HANS CHRISTIAN ANDERSEN E LE SUE FIABE
Hans Christian Andersen, figlio di un calzolaio
e di una lavandaia, orfano di padre ad undici anni, era
vissuto ancora un poco nella natia Odense, per trasferirsi,
appena quattordicenne, a Copenhagen. Era un ragazzo un pò
goffo come il suo anatroccolo che aveva però tutto
un mondo di sogni racchiuso in sè e tante aspirazioni:
cantante, ballerino, attore? Cominciò a scrivere
ma il suo componimento pur mancando di chiarezza e di grammatica,
destò però un certo interesse, tanto che gli
venne offerto di studiare in collegio (1825-27). Ottenuto
il diploma comincerà la sua avventura letteraria,
dapprima senza troppo successo ma via via affermandosi soprattutto
per l'originalità della sua produzione. Nel 1833,
con una sovvenzione reale comincerà a viaggiare,
raggiungendo la Francia e l'Italia. Il vice ministro delle
finanze di Re Federico VI, Jonas Collins, bisnonno di Christine
- a cui successivamente sarà dedicato un fantastico
libro - gli aveva fatto avere una borsa di studio, accogliendolo
nella propria casa come un figlio e introducendolo nel mondo
dell'alta borghesia danese.
La sua escalation agli apici dell'aristocrazia
fu abbastanza facile, proprio grazie alla sua ricca e fantasiosa
produzione letteraria, inizialmente ispirata ad Heine ed
Hoffenbach, ma che poi aveva avuto una evoluzione personale
tutta sua, maturata anche attraverso numerosi viaggi all'estero
che gli fecero intravvedere orizzonti più vasti,
fino a raggiungere la convinzione che per essere unici davvero,
bisognava far emergere quello che si aveva dentro, insomma
bisognava avere il coraggio di essere se stessi a tutti
i costi. |
Dopo vari, incerti tentativi, nel 1830 scriverà una prima fiaba dal
titolo "Il Fantasma" e poi via via sempre
più sicuro, darà alle stampe il suo
primo "Quaderno" con 4 fiabe. Intanto, tra
il 1833 e il 34, si era concretizzato il viaggio che
l'avrebbe portato in Italia, dapprima a Milano che
però non l'entusiasmò molto, poi a Genova,
a Livorno, a Firenze, arrivando finalmente a Roma,
città congeniale al suo carattere ma dove gli
giungerà anche la notizia della morte di sua
madre. Questo dolore verrà comunque sublimato
nel suo primo libro, l' Improvvisatore,
pubblicato nel 1935, che ebbe notevole successo di
pubblico e che gli diede la certezza di riuscire a
fare di più, dedicandosi a ciò che gli
era più congeniale, cioè la fiaba. Successivamente
si trasferirà a Napoli dove tutto, il clima,
il paesaggio e soprattutto la gente gli sembrerà
piacevole e allegro, anche il Vesuvio che in quel
momento era in fase eruttiva.
Andersen è un poeta, uno scrittore ma si diverte
anche a disegnare, forse un pò infantilmente
ma sempre con grande poesia e nel suo viaggio in Italia
troverà modo di femare sulla carta le sensazioni
più belle o dolorose proprio disegnando piccole
opere significative e in seguito dirà: "Là
il mio cuore si è fatto bambino... Oh paese
mirabile per le forme e i colori.." |
Illustrazioni di Galbiati |
Nello stesso anno verrà pubblicato
un secondo "Quaderno" di fiabe, seguito dal terzo
nel 1837. Nel 1842 ne aveva già pubblicati 6; a questi
seguirono "Le Nuove fiabe". Si intravvedeva chiaramente,
ormai, la sua prorompente genialità, che rompeva
gli schemi usuali e presentava figure nuove e sempre interessanti,
sebbene semplici, inventava paesaggi e personaggi, mostrando
il contrasto esistente tra l'essere e l'avere, tra apparenza
e sostanza, di cui un impareggiabile esempio è la
fiaba "I vestiti nuovi dell'imperatore". |
Nei suoi racconti riemergevano in
superficie e venivano trasformate dal suo estro, le
novelle che aveva ascoltato da piccolo, i desideri
e l'ambizione che l'avevano animato e in quasi ogni
sua novella, comunque, è lui il protagonista,
è la sua anima che traspare, i suoi sogni,
le paure infantili e l'emarginazione provate nell'infanzia,
le sue speranze... tutto liquefatto in un mondo incantato,
popolato di piccoli animali e fiori, di giocattoli
o di personaggi minimi - Mignolina, Il brutto anatroccolo,
L'Usignolo, Il soldatino di stagno - che però
racchiudono in sè i migliori sentimenti e li
trasmettono con poesia ai lettori, piccoli o grandi
che siano.
"Il poeta è sì portato dalla sua
vocazione a cantare il suo canto in pace e in guerra,
in circostanze tristi e liete, sino a che gli si spezza
il cuore, per le poche anime capaci di ascoltare la
sua voce e trarne conforto, nonostante i clamori del
mondo, ma è anche spinto dalla sua natura ambiziosa
di imporsi a un grande pubblico, gridando se è
necessario!".
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ILLUSTRAZIONI DI ACCORNERO
ILLUSTRAZIONI DI MABEL LUCIE ATTWELL
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Pollicina (Thumbelina)
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I Cigni selvatici
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Il brutto anatroccolo
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La piccola fiammiferaia |
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In definitiva, dalle sue pagine
emergeva soprattutto la solitudine di un uomo fragile
eppure così ricco di emozioni intense, ma forse
impossibili da trasmettere agli altri se non attraverso
le fiabe, appunto.
Continuò per tutta la vita,
quindi, a comporre le sue storie impareggiabili ed
il suo ultimo volume "Nuove Fiabe e Storie"
uscirà nel 1872.
Morirà, oramai celeberrimo, nel 1874.
Tuttavia oltre alle favole, la sua produzione letteraria
annovera vari romanzi, libri di viaggio e varie autobiografie,
di cui l'ultima fu "La fiaba della mia vita"
del 1855. |
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Durante le lunghe serate d'inverno, Andersen,
che non si era mai creato una famiglia ma amava molto i
bambini e i nipoti dei suoi amici, declamava per loro non
solo le sue bellissime fiabe ma creava - come era
in voga in quel tempo - album composti da ritagli di ogni
genere presi da giornali, pubblicità, dèpliant,
ecc e che venivano incollati su fogli di carta, accanto
a cui aggiungeva disegni, scritti e fantastici pizzi di
carta.
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Il suo amico Adolph Drewsen, che aveva
già realizzato due libri illustrati per le sue due
figlie, un giorno gli chiese aiuto per realizzare un album
analogo per quella più piccola, Christine. Gli sottopose
una bozza e si fece aiutare anche nella composizione delle
pagine, dove trascrisse anche qualche verso di Hans.
L'album per Christine sarà la più bella delle
sue creazioni, composto da oltre 1000 figure di ogni genere,
tra cui compaiono anche delle scene del Vangelo, figurini
di moda, almanacchi. Una vera sopresa in ogni pagina, realizzata
dai due amici che, sera dopo sera, costruiscono questo nuovo
fantastico mondo, creando una fantastica carrellata di storie.
Il 30 ottobre 1859 il libro verrà
regalato a Christine in occasione del suo compleanno e lei
lo conserverà gelosamente senza sciuparlo, per tutta
la sua vita, lasciandolo poi - come raro dono - a suo figlio
e quindi a suo nipote che lo affiderà alla Biblioteca
Reale di Copenhagen quando si trasferirà nell'America
del Sud.
La successiva erede, sua moglie, lo diffonderà,
finalmente, al mondo e in Italia attraverso la Mondadori,
donandolo poi ad una fondazione destinata a finanziare ricerche
linguistiche e storiche sulla letteratura e musica danese.
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Le opere di Andersen sono state celebrate
in molti modi da tuti i Paesi del mondo.
Uno dei più
delicati, gioiosi e curiosi è quello utilizzato dagli
Stati Uniti che nel 1915 realizzarono un librettino di chiudilettera
- o come dicono loro "cinderella" - dedicato alle
mitiche favole dello scrittore.
Copertina
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La favola dell''Abete
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Il nido dell'Aquila
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I Cigni selvatici
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Il brutto anatroccolo
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La sirenetta
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Il soldatino di stagno
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Le Scarpette rosse
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La Piccola Fiammiferaia |
Bibliografia - Hans Christian Andersen - Fiabe - Introduzione
di Alda Castagnoli Manghi
- per altre notizie ed immagini sull'illustratrice Mabel Lucie Attwell, vedere:
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