I SANTI CEFALOFORI
SAN FELICE CEFALOFORO
Si chiamano Santi Cefalofori, cioè
portatori della propria testa recisa, quei santi, poco
raffigurati per la verità e forse non troppo
conosciuti, in quanto spesso venerati in ambito locale,
tra i quali si possono ricordare, oltre a San Dionigi,
San Regolo e San Donnino, i Santi Mitra, Nicasio, Gioventino,
Maurino, Miniato, Decumano, Valeria e Felice e tanti altri.
Il culto di tali santi, che ha suscitato varie perplessità
fra gli studiosi, nasce da dati effettivi relativi alla
decapitazione di molti martiri, tuttavia il fatto di
portare in mano la propria testa recisa non è
da ritenersi un miracolo ma potrebbe essere solo il simbolo della decapitazione
subita. Per alcuni studiosi, questa raffigurazione deriva forse dalla mitologia celtica, di cui i primi cristiane di quelle zone, assimilarono leggende ancora più antiche.
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SAN DIONIGI
Spesso confuso con Dionigi l'Aeropagita, San Dionigi (Saint Denis, in francese). fu il primo santo cefaloforo ricordato.
Inviato nel III sec. dall'Italia per diffondere il Cristianesimo in Francia, venne nominato primo Vescovo di Parigi, di cui è Patrono. La sua fluente parola si diffuse in lungo e largo, facendo molti proseliti e destando fastidio nei sacerdoti pagani che lo imprigionarono per mandarlo a morte.
Fu infatti decapitato nel 25-270 d.C, a Montmartre assieme al sacerdote Rustico e al diacono Eleuterio.
Secondo la leggenda, egli dopo essere stato colpito, si sarebbe alzato e avrebbe raccolto da terra la sua testa, avrebbe camminato per oltre 6 km, pregando, si sarebbe addirittura fermato a lavare presso una fontana la sua testa mozza e finalmente avrebbe concluso il suo cammino in un piccolo centro che oggi porta proprio il suo nome, Saint Denis.
Sul luogo di sepoltura venne innalzato un piccolo santuario, poi l'Abbazia di Saint Denis, che più tardi venne destinata a contenere i resti dei Re di Francia.
Viene festeggiato il 9 Ottobre - lo
stesso giorno in cui viene commemorato anche San Donnino
martire, Patrono di Fidenza e anche lui cefaloforo.
Forse è uno dei più conosciuti Santi Cefalofori, rappresentato, specie in Francia, in molte statue, persino sulla facciata di Notre Dame, con la sua testa stretta tra le mani.
E' annoverato tra i 14 Santi Ausiliatori |
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SAN DONNINO VESCOVO |
Soldato romano sotto l'imperatore Massimiano,
ricopriva a corte un'importante carica.
Inviato in Germania,
lui ed altri soldati di fede cristiana per evitare le
torture inflitte ai seguaci di Gesù, fuggirono
dal campo, inseguiti dai commiliton che li raggiunsero
sulle rive del torrente Stirone, presso Fidenza dove li
decapitarono, il 9 ottobre del 293.
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Secondo la leggenda
egli raccolse la sua testa, guadò il fiume e
cadde in un luogo dove secoli più tardi verrà
eretta una cattedrale a lui dedicata.
Il santo viene
spesso ritratto anche conkla testa e con accanto un cane; infatti
avrebbe il potere taumaturgico di guarire dal morso
dei cani affetti dalla rabbia e dal morso di altri animali
velenosi.
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Statua di San Lamberto in Zaragoza, Spagna |
SAN LAMBERTO DI SARAGOZZA
Conservate per innumerevoli anni assieme ad altri corpi nella cripta della chiesa di Encrazia di Saragozza, le reliquie di san Lamberto vennero ritrovate verso la fine del 1300.
Diventarono subito oggetto di molta venerazione dopo che papa Adriano VI recatosi in Saragozza aveva toccato le ossa di una mascella del santo da cui zampillò del sangue che venne raccolto in un recipiente. Proprio il papa approvò il culto del santo e la costruzione, attorno al 1522, di un monastero dell'Ordine della Santissima Trinità sul luogo presunto del martirio. Il monastero venne poi distrutto tre secoli dopo, nella notte tra il 14 ed il 15 di agosto.
Il santo veniva ricordato il 19 di giugno assieme agli altri santi martiri di Saragozza ma poi la ricorrenza venne spostata al 16 aprile.
Secondo la leggenda il santo aveva subìto la decapitazione ma dopo di essa aveva raccolto la sua testa e si era diretto verso un luogo dove erano già stati sepolti altri martiri.
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SAN REGOLO VESCOVO
San Regolo, secondo la leggenda era
un arcivesco dell'Africa da cui sarebbe stato costretto
a fuggire a causa delle persecuzioni, insieme ad altri
pochi compagni, tra cui altri santi Vescovi come Cerbone
e Giusto.
Arrivati a Populonia (Volterra) condussero
vita eremitica e compirono molti miracoli, evangelizzando la toscana..
La fama di
san Regolo arrivò sino al re ostrogoto Totila
che voleva conoscerlo e che gli inviò alcuni
dignitari per accompagnarlo.
Una domenica stava predicando nella chiesa, allorché entrarono gli sgherri dei goti, armati e minacciosi. Non per questo il Santo interruppe il suo sermone e continuò a parlare tranquillamente, come se, invece dei suoi persecutori, fossero arrivati alcuni fedeli. Gli armati restarono interdetti e già cominciavano ad ascoltare ammansiti le parole di pace di Regolo, quando il loro capo, preoccupato della piega che stava prendendo la cosa, s'avvicinò all'altare e, con un colpo di spada, tagliò la testa del Santo.
Ma il predicatore rimase in piedi, poi si chinò a terra, raccolse la testa e, alzatosi di nuovo se la pose davanti al petto, continuando la sua predicazione. Questop è quanto dice un'antica fonte, mentre un'altra sostiene che, raccolta la sua testa, Regolo si diresse verso il luogo in cui voleva essere sepolto e dove venne eretta una chiesa in suo onore.
Succewssivamente il suo corpo venne traslato nella cattedrale di Lucca. |
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SANT'EMIDIO VESCOVO
Sant'Emidio Vescovo, anche lui decapitato per non aver voluto sacrificare agli dei, era nato in Germania nel II secolo d.C. e dopo aver abbracciato il Cristianesimo era giunto in Italia assieme ad altri suoi amici convertiti.
Fermatosi con essi a Milano diventò sacerdote, svolgendovi per circa tre anni sopratutto la missione di predicatore.
Durante la persecuzione di Diocleziano lasciò Milano per raggiungere Roma dove pare compisse già in vita alcuni miracoli.
Il Papa Marcellino - almeno questa è la versione più accreditata - lo nominò vescovo di Ascoli dove egli si recò col diacono Euplo per portare in quella zona ancora pagana la Parola di Dio.
Emidio, contrastando l'autorità del prefetto Polimio che gli voleva imporre di sacrificare agli dei e nel contempo gli offriva in sposa la propria figlia - che il Santo riuscì a convertire invece al Cristianesimo - continuò ad evangelizzare la popolazione finchè non venne condannato a morte.
Decapitato, raccolse la propria testa sanguinante e si diresse verso una zona in cui spesso teneva le sacre funzioni. |
SANTA VALERIA DI LIMOGES
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San Marziale, uno dei primi evangelizzatori delle Gallie, convertì al Cristianesimo, assieme alla madre Susanna, la giovane Valeria, promessa sposa ad un giovane partito per la guerra.
Morta poco dopo Susanna, Valeria donò parte della sua cospicua fortuna ai poveri dedicandosi al servizio di Dio e dimenticando la promessa fatta al fidanzato per ben altro Sposo.
Tornato dalla guerra, il giovane messo dinanzi a quella nuova realtà non volle sentir ragioni e in preda all'ira assalì Valeria e le mozzò di netto il capo con la spada.
La leggenda dice che la giovane, benchè morta, abbia raccolto tra le mani la sua testa recisa per portarla ai piedi di San Marziale.
Il giovane davanti a quella scena prodigiosa si sarebbe convertito al Cristianesimo.
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SANT'EUSEBIO DI SANGALLO
Originario dell'Irlanda, si recò in pellegrinaggio in Svizzera, fermandosi presso il monastero di s. Gallo dove più tardi diventò monaco, dedicandosi ad una vita eremitica e trasferendosi sul monte Vittore in Austria.
Probabilmente morì nell'884.
Ma forse è leggenda quel che si dice sulla sua morte causata da un contadino peccatore che il monacoavrebbe cercato di riportare sulla retta via e che in un impeto di rabbia, presa la falce fienaia, gli avrebbe troncato di netto la testa.
Le sue reliquie vennero poi riportate a S. Gallo.
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SANT'ALBANO DI MAGONZA
Sant'Albano era nato in Italia e durante l'impero di Teodosio, poichè sacerdote, venne inviato in Germania a Magonza da Sant'Ambrogio, assieme ai confratelli Teonesto e Orso, per portare aiuto al Vescovo Aureo di quella città.
Là giunti, però, subirono subito l'invasione dei Vandali che li imprigionarono e li misero a morte.
Albano venne decapitato assieme al vescovo e pur morto, prese tra le mani la sua testa e la portò là dove sembrava volesse esser sepolto.
Carlo Magno
sulla sua tomba fece erigere un'abbazia che fu la sede vescovile di Magonza per un certo tempo.
S. Albano è molto venerato in Germania e nella Svizzera tedesca assieme ai suoi due compagni Orso e Teonesto ed è invocato per proteggere da tutte le malattie in genere.
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SAN NICASIO |
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Vissuto presumibilmente nel IV secolo, Nicasio divenne vescovo di Reims, fondando la cattedrale della città dedicata alla Madonna e dedicandosi alle anime che gli erano state affidate.
La città venne invasa da torme di Vandali in espansione sul territorio francese ed il santo Vescovo, assieme alla sorella Eutropia, invece di incitare alle armi i cittadini, chiedeva loro di pregare per i nemici e per la salvezza della città
Per evitare un maggior spargimento di sangue si fece trovare davanti alla chiesa, assieme alla sorella e a due accoliti ed i quattro, assieme ad alcuni fedeli vennero trucidati, mentre lodavano Dio con inni di lode.
Si racconta che mentre cantava gli venne mozzata la testa ma nonostante questo egli seguitò a salmodiare ancora per un pò. I barbari, visto questo, fuggirono dal terrore.
San Nicasio e la sorella vennero sepolti nella chiesa dapprima dedicata a Sant'Agricola e che successivamente diventò un'abbazia benedettina.
Viene ricordato il 14 dicembre.
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San Nicasio e a destra la sorella Eutropia rappresentati nella cattedrale di Reims
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SAN LAURIANO O LAUREANO
Nato in Ungheria da famiglia nobile, ma pagana, venne aiutato da un parente cristiano ad abbracciare la fede cristiana e lo fece partire per Milano, dove seguì gli studi teologici e venne ordinato diacono, facendo ogni sforzo per combattere l'eresia ariana che stava dilagando.
Si trasferì a Siviglia di cui diventò vescovo e vi restò fino al 539, poi si trasferì dapprima a Marsiglia ed infine a Roma
Fermato dai soldati di Totila, diventato re attorno al 541, venne decapitato a Bourges del 546 e dopo aver raccolto la propria testa la consegnò loro perchè la portassero a Siviglia dov'era in corso una grave epidemia di peste.
Viene ricordato il 4 luglio. |
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SANTA NOLWENN (O NOYALE, NOIALA) VERGINE E MARTIRE
Noyale, figlia del re di Cambria, destinata ad un marito che lei non voleva perchè desiderosa di destinarsi a Dio, si allontanò dalla corte assieme alla sua nutrice, traversando il mare aggrappate al tronco di una quercia.
Giunte in Bretagna, furono salvate da Nizan, un rozzo tiranno che voleva a tutti i costi che Noiala lo sposasse e che, al suo rifiuto perentorio, le tagliò la testa.
La santa prese tra le mani la sua testa e sempre accompagnata dalla nutrice, si incamminò verso Nord, fino a raggiungere il villaggio di Noyal dove definitivamente spirò. E là dove erano cadute alcune gocce del suo sangue zampillò una sorgente.
Mentre sta definitivamente lasciando questa vita, essa consegna la testa alla sua compagna, indicandole il luogo su cui verrà edificata poi una chiesa a lei dedicata.
Il suo culto, benchè un pò fantasioso, è assai vivo nella città di Noyal-Ponthivy, dove viene ricordata il 4 luglio.
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SAN MINIATO
San Miniato, identificato come un principe armeno convertitosi al Cattolicesimo, nel 250 circa d.C. s'era messo in viaggio verso Roma e lungo la strada, fermatosi a Firenze, si diede a predicare la Parola di Cristo.
Fatto prigioniero da Decio, fu da lui più volte richiesto di abiurare alla sua fede e richiesto di compiere sacrifici ed offerte agli dei, ma il santo fu irremovibile e Decio, contrariato, lo sottopose a vari tipi di torture da cui però Miniato uscì sempre illeso.
Destinato, infine, al taglio della testa, il santo accettò la morte con serenità e quando la testa cadde a terra, Miniato si chinò a riprenderla nelle sue mani per allontanarsi da quel luogo, dirigendosi verso la collina sovrastante Firenze, dove poco dopo morì e dove, successivamente, sarebbe stata edificata la basilica a lui dedicata.
Si parla anche però di un Miniato locale, un eremita che ai primi tempi del cristianesimo viveva nelle vicinanze del cimitero e che, decapitato, trasportò la sua testa mozzata dalla città al colle dove voleva essere sepolto
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SAN GEMOLO DI GANNA
Si racconta che verso l'anno 1000 un Vescovo di Milano si dirigeva verso Roma per recarsi dal Papa e per visitare le tombe dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Lo accompagnavano alcuni servitori e guardie ed un suo giovane nipote, Gemolo.
Poichè si avvicinava la notte egli decise di fermarsi, assieme al suo seguito, in alcuni prati della Valle Marchisolo dove c'era spazio ed erba per foraggiare i cavalli. Ma si sapeva che da quelle parti spesso i briganti rapinavano le carovane e decise di mettere di sentinella Gemolo ed alcune guardie.
In effetti, durante la notte, dei briganti eludendo la sorveglianza riuscirono a rubare il cavallo del Vescovo ed altri suoi averi, fuggendo subito dopo.
Appena Gemolo s'accorse dell'accaduto, si gettò sulle loro tracce assieme al suo compagno Imerio, raggiungendoli presso una sorgiva dove stavano dissetandosi, oggi denominata "fonte di San Gemolo".
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I due giovani s'avvicinarono cautamente ai briganti che subito imbracciarono le armi, ma Gemolo cercò di placare gli animi presentando sè ed il suo amico ed implorando, per amor di Dio, di restituire il maltolto al Vescovo.
Alla sua pacata richiesta, un brigante rispose invece con astio che andò su tutte le furie, dicendo che Dio non esisteva e che se fosse esistito non aveva alcun amore nè per lui nè per loro due.
Parole che denotavano una grande infelicità e a cui Gemolo replicò affermando che invece Dio amava sicuramente il brigante ma che questi doveva lasciarsi amare da Lui e gli propose di restituire il maltolto lasciando al Signore di ricompensarlo in qualche modo.
Il brigante ridendo lo affrontò con odio chiedendogli cosa sarebbe stato disposto, lui, a fare per amore di Dio... per esempio a farsi tagliare la testa? Il ragazzo rispose convinto che se quella era la volontà di Dio egli l'avrebbe affrontata, ma questa risposta eccitò ancor più il brigante che ad un certo punto prese la spada e staccò di netto il capo al giovane, mentre gli altri suoi amici si accanirono contro Imerio che però riuscì a scappare su un cavallo ma girovagò senza meta finchè non si fermò davanti ad una chiesa dove morì.
Intanto Gemolo, nonostante avesse la testa staccata dal corpo, si rialzò e presala in mano rimontò a cavallo prendendo la via dell'accampamento del Vescovo, ma il cavallo imbizzarritosi proseguì la corsa fino alle pendici del Mondonico dove poi si fermò.
Il Vescovo riuscì a raggiungerlo e a tirarlo giù dal cavallo per seppellirlo degnamente in quel luogo.
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SANTA GWENFREWI O VINFREDA
Della santa di nome Winifred, Winifrid o Gwenfrewi, italianizzato in Vinifreda, nata nel VII secolo, si narra che suo padre, Teuyth, era un valoroso soldato che aveva sposato Gweolo, sorella di san Beuno, al quale Teuyth aveva regalato un terreno su cui il santo costruì una piccola chiesa.
Successivamente S. Beuno divenne direttore spirituale della figlia di Teuyth, Gwenfrewi.
Un giorno la giovinetta era sola in casa ed il principe Hawarden, fermatosi per chiedere dell'acqua, notò che nessuno poteva vederlo e cominciò a circuirla. Con una scusa la giovane riuscì a scappare e a chiamare in suo aiuto lo zio Beuno, ma Hawarden la inseguì a cavallo e raggiuntala, le tagliò la testa.
Questa, cadendo, diede vita ad una sorgente che anche ora è ritenuta produrre acque miracolose (sorgente santa o fonte di santa Winifred, così venne chiamato il luogo dell'agguato).
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Sopravvenuto S. Beuno, rimise al suo posto la testa della giovane che riprese vita, portando però per tutta la sua esistenza una vistosa cicatrice bianca intorno al collo.
Si narra poi che Gwenfrewi si fermò a Holy Well e vi rimase circa otto anni, fondando un convento e più tardi si trasferì in un monastero a Gwytherin, come badessa, dove restò fino alla morte, avvenuta verso 660.
La santa venne sepolta in quell'bbazia e nel 1138 le sue reliquie furono translate con grande solennità nell'abbazia di Shrewsbury diventata meta di pellegrinaggi e distrutta nel 1540 su ordine di Enrico VIII.
E Patrona del Galles. |
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SAN LUCIANO DI BEAUVAIS
Si dice che provenisse da una nobile famiglia romana e che si chiamasse Lucio, ma convertitosi prese il nome di Luciano.
Verso la metà del III secolo d.C. egli, assieme ad altri due compagni, probabilmente San Giuliano e san Massimiano, partì da Roma verso le Gallie, su ordine di papa Clemente I che lo aveva ordinato Vescovo, per evangelizzare la regione di Beauvais.
Durante il viaggio, attraversando la città di Parma venne imprigionato per la sua fede ma poi subito liberato, si recò a Pavia e ne convertì la popolazione, arrivò ad Arles e mentre Denis si fermò a Lutetia, egli si diresse finalmente verso Beauvais.
Qui, durante le persecuzioni dell'imperatore Diocleziano (290 circa) venne martirizzato assieme ai suoi compagni, fuori della città.
Gli venne recisa la testa e secondo la tradizione dei cefalofori, egli la riprese dal suolo e camminò verso Beauvais e al centro della città si fermò e spirò. Là venne sepolto.
Viene chiamato "apostolo di Beauvais" ed è Patrono della città. Viene ricordato liturgicamente l'8 gennaio.
SAN GIULIANO DI BEAUVAIS viene ricordato il 12 aprile
SAN MASSIMIANO DI BEAUVAIS l'8 gennaio. |
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SAN FIRMINO
Figlio di un senatore pagano, nacque a Pamplona nel III secolo.
Venne avvicinato alla religione cristiana da Sant'Onesto, da poco arrivato nella sua città dopo un miracoloso intervento che l'aveva liberato dalla prigionia di Carrcassonne.
La sua conversione toccò i cuori dei genitori che però si convertirono solo dopo aver conosciuto ed ascoltato San Saturnino di Tolosa che, pare, li battezzò tutti e tre.
Apprese l'arte oratoria e del predicare da Sant'Onesto e a 18 anni venne mandato a Tolosa, dove poi divenne sacerdote.
Restò in Francia, ad Amiens e venne nominato Vescovo a soli 24 anni, ma essendo la sua opera di annunciatore del Vangelo, invisa al potere, venne imprigionato ed infine decapitato.
Nella sua città natale venne poi portata la reliquia dellasua testa.
La sua festa viene celebrata il 7 luglio. |
LA LEGIONE TEBEA
La mitica Legione Tebea o Tebana, detta anche Legione
Fulminante per i grandi prodigi di valore compiuti in
Oriente, era formata - così dice una antica Passio
- da oltre 6000 soldati, ma più probabilmente
si trattava di una coorte, circa un migliaio di uomini,
per lo più originari dell’Egitto e più
precisamente delle zone della Tebaide (da cui il nome
di Tebea) della Nubia e dell’Etiopia.
Poichè queste terre erano state tra le prime
ad essere evangeizzate, i soldati che la componevano
erano in maggioranza di religione cristiana e si dice
che il Primicerius Maurizio, cioè il Capo della
Legione, non accettasse nelle sue file se non dei cristiani.
Essa era stanziata normalmente sui confini meridionali
dell’Impero Romano, ma per arginare le numerose
incursioni delle tribù celtiche nelle Gallie,
proprio sui confini tra Gallia e Italia, nel 286 d.
C., la Legione Tebea venne trasferita sulle Alpi, sotto
il comando generale di Marco Aurelio Massimiano Erculeo,
che condivideva il titolo di imperatore con Diocleziano
e che aveva designato Milano come capitale dell’impero.
Secondo una delle versioni storiche, traversato il passo
del Gran San Bernardo e giunti ad Octodurum (ora Martigny),
prima del combattimento imminente, Massimiano comandò
ai soldati di offrire sacrifici agli dei, ma la gran
parte di essi rifiutò, professando che essi adoravano
solo Gesù Cristo.
Al comando di Maurizio, i dissidenti si allontanarono quindi dal grosso delle truppe, stabilendosi ad Augaunum, poi diventata Saint Maurice dal nome del Legionario, seguiti e raggiunti però dalle altre truppe fedeli a Massimiano, che ne ordinò dapprima la flagellazione e poi la decapitazione. Probabilmente venne dapprima giustiziato un soldato ogni dieci, procedendo poi ad una seconda decimazione.
L’altra versione della storia riguardante la Tebea - desunta dalla Passio stilata dal Vescovo Eucherio di Lione – narra che la Legione si sarebbe rifiutata di combattere contro delle popolazioni cristiane che popolavano le Alpi e per questo sterminata.
Quasi tutti i soldati uccisi trovarono sepoltura in piccoli centri montani adiacenti i luoghi in cui era avvenuta la loro decapitazione; alcuni di quei corpi, poi, vennero trasferiti a Roma per ordine papale e successivamente varie reliquie ritornarono nei siti dove questi eroi della fede erano stati inizialmente seppelliti.
Questi legionari, ricordati anche come i Martiri di Auganum, sono molto venerati in quella zona in cui sono stati ritrovati i resti di un’antica basilica, risalente al IV secolo, in cui probabilmente il Vescovo Teodoro aveva raccolto alcune delle reliquie dei Legionari, il chè confermerebbe la realtà degli avvenimenti sopra riportati. Si dice anche che il sangue di alcuni di questi martiri sia stato conservato da San Martino di Tours.
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Sigillo della città di Zurigo con i tre Santi
immagine rtratta da :
http://it.wikipedia.org/wiki/Felice_e_Regola
Source: Website Gang dur Alt-Züri (Datei retouchiert)
Author: upload by Roland zh 00:05, 21. Mai 2008 (UTC
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SANTI
FELICE, REGOLA ED ESSUPERANZI
Anche se probabilmente la loro
appartenenza alla Legione Tebea è una leggenda,
i Santi Martiri Felice e Regola ed il loro servitore
Essuperanzio vengono ricordati tra i tanti martiri
morti nella decimazione o successivamente.
Condannati a morte per non aver voluto uccidere i loro commilitoni cristiani e sacrificare agli dei, fanno parte anch'essi dei "cefalofori".
Felice e Regola assieme al servitore Essuperanzio sarebbero scampati alla decimazione e rifugiatisi in Svizzera, a Zurigo, avrebbero evangelizzato la città ma, scoperti dalle autorità romane, erano poi stati condannati alla decapitazione dal governatore, ma avrebbero raccolto le loro teste mozzate per portarle sino
al luogo della loro sepoltura. |
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SAN LIVIER (LIVIERO O LIVARIO) DI METZ
San Livier, Liviero o Livario, nato a Metz all'inizio del V secolo, nato in una nobile famiglia, morì martire (chi dice a Marsal), ma probabilmente la sua morte avvenne nella città stessa in cui era nato, invasa dagli Unni, dove combatteva per difenderla
.
Livier fu fatto prigioniero e gli venne richiesto di rinnegare la sua fede e al suo secco diniego gli venne tagliata la testa di netto.
Ma tra lo stupore dei presenti, Livier raccolse da terra il suo capo mozzo per depositarlo poco più lontano, dove improvvisamente apparve una sorgente d'acqua.. Gli Unni, atteritti, scomparirono da quel campo e gli abitanti della zona seppellirono il corpo del santo in una cappella, creata appositamente, sul monte San Giovanni, presso Moyenvic, che divenne subito luogo di pellegrinaggi.
Successivamente venne traslato a Metz
nella chiesa di San San Poliuto, che poi prese il suo nome. Più tardi, la chiesa venne abbandonata e le sue reliquie spostate nella Basilica di S. Vincenzo. Viene ricordato il 17 giugno
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SAN GIUSTO DI NOVALESA
L’epoca in cui san Giusto visse e morì è piuttosto controversa: c’è chi dice che sia morto ad opera dei Longobardi (seconda metà del 500) e chi durante le incursioni dei Saraceni (inizi 900), con un “salto temporale” di vari secoli e nulla si evince da una strana iscrizione posta sotto il suo capo nella tomba in cui era contenuto il suo corpo: "Qui giace Giusto, monaco, fratello di Leone, compagno di S. Pietro il vero”.
Ma a parte le storie fantasiose o meno, è quasi certo che San Giusto fosse un monaco della abbazia di Novalesa che custodì il monastero nel periodo delle invasioni dei saraceni.
Egli rimase nell’abbazia, assieme a san Flaviano, amministrando i beni e prendendosi cura dei fedeli del circondario. Ma quando arrivarono i Saraceni i due santi si rifugiarono ad Oulx dove vennero uccisi.
Anche qui voci contrastanti sostengono che siano andati prima sui monti Beaulard eppoi ad Oulx, dove si rifugiarono in una grotta e dove ebbero un’apparizione angelica che li spronò a ritornare in città per immolarsi assieme agli altri cristiani martiri.
Dopo aver assistito a numerose uccisioni di monaci e di civili, anch’essi vennero assassinati.
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Di san Giusto si dice che ebbe recisa di netto la testa, il che lo rende un santo cefaloforo, e che il suo corpo venne buttato in un pozzo e ricoperto di pietre.
I suoi resti vennero sepolti a Oulx e nel 1027-29 trasferiti nella chiesa di Susa, diventata poi Cattedrale, fatta costruire apposta dal Marchese Manfredi.
Il Santo viene ricordato liturgicamente il 19 ottobre.
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SANT'AFRODISIO
Afrodisio, nome di origine greca che deriva da Afrodite, dea greca della bellezza e dell'amore, viene ricordato il 28 aprile. Stando a Gregorio di Tours, egli era un egiziano martirizzato in Linguadoca, nel sud della Francia, con i suoi seguaci Caralippus, Agapius, ed Eusebio.
Questa antica leggenda narra che egli fosse un pagano, sacerdote di Heliopolis che accolse la Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto quando si fermò ad Hermopolis.
Dopo molti anni, sentiti i miracoli che Gesù faceva in Gerusalemme, egli si sarebbe recato là per incontrarlo, diventando un suo discepolo e dopo la sua Morte e Risurrezione, ricevuto il dono dello Spirito Santo sarebbe andato a portare la Buona Novella in Francia, in Provenza.
Afrodisio si sarebbe poi stabilito a Beziers, vivendo in una grotta nelle vicinanze della città, di cui più avanti sarebbe divenuto Vescovo.
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Si dice, inoltre, che attorno al 65 d.C., egli con alcuni compagni, venne decapitato dai pagani e la sua testa gettata in un pozzo, ma respinta fuori da una forza inspiegabile. Il capo mozzato venne raccolto dallo stesso Afrodisio che si mise a camminare nelle vie della città, compiendo vari miracoli, finchè non si ritrovò nella sua grotta in cui viveva, su cui poi sorgerà una Basilica a lui dedicata. In questa versione si fa anche menzione della presenza di un cammello su cui il santo sarebbe arrivato in città e che viveva con lui vicino alla grotta. L'animale, dopo la morte del santo venne curato dagli abitanti della città.
In ricordo di questo fatto, successivamente c'era l' usanza di condurre un cammello meccanico nella processione a Béziers in occasione della festa del santo, tradizione eliminata e ripristinata a più riprese nel corso dei secoli.
Questo è quanto indica la leggenda, mentre pare che in realtà San Afrodisio sia stato davvero Vescovo e confessore. Probabilmente si è fatta confusione tra vari santi riportanti lo stesso nome, di varie provenienze e di varie epoche. |
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SANTA TREFINA
Santa Trefina, nata nel VI secolo, figlia del conte di Vannes, Varoch, era cresciuta sotto la guida spirituale di San Gilda.
Solo per evitare ai suoi conterranei l'invasione del regno, aveva accettato di sposare Re Conomor, di dubbia moralità, del quale si diceva che avesse ucciso le sue varie mogli precedenti.
Attendeva un bambino da Conomor, ma decise di fuggire lontano da lui, che però la raggiunse nel bosco dove si era rifugiata e che la decapitò.
Risuscitata da San Gilda, diede alla luce suo figlio, poi si ritirò in un monastero in cui visse sino alla morte.
Viene ricordata il 7 novembre. |
SAN DESIDERIO DI GENOVA O DI LANGRES (SAN DIDIER) |
Desiderio di Genova o di Langres, nacque in un villaggio vicino Genova, Favrega (dal latino "fabrica"), nel IV secolo e pare, ma non è certo, che abbia partecipato al concilio di Sardica del 343 e a quello di Colonia del 346.
Nell'anno 345, dopo la morte del Vescovo Giusto, il popolo di Favrega mandò alcuni cittadini a Roma perchè fosse il Papa stesso a nominare il loro Vescovo. Durante il viaggio, vicino Genova, però, essi incontrarono Desiderio e a causa di segni prodigiosi, compresero che era proprio lui il Vescovo da eleggere..
Durante l'invasione dei Vandali venne martirizzato col taglio della testa, che lui, dopo morto, portò tra le mani ritornando a Langres. Viene ricordato il 23 maggio.
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SANTA TANCA |
Si dice che all'inizio dell'era cristiana, questa giovane santa, Tanca, rifutasse un domestico che la insidiava e che al suo diniego la decapitò con la spada. Ella si rialzò da terra, prese la testa tra le mani e si diresse verso la campagna, fino alla Valle di Luthre dove la depositò.
Là venne costruita una cappella, luogo di pellegrinqaggio durante il Medio Evo.
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SAN FREZAL
Secondo un'antica tradizione orale, San Frezal era Vescovo di Gabali sotto Ludovico II il Pio e probabilmente di nobili origini e lo si ricorda per il suo impegno nel voler cancellare l'idolatria dalla regione di Gévaudan.
Ma il nipote Bucilinus, l'avrebbe ucciso con il taglio della testa, che lui avrebbe raccolto e portata fino al posto in cui desiderava essere sepolto.
E' venerato come santo nella chiesa Cattolica.
Su di lui viene riportato uno strano fatto che avvenne durante la traslazione - voluta dal Vescovo di Mende - che alla fine riuscì impossibile, poichè il corpo del santo, ritrovato intatto, si "rifiutò" a tutti gli effetti di uscire dalla chiesa, qualunque sforzo si facesse. Rimase quindi nel luogo che egli stesso aveva scelto.
E' sepolto a La Canourgue in un antico sarcofago preesistente e viene festeggiato il 4 settembre
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SAN REVERIEN (o Reverianus ) DI AUTUN
Di origine probabilmente italiana, San Reverien, Vescovo di Autun, assieme ad un confratello e a un piccolo gruppo di catechisti, venne inviato da Papa Felice I come missionario in Gallia, per far proseliti tra gli Edui, una tribù celtica, nella città di Autun.
Questo piccolo gruppo di cristiani, nonostante la guerra tra i Celti, riuniti in una sorta di Impero delle Gallie, e l'impero Romano, continuarono la loro opera di catechizzazione ma poi vennero uccisi.
Di San Reverien che venne decapitato, si dice che sia uno dei santi cefalofori. |
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SAN LUPIEN O LOUVENT
Ecco un altro santo dalla testa staccata dal busto e portata con le proprie mani. La testa verrà poi presa da un'aquila e portata verso l'alto.
Di lui e della sua storia poco o nulla si sa, tranne che era abate di Gevaudan, martirizzato nella regione dello Champagne e viene annoverato nella larga schiera dei santi Cefalofori.
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SANT' ELIPHE ( 0 ELOPHE, ALOPHE)
Sant'Elophe, primo martire della Lorena, era un cristiano e uomo di fede convinto che cercava con il suo eloquio di portare tutti a Cristo, riuscendo ad ottenere varie conversioni.
Avendo un giorno distrutto degli idoli pagani, venne imprigionato eppoi condotto dinanzi a Giuliano l'Apostata che cercò di convincerlo ad abiurare la sua fede. Ma egli, imperterrito, continuò a dirsi fermamente cristiano e venne quindi imprigionato e condannato ad esser decapitato.
Il santo raccolse da terra la sua testa e si diresse verso una collina, sedette sopra una pietra e fece ai presenti un ultimo sermone. Poi venne sepolto lì accanto e su quel luogo venne innalzata una chiesa.
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SANTI PRINCIPIN, GENITOUR, ETIENNE, TRIDOR
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San Principino
San Genitour
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Tutti appartenenti ad una famiglia di origini gotiche, si erano trasferiti, durante l'invasione dei Franchi, assieme agli altri fratelli (erano 12 in tutto) e la madre nella zona di Tours dove S. Martino, vescovo della città, li accolse benevolmente iniziando a far conoscere loro le verità cristiane e battezzandoli.
Il re dei Goti Agrippino, venuto a conoscenza di tutto ciò li fece ricercare nelle zone intorno a Tours.
Principino fu trovato in riva a un fiume e quando gli chiesero chi fosse egli rispose chiaramente che era un cristiano, servitore di Gesù.
A queste parole subito uno dei soldati prese un'ascia e decapitò il giovane.
Egli prese la testa tra le mani e cominciò a camminare.
Anche altri tre fratelli, Etienne e Tridor e Geniteur (o Genitour) vennero decapitati.
I quattro vennero denominati "I quattro Buoni Santi".
Si dice che Genitour abbia preso anche lui la sua testa caduta e attraversato il fiume.
Non si sa bene se il seguito della storia si riferisca a lui o a San Principino: si dice che, utilizzando delle grosse pietre, traversò il fiume Aumance, sempre con la sua testa mozzata in mano, per dirigersi verso una chiesa dove gli aprì un vecchio monaco cieco che lo fece entrare.
Essendo questi venuto a contatto con il cefaloforo ed avendo toccato il suo sangue, dopo essersi strofinato gli occhi, recuperò la vista.
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SANTA SIDWELL O SATIVOLA
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Sidwell o Sativola era una giovane donna sassone molto religiosa che viveva ad Exter nell'ottavo secolo
La sua matrigna che la odiava, volendola sopprimere, assoldò un uomo che le tagliò di netto la testa con una falce, mentre era nei campi di sua proprietà.
Là dove la sua testa cadde sprizzò una sorgente, che diventò subito meta di pellegrinaggi.
Si annovera tra i santi cefalofori e viene ricordata il 2 agosto. |
SAN PIATO O PIATONE DI TOURNAI
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Il Santo in questione faceva parte del gruppo di cristiani, partiti da Roma per raggiungere Parigi, assieme a San Dionigi, che poi lo consacrò sacerdote e lo inviò a Tournai.
Secondo la antica e confusa Passio, venne arrestato eppoi ucciso.
Si dice che gli tagliassero in parte la testa. e che lui, dopo averla raccolta, si avviò verso Seclin dove fu sepolto.
In tempi successivi Chartres reclamò la presenza del corpo del santo nella propria abbazia.
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SAN DONATO
Il Santo ritratto da Filippino Lippi
( Da "TOSCANI... BENEDETTI" - SANTI E BEATI TOSCANI di Cartantica)
Vescovo e Martire del III secolo, nato a Nicomedia, si traferì
con la famiglia a Roma dove divenne chierico, sotto il regno
di Giuliano l'Apostata, suo compagno di scuola, strenuo oppositore dei cristiani a
cui aveva dapprima interdetto le cariche pubbliche e poi fatto
oggetto di persecuzioni.
Tra gli altri, vennero uccisi anche
i genitori del ragazzo che, per salvarsi, si recò ad
Arezzo dove si stabilì in un convento, in cui visse
pregando, facendo penitenze e coadiuvando il monaco Ilariano.
Dei due si dice che operassero miracoli, alcuni dei quali
compiuti proprio da Donato che fece risuscitare una donna,
ridonò la vista ad una cieca ed esorcizzò un
nobile del luogo.
Ordinato diacono, venne poi prescelto come successore di San
Satiro alla guida della diocesi di Arezzo, dove svolse fattivamente
il suo incarico, continuando ad operare conversioni e prodigi,
tra cui Il più noto è quello seguente:
"Un giorno mentre Donato stava celebrando la Messa ed
aveva in mano un calice di vetro, entrarono in chiesa dei
pagani che frantumarono il calice. Il Santo Vescovo, allora,
raccolse ogni frammento, ricomponendo parzialmente il calice
a cui mancava il fondo; nonostante ciò egli continuava
a servire il vino senza che nemmeno una goccia ne cadesse".
Inaspritasi le persecuzioni verso i cristiani, Donato e Ilariano
vennero arrestati ed uccisi per decapitazione e per questo lo si annovera spesso tra i santi portatori della propria testa
dopo la decapitazione. E' Patrono della città di Arezzo dove viene ricordato il 7 agosto, ed è invocato contro i mali di testa.
Difficilmente viene ritratto come santo cefaloforo.
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Bibliografia
da http://commons.wikimedia.org/wiki/Category:Cephalophores
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:Chivres_-_saint_L%C3%A9ger_-vitrail.JPG
http://www.tourisme93.com/basilique/les-autres-saints-cephalophores.html
http://www.lavieb-aile.com/article-chapelle-sainte-trephine-a-pontivy-110364692.htmlhttp://vivrevouivre.over-blog.com/tag/saints%20cephalophores
http://reliquarian.com/2014/11/11/the-head-carriers-headless-saints-from-saint-denis-to-saint-nicasius/
http://commons.wikimedia.org/wiki/File:024_Ploumilliau_statue_de_saint_Milliau.JPG
http://r-r-y-mougeot.wifeo.com/aux-saints-cephalophores.php |