenza necessaria per capire che, mentre ogni forma di sacerdozio, che ha preceduto Gesù, era di istituzione umana, e dunque soggetta all’evolversi del tempo, il sacerdozio che Tu hai inaugurato e perpetuato in Gesù è di istituzione divina, dunque eterna.

Signore, Melchisedek è re di Salem, cioè di pace. Donaci di comprendere che egli è profezia di Gesù, Principe della pace, venuto per instaurare un regno di giustizia e di pace anche nel nostro piccolo mondo.

Signore, aiutaci a vedere Cristo, sommo sacerdote dei beni futuri () che è entrato una volta per tutte nel Santo dei Santi, procurandoci una redenzione eterna.

Signore, aiutaci a convincerci che Cristo, che si è offerto da se stesso in spirito di eternità a Dio come vittima immacolata, monderà la nostra coscienza dalle opere morte, onde possiamo servire Dio.

Signore, donaci di vedere nei sacerdoti, che tu scegli a nostro vantaggio, Cristo stesso che, per nostro vantaggio, è sacerdote eterno e fonte di ogni vero sacerdozio.

*

Signore, Ti ringraziamo


perché Tu, venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda ben più eccellente, non costruita da mani d’uomo (), non con il sangue di capri e di tori, ma con il tuo proprio sangue sei entrato una volta per tutte nel Santo dei Santi.

Signore, ti ringraziamo perché, con il tuo sacrifico e il tuo sacerdozio, ci hai procurato una redenzione eterna.

Signore, ti ringraziamo perché se la cenere di una giovenca, con la quale si aspergono coloro che hanno contratto alcune impurità, santifica e ottiene almeno la purità del corpo, quanto più il sangue di te, che ti sei offerto da te stesso, in spirito di eternità, a Dio come vittima immacolata, monderà la nostra coscienza dalle opere di morte, onde possiamo servire il Dio vivo?

Signore, ti ringraziamo perché, dopo esserti offerto in sacrificio al Padre, rimani sempre con noi, nel sacramento adorabile dell’Eucaristia, disponibile per tutti noi in ogni ora del giorno e della notte, in ogni latitudine e longitudine, disponibile come vittima da offrire e come Sacerdote pronto a intercedere per noi.

Signore, ti ringraziamo perché il tuo sacerdozio è un valore infinitamente superiore a tutti quei valori (Angeli, Profeti, Mosè…) dei quali poteva andare fiero e orgoglioso il Giudaismo. Infatti Tu, Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek e Figlio di Dio, rimani unico mediatore perfetto e causa di salvezza per tutti.

Signore, ti ringraziamo perché Tu, nell’Eucaristia, rimani eternamente non solo come vittima sacrificale e sacerdotale, ma anche come nutrimento, vero pane disceso dal cielo, per sostenerci nelle nostre fragilità, nutrendoci di te.

Signore, ti ringraziamo perché il sacrificio offerto da te, Sacerdote eterno, è superiore a qualsivoglia offerta e sacrificio della legge mosaica.

Signore, ti ringraziamo perché hai innestato sul tuo sacerdozio, che è sacerdozio di Dio, anche il nostro sacerdozio, quello a cui Tu hai dato il ‘via’, che è sacerdozio di uomini.

*

3 - L’Eucaristia: nutrimento:
la manna
Es 16, 2 ss.


2 - Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne.

3 - Gli Israeliti dissero: “Fossimo morti per mano del Signore nel paese d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine”.

4 - Allora il Signore disse a Mosè: “Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per vedere se cammina secondo la mia legge o no.

5 - Ma il sesto giorno, quando prepareranno quello che devono portare a casa, sarà il doppio di ciò che raccoglieranno ogni altro giorno”.

6 - Mosè e Aronne dissero agli Israeliti: “Questa sera saprete che il Signore vi ha fatto uscire dal paese d’Egitto;

7 - domani mattina vedrete la gloria del Signore, poiché egli ha inteso le vostre mormorazioni contro di lui. Noi infatti che cosa siamo, perché mormoriate contro di noi?”.

8 - Mosé disse: “Quando il Signore vi darà alla sera la carne da mangiare e al mattino il pane a sazietà, sarà perché il Signore ha inteso le vostre mormorazioni, con le quali mormorate contro di lui. Noi infatti che cosa siamo? Non contro di noi vanno le vostre mormorazioni, ma contro il Signore”. ()

11 - Il Signore disse a Mosè:

12 - “Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: Al tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore vostro Dio”.

13 - Ora alla sera le quaglie salirono e coprirono l’accampamento; al mattino vi era uno strato di rugiada intorno all’accampamento.

14 - Poi lo strato di rugiada svanì ed ecco sulla superficie del deserto vi era una cosa minuta e granulosa, minuta come è la brina sulla terra.

15 - Gli israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: “Man hu: che cos’è?”, perché non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: “E’ il pane che il Signore vi ha dato in cibo”. ()

31 - La casa d’Israele la chiamò manna. Era simile al seme del coriandolo e bianca; aveva il sapore di una focaccia con miele. ()

33 - Gli Israeliti mangiarono la manna per quarant’anni, fino al loro arrivo in una terra abitata, mangiarono cioè la manna finché furono arrivati ai confini del paese di Canaan.

*

 

Signore, noi crediamo


che la manna, che hai donato al tuo popolo in difficoltà, è il segno delle tue materne attenzioni per i tuoi figli.

Signore, noi crediamo quanto nel Vangelo Gesù ci assicura: che, come padre premuroso, Tu fai sorgere il tuo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fai piovere, sopra i giusti e sopra gli ingiusti.

Signore, noi crediamo che quest’ordine meraviglioso alle nostre stagioni lo hai donato Tu, perché solo la mente di Dio avrebbe potuto prevedere e coordinare le successioni in maniera così miracolosa.

Signore, noi crediamo che la forza germinatrice, al chicco di grano che lasciamo cadere in terra (capacità misteriosa per la nostra intelligenza), gliela puoi donare solo Tu.

Signore, noi crediamo che la capacità riproduttiva al nostro grano, che da un minuscolo seme diventa 100, 50, 30 semi, gliela puoi donare solo Tu, perché Tu sei la vita.

Signore, noi crediamo che ogni primavera che esplode con una ricchezza e varietà di fiori sbalorditiva, ci ripete le attenzioni premurosissime che Tu hai per noi.

Signore, dinanzi ai miracoli strabilianti della natura, noi ci accontentiamo solo di conoscere l’evento, non siamo più neanche capaci di rimanerne affascinati. Ma almeno la presenza di un fatto strepitoso, per la persona intelligente,è innegabile.

Signore, se, a volte, ci sbalordiscono i miracoli che la natura compie grazie all’intervento della tua onnipotenza, infinitamente di più ci commuove il pensiero che tutto ciò che prepari per noi è rivelazione di un infinito amore.

Signore, se il popolo ebraico fu nutrito dal tuo amore per ben quarant’anni in un deserto, l’intera umanità è sostentata da te che conosci di che cosa abbiamo bisogno e ce lo doni anche prima che te lo chiediamo.

Signore, noi crediamo che Tu, il Padre nostro che Gesù ci ha rivelato, sei il modello supremo su cui dobbiamo improntare la nostra condotta.



Signore, noi Ti adoriamo


nelle aurore, che, attraverso fantasmagoriche gradazioni di colori, invitano tutto il creato ad elevare il primo saluto a te e a riprendere la vita.

Signore, ti adoriamo nei tramonti che, stemperando man mano i loro colori, dicono che la giornata lavorativa è finita e invitano tutto il creato a ringraziarti per tanto dono.

Signore, ti adoriamo nella miriade di fiori che apri a primavera; con essi ordini alla natura di provvedere alle necessità delle tue creature, donando abbondantemente i tuoi frutti.

Signore, ti adoriamo nelle piogge che mandi, misteriose e provvidenziali, quando la nostra terra arida ha bisogno di ristorarsi; e regali agli uomini e agli animali la possibilità di dissetarsi.

Signore, ti adoriamo nel sole, che ci illumina di giorno e con il suo calore è la causa efficiente della vita: esso è immagine di Te, che, con il tuo amore, sei la ragione ultima di ogni esistenza.

Signore, ti adoriamo nelle ricchezze che hai nascosto nel seno della nostra terra; è grazie ad esse che la vita sorge e si sviluppa

Signore, ti adoriamo nelle potenzialità misteriose che hai nascosto nel seno della nostra terra; è grazie ad esse che la vita si riproduce e si moltiplica.

Signore ti adoriamo per la capacità che dai alla creazione di riprodursi e moltiplicarsi: è una partecipazione della tua onnipotenza.

Signore, ti adoriamo perché con divina abbondanza provvedi a tutte le tue creature quanto serve per vivere, per aiutare gli altri e per lodarti.

Signore, ti ringraziamo nei fratelli insieme ai quali ci fai vivere. Ce li hai dati Tu perché sapevi che abbiamo bisogno di comprensione, di aiuto e di buon esempio.

*

 

Signore, perdonaci


per tutte le volte che prendiamo il cibo senza lodarti e ringraziarti.
Ce lo dai Tu a sostentamento della nostra vita.

Signore, perdonaci per il cibo che sprechiamo. E’ suicidio della nostra vita e di quella dei fratelli.

Signore, perdonaci per tutte le volte che non sappiamo dividere il nostro pane con i fratelli meno fortunati di noi. E’ la più grande offesa che possiamo recare alla tua liberalità.

Signore, perdonaci per tutte le volte che dimentichiamo che, pregando la preghiera che Gesù ci ha insegnato, tralasciamo di chiederti il cibo per tutta la famiglia umana, perché quello che chiediamo sia veramente pane nostro.

Signore, perdonaci per tutte le annate non proprio abbondanti, nelle quali, invece di ringraziarti per quello che ci hai dato, ci lamentiamo per quello che pensiamo ci manchi.

Signore, perdonaci per la nostra incapacità di meravigliarci per il miracolo che madre natura continuamente opera a vantaggio della nostra vita: l’hai predisposta Tu perché ci vuoi bene.

Signore, perdonaci per la nostra incapacità di vedere, nel miracolo della natura, la prova dell’amore smisurato che hai per noi, nonostante la nostra misconoscenza.

Signore, perdonaci perché non comprendiamo come, di fronte al miracolo della manna donata per quarant’anni, quanto doni a noi ogni anno, dall’inizio della creazione, è cosa infinitamente più grandiosa.

Signore, perdonaci per tutte le volte che non ti siamo grati per il ‘pane quotidiano’: di esso la nostra natura ha un bisogno estremo: senza di esso non potremmo sopravvivere. Tu, nella tua infinita sapienza, lo sai e ce lo provvedi sempre sovrabbondantemente.

Signore, perdonaci quando, rileggendo questa pagina dell’Esodo, pensiamo forse a molte cose, ma non al miracolo dei miracoli: la moltiplicazione del pane eucaristico.

 

 

Signore, Ti chiediamo


il pane quotidiano,- come ci ha insegnato Gesù - per noi e per tutta la famiglia da te creata: quella vegetale, quella animale e quella umana. Il ‘pane quotidiano’ infatti indica tutto ciò di cui non possiamo fare a meno per sopravvivere.

Signore, con il salmo ti preghiamo: ogni giorno: apri la tua mano e sazia la fame di ogni vivente.

Signore, ti preghiamo per chi non ha nutrimento sufficiente: insegnaci a ‘dividere’ il tanto che hai dato a noi, e certamente ce ne sarà a sufficienza per tutti.

Signore, Tu hai avuto ‘compassione’ per quella folla che, per seguire e ascoltare te, aveva trascurato perfino di mangiare. Provvedi, agli apostoli della tua parola, il necessario per sopravvivere attraverso la nostra carità, affinché impegnino la loro vita esclusivamente per l’apostolato.

Signore, fa’ che per la solidarietà di tutti, i tuoi missionari abbiano sempre qualche cosa da donare per le necessità materiali di coloro ai quali annunciano la tua parola, come ha fatto Gesù.

Signore, per tutti è indispensabile il vitto, ma per tanti bambini, ai quali Tu hai dato il dono della vita, lo è in modo particolare. Non crescano denutriti e sofferenti grazie alla tua liberalità e alla nostra carità.

Signore, Gesù ha detto: Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. Aiutaci a cercare, insieme al pane-nutrimento del corpo, anche il panenutrimento dello spirito: la tua parola. Essa è spirito e vita.

Signore, aiutaci a chiedere, oltre il pane che nutre il corpo, anche il pane soprasostanziale, Te, che hai detto di essere il vero pane disceso dal cielo di cui chi ne mangia non avrà più fame in eterno.

Signore, aiutaci a capire che, donandoci te stesso, ci hai donato tutto ciò che sei e che hai: hai esaurito le tue possibilità di dono.

"

Signore, Ti ringraziamo


per il tuo amore che si preoccupa per le nostre necessità molto più di come fa una mamma premurosa per i suoi figli.

Signore, ti ringraziamo per tutte le parole di vita sulle quali ci hai invitato a riflettere in questi pochi, meravigliosi minuti trascorsi in tua compagnia.

comprendere il dono inestimabile del tuo amore per noi, provvedendo anche alle necessità materiali. E’ commovente pensarlo. Donaci di provare la stessa gioia del donare per amore.

Signore, ti ringraziamo! Gesù ci ha detto: Date e vi sarà dato. Una misura pigiata e traboccante vi verrà versata in grembo. Forse, nella nostra grettezza, non abbiamo mai fatto questa esperienza gioiosa nella nostra vita.

Signore, ti ringraziamo per Gesù, che ha tentato e tenta di educarci alla condivisione ripetendoci continuamente, oltre che con l’insegnamento, con l’esempio inimitabile, di donare tutto noi stessi.

Signore, ti ringraziamo perché tutto ciò che abbiamo viene da te: sei Tu che apri la tua mano e sazi ogni vivente.

di amore che è il dono, per mezzo del Profeta Osea, hai assicurato il perdono dei peccati in cambio dell’elemosina.

Signore, ti ringraziamo per l’insegnamento di non discriminare mai davanti al bisognoso. Gesù infatti ci ha invitato di essere come il Padre che è nei cieli, che il suo sole lo fa sorgere sopra i buoni e i cattivi.

Signore, ti ringraziamo per l’insegnamento incredibile che Gesù ci dà nella parabola del ‘buon samaritano’. Lui si commuove e interviene in vantaggio di quel malcapitato della strada che, forse, neanche aveva visto mai prima di quel momento.

Signore, ti ringraziamo perché quel ‘buon Samaritano’ sei Tu: dinanzi alle nostre necessità non calcoli se le ‘meritiamo’ o no; ma se ne ‘abbiamo bisogno’ o meno.

*

 

4 - L’Eucaristia: la manna vera
Gv 6, 30-69


30 - Allora dissero: “Quale segno dunque Tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi?

31 - I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”.

32 - Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero

33 - il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”

34 - Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”.

35 - Gesù rispose: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete”. ()

49 - I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;

50 - Questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia.

51 - Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo

52 - Allora i Giudei si misero a discutere fra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”.

53 - Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate

52 - la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.

54 - Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno

55 - Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda

56 - Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui.

57 - Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche chi mangia di me vivrà per me

58 - Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i vostri padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”. ()

66 - Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

67 - Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?

68 - Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna;

69 - noi abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Santo di Dio”.

La Manna (v, 3 = Ex 16, 13-15); l’acqua che spilla dalla roccia (v, 4 = Ex 17, 1-7) sono dette ‘spirituali’ perché, o di origine soprannaturale, ovvero perché hanno un significato spirituale - ‘spirituale’ è infatti sinonimo di profetico, figurativo - e vengono, cioè considerate come figura dell’Eucaristia:

la Manna, del pane eucaristico; l’acqua dalla roccia, del calice di benedizione (Ruffino, ‘l’Eucaristia nel N. T.’, in ’Eucaristia’ di A. Piolanti, p. 53).


N. B. - GV. 6, 1-13 (al n. 10)
- GV. 6, 1-58 (al n. 15)

 

*

Signore, noi crediamo


che la manna, che Mosè ha dato al tuo popolo nel deserto, era soltanto una figura del nutrimento che Tu avresti dato.

Signore, noi crediamo che non Mosè () ha dato il pane dal cielo, ma il Padre tuo ci dà il pane dal cielo, quello vero: Te, o Signore.

Signore, noi crediamo che la manna (grandioso miracolo che ha sostenuto la vita di un popolo ‘intero’, e per ben quarant’anni), non ha evitato la morte a chi ne mangiava.

Signore, Tu ci hai detto, e noi crediamo, che il nutrimento vero, quello che dura per la vita eterna, è solo quello che il tuo e nostro Padre darà. Esso non appartiene al nostro mondo, ma viene dal celo.

Signore, noi sappiamo che ogni nutrimento che il tuo amore prepara per noi, serve solo per sostentare la nostra vita corporale: non è infatti pane vero, perché ‘pane vero’ (il pane di Dio) è solo colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo.

Signore, noi crediamo che Tu sei il pane della vita. Chi viene a te non avrà più fame e chi crede in te non avrà più sete.

Signore, noi crediamo che solo Tu sei pane vivo disceso dal cielo. Sei disceso fra noi perché chi mangia di te, non muoia. Infatti se uno mangia di te vivrà in eterno.

Signore, Tu, Pane vivo disceso dal cielo, ci dai un nutrimento diverso da quello che mangiarono i nostri padri e morirono. Chi mangia () il pane che tu ci dai vivrà in eterno.

Signore, Tu ce l’hai detto, e noi crediamo, che il pane vero disceso dal cielo è la tua carne, data per la vita del mondo.

Signore, con i tuoi interlocutori di Cafarnao ti preghiamo: dacci sempre di questo pane, perché noi, nati alla vita, vogliamo vivere: Vivere con te eternamente.

Signore, noi crediamo che il nutrimento, che con la Nuova Alleanza ci hai regalato e dona di vita eterna, sei Tu: il tuo Corpo, il tuo Sangue, e la tua divinità.

*

Signore, noi adoriamo


il dono impensabile che Tu ci hai fatto, quando hai dato la tua carne per la vita del mondo.

Signore, ti adoriamo perché è veramente impensabile un dono come il tuo: quello di Dio che si fa carne e offre se stesso perché le sue creature non vedano eternamente lo spettro della morte.

Signore, di fronte alla tua affermazione, i tuoi interlocutori si misero a discutere fra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. Noi, Signore, prostrati, non contestiamo, ma adoriamo la tua divina generosità.

Signore, noi adoriamo la tua parola: Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. E’ una speranza e una certezza per noi, che siamo atterriti dalla fatalità di perdere la vita

Signore, adoriamo la tua incredibile affermazione: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Lo crediamo perché Tu l’hai affermato; lo crediamo perché vogliamo vivere eternamente.

Signore, la tua delizia è stare con i figli dell’uomo. E Tu, se uno ti apre la porta quando bussi, hai assicurato che mangerai con lui ed egli con te. Mangerà di te.

Signore, ti adoriamo per quelle divine parole: Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche chi mangia di me vivrà per me.

Signore, ti adoriamo per la compagnia e la familiarità con te che si acquistano mangiando di te. Solo, infatti, chi mangia la tua carne, e beve il tuo sangue dimora in te e Tu in lui.

Signore, noi sottoscriviamo l’affermazione di S. Agostino: donandoci l’Eucaristia il Signore non aveva la possibilità di donarci di più. Noi ti adoriamo, Signore, perché, donandoci l’Eucaristia non ci doni ‘qualche cosa’, ci doni te stesso.

Signore, noi ti adoriamo perché, per nutrirci, Tu non solo ci permetti di mangiare di te, ma ci assicuri che questoè quanto Tu brami: venite, mangiate… Venite, bevete.

*


Signore, perdonaci


quando , come i tuoi interlocutori, di fronte al mistero dell’Eucaristia, siamo tentati di dire: Questo discorso è duro; chi mai può capirlo?

Signore, perdonaci, perché in quel momento dimentichiamo che, di fronte al mistero, non c’è da capire; c’è da credere.

Signore, perdonaci quando, esaltati dal meravigliosissimo dono dell’intelligenza che Tu ci hai partecipato, dimentichiamo che il tuo è ‘capire’ da Dio, il nostro è un ‘capire’ da creature.

Signore, perdonaci quando, di fronte alle tue affermazioni che non riusciamo a capire, ci allontaniamo da te abbandonandoti. Con quella decisione rifiutiamo te, che sei luce, spirito e vita, e ci affidiamo alla notte buia della nostra incapacità di comprendere e alla morte.

Signore, siamo immersi in un mare di misteri, eppure li accettiamo tutti e conviviamo con tutti senza problemi; solo di fronte al ‘mistero dei misteri’, che Tu ci riveli, abbiamo difficoltà a convivere.

Signore, perdonaci perché non ci rendiamo conto del dono incommensurabile che ci hai fatto donandoci te stesso e non veniamo mai, o quasi mai, a ringraziarti.

Signore, perdonaci per tutte le volte che trascuriamo di prendere, con la comunione, l’antidoto contro la morte. E’ inconcepibile in esseri come noi, che considerano la vita come‘il valore che non ha prezzo’.

Signore, perdonaci quando veniamo a riceverti nella Santissima Eucaristia (quelle poche volte che veniamo), non pensando a te, ma a tante altre insignificanti realtà con le quali conviviamo.

Signore, Tu non ti sei donato a noi una volta e basta, ma rimani a nostra disposizione, per la Comunione e per l’Adorazione, giorno e notte, in ogni luogo e per ogni persona. E noi ti lasciamo solo come se il dono che Tu ci hai fatto non ci riguardasse o ci lasciasse indifferenti. Perdonaci.

Signore, perdona la nostra insipienza: bramosi, come siamo, di vivere, trascuriamo l’alimento che assicura la vita. E addirittura la vita eterna.



Signore, Ti chiediamo


la capacità di capire il dono di te stesso. Solo esso può cambiare la nostra vita.

Signore, ti chiediamo una fede radicale e intelligente alle tue parole che sono spirito e vita.

Signore, le migliaia di persone che, pure erano state spettatrici del miracolo della moltiplicazione del pane, uno ad uno, ti hanno lasciato solo con i Dodici. E Tu hai offerto anche ai Dodici la libertà di scelta. Signore, di fronte a un’alternativa, donaci lo scatto generoso e intelligente di Pietro: Da chi andremo, Signore, tu solo hai parole di vita eterna?

Signore, donaci un desiderio di te che renda piacevole e desiderabile la tua compagnia.

Signore, donaci un desiderio di te, così ardente, che non si plachi finché Tu non sei diventato l’unico nutrimento della nostra vita.

Signore, noi vogliamo vivere. Aiutaci a nutrirci mangiando la tua carne e bevendo il tuo sangue, perché la tua carne è vero cibo e il tuo sangue vera bevanda.

Signore, quando ti riceviamo nella santa Comunione, dacci la fede per credere e conoscere che ricevendo te, noi riceviamo il Santo di Dio.

Signore, noi, che siamo deboli e fragili, sappiamo che nell’Eucaristia c’è il pane dei forti. Dacci tanta intelligenza e volontà di nutrirci quanto più frequentemente e santamente possiamo di questo pane del cielo che Tu metti sempre a nostra disposizione.

Signore, i tanti ‘pani’ che cerchiamo e mangiamo né ci saziano, né ci aiutano a camminare verso il cielo. Donaci la volontà di nutrirci di te, Pane vivo disceso dal cielo, che, unico, appaghi ogni nostra più ardita aspirazione.

Signore, aumenta la nostra fede perché è dalla mancanza di fede, che trova ragione l’indifferenza con la quale viviamo nei confronti dell’Eucaristia.

Signore, dacci fede nelle tue parole. E, dopo avercela data, aumentala continuamente per compensare quanto la nostra cattiveria e ignoranza ne sciupa ogni giorno.

*


Signore, Ti ringraziamo


per averci rivelato che pane del cielo è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo. E’ di questo pane che abbiamo desiderio e bisogno, perché è solo grazie ad esso che noi potremo vivere.

del pane che serve per nutrire il corpo, noi abbiamo bisogno del pane che serve per sostentare la vita dello spirito.

Signore, ti ringraziamo perché ci hai chiarito che il pane, necessario per la vita di ogni giorno, non elimina la morte, il nemico ultimo dell’uomo. Infatti neanche la Manna, che Dio offrì al suo popolo,

Signore, ti ringraziamo per averci assicurato che contro la morte non c’è che il pane disceso dal cielo. Infatti chi di esso ne mangia non muore, ma vivrà in eterno.

Signore, ti ringraziamo per averci precisato che il pane vivo disceso dal cielo è la tua carne, che Tu hai dato per la vita del mondo.

Signore, ti ringraziamo perché hai insistito con una affermazione, che è un giuramento, In verità, in verità vi dico che se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.

Signore, ti ringraziamo perché ci hai garantito che chi mangia la tua carne, vero cibo, e chi beve il tuo sangue, vera bevanda, Tu lo risusciterai nell’ultimo giorno.

Signore, ti ringraziamo perché ci hai detto che come il Padre, che ha la vita, ha mandato te, e Tu vivi per il Padre, così anche chi mangia di te, vivrà per te.

Signore, ti ringraziamo per averci avvertiti che in te e solo in te c’è la vita. Infatti solo Tu sei pane disceso dal cielo. Diverso da quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno.

Signore, ti ringraziamo perché, senza che noi te lo chiedessimo, Tu hai provveduto, per la nostra voglia di vivere, un nutrimento di vita eterna.

*

5 - L’Eucaristia:
cuore dell’Alleanza nuova
quella antica ne era l’immagine
ALLEANZA Es. 24, 8

6 - Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare.

7 - Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: “Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo”.

8 - Allora Mosé prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo:“Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!”.

9 - Poi Mosè salì con Aronne, Nadab e Abiu e i settanta anziani d’Israele.

10 - Essi videro il Dio d’Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro, simile in purezza al cielo stesso.

11- Contro i privilegiati degli Israeliti non stese la mano: essi videro Dio e tuttavia mangiarono e bevvero.

L’ALLEANZA Es. 34, 25

25 - Non sacrificherai con pane lievitato il sangue della mia vittima sacrificale; la vittima sacrificale della pasqua non dovrà rimanere fino alla mattina.

DEUTERONOMIO 4, 7

Infatti qual grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo?


Signore, noi crediamo


che Tu ci ami fino al punto di umiliarti a stringere con l’umanità un ‘patto’ bilaterale. Come se tu fossi uno di noi. Trattando con noi non da Dio a creatura, ma da pari a pari.

Signore, per aiutare la nostra fede hai voluto che la liturgia della stipula dell’alleanza, che il libro dell’Esodo ci racconta, fosse circostanziata come ogni contratto che avviene fra gli uomini.

Signore, la inviolabilità di quei patti è basata sul sangue. Esso da tutti è ritenuto il centro e il perché della vita. Dunque,

Signore noi crediamo che chi viola i patti è disposto a rinunciare alla vita.

Signore, crediamo che quei patti fra te e il tuo popolo riguardavano tutti. Ciò è indicato, nel racconto biblico, dal fatto che Mosè metà del sangue delle vittime sacrificali lo distribuì in tanti catini per quante erano le tribù del tuo popolo.

Signore, noi crediamo che l’aspersione con il sangue, indicava la ratifica del ‘patto’, infatti, dopo l’aspersione Mosè dichiarò Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole.

Signore, noi crediamo che, dopo la tua divina condiscendenza, non esista un’altra grande nazione che ha la divinità così vicina a sé, come Tu, Signore nostro Dio, sei vicino a noi ogni volta che ti invochiamo.

Signore, riconosciamo che si tratta di cose quasi da favola quelle che il libro dell’Esodo ci ha testimoniato. Tuttavia sappiamo anche che esse sono ancora lontane anni-luce dalla realtà che Gesù, Verbo Incarnato, ci ha donato. Signore, riconosciamo che l’Alleanza antica non era che un simbolo, una pallida immagine della Nuova Alleanza.

Tu stesso, Signore Gesù, nell’ultima Cena, ci assicurerai che l’Alleanza nuova è quella conclusa sul tuo sangue: quello che Tu hai versato, sulla Croce, per noi e per tutti. Noi crediamo e ti adoriamo.

Signore, noi crediamo nella tua comprensione senza limiti. Dopo che, unilateralmente, abbiamo calpestato un’alleanza fatta con te, Tu, se noi ci pentiamo, sei sempre pronto a stringerne con noi un’altra.

*

Signore, noi Ti adoriamo


per la tua inimmaginabile bontà. Infatti, per avere eternamente con te tutte le tue creature, sei disposto a concordare con loro un comportamento compatibile con la vita eterna.

Signore, ti adoriamo perché, nonostante che il popolo ebraico fosse un popolo di dura cervice, tuttavia era sempre il tuo popolo. E tu, che lo amavi molto più di quanto un padre ama il suo figlio, non ti sei mai rassegnato a perderlo.

Signore, ti adoriamo perché, attraverso queste commoventi e meravigliose immagini, tu cominciavi a rivelare un amore infinitamente più grande di quello che gli uomini - pur guidati dal tuo Spirito - hanno saputo balbettare nell’antica Alleanza.

Signore, ti adoriamo perché con l’antica Alleanza, essendo essa solo un’ombra delle cose future, senza il potere di condurre alla perfezione coloro che si accostano a Dio, ci hai offerto una minima immagine di quello che sarebbe stata la redenzione.

Signore, ti adoriamo perché, non con il sangue di capri o di vitelli hai sigillato la Nuova Alleanza, ma attraverso il sangue del Figlio tuo Unigenito: Cristo, Verbo incarnato.

Signore, ti adoriamo perché, sapendo Tu che gli uomini non sono capaci di onorare i patti, affinché la Nuova Alleanza fosse veramente eterna, hai fatto incarnare Gesù, vero Dio e vero Uomo, vittima e sacerdote per sempre.

Signore, ti adoriamo perché la Nuova Alleanza si basava, dopo la tua incarnazione e il tuo sacrificio, non sulla parola di uomini, ma su quella di Dio: immutabile, eterno.

Signore, ti adoriamo perché ami le tue creature infinitamente più di quanto saremmo capaci di immaginare. Lo sappiamo che questo tuo comportamento Tu l’hai scelto per educarci all’amore radicale.

Signore, ti adoriamo per la tua inimmaginabile pazienza. Tu, ogni volta che pecchiamo, se riconosciamo i nostri peccati, sei sempre disponibile a darci fiducia e credere che in seguito sapremo onorare i nostri impegni, e annulli tutti i nostri trascorsi.

 

*

Signore, perdona


la pigrizia della nostra mente e la freddezza del nostro cuore nel non riuscire a comprendere l’abisso di amore, che, nell’Alleanza antica e nuova che ci offri, Tu hai per noi.

Signore, perdonaci perché, nonostante che in molti modi, con molte immagini e continuamente Tu tenti di farci capire il tuo amore, noi non riusciamo a capire. Nell’esperienza terrena di Gesù, del resto, molte volte lui parlava e i suoi non ti capivano.

Signore, perdona la grettezza del nostro cuore che, nonostante sia sempre egoisticamente orientato per quelli che crede i propri interessi, di fronte all’offerta di un’Alleanza non riesce neanche a rendersi conto di quale incredibile proposta Tu gli fai.

Signore, di fronte alle invenzioni del tuo amore, siamo tutti di dura cervice. Ma Tu non demordi. Perdonaci e aiutaci a ragionare con la tua mente e con il tuo cuore almeno alla fine dei nostri giorni.

Signore, nel libro dell’Esodo è scritto, quasi con sorpresa, che Mosè, Aronne, Nadab e Abiu, insieme ai settanta anziani, dopo stipulata l’antica Alleanza, ebbero la ventura di vedere te e, ciò nonostante, rimasero in vita. Perdonaci quando ti pensiamo così: lontano da noi, inaccessibile, terribile, mentre Tu - ce l’ha assicurato Gesù - sei Padre.

Signore, con il tuo popolo fosti obbligato a rinnovare l’Alleanza più volte, per l’incapacità umana di onorare gli impegni. Perdonaci le innumerevoli volte che anche noi ti abbiamo promesso o addirittura giurato qualche cosa e non lo abbiamo mantenuto.

Signore, tu ormai sei abituato a trattare con gente di dura cervice. Ci riconosciamo tutti in quella categoria. Perdonaci e manda un raggio della tua luce alla nostra mente e un impulso al nostro cuore perché anche noi riusciamo a capire qualche cosa del tuo amore infinito.

Signore, perdonaci ogni volta che non comprendiamo che, anche se noi non siamo fedeli ai nostri impegni, Tu però rimani fedele perché non puoi rinnegare te stesso.

Signore, perdonaci quando Tu, in ‘modi meravigliosi ed occulti’ ci ricordi i nostri impegni, e noi non facciamo alcuno sforzo per renderci conto della nostra inqualificabile abulia.




Signore, Ti chiediamo


la capacità di vedere con i tuoi occhi, capire con la tua mente, amare con il tuo cuore, perché solo allora saremo in grado di comprendere qualche cosa di te che sei Incomprensibile.

Signore, quando Tu ci suggerisci qualche cosa, ti chiediamo la capacità di dire sempre, come il tuo popolo: Quanto il Signore ha ordinato, noi lo faremo e lo eseguiremo. Ma insieme dacci anche la volontà di eseguire quanto abbiamo promesso di fare.

Signore, Gesù ci ha consigliato di essere perfetti come è perfetto il Padre () che è nei cieli. Lui, quando noi ci siamo ribellati, non ha preteso che noi ci umiliassimo a chiedere perdono, ma ci ha spontaneamente e per primo offerto un patto di nuova Alleanza. Aiutaci a imitare tanta comprensione
e bontà.

Signore, Gesù ci ha insegnato a pregare perdona a noi i nostri debiti, come noi li perdoniamo ai nostri debitori. E ha precisato che se noi non perdoniamo, neppure il Padre nostro celeste perdonerà a noi. Signore, ti chiediamo un po’ del tuo spirito che, offeso, non solo perdona, ma chiede amicizia.

Signore, ti chiediamo la capacità di vedere in ciascuno dei nostri fratelli Gesù: quando ci onorano della loro amicizia e quando ci offendono; perché così ti comporti Tu, Padre che sei cieli, e così si è comportato Gesù, il tuo Unigenito incarnato per noi.

Signore, ti chiediamo, sul tuo esempio, di essere anche noi i primi a proporre ai nostri fratelli l’opportunità di reintegrare un rapporto di amicizia e di reciproca comprensione quando per qualunque motivo si è incrinato.

Signore, Gesù ci ha comandato di amarci come lui ha amato noi. Ciò significa che noi dobbiamo amarci fino alla capacità di dare la vita per gli altri. Veramente questo comandamento, che è il ‘suo’, sembra impossibile da praticare sulla nostra terra. Ti chiediamo almeno la volontà di non odiare, di non volere risarcimenti, di nutrire in noi sentimenti di comprensione e di pietà per tutti e sempre.

Signore, Tu ‘perdoni sempre’. Siamo noi che ‘ci stanchiamo di chiedere perdono’. Aiutaci a capire e praticare con tutti questa stessa comprensione, ricordando che lì è racchiuso tutto il Vangelo.

*

Signore, Ti ringraziamo


perché Tu ci hai mostrato ciò che mai si era veduto ancora fra gli uomini: che un Giusto, offeso, offrisse all’offensore la possibilità di concludere un’Alleanza di pace e di amicizia.

Signore, ti ringraziamo perché in quell’Alleanza, Tu, offeso, non hai soltanto offerto, al peccatore, un condono di quanto avrebbe dovuto scontare, ma Tu stesso l’hai scontato in vece sua.

Signore, ti ringraziamo perché, nell’Alleanza che Tu offri all’umanità, Tu non hai offerto un comune risarcimento, ma il sangue del tuo unico Figlio a dimostrazione di quanto Tu ami le tue creature.

Signore, ti ringraziamo perché un’etica così divina, come quella che Tu ci proponi, mai avremmo potuto immaginarla senza la tua rivelazione e il tuo esempio.

Signore, ti ringraziamo perché solo Tu, che sei Dio, puoi donare e chiedere quanto Tu doni e suggerisci. Signore, ti ringraziamo perché, in Gesù, non solo ci hai insegnato come si perdona, ma ce lo hai fatto vedere realizzato: in lui che, morente in croce, arriva a pregare per i suoi crocifissori.

Signore, ti ringraziamo perché, per farci capire quanto è cosa divina il perdono, ci hai assicurato che Tu perdonerai a noi nella misura in cui noi perdoniamo a gli altri.

Signore, ti ringraziamo per averci mostrato, in una sterminata moltitudine di Santi, la capacità di incarnare i tuoi insegnamenti e di imitare i tuoi esempi.

Signore, ti ringraziamo perché, dopo il tuo esempio, forse non hai trovato una incarnazione più vera dei tuoi suggerimenti come in Maria, tua Santissima Madre. Lei infatti, dopo che ti abbiamo trattato come tutti sappiamo, non solo non ha chiesto vendetta contro i deicidi, ma ha accettato di fare a tutti da Madre. E con la stessa dedizione e amore con i quali aveva fatto da Madre a Gesù.

Signore, ti ringraziamo per i suggerimenti e gli esempi divini che ci dai. Potevi darli solo Tu. Aiutaci a tentare di capirli e a metterli in pratica.

 



6 - L’Eucaristia:
il pane che dà forza
antefatto


1Re 18, 23 (passim)


16 - () Acab si diresse verso Elia.

17 - Appena lo vide, Acab disse a Elia: “Sei tu la rovina d’Israele!”.

18 - Quegli rispose: “Io non rovino Israele, ma piuttosto tu insieme con la tua famiglia, perché avete abbandonato i comandi del Signore e hai seguito Baal.

19 - Su, con un ordine raduna tutto Israele presso di me sul monte Carmelo insieme con i quattrocentocinquanta profeti di Baal e con i quattrocento profeti di Asera, che mangiano alla tavola di Gezabele”.

20 - Acab convocò tutti gli Israeliti e radunò i profeti sul monte Carmelo.

21 - Elia si accostò a tutto il popolo e disse: “Fino a quando zoppicherete con i due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece è Baal, seguite lui”. Il popolo non gli rispose nulla.

22 - Elia aggiunse al popolo: “Sono rimasto solo, come profeta del Signore, mentre i profeti di Baal sono quattrocentocinquanta.

23 - Dateci due giovenchi; essi ne scelgano uno, lo squartino e lo pongano sulla legna senza appiccarvi il fuoco. Io preparerò l’altro giovenco e lo porrò sulla legna senza appiccarvi il fuoco.

24 - Voi invocherete il nome del vostro dio e io invocherò quello del Signore. La divinità che risponderà concedendo il fuoco è dio!”. Tutto il popolo rispose: “La proposta è buona!”.

25 - Elia disse ai profeti di Baal: “Sceglietevi il giovenco e cominciate voi perché siete più numerosi. Invocate il nome del vostro dio, ma senza appiccare il fuoco”.

26 - Quelli presero il giovenco, lo prepararono e invocarono il nome di Baal dal mattino fino a mezzogiorno, gridando: “Baal, rispondici!”. Ma non si sentiva un alito né una risposta. ()

31 - Elia prese dodici pietre, secondo il numero delle tribù dei discendenti di Giacobbe, al quale il Signore aveva detto:“Israele sarà il tuo nome”.

32 - Con le pietre eresse un altare al Signore, scavò intorno un canaletto, capace di contenere due misure di seme.

33 - Dispose la legna, squartò il giovenco e lo pose sulla legna.

34 - Quindi disse :”Riempite quattro brocche d’acqua e versatele sull’olocausto e sulla legna” Ed essi lo fecero. Egli disse:“Fatelo di nuovo”. Ed essi ripeterono il gesto. Disse ancora:“Per la terza volta!”. Lo fecero per la terza volta.

35 - L’acqua scorreva intorno all’altare; anche il canaletto si riempì d’acqua.

36 - Al momento dell’offerta si avvicinò il profeta Elia e disse: “ Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, oggi si sappia che Tu sei Dio in Israele e io sono tuo servo che ho fatto tutte queste cose per tuo comando

37 - Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che Tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!”.

38 - Cadde il fuoco dal cielo e consumò l’olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l’acqua del canaletto..

39 - A tal vista tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: “Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!”.

40 - Elia disse loro: “Afferrate i profeti di Baal, non ne scappi uno!”. Elia li fece scendere al torrente, ove li scannò.

1RE 19:


1 - Acab riferì a Gezabele ciò che Elia aveva fatto e che aveva ucciso di spada tutti i profeti.

2 - Gezabele inviò un messaggero a Elia per dirgli: “Gli dei mi facciano questo e anche di peggio, se domani a quest’ora non avrò reso te come uno di quelli”.

3 - Elia, impaurito, si alzò e se ne andò per salvarsi. Giunse a Bersabea di Giuda. Là fece sostare il suo ragazzo.

4 - Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedere sotto un ginepro. Desideroso di morire, disse: “Ora basta,Signore! Prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri”.

5 - Si coricò e si addormentò sotto il ginepro. Allora, ecco un angelo lo toccò e gli disse: “Alzati e mangia!”

6 - Egli guardò e vide vicino alla sua testa una focaccia cotta su pietre roventi e un orcio d’acqua. Mangiò e bevve, quindi tornò a coricarsi.

7 - Venne di nuovo l’angelo del Signore, lo toccò e gli disse:“Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino!.

8 - Si alzò, mangiò e bevve.Con la forza datagli da quel cibo, camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb.


“La via che la Chiesa percorre () è una via lunga, irta di ostacoli che superano la capacità umana; ma abbiamo l’Eucaristia e davanti ad essa possiamo sentire in fondo al cuore, come rivolte a noi, le stesse parole che udì il profeta Elia: Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino (S. Giovanni
Paolo II, “Eccleisa de Eucaristia”, n. 61).



Signore, noi crediamo


che il nutrimento spirituale, che Tu dai, ricrea divinamente le forze che l’uomo consuma nel viaggio della vita.

Signore, noi crediamo che il pane, che il tuo angelo portò ad Elia, era una figura di quello che Tu doni ad ogni uomo stanco della vita.

Signore, noi crediamo che quel pane dette al profeta forza per camminare quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l’Oreb.

Signore, noi crediamo che il pane del cielo, che Tu ci dai, ci dà forza per affrontare il cammino della vita ogni giorno Nei momenti di tristezza, di sconforto e di tragedia, nei quali anche noi diventiamo desiderosi di morire, e ti diciamo: Basta, Signore, noi crediamo che nutrirci di te è quanto serve per riprendere coraggio e rimetterci in cammino.

Signore, noi crediamo che il pane che Tu dai non è come quello che il tuo Angelo ha offerto ad Elia: il pane che Tu ci dai dona non solo la capacità di superare le difficoltà per ogni giorno della nostra vita, ma addirittura per introdurci nella vita eterna.

Signore, noi crediamo che il tuo Angelo, che invitò Elia due volte a mangiare il pane che Tu gli hai mandato, ci ricorda che quanto più frequentemente ci si comunica, tanto più si immagazzinano energie necessarie per raggiungere la meta.

Signore, noi crediamo che, quando non ci nutriamo di te, altri idoli sopravvengono a prendere il tuo posto e noi diventiamo vergognosamente idolatri.Signore, noi crediamo che quando si lascia te, ci si in cammina verso direzioni false e umilianti come quelle dei quattrocentocinquanta profeti che mangiavano alla mensa di Gezabele.

Signore, noi crediamo che la vita, che Tu ci hai donato, dipende da te. Non ti diremo mai: “Ora basta!”. Ad ogni prova ti ripeteremo, con Gesù, con Maria e con tutti i Santi:“Sia fatta non la nostra, ma la tua santissima volontà”, ma dacci la forza necessaria per proseguire il cammino.

*

Signore, noi Ti adoriamo


perché Tu, come un padre premuroso, difendi l’incolumità di quanti, come Elia, impegnano la propria vita solo per l’avvento del regno tuo.

Signore, noi ti adoriamo perché Tu, che sai di che cosa abbiamo bisogno prima ancora che te lo chiediamo, provvedi alle necessità di tutti coloro che confidano in te.

Signore, noi ti adoriamo perché Tu, che pensi al giglio del campo e all’uccello dell’aria, molto più provvedi all’uomo, che hai creato a tua immagine e somiglianza e perché vivesse eternamente con te.

Signore, ti adoriamo perché Tu sei presente a noi, nei momenti felici o burrascosi della nostra vita, molto di più di quanto noi non lo siamo a noi stessi.

Signore, ti adoriamo perché noi da sempre siamo nel tuo pensiero e nel tuo cuore e, anche se una madre potesse dimenticare il suo figlio, Tu mai ti dimenticherai di noi.

Signore, quando le forze del maligno si scatenano contro di noi, giurando e spergiurando di annientarci, solo perché decidiamo di orientare la nostra vita secondo i tuoi suggerimenti, Tu ci sei sempre vicino, pronto ad aiutarci con mezzi naturali e soprannaturali.

Signore, ti adoriamo perché, nei momenti di sfiducia e di scoraggiamento, con le sante ispirazioni Tu ci ripeti, come l’Angelo al Profeta, Su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino!

Signore, ti adoriamo perché se il creato vive e sopravviveè grazie a questa materna premura con la quale segui ogni creatura che Tu hai chiamato all’esistenza.

Signore, ti adoriamo e promettiamo di cantare eternamente un inno di lode a te, perché ami e provvedi, nel creato, a ogni essere vivente con amore infinito.

Signore, ti adoriamo quando ci mandi il sole e quando ci mandi la pioggia; quando ci mandi la gioia e quando ci chiedi lacrime, quando ci chiami alla vita e quando ci manderai la morte.


*

Signore, perdonaci


quando non riusciamo a vedere i fili misteriosi con i quali la tua provvidenza ‘ governa il mondo’.

Signore, perdonaci quando, sfiduciati perché tante cose sembrano non riuscire a prendere il verso giusto, ci rivolgiamo a te con la strafottenza del Profeta Elia.

Signore, perdonaci ogni volta che, provati dalle traversie della vita, non abbiamo il coraggio di ripeterti la preghiera che Gesù ha fatto e ha insegnato: Sia fatta la tua volontà.

Signore, perdonaci ogni volta che, sballottati dalle tempeste di eventi sfavorevoli, dubitiamo della tua presenza e della tua provvidenza.

Signore, nei momenti di smarrimento a volte non è la fede che vacilla, è il disorientamento di chi non sa più quello che dire, né quello che fare. Perdonaci, perché anche Gesù ti ha pregato dall’alto della croce per coloro che non sanno quello che fanno.

Signore, perdonaci quando non sappiamo distinguere il pane-sostentamento che il tuo angelo offrì a Elia, dal panevita che Tu ci hai portato dal cielo: te stesso.

Signore, perdonaci quando, nei momenti di lotta con il maligno, non ci ricordiamo di ricorrere a te, che sei sempre il più premuroso dei padri.

Signore, perdonaci quando veniamo a riceverti nella SS. Eucaristia non perché abbiamo fame di te, né pensando a un incontro intimo e personale con te, ma quasi per una convenienza o un’abitudine.

Signore, perdonaci quando, disorientati, ti chiediamo, come il Profeta Elia, decisioni che non sono in sintonia con le tue.

Signore, perdonaci ogni volta che, nella nostra miopìa, ci illudiamo di dare suggerimenti a te, che sei l’Omniscente.


 

Signore, Ti chiediamo


di essere vicino a noi, specie nei momenti di pericolo. Il pensiero che Tu non ci lasci soli, ci aiuta a combattere.

Signore, ti chiediamo la luce necessaria per accettare le tue decisioni, soprattutto quando esse sono misteriose per la nostra mente.

Signore, ti chiediamo la docilità per far nostri i tuoi progetti, solo perché sono ‘tuoi’. Ricordaci che sono di te, che ci ami come nessuno in questo mondo.

Signore, ti chiediamo l’intelligenza per riconoscere quando un suggerimento è tuo e quando del maligno. Dacci, in quel momento, la volontà per scegliere giusto secondo te.

Signore, la tua continua disponibilità per noi nella Ss.ma Eucaristia, aiutaci a farla diventare modello sul quale improntare la nostra disponibilità ad ascoltare ogni tuo suggerimento.

Signore, ti chiediamo un po’ di sensibilità verso te, per corrispondere in qualche modo, a quella infinita che Tu hai nei nostri confronti.

Signore, nei momenti nei quali la nostra resistenza, bersagliata dal nemico, sta per soccombere, dacci l’umiltà di accettare, come il Profeta Elia, il pane provvidenziale che il tuo angelo santo ci offrirà.

Signore, nei momenti di stanchezza e di sfiducia, il tuo Pane Eucaristico sia l’alimento che, sostenendo le nostre forze, ci dà la capacità di camminare verso le vette che Tu hai deciso per noi.

Signore, ti chiediamo tanto amore verso di te. Solo quello è necessario e sufficiente per superare le prove e conquistare la meta.

Maria Ss.ma, madre di Gesù e madre nostra, ottienici dal Signore la prontezza di dire, ad ogni sua richiesta, Ecco la serva del Signore. Avvenga in me secondo la sua parola.


*

Signore, Ti ringraziamo


per tutte le volte che, nei momenti della prova, ci sei venuto incontro, come con il Profeta Elia, prima ancora che te lo chiedessimo.

Signore, ti ringraziamo perché il Pane Eucaristico, che offri a noi, sostiene infinitamente di più, di quello che, per mano del tuo angelo, hai offerto al Profeta Elia.

Signore, ti ringraziamo perché il Pane eucaristico, che Tu ci offri, non è disponibile solo una volta o solo in un luogo, ma in ogni ora del giorno e della notte e in ogni latitudine e longitudine del nostro piccolo pianeta.

Signore, ti ringraziamo perché il Pane che Tu ci offri, a differenza di quello che hai dato a Elia, non ci sostiene solo per un piccolo tratto della nostra esistenza, ma per tutta la nostra vita: quella del tempo e quella dell’eternità.

Signore, ti ringraziamo perché il tuo pane, Gesù Verbo Incarnato, non solo ce lo doni, ma ce lo offri, invitandoci con insistenza ad accettarlo e a diventare una cosa sola con lui.

Signore, ti ringraziamo per la tua disponibilità ad aiutare ogni uomo, sotto forma di Viatico, nel momento sublime e terribile della fine della propria esperienza terrena.

Signore, ti ringraziamo perché mentre ai tuoi angeli, non più in pericolo di prova, dai solo la possibilità di adorarti, a noi, ancora impegnati nelle scelte esistenziali terrene ed eterne, dai la possibilità di nutrirci di te.

Signore, ti ringraziamo con S. Agostino, perché, una volta che nella Santissima Eucaristia ci hai donato te stesso, Tu

- pur essendo onnipotente, non potevi donarci di più,
- pur essendo omniscente, non sapevi donarci di più,

- pur essendo il padrone di ogni cosa, non avevi da donarci di più.

Signore, fa che tutta la nostra vita sia un atto di ringraziamento per l’incredibile dono che, con la Ss.ma Eucaristia, Tu ci fai.

Signore, per dirci quanto Tu desideri essere con noi, hai unito la Santissima Eucaristia con la vita eterna. Quest’ultima la consegue solo chi si serve e mangia di te, pane vivo disceso dal cielo.

 

°

7 - L’Eucaristia
nella profezia di Malachia


Ml 1, 11

Antefatto


Dopo l’esilio, in seguito alla predicazione dei due Profeti Aggeo e Zaccaria, venne ricostruito il tempio e ricostituito il culto levitico.
“Ma questo era prestato con tanta negligenza, che il profeta Malachia condanna in primo luogo i sacerdoti e tutto il loro servizio. Passa in seguito ad altri abusi e trasgressioni della legge: trascuratezza nel versamento delle decime, facilità nell’ammettere matrimoni fra Ebrei e Pagani, ingiustizie sociali, che saranno oggetto delle fatiche dei riformatori dell’epoca di Esdra e Neemia, rispetto ai quali egli (Malachia)
è come un predecessore ” .
(P. Giovanni Rinaldi, ‘La profezia di Malachia 1, 11 e la S. Messa’ in ‘Eucaristia’ di A. Piolanti, p. 23).

Contro i sacerdoti il Signore fa questa requisitoria ed evidenzia alcuni capi d’accusa:

6 - () Dice il Signore degli eserciti a voi sacerdoti che disprezzate il mio nome. Voi domandate: “Come abbiamo disprezzato il tuo nome”?

7 - Offrite sul mio altare un cibo contaminato e dite: “come ti abbiamo contaminato”?. Quando voi dite: “La tavola del Signore è spregevole” e offrite un animale cieco in sacrificio, non è forse male?

8 - Quando voi offrite un animale zoppo o malato, non è forse male?
Offritelo puro al vostro governatore: pensate che ve lo accetterà o che vi sarà grato? Dice il Signore degli eserciti.”

9 - Ora supplicate pure Dio perché abbia pietà di voi! Se fate tali cose, dovrebbe mostrarsi favorevole a voi? Dice il Signore degli eserciti.

10 - Oh, ci fosse fra di voi chi chiude le porte, perché non arda più invano il mio altare!
Non mi compiaccio di voi, dice il Signore degli eserciti, non accetto l’offerta delle vostre mani!

VATICINIO:

11- Poiché
- dall’oriente all’occidente,
- grande è il mio nome fra le genti
- e in ogni luogo è offerto incenso al mio nome
- e una oblazione pura,
perché grande è il mio nome fra le genti,
dice il Signore degli eserciti.



“Il “Libro di Malachia”, l’ultimo della serie dei dodici profeti, al c.1, v. 11 contiene un famoso riferimento a un’oblazione pura, sacrificata in ogni luogo, dall’Oriente all’Occidente, in cui la tradizione patristico-teologica avvalorata dal Concilio di Trento riconosce un vaticino del sacrificio della Santa Messa” (P.
Giovanni Rinaldi, ‘La profezia di Malachia 1, 11 e la S. Messa’ in ‘Eucaristia’, p. 24).

“Malachia pensa qui al sacrificio perfetto dell’era messianica. Il Concilio di Trento ha adottato questa interpretazione”. (nota a pag. 2007 de ‘La Bibbia di Gerusalemme’).

Ecco il testo del Concilio di Trento: “Questo è il sacrificio mondo, che nessuna indegnità o malizia degli offerenti può macchiare, predetto dal Signore per mezzo di Malachia, da offrirsi in oblazione monda al suo nome”.

“Questa nuova oblazione del Nuovo Testamento, che Malachia aveva preannunziato, la Chiesa, ammaestrata dal Signore e dagli Apostoli, l’ha sempre offerta, non solo per i peccati, le pene, le espiazioni ed altre necessità dei fedeli viventi, ma anche a suffragio dei defunti in Cristo non ancora
del tutto purificati” (Conc. Di Trento).

“L’Eucaristia, per testimonianza dei santi Padri, dev’essere considerata una continuazione ed ampliamento dell’incarnazione. Per essa infatti la sostanza del Verbo incarnato si unisce coi singoli uomini e si rinnova mirabilmente il supremo sacrificio del Golgota, come preannunziò Malachia: In ogni luogo si offre al mio nome un’oblazione pura”.
(Leone XIII, “Mirae caritatis”, n. 7).

 

*

Signore, noi crediamo


con la Chiesa, che la profezia di Malachia indica un avvicendamento in quell’atto di culto che si esprime attraverso il sacrificio.

Signore, noi crediamo che il sacrificio eucaristico che la Chiesa offre a te, è l’unico sacrificio puro che conviene alla tua santità.

Signore, noi crediamo che tu sei il Padre di tutti, e pertanto il sacrificio Eucaristico debba essere offerto a te da tutta l’umanità, senza distinzioni o privilegi.

Signore, noi crediamo che la profezia di Malachia vide profeticamente offerto al tuo nome un sacrificio puro dall’oriente all’occidente. Questa meravigliosa, incredibile realtà è oggi sotto gli occhi di chiunque li tiene aperti.

Signore, noi crediamo che i sacrifici che si offrono a te, debbono essere degni di te, e non ipocrisie come quelli che i sacerdoti del tempio ti offrivano al tempo di Malachia.

Signore, noi crediamo che, se le nostre offerte non sono espressioni di un culto vero, sentito e sincero, Tu, prima o poi, lo sostituirai con altre forme più rispondenti alla tua dignità e alla onorabilità dell’uomo.
Signore, noi crediamo che l’umanità si è macchiata di un grave peccato ogni volta che ha tentato di offrirti un sacrificio non suggerito dal cuore, ma da miopi calcoli.

Signore, noi crediamo che, poiché l’umanità non ha mai avuto da offrirti qualche cosa di degno di te, Cristo, incarnandosi, oltre a pagare il prezzo della nostra redenzione, ci ha messo in mano un’ostia, pura, santa, immacolata, cioè un sacrificio di valore infinito ed eterno: se stesso.

Signore, noi crediamo con la Chiesa, che la visione profetica di Malachia, era un grande annuncio della Eucaristia, fatta da te come un lampo di luce nella notte dell’avvenire, così come avvengono tante delle grandi profezie, a iniziare da quella che dice: Ecco una vergine concepirà e partorirà un figlio…

Signore, noi crediamo che il sacrificio, che oggi si offre dall’oriente all’occidente, è un’oblazione pura, che consente di onorare degnamente il tuo nome: esso è grande fra le genti.

 

*


Signore, noi adoriamo


la tua bontà che, per aiutare la nostra insufficiente fede, ci predice i grandi avvenimenti che Tu, come Padre, hai predisposto a nostro vantaggio.

Signore, ti adoriamo perché, trasferendo il sacrificio dal tuo popolo a tutte le genti, dall’Oriente all’Occidente, tu ribadisci ancora una volta che sei padre di tutti e ogni essere umano è, per te, figlio.

Signore, ti adoriamo perché, esteso il tuo culto a tutte le genti, Tu sai sceglierti ‘sacerdoti’ degni e adatti al grande ministero.

Signore, ti adoriamo perché Gesù, accettando di divenire sacrificio nuovo ed eterno, ha donato la possibilità anche a noi di offrirti un’oblazione pura.

Signore, ti adoriamo perché la tua ‘alleanza’ con l’umanità non viene cancellata dalla nostra indegnità; ma, se un popolo non vuol servirti con cuore puro, tu passi l’onore del tuo servizio a un altro popolo.

Signore, ti adoriamo perché nella Santissima Eucaristia Tu ci hai dato una possibilità di onorarti dovunque e sempre. Signore, Gesù ci ha assicurato che suo compito è quello di non perdere nessuno di quelli che Tu, Padre, gli hai affidato. Noi adoriamo questo tuo amore infinito: con esso Tu ci assicuri che siamo così importanti per te, da non rassegnarti a perdere nessuno di noi.

Signore, ti adoriamo per questa scoperta e rivelazione. Gesù ce l’ha confermata in maniera commovente quando dice che il Buon Pastore non si sente compensato dalla presenza di 99 pecorelle: ma, se ne manca anche una sola, non si dà pace finché non la riporta al suo ovile.

Signore, ti adoriamo perché con questi paradossi ci educhi all’amore vero. Quello che Tu dai e quello che Tu vuoi.

Signore, ti adoriamo perché noi, che non eravamo ‘tuo popolo’, siamo diventati, grazie a Gesù, ‘tuo popolo santo’. Se, infatti Tu, per i tuoi misteriosi disegni, hai privilegiato‘un’ popolo, ciò non era perché ‘odiavi’ gli altri.


*



Signore, perdona


la nostra incapacità di capire l’infinito dono del tuo amore per noi, e la mancanza di volontà di imparare questa tua divina lezione.

Signore, in questo momento anche noi - come un tempo gli ebrei - siamo stati scelti da te come tuo popolo prediletto. Perdonaci ogni volta che consideriamo gli altri popoli non amati da te quanto noi.

Signore, uno dei peccati, contro cui si è scagliato Malachia,è stato quello della trascuratezza nel versamento delle‘decime’. Perdonaci ogni volta che, invece di “sovvenire alle necessità della Chiesa secondo le leggi e le usanze”, ci permettiamo di giudicare e sparlare della Chiesa e degli ecclesiastici, dei cristiani e dei sacerdoti.

Signore, perdonaci ogni volta che, noncuranti della tua parola, commettiamo ingiustizie nei confronti della società e del prossimo, come se per noi le tue direttive non fossero valide.

Signore, perdonaci ogni volta che non compiamo qualcuna delle poche nostre azioni buone con intenzione retta, ma solo per vanagloria o per ostentazione.

Signore, perdonaci ogni volta che, quando offriamo qualche cosa per il culto, non destiniamo a te, come Abele, le cose migliori che abbiamo, ma, come Caino, ti diamo qualcosa solo perché non ci serve, o, addirittura, perché non sapremmo dove buttarla

Signore, perdona i tuoi ministri ogni volta che trattano il tuo culto con criteri umani e con calcoli miopi, dimenticando che tutto ciò che hanno viene da te e che, loro, che hanno offerto a te la vita, tanto maggiormente debbono offrirti il meglio che Tu hai dato ad essi.

Signore, perdonaci ogni volta che, Sacerdoti e Fedeli, veniamo a riceverti nella Santissima Eucaristia con animo impuro, o disattenzione come se, in quel momento, non fossimo in dialogo e in intimità con il nostro Dio.

Signore, quando i nostri e tuoi sacerdoti non offrono sacrifici a te con cuore puro e con retta intenzione, perdonali! Anche loro sono creature umane. E tante volte, nel tuo nome, hanno perdonato a noi le nostre debolezze.

 

*


Signore, Ti chiediamo


ogni volta che veniamo da te, una fede così viva, da avere la certezza che stiamo alla presenza di te, padre e fonte di ogni vita.

Signore, quando noi trattiamo con i nostri simili, abitualmente abbiamo un po’ di sensibilità o, almeno, di ‘buona educazione’ verso di loro. Donaci di avere ‘buone creanze’, almeno come quelle, quando veniamo a trattare con te.

Signore, siamo esseri umani, e Tu, che ci hai creato, lo sai bene; dunque abbiamo bisogno di stimoli sensibili anche per la vita dello spirito. Ti chiediamo di non farci mancare mai ‘buoni esempi’, che trascinino la nostra ignavia verso rapporti intimi con te. Con te: che ci attendi tutti nella Santissima Eucaristia.

Signore, ti chiediamo Sacerdoti ardenti e zelanti di amore per te, che sappiano scuoterci anche con violenza nei troppi momenti di abulia spirituale.

Signore, ti chiediamo sacerdoti numerosi perché veramente - come affermò Gesù - la messe è molta, ma gli operai sono pochi per tutte le genti che la tua bontà chiama a sé.

Signore, ti chiediamo sacerdoti e fedeli che siano testimoni credibili e autentici di quell’amore, che, per noi, tu offri nella Santissima Eucaristia. E’ anche grazie al loro fervore che tutti possiamo diventare ‘anime eucaristiche’.

Signore, ti chiediamo di estendere il tuo regno di amore dall’Oriente all’Occidente, perché grande è il tuo nome fra le genti, e in ogni luogo sia offerta a te un’oblazione monda e ci ricordiamo di offrirti, insieme a Cristo, sacerdote e vittima, la vita, le pene, le aspirazioni profonde di ciascuno di noi.

Signore, quando veniamo a trovarti nella Santissima Eucaristia, ti chiediamo per tutti noi il dono della devozione, che ci aiuti a stare davanti a te come una creatura con il suo Creatore, come un figlio, tante volge ‘prodigo’, con il Padre che lo aspetta con amore e infinita comprensione.

Signore, quando sbagliamo, strapazzaci sempre. Anche con le espressioni brucianti di Malachia. Aiutaci a correggerci finché ne abbiamo tempo, ma non ci abbandonare mai.


*

Signore, Ti ringraziamo


per la pazienza e la comprensione infinite, che hai verso di noi, incapaci non solo di comprendere, ma anche di immaginare l’oceano di amore che riversi continuamente sulla nostra vita.

Signore, ti ringraziamo per l’esempio di zelo che il profeta Malachia ci dà. Aiutaci a farlo diventare un movente efficace anche per la neghittosità della nostra vita spirituale.

Signore, ti ringraziamo per la lezione che ci dai quando ci insegni che la disattenzione dei tuoi ministri non condizioneranno mai l’avvento del tuo regno e la diffusione del tuo messaggio di amore. Tu, infatti - come insegnò Gesù - se non sei ricevuto da un popolo, ti scegli un altro popolo.

Signore, ti ringraziamo perché, con le tue scelte, ci assicuri che non demorderai mai da un amore totale, costante, infinito per il capolavoro della tua creazione: l’essere umano, creato, appunto, a tua immagine e somiglianza.

Signore, ti ringraziamo perché la profezia di Malachia noi la vediamo già realizzata con le nostre pur limitate conoscenze; oggi, infatti, in ogni luogo, dall’Oriente all’Occidente, è offerto incenso al tuo nome e un’oblazione pura, perché grande è il tuo nome fra le genti.

Signore, ti ringraziamo perché, incapaci e impossibilitati noi di offrire a te un’oblazione pura, Gesù, con la Santissima Eucaristia, ci ha dato la possibilità di offrirla in ogni parte del mondo, in ogni momento.

Signore, ti ringraziamo perché, nonostante la nostra disattenzione, Tu accetti ugualmente l’offerta della Santissima Eucaristia fatta da noi, perché sempre la facciamo nella‘Persona di Cristo.’

Signore, ti ringraziamo per l’amore, la pazienza, la comprensione che hai per noi, nonostante i nostri limiti. Maria Santissima, ottienici da Dio la capacità di capire sempre più questo mistero, e un po’ di quell’amore con il quale Tu hai ricambiato Colui che è potente, e santo è il suo nome perché - ci rendiamo conto che - anche per noi ha fatto cose grandi.

*


8 - L’Eucaristia
nella Pasqua ebraica


Es. 12, 21-27


Melchisedek, la Manna, l’Alleanza, Elia, il vaticinio di Malachia sono immagini, figure, tipi della Santissima Eucaristia, a volte appena accennate, a volte messe in relazione tra loro grazie al senso ‘accomodatizio’.
Ma nella ‘Pasqua’ ebraica c’è qualcosa di più.

Nella Pasqua ebraica, vi erano tre realtà:
1 - la consumazione di un “agnello”.
2 - pane azzimo e
3 - offerta di coppe.
- L’agnello (quello indicato dal Battista e quello delle ‘Liturgie celesti’ nell’Apocalisse del quarto Evangelista);
- pane azzimo e
- coppa del vino sono le stesse usate nella Pasqua ebraica.

Gesù ne fece la materia per il suo sacramento.

Siamo qui ben oltre il terreno figurativo e tipologico.
L’Eucaristia è sorta mentre per la prima volta si celebrava la “cena del Signore”, in occasione di una cena pasquale. Solo ricordare questa circostanza di origine di quella cena vale come svelarne i profondi significati e valori. Il tutto come rievocazione dell’uscita dall’Egitto (essa veniva ricordata con carne d’agnello, pane senza lievito, erbe amare - del deserto - e vino).
Il rito di quella pasqua, rievocando il passato, creava un’attesa e quasi dava un pegno per l’avvenire, evidentemente la salute, sempre attesa da Israele.
A sua volta era l’immagine del banchetto messianico di cui parla Luca Dispongo per voi… di un regno, sicché voi mangiate e beviate alla mia mensa nel regno mio ( Mt 8, 11).
Ora tra il banchetto pasquale passato e quello messianico avvenire si colloca, come intermediario, il banchetto eucaristico.
All’Agnello pasquale si sostituisce l’Agnello di Dio sacrificato.
Prima era immolato l’agnello del rito ebraico, ora ‘Pascha nostrum immolatus est Christus’.
Partecipando al banchetto eucaristico si commemora la morte del Signore (‘mortem Domini annuntiabitis’), ma in attesa di una manifestazione avvenire, ‘donec veniat’ .
(P. Giovanni Rinaldi CRS, ‘Figure del Vecchio Testamento’, in ‘Eucaristia, di A. Piolanti, p. 8-10).



Signore, noi crediamo


che la Pasqua ebraica era la profezia della pasqua nella quale Gesù avrebbe istituito la Santissima Eucaristia. Infatti Egli l’ha collocata proprio nel contesto della celebrazione della Pasqua ebraica.

Signore, noi crediamo che gli elementi essenziali della pasqua ebraica (agnello, pane azzimo, erbe amare e vino) Gesù li ha utilizzati per la pasqua cristiana.

Signore, noi crediamo che la pasqua ebraica era molto più che una figura della pasqua cristiana: era infatti quasi il copione che Gesù stesso avrebbe utilizzato per la nuova pasqua.

Signore, noi crediamo che l’agnello immolato nella pasqua ebraica era l’immagine di Gesù, Agnello senza macchia, sacrificato per distruggere il peccato del mondo.

Signore, noi crediamo che il ricordo della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto per il popolo ebraico era profezia della liberazione dell’umanità dalla schiavitù del peccato.

Signore, noi crediamo che il banchetto pasquale, che precedeva, per gli ebrei, l’inizio di una lunga peregrinazione,è figura del cammino che ogni uomo dovrà fare, sostenuto dal nutrimento eucaristico che Gesù ha imbandito.

Signore, noi crediamo che l’Eucaristia, che Tu ci hai donato,è il pegno di una realtà futura, così come per gli ebrei il banchetto pasquale era garanzia di una nuova vita di uomini liberi e autonomi.

Signore, noi crediamo che tra il banchetto passato e quello messianico avvenire, si colloca, come intermediario, il banchetto eucaristico.

Signore, noi crediamo che il rito della pasqua ebraica, profezia di quella cristiana, rievocando il passato, creava un’attesa e quasi dava un pegno per l’avvenire: la salvezza. Noi partecipiamo, infatti, al banchetto eucaristico in attesa di una manifestazione avvenire (donec veniat).

Signore, noi crediamo che la tua Pasqua è la ‘vera’ Pasqua, che sostituisce quella del Vecchio Testamento. Quella, infatti, ne era solo la figura.

 



Signore, noi adoriamo


questo meraviglioso piano di salvezza che Tu hai progettato, manifestato un po’ per volta per venire incontro alla nostra lentezza, e realizzato nella pienezza dei tempi.

Signore, noi ti adoriamo in Gesù Agnello di Dio sacrificato, che sostituisce l’Agnello pasquale dell’Antica Alleanza.

Signore, il sangue dell’agnello pasquale spruzzato sulle porte degli Ebrei li salvava dalla strage. Noi ti adoriamo in Gesù, vero Agnello pasquale, che, col suo sangue, salva non solo un popolo, ma tutta l’umanità.

Signore, noi ti adoriamo in Gesù: Agnello senza macchia, che Giovanni evangelista, nell’Apocalisse, ricorda continuamente per indicarne la mitezza e il sacrificio.

Signore, noi ti adoriamo in Gesù: Agnello generoso che non emette un lamento di fronte a chi lo uccide, anzi che, addirittura, prega di perdonare gli autori di quel deicidio .

Signore, Giovanni il Battista, fissando lo sguardo su Gesù, per presentalo al mondo, non ha trovato un’immagine più vera di quella di Agnello di Dio. Dinanzi a Lui ci prostriamo e adoriamo.

Signore, ti adoriamo per il dono della Santissima Eucaristia, data a noi mentre si celebrava la “Cena del Signore”, in occasione di una cena pasquale.

Signore, ti adoriamo nel pane e nel vino consacrati. Averli pensati è una dimostrazione del tuo amore e della tua sapienza: essi, disponibili per tutti e per sempre, ci ricordano che sono nutrimento per le nostre anime e sostegno nei momenti di smarrimento e di debolezza.

Signore, ti adoriamo perché non c’era un’immagine più vera del pane e del vino consacrati per ricordarci che Tu sei la vite vera, Tu il Pane disceso dal cielo, perché chi ne mangia non muoia, ma abbia la vita eterna.

Signore, ti adoriamo per la scelta di dire e mostrare la tua verità in modo che tutti la possono capire, senza bisogno di spiegazioni e di commenti: il dotto e l’ignorante, il pane e il vino. Tu solo hai questa capacità.

 

*


Signore, perdonaci


quando dimentichiamo che è attraverso il sacrificio di te, Agnello immacolato, che noi abbiamo recuperato la salvezza.

Signore, perdonaci quando profaniamo te, Ostia pura, ricevendoti nella nostra vita colma di peccati, magari senza neanche confessarci.

Signore, perdonaci ogni volta che, dimenticando quantoè costato a te il redimerci, dimentichiamo anche di fare della nostra vita un costante atto di ringraziamento.

Signore, perdonaci quando, entrando in una chiesa, ci fermiamo ad ammirare qualche cosa che ci piace, dimenticando di venire a salutarti con una adorazione, anche se breve.

Signore, perdonaci per tutte le volte che, preferendo il peccato ai tuoi suggerimenti, abbiamo imbrattato la nostra anima, per redimere la quale Tu, Agnello innocente, hai versato tutto il tuo sangue.

Signore, perdonaci ogni volta che, vivendo il Giovedì Santo, non ci ricordiamo del dono ineffabile che Tu ci hai fatto in quel giorno.

Signore, perdonaci ogni volta che ci comunichiamo con il Pane e il Vino consacrati, distrattamente e dimenticando che di essi Tu hai fatto la materia per il tuo sacramento.

Signore, perdonaci quando ci accostiamo a te Eucaristia senza pensare che essa, oltre che nutrimento delle nostre anime, è anche pegno della gloria futura.

Signore, perdonaci ogni volta che ci scordiamo che la vita che vivremo in cielo con te - se, per la tua misericordia avremo tanta fortuna - è un banchetto in cui la gioia e la soddisfazione sono sovrabbondanti.

Signore, perdonaci quando, con superficialità, giudichiamo o condanniamo i nostri fratelli Ebrei, dimenticando che Tu pure - come uomo - sei ebreo e che dalla loro fede e liturgia Tu hai preso tutto e non solo per donarci l’Eucaristia. Hai preso tutto e l’hai portato ‘a compimento’.

Signore, perdonaci quando ci comunichiamo dimenticando che il calice che contiene il vino consacrato, era prefigurato nella ‘Coppa delle benedizioni’. Grazie all’Eucaristia quelle benedizioni si allargano a tutta l’umanità.




Signore, Ti chiediamo


un po’ di sensibilità verso di te per tutti i doni che ci hai fatto, particolarmente per quello impensabile della Santissima Eucaristia.

Signore, ti chiediamo tanta fede per crederti presente sotto le specie del pane e del vino consacrati che Tu, nella tua prima nuova Pasqua, hai reso corpo e sangue tuo.

Signore, ti chiediamo sufficiente amore per ricambiare in qualche modo un po’ dell’amore tuo così incredibile da superare, nella Santissima Eucaristia, ogni possibile immaginazione e desiderio.

Signore, ti chiediamo tanta gratitudine verso te, che, nella Santissima Eucaristia, ci dai tutto quello che hai, donandoci tutto quello che sei.

Signore, ti chiediamo tanta determinazione nel seguire i tuoi suggerimenti, sperando - anzi certi, perché Tu l’hai detto - di poter conseguire, per tua misericordia, un posto nel regno del Padre tuo, dove Tu sei tutto a tutti.

Signore, ti chiediamo, quando veniamo a riceverti nella Santissima Eucaristia, l’umiltà vera del Centurione che ci faccia dire col cuore, prima e più che con le labbra Non son degno che Tu entri nella mia casa.

Signore, ti chiediamo tanta lealtà nel parlare e promettere a te. A te che, per redimerci, hai detto sempre e solo una parola: Padre, sia fatto non come io voglio ma come vuoi Tu.

Signore, ti chiediamo il fervore dei Serafini per ricambiare in qualche modo l’amore di te, Agnello che togli i peccati del mondo che, dopo averci donato la tua vita e il tuo sangue, sei voluto rimanere con noi fino alla fine del mondo nel santissimo Sacramento dell’Eucaristia.

Signore, ti chiediamo di donarci tanta capacità di soffrire qualche cosa con te e per te. Con te che hai voluto soffrire per noi quello che hai sofferto.

Signore, donaci tanta docilità da fidarci di Te sempre. Per essere credibili Tu hai avvalorato la tua parola col dono di te, nella santissima Eucaristia.

 

*

Signore, Ti ringraziamo


perché hai dato alla Pasqua ebraica tanta perfezione che Gesù l’ha presa come ‘copione’ per la nuova Pasqua. La ‘tua’ Pasqua, che è anticipazione e immagine del Banchetto con il quale premierai eternamente tutti coloro che hanno creduto nella tua parola.

Signore, ti ringraziamo per aver partecipato anche a noi mortali, nella Santissima Eucaristia, la possibilità di offrire al Padre, che è nei cieli, un’oblazione pura e santa.

Eucaristia, non tanto e non solo la possibilità di parlare con te, ma, addirittura, di immedesimarci in te.

Signore, ti ringraziamo perché, nonostante che tutti noi, in Pietro e negli altri Apostoli, ti abbiamo abbandonato, Tu, per non abbandonarci mai, hai fatto del pane e del vino il tuo Corpo e il tuo Sangue. Nutrimento necessario.

Signore, ti ringraziamo perché, proprio nella notte nella quale Giuda ti tradiva (e lui era il tipo dei tanti tradimenti di tutti noi), Tu hai voluto regalarci te stesso in un sacramento di amore ineffabile.

Signore, ti ringraziamo perché hai dato a noi poveri mortali la potestà di far diventare il pane e il vino tuo corpo e tuo sangue.

Signore, ti ringraziamo per le attenzioni che usi verso la nostra durezza di mente e di cuore, per cui non ti stanchi mai di ripeterci, in ogni modo, il tuo amore.

Signore, ti ringraziamo perché, per donarci la Santissima Eucaristia, ti sei voluto servire non di una liturgia celeste, quale si conveniva, ma hai accettato l’espressione approssimativa e imperfetta della nostra Pasqua.

Signore, ti ringraziamo perché, nella tua nuova Pasqua, hai tollerato che fossero presenti i traditori e i rinnegatori, anzi l’hai istituita proprio per offrire un nutrimento ai deboli e ai fragili.

Signore, ti ringraziamo perché, per donarci concretamente l’esempio di un amore ‘divino’, prima di donarci l’Eucaristia, ti sei prostrato a lavare i piedi di coloro che avrebbero giurato di non conoscerti.

 

*


9 - L’Eucaristia:
nella poesia ebraica

Così la poesia ebraica canta
le figure e i tipi dell’Eucaristia

SALMI


SALMO 4, 8
Hai messo più gioia nel mio cuore
di quando abbondano vino e frumento.

SALMO 23, 5
Davanti a me apparecchi una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici;
cospargi di olio il mio capo.
Il mio calice trabocca.

SALMO 104, 13-15
13 - Dalle tue alte dimore irrighi i monti,
con il frutto delle tue opere sazi la terra.

14 - Fai crescere il fieno per gli armenti
e l’erba al servizio dell’uomo,
perché tragga alimento dalla terra;

15 - il vino che allieta il cuore dell’uomo;
l’olio che fa brillare il suo volto
e il pane che sostiene il suo vigore.

SALMO 109
4 - Il Signore ha giurato e non si pente*:
“Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchisedek”

SALMO 147, 14
Egli ha messo pace nei tuoi confini
e ti sazia con fior di frumento.

Funzione tipologica ha il complesso dei sacrifici levitici e tra di essi in particolare quello incruento, offerta di olio e fior di farina (ebraico ‘minchà’), che già nel Vecchio Testamento stesso culminò in un chiaro enunciato profetico
(P. Giovanni Rinaldi CRS, ‘Figure del Vecchio Testamento’, in ‘Eucaristia’ di A. Piolanti, p. 8).

- Il Salmo 4 canta il Vino e frumento;
- il Salmo 25 canta la mensa e il calice che trabocca;
- il Salmo 104 canta
il pane che sostiene il suo (dell’uomo) vigore,
e il vino che allieta il suo cuore;
- il Salmo 147 canta il fior di frumento che sazia.

Sono tutti elementi che hanno stretto rapporto con il sacrificio di Pane e Vino.

PROVERBI 9, 1-5


1 - La Sapienza si è costruita la casa;
ha intagliato le sue sette colonne.

2 - ha ucciso gli animali, ha preparato il vino
e ha imbandito la tavola.

3 - Ha mandato le sue ancelle a proclamare
sui punti più alti della città:

4 - “Chi è inesperto accorra qui!”.
A chi è privo di senno essa dice:

5 - “Venite, mangiate il mio pane,
bevete il vino che io ho preparato.

6 - Abbandonate la stoltezza e vivrete,
andate dritti per la via dell’intelligenza”.


Gli elementi che legano questa composizione con la realtà eucaristica sono:

- il pane e il vino;
- ha mandato le sue ancelle,
(richiama la parabola del banchetto di nozze in cui gli invitati vengono quasi costretti a partecipare (compelle illos intrare);
- chi è inesperto, chi è privo di senno richiama‘zoppi, ciechi, sordi’ della stessa parabola evangelica.
- Nutriti dell’Eucaristia, abbandonate la stoltezza (e vivrete), andate dritti per la via dell’intelligenza.

 

*



Signore, noi crediamo


che l’Eucaristia contiene il cibo e la bevanda di cui non può fare a meno la nostra vita nel duro cammino che la condurrà al tuo regno.

Noi lo crediamo, Signore, perché Tu, in tante situazioni del Vecchio Testamento, ce lo hai ribadito, con parole, figure e tipi.

Noi crediamo, Signore, che il pane e il vino consacrati si identificano con il tuo corpo e il tuo sangue, perché Gesù, nel capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, ripete con forza chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna, perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.

Lo crediamo, Signore, perché Gesù, nell’ultima Cena, offrendo il pane spezzato e il calice ai suoi discepoli, ha detto prendete e mangiate… prendete e bevete.

Noi crediamo, Signore, che il pane e il vino consacrati non sono più pane e vino, ma corpo e sangue di Gesù. Noi crediamo che sono bevanda e cibo irrinunciabili perché, per esperienza, sappiamo che ogni vita corporale, per sopravvivere e svilupparsi, ha bisogno di nutrimento. Non può essere diversamente per la vita spirituale.

Signore, noi crediamo che, per farci comprendere la insostituibilità del nutrimento della vita dello spirito, Tu hai voluto usare lo stesso elemento, pane e vino, che alimenta e sostiene la vita del corpo.

Signore, noi crediamo che, come il tralcio non può vivere se non è alimentato dalla madre vite, così noi non possiamo vivere se non assorbiamo da te il nutrimento della vita.

Signore, noi crediamo che, senza cibarci di te, vero Pane vivo disceso dal cielo, senza dissetarci di te, acqua viva che sgorga dalla roccia, la nostra vita spirituale deperisce e muore.

Signore, noi crediamo che, dopo la Santissima Eucaristia, la tua parola è spirito e vita indispensabili per sostenere il nostro spirito.

Signore, noi crediamo che solo Tu, pane vero disceso dal cielo, puoi darci il nutrimento che ci introduce alla vita eterna.


*


Signore, noi adoriamo


la tua divina pedagogia che ci prepara a rivelazioni incredibili con la gradualità compatibile con le nostre risorse mentali meravigliose, ma tanto limitate.

Signore, noi adoriamo la tua sapienza che, con il dono dell’Eucaristia, cibo e bevanda spirituale, ci fai comprendere che la vita dell’anima si alimenta solo con questo Sacramento, come la vita del corpo con cibo e bevanda materiale.

Signore, noi adoriamo la tua bontà che, per sostenere le tue creature, offre loro un nutrimento che vale per il tempo e per l’eternità.

Signore, sulla terra si dice che il pellicano, non avendo altro, nutre di sé i suoi piccoli. Noi, prostrati dinanzi a te, ti adoriamo perché Tu hai offerto non solo qualche cosa di te, ma la tua stessa vita per sostenere la nostra.

Signore, noi adoriamo il tuo amore sconfinato che, per non rassegnarsi a vederci preda della morte eterna, ha escogitato il divino Sacramento dell’Eucaristia.

Signore, noi adoriamo la favolosa fiducia che hai nei nostri confronti. Tu, conoscendo le inevitabili contraddizioni delle nostre scelte, corrobori le nostre debolezze con il Pane degli Angeli.

Signore, noi adoriamo l’incredibile premura che hai per la vita del nostro corpo, non facendoci mancare i frutti della terra; e la più grande premura per la vita del nostro spirito donandoci te stesso.

Signore, noi adoriamo la tua amabile divinità. Essa sola infatti avrebbe potuto immaginare e realizzare il piano di salvezza che Tu hai concepito e realizzato a nostro favore.

Signore, noi adoriamo la comprensione infinita che hai per la lentezza della nostra mente e la durezza del nostro cuore. Tu, infatti, nonostante la nostra noncuranza, seguiti a rimanere fra noi, per noi, fino alla fine dei secoli.

Signore, prostrati davanti al tabernacolo, ti adoriamo perché, donandoci te stesso, ci hai donato quanto la nostra mente o il nostro desiderio non avrebbero saputo neanche immaginare.


+

Signore, perdonaci


quando, perché non riusciamo a capire ed apprezzare il tuo dono, ci serviamo del divino alimento che ci hai dato, con parsimonia e quasi con senso di sufficienza, come se potessimo vivere spiritualmente anche senza di esso.

Signore, perdonaci se, svegliandoci al mattino o andando a riposare la sera, ci dimentichiamo di riflettere per qualche momento, su tutto quello che ci hai dato, soprattutto te stesso nella Santissima Eucaristia.

Signore, perdonaci quando, dicendo, nell’ufficio divino, le parole dei salmi che hanno valenza di profezia eucaristica, non ci fermiamo mai un momento per farne oggetto di meditazione.

Signore, perdonaci, quando, recitando il versetto del libro dei Proverbi che dic
Venite, mangiate il mio pane,
bevete il vino che ho preparato per voi,

non prendiamo quell’invito come rivolto a noi.

Signore, perdonaci perché, pur sapendo di essere inesperti e privi di senno, non veniamo ad attingere la sapienza dove è la sua sorgente e il suo donatore prodigo.

Signore, Gesù ha detto chi ha sete venga a me e beva. Perdonaci tutte le volte che preferiamo morire di sete, piuttosto che accettare il dono della tua infinita liberalità.

Signore, abbiamo ascoltato che per vivere dobbiamo abbandonare la stoltezza e andare dritti per la via dell’intelligenza. Perdonaci quando preferiamo rimanere nella nostra insignificanza, piuttosto che ricevere te, che sei l’Omniscente.

Signore, nel buon esempio dei fratelli e nella parola dei Pastori continuamente veniamo sollecitati a venire a riceverti nella Santissima Eucaristia. Perdonaci tutte le volte che quei richiami li lasciamo cadere come se riguardassero altri, non noi.

Signore, perdonaci quando non ci rendiamo conto che Tu ardentemente desideri che partecipiamo al banchetto che Tu ci hai preparato.

 

*


Signore, Ti chiediamo


anche una sola scintilla di sensibilità artistica, per valutare e ammirare quanto la poesia ebraica ha previsto e cantato di te Eucaristia.

Signore, hai preparato per noi un banchetto e hai imbandito la tavola. Ti chiediamo luce per comprendere il dono che ci fai e fervore per parteciparci meno indegnamente che sia possibile.

Signore, hai mandato le tue ancelle a proclamare il tuo invito. Le tue ‘ancelle’ sono le buone ispirazioni che continuamente fai sorgere nel cuore di ognuno. Ti chiediamo sensibilità per ascoltarle, accoglierle e metterle in pratica.

Signore, ci suggerisci di abbandonare la stoltezza di cui è piena la nostra vita. Fa’ che ci accostiamo al pane degli intelligenti, che Tu ci offri, perché solo da quel nutrimento può venire a noi la saggezza.

Signore, ci consigli di andare dritti per la via dell’intelligenza. Aiutaci a capire che intelligente è solo chi ascolta la tua parola e ad essa affida la propria vita.

Signore, il sacrificio incruento di pane e di vino, che Tu hai predetto nei profeti e realizzato in Cristo, è a disposizione di tutti, in ogni ora e giorno. Aiutaci a credere e a servirci di questo tuo incredibile dono.

Signore, Tu ci inviti a partecipare al banchetto che Tu offri a tutti senza spesa. Siamo veramente poveri, Signore. Aiutaci a capire che ci si arricchisce solo accettando la tua offerta.

Signore, la vita è il più grande dono che ci hai fatto. Noi amiamo la vita. Noi vogliamo vivere. Aiutaci a capire che per vivere c’è solo da ascoltare e accettare il tuo invito.

Signore, nell’Eucaristia Tu ci dai il pane che sostiene il vigore dell’uomo e il vino che allieta il suo cuore. Quanto è da sciocchi non credere alla tua parola, Signore! Aiutaci a capirlo e ad approfittarne quanto più spesso possibile.




Signore, Ti ringraziamo


di aver messo, con il dono della Santissima Eucaristia, più gioia nel nostro cuore di quando abbondano vino e frumento.

Signore, ti ringraziamo perché davanti a tutti Tu hai preparato una mensa. Sappiamo, perché ce l’ha rivelato Gesù, che chi si serve di essa Tu lo risusciterai nell’ultimo giorno.

Signore, ti ringraziamo per la tua Provvidenza che, dalle tue alte dimore, non si dimentica mai di irrigare i monti e di saziare con il frutto delle tue opere la terra. Più ancora ti ringraziamo per la Santissima Eucaristia che è sempre a disposizione di tutti.

Signore, ti ringraziamo perché con giuramento hai costituito i sacerdoti per sempre, secondo l’ordine di Melchisedek. Ad essi hai affidato il compito di nutrire, con la Santissima Eucaristia e con la Parola, il nostro spirito.

Signore, ti ringraziamo perché sazi l’umanità con fior di frumento e la disseti con un calice che trabocca: l’uno e l’altro immagine della Santissima Eucaristia e garanzia della pace che hai messo nei suoi confini.

Signore, ti ringraziamo per essere venuto incontro, nell’Eucaristia, agli zoppi, ai ciechi e agli storpi. Siamo tutti tali, Signore. Ma a te interessa l’uomo, ogni uomo, chiunque esso sia e in qualunque condizione si trovi: Tu devi saziare ogni fame e dissetare ogni sete.

Signore, ti ringraziamo perché, attraverso i segni del pane e del vino, ci ricordi che Tu sei nutrimento indispensabile per la vita dello spirito, come indispensabile è il pane per la vita del corpo.

Signore, ti ringraziamo perché con il Vangelo susciti e illumini le scelte dello spirito e con la Santissima Eucaristia le nutri e le sostieni.

Signore, ti ringraziamo per la pazienza infinita con la quale aspetti i ritmi lentissimi del nostro capire, e per la disponibilità costante a donarti a noi quando ti desideriamo.

Signore, ti ringraziamo quando, dopo averti ricevuto o adorato, ci sentiamo ‘altri’. Dacci di ispessire nella nostra vita queste gioiose e salutari esperienze.

 

 

continua con Seconda Parte

* LE IMMAGINI CON L'ASTERISCO SONO STATE MESSE A DISPOSIZIONE DA CARTANTICA

 

DELLO STESSO AUTORE:

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Seconda - L'Eucaristia, l'Istituzione

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Terza - L'Eucaristia dal I al IX Secolo del Cristianesimo

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Quarta - L'Eucaristia nel XIX e XX Secolo

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Quinta - Appendici - Preghiere e Canti

 

Via Crucis Bibliche- Parte prima: La redenzione prevista nell'Antico Testamento:


- La Redenzione prevista nei Salmi


- La Redenzione prevista da Isaia

- La Redenzione prevista dai Profeti (I)

- La Redenzione prevista nei Profeti (II)

- La Redenzione prevista dai Profeti (III)


Parte seconda - La Redenzione raccontata - Via Crucis Storiche -
Nel gruppo delle Via Crucis che abbiamo indicato come ‘Storiche’ sono riportate tutte le notizie delle quali gli Evangelisti sono stati spettatori (Giovanni e, almeno in parte, Marco per quanto gli poteva provenire da S. Pietro), o che hanno potuto raccogliere da fonti sicure (Matteo e Luca, sia – quest’ultimo – direttamente dalla Madonna, sia da “ricerche accurate”).
La ‘storicità’ della persona, dell’insegnamento, della Passione-Morte-Risurrezione di Gesù del resto è confermata dalla trasparenza dei racconti, condotti senza alcun ornamento o artificio letterario, oltrechè da fonti non cristiane:

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di S. Matteo

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di S. Marco

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di S. Luca

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di Giovanni

Parte Terza - La Redenzione contemplata - Nel gruppo delle Via Crucis che contemplano la Redenzione alla luce della Risurrezione si essenzializza il binomio: Morte-Vita.
Dunque la scansione delle ’Stazioni’ perde i suoi contorni. In sintonia con la Liturgia Cattolica, viene messo a fuoco lo scontro tra la Morte (Satana) e la Vita (Cristo), che ci ha meritato la redenzione.
In particolare: In MORTE–VITA (I, II, III) si è insistito sul fatto che dalla morte viene la vita.
Perciò in ogni citazione sono messi in vista, anche graficamente, i due termini e fatti correlativi.
I testi sono tratti dagli ‘Atti degli Apostoli’ e dalle ‘Lettere’ del Nuovo Testamento.
In IL GRANDE DRAMMA (I) campeggia lo SCONTRO tra Cristo e la Morte.
In IL GRANDE DRAMMA (II) quello tra i Cristiani uniti a Cristo e la Morte.
I testi di queste ultime due Via Crucis sono tratti dall’Apocalisse di S. Giovanni.
Chiude la raccolta una ‘Via Crucis’ di intonazione ‘tradizionale’.

- Via Crucis MORTE E VITA I - Costruita nella luce della risurrezione con insegnamenti, riflessioni e accadimenti storici contenuti in Atti degli Apostoli e in altri scritti del Nuovo Testamento
          

- Via Crucis MORTE E VITA II - Costruita nella luce della risurrezione con insegnamenti, riflessioni e accadimenti storici contenuti in Atti degli Apostoli e in altri scritti del Nuovo Testamento

- Via Crucis MORTE E VITA III - Costruita nella luce della risurrezione con insegnamenti, riflessioni e accadimenti storici contenuti in Atti degli Apostoli e in altri scritti del Nuovo Testamento
               
- Via Crucis IL GRANDE DRAMMA II - Riflessioni, predizioni e letture profetiche di accadimenti storici contenuti nel libro dell’Apocalisse - Seconda parte

 

- Appendici - Via Crucis Tradizionale

 

e

- Pietà popolare - Prima parte

 

- Pietà popolare - Seconda Parte (Prima Sezione)

- Pietà popolare - Seconda parte (Seconda Sezione)

- Pietà popolare - Terza parte (Sezione I)

- Pietà popolare - Terza Parte (Sezione II)

- Pietà Popolare - Terza Parte (Sezione III)

- Pietà Popolare - Quarta Parte (Sezione I)


- Pietà Popolare - Quarta Parte (Sezione II)

- Pietà Popolare - Quarta Parte (Sezione III)

 

- Pietà Popolare - Quinta Parte (Sezione I)

- Pietà Popolare - Quinta Parte (Sezione II)

 

Per altre Via Crucis, vedere in Religiosità:

- Il cammino della croce - Fioretti quaresimali

- Via Crucis figurata

 

- Via Crucis con Gesù

- Via Crucis con Maria


- Via Crucis accompagnati da San Josè Maria Escrivà de Balaguer

 

- Via Crucis accompagnati da don Tonino Bello

 

- Via Crucis accompagnati da David M. Turoldo

- Via Crucis con amore

 

- Via Crucis a più voci

- Via Crucis fotografica

 

- Via Crucis Spagnola

 

- Via Dolorosa

- Via Crucis al Colosseo del Venerdì Santo del Venerdì Santo 2005 - Meditazioni e Preghiere del Venerdì Santo 2005 dell'allora Card. Ratzinger, poi Papa Benedetto XVI

 

- Da Gerusalemme al Golgota - Personaggi

 

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