Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

In questo Settore vengono riportate notizie e immagini fornite da altri redattori.

Nello specifico, il presente articolo è stato realizzato dal Prof. Renzo Barbattini dell'Università di Udine, che ha fornito anche le immagini.
Tutti gli articoli degli altri Settori sono state realizzati da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità su quanto fornito dai collaboratori.

"N.B.: L'Autore prescrive che qualora vi fosse un'utilizzazione per lavori a stampa o per lavori/studi diffusi via Internet, da parte di terzi (sia di parte dei testi sia di qualche immagine) essa potrà avvenire solo previa richiesta trasmessa a Cartantica e citando esplicitamente per esteso il lavoro originale (Autore, Titolo, Periodico) ."

 

 

 

L' APE NELLE FAVOLE

 

INDISCIPLINATA MA BUONA

 

di Renzo Barbattini *
e Patrizia Fontana Roca **

 

 

Alla ricerca dell’ape in ogni forma d’arte, ci siamo ritrovati a sfogliare vecchi libretti illustrati destinati ai bambini d’altri tempi: colori tenui e tenere storie con protagoniste le api, indefesse lavoratrici o, a volte, indisciplinate e dedite agli svaghi.
Ad immedesimarsi nei piccoli lettori di tanti anni fa, si scopre che queste favole offrivano spunti costruttivi per operare nella vita, come api industriose e volenterose.


******

L’ape è un insetto molto conosciuto dai bimbi, può suscitare curiosità e anche paura al tempo stesso, ma il fatto che vive in mezzo a coloratissimi fiori lo rende molto simpatico!
Nonostante il tempo in cui viviamo e considerando le avveniristiche e tecnologiche modalità utilizzate per creare favole per bambini, adottando tecniche diverse ed entrando in campi diversi dell’arte (pittura, grafica, fotografia, cinema, letteratura), le api continuano a essere presenti in racconti e fumetti, in cartoni animati e
film. E questo è un segno che il loro fascino sui più giovani è immortale.

Quello della letteratura e dell’illustrazione per l’infanzia è un capitolo a sé dell’arte letteraria e nel viaggio intrapreso alla ricerca di “spunti apistici”, ci siamo imbattuti in due “vecchi” libretti per bambini, intitolati uno “L’ape indisciplinata”, l’altro “La casetta delle favole”. Desideriamo riportarli sulle pagine di questa rivista perché ci hanno colpito in particolar modo i loro disegni: così delicati, teneri, a volte lievi come una carezza.

La protagonista del primo racconto è l’ape Celeste che non rispetta l’invito dell’ape regina del suo alveare ad andare, con le sorelle, a raccogliere nettare dai fiori; ma Celeste preferisce partecipare alla festa di matrimonio dell’amico Grillo.

Il libro di Jolanda Colombini è stato pubblicato nel 1959 dalla casa editrice Piccoli (Milano), acquisita nel 1990 dal Gruppo Editoriale Il Capitello (http://www.capitello.it). Esso fa parte della collana “Coccinelle” (Cinque pulcini; Orsacchiotto ladro; Leprottini paurosi; Tartaruga ciarliera sono gli altri racconti) e riporta le bellissime illustrazioni di Maria Pia Franzoni.
Più semplicemente ricordata col solo nome di battesimo, Maria Pia,è considerata la maggior illustratrice d’Italia di libri e di un’innumerevole serie di pubblicazioni destinate all’infanzia, tra cui anche sillabari, album da disegno, quaderni e altri supporti per l'insegnamento per le prime classi scolastiche, realizzati dagli anni ’30 fino ai ’50 ed editi da varie Case Editrici, tra cui soprattutto la Piccoli.

Realizzò, inoltre, numerose serie di cartoline dedicate comunque al mondo dei bambini - dapprima di chiara atmosfera patriottica: bambini che indossavano le varie divise militari dell'esercito, della marina, dell'aviazione - con molti ritratti, scenette romantiche e versi di canzoni o poesie, olandesine, auguri natalizi, pasquali. Racconti e scenette, oltre alle belle immagini, avevano una finalità educativa e morale.

Quello di Maria Pia Franzoni Tomba è un mondo fatto di piccole cose, di bambini paffutelli e ridenti, di animaletti curiosi e accattivanti che insegnano tante cose e si comportano come gli adulti, di viaggi da sogno nei più sperduti paesi della terra, di bambine che sfornano torte – famosissima è la sua indimenticabile Maria Rosa che reclamizzò per anni una nota casa italiana di lieviti – … insomma un mondo fatato, sospeso in un limbo dove non esistono il male e la cattiveria d’animo.

Un mondo piccolo, dunque, ma così felice che fa piacere visitarlo per un momento e immergersi nella sua atmosfera fatata.

 

 

 



Dice l’Ape Regina: - Apine mie,
dolci visitatrici d’ogni fiore,
spiegate l’ali per le azzurre vie;
suggete da ogni calice il dolciore.


Poi ritornate qui con il raccolto…
Le celle sono tutte da colmare…
Ape Celeste non le presta ascolto
Perché le alucce sue vuol rimirare.



E mentre le compagne all’opra intente
Suggendo van sui fiori del mattino
Ape Celeste parla sorridente
Col giallo Girasole nel giardino.


Ape Celeste sai le grandi nuove?
- Dimmele, Girasole, cosa aspetti?
- Si sposa il Grillo! - Quando? - Alle ore nove
- Ci volo anch’io. Ho gola di confetti!


- Musica, vini, cibi prelibati,
ogni presente è già un pochino brillo:
“Viva gli sposi!! Gridan gli invitati.
Al coro festeggiante s’alza il Grillo

Brindiamo amici – dice – con piacere;
oggi mi sento il giubilo nel cuore! -
Dimentica di tutto il suo dovere
Ape Celeste lascia passar l’ore.

E solamente a festa terminata
Corre a cercare il nèttare, da folle…
Ma è tardi: già la luna s’è affacciata
E già hanno chiuso i fiori le corolle.

Le altre succhiatrici dove sono?
Mi trovo veramente in grande impaccio:
sperare come posso in un perdono?
E adesso cosa dico? Cosa faccio? –

Con un ronzio festoso, ad una ad una,
rientran le compagne sveltamente
- Hai visto quanti fiori? Una fortuna!
- Una giornata buona, veramente

. - Ne abbiamo da riempir tutte le celle!
- Ape Celeste dove sarà andata?
(un’Ape chiede, in dubbio, alle sorelle):
- non s’è veduta in tutta la giornata! -

Ape Celeste torna a malavoglia
Ultima a tutte, ad ora molto tarda…
L’Ape Regina, ritta sulla soglia
scrutandola l’interroga e la guarda:

- Che porti, Ape Celeste, all’alveare?
Mostrami dunque un po’ le tue provviste!
Ape Celeste sente il cor tremare…
Nulla di nulla porta: questo è triste!

E quella sera stessa Ape Regina
Decide per il suo licenziamento.
E’ detto chiaro nella letterina:
motivo:“scarsità di rendimento!”

Ape Celeste adesso sol capisce
Che nel lavoro non si può scherzare
Se no, come per lei, poi si finisce
Per farsi, un brutto giorno, licenziare!

 

“La casetta delle favole” (di Luisa Nason e illustrato da Maria Cenci Soffiantini) è un libretto edito da “Vita e Pensiero” nel 1944; da esso (1) è tratta la storiella “Lavoro e bontà”; anche in questo caso il testo del raccontino si trova qui a fianco.
Protagonista è l’ape bottinatrice intenta al suo lavoro di raccolta del nettare dai fiori visitati. Una volta rientrata al suo alveare, il bottino servirà anche per nutrire la covata.

E’ doverosa una precisazione entomologica. Le api bottinatrici sono rappresentate come dotate di cestino “al braccio”; con ogni probabilità anche Luisa Nason, e di conseguenza Maria Cenci Soffiantini, è incorsa nell’errore che le api bottinatrici raccolgono il nettare dei fiori visitati utilizzando una struttura del corpo esterna allo stesso.
La cosiddetta “via del miele” (dal nettare del fiore al semimiele depositato nelle cellette dei favi deputate) è, invece, del tutto interna al corpo delle api. E’ noto infatti, agli addetti ai lavori, che esse suggono con l’apparato boccale il nettare, materia prima per produrre il miele. Grazie ad osservazioni al microscopio si sa, inoltre, che la superficie esterna delle tibie posteriori è leggermente concava, liscia e circondata da una frangia di lunghe setole ricurve. Queste aree, denominate cestelle sono utilizzate per accumulare polline: d’altra parte questo nome può trarre facilmente in inganno!
Richiama, infatti, cavità a mo’ di sacco o il cestino.

Tra le diverse simbologie, l’ape è molto famosa per la sua duplicità: da un lato produce il miele, alimento dolcissimo super nutriente, e dall’altro ha capacità di pungere e di procurare un intenso dolore.

LA CASETTA DELLE FAVOLE

 

LAVORO E BONTÀ

L'Ape si desta
di buon mattino
e via di corsa
nel ciel turchino,
questi cestini
all'alveare
presto ricolmi
dovrà portare!

 

Oh quanti fiori!
L'Ape è felice!
Ma che succede?
Ciascuno dice:
- Abbiamo sonno!
Torna più tardi,
tu ci disturbi,
non hai riguardi!

 

Come rimane
la poveretta!
Che mai diranno
nella casetta?
Ecco: un bel giglio
le fa un inchino:
- Raccogli pure
nel mio giardino!

 

Con gran rispetto
l'ape s'avanza:
oh che delizia,
oh, che abbondanza!
In un momento
sono i cestini
colmi di pappa
per i piccini.

 

In queste favole è rimarcato il primo aspetto, anche se occorre ricordare il suo ruolo d’insetto “sociale”.
L’ape, infatti, lavora tantissimo per produrre ciò che serve per mantenere in vita se stessa e il suo modello di società. E questo si evince anche dalle favole presentate che la definiscono come indefessa lavoratrice.


******

 

 

NOTE

(1) - 1. “La casetta delle favole” contiene, infatti, altre favole: Parla il cammello; Evviva la mamma!; Invito a pranzo con le formiche; L'avventura di Bianchino; Paperetta prepotente; Pulcini buoni; Maggiolino con la cresta; La scappata di micetto; Mammina prudente; Ranocchietta golosa; Troppa erbetta; Il dono dell’agnellino; Buon cuore; Che bravo asinello; Vogliamoci bene.

 


Gli Autori operano, rispettivamente, presso il

* Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali –
Università di Udine e il sito internet


** di www.cartantica.it

 

 

API&Arte - Indisciplinata, ma buona Favole
Mondo Agricolo – Apimondia Italia – n. 1/2 •

 

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