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SANTE CURIOSITA'
VARIE
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LA FEDE DI ALESSANDRO MANZONI
Il grande scrittore Alessandro Manzoni, che in gioventù s'era allontano dalla religione, in età matura divenne molto pio e perseverante, fu devotissimo al SS. Sacramento e nella Comunione frequente trovò la forza della coerenza.
Ogni domenica, nella chiesa di S.Fedele, a Milano, egli si accostava alla Comunione con devozione tale da meravigliare tutti.
Inoltre, insegnava il Catechismo ai fanciulli della Parrocchia e si dispiaceva immensamente se talvolta qualche contrattempo non gli permetteva di farlo.
Alla figlia Vittoria, che si preparava alla Prima Comunione, scrisse una bellissima lettera, inculcandole gli insegnamenti per mantenersi costanti sulla via della virtù.
:"... I sentimenti che hai della ineffabile Grazia, che ti prepari a ricevere, mi dà soave fiducia che essa sarà per te un principio di grazie continue e di non interrotte benedizioni... non vi è vero contento se non nell'unione con Dio... chiedi al Signore, con ferma speranza, quello di cui senti già tanto bisogno: chiedigli anticipatamente quello che ti sarà necessario quando il mondo, con le sue lusinghe e con le sue dottrine egualmente bugiarde, ti proporrà, t'intimerà, ti mostrerà in pratica una legge contraria a quella, che ti deve salvare..."
Scrisse anche alcuni versi, degni di lui, che forse ai nostri orecchi moderni suoneranno un pò arcaici, ma quello che comunque trasmettono è un'immensa e profonda Fede. E questa non ha età::
A Gesù Sacramentato
Si, tu scendi ancor dal cielo:
Sì, tu vivi ancor fra noi:
Solo appar, non è quel velo
Tu l'hai detto, il credo, il so.
Come so che tutto puoi
Che ami ognora i tuoi redenti,
Che si addicono i potenti
A un amor che tutto può.
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Prima della S. Comunione
Ostia umil! - Sangue innocente,
Dio presente, - Dio nascosto,
Figlio d'Eva, - eterno Re!
China il guardo, - o Dio pietoso,
A una polve - che Ti sente,
Che si sperde - innanzi a Te.
Vieni, Signor, riposati,
Regna ne' i nostri petti,
Sgombra da' nostri affetti
Ciò che immortal non è.
Sii nostro: ogni tua visita
Prepari un tuo ritorno,
Fino a quell'aureo giorno
Che ci rapisca in Te.
Vieni, vieni, Gesù mio,
In possesso del mio core,
Tutto infiammalo d'amore,
Onde viva sol per Te.
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Dopo la S. Comunione
Sei mio, con Te respiro,
Vivo di Te, gran Dio!
Confuso, a Te col mio
Offro il tuo stesso amor.
Empi ogni mio desiro,
Parla, chè tutto intende,
Dona, chè tutto attende
Quando ti alberga un cor.
Questo terror divino
Questo secreto ardor,
e' che mi sei vicino,
E' l'aura tua, Signor.
Sospir dell'alma mia.
Sposo, Signor, che fia,
Nel tuo superno amplesso
Quando di Te, Tu stesso
Mi parlerai nel cor?
Con che fidente affetto
Vengo al Tuo santo trono,
Mi atterro al tuo cospetto,
Mio Giudice, mio Re!
Con che ineffabil gaudio
Tremo dinanzi a Te!
Cenere e colpa io sono,
Ma vedi che T'implora,
Chi vuole il tuo perdono,
Chi merita, chi adora
Chi rende grazie in me!
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Bibliografia: Cultura Religiosa Popolare - Le fonti della Grazia
- Volume V Gennaio 1933 |
GIOCA
COI FANTI...
E LASCIA STARE I SANTI
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Non così ha fatto una casa editrice
di carte da gioco francese - la Edition Dusserre, Parigi -,
seguita poi da molte altri produttori, di cui molti italini, che ha messo sul mercato un mazzo di carte per il poker o
ramino o altro composto da 54 carte, che si chiama "
I Santi - Patroni delle Corporazioni e Protettori".
Le carte rappresentano 48 santi tra i più
conosciuti e sui quattro 2 del mazzo sono elencati in ordine
alfabetico i vari Patronati e protezioni. Le immagini sono
a colori e si tratta per lo più di rappresentazioni
di statue lignee o di vetrate o dipinti. Davvero curiose e
interessanti! |
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LA SPADA NELLA ROCCIA E SAN GALGANO
No, non si tratta della leggenda di Re Artù, bensì
di quella relativa ad un santo poco conosciuto, San Galgano.
Nato nella prima metà del XII secolo, le notizie sulla
sua vita sono poche e confuse; sembra che sin dalla fanciullezza
ebbe visioni angeliche, come quella in cui San Michele chiedeva
a sua madre di consacrarlo cavaliere.
Sembra inoltre, che
egli abbia passato la sua gioventù tra battaglie e dissipazioni,
sino a quando un altro angelo gli ordinò di seguirlo
al di là di un fiume.
Il giovane obbedì e, giunto
sul monte Siepi, si trovò dinanzi ad una piccola casa
rotonda dove ebbe l'apparizione dei 12 Apostoli che gli consegnarono
un libro aperto che però lui non poteva leggere, essendo
analfabeta. Ma, alzando gli occhi al cielo, ebbe la visione
di Dio.
Gli apostoli gli ordinarono poi di costruire una chiesa
di forma rotonda là dove si sarebbe fermato il suo
cavallo.
Il giovane santo, ancora con indosso le sue vesti
e la spada da cavaliere, volle piantare in terra la spada,
a mò di croce, per pregare ma, invece della nuda terra,
fu la pietra, miracolosamente malleabile, ad accoglierla per
poi stringerla in una morsa tenacissima.
Egli comprese il
segno: si sfilò l'abito fino ad allora indossato per
combattere e vi fece un foro nel mezzo, trasformandolo in
veste monacale e s'inginocchiò in contemplazione, conducendo d'allora in poi
una vita esemplare che si concluse dopo pochi anni.
Il tempo è passato, ma la spada è sempre lì nella nuda terra, nella piccola chiesetta sul monte Sepi dove si espone, dal lunedì di Pasqua fino alla domenica successiva al Ferragosto, anche il capo di San Galgano, che viene poi riportato nella Chiesa di Chiusdino. |
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UN SANTO INESISTENTE - SAN NAPOLEONE
A questo nome, tanto famoso, in realtà
non corrisponde alcun santo.
Eppure, nelle alterne vicende
della storia, quando il Bonaparte era all'apice del
potere, dopo la vittoria di Austerliz, qualcuno pensò che bisognava pure trovargli
un santo protettore.
Venne così individuato un
santo martire chiamato Neopulo o Neapolis, amico di S. Saturnino, il cui nome venne adattato all'augusto
personaggio, trasformandolo in san Napoleone.
Su di lui venne intessuta dunque una "passio" che lo vedeva dapprima torturato poi in prigione fino alla morte.
La festa di San Napoleone martire venne collocata al 15 agosto, giorno del genetliaco dell'Imperatore,
sostituendolo a quello
ben più importante della festività dell'Assunta. |
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S. GIACOMO
IL MAGGIORE DA PESCATORE A CAVALIERE
Nell’alto Medioevo, San Giacomo viene raffigurato
come un cavaliere con la spada e a cavallo che sbaraglia
i Mori.
Come è possibile? Come è potuta
accadere una simile trasformazione, quando sappiamo
che l'Apostolo di Gesù era un pescatore e successivamente
un predicatore? E che cosa ha a che fare con i mori?
Una tradizione da sempre riconosciuta, vuole che S.
Giacomo abbia cristianizzato la Spagna e che le sue
reliquie fossero state portate a Santiago de Compostela,
diventata poi nei secoli meta di pellegrinaggi di devoti.
Durante
una delle guerre contro i mori, pare che un’invocazione
a S. Giacomo abbia del tutto cambiato le sorti della
battaglia. Si gridò al miracolo, per aver visto
il Santo con la spada sguainata che cavalcava dinanzi
alle truppe spagnole. Da quel giorno, dunque, cambiò
anche l’iconografia.
Ciò servì anche da spunto a 13 uomini
d’arme per costituire un Ordine di cavalieri per
la difesa e l’assistenza ai pellegrini diretti
a Compostela, in analogia con gli altri Ordini cavallereschi
creatisi per gli stessi motivi a Gerusalemme.
La festa di San giacomo è il 25 luglio..
San Giacomo è Patrono dei Pellegrini e degli
Escursionisti in genere. |
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I 4 EVANGELISTI E LA LORO SIMBOLOGIA
I 4 Evangelisti vengono quasi sempre
rappresentati con un simbolo che ne ha contraddistinto
l’iconografia:
San Matteo viene affiancato da un angelo
che gli offre una penna o un calamaio, quasi a suggerire
il testo del suo vangelo. L’angelo allude all’umanità
di Cristo e alla sua Incarnazione. Vista la sua occupazione
in vicioè quella di esattore delle imposte per
conto dei Romani, il santo è Patrono delle Guardie
di Finanza e comunque di chi si occupa della riscossione
del denaro pubblico (Banchieri, Cambiavalute, Contabili).
San Luca viene rappresentato assieme a un bue, che
allude al Sacrifico del figlio di Dio, alla sua Passione
e Morte, oppure viene riprodotto mentre dipinge la Vergine
Maria o con la borsetta del medico, come sembra sia
stato in vita. Dunque è considerato Patrono delle
arti e delle Accademie figurative, nonché dei
medici.
San Marco viene affiancato da un leone che rappresenta,
oltre che la forza della Resurrezione, anche la forza
di chi annuncia la Verità. Il Leone di san Marco
è anche rappresentato sulla bandiera di Venezia,
di cui è Patrono. E' anche Patrono dei segretari
e dei giornalisti.
San Giovanni è rappresentato assieme ad un’aquila
che, secondo i bestiari antichi, era l’unico animale
a poter fissare il sole. Essa rappresenta la gloria
dell’Ascensione, testimoniando anche l’ingegno
e l’illuminazione divina. S. Giovanni è
protettore dei teologi, degli scrittori e degli stampatori
e, essendo rimasto illeso – secondo una leggenda
– dal martirio d’essere gettato in una caldaia
d’olio bollente, è anche Patrono di tutti
i mesteri in cui si è esposti alle ustioni: armaioli,
candelai, nonchè degli scrittori. |
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