Rubriche di
Patrizia Fontana Roca


COLLABORAZIONI

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PARTE TERZA

 

 

Parte terza


 

L’Eucaristia:
dal I al IXX secolo del cristianesimo


20 - L’Eucaristia : rende ‘con-corporei e con-sanguinei (Catechesi di Gerusalemme)
21 - “ : è la “Carne di Gesù Cristo” (S. Ignazio e Giustino)
22 - “ : è Sacrificio (S. Giustino e Ireneo)
23 - “ : è la Parola (Scuola Alessandrina: S. Clemente e Origene)
24 - “ : è cibo e nutrimento (Scuola Alessandrina: S. Atanasio e Cirillo)
25 - “ : Chi consacra è Cristo (Scuola antiochena: S. Giovanni Crisostomo)
26 - “ : è mistero da adorare (S. Ambrogio e S. Giovanni Damasceno)
27 - “ : è l’unità della Chiesa (Scuola Africana. Tertulliano, Cipriano e Agostino)
28 - “ : è nutrimento vivificante (Concilio di Efeso - 431)
29 - “ : ‘Identità del Corpo del Cristo storico ed eucaristico’ (Sinodi di
Vercelli e Concilio Romano)
30 - “ : ‘Il pane e il vino diventano Corpo, Sangue, Anima e Divinità di
Cristo’(Concilio di Costanza, 1414-18)
31 - “ : Sacrificio per i vivi e per i defunti (Concilio di Trento 1545-15 )
32 - “ : Sacrificio sempre valido (Bolla : ‘Auctorem fidei’ 25 - V - 1794) -

 

 

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20 - L’Eucaristia


rende con-corporei e con-sanguinei


dalle Catechesi di Gerusalemme


Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo: Prendete e mangiate; questo è il mio corpo.
E preso il calice rese grazie e disse: Prendete e bevete: questo è il mio sangue (1 Cor 11, 23).

Poiché egli ha proclamato e detto del pane: Questo è il mio corpo chi oserà ancora dubitare?
E poiché egli ha affermato e detto: Questo è il mio sangue chi mai dubiterà, affermando che non è il sangue?
Perciò riceviamoli con tutta certezza come corpo e sangue di Cristo.
Nel segno del pane ti vien dato il corpo e nel segno del vino ti vien dato il sangue, perché ricevendo il corpo e il sangue di Cristo, tu diventi ‘con-corporeo’ e ‘con-sanguineo’ di Cristo. Avendo ricevuto in noi il suo corpo e il suo sangue, ci trasformiamo in portatori di Cristo, anzi, secondo san Pietro,
diventiamo consorti della natura divina.
Un giorno Cristo, disputando con i Giude
E poiché quelli non capirono nel giusto senso spirituale le cose dette, se ne andarono via urtati, pensando che li esortasse a mangiare le carni.
C’erano anche nell’antica alleanza i pani dell’offerta, ma poiché appartenevano all’Antico Testamento ebbero termine.
Nel Nuovo Testamento c’è un pane celeste e una bevanda di salvezza, che santificano l’anima e il corpo. Come infatti il pane fa bene al corpo, così anche il Verbo giova immensamente all’anima.
Perciò non guardare al pane e al vino eucaristici come se fossero semplici e comuni elementi. Sono il corpo e il sangue di Cristo, secondo l’affermazione del Signore.
Anche se i sensi ti fanno dubitare, la fede deve renderti certo e sicuro.
Bene istruito su queste cose e animato da saldissima fede, credi che quanto sembra pane, pane non è, anche se al gusto è tale, ma Corpo di Cristo.
Credi che quanto sembra vino, vino non è, anche se così si presenta al palato, ma sangue di Cristo” (PG, 33, 1098- 1106) (Giuseppe Ruffino, ‘L’Eucaristia nel Nuovo Testamento’, in ’Eucaristia’ di A. Piolanti).



Signore, noi crediamo


nelle tue parole, perché Tu solo hai parole di vita eterna.

Signore, quando Tu ci dici cose nelle quali il nostro limitato, anche se meraviglioso, capire non riesce a rendersi conto del ‘come’ o del ‘quando’, fidarsi di te è segno di grande intelligenza.

Signore, nell’ultima Cena Gesù ha detto, prendendo un pane: Questo è il mio corpo, che è dato per voi. Con quelle parole anticipavi il sacrificio della Croce (che si sarebbe compiuto l’indomani). Non era facile, neanche per i tuoi Apostoli credere alle tue parole. Essi però, anche se non compresero, cedettero. Anche noi crediamo a Te.

Signore, nell’ultima Cena Gesù ha detto, prendendo il calice della benedizione: Prendete e bevete; questo è il mio sangue che è versato per voi e per tutti.
Se vedere nel pane il suo Corpo era difficile; vedere nel il vino il suo Sangue non è certo da meno. Ciononostante i tuoi Apostoli hanno creduto alla tua parola. Anche noi crediamo a Te.

Signore, che gli Apostoli credettero in ciò che non comprendevano, lo dimostrarono senza equivoci dopo il tuo sacrificio. In ogni adunanza, infatti, oltre il pane della Parola,‘spezzavano il pane’ dell’Eucaristia: il sacramento con il quale Tu ti identificavi. Come loro, anche noi crediamo.

Signore, i primi cristiani si riconoscevano fra loro nello‘spezzare il pane’: il gesto che Gesù ha compiuto nell’ultima Cena e che essi ripetevano nella persona di Lui. Era atto di fede e segno di appartenenza. Aiutaci a crederlo tale e farlo diventare tale anche per noi.

Signore, nelle ‘Catechesi’ si esortavano i primi cristiani con queste parole: “Riceviamoli (il pane e il vino consacrati) con tutta certezza come Corpo e Sangue del Signore”.
Anche noi vogliamo credere, comunicandoci con Te, che nell’Eucaristia c’è il Corpo e il Sangue di Gesù. Aumenta la nostra fede.

Signore, poiché la fede è anche una scelta di vita, noi crediamo che, comunicandoci bene e frequentemente, la nostra fede nella presenza reale di Te sotto le specie del pane e del vino, aumenterà in noi. Sostieni questo buon proposito.

Signore, noi crediamo in te perché crediamo e proclamiamo con Pietro che Tu solo hai parole di vita eterna.

*


Signore, noi Ti adoriamo


Perché Gesù, nell’ultima Cena “ha proclamato e detto del pane Questo è il mio Corpo”, noi non dubitiamo, noi adoriamo.

Signore, poiché Gesù nell’ultima Cena “ha affermato e detto Questo è il mio Sangue”, noi non osiamo dubitare“affermando che non è sangue”. Noi, prostrati, adoriamo.

Signore, sappiamo che anche nell’antica Alleanza c’erano“i pani dell’offerta, ma poiché appartenevano all’Antico Testamento, ebbero termine”. Noi adoriamo il ‘pane dell’offerta’ del Nuovo Testamento. Adoriamo Te.

Signore, i pani dell’offerta, che, nell’Antico Testamento, sia i sacerdoti che gli offerenti consumavano, erano profezia del nuovo Testamento, dove ci sono “un pane celeste e una bevanda di salvezza, che santificano l’anima e il corpo”. Questi noi adoriamo.

Signore, sappiamo che “Come il pane fa bene al corpo, così anche il Verbo giova immensamente all’anima”. Perciò, adorando, vogliamo continuamente nutrirci di esso.

Signore, “Un giorno Cristo, disputando con i Giudei, disse: Se non mangiate la mia carne e non bevete il mio sangue, non avete in voi la vita. E poiché quelli non capirono nel giusto senso spirituale le cose dette, se ne andarono urtati, pensando che li esortasse a mangiare le carni
Noi accettiamo la tua parola non contestando, ma adorando.

Signore, sappiamo che “Nel segno del pane vien dato il Corpo e nel segno del vino vien dato il Sangue, perché, ricevendo il Corpo e il Sangue di Cristo”, diventiamo ‘concorporei e con-sanguinei’ di Cristo.

Signore, sappiamo che “Avendo ricevuto in noi il suo Corpo e il suo Sangue, ci trasformiamo in portatori di Cristo”. A lui la nostra fede e la nostra adorazione. Aiutaci perché vogliamo portarlo fino agli ultimi confini dell’universo.

Signore, adoriamo la fermezza con cui hai ribadito che il pane (che tenevi in mano) e il vino (contenuto nel calice) sono tuo Corpo e Sangue. A credere e nutrirsi di essi è condizionata la vita eterna.

 

*

Signore, perdonaci


quando, non comprendendo il mistero racchiuso nelle parole di Gesù, ce ne ‘andiamo via urtati’. In quel momento dimentichiamo che siamo solo creature. Non possiamo pretendere di capire come il Creatore.

Signore, perdonaci quando, comunicandoci e sentendo in bocca solo il ‘pane’, ci lasciamo sorprendere dal tentatore, che insinua un dubbio. Noi vogliamo credere, amare e vivere solo con Te e di Te.

Signore, perdonaci quando guardiamo “Al pane e al vino eucaristici come se fossero semplici e comuni alimenti. Aiutaci a credere e ad adorare in essi “Il Corpo e il Sangue di Cristo”.

Signore, perdonaci quando ci soffermiamo nel dubbio che le tue parole: Questo è il mio corpo, questo è il mio sangue vogliano dire “Questo pane e questo vino sono la figura del mio corpo e del mio sangue”. Sulla verità della tua parola chi‘oserà ancora dubitare’?.

Signore, perdonaci quando ci intestardiamo a voler capire il tuo ‘mistero d’amore’. E’ presunzione per noi, voler capire un mistero. Dimentichiamo che esso è qualche cosa che sorpassa le nostre capacità di comprensione.

Signore, perdonaci quando accettiamo, anche per breve tempo, il dubbio prodotto in noi dai sensi. Lo sappiamo che solo “la fede può renderci certi e sicuri”.

Signore, “Bene istruiti” sul mistero eucaristico e “animati da saldissima fede” aiutaci a credere e perdonaci quando dubitiamo, “che quanto sembra pane, pane non è, anche se al gusto è tale, ma Corpo di Cristo. () Che quanto sembra vino, vino non è, anche se così si presenta al palato, ma Sangue di Cristo”.

Signore, l’Apostolo esortò: Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù. Sappiamo che il sentire di Gesù entra in noi con il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
Perdonaci quando, dimenticandolo, rimaniamo a lungo senza il Pane del cielo.

Signore, perdonaci quando veniamo a riceverti nella santa comunione o ad adorarti con fede incerta e amore tiepido. Aumenta la nostra fede nelle tue parole e si apriranno gli occhi nostri e il nostro cuore ci arderà nel petto come ai due discepoli di Emmaus.

 

 

Signore, Ti chiediamo


“Fede saldissima” per credere alle tue divine parole che ci assicurano del dono di Te stesso nel pane e nel vino consacrati.

Signore, ti chiediamo umiltà vera e profonda nel riconoscere i limiti del nostro ‘capire’ e, soprattutto del nostro‘amare’.

Signore, quando dubitiamo, molto dipende dalla nostra miscredenza, molto dall’incredibilità dell’amore che hai per noi, fino a darti a noi come cibo e come bevanda, capaci di farci guadagnare la vita eterna. Ti preghiamo: aiutaci a credere all’amore.

Signore, ti chiediamo una carità, modellata sulla tua, che ci renda capaci di donare anche la vita per gli altri, come Tu non hai dubitato di donare la tua vita per noi.

Signore, noi amiamo la vita. Per essa ogni rinuncia nonè sacrificio, ma investimento. Ti chiediamo intelligenza per capire che il ‘Pane’ che Tu ci dai è ‘Pane di vita’.

Signore, ti chiediamo di aiutarci a capire le tue parole misteriose: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue non muore (eternamente). E, dopo conclusa la parentesi della prova, Tu lo risusciterai Per la vita eterna”.

Signore, è duro accettare la nostra condizione. Tu l’hai teorizzata con le parole: Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto. Perciò la tua morte, seguìta dalla tua risurrezione.

Ti chiediamo di aiutarci, nel momento della nostra fine umana, di fissare la mente e il cuore nella risurrezione che la seguirà.

Signore, ti chiediamo il coraggio di fidarci ciecamente delle tue parole e del dono di te per noi. Essi sono segno di un amore che sorpassa la morte e sconfina nell’eternità.

Signore, ti chiediamo fede e carità, umiltà e coraggio. Attraverso l’accettazione e la pratica di queste vie misteriose nutriamo la speranza di venire a vivere eternamente con te.

*

Signore, Ti ringraziamo


per l’Eucaristia: è il mezzo mirabile che ci offri per raggiungere la vita eterna, l’eterna aspirazione nostra.

Signore, ti ringraziamo perché, nel tuo amore sconfinato, ci sei venuto incontro, ci hai ammaestrato, sei morto e sei risorto per mostraci, in te, il giusto percorso della salvezza, se vogliamo seguirti.

Signore, ti ringraziamo per averci dato il nutrimento sicuro ed efficace che garantisce forze adeguate per conquistare il paradiso: vivere nutrendoci di te.

Signore, si dice tra noi che il pellicano, quando non ha di che nutrire i suoi piccoli, si punge e offre loro qualche stilla del suo sangue. E’ un’immagine lontana anni-luce da ciò che Tu hai fatto: hai donato per noi

- tutto il tuo sangue;
- la tua vita;
- ci hai offerto, nella tua carne, un cibo che conduce
alla vita eterna.
- Mentre il pellicano rimane in vita, Tu hai affrontato
la morte perché non fosse più la tiranna di noi
- che tu hai creato per la vita. Grazie, Signore!

Signore, non contento di esserti sacrificato per averci commensali con te in paradiso, Tu ci nutri di te stesso perché noi possiamo in qualche modo diventare ‘con-corporei e consanguinei’ tuoi. Grazie, Signore!

Signore, ci avevi chiamato all’esistenza, come tue ‘creature’. E’ successo il fattaccio. E Tu, non solo ci hai voluto ripristinare nello stato meraviglioso in cui ci avevi posto, ma, perché il nemico non abbia mai più capacità di nuocerci, ci fai‘figli tuoi’, che è quanto dire carne e sangue della stessa carne e dello stesso sangue di te, che ti sei incarnato per redimerci.
Grazie, Signore!

Signore, nella ‘Parola rivelata’ è scritto che hai fatto l’uomo di poco inferiore agli angeli. Con la redenzione ci hai innalzato al di sopra di ogni altra creatura, portandoci accanto a te: sudditi che condividono il regno, figli che possono avere la propria natura divinizzata. Sembra una favola, ed è la più esaltante delle realtà. Grazie, Grazie, Grazie, Signore.

Signore, ti diciamo ‘grazie’ per la creazione che hai realizzato per noi; ti diciamo ‘grazie’ per la vita che ci hai dato; ti ringrazieremo senza fine per la Santissima Eucaristia.

*


21 - L’Eucaristia è
la carne di Gesu’ Cristo


S. Ignazio, S. Giustino
Secondo secolo cristiano



Nel primo secolo post-apostolico (secondo secolo del cristianesimo) ci sono tre voci, unisone, che parlano dell’Eucaristia.
Per tutti l’Eucaristia è la carne di Nostro Signor Gesù Cristo.

Le voci sono di:
S. IGNAZIO (imprigionato verso il 110)
S. GIUSTINO (scrive nel decennio 150-160)
S. IRENEO (dopo il 170)).

Per oggi ascoltiamo le prime due voci.

S. IGNAZIO, vescovo di Antiochia, vive nel momento nel quale i Doceti “non riconoscendo a Cristo che un corpo apparente, negavano l’Incarnazione e la Passione. Sotto il loro influsso un certo numero di fedeli s’era organizzato a parte e teneva assemblee da cui era esclusa l’Eucaristia. S. Ignazio li denunzia apertamente nella Lettera agli Smirnesi:
‘Essi (scrive) s’astengono dall’Eucaristia e dalla preghiera, perché non confessano che l’Eucaristia è la carne di nostro Signor Gesù Cristo, quello che ha sofferto per noi e che il Padre, nella sua bontà, ha risuscitato’.

S. GIUSTINO, scrive le APOLOGIAE (verso l’anno 155), e, poco dopo, il DIALOGO CON TRIFONE.

Nelle APOLOGIAE, dopo una breve descrizione della liturgia eucaristica come si praticava in occasione del Battesimo (cap 65), espone, nel cap. 66, la natura dell’Eucaristia.

Scrive: “Questo cibo da noi è chiamato eucaristia. A nessunoè permesso parteciparne se non crede alla verità delle nostre dottrine, non abbia ricevuto il battesimo per la remissione dei peccati e la rigenerazione, e se non vive come il Cristo ha comandato.
Noi infatti non lo prendiamo come pane comune o vino comune. Ma come Gesù Cristo nostro Salvatore, fatto carne per il logos di Dio, ebbe carne e sangue per la nostra salvezza, così, secondo il nostro insegnamento, il cibo eucaristizzato per il logos della preghiera che viene da Lui - cibo per il quale il sangue e le nostre carni sono nutriti per trasformazione - è la carne e il sangue di quel Gesù fatto carne.
Gli Apostoli infatti, nelle memorie da loro scritte, che noi chiamiamo Vangeli, hanno riferito ciò che era stato loro comandato, nel modo seguente: Gesù, prendendo il pane rese grazie dicendo: ‘Fate questo in memoria di me; questo è il mio Corpo’; e nello stesso modo prendendo il vino rese grazie dicendo: ‘Questo è il mio Sangue’ e ne diede ad essi soli”.

Nel Cap. 67 dà una sufficiente descrizione di come si praticava l’Eucaristia domenicale. Eccola:
“Nel giorno chiamato ‘del sole’ ci si raduna tutti insieme, abitanti delle città o delle campagne.
Si leggono le memorie degli Apostoli o gli scritti dei Profeti, finché il tempo consente.
Poi, quando il lettore ha terminato, il preposto con un discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni esempi.

Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere sia per noi stessi… sia per gli altri, dovunque si trovino, affinché, appresa la verità meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini e fedeli custodi dei precetti e di conseguire la salvezza eterna.

Finite le preghiere, ci salutiamo l’un l’altro con un bacio. Poi al preposto dei fratelli vengono portati un pane e una coppa d’acqua e di vino temperato

Egli li prende ed innalza lode e gloria al Padre dell’universo nel nome del Figlio e dello Spirito Santo, e fa un rendimento di grazie (in greco: eucharistian) per essere fatti degni di questi doni.

Quando egli ha terminato le preghiere ed il rendimento di grazie, tutto il popolo presente acclama: “Amen”.
Dopo che il preposto ha fatto il rendimento di grazie e tutto il popolo ha acclamato, quelli che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ciascuno dei presenti il pane, il vino e l’acqua “eucaristizzati” e ne portano agli assenti”.
(Damiano Van Den Eynde, ‘L’Eucaristia: S. Ignazio, S. Giustino e S. Ireneo’ in ’Eucaristia’ di A. Piolanti pag. 115- 127).

 

Signore, noi crediamo


che il corpo, che la Vergine Immacolata ha dato alla seconda Persona della Santissima Trinità, non era un corpo ‘apparente’, ma ‘reale’ .

Signore, noi crediamo che il Verbo che si è incarnato nel seno purissimo della Piena di grazia ha veramente sofferto,è morto e risorto per la salvezza del genere umano.

Signore, noi crediamo che chi si astiene dall’Eucaristia, lo fa “perché non confessa che l’Eucaristia è la carne di nostro Signor Gesù Cristo, quello che ha sofferto per noi e che il Padre, nella sua bontà, ha risuscitato”

Signore, noi crediamo che solo una fede granitica nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia portava i primi cristiani a quelle rischiose adunanze nelle quali, oltre al ‘pane della parola’ si ‘spezzava’ e si distribuiva il pane eucaristico.

Signore, noi crediamo che la fede nella presenza reale di Gesù nella santissima Eucaristia è la condizione indispensabile per accedere alla Santa Comunione. Anche tra i primi cristiani “A nessuno era permesso parteciparne se non crede” alla dottrina della Chiesa.

Signore, noi crediamo che l’Eucaristia è la carne di Cristo. Infatti quando, nella comunione, prendiamo il pane e il vino (consacrati) “Non li prendiamo come pane comune e vino comune, ma come Gesù Cristo nostro Salvatore, fatto carne per il logos di Dio, ebbe carne e sangue per la nostra
salvezza”.

Signore, noi crediamo che “Il cibo eucaristizzato per il logos della preghiera che viene da Lui - cibo per il quale il sangue e le nostre carni sono nutriti per trasformazione - è la carne e il sangue di quel Gesù fatto carne”.

Signore, noi crediamo che Gesù, che si è dato in sacrificio per noi sulla croce, si è dato a noi, nella Santissima Eucaristia, anche in cibo. Sacrificio e cibo finalizzati e consistenti essenzialmente ambedue in “Azione di grazie” e “offerto in tutto il mondo”.

Signore, noi crediamo che, ricevendo l’Eucaristia, dobbiamo - come i primi cristiani - innalzare preghiere sia per noi stessi, sia per gli altri. Solo così saremo seguaci di Gesù che per tutti è morto ed è risorto, per tutti è cibo e bevanda sempre disponibile.



Signore, noi adoriamo


quanto abbiamo ricevuto con religiosa pietà dai nostri antenati. Ad essa vogliamo rimanere uniti per la vita e per l’eternità. Signore, noi adoriamo, nel pane e nel vino ‘eucaristizzati’, la seconda Persona della santissima Trinità, che si è incarnata per la nostra salvezza.

Signore, noi adoriamo l’infinita compassione che il Verbo incarnato ha avuto per noi, quando ha lasciato la ‘destra del Padre’ e ha accettato di ritrovarsi in una stalla. Signore, noi adoriamo la tua determinazione di risollevarci dallo stato in cui eravamo. E’ per questo che l’Unigenito di Dio ha camminato per le nostre strade e con inaudita pazienza ha cercato di sollevare le nostre conoscenze verso il mistero dell’Amore infinito.

Signore, noi adoriamo la sincerità del tuo amore verso di noi. Al punto che hai accettato che il Figlio tuo unico si sacrificasse perché noi non perdessimo quella vita per la quale eravamo stati da te creati.

Signore, noi adoriamo la verità del tuo amore per noi, Infatti hai accettato che la seconda Persona della Trinità santissima, pur risalendo al cielo, non lasciasse mai più noi creature umane redente, perché conosceva che le nostre fragilità ci avrebbero nuovamente reso preda troppo facile per il tuo e per il nostro avversario.

Signore, noi adoriamo la dedizione, per noi impensabile, della tua passione per noi. Per addestrarci a pensare, a sentire, a vivere come si pensa, si sente e si vive in paradiso, hai deciso di nutrirci del pane del cielo: il tuo Corpo e il tuo Sangue.

Signore, noi adoriamo la tua volontà di averci tutti con te in Paradiso. Infatti non solo ci hai istruito e ci hai redento, ma continuamente ci offri, come un premurosissimo Padre, ciò che serve e che giova per arrivare al traguardo che hai deciso di donarci. Ci offri addirittura te stesso.

Signore, è detto nella Sacra Scrittura che la tua delizia è stare con i figli degli uomini. Ti adoriamo per tanto amore. Anche la nostra aspirazione è quella di vivere eternamente con te. Allenaci a quella vita.

*

Signore, perdonaci


quando veniamo a riceverti nella S. Comunione o ad adorarti senza riflettere al dono incredibile di Te, che Tu ci fai.

Signore, perdonaci quando veniamo a riceverti nella S. Comunione, ma il nostro interesse unico, o almeno principale, non sei Tu.

Signore, Tu ci hai detto Cercate il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi verranno date in aggiunta. Noi, invece, per le cose contingenti, per le quali inoltre c’è la tua garanzia, trascuriamo l’essenziale: la tua parola, la tua persona, la comunione con te. Perdonaci, Signore!

Signore, per aiutarci a conquistare il regno di Dio, per il quale ci hai creato, Tu ti sei incarnato e rimani accanto a noi sempre. E noi viviamo come se Tu non ci fossi. Perdonaci, Signore.

Signore, perdonaci, per tutte le volte che passiamo accanto a una chiesa, dove Tu stai, e non ci curiamo di fermarci un momento per farti un ‘saluto’ e dirti un ‘grazie’.

Signore, perdonaci quando diciamo, a volte, anche molte preghiere ai Santi e non ci preoccupiamo di venire davanti al Tabernacolo santo, dimenticando che lì ci sei proprio Tu e che i Santi sono solo intercessori presso di te.

Signore, perdonaci quando non ti ringraziamo per il dono dell’Eucaristia, dimenticando che essa è la sintesi dei due misteri fondamentali della nostra santa fede: la tua Incarnazione e la tua Passione e Morte.

Signore, perdonaci quando ci accostiamo a riceverti nell’Eucaristia e, invece di nutrire sentimenti di dolore per i nostri peccati e di gratitudine per il dono che ci hai fatto, ci permettiamo di giudicare non benevolmente il nostro prossimo.

Signore, perdonaci quando veniamo a comunicarci e ti raccontiamo tutte le nostre traversie, dimenticando quelle degli altri: come se non fossero nostri fratelli da amare in Te, che per aiutare noi e loro ti sei fatto nostro fratello e per darci una mano rimani sempre fra noi.

*

Signore, Ti chiediamo


tanta fede nelle tue parole: il Pane che io vi darò, è la mia carne per la vita del mondo.

Signore, ti chiediamo di aiutarci ad avere, verso di Te, almeno tanta buona educazione quanta ne abbiamo tra noi. Quando una persona viene a farci una visita in casa nostra, non la lasciamo sola. Verso di te, invece, che hai deciso di rimanere con noi fino alla fine del mondo per aiutarci, non troviamo un momento per farti compagnia e dirti ‘grazie’.

Signore, ti chiediamo di donarci un po’ di intelligenza per capire quanta gratitudine dobbiamo a te e donaci un po’ di determinazione per far diventare nostra scelta di vita quella comprensione.

Signore, l’Apostolo delle genti ha scritto Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? La sua fede poggiava tutta su te. Aiuta la nostra fede insignificante, perché possa acquisire quella stessa sicurezza e decidere di dare alla nostra vita la determinazione di essere un po’ più con Te.

Signore, ti chiediamo la capacità, quando ci confidiamo con un fratello in difficoltà, di parlare, con convinzione, della tua presenza reale nella Santissima Eucaristia e di mostrare, con le nostre scelte, che su quella convinzione noi regoliamo la nostra stessa vita.

Signore, è commovente pensare al martire Lorenzo, che preferisce perdere la sua giovanissima vita, piuttosto che lasciare agli increduli l’Eucaristia che portava ai malati e ai carcerati. Ti chiediamo per noi un po’ di quella fede perché ci aiuti nelle scelte esistenziali della vita nostra.

Signore, ti chiediamo di aiutarci a capire che avere Te fra noi è avere la nostra stessa salvezza eterna, se sapremo e vorremo servirci del tuo aiuto e dei tuoi doni.

Signore, il mercante avveduto della parabola evangelica ebbe l’accortezza di posporre ogni bene al possesso del tesoro nascosto nel campo. Noi siamo duri di mente e non ci rendiamo conto che rischiamo l’eternità. Dacci luce, volontà e un po’ di scaltrezza, almeno per trattare i nostri stessi interessi.

Signore, siamo coscienti che continuamente pecchiamo. Dacci saggezza per renderci conto che se Tu fra noi rimani e a disposizione nostra, lo fai proprio per darci forza nelle prove e coraggio nelle cadute.

*


Signore, Ti ringraziamo


per i suggerimenti meravigliosi che ci offri per aiutare la nostra miopia spirituale. Aiutaci a capirti e a voler approfittare delle tue ispirazioni.

Signore, conoscendo la fragilità della nostra volontà, Tu ci offri un alimento che dà forza e decisione: la tua Carne e il tuo Sangue. Grazie, Signore.

Signore, grazie per l’invito tuo a nutrici della tua Carne e a dissetarci del tuo Sangue. Anche la S. Chiesa, tua Sposa, ci raccomanda di comunicarci spesso, ‘anche tutti i giorni’. Tu e la S. Chiesa non perdete occasione per suggerirci quanto serve per raggiungervi nel Paradiso.

Signore, grazie perché, conoscendo quanto abbiamo bisogno di te, ti sei messo a nostra disposizione in ogni ora del giorno e in ogni luogo della terra. Ricordaci che approfittarneè da saggi.

Signore, grazie per gli insegnamenti che ci dai attraverso gli scritti apologetici dei tuoi ministri e nostri pastori. La loro parola è tanto più convincente in quanto è avvalorata dal loro zelo, dalla loro scienza e dalla testimonianza delle loro scelte.

Signore, sant’Ignazio e san Giustino furono difensori strenui delle verità di fede. Per loro l’Eucaristia era la sorgente a cui attingevano il coraggio di testimoniarti anche col dono della loro stessa vita. Aiutaci ad amarti, imitandoli. Grazie, Signore, di questi esempi che ci dai.

Signore, la determinazione con la quale questi, e tanti altri martiri, hanno offerto la vita in testimonianza della verità poggiava fondamentalmente sull’alimento quotidiano che Tu hai lasciato per loro e per noi tutti: l’Eucaristia, Carne e Sangue di Gesù Cristo. Grazie, Signore!.

Signore, a proposito di S. Agnese, vergine e martire, il Vescovo e Dottore della Chiesa S. Ambrogio scrisse che dinanzi alla lusinga di un avvenire felice, rispose: E’ un’offesa allo Sposo attendere un amante”. Poi “Stette ferma, pregò, chinò la testa”. Chi mai, Signore, può offrire questi miracoli di eroismo ad una creatura che non è ancora sbocciata alla vita? Solo Tu, forza dei deboli. Grazie, Signore. Sii Tu sempre anche la nostra forza

Signore, grazie per la vita, la salute, l’autosufficienza e per tutti gli altri beni che ci doni. Eternamente ti diremo grazie per la Santissima Eucaristia. Con essa ci doni te stesso.

*



22 - L’Eucarista è sacrificio


S. GIUSTINO


“Nel ‘dialogo con Trifone’, scritto per i giudei, la dottrina dell’Eucaristia è felicemente completata, perché se ne mette in rilievo l’aspetto sacrificale. Fondandosi sulle profezie di Isaia, Zaccaria e soprattutto Malachia, Giustino distingue tra i sacrifici cruenti del culto nazionale giudaico e quello dei cristiani che consistono essenzialmente in azione di grazie e sono offerti in tutto il mondo.
Solo questi sono i sacrifici perfetti e accetti a Dio”

S. IRENEO, Vescovo di Lione, verso la fine del II secolo, scrive: ‘Adversus hereses’.

“Sulla questione della presenza reale, Ireneo ripete le asserzioni di Giustino. Come questi, egli stabilisce un’equazione tra l’Eucaristia, cioè gli elementi consacrati, ed il Corpo e Sangue di Cristo. Scrive: ‘Il pane sul quale furono rese le grazie è il Corpo di Cristo e il Calice il suo Sangue ().
La nostra carne si nutrisce con il calice che è il suo Sangue e cresce con il pane che è il suo Corpo’.

La sua dottrina sull’Eucaristia è sostanzialmente uguale a quella di S. Giustino, è però più ricca, più varia e, in un punto almeno, più spinta.
L’Eucaristia è un sacrificio.
Come S. Giustino si rifà ai Profeti per provare che Dio ha respinto i sacrifici, le oblazioni e gli olocausti dell’Antica Legge () perché vuole sacrifici puri.
Per questo Gesù Cristo ha istituito l’Eucaristia.

Il pane sul quale furono rese grazie è il Corpo di Cristo e il calice il suo Sangue.
Eucaristia e Corpo di Cristo
sono per lui sinonimi, tanto che può parlare indifferentemente dell’una e dell’altro.
Ecco un’espressione ardita: Come il pane che viene dalla terra, avendo ricevuto l’invocazione di Dio, non è più pane ordinario ma eucaristia, costituita da due cose, una terrestre l’altra celeste, così i nostri corpi corruttibili, partecipando all’Eucaristia, non sono più corruttibili perché posseggono il pegno dell’immortalità.
Obbedendo all’ordine del Signore, la Chiesa, ed essa sola, offre in tutto il mondo le primizie della creazione, il pane e il vino, con rendimento di grazie e santificandole.

Ireneo non approfondisce l’equazione: Eucaristia = sacrificio del nuovo Testamento, perché preoccupato di combattere gli errori degli Gnostici, ma gli si farebbe un torto a negare che dimentica questo concetto essenziale.
Egli afferma che l’Eucaristia è un vero sacrificio, anzi il solo vero sacrificio del Nuovo Testamento, e che essa si compie con la consacrazione del pane e del vino. La teologia posteriore non farà che sviluppare questi concetti” (Damiano Van Den Eynde, ‘L’Eucaristia: S. Ignazio, S. Giustino e S. Ireneo’ in“L’Eucaristia” di A. Piolanti pag. 115-127).

*

Signore, noi crediamo


ciò che è convinzione di tutta l’umanità: il sacrificio è una via, da tutti accettata e praticata, per placare o propiziare la divinità.

Signore, anche presso il popolo eletto il sacrificio era la via ordinaria per placare, onorare, propiziare Te. Tu stesso, Signore, lo hai suggerito nell’Antico Testamento. Perciò noi lo crediamo.

Signore, dal Libro dei Maccabei apprendiamo che Giuda Maccabeo, l’indomani di un’azione militare fortunata, volle, con i commilitoni vittoriosi, raccogliere i caduti. Notando in quasi tutti amuleti, che tradivano il peccato di idolatria, fece una colletta e la inviò ai sacerdoti perché si offrissero sacrifici, affinché venissero prosciolti dai loro peccati.

Signore, noi crediamo nella capacità espiatoria del sacrificio soprattutto quando riflettiamo che per i peccati dell’umanità, per annullare i quali era sufficiente una sola parola di Dio Creatore, il Padre volle il sacrificio di Te, suo Figlio Unigenito, incarnato proprio per avere la possibilità di morire per noi.

Signore, noi crediamo nell’affermazione dell’Apostolo Paolo: Senza effusione di sangue non c’è remissione (di colpe). E’ certo, questa, una frase misteriosa, ma dal momento che l’ha detta l’Apostolo è vera: il sacro agiografo, che scrive, è sempre ispirato dallo Spirito Santo, che è Spirito di verità.

Signore, per queste tue misteriose scelte noi crediamo che anche i sacrifici incruenti, che tanti Santi si imposero e si impongono per la salvezza dei loro fratelli, sono mezzo efficace per ottenere per loro la misericordia tua infinita.

Signore, noi crediamo che proprio per questa misteriosa efficacia del sacrificio, Tu ci hai lasciato la santissima Eucaristia, che è, allo stesso tempo, sacramento e sacrificio. Sacrificio che Tu ci hai detto di ripetere sempre in memoria del tuo divino sacrificio.

Signore, la fede del Vescovo e Martire S. Ireneo era granitica. “Per lui ‘Eucaristia’ e ‘Corpo di Cristo’ sono sinonimi, tanto che può parlare indifferentemente dell’una e dell’altra”. Aiutaci a far anche nostro quel linguaggio.

Signore, noi crediamo che nella Santissima Eucaristia ci hai donato, oltre un sacrificio accetto e gradito a Dio, un sacramento dove Tu sei sempre presente, sempre disponibile per darci una mano.

 

*

Signore, Ti adoriamo


perché ci hai rivelato il potere misterioso del sacrificio, imprimendolo nel cuore e nella mente di ogni uomo.

Signore, ti adoriamo perché con il sacrificio di Gesù, non ci hai soltanto redento, ma ci hai anche indicato la via di ogni redenzione.

Signore, Abramo, al Figlio Isacco che gli domandava:“Dov’è la vittima del sacrificio”?, rispose: “Il Signore provvederà, Figlio mio”.Ti adoriamo perché Tu hai fatto infinitamente di più: non solo hai provveduto, ma ti sei Tu stesso offerto in sacrificio per noi.

Signore, il Salmo canta Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Prenderò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Noi ti adoriamo, Signore, e ti offriamo, insieme alle nostre lodi, il calice della salvezza: quello del tuo santissimo Corpo e Sangue. Te stesso.

Signore, ti adoriamo ogni volta che passiamo dinanzi a te, perché Tu non ci hai ‘detto’ che cosa potevamo offrirti, ma ci hai ‘dato’ addirittura la vittima da offrirti: la tua Carne e il tuo Sangue.

Signore, ti adoriamo perché con un solo sacrificio, offerto da te una volta per tutte, ci hai riconciliato col Padre e ci hai offerto la possibilità di placare, propiziare e onorare la Trinità Santissima, offesa dai nostri peccati, ripetendo anche noi la stessa offerta per Cristo, in Cristo e con Cristo.

Signore, ti adoriamo per il tuo amore smisurato per noi. Tu non solo ti sei sacrificato una volta, ma vuoi che i meriti di quel sacrificio siano applicati ad ognuno di noi, ogni volta che te lo chiediamo, ogni volta che il Sacerdote ripete, In memoria di Me.

Signore, noi ti adoriamo perché con paterna e materna pedagogia Tu ci inviti ad accettare il sacrificio: mostrandoci come Tu l’hai accettato.

Signore, noi ti adoriamo per la compassione che hai per noi. Peccatori, non disponiamo di un sacrificio di propiziazione per i peccati. Ce lo offri: Te, te stesso, sacrificio e sacramento.

*

Signore, perdonaci


tutte le volte che non riflettiamo che l’Eucaristia ti è costata la croce e la vita.

Signore, perdonaci tutte le volte che con leggerezza trattiamo la Santissima Eucaristia come se fosse una devozione qualunque, dimenticando che essa “E’ un vero sacrificio, anzi il solo vero sacrificio del Nuovo Testamento”.

Signore, perdonaci quando da irresponsabili ci avviciniamo a Te per riceverti o ti consacriamo sull’altare o ti doniamo agli altri, come impartissimo una semplice benedizione o un sacramentale, dimenticando che essa è il grande sacramento, perché è il grande sacrificio.

Signore, perdonaci quando distrattamente sull’altare ti consacriamo, non riflettendo che nella consacrazione del pane e del vino si rinnova il sacrificio della Croce.

Signore, perdonaci quando dimentichiamo che “Dio ha respinto i sacrifici, le oblazioni e gli olocausti dell’Antica Legge, perché vuole sacrifici puri”. E il sacrificio puro e santo, l’Ostia immacolata è la santissima Eucaristia che Gesù ci ha regalato come sacrificio nuovo.

Signore, perdonaci quando dimentichiamo che “Il pane sul quale furono rese grazie è il Corpo di Cristo e il suo Sangue”. Di Cristo che sulla croce conobbe, per la nostra salvezza, sofferenza e morte.

Signore, perdonaci quando dimentichiamo che l’amore si esprime in modo incontrovertibile nella sofferenza. L’amore infinito che Tu hai per noi si è, infatti, espresso in una sofferenza atroce e senza pari.

Signore, perdonaci quando non riflettiamo che i sacerdoti che, rinnovando il sacrificio della croce, offrono al Padre la santa Messa, ubbidiscono a un tuo preciso comando: Fate questo in memoria di me.

Signore, perdonaci quando non riflettiamo che “Il pane sul quale furono rese le grazie è il Corpo di Cristo e il Calice il suo Sangue”. E che “La nostra carne si nutre con il calice che è il tuo Sangue e cresce con il pane che è il tuo Corpo dati per noi".

 

"


Signore, Ti chiediamo


di aiutarci a prendere ogni giorno più coscienza che il tuo amore per noi ha avuto il costo della Croce.

Signore, ti chiediamo di aiutarci a capire quelle tue misteriose e tremende parole: Se il chicco di grano caduto non muore rimane solo, se invece muore produce molto frutto. Il prezzo della vita è sempre una morte. Il prezzo della nostra vita è la tua morte.

Signore, quanto è difficile per noi capire quest’espressione dell’Apostolo Paolo: il Cristo doveva morire e risuscitare dai morti. Questa inscindibilità, in Cristo, del binomio‘morte-risurrezione’ per la nostra mente rimane misteriosa. Aiutaci ad accettarla per fede.

Signore, anche tra noi si dice “Amore e Morte”. In te è stato proprio e solo l’amore che ti ha condotto alla morte. Apri la nostra mente per prendere coscienza che ogni amore vero ha quell’altissimo prezzo.

Signore, alla luce del tuo esempio si illuminano le tue terribili parole: Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Dove, Signore, se non per la via che conduce al Calvario? Aiutaci a capirlo, aiutaci ad accettarlo.

Signore, alla luce del tuo esempio si illuminano ancor di più le tue parole: Chi vuol salvare la propria vita la perderà; chi perderà la propria vita per me la ritroverà nella vita eterna. E’ folle, Signore, gettarsi in un burrone per sfuggire alla morte. Ma questa è la tua follia: la follia della Croce.

Signore, la Madre tua e, con Lei, stuoli innumerevoli di martiri hanno creduto alla tua parola e hanno accettato la morte per guadagnare la vita. Scuoti la nostra neghittosità e aiutaci ad essere, con te, eroi della fede.

Signore, per i tuoi uditori della Sinagoga di Cafarnao il tuo discorso era duro. Anche per noi, Signore, le tue proposte sono ‘dure’, ma quali alternative abbiamo alle tue parole? Tu solo hai parole di vita eterna.

Signore, aiutaci ad accettare la nostra condizione di esseri mortali. Il Figlio tuo, immortale, si fece mortale per ricordarci che, dopo il peccato, non c’è altra via di redenzione.

*

Signore, Ti ringraziamo


per gli orizzonti nuovi che apri alla nostra riflessione. Le tue parole sono veramente sconcertanti, ma sono parole di vita. E poiché noi vogliamo la vita, ci fidiamo di te, che hai detto Io sono la vita.

Signore, quando mai nel nostro egoismo avremmo potuto immaginare che la vita viene dalla morte, la serenità dal sacrificio se tu non ce l’avessi rivelato con il tuo Vangelo e con la tua scelta? Grazie, Signore! Imprimi queste verità nel nostro cuore, nella nostra mente, nei nostri sensi affinché su di esse scegliamo di condurre la nostra esistenza terrena.

Signore, al pensiero del dolore e della morte tu hai sudato sangue e tutti noi tremiamo. Ma hai scelto la morte per ridonarci la vita e per insegnarci che attraverso questa via maestra si arriva al cielo. Grazie, Signore, dell’esempio e dell’insegnamento. Aiutaci a farne tesoro.

Signore, non contento di sacrificarti sulla croce, hai accettato, desiderato, voluto rimanere fra noi per darci il coraggio di sorbire anche noi, come te e con te, il calice amarissimo del sacrificio e della morte. Grazie di questa tua disponibilità illimitata. Aiutaci a venire spesso davanti al tabernacolo
per attingere forza e coraggio.

Signore, noi siamo ‘scorderelli’. Anche ciò che riusciamo a capire con tanta fatica, lo dimentichiamo tanto facilmente. Ti ringraziamo, perché hai deciso di rimanere sempre con noi nel santo tabernacolo per aiutarci a rinfrescare, nella nostra memoria labile, le tue parole di vita.

Signore, grande è la sofferenza della donna che mette al mondo il primo figlio. Ma Tu ci hai assicurato che dopo il parto non ricorda più ciò che ha sofferto per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Grazie, perché ci hai assicurato che anche le nostre sofferenze si cambieranno presto in gioia.

Signore, ti ringraziamo perché hai posto la tua stessa risurrezione come garanzia che, se con te accetteremo di morire, con te risorgeremo. Aumenta la nostra fede, infondi in noi coraggio, illuminaci perché vediamo le realtà ultime ed eterne con i tuoi stessi occhi.

Signore, il sacrificio della croce Tu l’hai accettato e sofferto per noi. Grazie! Il tuo esempio ci aiuti ad accettare il nostro per noi stessi. E’ saggezza.

*


23 - L’Eucaristia e la Parola
La Scuola Alessandrina


S. CLEMENTE


Ricorda che Melchisedek, re di Salem, sacerdote del Dio Altissimo, offrì il pane e il vino, alimento santificato e figura dell’Eucaristia.
Il pane e il vino offerti da Melchisedek sono un alimento santificato, cioè ‘consacrato’ dal gesto sacrificale del sacerdote dell’Altissimo. Questo alimento è la figura (tipos) dell’Eucaristia, pane e vino, che sono anche un nutrimento, santificata anch’essa dalla consacrazione.
Perché, per lui, come per la Chiesa, il Vecchio Testamento è interamente tipo del Nuovo, e specialmente gli antichi sacrifici sono figure del sacrificio della Nuova Alleanza”.


ORIGENE


Afferma: “Se tu sali con il Salvatore per festeggiare la Pasqua, Egli ti dà il calice della Nuova Alleanza, ti dà il pane di benedizione, ti dà il suo Corpo e il suo Sangue”.
Per lui non dobbiamo mancare di carità con i fratelli insieme ai quali ci avviciniamo “alla stessa mensa del Corpo di Cristo e alla stessa bevanda del sangue di Lui”.
Nel “Contra Celsum” afferma: “Celso, che ignora Dio, offre ai demoni sacrifici di ringraziamento, ma noi, rendendo grazie al demiurgo dell’universo, mangiamo i pani che gli offriamo con delle azioni di grazie e delle preghiere per i suoi doni; questo pane, diventato Corpo dalla preghiera (di consacrazione), diventato una cosa santa che santifica coloro che ne usano con retta intenzione”.
L’insegnamento è chiarissimo: il sacrificio cristiano è - un ringraziamento (Eucaristia);

- un’offerta sulla quale si pronuncia una preghiera di ringraziamento (Eucaristia. Richiamo evidente alle parole evangeliche: Prese il pane e rese grazie);

- ha un’efficacia particolare: da essa il pane diventa Corpo (di Cristo, evidentemente);

- cosa santa che santifica colui che la riceve.

La Parola non solo fa sì che il pane diventi Corpo di Cristo, ma, a sua volta. nutre. Anzi tra il mistero della Parola e il mistero del pane c’è uno stretto rapporto: l’una e l’altro, la Scrittura e il Sacramento, sono per noi il mezzo di comunicare con Logos.

Scrive Origine: “Beviamo il sangue di Cristo, non solo quando lo riceviamo secondo il rito dei misteri, ma anche quando riceviamo le sue parole, dove risiede la vita come dice Egli stesso: Le parole che ho detto sono spirito e vita”.

La Parola, ovviamente, è mezzo dell’unione spirituale con il Logos in senso analogico: mentre nel Sacramento noi mangiamo realmente la Carne di Cristo e beviamo realmente il suo Sangue, nella Parola abbiamo gli stimoli a nutrirci di Cristo, della sua dottrina, dei suoi insegnamenti, del suo esempio.

Origene ha poi questo bellissimo accostamento:
“Questo pane del quale Dio Verbo afferma che è il suo Corpo, è il Verbo che nutre le anime, il Verbo che procede da Dio, Verbo e pane che viene dal pane celeste (). Questa bevanda, della quale Dio Verbo afferma che è il suo Sangue, è il Verbo che disseta ed inebria magnificamente i cuori di coloro che la bevono (). E questa bevanda è il frutto della vigna vera, che dice: Io sono la vigna vera.

E’ il sangue di quest’uva che, messo nel torchio della Passione, ha dato questa bevanda.
Così pane è la parola di Cristo, fatto da questo frumento che, cadendo in terra, ha reso molto frutto".

Così conclude Camelot: Il pane spezzato, il vino nel calice sono ‘misterium’ del Verbo, cioè della parola, ma altrettanto del Verbo, Logos incarnato, che nutre il credente con il pane della sua parola come del pane che è il suo Corpo.
(Tommaso Camelot, ‘L’Eucaristia nella scuola alessandrina’, in “L’Eucaristia” di A. Piolanti, p. 129-136).


Signore, noi crediamo


che, con pani diversi, Tu ci nutri: con il tuo Corpo e Sangue santissimi e con la tua Parola.

Signore, noi crediamo che l’Eucaristia nutre perché, nel contesto della Cena pasquale, Tu l’hai detto: Prendete e mangiate. E: Se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue non avrete in voi la vita.

Signore, noi crediamo che la tua Parola nutre perché Tu hai assicurato: Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. E: Le mie parole sono spirito e vita.

Signore, noi crediamo che il nutrimento della parola, che Tu ci hai offerto nell’Antico Testamento, è stato perfezionato, nel Nuovo Testamento, dall’Eucaristia: nutrimento del tuo Corpo e del tuo Sangue.

Signore, i tuoi uditori di Cafarnao, ascoltando il discorso sul pane della vita, smarriti, si chiedevano: Come può costui darci a mangiare la sua carne e bere il suo sangue?
Essi vedevano in Te solo l’uomo; non ti credevano Dio. A Dio nulla è impossibile. E nell’Eucaristia Tu hai trovato il modo di nutrirci della tua Carne e del tuo Sangue istituendo il Sacramento. Noi crediamo a Te.

Signore, le tue trovate sono sorprendenti e misteriose per noi. Il nostro intelletto non le raggiungerà mai. Perciò ‘crediamo’ che la tua ‘parola’ e l’Eucaristia sono l’alimento necessario per camminare verso la vita.

Signore, ci hai dotato di intelligenza e di amore. La prima la nutri con la tua Parola, il secondo con l’Eucaristia. Noi crediamo in questa paterna premura per noi. Aiutaci ad approfittarne.

Signore, la vita che viviamo oggi finirà, e presto; perciò anche la funzione del pane di ogni giorno finirà. Ma la vita con te in cielo non finirà mai più; quella è nutrita dal Pane disceso dal cielo. Noi lo crediamo.

Signore, noi crediamo che chi non ascolta e non mette in pratica le tue parole e non si nutre di Te, che sei la Parola eterna, si autocondanna all’anoressia spirituale. Aiutaci ad evitarlo.

*


Signore, Ti adoriamo


perché ci ami infinitamente più delle nostre stesse mamme. Esse ci nutrono con il loro amore e con il loro latte, Tu ci ami al punto da nutrirci di te: della tua Carne e del tuo Sangue.

Signore, ti adoriamo perché nell’Eucaristia Tu ci doni un sacrificio-sacramento con il quale possiamo anche noi, povere creature, offrire un atto di culto adeguato al Padre, che è nei cieli.

Signore, noi ti adoriamo perché con l’offerta, che con“una preghiera di ringraziamento” diverrà Eucaristia, ci offri la possibilità di ringraziare il Padre per tutti gli innumerevoli benefici che ha fatto e continuamente ci fa.

Signore, ti adoriamo perché la parola di consacrazione, che Tu hai insegnato e che la Chiesa ci dice di recitare sull’offerta, “ha un’efficacia” particolare: per essa il pane diventa Corpo di Cristo

Signore, ti adoriamo perché l’Eucaristia è “la cosa santa che santifica colui che la riceve”. Solo grazie ad essa possiamo mettere in pratica il comando di Gesù: Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli.

Signore, ti adoriamo perché, grazie alla Parola, il pane non solo “diventa Corpo di Cristo, ma a sua volta nutre”. Signore, ti adoriamo perché tra la Parola e il Pane, che ci hai offerto, la Scrittura e il Sacramento, ci hai dato la possibilità di “comunicare con il Logos” che è la seconda Persona della Trinità santissima incarnata per la nostra salvezza.

Signore, ti adoriamo perché nel sacrificio del pane e del vino, “santificato, cioè ‘consacrato’ dal gesto sacrificale del sacerdote di Dio Altissimo, ci hai dato “La figura (il Tipo) dell’Eucaristia, pane e vino, che sono anche un nutrimento, santificato anch’esso dalla consacrazione.

Signore, ti adoriamo perché al dono di te nella santissima Eucaristia ci hai preparato con tutto il Vecchio Testamento. Esso, specialmente nei sacrifici antichi, è figura “Del sacrificio della nuova Alleanza”.

*


Signore, perdonaci


quando veniamo a riceverti senza riflettere che il Pane, del quale Dio Verbo afferma che è il suo Corpo, è il cibo che nutre le anime.

Signore, perdonaci quando veniamo a riceverti nel Pane consacrato, senza riflettere che è “Il Verbo che procede da Dio, Verbo e Pane che viene dal Padre celeste”.

Signore, perdonaci quando sostiamo in adorazione davanti a Te e non ripensiamo che la “Bevanda, della quale Dio Verbo afferma che è il suo Sangue, è il Verbo che disseta ed inebria magnificamente i cuori di coloro che la bevono”.

Signore, perdonaci quando, ragionando dell’Eucaristia, non pensiamo che il Sangue che Tu ci offri come bevanda“E’ il frutto della vigna vera, che dice: Io sono la vigna vera”.

Signore, perdonaci quando, adorando o comunicandoci o celebrando, non cerchiamo di convincerci che la bevanda che tu ci offri, è ‘il sangue di quell’uva benedetta messa nel torchio della Passione, della morte e della risurrezione’.

Signore, perdonaci quando, ascoltando le Sacre Scritture o le tue occulte e misteriose ispirazioni, non riflettiamo che sono anch’esse pane di Cristo, “Fatto da questo frumento, che, cadendo in terra, ha dato molto frutto” per la salvezza nostra e di tutti gli esseri umani.

Signore, perdonaci quando, non riflettiamo che “Il pane spezzato e il vino nel calice sono ‘mistero’ del Verbo, cioè della parola, ma altrettanto del Verbo, Logos incarnato, che nutre il credente con il pane della sua parola come del pane del suo Corpo”.

Signore, Tu solo potevi escogitare e realizzare tanti e così misteriosi modi per aiutarci a venire con Te in quella patria che hai creato per noi. Perdonaci quando non meditiamo questo mistero e quando trascuriamo i divini mezzi, che Tu metti a nostra disposizione: unici mezzi efficaci per non mancare il fine per il quale ci hai chiamato all’esistenza.

Signore, perdonaci quando non meditiamo sull’Eucaristia vista come mistero d’amore senza limiti. Quella riflessione ci aiuterebbe tanto.

*

Signore, Ti chiediamo


l’aiuto della tua grazia, perché essa sola può scuotere la nostra ignavia a decidersi di approfittare dei meravigliosi mezzi di salvezza che ci offri.

Signore, rendi docile il nostro cuore e la nostra mente ad accettare quanto la tua parola suggerisce e l’Eucaristia vuole realizzare nella nostra vita insignificante.

Signore, la Madonna, non appena ha sentito che nella realizzazione dell’opera della redenzione era in azione Dio, ha detto all’angelo: Ecco la serva del Signore, avvenga in me secondo la tua parola. Dona anche a noi incondizionata disponibilità nell’ascoltare e nell’accettare la tua Parola.

Signore, della Madre tua hai detto che era più beata perché ha ascoltato la parola di Dio e l’ha messa in pratica, che per averti generato, nutrito, accudito. Ti chiediamo una briciola di quella fede e disponibilità uniche sulla terra.

Signore, S. Giuseppe, l’uomo giusto, dopo la parola chiarificante del tuo angelo, non ha perduto tempo neanche per dirti che accettava il tuo piano di redenzione. Si è messo, silenzioso, a collaborare con te in tutto. Dona anche a noi una disponibilità totale.

Signore, nel periodo che va dal Giovedì santo alla Ascensione al cielo, la Madonna stava con gli Apostoli in preghiera e in attesa. Ma, nel momento di ‘spezzare il pane’, anche Lei si nutriva di Te. Di Te, Lei, che ti aveva nutrito di Sé, quando sei nato ed eri bambino. L’Eucaristia e la Parola di Dio si identificano con la sua volontà. Dona anche a noi la capacità di scelte così intelligenti ed essenziali, e la volontà di onorarle nella vita.

Signore, tra noi, l’affamato che sta morendo per denutrizione e non mangia il pane profumato che ha davanti, è considerato ‘anormale’. Aiutaci a non ripetere, nella nostra vita, la stessa situazione. Aiutaci a nutrirci abbondantemente della Parola di Dio e dell’Eucaristia.

Signore, se Tu non ci aiuti, non riusciamo neanche a renderci conto che la nostra vita, senza il nutrimento di Te, che Tu ci hai dato, cammina verso la morte. Noi vogliamo vivere ora ed eternamente, Signore. Mandaci fame e sete dell’Eucaristia e della parola di Dio.

*

Signore, Ti ringraziamo


per queste due ali meravigliose, l’Eucaristia e la tua Parola, uniche che ci permettono di volare verso la vita.

Signore, ti ringraziamo per gli stimoli verso il bene, che la tua parola produce in noi, e per la capacità, che l’Eucaristia ci dona, a tradurli in realtà soddisfacenti.

Signore, ti ringraziamo per la disponibilità illimitata con la quale sei sempre pronto ad aiutarci quando, mossi dai tuoi richiami, sentiamo il desiderio di camminare verso di Te.

Signore, ti ringraziamo per la pazienza infinita con la quale aspetti che, prendendo finalmente coscienza che solo con Te c’è la vita, ci decidiamo a usare i mezzi che Tu ci doni e che, unici, ci permettono di conseguirla.

Signore, ti ringraziamo per la fiducia impensabile che hai verso di noi e con la quale aspetti che anche per noi arrivi il momento di capire e di volere nutrirci di Te nell’Eucaristia, e della tua parola, perché senza quei suggerimenti e quell’alimento è utopia pensare di salvarsi.

Signore, ti ringraziamo per la pedagogia divina con la quale ci hai preparato a conoscere e ad accettare il mistero del tuo amore: tutti gli innumerevoli suggerimenti contenuti nell’Antico Testamento. Li hai offerti a noi come profezia del dono di Te.

Signore, ti ringraziamo per averci preparato, con la moltiplicazione dei pani che sfamano il corpo, al miracolo della santissima Eucaristia, che sazia la fame che l’anima ha di Te. Li hai offerti a noi come figura e tipo di quel pane celeste che ci avresti dato e che durerà, dopo quell’Ultima Cena, fino
alla fine del mondo.

Signore, ti ringraziamo per il dono del tuo insegnamento e della tua Carne e del tuo Sangue, che ci hai offerto perché non veniamo meno lungo la via difficile che ci deve condurre a Te.

Signore, ti ringraziamo per la completezza di aiuti che ci dai: la Parola e l’Eucaristia. Avevamo bisogno di tutti e due. Aiutaci a giovarcene.

*

24 - L’Eucaristia è Cibo-nutrimento


La Scuola Alessandrina


S. ATANASIO


“Vedrai i leviti recare dei pani e una coppa di vino e deporli sulla tavola.
Per tutto il tempo che siano ancora state fatte le preghiere e le suppliche, questo pane e questa coppa sono del tutto ordinari. Ma quando sono state compiute le grandi e mirabili preghiere, allora il pane diventa il Corpo e la coppa Sangue di nostro Signor Gesù Cristo… Il verbo scende nel pane e nel calice e diventa suo Corpo”.

“Il pane e il vino sono il Corpo e il Sangue di Cristo, perché sopra di loro sono state pronunziate le grandi e sante preghiere”

S. CIRILLO di Alessandria


Nel commento su S. Giovanni scrive: “la Carne del Salvatore è vivificante, perché è unita a Colui che è la vita per natura, il Verbo di Dio; perciò quando ne gustiamo, abbiamo la vita in noi e le siamo uniti, come essa è unita al Verbo che l’abita.

La Manna non era che immagine ed ombra, ‘tipo’, quindi non poteva conferire l’immortalità; ma il Figlio è propriamente e veramente il pane della vita, e coloro che vi hanno una volta partecipato e che si sono in un certo modo mischiati a Lui con la Comunione, sono più forti dei legami della morte”.

Sempre commentando il cap. 6 di S. Giovanni osserva:
“Non è per una relazione puramente spirituale che Cristo dice che sarà in noi, ma per una partecipazione fisica. () Se si prende un pezzo di cera e lo si mescola con un altro, e che si fondono tutti e due al fuoco, essi non fanno che una realtà sola; lo stesso per la partecipazione al Corpo di Cristo e al suo Sangue prezioso. Egli dimorerà in noi, e a nostra volta saremo uniti a Lui”
(Tommaso Camelot, ‘L’Eucaristia nella scuola Alessandrina’, in ’Eucaristia’ di A. Piolanti, pag. 129-145).



Signore, noi crediamo


che nel sacrificio dell’altare il pane e il vino sono ancora pane e vino “del tutto ordinari, finché non siano state fatte le preghiere (consacratorie) e le suppliche”.

Signore, noi crediamo che quando, nel sacrificio dell’altare, sul pane e sul vino “Sono state compiute le grandi e mirabili preghiere, allora il Pane diventa il Corpo e la coppa Sangue di nostro Signor Gesù Cristo”.

Signore noi crediamo che con le preghiere consacratorie, nel santo sacrificio della Messa, “Il Verbo scende nel pane e nel calice e diventa Corpo”: lo stesso che è nato dalla santissima Vergine Maria.

Signore, noi crediamo che “Il pane e il vino sono il Corpo e il Sangue di Cristo, perché sopra di loro sono state pronunziate le grandi e sante preghiere”.

Signore, noi crediamo che “La Carne del Salvatore è vivificante, perché è unita a colui che è la vita per natura”.

Signore Gesù, noi crediamo che, quando riceviamo la Carne e il Sangue di Te, nell’Eucaristia, “Abbiamo la vita in noi e siamo uniti (a Te), come quella Carne è unita al Verbo che la abita”.

Signore, noi crediamo che “La Manna non era che immagine ed ombra, ‘tipo’, quindi non poteva conferire l’immortalità, ma il Figlio è propriamente e veramente il Pane della vita, e coloro che vi hanno una volta partecipato e che si sono in un certo modo mischiati a Lui con la Comunione, sono più forti dei legami della morte”.

Signore, noi crediamo che, quando ci comunichiamo, “Non è per una relazione puramente spirituale che Cristo dice che sarà in noi, ma per una partecipazione fisica”.

Signore, noi sappiamo che “Se si prende un pezzo di cera e lo si fonde con un altro, e che si fondano tutte e due al fuoco, essi non fanno che una realtà sola. (Lo stesso) noi crediamo che avvenga per la partecipazione al Corpo di Cristo e al suo Sangue prezioso”.

*

Signore, noi adoriamo


Te, perché nella divina Eucaristia Cristo “Dimora in noi e noi a nostra volta saremo uniti a Lui”.

Signore, noi adoriamo la grande premura che hai per noi: per la vita del nostro corpo ci hai offerto ogni alimento nei frutti della terra. Più ancora ti adoriamo per la infinita sollecitudine che hai per la vita del nostro spirito: ci hai offerto un ‘Pane disceso dal cielo, che ha in sé ogni gusto e desiderio’.

Signore, noi adoriamo la tua divina preveggenza. Sapendo che senza un alimento celeste, al cielo non ci saremmo mai giunti, ci hai offerto in nutrimento lo stesso cibo degli Angeli.

Signore, noi ti adoriamo perché, nel momento della nostra comunione, ci dai la possibilità di diventare, con Dio,‘come Dio’: l’aspirazione sulla quale il tentatore fece leva, nel paradiso terrestre, per indurci alla disobbedienza. Dopo la venuta di Gesù, disobbediente sarà colui che, non comunicandosi con Te, rinuncia a diventare ‘come Dio’.

Signore, ti adoriamo nel Pane e nel Vino consacrati. Essi sono il sacramento del tuo Corpo dato e del tuo Sangue versato per la salute nostra e di tutti. Noi lo crediamo perché l’hai affermato Tu nell’Ultima Cena.

Signore, noi ti adoriamo nel Tabernacolo santo dove resti sempre per darci una mano nelle difficoltà, aiutarci nel pericolo, rincuorarci dopo le tante inevitabili nostre cadute.

Signore, se la nostra fede fosse meno smorta, passeremmo notti e giorni davanti a te, che giorno e notte hai deciso di rimanere con noi. Accetta, in riparazione di tanta trascuratezza, questa nostra adorazione.

Signore, ti adoriamo perché, nonostante la nostra volubilità e superficialità con le quali trattiamo con Te, ci vuoi ancora, e vorrai sempre, bene. Tu, che ci hai creato, conosci la nostra fragilità. Perdona. Accendi in noi fede e amore verso la tua persona e la tua presenza.

Signore, ti adoriamo perché sei voluto rimanere fra noi come Dio, comprensione, alimento e aiuto.




Signore, perdonaci


quando trattiamo le Sacre Specie del Pane e del Vino ‘eucaristizzati’, come se fossero semplice pane e vino comune.

Signore, perdonaci quando passiamo davanti al Tabernacolo in cui Tu stai, per noi, e non ti mandiamo un saluto né facciamo un atto di adorazione a Te.

Signore, Tu ci hai dato la vita del tempo, perché con essa noi guadagniamo la vita dell’eternità. Perdonaci quando viviamo da irresponsabili la vita del tempo e mettiamo a rischio la vita che dovremmo vivere sempre con Te.

Signore, noi amiamo la vita, noi vogliamo vivere, ma troppe volte non teniamo conto degli avvertimenti che Tu ci dai assicurandoci che solo Chi mangia la mia carne e beve il mio Sangue Io lo risusciterò nell’ultimo giorno per una vita che non avrà più fine. Perdonaci, Signore, e aiutaci.

Signore, la Manna che fu elargita agli ebrei, era solo“un’immagine e un’ombra o tipo” della santissima Eucaristia. Perdonaci ogni volta che, nella nostra incoscienza, inseguiamo le ombre e trascuriamo l’essenza dei tuoi doni, quelli che conducono verso la vita eterna.

Signore, Tu sei “Il Pane della vita” e chi mangerà di te“non morirà, ma avrà la vita”. Quando trascuriamo di avvicinarci a Te o di nutrirci di Te diventiamo insipienti come il malato che vorrebbe guarire, ma trascura di assumere le medicine che gli possono garantire l’esistenza. Perdonaci, Signore.

Signore, gli Ebrei chiamavano ‘Pane del cielo’ la manna del deserto, per il fatto che Tu la facevi piovere dal cielo. Ma Tu ci hai assicurato che ‘pane vero del cielo’; è solo quello che il Padre ci dà in Te: quello che, chi ne mangia, non morirà, ma avrà la vita. Perdonaci quando non ci preoccupiamo di giovarcene, come se fosse cosa trascurabile

Signore, dopo le parole della consacrazione, “Il Verbo scende nel pane e nel vino, ed essi diventano tuo Corpo”. Perdonaci quando ti riceviamo distratti e senza la coscienza che allora ci uniamo a Te e diventiamo tuoi con-corporei e tuoi con-sanguinei.

Signore, perdonaci quando diciamo o ascoltiamo le parole della consacrazione senza riflettere che esse contengono il segreto e la garanzia della vita eterna.

*

Signore, Ti chiediamo


Fede, per credere alle tue parole. Ma credere con una fede che coinvolga anche la nostra vita.

Signore, dacci una fame e una sete di Te, che ci tormentino, fino a quando non ti abbiamo ricevuto in noi, nella santissima Eucaristia.

Signore, dopo il peccato dei nostri progenitori, la fragilità della natura umana mette sempre a rischio la nostra salvezza. Riceverti, adorarti e pregarti sono mezzi che ci possono dare forza e determinazione per evitare il male e compiere il bene. Donaci questa coscienza e donaci tanta intelligente accortezza di giovarcene.

Signore, Tu sei sempre disponibile per diventare nutrimento per la vita del nostro spirito. Ti chiediamo la capacità di capirlo e la saggezza di non trascurare di servircene.

Signore, Tu solo sei la Via, la Verità e la Vita. Aiutaci a far diventare convinzioni profonde queste verità e noi comunicheremo quotidianamente con Te; e trascorrere qualche minuto in adorazione davanti a Te sarà la più desiderata cosa della nostra vita.

Signore, come la tua natura umana “è unita al Verbo che la abita”, così noi diventiamo uniti a Te quando ti riceviamo nella santa Comunione. Donaci di capire quale impensabile dono Tu ci fai allora, e donaci l’ambizione di riceverlo.

Signore, scrisse l’Apostolo S. Giovanni: Carissimi, quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio e lo siamo realmente. Ricevendoti nella Comunione, non siamo solo figli, noi formiamo una cosa con te come“Un pezzo di cera, se lo si mescola con un altro, e che fondono tutti e due al fuoco”.

Signore, S. Francesco d’Assisi, venendo a trovarti, ti salutava così: “Ti adoriamo, santissimo Signore nostro Gesù Cristo, anche in tutte le tue chiese che sono per il mondo”. La sua fede lo portava ad adorarti dovunque, ma soprattutto dove Tu sei presente con il tuo Corpo e Sangue santissimi. Aiutaci ad acquistare anche noi un po’ di quella fede e saremo vicino a Te più frequentemente.

Signore, dà un po’ di coerenza alle nostre scelte. Protestare di credere alla tua parola, e non tradurla in vita vissuta, non è contraddizione? Tale è la nostra vita. Purtroppo!

*

Signore, Ti ringraziamo


per la luce che ci hai dato in quest’adorazione circa il valore dell’Eucaristia come nutrimento dello spirito; ti chiediamo ancora più luce, Signore, perché gli occhi del nostro spirito sono ottenebrati.

Signore, ti ringraziamo per i suggerimenti paterni che ci dai sempre, ma soprattutto quando veniamo ad adorarti nella santissima Eucaristia. Stacci vicino, Signore, perché noi abbiamo bisogno di una tua continua premura.

Signore, ti ringraziamo perché, ogni volta che il sacerdote pronuncia sul pane e sul vino le parole sante della consacrazione, Ti rendi presente e lì rimani, per essere sempre e dovunque disponibile per consigliarci, illuminarci, nutrirci; per donarci forza e volontà sufficienti per affrontare vittoriosamente le battaglie della vita.

Signore, ti ringraziamo perché ogni volta che veniamo a farti un po’ di compagnia o a chiederti qualche cosa, non dobbiamo farci annunciare, né fare le anticamere.

Signore, ti ringraziamo per tutta la pazienza che hai nell’ascoltare le interminabili litanie di richieste che ti scioriniamo quando ti veniamo a trovare.

Signore, ti ringraziamo perché, quelle poche volte che veniamo a farti compagnia, non ci rinfacci che veniamo solo per chiedere, mai, o quasi, per dirti grazie o che ti vogliamo bene.

Signore, la tua delizia è stare con i figli degli uomini; ma, a giudicare dalla rarità delle visite che facciamo a Te, non pare che la nostra delizia sia quella di stare con Te, che sei Dio. Ti ringraziamo per questa tua inesauribile comprensione.

Signore, ti ringraziamo perché ci hai detto Chiedete e otterrete. Nell’Eucaristia sei sempre con le mani piene di aiuti per noi. Dunque, nel nostro stesso interesse, dovremmo stare vicino a te quanto più ci è possibile. Ma la nostra mancanza di fede e la nostra incoscienza non ci aiutano a capire che è da intelligenti almeno curare i propri interessi.

Signore, ci hai detto Bussate e vi sarà aperto. Noi neanche ci rendiamo conto del dono che ci fai. Anzi, possiamo venire da te trovando sempre la porta spalancata. Grazie, Signore, che ci risparmi anche di bussare.

*


25 - L’Eucaristia: chi consacra è Cristo


Scuola di Antiochia


Sulla scia di Ignazio, Giustino e Ireneo cammina il più grande vanto di quella scuola: S. Giovanni Crisostomo, chiamato addirittura Dottore dell’Eucaristia.

Ricorderemo solo pochi testi.

1 - “Poiché Egli ha detto: Questo è il mio Corpo, sottomettiamoci, crediamo, contempliamolo con gli occhi dell’intelligenza”.

2 - “Non ci ha dato nulla di sensibile; nelle stesse cose sensibili tutto è spirituale.
Nel Battesimo, ad esempio, vi è un elemento materiale, l’acqua, che ci è amministrata, ma è una trasformazione che si compie, la rigenerazione o rinnovazione. Se tu fossi un essere ‘incorporale’, Egli ti avrebbe dato dei doni incorporali, ma poiché la tua anima è unita ad un corpo, è nelle cose sensibili che ti dà i beni spirituali.
Quante persone oggi dicono: io vorrei vedere il suo viso, i suoi tratti, le sue vesti, i suoi calzari! Ebbene! Tu lo vedi, lo tocchi, lo mangi. Volevi vedere le sue vesti, ed egli ti dà se stesso, non solo da vedere, ma da toccare, da mangiare, da ricevere in te”.

3 - In una mirabile omelia sul tradimento di Giuda, dice:“Giuda era lì, mentre Cristo diceva: Questo, Giuda, è il corpo che hai venduto per trenta monete d’argento; questo è il sangue che ti sei vergognosamente impegnato di consegnare ai farisei scellerati…
Giuda era lì e prese parte alla santa mensa insieme a Cristo”.

4 - “E’ lui (Cristo) che apparecchia la nostra mensa. Poiché non è un uomo che fa diventare le oblate Corpo e Sangue di Cristo: è Cristo stesso che è stato crocifisso per noi. Il sacerdote, che lo rappresenta, è lì: è lui che pronuncia le parole che abbiamo ora citate. Ma la forza che agisce e il dono che ci è dato sono di Dio. Questo è il mio corpo, dice il sacerdote: questa parola trasforma le oblate ().
La parola pronunciata una sola volta da Cristo, opera sui nostri altari, da allora fino a questo giorno e fino alla sua parusìa, il sacrificio perfetto. ()
Colui che un tempo operava queste cose alla Cena, è lo stesso che ne è l’autore oggi; noi non siamo che dei ministri; Colui che santifica e che trasforma è Lui”.

5 - “E’ sempre la stessa vittima, non una pecorella oggi e un’altra domani, ma sempre la stessa; in tal modo non vi è che un solo sacrificio.
Ma poiché è offerto in tutti i luoghi, vi sono forse parecchi Cristi?
Niente affatto, Cristo è dovunque ‘uno’; qui è intero, là è intero lo stesso, un solo corpo.
Occorre apprendere le meraviglie di questo Sacramento, lo scopo della sua istituzione e gli effetti che produce.
Noi diventiamo un solo corpo, dice la Scrittura, e membra della sua carne e delle sue ossa…Egli vuole che diventiamo il suo corpo, non solo per via affettiva (per la carità), ma anche realmente, aderendo alla sua carne. () Egli si è dunque unito (mescolato) a noi, ha inserito il suo Corpo in noi, affinché diveniamo una sola cosa, come un corpo unito alla sua testa” (Josepg Lecuyer, ‘l’Eucaristia nella scuola Antiochena’, in ’Eucaristia’ di A. Piolanti, pag. 150-162)

 

Signore, noi crediamo


che dopo le parole della consacrazione Tu sei presente nel pane e nel vino.

Signore, noi crediamo che nel segno del Pane e del Vino Tu ci dai te stesso.

Signore, noi crediamo che se fossimo esseri ‘incorporali’, Tu ci avresti dato “Doni incorporali, ma poiché la nostra anima è unita ad un corpo, è nelle cose sensibili che ci dai i beni spirituali”.

Signore, Tu, che ci hai creato, sai di averci fatto bisognosi di segni ‘sensibili’ per esprimerci e per capire realtà spirituali. Noi crediamo che Tu aiuti così la nostra fede.

Signore, quante persone oggi dicono: io vorrei vedere il tuo viso, i tuoi tratti, le tue vesti, i tuoi calzari! Noi crediamo che nell’Eucaristia non solo ci fai vedere, ma toccare, mangiare, ricevere, sacramentalmente, Te stesso.

Signore, noi crediamo che Giuda, che era presente quando Tu istituivi la santissima Eucaristia, dovette sentire risuonare nella sua anima così le tue divine parole: Questo è il mio corpo, Giuda, che Tu hai venduto per trenta monete!

Signore, noi crediamo che nell’Ultima Cena, Giuda così dovette sentire risuonare nell’anima le tue divine parole:“Questo è il sangue, che tu, Giuda, ti sei vergognosamente impegnato di consegnare ai farisei scellerati!”.

Signore, noi crediamo che nel momento della consacrazione non è un uomo che fa diventare le oblate Corpo e Sangue tuo, ma sei Tu stesso; Tu, che sei stato crocifisso per noi.

Signore, noi crediamo che nella persona, nei gesti, nelle parole del Sacerdote che celebra ci sei Tu. Tu che apparecchi la mensa e inviti: Prendete e mangiate… Prendete e bevete. Signore, noi crediamo che “Il sacerdote che ti rappresentaè lì: è lui che pronuncia le parole che abbiamo ora citate. Ma la forza che agisce e il dono che ci è dato sono di Dio”.


*



Signore, noi adoriamo


la tua infinita comprensione: sei Dio, ma parli il linguaggio che noi possiamo comprendere, il nostro linguaggio sensibile.

Signore, ti adoriamo perché i sacerdoti in tutto il mondo ripetono Questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue, ma chi trasforma quelle oblate è la tua onnipotenza.

Signore, noi ti adoriamo perché la parola, pronunciata una volta da Te, opera sui nostri altari, da allora fino a questo giorno e fino alla parusia, il sacrificio perfetto.

Signore, ti adoriamo perché Colui, che un tempo operava queste cose alla Cena, è lo stesso che ne è l’autore oggi, mentre noi (sacerdoti) non siamo che dei ministri: Colui che santifica e trasforma sei Tu, sacerdote sommo ed eterno.

Signore, ti adoriamo per averci dato, nel sacrifico della croce, un sacrificio perenne: dopo quel venerdì santo non viè che un solo, divino, eterno sacrificio.

Signore, ti adoriamo perché Tu sei realmente presente in tutti i luoghi della terra e in tutti i luoghi dove si consacra: Tu sei dovunque ‘uno’: Tu che sei intero sul mio altare, sei intero dovunque, un solo Corpo.

Signore, noi ti adoriamo perché Tu sei presente in tutte le ostie e i calici consacrati perché Tu vuoi che diventiamo tuo Corpo e Sangue non solo per via affettiva, ma realmente, aderendo alla tua carne.

Signore, ti adoriamo perché nella comunione col Pane e col Vino consacrati Tu ti unisci a noi, inserisci il Corpo in noi, affinché diveniamo una sola cosa, come un corpo unito alla sua testa.

Signore, noi ti adoriamo perché Tu, vittima unica che ti sei donato per la vita di tutti, vuoi che a te noi siamo uniti come il tralcio alla vite, come Te al Padre.

Signore, ti adoriamo perché ci fai scoprire le meraviglie del sacramento della Santissima Eucaristia, lo scopo della sua istituzione e gli effetti che produce.

 



Signore, perdonaci


quando pronunciamo o ascoltiamo le tue divine parole di consacrazione e non ci sforziamo di penetrarne le abissali profondità.

Signore, perdonaci quando non riflettiamo che l’unità degli uomini, per la quale hai pregato il Padre nell’Ultima Cena, Tu ce l’hai prefigurata, quasi materializzata, nel dono di un solo, unico Pane di vita per tutti.

Signore, perdonaci quando non meditiamo sull’amore infinito che ti ha fatto scegliere di immedesimarti nel Pane e nel Vino consacrati in ogni tempo e in ogni luogo, per dare a tutti e sempre la possibilità di nutrirci di Te.

Signore, perdonaci quando, incoscienti o non curanti del dono che Tu ci fai di Te stesso, trascuriamo di venirti a ricevere con frequenza o di venire ad adorarti con fede, amore e devozione.

Signore, quando, e se qualche volta, siamo venuti a riceverti con la coscienza in disordine, noi abbiamo imitato Giuda, che ti riceveva con le labbra, nell’ultima Cena, e nel cuore macchinava il tradimento. Perdonaci, nella tua infinita comprensione e misericordia.

Signore, perdonaci quando, offrendoti sull’altare, non riflettiamo che stiamo offrendo al Padre non un sacrificio umano, ma che offriamo a Dio, Dio stesso: il più grande e l’unico sacrificio efficace.

Signore, perdonaci quando prendiamo parte alla sacra mensa col cuore cattivo e falso del traditore: non abbiamo capito nulla dell’oceano di amore che stai riversando su noi e sull’umanità.

Signore, perdonaci quando ci permettiamo di giudicare i sacerdoti, dimenticando che a loro Tu comunichi la tua onnipotenza: quella capace di trasformare il pane e il vino nel tuo Corpo e nel tuo Sangue.

Signore, perdonaci quando non abbiamo la fede di S. Francesco, che affermava di non vedere altro, nei sacerdoti,"che il santissimo Corpo e Sangue tuo, che essi soli consacrano ed essi soli distribuiscono agli altri".

*

Signore, Ti chiediamo


una scintilla di quella fede che aveva S. Francesco, il quale, entrando in una chiesa dove Tu stavi, intendeva adorarti "anche in tutte le chiese che sono in tutto il mondo".

Signore, ti chiediamo una fede più grande di quella che sposta le montagne. Ti chiediamo la fede nel tuo amore, che ha fatto scendere dal cielo Te, che sei Dio, per farti nutrimento, forza, luce nostri.

Signore, non ti chiediamo la grazia, che pure hai concesso ad alcuni santi, di vederti e di toccarti. Ti chiediamo il dono della fede: quella che vede e crede Te, presente nel Pane e nel Vino consacrati.

Signore, ti chiediamo una fede che, al di là e contro i nostri sensi, ci faccia credere che l’ostia, che riceviamo, e che al palato sembra pane, pane non è, ma, dopo le parole della consacrazione è il tuo Corpo; che il vino, che al palato sembra tale, dopo le parole della consacrazione non è più vino, ma il Sangue tuo preziosissimo.

Signore, ti chiediamo una briciola di quell’infinito amore che ti ha portato a sacrificarti per noi. Nonostante che ti abbiamo condannato alla croce, hai voluto rimanere nella santissima Eucaristia, pronto a rinnovare il sacrificio della croce ogni volta che ne abbiamo bisogno e che vogliamo.

Signore, ti chiediamo fede indiscussa nelle tue parole e nei tuoi doni: Solo essi, infatti, sono parole, doni che regalano la vita eterna.

Signore, nella Sacra Scrittura sono riportate, da parte di chi aveva imbandito una mensa, queste parole: Venite, mangiate: venite, bevete, senza spesa, vino e latte. Tu, che ci dai ben altro di vino e latte, ci inviti a ‘prendere e mangiare’ Te stesso

Signore, dacci grande fede nelle tue parole! Signore, dacci la buona educazione di accettare, frequentemente e santamente, il tuo dono.

Signore, abbiamo fame di amore e di pace: Tu ci hai creato con questa esigenza. Dacci l’intelligenza per scegliere di non morire di inedia, ma di venire ad attingerli dove essi sono in abbondanza: in Te, nella santissima Eucaristia

Signore, ci hai detto di amarci come Tu ci hai amato. Ma è mai possibile per noi? Sì, seguendo l’esempio che Tu ci hai dato: donarci per gli altri. Aiutaci a farne esperienza.


*

 

Signore, ti ringraziamo


per la luce che ci hai donato in questa adorazione. Aiutaci a far sì che approfittiamo del tuo dono. Esso è essenziale per conseguire la vita.

Signore, è scritto che, durante la creazione, Dio disse: Sia la luce, e la luce fu. Alla parola di Dio onnipotente tutto ubbidisce. Grazie, Signore! Tu per noi hai chiamato all’esistenza ciò che non esisteva, per noi hai creato l’ordine dove era il disordine.

Signore, quella operata da Gesù nell’ultima Cena fu una creazione ancora più mirabile: dove c’era il pane, c’è il tuo Corpo; dove c’era il vino, c’è il tuo Sangue. Grazie, Signore, perché Tu hai compiuto tutte queste meraviglie per la salvezza nostra e di tutti.

Signore, sbalordisce il fatto che in quella Cena Tu hai comunicato ai tuoi Apostoli la tua stessa onnipotenza: Fate questo in memoria di me. E questo senza tener conto dei meriti o dei demeriti, perché tra i Dodici c’era anche Giuda. Grazie, Signore, per questa tua infinita bontà.

Signore, le sorprese non solo non finiscono di stupire, ma aumentano lo stupore. Non solo ai tuoi Apostoli hai comunicato la stessa onnipotenza di Dio, ma a tutti i sacerdoti che Tu avresti scelto dopo di loro. Certo! Perché il Sacrificio e il Sacramento non dovevano finire quella sera, ma prolungarsi fino alla fine dei tempi. Grazie, Signore! Sei esageratamente generoso.

Signore, il pane e il vino che Tu, i tuoi Apostoli, i tuoi Sacerdoti consacreranno non saranno con noi per quella Cena o per il tempo che dura il rinnovamento del Sacrificio della Croce: Dureranno fino a quando ci sarà sulla terra anche un solo uomo da salvare e da aiutare a conquistare il cielo. Grazie, Signore.

Signore, ciò che tra noi non è neanche immaginabile, per Te diventa felice realtà!. Veramente il tuo amore è senza limiti e senza confini; e non sarà mai quieto finché non avrà riportato all’ovile tutte le pecorelle smarrite, recuperato tutti i figli prodighi.

Signore, un essere umano non sarebbe mai potuto arrivare a pensare ciò che Tu hai realizzato e donato. Veramente Tu solo sei Dio. Dio-amore. Grazie! eternamente grazie!

*


26 - L’Eucaristia: Mistero

S. Ambrogio - S. Giovanni Damasceno


L’Eucaristia è mistero.
Ma non è l’unico mistero con il quale abbiamo relazione. Poiché noi viviamo immersi in un mare di misteri, uno più misterioso dell’altro, e li accettiamo tutti senza difficoltà, non è ragionevole la difficoltà ad accettare il mistero Eucaristico, che ci viene rivelato da Dio stesso.

Ecco i capisaldi

1 - “Il corpo unito alla divinità, il corpo nato da Maria Vergine, il corpo di Cristo asceso al cielo, non discende dal cielo, ma lo stesso pane e vino si trasformano nel Corpo e Sangue di Dio”.

2 - La conversione eucaristica è ritenuta dai Padri della Chiesa (del primo millennio del cristianesimo) mirabile perché supera la comprensione umana.

Non diversamente ‘mirabili’ sono

- il concepimento verginale di Maria;
- la interiore relazione dell’anima con il corpo
- l’operazione segreta dello Spirito Santo.

3 - Come tutta la creazione è stata compiuta per opera dello Spirito Santo, così ora lo Spirito produce cose che trascendono la natura e non si possono ammettere se non con la fede.

S. Ambrogio:

Diede alla dottrina tradizionale questa limpida formulazione:

- “Come può il pane diventare Corpo di Cristo? Per mezzo della consacrazione.
- La consacrazione con quali parole viene rivelata? Con le parole del Signore Gesù…
Venuto il momento di compiere il santo mistero, il sacerdote cessa di parlare a nome proprio, parla nel nome di Cristo.

Qual’è la parola di Gesù?
Quella stessa che ha creato tutte le cose:

- Il Signore parlò e fu fatta la terra;
- il Signore parlò ed apparvero i mari;
- il Signore parlò e balzarono sulla terra tutte le creature.

Se dunque è tanta la potenza delle parole di Gesù, che le cose che non esistevano incominciarono ad esistere, quanto più efficaci saranno per far sì che le cose che già esistevano si convertano in altre”


S. Giovanni Damasceno:

La Madonna chiese all’Angelo: “Come avverrà ciò dal momento che io ancora non conosco uomo”?.
La risposta fu: Lo Spirito Santo scenderà su di te; su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo.
E addirittura: Colui che nascerà sarà dunque Santo e chiamato Figlio dell’Altissimo.

In verità i Padri del primo Millennio del cristianesimo hanno tentato di balbettare in merito qualche cosa. Ecco:

Dopo le parole della consacrazione il pane
- cessa di essere perché
- si converte,
- si trans-elementa,
- si trasferisce,
- si traspone,
- si trasforma nel Corpo di Cristo.

Ma S. Giovanni Damasceno così avverte: “Se poi vuoi conoscere il modo con cui avviene, accontèntati di sapere che si effettua per opera dello Spirito Santo, come per lo Spirito Santo il Signore unì ipostaticamente a Sé la carne presa nel seno della Madre”

“Nulla di più sappiamo se non che il Verbo di Dio è verace, operante e onnipotente, ma il modo è incomprensibile” (Antonio Piolanti “La Transu-stanziazione”, in ‘Eucaristia’ p. 231 ss).

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Signore, noi crediamo


che dopo le parole della consacrazione il pane e il vino non sono più pane e vino, ma Corpo e Sangue del nostro Signore Gesù Cristo.

Signore, noi lo crediamo non perché lo comprendiamo (è un mistero!), ma perché Tu ce l’hai rivelato. E Tu sei ‘la verità’.

Signore, noi lo crediamo perché, immersi in un mare di misteri, uno più misterioso dell’altro, accettiamo tante cose, che pure non comprendiamo. Se crediamo nelle cose che hanno solo una garanzia umana, quanto più dobbiamo credere in quelle delle quali Tu stesso, Dio, ti fai garante?!

Signore, il miracolo della vita, grazie al quale sopravvive ogni ‘vivente’ sulla terra, (dalle piante, agli animali, allo stesso uomo), noi non lo comprendiamo e probabilmente non lo comprenderemo mai. Ma di esso nessuno di noi dubita. Non vogliamo diventare ridicoli a dubitare dell’Eucaristia: uno dei tanti misteri! Perciò noi crediamo.

Signore, ‘come’ il pane, la pasta, la verdura che noi mangiamo diventano corpo e sangue nostro, nessuno mai riuscirà a capirlo. Epperò nessuno ha mai provato a negarlo. Il‘come’ ciò avvenga non è sostanziale. Perciò noi crediamo nell’Eucaristia, anche se non conosciamo ‘come’ avvenga che il pane e il vino consacrati diventano Corpo e Sangue di Cristo.

Signore, nel mistero eucaristico non avviene una trasformazione di cose di una certa natura in altre della stessa natura, ma addirittura Dio si trasforma in Essere umano, e ciò per trasformare l’essere umano in Dio. Questo mistero dei misteri, operato dal tuo amore infinito, noi lo crediamo.

Signore, “Come tutta la creazione è stata compiuta per opera dello Spirito Santo, così nell’Eucaristia lo Spirito produce cose che trascendono la natura e non si possono ammettere se non per fede”. Noi le crediamo, Signore!

Signore, che, grazie alla disponibilità della Madonna santissima, Dio si è fatto uomo senza la collaborazione di un uomo, ma con l’intervento dello Spirito Santo noi lo crediamo. Con la stessa fede crediamo che, per intervento dello stesso Spirito, Dio si fa pane e vino.

Signore, Tu sei il mistero dei misteri: noi crediamo in Te. Per te crediamo in tutto quello che Tu ci hai rivelato.

 

*

Signore, noi adoriamo


la tua divina condiscendenza. Per aiutare la nostra fede fragile, ci hai assicurato la verità di cose che il nostro intelletto, pur meraviglioso, non riuscirà mai a comprendere.

Signore, noi adoriamo la tua bontà che ha operato cose‘mirabili’, a nostro vantaggio, come la concezione verginale di Maria.

Signore, noi ti adoriamo perché ci hai dato un’anima immortale che agisce misteriosamente in armonia con il nostro corpo mortale. Come ciò sia possibile Tu solo lo conosci.

Signore, noi ti adoriamo per l’opera ‘segreta ed occulta’ con cui lo Spirito Santo ci consiglia, ci guida, ci sprona. Anche se non comprendiamo ‘come’ ciò avvenga, ognuno di noi avverte questa divina azione di amore

Signore, ti adoriamo e ti ringraziamo per il buon esempio che ci ha dato la Madre tua. Alla proposta dell’Angelo ha chiesto Come avverrà? La risposta del Messaggero celeste non ha spiegato il mistero, ha solo assicurato che entrava in azione Dio stesso. Ciò è bastato a Lei.

Signore, ti adoriamo perché non ci hai complicato le cose col dirci o col chiederci ‘come’ avverrà ciò che avviene nel mistero eucaristico, ma solo ci hai detto che avverrà. Credere e adorare è quanto richiedi a noi.

Signore, ti adoriamo perché non ci spieghi ‘come’ avviene il miracolo del pane e del vino che diventano Corpo e Sangue tuo nell’Eucaristia, ma ci dici che ciò avviene grazie all’azione dello stesso Spirito, che già aveva unito ipostaticamente la natura umana con quella divina.

Signore, ti adoriamo perché, conoscendo Tu i limiti delle nostre possibilità conoscitive, ci hai rivelato il progetto e la realizzazione dello stesso da parte di Dio. Tu non ci chiederai conto se abbiamo compreso o no il mistero, ma solo se lo abbiamo creduto ed adorato.

Signore, ti adoriamo perché il mistero eucaristico Tu lo hai pensato e realizzato per rimanere sempre fra noi e con noi. Per aiutarci. Perché Tu ci ami come nessuno mai.

*

Signore, perdonaci


quando, invece di inginocchiarci e adorarti, perdiamo tempo, come gli interlocutori di Cafarnao, nel chiederci: può costui darci la sua carne da mangiare?

Signore, perdonaci quando dimentichiamo che il mistero eucaristico, che Tu ci hai rivelato, ce l’hai rivelato e regalato non perché noi avessimo delle conoscenze in più, ma perché avessimo da adorare Te, che ti sei incarnato “per noi uomini e per la nostra salvezza”.

Signore, perdona la nostra presunzione. Noi, a volte, ignoriamo ciò che dovremmo conoscere e pretendiamo capire ciò che ci trascende.

Signore, quando pretendiamo di spiegare i misteri, noi diventiamo ridicoli come i tuoi discepoli. Essi, ascoltando il tuo discorso escatologico, ti chiesero: Quando avverrà tutto questo? Come se conoscere i tempi dell’avverarsi di eventi terrificanti, fosse più importante che preoccuparsene. Perdonaci!

Signore, perdonaci quando a parole affermiamo che crediamo in ciò che Tu dici, ma nelle scelte facciamo come se quelle verità Tu non ce l’avessi mai dette o come se non fossero vere. Infatti non troviamo il tempo né per venire a ricevere la S. comunione, né per venire ad adorarti.

Signore, se noi crediamo che Tu hai creato dal nulla tutte le meraviglie che ci circondano, non ha senso dubitare che tu possa “far sì che le cose cha già esistevano si convertano in altre”. Perdona la pochezza del nostro capire.

Signore, noi tante volte crediamo ai nostri simili, che pure sono soggetti a ingannarsi e, talvolta, purtroppo, anche a ingannare. Non credere a Te, che non puoi ingannarti, perché la stessa verità, né mai ci ingannerai, perché ci ami come figli, non fa onore all’intelligenza di cui ci hai dotato.
Perdonaci!

Signore, perdonaci quando trascuriamo di ricevere e adorare quel ‘pane del cielo’ che vorrebbero ricevere e adorare gli Angeli. Non ci rendiamo conto di ciò che perdiamo, né della fortuna che abbiamo.

Signore, dall’alto della croce hai pregato il Padre di perdonare i tuoi crocifissori Perché non sanno quello che fanno. Quando noi veniamo a riceverti senza fervore, neanche noi sappiamo ciò che facciamo. Perdonaci!

*

Signore, Ti chiediamo


l’umiltà che serve per accettare i limiti del nostro capire. Ciò davanti a ogni cosa, ma soprattutto di fronte ai ‘misteri’.

Signore, di fronte alla proposta misteriosa della divina maternità, la Madonna non ha dubitato; non appena ha sentito che Dio le proponeva di collaborare alla realizzazione del progetto della redenzione, disse la sua disponibilità incondizionata: Ecco la serva del Signore, avvenga in me secondo la tua parola. Ti chiediamo di donarci una briciola di quella saggezza di fronte al mistero dell’Eucaristia.

Signore, S. Giuseppe, che vedeva svanire tutti i suoi sogni dorati scorgendo una maternità in atto nella sua Sposa, quando l’angelo gli propose di assolvere la parte di comprotagonista nel progetto misterioso della redenzione, non perse tempo neanche a esprimere il proprio assenso: era scontato. Dona anche a noi un po’ di quella disponibilità incondizionata di fronte al mistero eucaristico.

Signore, di fronte a tante cose dobbiamo confessare i limiti della nostra comprensione, epperò ci fidiamo di quanto ci viene assicurato. Ti chiediamo di donarci tanta fiducia nelle tue parole almeno quanta ne usiamo per la parola dei nostri simili.

Signore, ti chiediamo di scolpire nella nostra mente la convinzione che, davanti al mistero eucaristico non c’è da speculare, c’è da adorare. E ti chiediamo aiuto per vincere la nostra presunzione e fidarci di Te.

Signore, non è facile per noi accettare quanto altri ci dicono e noi non comprendiamo. Ma aiutaci a capire che accettare quanto ci assicuri Tu, che sei la verità, è cosa che fa onore alla nostra intelligenza.

Signore, infiamma d’amore il nostro cuore, e allora forse comprenderemo qualche cosa del perché ci hai donato Te stesso nell’Eucaristia e ci inginocchieremo adorando.

Signore, chi si fida di Te è veramente saggio, perché Tu solo hai parole di vita eterna, e Tu non ci inganni perché sei il Padre che ci ama oltre ogni possibile immaginazione.

Signore, credere alle tue parole è molto più sicuro che credere ai nostri sensi. Questa verità la comprenderemo solo allora che, prostrandoci davanti alla Santissima Eucaristia, ti diremo: Signore, ti amo!

*

Signore, Ti ringraziamo


per la luce che ci hai dato in quest’ora di adorazione.

Signore, ti ringraziamo perché ci hai ricordato che l’intelligenza di cui hai dotato la natura umana è dono meraviglioso, ma compatibile con la nostra creaturalità e dunque limitato.

Signore, i misteri con i quali veniamo a contatto sono opportunità provvidenziali per esercitare la virtù dell’umiltà. Essa non è finzione, ma onesto riconoscimento delle nostre possibilità. Ti ringraziamo, Signore!

Signore, quante volte noi ci inganniamo e tentiamo di ingannare gli altri sforzandoci di far credere che siamo diversi da quello che siamo! Mettendoci di fronte ai misteri Tu ci vuoi riportare alla verità delle cose. Grazie, Signore!.

Signore, la Madonna, nell’annunciazione, non ha preteso di capire, Le è bastato sapere che Tu entravi in azione anche visibilmente nella nostra storia e chiedevi la collaborazione di Lei. Grazie che ci dai questo esempio ed aiuto splendido. Aiutaci ad accettare sempre le tue proposte, sia che ne capiamo i tempi e i modi, sia che li ignoriamo.

Signore, per San Giuseppe la scoperta della maternità della Madonna al di fuori del loro rapporto è stato lo scatenarsi di una tempesta capace di indurre alla disperazione. Ma appena il tuo Angelo lo ha informato del tuo misterioso progetto di redenzione, ha detto con i fatti la sua completa disponibilità, rinunciando a capire il ‘come’. Grazie di questo esempio splendido.

Signore, ti ringraziamo perché hai quasi materializzato il mistero della Santissima Eucaristia nel segno del Pane e del Vino. Il mistero della transustanziazione rimane, ma con i segni vieni incontro alle esigenze dei nostri sensi. Siamo creature umane!

Signore, ti ringraziamo perché non ti stanchi mai di indurci, attraverso le parole e gli esempi, a scegliere sempre Te, che hai scelto noi dall’eternità e, per aiutarci, hai addirittura deciso di farti Pane, Vino e Compagnia nostra ogni giorno.

Signore, ti ringraziamo per l’amore infinito che ti ha fatto assicurare: Io sono con voi fino alla fine dei tempi. Nella Santissima Eucaristia sei con noi, Signore, non solo con la tua provvidenza, ma come presenza reale sotto le specie del pane e del vino.

 

27 - L’Eucaristia:

L’unità della Chiesa

La Scuola Africana
(Tertulliano, S. Cipriano, S. Agostino ecc.)


Tertulliano, in un testo ‘contro Marcione’ afferma che “Cristo fece del pane il suo corpo, quel corpo che diede per noi” . Alcuni in Africa pretendevano di celebrare l’Eucaristia senza il vino.

S. Cipriano protesta con forza e argomenta in questo modo: ‘Cristo, il Sacerdote per eccellenza, ci domandò di commemorare il suo sacrificio facendo quello che egli fece.
Ora egli prese il pane e il vino. Se dunque un sacerdote vuole offrire il vero e perfetto sacrificio deve fare lo stesso’.

S. Agostino. I problemi del suo tempo lo portarono a insistere sul simbolismo del pane e del vino, cioè sull’unità della Chiesa, contro i Donatisti.
La lotta poi contro i pelagiani lo condusse a porre in rilievo la virtù santificante e salvatrice della carne di Cristo nell’Eucaristia.
Ma il suo insegnamento è solido e luminoso. Ecco un piccolo florilegio:

1 - “Quel pane che vedete sull’altare, santificato (consacrato) attraverso la parola di Dio, è il corpo di Cristo.
Quel calice, anzi ciò che quel calice contiene, santificato (consacrato) attraverso la parola di Dio, è il sangue di Cristo”

S. Agostino considera l’Eucaristia, oltre che sacramento del corpo e del sangue del Signore, anche sacramento dell’unità della Chiesa:

2 - In questo pane (consacrato) vi vien detto come dobbiate amare l’unità. Non erano forse molti i chicchi di grano? () Essi sono diventati un pane, che è diventato il corpo di Cristo”.
“(Egli) prese la carne da Maria, e poiché in quella carne ha camminato e la stessa carne ha dato a mangiare a noi per la (nostra) salvezza, e nessuno mangia quella carne se prima non l’ha adorata, è stato trovato come adorare questo sgabello dei piedi del Signore, e non solo non pecchiamo adorando, ma pecchiamo non adorando.

3 - Ora sai verso chi vai, (sai) che cosa mangi, che cosa bevi; meglio (sai) chi mangi, chi bevi”. Ma attenti! Mangiare e bere che non va inteso come lo hanno inteso i ‘cafarnaiti’ (= la manducazione che spezzerebbe il corpo di Cristo).

4 - Questo sacrificio sostituì tutti i sacrifici dell’Antico Testamento, che venivano immolati come ombra del (sacrificio) futuro: perciò conosciamo anche quella voce del salmo XXXIX, che parla dello stesso mediatore in profezia: non hai voluto né sacrificio né oblazione, ma piuttosto mi hai dato un corpo. Poiché invece di tutte quelle oblazioni viene offerto il Corpo e viene partecipato a tutti i partecipanti
(Carlo Boyer, “L’Eucaristia e i Padri Africani”, in ’Eucaristia’ di A. Piolanti, pag. 166 ss.).

Gesù prega così nell’ultima Cena: tutti siano una cosa sola (‘unum’). In quest’unum è il riflesso e la partecipazione dell’Unum Trinitario: affinché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre mio, sei in me ed io sono in te, così anche essi siano una cosa sola.

Pietro il Venerabile: “Uno in tutto l’universo è il sacrificio cristiano: perché il popolo cristiano che l’offre è uno, unicoè il Dio al quale è offerto, una la fede con la quale si offre, uno ciò che è offerto”.

S. Paolo: Unum corpus et unus Spiritus… Unus Dominus, una fides, unum Batpisma, unus Deus et Pater omnium, qui est super omnes, et per omnia, et in omnibus nobis
(Raimondo Spiazzi, « Eucaristia e Sacerdozio nel mistero dell’unità della Chiesa », in ‘Eucaristia’ di S. Piolanti, pp. 559-618).

L’eucaristia causa dell’unita’ e della pace della chiesa.
Anzitutto l’Eucaristia è simbolo di unità a motivo delle sacre specie del pane e del vino. Simbolismo antichissimo che si riscontra nella Didaché ().

S. Cipriano vede la fusione del popolo cristiano col suo Capo, Cristo, nella mescolanza dell’acqua e del vino sull’altare.

S. Paolo: Unus panis, unum corpus multi sumus, omnes qui de uno pane participamus
(Pietro Parente, « L’Eucaristia causa dell’unità e della pace della Chiesa », in ‘Eucaristia’ di A. Piolanti, pp. 621-628).

71- Giacché () il sacramento Eucaristico è segno dell’unità del Corpo Mistico e in quelli, che con maggior fervore lo venerano, eccita un attivo spirito “ecclesiale” () i fedeli, () imparino a far propria la causa delle Chiesa, a pregare Dio senza intermissione, a offrire se stessi a Dio in grato sacrificio per la pace e l’unità dalla Chiesa; affinché tutti i figli della Chiesa siano una cosa sola e abbiano lo stesso sentimento, né ci siano tra di loro scismi, ma siano perfetti nello stesso sentimento e nello stesso pensiero, come vuole l’Apostolo; e tutti quelli che non sono ancora uniti con perfetta comunione con la Chiesa Cattolica, in quanto sono da essa separati, ma si gloriano del nome cristiano, quanto prima con l’aiuto della grazia divina arrivino a godere insieme con noi di quella unità di fede e di comunione, che Cristo volle fosse il distintivo dei suoi discepoli.

72- Questo desiderio di pregare e di consacrarsi a Dio per l’unità della Chiesa devono considerarlo soprattutto come proprio i religiosi, uomini e donne, essendo essi in modo particolare addetti all’adorazione del SS. Sacramento, facendogli corona sulla terra in virtù dei voti emessi.

73- Ma il voto per l’unità di tutti cristiani, di cui nienteè più sacro e più ardente nel cuore della Chiesa, Noi vogliamo esprimerlo ancora una volta con le stesse parole del Concilio Tridentino nella conclusione del Decreto sulla SS. Eucaristia: “in ultimo il santo Sinodo con paterno affetto ammonisce, esorta, prega e implora ‘per la misericordia del nostro Dio’, affinché tutti e singoli i cristiani, in questo segno di unità, in questo vincolo di carità, in questo simbolo di concordia, finalmente convengano e concordino, e memori di tanta maestà e di così alto amore di nostro Signore Gesù Cristo, il quale diede la sua diletta anima in prezzo della nostra salvezza e la sua carne a mangiare, credano e adorino questi sacri misteri del suo corpo e del suo sangue con quella fede ferma e costante, con quella devozione, pietà e culto, che permette loro di ricevere frequentemente quel pane 0 sovrasostanziale, e questo sia per essi veramente vita dell’anima e perenne santità di mente, sicché “corroborati dal suo vigore” da questo misero pellegrinaggio terrestre possano pervenire alla patria celeste per mangiare là senza nessun velo lo stesso “pane degli angeli” che ora “mangiamo sotto i sacri veli”. (Pio XII, Enciclica “Mediator Dei”).



Signore, noi crediamo


che ci hai donato la santissima Eucaristia in sostituzione dei sacrifici antichi, perché serviva un solo unico sacrificio: simbolo dell’unità di Dio e degli uomini.

Signore, noi crediamo che “Uno in tutto l’universo è il sacrificio cristiano, perché - il popolo cristiano che l’offre è uno,
- unico è il Dio al quale è offerto,
- una la fede con la quale si offre,
- uno ciò che viene offerto”.

Signore, noi crediamo che nell’ultima Cena Tu hai pregato: tutti siano una cosa sola; come Tu, Padre, sei in me e io in Te, così anche essi siano una cosa sola, perché questo era il tuo compito primario nella redenzione: riunire i figli di Dio che erano dispersi.

Signore, noi crediamo che attraverso la Santissima Eucaristia Tu volevi restituire alla famiglia umana quell’unità, perduta con il peccato, che unisce Te Padre, Figlio e Spirito Santo, unico Dio in tre Persone uguali e distinte.

Signore, che l’unità della famiglia umana ti stesse tanto a cuore, lo dimostra la preghiera dell’Ultima Cena. Signore, noi lo crediamo perché per nessun’altra cosa hai pregato così appassionatamente il Padre.

Signore, noi crediamo quanto S. Paolo così sinteticamente dice: nell’Eucaristia c’è un solo pane; e noi, che partecipiamo alla comunione di un solo pane, pur essendo molti, siamo un corpo solo.

Signore, noi crediamo che Tu ci vuoi ‘una cosa sola’, come una cosa sola, da molti chicchi, è diventato il pane; una cosa sola, da molti acini, è diventato il vino che hai scelto come materia della santissima Eucaristia.

Signore, noi crediamo con S. Cipriano che, come l’acqua e il vino uniti insieme formano l’unica materia della Santissima Eucaristia, così il popolo cristiano, grazie all’Eucaristia, formi una cosa sola con Te e con i fratelli.

Signore, noi crediamo che “Il sacramento Eucaristico è segno dell’unità del Corpo Mistico”. Perciò chi se ne nutre e non è in armonia con tutti gli altri Mangia e beve la propria condanna.

 

 

*

 

Signore, noi Ti adoriamo


perché, attraverso la Santissima Eucaristia, Tu ci ricordi che il popolo cristiano deve diventare Un solo corpo e un solo spirito, (così come c’è) un solo Signore, un solo Battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è sopra tutti, in tutte le cose e in ciascuno di noi.

Signore, ti adoriamo perché nella realizzazione dell’unità di tutta la famiglia umana in terra, Tu ci vuoi preparare a quell’unità che unisce tutta la famiglia di Dio in cielo.

Signore, noi ti adoriamo perché non cessi di ricordarci, proporci, consigliarci l’unità con la tua preghiera, con la tua parola e con i simboli che scegli per il dono della Santissima Eucaristia.

Signore, ti adoriamo perché, incarnandoti, Tu sei voluto diventare uomo come noi, anzi uomo-Dio che unisce la sua voce divina a quella nostra per implorare dal Padre la comprensione per le nostre fragilità.

Signore, noi ti adoriamo perché, non ritenendo abbastanza l’esserti incarnato, hai voluto, nella Santissima Eucaristia, unirti a noi fino a formare con noi l’unica famiglia di Dio e rimanere con noi sempre e dovunque.

Signore, ti adoriamo perché, per farci comprendere come fra noi dobbiamo diventare ‘una cosa sola’, Tu, Dio, nella Santissima Eucaristia, ti fai una cosa sola con tutti coloro che ti ricevono col cuore puro e con fede determinata.

Signore, ti adoriamo perché attraverso il sacrificio della croce, di cui l’Eucaristia è il rinnovamento, ci ricordi che l’unità si crea attraverso il dono di noi a Te e ai fratelli.

Signore, ti adoriamo perché, come i chicchi di grano e gli acini di uva accettano di essere franti per formare un solo pane e un solo vino, così Tu hai accettato la morte di croce per indicarci che la via per l’avvento del tuo regno, che è uno ed eterno, è solo quella del sacrificio.

Signore, noi ti adoriamo perché nella Santissima Eucaristia l’amore ci fa ‘una cosa sola’ con Te e fra di noi.

*

Signore, perdonaci


quando, invece di amarci e di sacrificarci l’uno per gli altri, litighiamo fra noi. In quei momenti mostriamo di non aver capito e meno ancora assimilato la lezione che ci imparti nella Santissima Eucaristia.

Signore, perdonaci quando ci diciamo cristiani, ma le scelte di Cristo, che è morto in croce per riunire tutti i figli di Dio che erano dispersi, non sono le nostre scelte; il suo amore non è il nostro amore.

Signore, perdonaci quando veniamo a riceverti nella S. Comunione o a stare qualche minuto con Te davanti al tabernacolo per essere una cosa sola con Te e non siamo una cosa sola con i fratelli, che sono pure tutti figli tuoi.

Signore, perdonaci quando rivendichiamo puntigliosamente la nostra identità di creature umane, anche a scapito dell’unità, mentre, come cristiani, dovremmo essere felici, sul tuo esempio, di sacrificarla pur di conservare fra noi il dono dell’amore che unisce e fonde.

Signore, perdonaci quando non comprendiamo, o non vogliamo comprendere, che nel pane consacrato Tu ci dici“Come dobbiamo amare l’unità. Non erano forse molti i chicchi di grano? Essi sono diventati un pane, che è diventato il Corpo di Cristo”.

Signore, perdonaci quando, invece di fare opera di pace che unisce con i fratelli che sono in difficoltà di reciproca comprensione, per leggerezza o per cattiveria, facciamo opera di divisione. Per il tuo amore dev’essere una ferita mortale, più feroce di quella con la quale, crocifisso, ti hanno aperto il costato.

Signore, perdonaci quando dimentichiamo che “Cristo fece del pane il suo Corpo” perché ci sforzassimo di fare, di tutti i tuoi figli, ‘una cosa’.

Signore, perdonaci quando non riflettiamo che tutti noi, che partecipiamo della Santissima Eucaristia, pur essendo molti, dobbiamo diventare un solo corpo. E perdonaci quando non ci impegniamo a realizzarlo con tutti i fratelli

Signore, Tu hai fatto dono di te a tutti, perché Tu sei Amore, cioè ‘dono’. Perdonaci quando, per la nostra superbia e protagonismo vogliamo singolarizzarci.


*


 

Signore, Ti chiediamo


fede per credere che l’unità di tutti noi, tuoi figli, è un valore per te sovrano. Gesù infatti, nell’Ultima Cena, per nessuna cosa ha pregato con tanta insistenza e fervore.

Signore, non collaborare per l’unità è mettersi contro Te, che nel mondo sei venuto per ricomporre l’unità della famiglia umana, distrutta dal peccato. Donaci di comprendere queste verità e donaci la volontà di collaborare con te generosamente.

Signore, per farci comprendere che Tu vuoi l’unità di tutti i tuoi figli, sei voluto rimanere fra noi nei simboli del pane e del vino, nutrimenti che si ottengono con la fusione di tanti elementi. Apri la nostra mente perché possiamo vedere i perché delle tue scelte e muovi il nostro cuore perché ci sintonizziamo con il tuo progetto di redenzione.

Signore, i primi cristiani si riconoscevano nel ‘pane spezzato’ per ricordarsi che avevi accettato che la tua vita fosse spezzata per noi e per farci capire che anche noi dobbiamo essere disposti a vedere spezzata la nostra vita per l’unità di tutti i credenti in Te.

Signore, prima di chiamarci all’esistenza avevi arricchito la terra di nutrimento per il sostentamento della vita di tutta la famiglia umana e di tutti i viventi. Ma nell’Eucaristia ti sei addirittura fatto pane e vino per sostenere la vita del nostro spirito. Donaci di servirci quanto più frequentemente possiamo di questo tuo dono che è “vincolo di carità, segno di unità”.

Signore, il mistero eucaristico Tu ce l’hai donato non perché avessimo qualche cosa da contemplare, ma perché avessimo qualche cosa con cui nutrire quella carità che ha il fine di “congregarci in una sola, unica realtà”. Donaci di servirci di questo divino mezzo di aggregazione più che possiamo.

Signore, nella santissima Eucaristia Tu ti sei donato a tutti, per aiutarci a capire che l’unità si realizza attraverso il dono di sé. Apri la nostra vita a questa conoscenza soprannaturale e sostituisci il nostro egoismo con quel divino altruismo che ti ha spinto a incarnarti e a rimanere sempre con noi.

Signore, il Sacro Concilio di Trento “Esorta, prega e implora ‘per la misericordia di Dio’ affinché tutti e singoli i cristiani, in questo segno di unità, in questo simbolo di carità, in questo simbolo di concordia, convengano e concordino”. Aiutaci a far nostri questi sentimenti. Aiutaci a collaborare per l’unità di tutti i cristiani.



Signore, Ti ringraziamo


perché ci hai detto che, come Tu, il Padre e lo Spirito Santo siete tre Persone e un solo Dio, così la moltitudine dei tuoi figli deve formare un corpo solo.

Signore, ti ringraziamo perché Tu, Buon Pastore, ti sei incarnato per formare, di tutte le tue pecorelle, un solo ovile sotto un solo Pastore.

Signore, ti ringraziamo perché, pregando Tu il Padre per l’unità di tutti i suoi seguaci, ci hai insegnato che anche noi dobbiamo chiedere con amorosa insistenza al Padre tuo e nostro lo stesso dono.

Signore, ti ringraziamo per l’esempio che ci hanno dato gli Apostoli e i discepoli tuoi: Essi, in attesa della Pentecoste, erano uniti nel Cenacolo assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne, e con Maria, la Madre di Gesù, e con i fratelli di Lui.

Signore, ti ringraziamo per il fervore con cui i primi cristiani, nelle loro riunioni, pregavano: “Come gli elementi di questo pane, sparsi nei monti, sono confluiti insieme a formare un solo pane, così possa la tua chiesa essere una dall’estremità della terra”.

Signore, ti ringraziamo perché, per evidenziarci, quasi sensibilmente, l’importanza dell’unità dei tuoi seguaci, hai fondato la tua Chiesa come unico Corpo mistico, di cui Cristoè il capo e noi tutti le membra.

Signore, ti ringraziamo perché hai ispirato alla tua Chiesa, nelle sue preghiere liturgiche, di ricordarsi sempre di pregare il Padre, dietro il tuo esempio, per l’unità di tutti i battezzati, anzi di tutti gli uomini.

Signore, ti ringraziamo perché nei tempi nostri hai suscitato nella Chiesa nuovo fervore per l’ecumenismo e hai suggerito a tutti i cristiani, di tutte le confessioni, quell’ottavario di preghiere per l’unità dei tuoi seguaci, che è destinato ad abbattere tutti gli steccati e cancellare tutte le divisioni.

Signore, ti ringraziamo perché Tu vuoi che tutti noi, che in cielo formeremo la tua famiglia, anche in terra siamo tra noi una cosa sola.



28 - L’EUCARISTIA:
nutrimento vivificante

(Concilio Di Efeso, anno 431)


Nestorio venne scomunicato con questo anatema: “Se qualcuno rifiuta di confessare che la Carne del Signore è vivificante ed è la propria carne del Logos di Dio Padre, ma pretende che sia la carne di qualche altro distinto da Lui e solo unito a Lui per dignità, la carne di qualcuno in cui abiterebbe semplicemente la divinità, invece di riconoscere che essa è vivificante (), perché è la propria carne del Logos che può vivificare tutto, sia scomunicato”.

Ed ecco il commento conciliare all’anatematismo: “Noi celebriamo nelle chiese il Sacrificio santo, vivificato e incruento, e teniamo per fede che il Corpo che ci viene proposto e similmente il Sangue prezioso non sono di un uomo comune, e simile a noi, ma lo riceviamo come il proprio Corpo e Sangue del Verbo che tutto vivifica. Poiché la carne comune non può vivificare. E questo lo attesta il medesimo Salvatore, dicendo: La carne non giova a nulla; è lo spirito che vivifica. Poiché la carne è divenuta propria del Verbo, per questo è divenuta ed è vivificante, come dice lo stesso Salvatore: come il Padre, che vive, mi ha mandato ed io vivo per il Padre, così chi mangia me vivrà anche per me.

Poiché dunque Nestorio e i suoi seguaci distruggono temerariamente l’efficacia di questo mistero, perciò è stato pubblicato con molta convenienza il presente anatematismo”.
“La chiarezza ed il realismo di tali espressioni, anteriori di alcuni secoli alle eresie specificamente antieucaristiche, mostra che la fede della Chiesa non ha atteso l’errore per manifestarsi, specialmente in quegli aspetti del dogma che erano in più stretto rapporto con la pratica della vita cristiana”
(Antonio Zigrossi, ‘L’Eucaristia nel sacrificio della Chiesa’, in “L’Eucaristia”, di A. Piolanti, p. 186-187).



Signore, noi crediamo


che la Santissima Eucaristia Tu l’hai voluta e realizzata perché in essa noi trovassimo il nutrimento che serve per raggiungere Te, che sei la vita.

Signore, noi crediamo che Tu sei Il pane della vita… Il pane che discende dal cielo perché chi ne mangia non muoia.

Signore, noi crediamo che Tu sei il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo.

Signore, noi crediamo nelle tue divine parole: Se non mangiate la carne del Figlio dell’Uomo e non bevete il suo Sangue non avrete in voi la vita.

Signore, noi crediamo che solo chi mangia la tua carne e beve il tuo sangue ha la vita eterna e Tu lo risusciterai nell’ultima giorno.

Signore, noi crediamo che la tua carne è vero cibo e il tuo sangue vera bevanda.

Signore, noi crediamo che Chi mangia la tua carne e beve il tuo sangue dimora in Te e Tu in lui.

Signore, noi crediamo che come il Padre, che ha la vita, ha mandato Te e Tu vivi per il Padre, così chi mangia di te vivrà per te.

Signore, noi crediamo che Tu sei il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i nostri Padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno.

Signore, noi crediamo che nella Santissima Eucaristia Tu concretizzi quella parola misteriosa che dicesti: Io sono la vita. E la partecipi a tutti quelli che credono in Te.

Signore, noi crediamo che Tu hai pronunciato, nell’Ultima Cena, quasi in forma di comando, quelle divine parole: Prendete e mangiate… Prendete e bevete, perché vuoi che la scintilla della vita, che Dio creatore ha suscitato in noi, ci aiuti a raggiungere Te, fonte di ogni vita.


*


Signore, noi adoriamo


la tua carità. Tu ci hai dato il dono della vita perché vivessimo. Tu hai infuso in noi un irriducibile amore per la vita perché la volessimo come il bene supremo. Ora Ti dai a noi come nutrimento per raggiungerla.

Signore, ti adoriamo perché ci hai paternamente suggerito che nella santissima Eucaristia troviamo il nutrimento necessario per conseguire la vita che non finirà più.

Signore, ti adoriamo perché, non soddisfatto di averci dato la vita del corpo, offri anche la vita eterna a coloro che si nutriranno di Te, Pane vivo disceso dal cielo.

Signore, ti adoriamo perché ci hai creato per la vita, il dono più grande che abbiamo, e ci assicuri che chi si nutre di Te la conserverà per la vita eterna.

Signore, ti adoriamo perché, mentre nessun nutrimento ci scampa dalla morte, la tua Carne e il tuo Sangue ci nutrono per una vita che non conoscerà mai più la morte.

Signore, ti adoriamo perché veramente le parole che Tu ci hai detto nella sinagoga di Cafarnao sono spirito e vita.

Signore, noi ti adoriamo perché ci hai assicurato che Come il Padre, che vive, Ti ha mandato e Tu vivi per il Padre, così chi mangia Te Vivrà anche per Te.

Signore, ti adoriamo perché la santa Chiesa ci ha insegnato che il “Corpo e il Sangue del Verbo () tutto vivifica. Poiché la carne comune non può vivificare”.

Signore, ti adoriamo perché la santa Chiesa ha precisato che “Poiché la carne è divenuta propria del Verbo, per questoè divenuta ed è vivificante”.

Signore, inginocchiati davanti alla santissima Eucaristia, ti adoriamo con le mente e con il cuore perché nel pane e nel vino, che divetano la tua Carne e il tuo Sangue nel santo sacrificio della Messa, metti a nostra disposizione ovunque e sempre il nutrimento che serve per rendere eterna questa nostra vita corporale.

*

Signore, perdonaci


perché sentiamo regolarmente la fame del cibo che nutre il corpo, ma tanto raramente sentiamo la fame di Te, nutrimento per la vita dello spirito.

Signore, la vita che Tu ci hai dato è il dono più grande che ci potevi fare. Noi amiamo la vita del corpo e perciò, per conservarla, ci nutriamo, pur sapendo che dovrà finire. Ma la vita dello spirito, che durerà per tutta l’eternità, tanto spesso trascuriamo di nutrirla. Perdonaci, Signore.

Signore, è inspiegabile la nostra apatia spirituale che ci tiene lontani dalla mensa eucaristica. Essa è sempre disponibile per tutti e si può avere “Senza denaro e senza spese”. Perdonaci, Signore.

Signore, non fa onore alla nostra intelligenza affannarsi per “Che cosa mangeremo, di che cosa ci vestiremo?”. Il cibo e il vestito costano e non durano sempre. Ma ci hai dato un cibo che non costa e che dura per la vita eterna. Quello tanto spesso lo dimentichiamo. Perdonaci, Signore.

Signore, quando il nostro corpo è in deperimento ci ordinano la super-nutrizione, anche se non la desideriamo e ci costa, a volte, sacrificio. Il nostro spirito spesso langue; donandoci Te stesso, Tu ci hai dato “un pane che contiene in sé ogni gusto” e noi non lo apprezziamo. Perdonaci, Signore.

Signore, sono dettate da Te le parole del libro dei Proverbi: Venite, mangiate il mio pane, / bevete il vino che io ho preparato. E’ lo stesso invito che Tu fai a noi a nutrirci del Pane che è diventato il tuo Corpo, a dissetarci del vino che è diventato il tuo Sangue. Ma noi siamo sordi alle tue premure. Perdonaci, Signore!

Signore, Tu non solo ti fai pane per la nostra vita spirituale, non solo ci inviti a nutrirci di Te, ma ce ne fai addirittura un comando: Prendete e mangiate… Prendete e bevete. Perdonaci se ancora non comprendiamo il tuo discorso.

Signore, per aiutare la nostra fede insignificante Tu ci ripeti La mia carne è vero cibo, il mio sangue vera bevanda. Ma noi viviamo come se di quel cibo e di quella bevanda se ne possa fare impunemente a meno. Perdonaci, Signore!

Signore, per venire incontro alla nostra mancanza di fede, Tu addirittura ci minacci: Se non mangiate la mia Carne e non bevete il mio Sangue non avrete in voi la vita. Grazie, Signore che ci scuoti. Calza ancora la mano e compatiscici.

 



Signore, Ti chiediamo


di aiutarci a capire che, come il corpo senza il pane non si sostiene, così non si sostiene lo spirito senza Te, Pane vivo disceso dal cielo.

Signore, al popolo affamato nel deserto Tu hai dato la manna. A noi hai dato ‘Il pane disceso dal cielo’, ma ci manca la fame. Dacci fame e sete di Te, Signore. Altro non ti chiediamo.

Signore Gesù, hai avuto compassione delle folle che, per ascoltare la tua parola, trascuravano anche di mangiare, e hai moltiplicato per loro il pane. Abbi compassione anche della nostra inappetenza e acuisci in noi il desiderio di Te.

Signore, per i martiri, nutrirsi di Te prima della testimonianza suprema, era la certezza di superare la prova, perché Tu sei ‘il pane dei forti’. Anche la nostra vita richiede una testimonianza cristiana. Apri la nostra intelligenza a comprendere che, senza il nutrimento che viene da Te, accumuleremo solo sconfitte.

Signore, sappiamo che la Santissima Eucaristia “E’ vivificante, perché è la propria carne del Logos che può vivificare tutto”. Aiutaci a riceverla e ad adorarla quanto più spesso possiamo perché vivifichi anche la nostra esistenza.

Signore, la nostra vita spirituale deperisce e perde quota di giorno in giorno. Tu sei l’unica medicina e l’unico nutrimento capace per contrastare questo cammino verso l’anoressia. Abbi pietà di noi. Attiraci verso il Tabernacolo santo e mettici in condizione di non poter vivere senza di Te.

Signore, abbiamo sete di nutrire la nostra esistenza di amore e di pace. Ispira in noi la convinzione che senza l’Autore dell’amore e della pace saremo sempre col cuore in subbuglio e litigiosi con tutti e con tutto.

Signore, nella Santissima Eucaristia Tu ti proponi e ti offri come Colui che solo è capace di rinnovare ogni giorno la nostra vita spirituale. Donaci la saggezza che ci convinca essere nel nostro stesso interesse servirci di Te, per evitare, con l’inevitabile invecchiamento spirituale, anche la nostra morte eterna.

Signore, di fronte ai tuoi doni impensabili, noi restiamo indifferenti perché la nostra fede è scarsa. Ti preghiamo con gli Apostoli Aumenta la nostra fede.


"


Signore, Ti ringraziamo


per l’aiuto che ci hai dato in questa Adorazione con le sante ispirazioni con le quali hai cercato di illuminarci e scuotere la nostra apatia spirituale.

Signore, ti ringraziamo perché, nonostante la nostra indifferenza alle tue divine proposte, Tu non perdi la fiducia in noi e rimani sempre disponibile, fra noi, per noi.

Signore, ti ringraziamo per la pazienza inesauribile con la quale ci ripeti ogni giorno, anzi ogni momento, che senza il Pane che ci dai Tu c’è la morte e ci sopporti, come sopportasti l’incredulità dei tuoi interlocutori a Cafarnao, nella speranza che, prima o poi, anche noi comprendiamo il tuo discorso di vita.

Signore, ti ringraziamo perché non ci distruggi quando Tu ci fai un discorso di vita e noi rispondiamo con le nostre insolenze. Sei veramente quel padre che non rinuncia mai all’illusione di riabbracciare il figlio prodigo.

Signore, la pecorella che si era allontanata da Te, camminava inesorabilmente verso la morte inferta dalla fame o dal nemico. Grazie che non hai desistito dal cercarla finché non l’hai riportata al sicuro nell’ovile, dove ha ritrovato la sicurezza, la comprensione e la vita. Quella pecorella è ognuno di noi.

Signore, ti ringraziamo. Per farci capire che senza Te non c’è la vita, hai raffigurato il paradiso come il luogo nel quale si vive perché si mangia e si beve alla mensa tua.

Signore, ti ringraziamo perché ci hai creato per la vita, sei venuto fra noi perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza e, nella Santissima Eucaristia, ti sei fatto Pane di vita: l’unico Pane che ha la possibilità di nutrirci per l’eternità.

Signore, ti ringraziamo per il tuo amore. Per evitare che ci mancasse il nutrimento per raggiungere la vita eterna, nella Santissima Eucaristia ti sei fatto Pane di vita Tu, il Vivente nei secoli, autore e datore di ogni vita.

Signore, grazie perché ci hai dato il pane e l’acqua per la vita del nostro corpo. Grazie infinite perché ci hai dato la tua carne e il tuo sangue per nutrire il nostro spirito

*


29 - L’Eucaristia:
identità del Corpo del Cristo storico ed eucaristico


SINODO DI VERCELLI
CONCILIO ROMANO


Berengario difende diverse tesi ereticali. La negazione dell’identità del Cristo storico e di quello eucaristico risulta chiara sia dal documento di fede eucaristica, emanato sotto forma di lettera inviata a lui nel Concilio di Vercelli (1053), sia dalla ritrattazione che lui dovette fare nel sinodo di Roma nel 1079.

Ecco i due documenti.

1 - “(Iddio) ha voluto che il pane ed il vino, che vengono santificati sull’altare, mediante la consacrazione dello Spirito, per il ministero del sacerdote, fossero resi, con potenza, veramente la sua Carne e il suo Sangue, e, in tal modo, misticamente immolati ogni giorno.

Ciò che Lui stesso insinua a suoi discepoli nell’istituzione di questo Sacramento, con le parole: prendete e mangiate, questo è il mio corpo; ed affinché non lo prendessero con leggerezza o lo credessero corpo qualunque, () aggiunse una precisazione e disse: che per voi sarà dato; egualmente anche del calice: che per voi sarà sparso. (
I discepoli con occhi carnali vedevano pane e vino, e udivano (proferire) dalla Verità: questo è il mio Corpo ecc.

Che cosa di più evidente, di più chiaro, di più dolce?

2 - Ritrattazione
“Io, Berengario, credo col cuore e confesso con la bocca, che il pane ed il vino, che vengono posti sull’altare, mediante la santa orazione mistica e le parole del nostro Redentore, sono sostanzialmente convertiti nella vera e propria vivificatrice Carne e Sangue di nostro Signore Gesù Cristo, e che dopo la consacrazione sono il vero Corpo di Cristo che è nato dalla Vergine e che, offerto per la salute del mondo, pendette dalla Croce; ed il vero sangue di Cristo che sgorgò dal suo fianco, e non soltanto nel segno e nella virtù del Sacramento, ma nella proprietà della natura e nella verità della sostanza, come è contenuto in questo documento, e io ho letto e voi avete capito. Così credo, né insegnerò più contro questa fede”.
(da Antonio Zigrossi, “L’Eucaristia nel magistero della Chiesa”, in ‘Eucaristia’ di A. Piolanti, p. 186).

*

Signore, noi crediamo


con la Chiesa che tra il Corpo sacratissimo di Gesù e il Pane consacrato non c’è differenza né distinzione. Signore, noi crediamo che le parole che Gesù proferì nell’ultima Cena: Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo; prendete e bevete questo è il mio sangue non vanno interpretate, vanno solo credute e adorate.

Signore, noi crediamo che quando Gesù nell’ultima Cena, tenendo fra le mani un pane, disse: Questo è il mio Corpo affermava l’identità assoluta fra il Pane consacrato e la sua santissima Carne.

Signore, noi crediamo che quando Gesù, nell’ultima Cena prese in mano il calice della benedizione e disse: Prendete e bevete; questo è il mio Sangue che sarà sparso per voi e per tutti, affermava l’identità assoluta tra il vino consacrato e il sangue che avrebbe versato l’indomani nella Passione e sulla Croce.

Signore Gesù, nel tuo magistero prendevi spunti da cose ovvie per farti capire da tutti. Noi crediamo che la stessa ovvietà l’hai usata anche nell’istituzione della santissima Eucaristia, che rappresenta il cuore del tuo insegnamento e della fede dei tuoi discepoli.

Signore, noi crediamo che il Pane consacrato non è il‘segno’ del tuo Corpo che hai sacrificato per noi sulla Croce, ma veramente il Corpo che hai dato per noi e per tutti.

Signore, noi crediamo che il vino consacrato nel Calice non è il ‘segno’ del Sangue che hai versato, ma veramente è il tuo Sangue: quello che Tu hai versato per noi e per tutti.

Signore, noi crediamo che quando gli Apostoli con la Madonna nel Cenacolo ‘spezzavano’ il Pane e distribuivano il Calice, non facevano solo rivivere un ricordo di ciò che Tu hai fatto nella tua ultima Cena, ma ripetevano, in memoria di Te, la realtà che Tu indicavi con le parole: Il mio Corpo, il mio Sangue.

Signore, noi crediamo alle tue parole, perché Tu sei la via, la verità e la vita.

*

Signore, noi adoriamo


la condiscendenza infinita che Tu hai verso i nostri limiti. Nel Pane e nel Vino consacrati, ci aiuti: impegni la nostra intelligenza con la fede, i nostri sensi con le apparenze di cose sensibili.

Signore, noi ti adoriamo perché Tu ci hai creato materia e spirito, terra e cielo, corpo e anima. Nella Santissima Eucaristia parli all’uomo integrale, perché l’uomo integrale è il capolavoro della tua creazione, e l’uomo integrale intendi ora nutrire: con il tuo Corpo nelle specie del pane, con il tuo Sangue nelle specie del vino.

Signore, ti adoriamo nel Pane e nel Vino consacrati, perché essi sono l’Eucaristia, non sono il segno dell’Eucaristia: in quelle specie ci sei Tu, Uomo-Dio, nato da Maria sempre Vergine, morto in Croce, Risorto il terzo giorno. Signore, quando ti riceviamo nella santa Comunione noi sentiamo il gusto del pane e del vino, ma la fede ci assicura che nell’Ostia e nel Vino consacrati ci sei Tu, che ci hai creato, Tu, che ci hai redento. Perciò, quando ci inginocchiamo davanti a quelle specie, ci inginocchiamo davanti a Te e adoriamo Te.

Signore, quando veniamo ad adorarti davanti al Tabernacolo, crediamo che nell’Ostia consacrata adoriamo non un segno di Te, ma proprio Te, vero Dio e vero Uomo che, per l’amore sconfinato che ci porti, hai deciso di rimanere per sempre con noi.

Signore, i Pastori hanno veduto un comune bambino, ma hanno adorato Dio. La loro fede fu grande, perciò tornarono al loro gregge lodando e glorificando Dio. Noi nell’Eucaristia non vediamo neanche le sembianze di un essere umano, ma anche la nostra fede è grande e anche noi, nel pane e nel Vino consacrati, adoriamo Dio.

Signore, i Magi, sospinti dalla tua grazia, hanno intrapreso un lungo e pericoloso viaggio per incontrarti. Ti hanno incontrato in un Bambino deposto in una mangiatoia e ti hanno riconosciuto Dio, offrendoti l’incenso. Alla nostra fede non è che ci vuole meno coraggio nel riconoscerti nel Pane e nel Vino. Ma noi crediamo, sulla tua parola, che sono il tuo Corpo e il tuo Sangue. E ti adoriamo.

Signore, ai tuoi discepoli hai insegnato Sia il vostro parlare ‘sì, sì’, ‘no, no’. Sarebbe incredibile che proprio Tu nell’ultima Cena affermi che il pane e il vino sono il tuo Corpo e il tuo sangue, intendendo che essi sono solo un ‘segno’ del tuo corpo e del tuo sangue. Noi ti adoriamo.

*

Signore, perdonaci


quando, tentati dal nostro nemico di dubitare della tua presenza reale nella santissima Eucaristia, non reagiamo immediatamente facendo un atto di fede e un atto di adorazione.

Signore, perdonaci quando pretendiamo con la nostra intelligenza di interpretare le tue parole, anche se esse sono tanto evidenti. E’ il solito orgoglio che ci insinua di non fare ciò che è da noi e tentare ciò che ci sovrasta.

Signore, perdonaci quando perdiamo tempo prezioso a discutere sul mistero eucaristico, invece di dirti la nostra fede, il nostro amore e la nostra adorazione.

Signore, perdonaci quando da strafottenti passiamo innanzi a te senza inginocchiarci e senza dirti che ti vogliamo bene: come se fosse vero che nell’Eucaristia Tu ci sei come‘segno’ e non come realtà.

Signore, perdonaci quando pensiamo che il tuo sacrificio si sia esaurito in quel Venerdì Santo e dubitiamo che nella santa Messa “la tua Carne e il tuo Sangue vengono misticamente immolati ogni giorno”.

Signore, i cristiani dei tempi apostolici, così vicini all’Ultima Cena, “Anche se con occhi carnali vedevano pane e vino”, non dubitarono di affermare e di credere che, dopo la consacrazione, sono diventati tuo Corpo tuo Sangue. Perdona noi che, a distanza di due millenni, presumiamo di dubitarne. Ma poi, in base a che cosa?

Signore, la pietà popolare afferma che, per vincere la durezza di cuore di chi dubitava della verità delle tue parole, Tu, nella Santissima Eucaristia, hai mostrato Carne viva e Sangue vivo. Grazie della compassione che hai di noi e perdona la nostra mancanza di fede.

Signore, per la fede, nel Pane e nel Vino ‘eucaristizzati’ crediamo che c’è il tuo Corpo e il tuo Sangue. Perdonaci quando ci comportiamo davanti a Te, nascosto sotto le specie sacramentali, come se la nostra fede non poggiasse sulla parola infallibile di Te, che sei la Verità.

Signore, perdona la nostra ingenuità quando vogliamo valutare i doni soprannaturali con i nostri criteri naturali. Diventiamo ridicoli come la rana per la quale esistono solo i ranocchi, come il gatto il quale conosce solo i gatti, come l’uccello che riduce il miracolo della creazione solo agli uccelli.

*

Signore, Ti chiediamo


Fede in tutte le tue affermazioni, soprattutto in quelle che indicano un ‘mistero’: esso non è verificabile dalla nostra intelligenza, perché appartiene a un ordine di realtà che sono al di fuori della nostra portata di comprensione.

Signore, ti chiediamo la serietà e la lealtà della persona intelligente, che sa riconoscere i limiti e i confini delle proprie conoscenze.

Signore, ti chiediamo l’umiltà di chi, di fronte a conoscenze che sorpassano le proprie capacità, non pretende comprendere tutto e a tutti i costi.

Signore, liberaci dalla strafottenza di chi nega l’esistenza del mistero solo per il fatto che non riesce a penetrarlo. Come se l’essere umano, che pure Tu hai creato meraviglioso, fosse dotato di possibilità di omniscienza.

Signore, aiutaci ad acquistare la docilità che ci induce a fidarci, anche quando noi non ne vediamo la convenienza, di chi sappiamo che conosce tanto più di noi e soprattutto di Dio, che conosce tutto.

Signore, chi si fida della tua parola, anche poco poco - ha detto Gesù -, dirà a un monte: “Gettati nel mare”, ed esso ubbidirà. Dacci tanta fede, quanta basta per mettere in discussione almeno le nostre convinzioni.

Signore, nella nostra vita accettiamo ciecamente tante verità che pure non siamo in grado di poter controllare. Di fronte alla tua parola, quando è involta nel mistero, pretendiamo di sottoporla alla verifica della nostra intelligenza.

Signore, dacci un po’ di saggezza per non diventare ridicoli. Signore, quando Tu parli e noi non comprendiamo ciò che Tu dici, dacci di essere saggi come Santa Marta. Alla tua domanda: Credi Tu ciò? Lei rispose prontamente: Io credo che Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.

Signore, aiutaci a fidarci ciecamente di Te, come Tu ti fidi sempre, ciecamente di noi, come un bravo bambino si fida sempre di suo padre e di sua madre, come un allievo esemplare accetta le affermazioni del suo maestro.

 

Signore, Ti ringraziamo


per la premura con cui la Santa Chiesa non perde occasione per ricordarci la verità del mistero eucaristico.

Signore, ti ringraziamo perché il Sacerdote celebrante, prima di comunicarsi, alza l’Ostia consacrata e intona:“Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie i peccati del mondo”. L’Eucaristia e Te, Signore, non siete l’uno simbolo e l’altro realtà, ma un’unica, inscindibile realtà.

Signore, ti ringraziamo per l’insistenza con cui la santa Chiesa ripete l’identità Eucaristia-Dio. All’intonazione del Sacerdote, l’assemblea, guardando quell’Ostia, prega con le parole del centurione: “O Signore non sono degno di riceverti sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e io sarò salvato”.

Signore, ti ringraziamo perché, prima di comunicare i fedeli, la Chiesa esige una professione di fede. Il Sacerdote, infatti, mostrando l’Ostia consacrata, dice: “Il Copro di Cristo”. E il comunicando conferma: “Amen!”, cioè: è così: Io credo che quell’Ostia che stai per darmi, è veramente il Corpo di Cristo.

Signore, ti ringraziamo per l’esempio che ci hanno dato i Santi Diaconi. Ai credenti, che avrebbero testimoniato con il martirio la propria fede, recavano l’Eucaristia: non un simbolo di Te, ma proprio Te, Dio vivo e vero, Te, ‘cibo di eternità’.

Signore, ti ringraziamo per la fede della nostra gente che, la giornata che la Chiesa ha scelto per celebrare l’Eucaristia la chiama: la festa del ‘Corpus Domini’. E la conclude con una processione nella quale si infiorano le strade dove passerai Tu, Ostia consacrata, Dio del cielo e della terra.

Signore, ti ringraziamo per il buon esempio che ci dà la fede semplice e schietta dei credenti: quando ti portano, in viatico, a qualche malato, tutti si fermano, si segnano col segno della Croce, ti mandano un bacio, ti dicono, col cuore o anche con le labbra, una preghiera. Quello è l’atteggiamento di chi crede, quando si trova alla tua presenza

Signore, ti ringraziamo perché Tu brami nutrire anche il moribondo, che, in quel momento, ha bisogno solo di Te. Quando sarà il nostro momento, non ci mancare, Signore!.


*


30 - L’Eucaristia:

Il pane ed il vino diventano corpo,
sangue, anima e divinità di Cristo

CONCILIO DI COSTANZA (1414-18).

Nei secoli XII, XIII e XIV varie furono le tesi non ortodosse circa il mistero Eucaristico, e, puntualmente, ognuna ebbe, da parte dell’autorità della Chiesa, risposte adeguate in molti Concili.
Si deve dire, tuttavia, che ogni tesi non ortodossa metteva in discussione qualche cosa della verità eucaristica, frutto di speculazione teologica, ma la fede nell’Eucaristia restava, invece, acquisita per tutte.

Contrariamente a quanto avverrà con il Protestantesimo, con il quale si tenterà di distruggere il Sacramento. Nel 1381 Wyclif, professore ad Oxford, cominciò a far conoscere le sue idee, che poi chiarì con tre pubblicazioni. Il concilio di Costanza (1414-18) condannò i suoi errori con questa sentenza:
“Esaminati gli articoli, si costatò, come è in realtà, che la maggior parte di essi erano e sono notoriamente eretici e già da tempo riprovati dai santi Padri; altri non sono cattolici ma erronei; altri scandalosi e blasfemi; alcuni offensivi dell’orecchie dei fedeli; alcuni temerari e sediziosi”.

Gli errori più gravi sono:

1) Cristo nel sacramento è presente non ‘sostanzialmente’ e ‘corporalmente’, come è in cielo, ma solo ‘sacramentalmente’ e ‘virtualmente’ (dunque nega la presenza reale di
Cristo).

2) Il pane ed il vino, anche dopo la consacrazione, continuano ad esistere ‘localmente’ e ‘sostanzialmente’.

Nel CONCILIO DI FIRENZE (1438-45) Cattolici e Ortodossi così professarono: “Poiché da tutti i santi dottori della Chiesa, specialmente da quel beatissimo Giovanni Crisostomo, notissimo fra noi, sentiamo dire che sono le parole del Signore quelle che mutano e transustanziano il pane e il vino, nel vero corpo e sangue di Cristo, e che quelle divine parole hanno ogni efficacia di operare la transustanziazione, noi necessariamente seguiamo lo stesso santo Dottore e la sua sentenza”.

(da Antonio Zigrossi, “L’Eucaristia nel magistero della Chiesa”, in ‘Eucaristia’, di A. Piolanti, pag. 199 ss.).



Signore, noi crediamo


che quando Tu hai detto, nell’Ultima Cena, del pane che avevi preso: Questo è il mio Corpo, volevi dire che quel pane non era più pane, ma tuo Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

Signore, noi crediamo ciò che gli Apostoli hanno sempre creduto e ciò che la Santa Chiesa ha sempre insegnato: dopo le parole della consacrazione il pane non è più pane, il vino non è più vino, ma corpo, Sangue, Anima e Divinità di Te, Verbo incarnato.

Signore, l’Eucaristia che Tu ci hai regalato non può essere argomento di ‘speculazione’, ma verità da ‘credere’. Perciò noi crediamo nella tua presenza reale nel sacramento eucaristico, pure se con gli occhi vediamo, anche dopo la consacrazione, il pane e con il gusto assaporiamo il vino.

Signore, noi non rinunciamo a ‘speculare’ sul mistero eucaristico per pigrizia o per non impegno, ma perché sappiamo che esso è mistero per noi, cioè verità che sorpassa le nostre limitate capacità conoscitive.

Signore, noi crediamo che Tu ti identifichi con il pane consacrato, perché a Cafarnao hai ribadito con insistenza che il ‘pane disceso dal cielo’ è la tua Carne e il tuo Sangue. E quando vedevi che la numerosa folla si assottigliava fino a lasciare con te solo i Dodici, hai avuto ancora la lealtà di dire: Forse che volete andarvene anche voi?

Signore, noi con gli Apostoli crediamo, non perché non riusciamo a capire ‘come’ e ‘quando’, ma perché crediamo in Te che solo Hai parole di vita eterna.

Signore, noi crediamo a quanto Tu hai affermato circa la santissima Eucaristia, perché Tu, che ci dai con essa Te stesso, non potevi certo ingannarci.

Signore, noi crediamo che, dopo le parole della consacrazione, il pane e il vino non continuano ad essere ‘localmente’ e ‘sostanzialmente’ uguali, ma essi si sono trasformati in Te, Dio-Figlio, che ti sei ‘incarnato per noi e per la nostra salvezza’.

Signore, noi crediamo, con i nostri fratelli Ortodossi, quanto Tu, gli Apostoli e i Santi Padri hanno creduto e insegnato.

 

Signore, noi adoriamo,


nel pane e nel vino consacrati, non il pane e il vino, ma Te, che ti sei fatto ‘Carne e Sangue’ per nutrirci. Signore, quando noi adoriamo il Pane e il Vino consacrati, non facciamo come i primi uomini che adoravano, invece del Creatore, le opere della creazione. Noi crediamo che adoriamo la seconda Persona della Trinità santissima, che, dopo essersi incarnata, ha pensato e realizzato il modo di rimanere eternamente con noi.

Signore, l’Ostia consacrata che conserviamo nel santo tabernacolo, sei Tu, che ci hai creato e redento; Tu, che, rimanendo con noi, ci vuoi aiutare perché nel giorno del nostro incontro con Te, divino giudice, possiamo essere trovati idonei per il paradiso, che hai preparato per noi. Perciò, Signore, ti adoriamo.

Signore, la fede ci assicura che, dopo la consacrazione, le sacre specie conservano solo l’apparenza del pane e del vino, ma la sostanza nuova, che le anima, sei Tu. Te adoriamo.

Signore, adorando la santissima Eucaristia, noi sappiamo che adoriamo la tua persona divina, nata da Maria Vergine; morta e sepolta, risuscitata da morte e ascesa al cielo; che siede alla destra del Padre con i segni gloriosi della redenzione: trofeo di vittoria sulla morte, vinta dalla tua morte, perché tutti noi riavessimo la vita.

Signore, quando noi adoriamo la Santissima Eucaristia, adoriamo te, presente ‘sostanzialmente’ e ‘corporalmente’ come sei in cielo, e non solo presente ‘sacramentalmente’ e‘virtualmente’.

Signore, quando noi adoriamo la Santissima Eucaristia, non adoriamo il pane e il vino, perché essi, dopo la consacrazione, cessano di esistere ‘localmente’ e ‘sostanzialmente’.

Signore, quando apparisti a Mosè, gli ordinasti di coprirsi il volto, perché l’uomo non può vedere Dio. Nella santissima Eucaristia, perché noi possiamo contemplarti, Tu veli te stesso sotto le apparenze del pane e del vino. Adorandoti, sappiamo che adoriamo Te, Dio incarnato per noi.

Signore, accetta la nostra adorazione. E’ semplice, è scarsa, è povera, ma vuole essere sincera come la tua Parola, come il tuo Amore.


*


Signore, perdona


se, a volte, indugiamo nel cacciare via un dubbio sulla tua presenza reale. E’ la più grave offesa che possiamo farti. Signore, perdona tutti coloro che, pretendendo di comprendere il mistero eucaristico, non ti adorano presente sotto le specie del pane e del vino consacrati, come ti adorano gli angeli in cielo. Perdona la nostra ignoranza e la nostra presunzione. Veramente in quei momenti non sappiamo quello che facciamo.

Signore, perdonaci quando, nella celebrazione della santa Messa e/o nel ricevere la santa Comunione, non abbiamo la fede e il fervore di adorazione che deve avere chiunque sia cosciente di chiamarti dal cielo o di ricevere nella propria vita Te, Creatore del cielo e della terra.

Signore, perdonaci quando dubitiamo che le tue divine parole mutano e “transustanziano il pane e il vino nel vero corpo e sangue di Cristo, come se quelle divine parole non avessero l’efficacia di operare la transustanziazione”. Perdona e donaci fede e docilità per credere in Te, sempre.

Signore, perdona la nostra leggerezza, doppiezza o falsità quando affermiamo di credere alla tua parola e poi passiamo davanti al tabernacolo o ti riceviamo nell’Ostia santa, come se nel tabernacolo e nell’Ostia santa non ci fossi Tu, Dio vivo e vero, nostro Creatore e nostro Redentore.

Signore, perdona la nostra sciocca superficialità: crediamo ai fattucchieri, che, fingendo di illuminarci, fanno solo i propri interessi, e dubitiamo di Te, che, per aiutarci, hai deciso di rimanere, magari velato sotto le specie del Pane e del Vino, dove, magari, ci dimentichiamo anche di crederti presente e di adorarti.

Signore, perdona la nostra ignoranza che non sa distinguere chi si avvicina a noi disinteressatamente, da chi cerca la nostra rovina. In quei momenti non siamo neanche capaci di conoscere e perseguire i nostri stessi interessi. Veramente la nostra capacità di discernimento è limitata.

Signore, perdonaci quando pretendiamo dare ‘nostre’ interpretazioni alle tue parole, ai tuoi doni, al tuo amore. E’ la nostra superficialità facilona che ci induce a ciò.


*


Signore, Ti chiediamo


l’intelligente docilità di chi, conoscendo i limiti del proprio capire, si fida delle tue parole e dell’insegnamento della Santa Chiesa.

Signore, donaci l’umiltà di chi si lascia illuminare e condurre da chi sa che vuole solo e sempre il proprio interesse. Signore, il genere umano si trova nella condizione in cuiè, perché ha preteso di essere uguale a Dio. Aiutaci a capire che, quando pretendiamo mettere in discussione la parola di Dio o, addirittura, di suggerire a Dio qualche cosa, passiamo ogni limite di serietà.

Signore, il Vangelo è la prova indiscutibile che, quando Tu parli, usi il linguaggio che riesce a farsi capire, da tutti. Donaci il buon senso per renderci conto che non ha senso pensare che Tu usi un diverso criterio di comunicazione proprio quando ci annunci il dono di te stesso.

Signore, quando, avvertiti dell’errore, dalla Santa Chiesa, che è illuminata e guidata dallo Spirito di verità, non accettiamo, ringraziando, dell’avviso; o addirittura ci ribelliamo, come se fossimo noi, così limitati anche nel comprendere le cose della terra, capaci di comprendere e di insegnare le verità del cielo, compatiscici e donaci tanta saggezza, quanta serve per evitare simili enormità.

Signore, dinanzi alle parole misteriose, che Tu hai detto nella Sinagoga di Cafarnao, i tuoi apostoli, che pure non potevano aver capito, ebbero l’intelligenza di riconoscere che Tu solo hai parole di vita eterna. Dona anche a noi un po’ di quella saggezza. Da essa dipende la nostra salvezza eterna.

Signore, anche nelle situazioni della vita umana avere il‘senso del limite’ è una dote che evita di piangere tanti errori. Donaci di averne tanta quanta è sufficiente per non dover piangere anche noi la nostra disgrazia. Pretendendo, infatti, di capire al di là delle nostre possibilità, rischiamo proprio di perdere la vita eternamente felice con Te in paradiso.

Signore, perdonaci quando con le parole protestiamo che crediamo a Te, ma nell’intimo accarezziamo i nostri dubbi e, forse, le nostre convinzioni.



Signore, Ti ringraziamo


per la luce che ci hai donato in quest’adorazione. Seguendola eviteremo di farcire la nostra vita di errori “non cattolici, ma erronei”.

Signore, ti ringraziamo per gli avvisi che ci dai per aiutarci ad evitare, con i limiti del nostro capire, errori “scandalosi e blasfemi”.

Signore, ti ringraziamo per averci dato la Chiesa e per averla resa maestra di verità. Seguendo il suo magistero, riusciremo ad evitare errori “offensivi alle orecchie dei fedeli”.

Signore, ti ringraziamo per le continue ispirazioni con le quali parli a noi di docilità e di fede. Ascoltandole sicuramente riusciremo ad evitare errori “temerari e sediziosi”.

Signore, hai una pazienza infinita nell’aspettare i ritmi lentissimi del nostro capire e del nostro credere. Grazie, Signore! Non ti stancare di aver fiducia in noi. Con la tua grazia certo riusciremo a fidarci di Te e a credere in Te.

Signore, Tu lo sai che siamo figli e vittime della superbia. Per amore seguiti a pensare e a credere di riuscire a salvarci. Grazie per questa tua paterna comprensione e fiducia.

Signore, gli errori che possiamo commettere nella nostra esistenza possono essere lievi o gravi. Grazie perché ci aiuti ad evitare almeno quelli che possono compromettere la nostra salvezza eterna, per la quale ti sei incarnato.

Signore, Tu una volta hai parlato in molti modi, per condurre il tuo popolo sulla retta via. Grazie perché recentemente ci parli attraverso il Figlio. Lui per il quale sono stati creati i secoli.

Signore, nella parabola evangelica, che racconta la ostinazione e la malvagità dei servi che, dopo aver disatteso le aspettative del padrone malmenando gli inviati, che egli aveva mandato loro, non ebbero rispetto neanche per il Figlio, ci fai conoscere la sorte a cui sono andati incontro i ribelli.
Grazie dell’avviso che ci dai. Dacci anche la grazia di evitare di ripetere nella nostra vita quelle scelte insane.

Signore dacci una mano perché tutta la nostra esistenza sia una ininterrotta adorazione della santissima Eucaristia: il più incredibile e prezioso dono che ci potevi fare.


 

31 - L’Eucaristia


Sacrificio per i vivi e i defunti


Concilio di Trento (1545-43)


Fino a questo momento abbiamo avuto errori su qualche cosa dell’Eucaristia; col Protestantesimo si tenta di distruggerla. Le correnti dei Protestanti si moltiplicano, si oppongono, si combattono con una enorme quantità di visioni e di pubblicazioni, ma tutti (chi per un verso, chi per l’altro) concordano nel tentativo di togliere il soprannaturale all’Eucaristia e nell’odio verso la Chiesa Cattolica.

Solo a titolo esemplificativo ricorderemo una contestazione e qualche nome:

Gesù nell’ultima Cena ha preso il pane e ha detto: Questo è il mio Corpo.
Ci può essere affermazione più evidente di questa? Sinceramente no! Però

- Carlostadio ritiene: “Questo” non si riferisce al pane, ma al Corpo del Signore;

- Zuinglio prende di mira il verbo “è”: per lui equivale a“significa”;

- Ecolampadio: “Mio Corpo” non vuol dire il ‘corpo mio’, ma un ‘segno’ del mio corpo;

- Billicamo, Rhegius e Sam: contestano l’intera frase: “Questoè il mio Corpo”.

Ci sono poi i padri del Protestantesimo

- Lutero: nega la ‘transustanziazione’; e afferma che la Messa non è un ‘sacrificio’;

- Calvino: tenta una forma di compromesso, ma di fatto aggiunge una opinione in più.

Di fronte a un attacco così concentrico, la Chiesa Cattolica risponde alla grande con il Concilio di Trento che è un miracolo di chiarezza, di coerenza e di fermezza. Per questa convinzione nei cinque momenti lo abbiamo citato. Chi avrebbe potuto dire le stesse cose con meno parole e con più concretezza?
Poiché non è facile avere i testi conciliari, abbiamo pensato di offrire risposte un po’ articolate.

Ecco alcuni errori e le relative risposte.

1 - Dopo la consacrazione Gesù non è realmente presente nella Santissima Eucaristia.
“Il Santo Concilio insegna e professa apertamente e senza ritegno che nell’augusto sacramento dell’Eucaristia, dopo la consacrazione del pane e del vino, Nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, è contenuto sotto le specie veramente, realmente e sostanzialmente”.

E il ‘Canone IV’ anatematizza:

“Se qualcuno afferma che nell’ammirabile sacramento dell’Eucaristia non vi è il corpo e il sangue di nostro Signor Gesù Cristo appena fatta la consacrazione, ma soltanto nel momento dell’uso, mentre è ricevuto, e non già prima e dopo e che nell’ostie o particole consacrate che dopo la comunione vengono riservate e avanzano, non vi rimane il vero Corpo di Cristo, sia anatema”.

Il Concilio esorta:“Tutti i cristiani, con un segno particolare e straordinario manifestino la loro gratitudine ed il loro ricordo verso il comune Signore e Redentore, per un beneficio così ineffabile e addirittura divino, per mezzo del quale è rappresentata la vittoria ed il trionfo sulla morte.”

2 - Da tutto il Protestantesimo è negata la transustanziazione.“Poiché Cristo nostro Redentore affermò che era veramente il suo Corpo quello che donava sotto le specie del pane, la Chiesa di Dio fu sempre persuasa, e questo lo dichiara nuovamente il presente Concilio, che mediante la consacrazione del pane e del vino si compie la conversione di tutta la sostanza del pane nella sostanza del corpo di Cristo nostro Signore.

Questa conversione dalla santa Chiesa Cattolica è sempre chiamata con convenienza e proprietà transustanziazione”.

3 - La Messa non perpetua nel tempo il sacrificio della croce.“Poiché secondo la testimonianza di S. Paolo, nell’Antico Testamento, per impotenza del sacerdozio levitico, non si poteva raggiungere la perfezione, vi fu bisogno, per disposizione di Dio, Padre delle misericordie, che sorgesse un altro sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek, nostro Signore Gesù Cristo, che potesse perfezionare tutti quelli che dovevano santificarsi e condurli alla santità.
Questo nostro Signore e Dio si sarebbe offerto, è vero, sull’altare della Croce mediante la morte: ma poiché il suo sacerdozio non doveva cessare con la morte, nell’ultima Cena, nella notte del tradimento, dichiarandosi sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedek, offrì a Dio Padre il suo corpo e il suo sangue sotto le specie del pane e del vino, allo scopo di lasciare alla Chiesa, sua diletta sposa, un sacrificio visibile - come richiede la natura umana - col quale fosse reso presente il sacrificio cruento da compiersi sulla Croce, e la sua memoria durasse fino alla fine del mondo, e fosse applicata la sua efficacia salvifica in remissionedei peccati che quotidianamente commettiamo: e sotto gli stessi simboli diede (il suo Corpo e il suo Sangue) agli Apostoli che allora costituiva sacerdoti del Nuovo Testamento, perché ne prendessero; ed a loro e ai loro successori nel sacerdozio comandò che l’offrissero con le parole: fate questo in memoria di me, come la Chiesa Cattolica ha sempre inteso ed insegnato. Infatti dopo la celebrazione della Pasqua antica, che la moltitudine dei figli di Israele immolava in memoria dell’uscita dall’Egitto, istituì la Pasqua novella, Lui stesso, perché fosse immolato, sotto i segni visibili, dalla Chiesa, per mezzo dei sacerdoti, in memoria del suo passaggio da questo mondo al Padre, allorché ci redense con l’effusione del suo sangue, e ci strappò dal potere delle tenebre e ci collocò nel suo Regno.

Questo è il sacrificio mondo, che nessuna indegnità o malizia degli offerenti può macchiare, predetto dal Signore per mezzo di Malachia, da offrirsi in oblazione monda al suo nome, che sarebbe divenuto grande fra le genti; ed a cui non oscuramente allude Paolo nella lettera ai Corinti quando dice che chi si è macchiato con la partecipazione alla mensa dei demoni non può partecipare alla mensa del Signore, intendendo, in tutti e due i luoghi, per mensa l’altare.
E questo è infine il sacrificio simboleggiato dai sacrifici del tempo della (Legge) di natura e della legge (rivelata), perché esso, come loro complemento e perfezione, comprende tutti i beni che da quelli furono significati.
Poiché in questo divin sacrificio che si compie nella Messa, si contiene ed è incruentamente immolato lo stesso Cristo che sull’altare della Croce, s’offerì una sola volta in maniera cruenta: insegna il santo Concilio che questo sacrificioè veramente propiziatorio, e per mezzo suo otteniamo misericordia e troviamo grazia per opportuno soccorso, se ci accostiamo a Dio con cuore sincero e fede retta, con timore e riverenza, contriti e penitenti. Il Signore infatti, placato da questa offerta concede la grazia e il dono della penitenza, e rimette i delitti e i peccati, anche i più grandi.
Una infatti e identica la Vittima e Colui che ora offre per il ministero dei sacerdoti è lo stesso che si offerì sulla Croce, mentre soltanto il modo di offrire è diverso. Ed i frutti dell’oblazione (cruenta) vengono abbondantemente percepiti mediante quest’oblazione incruenta; e questa è lungi dal derogare il valore di quella.
Perciò, secondo la tradizione apostolica, viene giustamente offerto non solo per i peccati, le pene, le soddisfazioni ed altre necessità dei fedeli viventi, ma anche per i morti nel Cristo, non ancora perfettamente purificati”.

Ecco l’anàtema:
“Se qualcuno afferma che nella santa Messa non viene offerto a Dio un vero e proprio sacrificio, o che l’offrire non sia altro che il darci Cristo da mangiare: sia anatema”.
Questi medesimi concetti si trovano anche nella ‘Professione di fede’ prescritta dal papa Benedetto XIV ai Maroniti:“Egualmente venero e accetto il Concilio Tridentino, e professo ciò che in quello è stato definito e dichiarato, e specialmente che nella Messa si offre a Dio un sacrificio vero e proprio, propiziatorio per i vivi e i defunti: che nel Ss.mo Sacramento dell’Eucaristia, secondo la fede che fu sempre della Chiesa di Dio, si contiene veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo ed il Sangue con l’anima e la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo, e quindi il Cristo tutto intero e che si compie la conversione di tutta la sostanza del pane nel Corpo, e di tutta la sostanza del vino nel Sangue; la quale conversione la Chiesa chiama con somma convenienza transustanziazione; e che sotto ogni specie, e sotto le singole parti di essa dopo avvenuta la separazione, si contiene tutto il Cristo”.

M. Schmaus afferma: “Il Concilio con la sua esposizione ha concluso, in un certo senso, l’evoluzione del dogma eucaristico, che si è protratta per secoli. Così la fede nell’Eucaristia ha manifestato nella confessione del Concilio la sua pienezza, e nello stesso tempo vi ha trovato la sua chiara formulazione” (Antonio Zigrossi, “L’Eucaristia nel magistero della Chiesa”, in A. Piolanti, ‘Eucaristia’, pagg.200 ss.).

La ricchezza di questi testi è tale che, volendone prendere uno per l’ora di adorazione, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ecco i principali:

- Presenza reale,
- Transustanziazione,
- Sacrificio ‘visibile’ lasciato alla Chiesa.

Noi abbiamo scelto, senza trascurare gli altri insegnamenti, (L’Eucaristia è) "sacrificio propiziatorio offerto non solo per i peccati, le pene, le soddisfazioni ed altre necessità dei fedeli, ma anche per i morti nel Cristo, non ancora perfettamente purificati".

*


Signore, noi crediamo


quanto la santa Chiesa, illuminata dallo Spirito Santo, insegna e propone alla fede dei credenti circa il mistero eucaristico.

Signore, noi crediamo “Che nell’augusto sacramento dell’Eucaristia, dopo la consacrazione del pane e del vino, nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, è contenuto sotto le specie veramente, realmente e sostanzialmente”. Signore, “Poiché Cristo nostro Redentore affermò che era veramente il suo Corpo quello che donava sotto le specie del pane” noi crediamo che “Mediante la consacrazione del pane e del vino si compie la conversione di tutta la sostanza del pane nel corpo di Cristo nostro Signore”.

Signore, noi crediamo che “Poiché - secondo la testimonianza di S. Paolo - nell’Antico Testamento, per impotenza del sacerdozio levitico, non si poteva raggiungere la perfezione, vi fu bisogno, per disposizione di Dio, Padre delle misericordie, che sorgesse un altro sacerdote secondo l’Ordine di Melchisedek”.

Signore noi crediamo che Cristo “Si è offerto () sull’altare della croce mediante la morte, ma poiché il suo sacerdozio non poteva cessare con la morte, nell’ultima Cena, nella notte del tradimento, dichiarandosi sacerdote eterno secondo l’ordine di Melchisedek, offrì a Dio Padre il suo Corpo e il suo Sangue sotto le specie del pane e del vino”.

Signore, noi crediamo che Cristo, Sacerdote sommo ed eterno, offrendosi al Padre sotto le specie del pane e del vino“Volle lasciare alla Chiesa, sua diletta sposa, un sacrificio visibile - come richiede la natura umana - col quale fosse reso presente il sacrificio cruento da compiersi sulla Croce”.

Signore, noi crediamo che Cristo ha lasciato a noi se stesso sotto le specie del pane e del vino perché la memoria del sacrificio cruento durasse fino alla fine del mondo. Signore, noi crediamo che hai perpetuato il sacrificio cruento della croce nella santissima Eucaristia, perché “La sua memoria durasse fino alla fine del mondo e fosse applicata la sua efficacia salvifica in remissione dei peccati”.

Signore, noi crediamo che l’Eucaristia è “Sacrificio propiziatorio offerto non solo per i peccati, le pene, le soddisfazioni ed altre necessità dei fedeli, ma anche per i morti nel Cristo, non ancora perfettamente purificati”.

*

Signore, noi adoriamo


la tua benignità perché hai voluto perpetuare, sotto gli stessi simboli (del pane e del vino), gli effetti del sacrificio della Croce. Signore, ti ringraziamo perché, con le parole Fate questo in memoria di me, hai costituito gli Apostoli tuoi sacerdoti e, poiché il tuo sacrificio doveva essere offerto sempre In attesa della tua venuta, con gli Apostoli costituisci tuoi sacerdoti quelli che Tu scegli.

Signore Gesù, gli Ebrei immolavano l’agnello Pasquale in memoria dell’uscita dall’Egitto. Ti adoriamo perché hai immolato Te stesso sulla croce.

Signore, ti adoriamo perché, sotto i segni visibili del pane e del vino, ci dai la possibilità di rinnovare il sacrificio della croce, in memoria del tuo passaggio da questo mondo al Padre.

Signore, ti adoriamo perché Tu, che sei tre volte santo, hai accettato che “Nessuna indegnità o malizia degli offerenti può macchiare” il sacrificio che ci hai lasciato perché possiamo offrire al Padre Te, Vittima pura e immacolata.

Signore, ti adoriamo perché nella santissima Eucaristia hai adempiuto la profezia di Malachia: Da occidente a oriente, verrà offerta un’oblazione monda al mio nome.

Signore, ti adoriamo perché il sacrificio che ci hai dato la possibilità di offrire al Padre in tuo nome è il “completamento” dei sacrifici del tempo della Legge. Esso “compendia tutti i beni che da quelli furono significati”.

Signore, ti adoriamo perché nella santissima Eucaristia, che perpetua in maniera incruenta il sacrificio cruento della croce, ci dai la possibilità di offrire un “sacrificio veramente propiziatorio” per ottenere dal Signore “misericordia”. Il Signore infatti, placato da quest’offerta, concede la grazia e il dono della penitenza, e rimette i delitti e i peccati, anche i più grandi”.

Signore, ti adoriamo perché, offrendo la Santissima Eucaristia, troviamo presso Dio “Grazia per opportuno soccorso”.


*


Signore, perdonaci


quando dimentichiamo che nella santissima Eucaristia “una e identica è la vittima”: Cristo.

Signore, perdonaci quando giudichiamo i nostri sacerdoti dimenticando che “Colui che offre () per il ministero dei sacerdoti è lo stesso che si offrì sulla croce, mentre soltanto il modo di offrire è diverso”.

Signore, perdonaci quando dubitiamo che “I frutti dell’oblazione (cruenta) vengono abbondantemente percepiti mediante quest’oblazione incruenta!; e questa è lungi dal derogare il valore di quella”.

Signore, perdonaci quando dubitiamo che la Santissima Eucaristia è vantaggioso offrirla “Non solo per i peccati”, ma anche “Per le pene, le soddisfazioni ed altre necessità dei fedeli viventi”

Signore, perdonaci quando siamo pigri nell’offrire al Padre la Santissima Eucaristia “Anche per i morti nel Cristo, non ancora perfettamente purificati”

Signore, perdonaci quando dubitiamo che nella Santissima Eucaristia “Si contiene veramente, realmente e sostanzialmente il Corpo ed il Sangue con l’anima e la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo, e quindi il Cristo tutto intero”.

Signore, perdonaci quando dubitiamo che nella Santissima Eucaristia “Si compie la conversione di tutta la sostanza del pane nel Corpo (di Cristo), e di tutta la sostanza del vino nel (suo) Sangue”.

Signore, perdonaci quando, bisognosi di aiuto, importuniamo tutti i santi del Paradiso e dimentichiamo di venire da Te, che sei Dio nostro e nostro Padre; che tutto puoi e che vuoi sempre aiutarci.

Signore, per venire da te con fede viva non ci vuole un gran coraggio, perché Tu stesso ce lo hai suggerito quando hai detto: Venite a me, voi tutti che siete stanchi e affamati, e io vi ristorerò. Io, che sono il Pane vero disceso dal cielo.

*

Signore, Ti chiediamo


intelligenza per capire che, come chi è assetato va a rinfrescarsi alla sorgente, così noi, che siamo sempre bisognosi, dobbiamo venire da Te, sorgente e donatore di ogni grazia.

Signore, sappiamo che la Santissima Eucaristia è un mistero; perciò non ti chiediamo di aiutarci a capirlo. Ti chiediamo di aiutarci a capire che Tu l’hai voluta perché ci ami infinitamente e vuoi che ognuno di noi consegua il fine per il quale ci hai creato: vivere eternamente con Te in paradiso.

Signore, il sacro concilio di Trento esorta “Tutti i cristiani, con un segno particolare e straordinario”, a manifestare“La loro gratitudine, ed il loro ricordo, verso il comune Signore e Redentore, per un beneficio così ineffabile e addirittura divino, per mezzo del quale è rappresentata la vittoria ed il trionfo sulla morte”. Aiutaci, Signore, ad essere tra coloro che seguono questo suggerimento.

Signore, coloro che hanno preteso di negare la Santissima Eucaristia, facendo dire alle le tue parole ciò che Tu non intendevi dire, hanno naufragato dalla fede e hanno perduto, forse, un’opportunità unica per giovarsi dell’unico aiuto efficace che abbiamo, per la vita spirituale. Aiutaci a rimanere docili alle parole della santa Chiesa.

Signore, coloro che hanno negato la Santissima Eucaristia, hanno fatto un gran torto a se stessi perché hanno negato che esiste il rimedio per ottenere pieno perdono dei peccati, proprio là dove esso esiste. Aiutaci ed evitare l’errore e a giovarci del tuo aiuto.

Signore, coloro che hanno tentato di negare la santissima Eucaristia, hanno fatto un gran torto anche ai loro defunti. Sia, infatti, nell’Antico che nel Nuovo Testamento come nella fede della Chiesa, è affermato il valore espiatorio necessario per raggiungere adeguatamente la tua luce. Aiutaci ad aiutare quelli che ormai non possono più meritare per sé con questo sacramento del tuo amore.

Signore, Tu hai detto Con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio. Aiutaci ad essere generosi con le anime del Purgatorio, perché, quando sarà la nostra ora, qualcuno si ricordi di esserlo con noi.

Signore, ti sei donato a noi per noi. Donaci di meditare che questo dono è efficace anche in suffragio dei defunti. Così ci dai la possibilità di aiutarti a portare in cielo tutti i tuoi figli.



Signore, Ti ringraziamo


per tutta la luce che ci dai con il magistero del Concilio di Trento. Ci serva, quella luce, per non sbagliare la direzione delle nostre scelte.

Signore, ti ringraziamo per averci dato, nella Santissima Eucaristia, un cibo che sazia ogni fame e soddisfa ogni necessità. Aiutaci ad essere sempre affamati di Te e nutrirci quanto più spesso possiamo di Te.

Signore, Tu sai che siamo tutti deboli e peccatori, perciò ci hai offerto il ‘Pane dei forti’, che purifica dai peccati e restituisce la gioia di recuperare la tua amicizia. Grazie di questo impensabile dono. Facci capire che accettare la tua offerta è, quanto meno, da persone intelligenti.

Signore, il momento nel quale perdiamo delle persone care, piangiamo. Ma tu ripeti anche a noi quello che dicesti alla vedova di Naim: Non piangere. Certo!, perché, attraverso la santissima Eucaristia, possiamo giovare a loro molto più di quanto non avremmo potuto giovare, rendendo loro qualche servizio.

Signore, grazie per questo amore inimmaginabile col quale, attraverso la santissima Eucaristia, ci compatisci, ci risani, ci ridai vigore per raggiungere il cielo.

Signore, grazie per averci dato, nella santa Chiesa, la Madre che ci ama e ci da le sicurezze necessarie per ben orientare la nostra vita. Invano potremmo cercarle altrove.

Signore, grazie perché hai fatto della santissima Eucaristia il sole di cui “tutti i sacramenti sono in funzione” e da cui tutti ricevono forza determinante, Signore, grazie per il dono divino che ci hai fatto con la santissima Eucaristia. Essa è “tutto ciò che la Chiesa ha, tutto ciò che la Chiesa possiede”. Nell’Eucaristia la Santa Chiesa possiede Te, Dio, Creatore del cielo e della terra, nostro Salvatore e nostro Redentore.

Signore, grazie! Nell’incarnazione Tu ti sei fatto una cosa con l’uomo. Grazie all’Eucaristia l’uomo diventa una cosa con Te, Dio! Grazie!

*

32 - L’Eucaristia:


Sacrificio sempre valido
(Indipendentemente dalla presenza di fedeli)


BOLLA “AUCTOREM FIDEI” (28 maggio 1794).


Emanata per riprovare numerosi errori del Sinodo di Pistoia che manifestava una spiccata avversione per le Messe private e per il dogma della transustanziazione.

La Bolla precisa:

1) “E’ da respingere come falsa, erronea, sospetta di eresia, la dottrina del Sinodo, là dove insinua che manchi qualcosa all’essenza di quel sacrificio che si celebra senza che nessuno vi assista o in cui gli astanti non partecipano né sacramentalmente né spiritualmente della Vittima, e che siano da condannarsi come illecite quelle Messe, nelle quali, all’infuori del sacerdote, nessuno si comunica né sacramentalmente né spiritualmente”.

2) “E’ da ritenersi ‘dannosa, pregiudizievole all’esposizione della verità cattolica sul dogma della transustanziazione,‘favorevole agli eretici’ la dottrina del Sinodo che fissa come materia da predicarsi al popolo soltanto i due punti seguenti:
a) che Cristo è realmente presente nell’Eucaristia;
b) che la sostanza del pane e del vino cessa di esistere, rimanendo solo le specie; ed omette ogni accenno alla dottrina della transustanziazione, che il Tridentino definì come articolo di fede”.

3) La Bolla rivendica infine il valore reale dell’intenzione del sacerdote celebrante, che applichi il Sacrificio in favore di persone determinate. Ad esse è legato un frutto speciale, soprattutto quando un pastore celebra per la anime a lui affidate.
Anche questa è dottrina insegnata dal Tridentino, come derivante da un precetto divino, e l’affermazione contraria “E’ falsa, temeraria, dannosa, ingiuriosa per la Chiesa”.

A poco più di un secolo di distanza, i Modernisti affermano due errori:

1 - Non tutto quello che narra S. Paolo su la istituzione della SS.ma Eucaristia nella sua prima epistola ai Corinti (XI, 23-34), è da considerarsi come storicamente detto. (prop. N. 53);

2 - dal fatto che la Cena cristiana andò gradatamente assumendo l’indole di un’azione liturgica, coloro che presiedevano alla Cena acquistarono il carattere sacerdotale (prop. 49).
Il Decreto, che condannò questi errori, ebbe una conferma colla pubblicazione della Enciclica ‘Pascendi’ (7-IX- 1907), e dal ‘Motu proprio ‘Praestantia’ (18-XI-1907) di S. PIO X
L’Esegesi e gli studi storico-critici della prima metà del secolo scorso dimostrano il valore della tradizionale posizione cattolica. ()
La Chiesa infatti ha sempre rivendicato la dimostrabilità storica delle sue origini e delle sue istituzioni.
Anche l’economia del mistero eucaristico ha il suo valore solo ed in quanto è emanata da un atto positivo del Signore (Antonio Zigrossi, ‘l’Eucaristia nel Magistero della Chiesa’, in l’Eucaristia di A. Piolanti, p. 210-212).

*

Signore, noi crediamo


che andare a Messa senza comunicarsi è una scelta non saggia; come non è saggia la scelta di chi, invitato a colazione, ci va, ma poi non assaggia nulla di quanto l’invitante gli offre.

Signore, noi crediamo fermamente che non sono illecite quelle sante Messe nelle quali, “all’infuori del sacerdote, nessuno si comunica né sacramentalmente, né spiritualmente”.

Signore, noi crediamo fermamente che il fatto che si celebri senza la presenza di fedeli non toglie nulla all’essenza del sacrificio eucaristico.

Signore, noi crediamo fermamente che nell’Eucaristia, dopo la consacrazione, non solo Cristo è realmente presente o che la sostanza del pane e del vino “cessa di esistere”, ma anche che la sostanza del pane e del vino si transustanziano nel Corpo, Sangue, Anima e Divinità di nostro Signore Gesù Cristo.

Signore, noi crediamo che, quando una persona chiede a un sacerdote di applicare una santa Messa per qualche scopo specifico, l’intenzione del sacerdote celebrante è un valore reale. “Ad esse infatti è legato un frutto speciale”.

Signore, noi crediamo che soprattutto un frutto speciale è legato a quelle S. Messe che il Pastore di anime celebra per le anime affidate alle sue cure pastorali.

Signore, poiché la santa Chiesa lo afferma e gli studi storico-critici lo confermano, noi crediamo che “tutto quello che narra S. Paolo su la istituzione della Santissima Eucaristia nella sua prima lettera ai Corinti è da considerarsi storicamente vero”

Signore, noi crediamo che il carattere sacerdotale, coloro che presiedevano alla Cena, non l’hanno acquistato per il fatto che ‘presiedevano’, ma perché Tu hai istituito il tuo sacerdozio:
- nell’ultima Cena, ordinando gli Apostoli;
- nel tempo, scegliendo e ordinando i sacerdoti.

Signore, noi crediamo quanto la Chiesa insegna. Anche perché lei “Ha sempre rivendicato la dimostrabilità storica delle sue origini e delle sue istituzioni”.



Signore, noi adoriamo



la tua bontà, che ci ha dato, nel magistero della Chiesa assistita dallo Spirito Santo, un criterio sicuro per scegliere ciò che dobbiamo credere e ciò che dobbiamo fare.

Signore, noi adoriamo la tua preveggenza che, conoscendo la nostra pigrizia, ha previsto e comandato di rinnovare, con la celebrazione della santa Messa, la tua ultima Cena e l’ha arricchita di un valore non dipendente dal fatto che noi assistiamo ad essa o siamo assenti.

Signore, noi adoriamo la tua carità verso di noi. Nonostante i tuoi ripetuti e appassionati inviti, rinunciamo spesso a nutrici di Te sacramentalmente o almeno spiritualmente e Tu non solo non ci castighi, ma accetti quei sacrifici e ci dai la possibilità di giovarci dei loro frutti.

Signore, noi adoriamo Te, che per non farci mancare il‘Pane dei forti’ Ti ‘transustanzi’, con la consacrazione, nelle specie del pane e del vino, realtà che ben possiamo comprendere perché di esse è nutrita anche la nostra vita corporale.

Signore, noi adoriamo l’immensa carità che hai per noi. Dai, al sacerdote celebrante, la facoltà di offrirti l’Eucaristia per nostre particolari intenzioni. E Tu le accetti come se le offrissimo noi stessi.

Signore, ti adoriamo per l’amore particolare col quale segui le tue pecorelle. Nella celebrazione della santa Messa aggiungi un “frutto speciale” per quei sacrifici che il sacerdote celebrante offre a Te per i propri fedeli.

Signore, noi ti adoriamo perché hai voluto che gli agiografi sacri, che hanno il compito di trasmetterci la tua parola, quando scrivono lo fanno, dice S. Pietro, ‘come sotto dettatura dello Spirito Santo’, e dunque con l’assenza di errori e notizie inventate.

Signore, ti adoriamo perché nell’ultima Cena hai voluto donarci l’Eucaristia e il Sacerdozio, il comando di immolare la vittima e la vittima da immolare, il comando di rimettere i peccati e la potestà di farlo.

Signore, noi ti adoriamo perché anche se, quando ti offriamo, nessuno di noi si nutre di te sacramentalmente o spiritualmente, pure hai voluto che il sacrificio tuo avesse tutto il suo valore come atto di culto, e tutta la sua efficacia a nostro vantaggio.


*


Signore, perdona


la nostra superbia: essa pretende sempre di spiegare anche i misteri che non capisce.

Signore, ci bruciano ancora le conseguenze dell’aver ascoltato il tentatore, che ci faceva balenare davanti allo sguardo la chimera di diventare Simili a Dio. Quando vogliamo avventurarci in un mondo che non è il nostro, diamo l’impressione che quella lezione non sia stata sufficiente. Perdonaci

Signore, perdonaci quando, invece che lasciarci guidare dalla Chiesa, che Tu assisterai fino alla fine del mondo, ci lasciamo incantare e sedurre da voci che non hanno interesse per i nostri interessi, ma per le nostre disgrazie.

Signore, perdonaci quando giudichiamo in maniera indegna l’operato dei nostri sacerdoti, dimenticando che Tu li hai scelti, Tu li hai autorizzati ad esercitare il ministero sacro, Tu hai partecipato loro la tua stessa onnipotenza nel consacrare l’Eucaristia e nel rimettere i peccati.

Signore, perdonaci quando pensiamo che il sacerdozio si sia formato senza tuo intervento, in coloro che presiedevano la ‘Cena cristiana’ e non istituito da Te, nell’ultima Cena, con le parole Fate questo in memoria di me

Signore, perdonaci quando ti veniamo a ricevere o ad adorare nella santissima Eucaristia, senza riflettere che nell’Ostia e nel Vino consacrati, ci sei Tu, Signore, Creatore di tutto e Redentore nostro.

Signore, perdonaci quando, entrando in una chiesa, nella quale si conserva la santissima Eucaristia, pensiamo all’arte che in essa è conservata, ammiriamo l’architettura, ma dimentichiamo di dare un saluto a Te.

Signore, perdonaci quando, in una chiesa in cui si conservano le sacre specie, diciamo, magari, sciocchezze, mancando di rispetto a Te, che lì sei e lì rimani per noi.

Signore, perdonaci quando dimentichiamo di offrire sante Messe per qualche intenzione particolare, pur sapendo che con esse si consegue anche un “frutto speciale”.

*

Signore, Ti chiediamo

Fede nelle tue parole che hanno assicurato la tua presenza con noi e, particolarmente con la tua Chiesa, come sostegno e guida, fino alla fine dei tempi.

Signore, ti chiediamo di donarci, nei confronti di quanto la madre Chiesa ci insegna, la stessa docilità che hanno i bambini nei confronti di quanto dicono loro i genitori.

Signore, noi, il più delle volte, accettiamo senza verifica le cose che ci vengono dette da nostri simili. Donaci intelligenza per capire che, nei confronti di quanto Tu ci dici, dovremmo avere almeno lo stesso criterio di accettazione.

Signore, donaci tanta intelligenza per saper conoscere e distinguere, almeno, chi, parlando, ha a cuore i nostri veri interessi e chi parla per spingerci verso vie che ci portano verso il nostro male.

Signore, quando la santa Chiesa insegna, propone tutta intera la verità. Donaci l’umiltà che ci aiuti ad accettare, non solo parte, ma tutto ciò che questa grande Maestra suggerisce.

Signore, la situazione di chi ha naufragato dall’ortodossia della fede è sotto i nostri occhi. Donaci la saggezza che serve per evitare, per noi, lo stesso naufragio.

Signore, noi dobbiamo fare delle scelte, ma i nostri occhi tante volte non riescono a vedere giusto. Donaci la luce che ci serve per non mancare, sbagliando, il fine per il quale ci hai creati.

Signore, Gesù ha affermato di essere Luce del mondo e Chi cammina dietro Lui non cammina nelle tenebre. Prima di ascendere al cielo ha trasmesso alla sua Chiesa questo compito di illuminare, garantendo che lo Spirito Santo suggerirà tutto ciò che Lui ci ha detto. Dacci fede e docilità verso la sua parola. Da essa dipende la nostra salvezza eterna.

Signore, Tu sei la stessa Verità; Tu sei il nostro Salvatore. Aiutaci a convincerci che come ‘verità’ non puoi sbagliare e come ‘Salvatore’ non puoi ingannarci.

*

Signore, Ti ringraziamo


per la santa Chiesa. Essa continua, nel mondo, la tua stessa missione: quella di suggerirci ciò che ‘giova al nostro vero bene’. Signore, ti ringraziamo perché, donandoci la tua Chiesa, arricchita dell’assistenza dello Spirito Santo, Tu ci hai dato le sicurezze che servono per non sbagliare nelle nostre scelte.

Signore, donandoci la santissima Eucaristia, Tu ci hai donato quanto hai e quanto sei. E’ un dono da favola. Ti ringraziamo dal profondo del cuore e ti chiediamo di aiutarci a conservare sempre integra e trasparente questa fede.

Signore, istituendo e donandoci il sacerdozio, Tu hai perpetuato la tua missione redentrice nel mondo. Ti ringraziamo dal profondo del cuore e ti diciamo: Aiutaci a sapercene giovare e fare della nostra vita un perenne ringraziamento a Te.

Signore, ti ringraziamo perché, trasmettendo agli Apostoli la potestà di rinnovare il sacrificio della Croce, hai voluto che i meriti di quell’offerta al Padre, non fossero condizionati dalla eventuale presenza di fedeli, né dall’accostarsi dei medesimi alla santa Comunione.

Signore, ti ringraziamo perché la sovrapponibilità dei Sinottici, quella di S. Paolo nella lettera ai Corinti e il capitolo sesto di S. Giovanni sul discorso del Pane della vita, testimoniano, senza possibilità di dubbio, che quanto la Chiesa crede ed insegna è certo anche storicamente.

Signore, le persone che si amano desiderano di stare, ogni tanto, vicine. L’amore tuo per noi è fuori di ogni misura perché Tu non per qualche momento desideri stare con noi, ma sempre e dovunque.

Signore, ti ringraziamo perché solo un amore esagerato come il tuo poteva inventare tutti i modi per essere tra noi, con noi, per noi.

Signore, ti ringraziamo perché. nel tuo amore unico, Tu non ti accontenti di stare sempre e dovunque insieme a noi, ma vuoi addirittura che noi ci immedesimiamo con Te, come Tu ti sei immedesimato con noi. Per questo, dopo averci assicurato la tua presenza, ci hai dato la possibilità di nutrirci di Te. Grazie, Signore, eternamente Grazie!



 

continua con Parte Quarta

 

* LE IMMAGINI CON L'ASTERISCO SONO STATE MESSE A DISPOSIZIONE DA CARTANTICA

 

 

DELLO STESSO AUTORE:

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Prima - L'Eucaristia è predetta

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Seconda - L'Eucaristia, l'Istituzione

- Adorazioni Eucaristiche - Parte Quarta - L'Eucaristia nel XIX e XX Secolo


- Adorazioni Eucaristiche - Parte Quinta - Appendici - Preghiere e Canti

 

 

Via Crucis Bibliche- Parte prima: La redenzione prevista nell'Antico Testamento:


- La Redenzione prevista nei Salmi


- La Redenzione prevista da Isaia

- La Redenzione prevista dai Profeti (I)

- La Redenzione prevista nei Profeti (II)

- La Redenzione prevista dai Profeti (III)


Parte seconda - La Redenzione raccontata - Via Crucis Storiche -
Nel gruppo delle Via Crucis che abbiamo indicato come ‘Storiche’ sono riportate tutte le notizie delle quali gli Evangelisti sono stati spettatori (Giovanni e, almeno in parte, Marco per quanto gli poteva provenire da S. Pietro), o che hanno potuto raccogliere da fonti sicure (Matteo e Luca, sia – quest’ultimo – direttamente dalla Madonna, sia da “ricerche accurate”).
La ‘storicità’ della persona, dell’insegnamento, della Passione-Morte-Risurrezione di Gesù del resto è confermata dalla trasparenza dei racconti, condotti senza alcun ornamento o artificio letterario, oltrechè da fonti non cristiane:

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di S. Matteo

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di S. Marco

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di S. Luca

- Via Crucis costruita sugli insegnamenti, Riflessioni, Predizioni, Accadimenti storici contenuti nel Vangelo di Giovanni

Parte Terza - La Redenzione contemplata - Nel gruppo delle Via Crucis che contemplano la Redenzione alla luce della Risurrezione si essenzializza il binomio: Morte-Vita.
Dunque la scansione delle ’Stazioni’ perde i suoi contorni. In sintonia con la Liturgia Cattolica, viene messo a fuoco lo scontro tra la Morte (Satana) e la Vita (Cristo), che ci ha meritato la redenzione.
In particolare: In MORTE–VITA (I, II, III) si è insistito sul fatto che dalla morte viene la vita.
Perciò in ogni citazione sono messi in vista, anche graficamente, i due termini e fatti correlativi.
I testi sono tratti dagli ‘Atti degli Apostoli’ e dalle ‘Lettere’ del Nuovo Testamento.
In IL GRANDE DRAMMA (I) campeggia lo SCONTRO tra Cristo e la Morte.
In IL GRANDE DRAMMA (II) quello tra i Cristiani uniti a Cristo e la Morte.
I testi di queste ultime due Via Crucis sono tratti dall’Apocalisse di S. Giovanni.
Chiude la raccolta una ‘Via Crucis’ di intonazione ‘tradizionale’.

- Via Crucis MORTE E VITA I - Costruita nella luce della risurrezione con insegnamenti, riflessioni e accadimenti storici contenuti in Atti degli Apostoli e in altri scritti del Nuovo Testamento
          

- Via Crucis MORTE E VITA II - Costruita nella luce della risurrezione con insegnamenti, riflessioni e accadimenti storici contenuti in Atti degli Apostoli e in altri scritti del Nuovo Testamento

- Via Crucis MORTE E VITA III - Costruita nella luce della risurrezione con insegnamenti, riflessioni e accadimenti storici contenuti in Atti degli Apostoli e in altri scritti del Nuovo Testamento
               
- Via Crucis IL GRANDE DRAMMA II - Riflessioni, predizioni e letture profetiche di accadimenti storici contenuti nel libro dell’Apocalisse - Seconda parte

 

- Appendici - Via Crucis Tradizionale

 

e

- Pietà popolare - Prima parte

 

- Pietà popolare - Seconda Parte (Prima Sezione)

- Pietà popolare - Seconda parte (Seconda Sezione)

- Pietà popolare - Terza parte (Sezione I)

- Pietà popolare - Terza Parte (Sezione II)

- Pietà Popolare - Terza Parte (Sezione III)

- Pietà Popolare - Quarta Parte (Sezione I)


- Pietà Popolare - Quarta Parte (Sezione II)

- Pietà Popolare - Quarta Parte (Sezione III)

 

- Pietà Popolare - Quinta Parte (Sezione I)

- Pietà Popolare - Quinta Parte (Sezione II)

 

Per altre Via Crucis, vedere in Religiosità:

- Il cammino della croce - Fioretti quaresimali

- Via Crucis figurata

 

- Via Crucis con Gesù

- Via Crucis con Maria


- Via Crucis accompagnati da San Josè Maria Escrivà de Balaguer

 

- Via Crucis accompagnati da don Tonino Bello

 

- Via Crucis accompagnati da David M. Turoldo

- Via Crucis con amore

 

- Via Crucis a più voci

- Via Crucis fotografica

 

- Via Crucis Spagnola

 

- Via Dolorosa

- Via Crucis al Colosseo del Venerdì Santo del Venerdì Santo 2005 - Meditazioni e Preghiere del Venerdì Santo 2005 dell'allora Card. Ratzinger, poi Papa Benedetto XVI

 

- Da Gerusalemme al Golgota - Personaggi

 

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