Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

COLLABORAZIONI

In questo Settore vengono riportate notizie e immagini fornite da altri redattori.

Nello specifico, il presente articolo è stato realizzato dal Prof. Renzo Barbattini dell'Univerisità di Udine, che ha fornito anche le immagini.
Tutti gli articoli degli altri Settori sono state realizzati da Patrizia di Cartantica che declina ogni responsabilità su quanto fornito dai collaboratori.

"N.B.: L'Autore prescrive che qualora vi fosse un'utilizzazione per lavori a stampa o per lavori/studi diffusi via Internet, da parte di terzi (sia di parte dei testi sia di qualche immagine) essa potrà avvenire solo previa richiesta trasmessa a Cartantica e citando esplicitamente per esteso il lavoro originale (Autore, Titolo, Periodico) ."

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LE API NELL'ARTIGIANO ARTISTICO


1. La ceroplastica artistica

 

L’arte di modellare con cera d’api, diffusa già presso le antiche civiltà mediterranee, è stata ampiamente praticata in Italia fino a tempi recenti. Nel mondo cristiano statue di soggetto sacro ed ex-voto, ma anche ritratti in cera, ne sono stati per secoli le principali espressioni. Purtroppo nel Novecento è iniziato un certo declino della ceroplastica, considerata più che altro come forma di artigianato. Fortunatamente in alcune regioni, particolarmente in Sicilia, vi sono ancora botteghe che tengono viva la tradizioneGabriel Rivolin, dello Stemmario Ufficiale italiano/francese della Region Autonome Vallée d’Aoste).

L’arte di lavorare la cera d’api per creare immagini tridimensionali, sacre o profane che siano, si perde nella notte dei tempi. Tale tecnica artistica era già conosciuta dagli Egizi, dai Fenici e dai Romani che la utilizzavano per creare amuleti e basi per fusioni d’oggetti in oro, gioielli, monete, ecc.
Nel passato era considerata arte minore e forma d’artigianato di gusto popolare.
Dal paganesimo delle maggiori civiltà mediterranee alla sacralità dell’iconografia cristiana, il repertorio devozionale si è arricchito d’infinite raffigurazioni utilizzando questo duttile materiale col quale scultori noti e non, artisti spontanei e botteghe artigiane si sono confrontati. Nel 1400 prosperava a Firenze una grande scuola di ceroplastica che, all’inizio, produceva essenzialmente ex voto e ritratti.
Una ricca collezione d’opere in cera di carattere prevalentemente religioso, proveniente da Firenze, è conservata nel Museo del Castello dei Conti Villasanta a Sanluri, presso Cagliari.
E’ da pochi anni che si tende a riscoprire le peculiarità di quest’antica tecnica scultoria dandole valenza artistica e dignità pari a quelle storiche del bronzo e del marmo.
L’antica tradizione ceroplastica ebbe grande diffusione al Sud (Sicilia e Campania soprattutto) fin dall’epoca del Regno delle due Sicilie. Nei secoli passati la Sicilia era suddivisa in alcune zone d’espressione, ciascuna con caratteristiche e modalità espressive sostanzialmente diverse e d’immediata individuazione, dove operavano artisti di conclamate capacità.
La materia prima è la cera d’api con aggiunta di sostanze chimiche naturali che ne aumentano il punto di fusione (anche oltre i 50° C) per garantirne la conservazione o per variarne la colorazione.
Creare una scultura in cera non è opera da poco o alla portata di chiunque!
In primo luogo bisogna essere scultori con profonda conoscenza dell’anatomia umana e delle tecniche concernenti la modellatura della creta e la creazione delle forme in gesso. Si comincia col creare la scultura in creta; questa è poi opportunamente sezionata al fine di facilitare la realizzazione di forme in gesso al negativo; infine, per colata, da queste ultime si ottengono i vari pezzi in cera che dovranno essere assemblati e rifiniti a mano.
Segue la sistemazione della scultura in un contesto scenografico da realizzarsi con l’ausilio di sughero, gesso e cartapesta.
Alla fine il tutto sarà sistemato all’interno di campane di vetro, o di teche per una maggiore protezione e durata nel tempo.
La produzione d’ex voto in cera e di ritratti (in un’epoca in cui non esisteva la fotografia) costituì la principale voce di reddito del ceroplasta; il novecento portò l’industrializzazione e l’uso di nuovi materiali segnando così il tramonto di un’arte che aveva dato per secoli lavoro a tanti artigiani e artisti. Le botteghe artigiane in cui si producevano oggetti in cera d’api, scomparvero una dopo l’altra (alla fine dell'ottocento se ne contavano, solo a Palermo, più di 50): nessuno aveva più interesse a continuare un’arte che non dava prospettive di reddito. Da quel momento, per l’assenza d’operatori del settore, le cere rotte da restaurare e recuperare furono eliminate e disperse distruggendo così un patrimonio culturale insostituibile per la lettura della storia e delle tradizioni popolari della Sicilia.
In questo contributo si riportano alcune opere realizzate in purissima cera d’api. Per quanto riguarda la CEROPLASTICA ARTISTICA, le opere artigianali qui presentate sono state realizzate e decorate nella bottega Vassallo di Palma di Montechiaro (Agrigento) e nell’officina Domus Artis di Palermo, utilizzando materie prime e tecniche come da antica tradizione ceroplastica siciliana.+

 

SUSANNA AL BAGNO

Quest’opera realizzata dal famoso ceroplasta siciliano Gabriele Marino, a Palermo e datata genericamente 1800 richiama un famoso quadro: Susanna al bagno, oggi al Louvre di Parigi, eseguito nel 1560 dal Tintoretto (Jacopo Comin, chiamato Tintoretto - Venezia, 29 settembre 1518/Venezia, 31 maggio 1594 -, è uno dei più grandi esponenti della scuola veneziana e probabilmente l’ultimo grande pittore del Rinascimento italiano.
Il soprannome di “Tintoretto” gli derivò dal mestiere paterno, tintore di stoffe. Nella sua giovinezza fu anche
chiamato Jacopo Robusti, poiché suo padre aveva difeso le porte di Padova in modo deciso, robusto contro le truppe imperiali), uno dei maggiori artisti veneti del Cinquecento. L’opera è esemplare nell’ambito del passaggio dal manierismo al barocco: si nota ciò nella consumata perizia tecnica della rappresentazione, in cui le forme, i volumi, i dettagli paesistici sono definiti con maestria.

 

Gabriele Marino (Palermo, XIX secolo),
Susanna al bagno

Tintoretto (1560), Susanna al bagno



Bambino Pantocratore

 

Bambino in trono

Queste statuette, d’autore anonimo, furono realizzate a Napoli nell’’800.



BAMBINELLI

 

Bottega Vassallo (Palma di Montechiaro - Agrigento, 1980), Bambinello

La statuetta - sopra a sinistra (cm. 18) - ritrae il Bambinello dormiente su un letto d’erba e fiori su una roccia di cera; il tutto è racchiuso da una cornice di legno dorato. Essa è stata realizzata, negli anni ’80 del secolo scorso, nella bottega Vassallo. Nel caso riportato a destra tutta la scenografia (bambinello sdraiato tra muschio e fiori) è stata messa “sotto campana di vetro”.

Domenico Fasulo (Caltanissetta, 1890), Bambinello

Il Bambinello di Fig. 5C fu realizzato alla fine dell’ottocento da Domenico Fasulo, un bravissimo ceroplasta siciliano: anche questa statua è stata restaurata nella bottega Vassallo.
Domenico Fasulo, nativo di Palermo, eseguì soprattutto pregevolissimi Bambinelli in cera, dalla perfetta anatomia, raffinatezza di modellato e delicatezza delle cromie dell’incarnato, a volte accomodati in urne e campane di vetro, stracolme di fiori di stoffa o di smalto.
Ebbe bottega a Caltanissetta, ma si spostava anche in altri centri dell’isola. Nel capoluogo eseguì numerosi lavori in cera.

Di seguito si riportano anche le immagini di Bambinelli
realizzati, in anni recenti, dall’officina Domus Artis.

 

Officina Domus Artis (Palermo, XX secolo), Puer Jesus

A Palermo i lavori in ceroplastica sono eseguiti dai “Cirari” (questo è il nome dato agli artigiani siciliani che lavorano la cera), specializzati nell’esecuzione di bambinelli in fasce (bambinelli che rappresentano la vita; la fascia che circonda il ventre rimanda alle fasce ombelicali che spesso venivano realizzate con grani di corallo rosso simbolo del sangue di Cristo).

Secondo l’antica tradizione nata nel diciassettesimo secolo, protrattasi sino all’inizio del diciannovesimo, il Bambinello (Puer Jesus) era donato alla futura sposa, in occasione del rituale scambio di doni durante il fidanzamento, per augurarle prosperità e fecondità.

La Domus Artis produce varie tipologie di Bambinelli, più o meno coreografati con materiali di vario tipo.

Puer Jesus

BAMBINELLO BUON PASTORE


L’ambientazione coreografica vede il bambinello (statuetta di cm 20) seduto su una roccia, con accanto una cesta con frutti e un albero in fiore; due pecorelle stanno accovacciate ai suoi piedi e un’altra su una roccia vicina.

La statuetta, le rocce, le tre pecorelle e la frutta sono interamente in cera d’api. Il tutto è collocato in un’apposita teca.




 

 

PRESEPI


Entrambe le opere sono state realizzate, in epoca recente, a Palermo, secondo l’antica tradizione; i corpi e i visi non sono stati dipinti e la lavorazione testimonia l’alta qualità delle rifiniture, del successivo lavoro di cesellatura e lucidatura della cera. I due gruppi sono collocati su supporti di legno pregiato.
E’ presente anche del corallo, emblema del sangue del Cristo versato in remissione dei peccati.
L’officina Domus artis dichiara che nella realizzazione delle opere si è attenuta rigorosamente ai Canoni Tridentini (Concilio di Trento, 1566) che stabiliscono quelli che devono essere i materiali, i colori e la simbologia per l’iconografia religiosa cristiana.

 

MADONNA ASSUNTA

 

Madonna Assunta

Quest’antica testa in cera d’api di produzione siciliana è stata restaurata di recente nel laboratorio di restauro Aldo Alberto Vassallo. Faceva parte di una statua con mani e piedi di cera e corpo impagliato.

MARIA BAMBINA


Questa statuetta, di cm 30, con viso in cera è un’opera contemporanea realizzata nella bottega Aldo Alberto Vassallo. Essa presenta Maria infante in un “port-enfant” in raso abbellito da ricami dorati.

 

ECCE HOMO

 



Questa riproduzione ottocentesca del volto di Cristo è stata realizzata dai maestri d’arte dell’officina Domus artis (Palermo).
Ecce Homo (Giovanni 19, 5) significa letteralmente Ecco l’Uomo, ed è la frase che Ponzio Pilato, allora governatore della Giudea (fu prefetto di quella provincia romana tra il 26 e il 36 d. C.), ha rivolto ai Giudei nel momento in cui ha mostrato loro Gesù flagellato.


RINGRAZIAMENTI


Si desidera ringraziare gli artigiani/artisti che hanno fornito materiale utilissimo e in modo particolare si ringraziano Luigi Arini (Palermo), Franco Frilli (Università di Udine), Rinaldo Nicoli Aldini (Università di Piacenza), Pietro Piraino Papoff (Museo del Giocattolo di Bagheria, Palermo), Alessandro Riva (Università di Cagliari), Aldo Alberto Vassallo (Agrigento) ed Emanuela Zerbinatti (Baranzate, MI) per la collaborazione prestata.

 

Apitalia n. 42 - 11/2011, L'uomo e l'ape - 1. La ceroplastica artistica di Renzo Barbattini - Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali - Università di Udine

 

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e, di altro argomento:

- Appunti di vacanze - Il rifugio di Resy

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Di altri Autori:


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