IL SANTO ROSARIO
di
P. LEONARDO BELLONCI, Francescano
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IL SANTO ROSARIO
PARTE QUARTA
Modi di pregare il Rosario
Fra molti ‘modi’ di pregare il Rosario, ne abbiamo scelti quattro, proposti
1) da Leone XIII,
2) da Pio XI,
3) dal B. Paolo VI,
4) da S. Giovanni Paolo II.
A) Secondo Leone XIII
a) Nel Rosario “Precede – come è giusto – l’orazione domenicale rivolta al Padre celeste.
Poi la nostra voce supplichevole si volge a Maria; in ossequio alla ricordata legge della sua mediazione e della sua intercessione, espressa da S. Bernardino da Siena con le seguenti parole
‘Ogni grazia, che si dispensa su questa terra, passa per tre ordini successivi.
- Da Dio viene comunicata a Cristo,
- da Cristo alla Vergine e
- dalla Vergine a noi’ (Sermo VI in festis B. M. V. de Annunc., a. I. c. 2).
E noi nella recita del Rosario passiamo per tutti e tre i gradini di questa scala, in diversa relazione tra loro; ma più a lungo e, in certo qual modo, più volentieri noi ci tratteniamo sull’ultimo, ripetendo per dieci volte il saluto angelico, quasi per innalzarci con confidenza agli altri due gradini, cioè per mezzo di Cristo, a Dio Padre.
Se torniamo a ripetere tante volte lo stesso saluto a Maria, è perché la nostra preghiera, debole e difettosa, venga rafforzata dalla necessaria fiducia, fiducia che sorge pensando che Maria, più che pregare per noi, prega “In nome nostro”.
Di certo le nostre preghiere saranno più gradite ed efficaci al cospetto di Dio, se saranno appoggiate dalla preghiera della Vergine; alla quale egli stesso rivolge l’amorevole invito: Risuoni la tua voce al mio orecchio, perché soave è la tua voce (Ct 2, 14).
Per questa stessa ragione nel Rosario torniamo tante volte a celebrare i suoi titoli gloriosi di mediatrice.
In Maria noi salutiamo
- Colei che incontrò favore presso Dio,
- Colei che fu da lui in modo singolarissimo colmata di grazia perché tale sovrabbondanza si riversasse su tutti gli uomini;
- Colei a cui il Signore è unito col vincolo più stretto che possa esistere;
- Colei che benedetta fra le donne, sola tolse di mezzo la maledizione e portò la benedizione’ (S. Tommaso d’Aq., super salut. Angel.), ossia il frutto benedetto del suo seno nel quale tutte le genti sono benedette;
- Colei, infine, che invochiamo Madre di Dio”.
(Leone XIII, Iucunda semper, 8 settembre 1894).
b) Un altro insigne titolo di raccomandazione è che “Il Rosario contiene una maniera facile per far penetrare e inculcare negli animi i dogmi principali della fede cristiana".
Esso con la sua meravigliosa ed efficace preghiera, ordinatamente ripetuta, riporta al ricordo e alla contemplazione dei misteri principali della nostra religione:
- di quelli, in primo luogo, per cui Il Verbo si è fatto carne, e Maria, Vergine intatta e Madre, gli prestò con santa gioia i suoi materni uffici;
- vengono poi le amarezze, i tormenti, la morte di Cristo, prezzo della salvezza del genere umano;
- infine sono i suoi misteri gloriosi: il Trionfo sulla morte, l’ascensione al cielo, la discesa dello Spirito Santo, lo splendore raggiante di Maria e del Figlio, la gloria eterna di tutti i santi”.
B) Modo di pregare il R. secondo Pio XI
“ E ciò ben si deduce dagli stessi fiori con cui, sul modo di recitare il Rosario, è composto questo mistico serto.
Quali preghiere () si possono trovare più adatte e più sante?
- La prima è quella che lo stesso nostro divin Redentore pronunciò quando i discepoli gli chiesero: Insegnaci a pregare (Lc 11, 1); santissima supplica che, come offre il modo, per quanto a noi è dato, di rendere gloria a Dio, così considera tutte le necessità del nostro corpo e della nostra anima..
Come può l’Eterno Padre, pregato con le parole dello stesso suo Figlio, non venirci in aiuto?
- L’altra preghiera è il saluto angelico, che inizia con l’elogio dell’arcangelo Gabriele e di santa Elisabetta, e termina con quella piissima implorazione con cui chiediamo l’aiuto della beata Vergine adesso e nell’ora della nostra morte” (Pio XI, Ingravescentibus malis, 19 sett. 1937).
C) Modo suggerito dal B. Paolo VI
Lo riportiamo fedelmente come è nella Marialis cultus.
“Il Rosario, secondo la tradizione accolta dal Nostro Predecessore san Pio V e da lui autorevolmente proposta, consta di vari elementi organicamente disposti.
- La contemplazione in comunione con Maria di una serie di misteri della salvezza, sapientemente distribuiti in tre cicli, che esprimono il gaudio dei tempi messianici, il dolore salvifico di Cristo, la gloria del Risorto che inonda la Chiesa.
- Contemplazione che, per sua natura, conduce a pratica riflessione suscita stimolanti norme di vita;
- l’Orazione del Signore, o Padre nostro, che per il suo immenso valore è alla base della preghiera cristiana e la nobilita nelle sue varie espressioni;
- la successione litanica dell’Ave, Maria, che risulta composta dal saluto dell’Angelo alla Vergine (Lc 1, 28) e dal benedicente ossequio di Elisabetta (Lc 1, 42) a cui segue la supplica ecclesiale Santa Maria.
- La serie continuata delle Ave, Maria è caratteristica peculiare del Rosario, e il loro numero nella forma plenaria di centocinquanta, presenta una certa analogia col Salterio ed è un dato risalente all’origine stessa del pio esercizio. Ma tale numero, secondo una comprovata consuetudine, diviso in decadi annesse ai singoli misteri, si distribuisce nei tre cicli anzidetti, dando luogo alla nota Corona delle cinquanta ‘Ave Maria’, la quale è entrata nell’uso come misura normale del medesimo esercizio e, come tale, è stata adottata dalla pietà popolare e sancita dall’Autorità Pontificia, che la arricchì anche di numerose indulgenze.
- La dossologia Gloria al Padre che, conforme ad un orientamento comune della pietà cristiana, chiude la preghiera con la glorificazione di Dio, Uno e Trino, dal quale, per il quale e nel quale sono tutte le cose” (Rm 11, 36) (B. Paolo VI, Marialis cultus, n. 49).
“Questi sono gli elementi del santo Rosario.
Ognuno di essi ha la sua indole propria che, saggiamente compresa e valutata deve riflettersi nella recita, perché il Rosario possa esprimere tutta la sua ricchezza e varietà.
Detta pertanto così, la preghiera del Rosario .diverrà
- Grave e implorante nell’orazione del Signore,
- lirica e laudativa nel calmo fluire delle Ave, Maria;
- contemplativa nell’attenta riflessione intorno ai misteri;
- adorante nella dossologia.
E ciò deve avvenire nelle varie forme in cui si è soliti recitare il Rosario:
- o privatamente quando l’orante si raccoglie nell’intimità con il suo Signore;
- o comunitariamente, in famiglia o tra fedeli riuniti in gruppo per creare le condizioni di una particolare presenza del Signore (Mt 18, 20);
- o pubblicamente, cioè in assemblee nelle quali è convocata la comunità ecclesiale” (B. Paolo VI, Marialis cultus, n.50).
“In tempi recenti sono stati creati alcuni pii esercizi, che traggono ispirazione dal Rosario.
Tra essi desideriamo indicare e raccomandare quelli che inseriscono nello schema consueto delle celebrazioni della parola di Dio alcuni elementi del Rosario della Beata Vergine, quali la meditazione dei misteri e la ripetizione litanica del saluto angelico” (B. Paolo VI, Marialis cultus n. 51).
D) Il modo suggerito da S. Giovanni Paolo II
E’ sintetizzabile in 7 punti (dal n. 29 al n. 35).
Per la comodità dell’orante riportiamo anche qui il testo originale.
1 - Enunciazione del mistero
“Enunciare il mistero, e magari avere la possibilità di fissare contestualmente un’icona che lo raffiguri, è come aprire uno scenario su cui concentrare l’attenzione.
Le parole guidano l’immaginazione e l’animo a quel determinato episodio o momento della vita di Cristo.
Nella spiritualità che si è sviluppata nella Chiesa, sia la venerazione di icone che le molte devozioni ricche di elementi sensibili, come anche lo stesso metodo proposto da Sant’Ignazio di Lojola negli Esercizi Spirituali, hanno fatto ricorso all’elemento visivo e immaginativo (la compositio loci) ritenendolo di grande aiuto per favorire la concentrazione dell’animo sul mistero.
E’ una metodologia, del resto, che corrisponde alla logica stessa dell’Incarnazione: Dio ha voluto prendere, in Gesù, lineamenti umani. E’ attraverso la sua realtà corporea che noi veniamo condotti a prendere contatto con il suo mistero divino.
A questa esigenza di concretezza risponde anche l’enunciazione dei vari misteri del Rosario.
Certo, essi non sostituiscono il Vangelo e neppure richiamano tutte le sue pagine. Il Rosario pertanto non sostituisce la lectio divina, al contrario la suppone e la promuove.
Ma se i misteri contemplati nel rosario, anche con il completamento dei mysteria lucis, si limitano alle linee fondamentali della vita di Cristo, da essi l’animo può facilmente spaziare nel resto del Vangelo, soprattutto quando il Rosario è recitato in particolari momenti di prolungato raccoglimento” (S. Giovanni Paolo II, R. V. M. n. 29).
2 - L’ascolto della Parola di Dio
“Per dare fondamento biblico e maggiore profondità alla meditazione, è utile che l’enunciazione del mistero sia seguita dalla proclamazione di un passo biblico corrispondente che, a seconda delle circostanze, può essere più o meno ampio. Le altre parole infatti non raggiungono mai l’efficacia propria della parola ispirata. Questa va ascoltata con la certezza che è Parola di Dio, pronunciata ‘per l’oggi e ‘per me’.
Accolta così entra nella metodologia di ripetizione del Rosario senza suscitare la noia che sarebbe causata dal semplice richiamo di un’informazione ormai ben acquisita. No, non si tratta di riportare alla memoria un’informazione, ma di lasciar ‘ parlare’ Dio.
In qualche occasione solenne e comunitaria, questa parola può essere opportunamente illustrata da qualche breve commento” (S. Giovanni Paolo II, R. V. M. n. 30).
3 - Il silenzio
“L’ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio.
E’ opportuno che, dopo l’enunciazione del mistero e la proclamazione della Parola, per un congruo periodo di tempo ci si fermi a fissare lo sguardo sul mistero meditato, prima di iniziare la preghiera vocale.
La riscoperta del valore del silenzio è uno dei segreti per la pratica della contemplazione e della meditazione. Tra i limiti di una società fortemente tecnologizzata e mass-mediatica, c’è anche il fatto che il silenzio diventa sempre più difficile.
Come nella Liturgia sono raccomandati i momenti di silenzio, anche nella recita del Rosario una breve pausa è importante dopo l’ascolto della Parola di Dio, mentre l’animo si fissa sul contenuto di un determinato mistero” (Idem, ibidem, n. 31).
4 - Il “Padre nostro”
“Dopo l’ascolto della Parola e la localizzazione è naturale che l’animo si innalzi verso il Padre.
Gesù, in ciascuno dei suoi misteri, ci porta sempre verso il Padre, a cui Egli continuamente si rivolge, perché nel suo ‘seno’ riposa (Gv 1, 18). Nell’intimità del Padre ci vuole introdurre, perché diciamo con lui “Abbà, Padre” (Rm 8, 15, Gal 4, 6). E’ in rapporto al Padre che Egli ci fa fratelli suoi e fratelli tra di noi, comunicandoci lo Spirito che è suo e del Padre insieme.
Il Padre nostro posto quasi come fondamento della meditazione cristologico-mariana che si sviluppa attraverso la ripetizione dell’Ave Maria, rende la meditazione del mistero, anche quando è compiuta in solitudine, un’espressione ecclesiale” (Idem, Ibidem, n. 32).
5 - Le dieci “Ave Maria”
“E’ questo l’elemento più corposo del Rosario e insieme quello che ne fa una preghiera mariana per eccellenza. Ma proprio alla luce dell’Ave Maria ben compresa, si avverte con chiarezza che il carattere mariano non solo non si oppone a quello cristologico, ma anzi lo sottolinea e lo esalta.
La prima parte dell’Ave Maria, infatti, desunta dalle parole rivolte a Maria dall’angelo Gabriele e da sant’Elisabetta, è contemplazione adorante del mistero che si compie nella Vergine di Nazaret. Esse esprimono, per così dire, l’ammirazione del cielo e della terra e fanno, in certo senso, trapelare l’incanto di Dio stesso nel contemplare il suo capolavoro – l’Incarnazione del Figlio nel grembo Verginale di Maria -, nella linea di quel gioioso sguardo della Genesi (Gn 1, 31), di quell’originario “pathos con cui Dio, all’alba della creazione, guardò all’opera delle sue mani”.
Il ripetersi, nel Rosario, dell’Ave Maria, ci pone sull’onda dell’incanto di Dio: è giubilo, stupore, riconoscimento del più grande miracolo della storia. E’ il compimento della profezia di Maria: D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata (Lc 1, 48).
Il baricentro dell’Ave Maria, quasi cerniera tra la prima e la seconda parte, è il nome di Gesù.
Talvolta, nella recitazione frettolosa, questo baricentro sfugge, e con esso anche l’aggancio al mistero che si sta contemplando. Ma è proprio dall’accento che si dà al nome di Gesù e al suo mistero che si contraddistingue una significativa e fruttuosa recita del Rosario.
Già il B. Paolo VI ricordò, nell’Esortazione apostolica Marialis cultus, l’uso praticato, in alcune regioni di dar rilievo al nome di Cristo, aggiungendovi una clausola evocatrice del mistero che si sta meditando. E’ un uso lodevole, specie nella recita pubblica.
Esso esprime con forza la fede cristologica, applicata ai diversi momenti della vita del Redentore.
E’ professione di fede e, al tempo stesso, aiuto a tener desta la meditazione, consentendo a vivere la funzione assimilante, insita nella ripetizione dell’Ave Maria, rispetto al mistero di Cristo.
Ripetere il nome di Gesù – l’unico nome nel quale ci è dato di sperare salvezza (At 4, 12) - intrecciato con quello della Madre Santissima, e quasi lasciando che sia Lei stessa a suggerirlo a noi, costituisce un cammino di assimilazione, che mira a farci entrare sempre più profondamente nella vita di Cristo.
Dallo specialissimo rapporto con Cristo, che fa di Maria la Madre di Dio, la Theotòkos, deriva, poi, la forza della supplica con la quale a Lei ci rivolgiamo nella seconda parte della preghiera, affidando alla sua materna protezione la nostra vita e l’ora della nostra morte” (Idem, ibidem, n. 33).
6 - Il “Gloria
“La dossologia trinitaria è il traguardo della contemplazione cristiana.
Cristo è infatti la via che ci conduce al Padre nello Spirito.
Se percorriamo fino in fondo questa via, ci ritroviamo continuamente di fronte al mistero delle tre Persone divine da lodare, adorare, ringraziare. E’ importante che il Gloria, culmine della contemplazione, sia messo bene in evidenza nel Rosario. Nella recita pubblica potrebbe essere cantato, per dare opportuna enfasi a questa prospettiva strutturale e qualificante di ogni preghiera cristiana.
Nella misura in cui la meditazione del mistero è stata attenta, ravvivata di Ave in Ave dall’amore per Cristo e per Maria, la glorificazione trinitaria di ogni decina, lungi dal ridursi ad una rapida conclusione, acquista il suo giusto tono contemplativo, come per elevare l’animo all’altezza del Paradiso e far rivivere, in qualche modo, l’esperienza del Tabor, anticipazione della contemplazione futura: "E’ bello per noi stare qui” (Lc 9, 33) (Idem, ibidem n. 34).
7 - La giaculatoria finale
“Nella pratica corrente del Rosario, dopo la dossologia trinitaria segue una giaculatoria, che varia a seconda delle consuetudini.
Senza nulla togliere al valore di tali invocazioni, sembra opportuno rilevare che la contemplazione dei misteri potrà meglio esprimere tutta la sua fecondità, se si avrà cura di far sì che ciascun mistero si concluda con una preghiera volta ad ottenere i frutti specifici della meditazione di quel mistero.
In questo modo il Rosario potrà esprimere con maggiore efficacia il suo legame con la vita cristiana.
Lo suggerisce una bella orazione liturgica, che ci invita a chiedere di poter giungere, meditando i misteri del Rosario, ad “imitare ciò che essi contengono e ad ottenere ciò che promettono".
Tale preghiera finale potrà ispirarsi, come già succede, a una legittima varietà. Il Rosario acquista in tal modo anche una fisionomia più adeguata alle varie tradizioni spirituali e alla varie comunità cristiane. In questa prospettiva è auspicabile che si diffondano, col debito discernimento pastorale, le proposte più significative, magari sperimentate in centri e santuari mariani particolarmente attenti alla pratica del Rosario, in modo che il Popolo di Dio possa avvalersi di ogni autentica ricchezza spirituale, traendone nutrimento per la propria contemplazione” (Idem, ibidem, n. 35).
8 - La Corona
“Strumento tradizionale per la recita del Rosario è la corona”
Serve per registrare il succedersi delle ‘Ave Maria’.
Non solo, però:
- “La corona converge verso il Crocifisso che apre così e chiude il cammino stesso dell’orazione. In Cristo è centrata la vita e la preghiera dei credenti. Tutto parla di Lui, tutto tende a Lui, tutto, mediante Lui, nello Spirito Santo, giunge al Padre”
- “Bello è anche estendere il significato della corona al nostro rapporto reciproco, ricordando con essa il vincolo di comunione e di fraternità che tutti ci lega in Cristo”.
9 – Avvio e chiusa
“Sono vari, nella prassi corrente, i modi di introdurre il Rosario nei diversi contesti ecclesiali.
- In alcune regioni, si suole iniziare con l’invocazione del Salmo 69:
‘O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto’
Quasi ad alimentare nell’orante la consapevolezza della propria indigenza;
- altrove, invece, l’avvio avviene con la recita del ‘Credo’, quasi a mettere la professione di fede a fondamento del cammino contemplativo che si intraprende.
Questi e simili modi, nella misura in cui ben dispongono l’anima alla contemplazione, sono usi ugualmente legittimi” (S. Giovanni Paolo II, R. V. M., n. 36).
Tanti, per quante sono le sensibilità spirituali delle persone che pregano, possono essere i modi di pregare il Rosario.
Si può pregare pensando:
- alla enunciazione del ‘mistero’, dunque alle vicende umane di Gesù e di Maria,
- a Dio, secondo le sante ispirazioni che Lui stesso, Dio, ci suggerisce,
- alla Madonna,
- alla o alle persone per le quali si vuole offrire a Dio quella preghiera ecc. ecc
Eccone due.
e) Benedetto XVI da ‘Gesù di Nazareth"
Può essere pregato, tenendo presente quanto il Papa Benedetto XVI suggerisce nel secondo splendido volume ‘Gesù di Nazaret’, riguardo alla preghiera del Signore.
Padre nostro,:
- che sei nei cieli dei cieli,
- sia santificato e benedetto sempre il tuo santissimo nome e realtà di Padre;
- venga il tuo regno e sia giustizia, amore e pace nella mia vita e nel cuore di tutti gli uomini;
- sia fatta la tua volontà santissima che vuole che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità e sia salvezza per tutti come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano:
- la tua Parola, che è Spirito e vita
- la tua Persona che è Via, verità e vita;
- l’Eucaristia, che è Il Pane vero disceso dal cielo del quale chi ne mangia non conoscerà la morte eterna, perché Tu, Signore, lo risusciterai nell’ultimo giorno;
- il necessario per la vita di ogni giorno; e dacci la volontà di condividerlo, con buona grazia, con chi non l’ha.
Rimetti a noi i nostri debiti,
e aiutaci perché anche noi vogliamo rimettere di cuore a tutti i nostri debitori, sull’esempio di Te che perdoni sempre tutti i nostri peccati.
E non ci indurre in tentazione,
ma nei momenti della prova inevitabile
- dacci la saggezza e la determinazione di seguire sempre i tuoi suggerimenti
- dacci la forza di non soccombere ad essa,
- Ma liberaci dal male, da ogni male fisico o morale.
Ave ,
- esulta, gioisci, rallegrati, Piena di grazia:
di ogni grazia, anche dell’innocenza originale;
noi ci congratuliamo perché
- il Signore è con te,
con presenza fisica e morale,
hai deciso di essere sempre con Lui.
- Benedetta e Beata sei Tu fra le donne,
* perché hai ascoltato,
conservato nel cuore,
meditato e
messo in pratica la parola del
frutto benedetto del tuo seno: Gesù.
* perché hai creduto nell’adempimento della
parola del Signore,
ti sei fidata di Dio;
in te si compiranno le
promesse del Signore:
*- perché hai concepito,
generato,
nutrito di Te,
accudito,
protetto la Vita del frutto benedetto del tuo
seno: GESU’.
Santa Maria e Gloria al Padre non sono preghiere con base Scritturistica.
La dossologia “Conformemente ad un orientamento comune alla pietà cristiana, chiude la preghiera con la glorificazione di Dio Uno e Trino” (B. Paolo VI, Marialis cultus, n. 50/d) e si dice a conclusione di ogni decade.
La Santa Maria è una Supplica ecclesiale inserita quando il Rosario era ormai completato.
Quasi a conclusione.
Come il Gloria al Padre…
In diverse Diocesi, si prega anche la Santa Maria solo alla fine di ogni decina.
Dovunque il ‘saluto angelico’ viene ripetuto dieci volte, a due cori alternati.
Molto bello ‘il saluto angelico’ nelle Diocesi nelle quali esso viene diviso così:
- Ave (Maria), piena di grazia, il Signore è con te (saluto di Gabriele),
- Benedetta sei tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù (benedizione di S. Elisabetta).
Perché questo modo di pregare è meraviglioso? Per vari motivi. Eccone alcuni.
a) Gabriele ed Elisabetta vengono impersonati da due gruppi dialoganti;
b) la preghiera conserva un carattere gioioso, giocondo e laudativo (il Rosario con le Litanie i nostri vecchi li chiamavano ‘Le Laudi della Madonna’);
c) è così che si pregava il Santo Rosario nelle prime due fasi della sua formazione.
d) sia la Santa Maria che la Dossologia (che vengono tardi) concludono in bellezza la preghiera del S. Rosario.
(Vedi appendice seconda).
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f) – Il ‘Padre’ secondo S. Francesco d’Assisi
2 - Meravigliosa e ricchissima è anche la parafrasi che fa S. Francesco d’Assisi sulla preghiera del Signore.
Ogni parola è soggetto concreto per una meditazione. Eccola:
“Santissimo Padre nostro:
Creatore,
Redentore,
Consolatore e
Salvatore nostro,
Che sei nei cieli :
negli Angeli e nei Santi,
- illuminandoli a conoscere che Tu, Signore, sei luce;
- infiammandoli ad amare perché Tu, Signore, sei amore;
- inabitando in essi, pienezza della loro gioia, perché Tu,
Signore,
sei il sommo bene,
eterno,
dal quale viene ogni bene,
senza il quale non vi è alcun bene.
Sia santificato il tuo nome:
si faccia più chiaro in noi il concetto di te,
perché noi conosciamo quale sia
l’ampiezza dei tuoi benefici,
l’estensione delle tue promesse,
la sublimità della tua maestà,
la profondità dei tuoi giudizi;
Venga il tuo regno
affinché tu regni in noi per mezzo della grazia
e ci faccia giungere al tuo regno ove v’è di te
una visione senza ombre,
un amore perfetto,
un’unione felice,
un godimento senza fine.
Sia fatta la tua volontà:
- affinché ti amiamo con tutto il cuore,
sempre pensando a te;
- con tutta l’anima,
sempre desiderando te;
- con tutta la mente,
- orientando a te tutte le nostre intenzioni;
e in ogni cosa cercando il tuo nome
- spendendo tutte le nostre energie e sensibilità dell’anima e del corpo a servizio del tuo amore e non per altro; e affinché amiamo il nostro prossimo come noi stessi,
- trascinando tutti con ogni nostro potere al tuo amore,
- godendo dei beni altrui come dei nostri,
- compatendoli nei mali,
- e non recando mai offesa a nessuno.
Il nostro pane quotidiano:
il tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, dà a noi oggi:
a ricordo
e a riverenza
e comprensione di quell’amore che ebbe per noi,
e di tutto ciò che per noi disse,
fece e
patì.
E rimetti a noi i nostri debiti:
per la tua ineffabile misericordia,
in virtù della passione del Figlio tuo
e per l’intercessione e i meriti della beatissima Vergine Maria
e di tutti i tuoi eletti.
Come noi li rimettiamo ai nostri debitori:
e ciò che noi non sappiamo pienamente perdonare,
tu, Signore, fa’ che pienamente lo perdoniamo,
sì che
- amiamo veramente i nostri nemici per amor tuo e
- intercediamo devotamente per loro presso di te,
- non rendendo a nessuno male per male, e
- sforzandoci di giovare a tutti in te sempre.
E non ci indurre in tentazione:
nascosta o manifesta,
improvvisa o importuna.
E liberaci dal male:
passato, presente e futuro. Amen.”
“Seguendo l’esempio dei nostri piissimi padri e antenati, ricorriamo a Maria, nostra santa Regina; e concordemente scongiuriamo Maria, Madre di Gesù Cristo e madre nostra: “Mostrati Madre nostra, e per mezzo tuo, accolga le nostre preghiere colui che, nato per noi, volle essere tuo” Figlio (Sacra Liturgia).
Due voci di fedeli
Da GREGORIO ALASTRUEY
1 - “Non tutti i misteri sono atti immediati e formali della Santissima Vergine, ma anche quelli che riguardano il Figlio toccano intimamente la Madre, perché – come scrive Ruet de Jurnel – ‘In nessun posto i gaudi, i dolori e le glorie di Gesù si riflettono come sul cuore di Maria. La Madre è stata lo specchio del Figlio: specchio di gioia, specchio di pena, specchio di gloria’” (La SS. Vergine Maria, II, p.420).
2 - “L’orazione domenicale supera le altre orazioni,
- sia per l’autorità del Dottore, perché fu detta dalla bocca dello stesso Cristo quando insegnò agli apostoli a pregare;
- sia per la brevità delle parole, per cui s’impara e si recita facilmente;
- sia per la sufficienza delle petizioni, perché contiene tutto ciò che è necessario alla vita spirituale e corporale;
- sia in fine per la fecondità dei misteri, perché racchiude sacramenti veramente immensi” (Durando, Rational. Div. Offic., I, IV).
PRATICA DEL ROSARIO
La voce del Papa
1 - “Questa pratica, lungi dall’essere incompatibile con la dignità di Dio – come se insinuasse che noi dobbiamo confidare più in Maria che in Dio stesso – ha al contrario una particolarissima efficacia nel commuoverlo e rendercelo propizio.
Infatti la fede cattolica ci insegna che noi dobbiamo pregare non solo Dio, ma anche i santi” (Conc. Di Trento, Sess.XXV, De invocatione, venerazione et reliquiis sanctorum)
2 – “Dio, come sorgente di tutti i beni, ha voluto Maria e i santi come intercessori” (Leone XIII, Augustissimae Virginis, 12 settembre 1897).
3 - “Questa pratica di pietà, venerabili fratelli, mirabilmente diffusa da S. Domenico non senza il supremo suggerimento e ispirazione della Vergine Madre di Dio, è senza dubbio facile per tutti, anche per le persone poco istruite e semplici.
A proposito è da notare che tanto la pietà quanto l’amore, pur rinnovando tante e tante volte le stesse parole, non per questo ripetono sempre la stessa cosa, ma sempre esprimono qualcosa di nuovo, sgorgante dall’intimo sentimento della carità.
E inoltre questo modo di pregare ha il profumo della semplicità evangelica e richiede l’umiltà dello spirito; sprezzata la quale, come il divin Redentore insegna, ci è impossibile l’acquisto del regno celeste: Vi dico, in verità, che se non vi farete piccoli come i fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli (Mt 18, 3).
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Tuttavia se il nostro secolo, nella sua superbia, irride e rifiuta il Rosario mariano, una innumerevole moltitudine di uomini santi di ogni età, di ogni condizione, lo hanno sempre avuto carissimo, lo hanno recitato con grande devozione e in ogni momento lo hanno usato, come arma potentissima,
- per fugare i demoni,
- per conservare integra la vita,
- in una parola -
- per il conseguimento della vera pace agli uomini.
Né mancarono uomini insigni per dottrina e per sapienza che, sebbene intensamente occupati nello studio e nelle ricerche scientifiche, neppure per un giorno hanno tralasciato di pregare in ginocchio e fervorosamente, dinanzi all’immagine della Vergine, in questa piissima forma.
Così pure si fecero uguale dovere re e principi, quantunque pressati dalle occupazioni e dagli affari più urgenti.
Questa mistica corona, dunque, si trova e scorre non solo nelle mani della povera gente, ma è onorata anche da cittadini di ogni ordine sociale” (Pio XI, Ingravescentibus malis, 29 sett. 1937).
4 - “Questo soave ricordo della nostra età giovanile, col passare degli anni, non ci ha mai abbandonato, e neppure si è affievolito; anzi – lo diciamo con paterna confidenza – esso vale a rendere caro assai al Nostro spirito il Santo Rosario che non tralasciamo mai di recitare intero in ogni giorno dell’anno: atto di pietà mariano che soprattutto desideriamo compiere con particolare fervore nel mese di ottobre” (S. Giovanni XXIII, Grata recordatio, 26 settembre 1959).
5 - “Abbiamo indicato alcuni principi, atti a dare nuovo vigore al culto della Madre del Signore; ora è compito delle Conferenze episcopali, dei responsabili delle comunità locali, delle famiglie religiose, restaurare sapientemente pratiche ed esercizi di venerazione verso la Beata Vergine, assecondare l’impulso creativo di quanti, per genuina ispirazione religiosa o per sensibilità pastorale, desiderano dare vita a nuove forme”. (B. Paolo VI, Marialis cultus, n. 40).
6 - “Per comprendere il Rosario, bisogna entrare nella dinamica psicologica che è propria dell’amore.
Una cosa è chiara: se la ripetizione dell’’Ave Maria’ si rivolge direttamente a Maria, con Lei e attraverso di Lei è in definitiva a Gesù che va l’atto di amore.
La ripetizione si alimenta del desiderio di una conformazione sempre più piena a Cristo, vero ‘programma’ della vita cristiana.
S. Paolo ha enunciato questo programma con parole infuocate: "Per me vivere è Cristo e il morire un guadagno" (Fil 1, 21).
E ancora: "Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2, 20), (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae n. 26).
7 - “L’ideale sarebbe pregare il Rosario ‘intero’ ogni giorno (come faceva S. Giovanni XXIII), ma, tenendo conto che “Molti non potranno recitarne che una parte, suggerisco:
- lunedì e giovedì i misteri ‘della gioia’,
- martedì e venerdì i misteri ‘del dolore’
- Mercoledì, sabato e domenica i misteri ‘della gloria’.
I ‘misteri della luce’?
Al giovedì, spostando al sabato i misteri ‘della gioia’.
Questa indicazione non intende limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni spostamenti.
Ciò che è veramente importante è che il Rosario sia sempre più concepito e sperimentato come itinerario contemplativo” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae n. 38).
8 - “Una preghiera così facile e al tempo stesso così ricca, merita davvero di essere riscoperta dalla comunità cristiana” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Marae, n. 43).
9 - “Io stesso, poi, non ho tralasciato occasioni per esortare alla frequente recita del Rosario,
Fin dai miei anni giovanili questa preghiera ha avuto un posto importante nella mia vita spirituale. Me lo ha ricordato con forza il mio recente viaggio in Polonia, e soprattutto la visita al Santuario di Kalvaria. Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova.
Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto.
Ventiquattro anni fa, il 29 ottobre 1978, ad appena due settimane all’elezione alla Sede di Pietro, quasi aprendo il mio animo, così mi esprimevo: ‘Il Rosario è la mia preghiera prediletta’.
Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità. […] Si può dire che il Rosario è, in un certo modo, il commento-preghiera dell’ultimo capitolo della Costituzione “Lumen gentium” del Vaticano II, capitolo che tratta della mirabile presenza della Madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa. Difatti sullo sfondo delle parole ’Ave Maria’ passano davanti agli occhi dell’anima i principali episodi della vita di Gesù Cristo. Essi si compongono insieme dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi e ci mettono in comunione viva con Gesù attraverso – potremmo dire – il Cuore della sua Madre. Nello stesso tempo il nostro cuore può racchiudere in queste decine del Rosario tutti i fatti che compongono la vita dell’individuo, della famiglia, della nazione, della Chiesa e dell’umanità. Vicende personali e vicende del prossimo e, in modo particolare, di coloro che ci sono più vicini, che ci stanno a cuore. Così la semplice preghiera del Rosario batte il ritmo della vita umana.
Con queste parole, miei cari fratelli e sorelle, immettevo nel ritmo quotidiano del Rosario ‘il mio primo anno di Pontificato’. Oggi ‘all’inizio del ventiquattresimo anno di servizio come successore di Pietro’ desidero fare altrettanto.
Quante grazie ho ricevuto dalla Vergine attraverso il Rosario: Magnificat anima mea Dominum!
Desidero elevare il mio grazie al Signore con le parole della sua Madre Santissima, sotto la cui protezione ho posto il mio ministero petrino: ‘Totus tuus’” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae n. 2).
10 - “C’è chi pensa che la centralità della Liturgia, giustamente sottolineata dal Concilio Ecumenico Vaticano II, abbia come necessaria conseguenza una diminuzione dall’importanza del Rosario.
In realtà, come precisò il B. Paolo VI, questa preghiera non solo non si oppone alla Liturgia, ma ‘le fa da supporto’, giacché ben la introduce e la riecheggia, consentendo di viverla con pienezza di partecipazione interiore, raccogliendone frutti nella vita quotidiana.
Forse c’è anche chi teme che essa possa risultare poco ecumenica, per il suo carattere spiccatamente mariano. In realtà essa si pone nel più limpido orizzonte di un culto alla Madre di Dio, quale il Concilio l’ha delineato: un culto orientato al culto cristologico della fede cristiana, in modo che ‘quando è onorata la Madre, il Figlio […] sia debitamente conosciuto, amato, glorificato’. Se riscoperto in modo adeguato, il Rosario è un aiuto, non certo un ostacolo all’ecumenismo” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 4)
11 - “Il Rosario ci trasporta misticamente accanto a Maria impegnata a seguire la crescita umana di Cristo nella casa di Nazaret.
Ciò le consente di educarci e di plasmarci con la medesima sollecitudine, fino a che Cristo non sia formato in noi pienamente (Gal 4, 19).
Questa azione di Maria totalmente fondata su quella di Cristo e ad essa subordinata, ‘non impedisce minimamente l’unione immediata dei credenti in Cristo, ma la facilita’” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 15).
SUGGERIMENTI
In ‘La Pietà popolare’ è detto: “A questo proposito noi riteniamo opportuno precisare che le varianti vanno viste non come disordine o anarchia, ma come ricchezza e segno di vita, specie in una preghiera che, per chi è poco abituato o capace di meditazione; essendo ripetitiva, potrebbe diventare pesante” (p. 62).
L’autore di quel manuale di preghiere cita 17 ‘varianti’, ma assicura che vengono offerte “Solo quelle menzionate in documenti pontifici da Paolo VI in poi; e ciò non perché quelle elencate dai Pontifici precedenti siano superate o non importanti, ma per non appesantire il manuale”.
Per chi volesse conoscerle tutte e 17 (e, ripetiamo, sono una piccolissima parte) rinviamo al testo indicato.
Qui, come esempio, ne riportiamo alcune, indicate con i numeri che hanno in quella pubblicazione:
1 – La citazione del passo evangelico, che segue l’enunciazione del mistero, “A seconda delle circostanze, può essere più o meno ampia.
2 – I limiti imposti dalle citazioni non impediscono all’orante di “Spaziare sul resto del Vangelo, soprattutto quando il Rosario è recitato in particolari momenti di prolungato raccoglimento”.
3 – La Parola di Dio “In qualche occasione solenne e comunitaria… può essere opportunamente illustrata da qualche breve commento”.
4 – Si può aggiungere, dopo la dossologia (), “Una preghiera volta ad ottenere i frutti specifici della meditazione di quel mistero”.
5 – Si può iniziare la recita del Rosario con l’invocazione del Salmo 69: “O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto”.
6 – Queste indicazioni, precisa S. Giovanni Paolo II, non intendono “Limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti”.
PREGHIERE A MARIA
Dai documenti pontifici pastorali
N. B. = Esplicite e numerose sono le testimonianze dei Papi circa la Mediazione della Madonna.
I Padri della Chiesa sono unisoni e lo affermano con poche parole, come un fatto acquisito.
1 - “O Vergine santissima,
- nessuno ha piena conoscenza di Dio, se non per te
- nessuno si salva se non per te; Madre di Dio,
- nessuno riceve doni dalla misericordia divina, se non per te” (In ‘Leone XIII, Adiutricem populi").
2 - “Per te gli apostoli predicarono ai popoli la dottrina della salvezza;
- per te la santa Croce è lodata e adorata nel mondo
intero;
- per te i demoni sono messi in fuga e l’uomo è
richiamato in cielo;
- per te ogni creatura, stretta dagli errori dell’idolatria, è
ricondotta alla conoscenza della verità;
- per te i fedeli sono pervenuti al battesimo e in ogni parte del mondo sono fondate le chiese” (S. Cirillo di Alessandria, Hom contra Nestorium) (In ‘Leone XIII, Adiutricem populi").
3 - “Ave,
- o bocca sempre eloquente degli apostoli,
- o solido fondamento della fede,
- o rocca inconcussa della Chiesa” (in un Inno dei Greci).
4 -“Ave: per te noi siamo stati annoverati tra i cittadini della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica” (S. Giovanni Damasceno, Or. In Annunc. Dei Genitricis) (In ‘Leone XIII, Adiutricem populi").
5 - “Ave, divina sorgente da cui i fiumi dell’eterna sapienza, scorrendo con le purissime e limpidissime acque dell’ortodossia, abbattono la moltitudine degli errori” (S. Germano di Costantinopoli, Or. In Deip. Praesentatione, n. 14) (In ‘Leone XIII, Adiutricem populi").
6 - “Rallegrati, giacché tu sola sei riuscita a stroncare tutte le eresie del mondo intero” (off. B. M. V.) (In ‘Leone XIII, Adiutricem populi").
7 - “Ricordati, o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito al mondo che uno che sia ricorso alla tua protezione, che abbia implorato il tuo aiuto, che abbia invocato la tua intercessione, sia stato da te abbandonato” (S. Bernardo) (In ‘Leone XIII, Iucunda semper").
8 - “Ti prego, ti prego, o Vergine santa,
- che io abbia Gesù da quello Spirito, dal quale tu stessa hai generato Gesù.
- Riceva l’anima mia Gesù per opera di quello Spirito, per il quale la tua carne ha concepito lo stesso Gesù ().
- Che io ami Gesù in quello stesso Spirito, nel quale tu lo adori come Signore e lo contempli come Figlio” (S. Ildefonso, supplica) (In ‘Leone XIII, Adiutricem populi", (5 settembre 1995).
9 -“(Vergine santa), “Impetraci, quanto mai è accetto a Dio” (S. Cirillo di Alessandria, De fide al Pulcheriam et sorores reginas) (In ‘Leone III, Adiutricem populi").
10 - E ancora oggi i greci rivolgono questa preghiera: ‘O Vergine tutta pura, che puoi avvicinarti senza timore al tuo Figlio, pregalo, o tutta santa, perché egli doni la pace al mondo e ispiri un medesimo sentimento a tutte le chiese; e noi ti acclameremo’ (Men. 5 mail, ‘teothochion’ post od. IX de S. Irene V. M.).
11 - “Guarda dunque con materna clemenza tutti i tuoi figli, o Vergine santissima!
- Vedi l’ansietà del sacri pastori, per timore che i loro greggi siano agitati da un’orrida tempesta di mali;
- vedi l’angoscia di tanti uomini, padri e madri di famiglia, che, inquieti per la sorte propria e dei loro figli, sono turbati da acerbi affanni.
- Ammansisci l’animo dei belligeranti, e infondi loro ‘pensieri di pace’;
- fa che Dio, vindice di ogni ingiustizia, volgendosi a misericordia, restituisca i popoli alla tranquillità e li conduca per lunga durata di tempi alla vera prosperità” (B. Paolo VI, Christi Matri, 15 settembre 1966).
12 - “Respice stellam, invoca Mariam!” ‘Guarda la stella, invoca Maria’(S. Bernardo, in S. Giovanni XXIII, L’ottobre che ci sta innanzi, 28 settembre 1960).
PREGHIERE DAI SANTI E DALLA LITURGIA
13 -“A te quindi, o immacolata e mediatrice del mondo, dirigo le suppliche con cuore contrito,…
Dopo il Paraclito un altro consolatore;
dopo il Mediatore la Mediatrice di tutto il mondo…
Salve eccellentissima mediatrice di Dio e degli uomini” (S. Efrem Syri testimonia de B. M. V. meditatio, ETI, ann. IV, fasc. II).
14-“Salve mediatrice della legge e della grazia, sigillo e firma del Vecchio e del Nuovo Testamento” (S. Andrea di Creta, Or. 3, De Vir. M. nativitate).
15 -“Deh, placa il Signore per la comune miseria, perché vivendo quaggiù abitasti una piccola porzione della terra; ma salita dalla terra al cielo tutto il mondo ti abbraccia come propiziatorio comune” (S. Andrea di Creta, Enc. 2, Dormit. Deiparae,, c. VIII).
16 -“Per te sono venuti, vengono e verranno, dal primo Adamo fino alla consumazione dei secoli, tutto l’onore, la gloria, la santità agli apostoli, ai profeti, ai giusti, agli umili di cuore, e in te, o piena di grazia, si allieterà ogni creatura” (S. Efrem, ETL, ann. 4, fasc. 2, apr. 1927).
17 - “Eva diede il frutto della morte, ma a te toccò in sorte di dare il pane della vita. Perciò gridi: Venite qui a mangiare il mio pane, il pane della vita e bevete il sangue di Gesù” (Congr. Dai Riti, Congresso eucaristico di Sydney, In ‘Rivista Eucaristica del Clero’ an. VIII, n. 10, 1928.).
18 -“Salve,
- o bocca eloquentissima degli apostoli,
- firmamento stabile della fede,
- fortezza immensa della Chiesa” (Sacra Liturgia, Ex hymn. Graeco ‘Akatistos’).
19 --“Rallegrati, Maria Vergine, tu sola hai dato morte alle eresie in tutto il mondo” (Sacra Liturgia, Comm. Fest. B. M. Virginis)
20 - “Salve, o perfetta Mediatrice di Dio e degli uomini;
- Salve, o Conciliatrice efficacissima di tutto il mondo;
- salve, o Signora nostra, che ottieni ai tuoi fedeli l’alleanza e la pace” (S. Efrem, Or. Ad Dei Genit., ag. III, 575, 576).
21 - “Per mezzo tuo hanno avuto fine le tristezze di Eva;
- per mezzo tuo sono finiti tutti i mali;
- per mezzo tuo si è allontanato l’orrore;
- per mezzo tuo è stata abolita la maledizione;
- per mezzo tuo Eva è redenta” (Teodoro di Ancira, ‘ + 446’, in PG 77, 1428).
22 - “Salve, o risollevatrice del caduto Adamo;
- salve o redenzione delle lacrime di Eva…
- propiziazione di tutto il mondo…
- riapertura delle porte del paradiso:…,
- spogliatrice dell’inferno…,
- risollevatrice degli uomini…,
- letizia di tutte le generazioni…,
- soluzione della prevaricazione…” (S. Romano il Melode, + 550, Inno acatisto, in PG 92, 1905 sq.).
23 - “Salve, o causa della nostra letizia,
- salve, o nostra redenzione dalla maledizione;
noi inneggiamo a te, per mezzo della quale siamo stati mondati dalle brutture del peccato” (S. Sofronio di Gerusalemme (+638), Triodion, n. 120, P. g: 87).
24 -“Tu fosti
- l’abrogazione della severa condanna,
- causa della riconciliazione del genere umano con Dio,
- ponte di unione col Creatore” (Id. Ib.).
25 - “Per questo tutte le generazioni ti diranno beata, perché a tutte le generazioni Voi avete generato la vita e la gloria… In te i giusti la grazia e i peccatori trovano il perdono in eterno” (S. Bernardo, In festo Pentec., Sermo 2, n. 4, PL 183, 328).
26- – “La Madonna) “Apparisce non più soltanto come Avvocata di Eva… ma Mediatrice del genere umano e la grazia della penitenza è donata per mezzo delle sue mani” (Oracoli Sibillini – Sec. II-III).
27 - Maria SS. [è presentata] () così:
- “Il peccatore che tocca quest’arca, diventa giusto,
- la meretrice che ad essa si attacca, viene rinverginata;
- il lebbroso che la tocca, è sanato.
- Nessuno Essa respinge,
- nessuno abbomina.
- Ella imparte le sanità…” (S. Metodio di Olimpo - (+312 circa) - Discorso De Simeone et Anna).
28 - “Salve in eterno, o interminabile nostra letizia!
- Tu sei per noi ‘l’inizio’,
- Tu il ‘mezzo’,
- Tu il ‘fine’ della festa della luce!” (Idem, Ibidem).
29 - “Per tuo mezzo è derivata, deriva e deriverà, dallo stesso primo Adamo e fino alla fine dei secoli, ogni gloria, ogni onore e santità, agli Apostoli, ai Profeti, ai giusti e agli umili di cuore, o sola immacolatissima, e in te, o piena di grazia, gode ogni creatura” (S. Efrem, Sermo de SS. Virginis laudibus, Op., ed. Assemani, III, 532).
30 - “Salve, o Madre di Dio, Maria, tesoro venerabile di tutto l’orbe.
- per mezzo della quale il santo Battesimo viene amministrato ai credenti,
- per mezzo della quale si ha l’olio dell’esultanza,
- per mezzo della quale sono state fondate in tutto il mondo le chiese,
- per mezzo della quale le genti vengono condotte alla penitenza” (S. Cirillo di Alessandria, Homil. 4, PG 77, 991).
31 - “Libera tutti da tutte le calamità, e preserva dal futuro supplizio tutti coloro che gridano a te alleluia!” (S. Eleuterio Martire, PL. 65, 98 s.)
32 - “O Vergine dacci non solo il cibo corporale, ma anche il Pane degli Angeli, discendente nel chiuso chiostro del tuo seno, fa che teniamo il Figlio di Dio. Ascolta, dunque e piega il tuo orecchio alle nostre preci… Prega perché diventiamo il lume perfetto, per lodarti, nella gloria del Figlio tuo” (Idem, ibidem).
33 - “Sciogli le catene,
- restituisci la luce agli occhi,
- tieni lontani da noi i mali,
- impetraci tutti i beni” (S. Venanzio Fortunato, Inno ‘Ave maris stella, PL 88, 265).
34 - “Ave, o perpetuo e divino aiuto di coloro che venerano piamente Dio… Iddio ti ha preso con sé affinché tu fossi, presso di Lui, nostra interlocutrice… Ave, o rifugio dei mortali presso Dio… Egli decise di averti con sé, affinché, da te pregato, sia sempre propizio con la terra” (S. Modesto di Gerusalemme, L. c. 3302-3303).
35 - “Ti supplico di ottenere
- che vengano cancellati i miei peccati, da comandare
- che io venga mondato dall’iniquità del mio operato,
- che mi conceda anche di aderire a Dio e a Te, di servire al Figlio tuo e a Te” (S. Ildefonso, De Sa. Mariae Virginitate perpetua, cap. 12, PL 96, 105).
36 - “Dal momento in cui fosti tolta dalla terra, tutto il mondo ti riconosce come propiziatorio comune” (S. Andrea di Creta, Or. III, in dormit., PG 97, 1101)..
37 - “Come il respiro è indizio certo di vita per il nostro corpo, così’ il tuo Santissimo Nome, proferito incessantemente, in ogni occasione, luogo e tempo dal labbro dei tuoi servi, non solo è indizio, ma anche causa di vita, di gioia e di aiuto. Proteggici con le ali della tua bontà, sii il nostro presidio nelle tue intercessioni, dandoci la vita eterna, o tu che sei la speranza dei cristiani, speranza che mai rimane delusa. Il tuo aiuto è potente a dare la salvezza, o Madre di Dio, ed è tale da non avere bisogno di nessun altro intercessore presso Dio…
- Effettivamente la tua munificenza non ha limite;
- il tuo soccorso è inesauribile;
- non vi è numero per i tuoi doni.
- Nessuno, infatti, se non per mezzo tuo, o Santissima, raggiunge la salvezza.
- Nessuno, se non per mezzo tuo, viene liberato dai mali.
- Nessuno, se non per mezzo tuo, riceve doni,
- Nessuno, se non per mezzo tuo, riceve per misericordia il dono della grazia.
Chi come Te, presso il tuo unico Figlio, ha cura del genere umano?
Chi, come Te, ci difende dalle nostre sventure?
Chi, come te, si sforza tanto di supplicare per i peccatori?
Per cui anche la tua protezione trascende tutta la forza dell’intelligenza” (S. Germano di Costantinopoli, De Zona, PG, 98, 307-310).
38 - “Con le tue continue intercessioni liberaci da ogni necessità e dai pericoli…
- Tu sola sei il mio Sollievo…
- la guida del mio viaggio,
- la forza della mia debolezza,
- la ricchezza della mia povertà,
- la medicina delle mie insanabili piaghe…
- La speranza della mia salvezza…” (S. Germano di Costantinopoli, De Zona, PG, 98, 318-319).
39 - “Ave, sicurezza di coloro che si reggono in piedi, rialzamento di coloro che sono caduti… Ave, Casa delle grazie divine, regno Talamano della Trinità nel quale sono nascosti i tesori di tutti i beni… E, per dire tutto in breve, Ave, o Signora di tutti i beni, o Signora di entrambi gli ordini (il mondo visibile e quello invisibile) la quale dispensi tutto a tutti, a chi vuoi, quanto vuoi e ciò che vuoi” (Giovanni Geometra, Serm in Deip. Ann., PG 106, 846).
40 - “Guarda, guarda i tuoi servi! In te infatti abbiamo collocato la nostra speranza, in te viviamo e ci gloriamo e siamo. Sappiamo infatti che non rimarremo delusi nella nostra aspettativa. Siamo infatti tua eredità, o Immacolata, e non ci rincrescerà mai minimamente di sorgere la mattina e di rifugiarci in te” (S. Eutimio, Patriarca di Costantinopoli, Encom. In Concept. S. Annae, Patr. Or., I, 512).
41 - “Tu sei la fonte perenne dei benefici, dalla quale sgorga l’abbondanza di tutti i beni per infrangere gli impeti delle calamità; per mezzo di te vengono dissipate le nubi della debolezza. Nessun bene ci viene concesso senza il tuo intervento, e nessun male fugato senza la tua difesa. Tutto per mezzo tuo concede Colui che, per il bene delle creature, ti fece, o Protezione, Rifugio ed Ancora, la quale tieni la salvezza di tutto il mondo” (Leone VI il Saggio, Imperatore, Or. II in Deip.Praesent., PG 107, 168).
42 – “Paga ciò che dobbiamo,,
- tieni da noi lontano ciò che temiamo,
- impetrarci ciò che bramiamo,
- realizza ciò che speriamo” (S. Per Damiani, l. c. 939).
43 - ”Dov’é se non in Dio ed in te la mia speranza? Dunque, senza di te non vi è nulla di pio, nulla di buono, perché tu sei la madre della virtù e di tutti i beni” (S. Anselmo di Canterbury, Or. 47, PL 158).
44 - “Tutte le grazie, tutte le virtù, tutte le opere degne del cielo che il mondo ha ricevuto, sono concessioni tue, di modo che dove prima erano spine, pruni, cardi ed ortiche e ogni specie di erbacce, si trovi nardo e cinnamomo, mirra ed aloe… e ogni specie di grazie” (Ruperto di Deutz, Comm. In Cantic., lib 4, PL 168, 897).
45 - “O gloriosa sempre Vergine, Madre di Cristo Dio, presenta la nostra preghiera al tuo Figlio e tuo Dio, affinché per tuo mezzo salvi le anime nostre… Siamo liberati, per tuo mezzo, dalle calamità. Tu sei infatti la salvezza del genere umano. Io ripongo in Te tutta la mia speranza, o Madre della luce” (Cosma di Gerusalemme, Hymnus pro magna feria V, PG 98, 482 s.).
46 - “Ave, piena di grazia;
ave, o solo aiuto di coloro che son privi di aiuto;…
Gli occhi di noi tutti sono (fissi)
su te che, sola, sei pura;
in te ripongono la speranza,
e a te guardano sempre…
Tu a noi umili sei sempre di presidio,
e ci liberi da ogni giusta ira e minaccia…
Tu sempre custodisci e, visitando, difendi il nostro bisognoso genere umano dalle tentazioni, dai pericoli e dalle varie calamità” (S. Giovanni Damasceno, In dormit. II, n. 17, PG 96, 659).
47 - “La tua intercessione, o Maria, non viene respinta; la tua preghiera non conosce rifiuti….
Per mezzo tuo, finché rimarremo in questo transitorio mondo,
- riceviamo l’aiuto per compiere le opere buone,
- siamo preservati da quelle cattive, e dopo il nostro tramonto alla terra,
- giungiamo a Dio eccelso e sempiterno” (S. Giovanni Damasceno, Homil. In A nn., PG 96; 647).
48 - “Degnati di benedire, o Madre di Dio, l’orbe intero,
- temperando salutarmente, con le tue intercessioni, l’aria,
- donando le piogge a suo tempo,
- moderando i venti,
- rendendo fertile la terra,
- tranquilla la Chiesa,
- salda l’ortodossia,
- sicuro l’impero,
- tenendo lontani i barbari,
- proteggendo tutto il popolo di Dio” (S. Teodoro Studita, Orat. V, PG 730).
49 - “Ricordati dei cristiani che sono tuoi servi:
- raccomanda le loro orazioni;
- infervora la loro speranza;
- irrobustisci la fede,
- unisci in una sola fede” (S. Germano di Costantinopoli, Orat. In dormit. B. M. Virginis).
“Per la sua intercessione e il suo favore, (Maria) accolga propizia i voti e appaghi le speranze di tutti” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 settembre 1894).
PREGHIERE DALLA LITURGIA DELLE ORE
- (Antifone maggiori dell'Ufficio divino) -
1 - “O santa Madre del Redentore,
porta dei cieli,
stella del mare,
soccorri il tuo popolo,
che anela a risorgere.
Tu che, accogliendo il saluto dell’Angelo,
nello stupore di tutto il creato
hai generato il tuo Creatore,
madre sempre vergine,
pietà di noi peccatori”
2 - “Ave, Regina dei cieli,
Ave, Signora degli Angeli,
porta e radice di salvezza,
rechi nel mondo la luce.
Godi, vergine gloriosa,
bella fra tutte le donne,
salve, o tutta santa,
prega per noi Cristo Signore”.
3 - “Salve, Regina, madre di misericordia,
vita, dolcezza, speranza nostra, salve!.
A te ricorriamo, esuli figli di Eva,
a te sospiriamo, gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, Avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio, Gesù,
il frutto benedetto del tuo seno,
o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria”
4 - “Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell’ora della nostra morte. Amen”.
5 - “Sotto la tua protezione troviamo rifugio,
santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o vergine gloriosa e benedetta”!.
PREGHIERE DI ALCUNI SANTI
1 - “Santa Maria Vergine,
non vi è alcuna simile a te,
nata nel mondo,
fra le donne,
figlia e ancella dell’altissimo Re,
il Padre celeste,
madre del santissimo Signore nostro Gesù Cristo.
Sposa dello Spirito Santo;
prega per noi con San Michele arcangelo
e con tute le virtù dei cieli,
e con tutti i santi,
presso il tuo santissimo Figlio diletto,
nostro Signore e Maestro” (S. Francesco d’Assisi, Compieta dell’Ufficio della Passione).
2 - “Il tuo ineffabile aiuto non pone fine alla magnificenza; i tuoi doni sono innumerevoli;
- nessuno, se non per tuo mezzo, o Santissima, consegue la propria salvezza;
- nessuno è liberato dal male se non da te, o Castissima;
- a nessuno, se non per te, o gloriosissima, è concesso misericordiosamente il dono della grazia” (S. Germano di Costantinopoli,Conc. In S. Mariaae Zonam).
PARTE V
PER CHI PREGARE IL ROSARIO
Esortazioni
La voce del Papa
1 - "Desideriamo invitarvi a recitare il Rosario con particolare devozione anche per questa particolare Intenzione che tanto ci sta a cuore e cioè che il Sinodo di Roma sia fruttuoso e salutare per questa nostra alma città” (S. Giovanni XXIII, Grata recordatio, 26 settembre 1959).
2 - “Considerando, dunque, fratelli Carissimi, la venerazione che la tradizione liturgica della Chiesa universale e il rinnovato Rito Romano esprimono verso la Santa Madre di Dio;
- ricordando che la liturgia, per il suo preminente valore cultuale, costituisce una regola d’oro per la pietà cristiana;
- osservando, infine, come la Chiesa, quando celebra i sacri misteri, assuma un atteggiamento di fede e di amore simili a quello della Vergine, comprendiamo quanto sia giusta l’esortazione del Concilio Vaticano II a tutti i figli della Chiesa, perché promuovano generosamente il culto, specialmente liturgico, della Beata Vergine: esortazione che vorremmo vedere dappertutto accolta senza riserve e tradotta in pratica di zelo” (B. Paolo VI, Marialis cultus, n. 23).
3 - “Ed anche ora, tra i canti di gioia della Gerusalemme celeste, i motivi del suo (di Maria) grazie e della sua lode permangono immutati. Sono essi ad ispirare la sua materna premura verso la Chiesa peregrinante, nella quale continua a sviluppare la trama del suo ‘racconto’ di evangelizzatrice” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, Cap. 1 - 11).
La voce dei fedeli
1 - “E’ moralmente impossibile che un’anima possa fare qualche progresso nel cammino della perfezione se manca di una tenera e sincera devozione per la Santissima Madre di Dio” (S. Eugenio di Mazenod, Inizi dell’apostolato, p. 8).
2 - “In unione con Maria immacolata, serva fedele del Signore, sotto la guida dello Spirito, approfondiranno la loro intimità con Cristo. Con Lei comprenderanno i misteri del Verbo incarnato, specialmente con la preghiera del Rosario” (Idem, ibidem p. 36)
3 - “Baderò a recitare il Rosario ogni giorno, ma occupando il tempo che trascorro per la strada nel recarmi da un posto all’altro, cominciando già al mattino, di ritorno dalla Messa” (Idem, ibidem, p. 4).
IL ROSARIO PER LA CHIESA
La voce del Papa
1 - “Di lassù, infatti, secondo i disegni di Dio, Ella (la Madonna) prese a vegliare sulla Chiesa, ad assisterci e proteggerci come una madre, per il potere quasi illimitato che le fu conferito, la dispensatrice della grazia che in ogni tempo da questa redenzione scaturisce” (Leone XIII, Adiutricem populi, 5 settembre 1895).
2 - “Invochiamo quindi questa benignissima Madre, specialmente con questo titolo (‘Regina Pastorum’) perché i fratelli dissidenti tornino ai pascoli salutari, dove Pietro, sempre vivente nei suoi successori e vicari dei Pastori, guida e pasce tutti gli agnelli e le pecore del gregge cristiano” (Pio XI, Ecclesiam Dei, 2 novembre 1923).
3 - “Invitiamo dunque a pregare secondo le nostre Intenzioni, tutti le conoscono. Tra queste ce n’è una più familiare al nostro spirito ed in rapporto con gli interessi generali della Chiesa: vogliamo dire la preparazione del Concilio Ecumenico. Il grande avvenimento della vita ecclesiastica, che sempre più vasti consensi ottiene nel mondo, vuol trovare rispondenza non soltanto presso il clero, i religiosi e le religiose, i seminaristi, ai quali di recente ci siamo espressamente rivolti, ma altresì nel cuore di tutti i fedeli che vivono in armonia di convincimenti e di opere con la santa Chiesa” (S. Giovanni XXIII L’ottobre che ci sta innanzi, 28 settembre 1960).
4 - “Numerosi segni dimostrano quanto la Vergine Santa voglia anche oggi esercitare, proprio attraverso questa preghiera, la premura materna alla quale il Redentore moribondo affidò nella persona del discepolo prediletto, tutti i figli della Chiesa: Donna, ecco tuo figlio (Gv19, 26).
Sono note svariate circostanze, tra il diciannovesimo e il ventunesimo secolo, nelle quali la Madre di Cristo ha fatto in qualche modo sentire la sua presenza e la sua voce per esortare il popolo di Dio a questa forma di orazione contemplativa.
Desidero in particolare ricordare, per l’incisiva influenza che conservano nella vita del cristiano e per l’autorevole riconoscimento avuto dalla Chiesa, le Apparizioni di Lourdes e di Fatima, i cui rispettivi santuari sono meta di numerosi pellegrini, in cerca di sollievo e di speranza” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 7).
La voce dei fedeli
1 - La Madonna è la vera Madre della Chiesa, e “Chi l’abbandona non ha salvezza né vita” (S. Cipriano, De cath. Eccl. Unitate).
2 - “Come aveva assistito Gesù a Betlemme e a Nazaret, doveva dunque (Maria) assistere anche la Chiesa nascente e incamminarla verso lo stato adulto dello spirito cristiano” (De la Broisse, La Sainte Vierge, c. 8).
3 - “Fonte alla quale tocca irrigare la superficie della terra. La terra è la Chiesa, sulla superficie della terra appare la bellezza della terra; e questa superficie significa gli uomini giusti, i quali tutti bevevano e bevono, incessantemente nell’abbondanza di Maria” (Riccardo di S., Lorenzo, De Laud. B. M. Virginis, 1, IX).
IL ROSARIO PER L'UNITA' DEI CRISTIANI
La voce del Papa
1 - Leone XIII affermò che “La causa dell’unione dei cristiani appartiene specificamente all’ufficio materno spirituale di Maria” (in Gabriele Amorth, Dialoghi su Maria, p. 351)
2 - “Bisogna confidare in Maria:
bisogna invocare Maria!
Oh quanto efficace sarà la sua potenza per la sollecita realizzazione del nuovo e tanto desiderato trionfo della religione: che, cioè, in mezzo ai popoli cristiani un’unica professione di fede abbia a tenere unite le menti, e un unico vincolo di perfetta carità stringa i cuori.
Che cosa non sarà Ella disposta a fare perché tutte le genti camminino nella meravigliosa luce di Dio, quando il suo Unigenito chiese con tanta insistenza al Padre la loro unione e, per mezzo del battesimo, le chiamò a partecipare all’eredità della salvezza acquistata con immenso prezzo? Potrà Ella mancare di dimostrare la sua amorosa provvidenza sia per alleggerire i lunghi travagli che, a tale scopo, la Chiesa, sposa di Cristo, affronta, sia per realizzare nella famiglia cristiana questo dono dell’unione, che è il frutto più prezioso della sua maternità?”
“Un segno, che l’augurio non è poi tanto lontano dal suo avverarsi, sta nella opinione e nella fiducia, così ardenti nelle anime pie, che Maria sarà il legame che, con la sua soave forza, unirà tutti coloro che amano Cristo, ovunque siano, formandone un popolo di fratelli, pronti ad obbedire, come a un padre comune, al vicario di Cristo in terra, il romano pontefice.
Qui il pensiero spontaneamente si porta, attraverso i fasti della Chiesa, ai magnifici esempi della primitiva unità, e più volentieri si sofferma al grande Concilio di Efeso.
Poiché la piena concordia della fede, la partecipazione ai medesimi sacramenti, che allora univa l’oriente e l’occidente, qui parve realmente affermarsi con una singolare fermezza e brillare di una nuova gloria, quando i Padri del concilio annunziarono autorevolmente il dogma della divina maternità di Maria: la notizia di tale avvenimento, promanata da quella religiosissima città tripudiante, riempie il mondo cattolico della medesima incontenibile gioia.
“Ella, da parte sua, null’altro desidera più ardentemente; e, se noi offriamo corone intessute di questa preghiera a Lei tanto cara, Maria otterrà loro in abbondanza gli aiuti dello Spirito vivificatore.
Piaccia a Dio che essi (i fratelli dissidenti) non rifiutino di assecondare i desideri di questa loro misericordiosissima Madre; e che, memori della loro salvezza eterna,, ascoltino questo invito: O figli, che io di nuovo partorisco, fino a tanto che non sia formato Cristo in voi.
Sentendoci () ogni giorno più stimolati e spinti all’opera dall’ardente desiderio – acceso in noi dal Cuore santissimo di Gesù - di favorire la riconciliazione dei dissidenti, comprendiamo che questa mirabile unità non può meglio essere preparata e realizzata che in virtù della preghiera.
Abbiamo presente al nostro spirito l’esempio di Gesù, il quale supplicò lungamente il Padre, perché i seguaci della sua dottrina fossero una cosa sola nella fede e nella carità.
Che anche la preghiera della santa Vergine sia efficacissima a questo scopo ne abbiamo un’eloquente prova nella storia apostolica.
Questa preghiera, mentre ci presenta la prima riunione dei discepoli, in supplichevole attesa della promessa effusione dello Spirito Santo, fa speciale menzione di Maria in preghiera con essi: Tutti perseveravano concordi nell’orazione con Maria Madre di Gesù. Come dunque la Chiesa nascente giustamente si unì alla preghiera a Lei, la più nobile fautrice e custode dell’unità è quanto mai opportuno che altrettanto facciano, ai nostri giorni i cattolici; specialmente durante il mese di ottobre, che noi abbiamo già voluto da molto tempo a Lei dedicato e consacrato alla divina Madre, con la recita solenne del Rosario per implorare l’aiuto nelle presenti angustie della Chiesa” (Leone XIII, Adiutricem populi, 5 settembre 1896).
3 - “A questo punto ci piace aggiungere una considerazione che, mentre non è estranea al soggetto, torna nello stesso a gloria della Santissima Madre di Dio.
Questa: tutti sanno che moltissime delle sue auguste immagini, in diverse epoche, furono portate dall’oriente all’occidente. E specialmente in Italia e a Roma, accolte con somma pietà e onorate con magnificenza dai nostri avi, e venerate poi dai loro discendenti con non minor trasporto. Orbene noi amiamo riscontrare in questo fatto un beneficio dell’autorevolissima Madre. Giacché esso sembra voler significare che queste immagini sono presso di noi come palpitanti monumenti di altri tempi, in cui la famiglia cristiana viveva unita, in ogni parte del mondo; e come comuni pegni di una comune eredità.
Per questo nel contemplarle, quasi per ispirazione della stessa Vergine, le anime debbono piamente ricordarsi di coloro che la Chiesa Cattolica richiama con amorosa premura all’antica concordia e alla gioia, che già gustarono nel suo seno” (Leone XIII,
Adiutricem populi, 5 settembre 1895).
4 - “Che la materna clemenza (della Vergine del Rosario) voglia preservare l’intera sua famiglia da ogni pericolo: la conduca a una vera prosperità e soprattutto la stabilisca nella santa unità.
Guardi ella con benevolenza i cattolici di tutte le nazioni, e uniti con i legami della carità, li renda più attivi e più costanti nel sostenere l’onore della religione, da cui promanano, anche per i popoli, i beni preziosi.
Guardi poi con somma benevolenza anche i dissidenti: queste grandi e illustri nazioni, queste anime elette, che sentono la dignità cristiana.
Susciti in esse salutari desideri e poi li alimenti e li conduca a compimento.
Tornino a vantaggio dei dissidenti orientali l’ardente devozione che essi professano verso la Madonna e i numerosi fatti compiuti dai loro antenati per la sua gloria.
A vantaggio poi dei dissidenti occidentali, torni il ricordo del salutare patrocinio col quale ebbe cara e ricompensò la straordinaria pietà, che tutte le classi sociali le professarono per molte generazioni.
Per questi dissidenti e per tutti gli altri, ovunque essi si trovino, valgano la voce unanime di tutti i popoli cattolici e valga la Nostra voce, che fino all’ultimo anelito invocherà: “Mostrati Madre” (Leone XIII, Adiutricem populi, 5 settembre 1895)
5 - “Come la Chiesa nascente nelle sue preghiere si unì a Maria come a protettrice e guardia insigne dell’unità, così anche ora è opportunissimo fare lo stesso in tutto il mondo cattolico…” (Leone XIII, Fidentem piumque, 30 settembre 1896)
“Sentendoci () ogni giorno più stimolati e spinti all’opera dall’ardente desiderio - acceso in noi dal cuore santissimo di Gesù – di favorire la riconciliazione dei dissidenti, comprendiamo che questa mirabile unità non può essere preparata e realizzata che in virtù della preghiera.
Abbiamo presente al Nostro spirito l’esempio di Cristo, il quale supplicò lungamente il Padre, perché i seguaci della sua dottrina fossero una cosa sola nella fede e nella carità.
Che poi anche la preghiera della Vergine sia efficacissima a questo scopo ne abbiamo un eloquente prova nella storia apostolica. Quella pagina, mentre ci presenta la prima riunione dei discepoli, in supplichevole attesa promessa dell’effusione dello Spirito Santo, fa speciale menzione di Maria, in preghiera con essi: Tutti perseveravano concordi nell’orazione con Maria, Madre di Gesù. Come, dunque, la Chiesa nascente giustamente si unì nella preghiera a Lei – La più nobile fautrice e custode dell’unità – è quanto mai opportuno che altrettanto facciano, ai nostri giorni, i cattolici; specialmente durante il mese di ottobre che noi, già da tempo abbiamo a Lei voluto dedicato e consacrato alla divina Madre, con la recita solenne del Rosario, per implorarne l’aiuto nelle presenti angustie della Chiesa” (Leone XIII, Fidentem piumque, 20 settembre 1896).
6 - “Imbattutici () in tempi non meno infausti per la Chiesa che pieni di pericoli per la stessa società civile, abbiamo facilmente compreso quanto fosse utile il raccomandare col massimo calore quel baluardo di salvezza e di pace che Dio, nella sua grande misericordia, volle dare all’umanità nella persona della sua augusta Madre e rese poi insigne nei fasti della Chiesa per una serie non interrotta di favorevoli avvenimenti. E i popoli cattolici hanno corrisposto ai Nostri voti e alle nostre esortazioni con molteplici e premurose iniziative, ma specialmente ravvivando la devozione verso il Rosario, con un’abbondante messe di splendidi frutti” ()
“L’intento che ora Noi con più vivo desiderio ci prefiggiamo, come spesso abbiamo detto, è la riconciliazione dei popoli separati dalla Chiesa, dichiarando, nello stesso tempo, che il successo dobbiamo ripromettercelo soprattutto dalle ferventi preci rivolte all’onnipotenza divina”.
“Confidare in Maria, supplicare Maria perché con la sua virtù ottenga il successo felice per cui tutte le intelligenze, nelle nazioni cristiane, siano concordi nella professione della stessa fede e perché il vincolo della perfetta carità stringa tutte le volontà e ne venga la vera e bramata gloria alla religione cristiana.
- E come potrebbe Ella non volere la massima unione, chiesta con fervore intensissimo al Padre dal suo Figlio Unigenito, tra tutte le genti che egli chiamò con un solo battesimo alla stessa eredità di salute acquistata a un prezzo infinito?
- Come potrebbe non procurare che tutti tendano e si dirigano uniti a questa luce della sua ammirabile dottrina?
- E perché non dovrebbe impegnare i tesori della sua bontà e provvidenza per consolare la Chiesa, sposa di Cristo, nei suoi lunghi travagli, e perché nella famiglia cristiana cresca il bene dell’unità, frutto insigne della sua divina maternità?” (Leone XIII, Adiutricem populi, 30 settembre 1896)
7 - “Si accenda, dunque, dappertutto, l’ardore per questa preghiera con lo scopo precipuo di ottenere la santa unità.
Nulla potrà essere più soave e più gradito a Maria.
Unita intimamente a Cristo, Ella soprattutto desidera e vuole che coloro che hanno ricevuto il dono dello stesso battesimo, da lui istituito, siano anche uniti da una stessa fede e da una perfetta carità con Cristo e tra loro medesimi” (Leone XIII, Fidentem piumque, 20 settembre 1996).
8 - “Voglia il cielo che Dio, nostro Salvatore, che desidera salvare tutti gli uomini e trarli alla conoscenza della verità, ascolti le nostre ferventi suppliche e si degni chiamare all’unità della Chiesa tutti gli erranti. In questa grandissima impresa vogliamo ricorrere, e che si ricorra, alle preci della B. Vergine Maria, Madre della divina grazia, vincitrice di tutte le eresie e aiuto dei cristiani, perché ci ottenga al più presto l’avvento del giorno bramato in cui tutti gli uomini ascoltino la voce del suo Figlio divino, procurando e custodendo l’unità dello Spirito in un solo abbraccio di pace” (Pio XI, Mortalium animos, 6 gennaio 1928)
9 - “E desideriamo soprattutto che sotto gli auspici della Regina celeste tutti implorino un beneficio singolare di massima importanza, che, cioè, Ella, ardentemente amata e venerata da tutti i popoli dissidenti, non sopporti più a lungo che questi popoli vivano miseramente sparsi e siano tenuti lontani dall’unità della Chiesa, e quindi di suo Figlio, le cui veci noi disimpegniamo sulla terra” (Pio XI, Lux veritatis, 5 dicembre 1931)
10 - “Se giungono tempi difficili per la Chiesa, se la fede vacilla, se la carità si spegne, se i costumi pubblici e privati si corrompono, se qualche pericolo minaccia il cattolico e la società civile, accorriamo a Lei con suppliche per avere il suo aiuto celeste.
Tutti nelle necessità che affliggono i nostri giorni, vadano a lei con maggior studio, la preghino insistentemente perché chieda al suo Figlio e ottenga che i popoli separati tornino alle istituzioni e ai precetti cristiani, dov’è il fondamento della salute pubblica, e che fiorisca l’abbondanza della pace bramata e della vera beatitudine” (Pio XI, Lux veritatis, 25 dicembre 1931).
11 - “Desideriamo invitarvi a recitare il Rosario con particolare devozione anche per questa particolare intenzione che tanto ci sta a cuore: affinché dal prossimo Concilio ecumenico – al quale voi parteciperete con la vostra presenza e il vostro consiglio – tutta la Chiesa ottenga un’affermazione così meravigliosa, che la vigorosa rifioritura di tutte le virtù cristiane, che Noi da esso ci attendiamo, serva di invito e di sprone per tutti quei nostri fratelli e figli, che sono separati da questa sede apostolica” (S. Giovanni XXIII, Grata recordatio, 26 settembre 1959).
La voce dei fedeli
1 - “Possedendo (i fedeli) l’unità della fede, manifestano, in tal modo, che giustamente tengono in grandissimo pregio il valore di questo beneficio, che vogliono custodirlo con ogni scrupolo.
Né possono manifestare in forma migliore il loro amore fraterno verso i separati, che aiutandoli fraternamente, onde abbiano a trovare il più grande di tutti i beni.
Tale affetto fraterno, veramente cristiano, sempre in atto in tutta la storia della Chiesa, trovò sempre la sua principale forza nella Madre di Dio, eccellente fautrice di pace e di unità.
S. Germano di Costantinopoli così invocava (La Madonna):
– “Ricordati dei cristiani che sono tuoi servi
- deh, raccomanda le preghiere di tutti,
- conforta la speranza di tutti,
- stringi le chiese nell’unità” (Orat. in dormit. Deiparae)
IL ROSARIO PER LA FAMIGLIA
La voce del Papa
1 - “Vogliamo ora, in continuità con i Nostri Predecessori, raccomandare vivamente la recita del Rosario in famiglia.
Il Concilio Vaticano II ha messo in luce come la famiglia, cellula prima della società, grazie all’amore scambievole dei suoi membri e alla preghiera a Dio elevata in comune, si riveli come il Santuario domestico della Chiesa.
La famiglia cristiana, quindi, si presenta come una chiesa domestica, se i suoi membri, ciascuno nell’ambito e nei compiti che gli sono propri, tutti insieme
- promuovono la giustizia,
- praticano le opere di misericordia,
- si dedicano al servizio dei fratelli,
- prendono parte all’apostolato della più vasta comunità locale e
- si inseriscono nel suo culto liturgico; ed ancora
- se innalzano in comune supplici preghiere a Dio: che, - se non ci fosse questo sentimento, le verrebbe a mancare il carattere stesso della famiglia cristiana.
Perciò al recupero della nozione teologica della famiglia come Chiesa domestica, deve coerentemente seguire un concreto sforzo per instaurare nella vita famigliare la preghiera in comune” (B. Paolo VI, Marialis cultus, n. 53).
2 - “Noi amiamo, infatti, pensare e vivamente auspichiamo che, quando l’incontro familiare diventa tempo di preghiera, il Rosario ne sia espressione frequente e gradita.
Siamo ben consapevoli che le mutate condizioni della vita degli uomini non favoriscono, ai nostri giorni, la possibilità di riunione tra familiari e che, anche quando ciò avviene, non poche circostanze rendono difficile trasformare l’incontro di famiglia in occasione di preghiera. E’ cosa difficile senza dubbio. Ma è pur caratteristico dell’agire cristiano non arrendersi ai condizionamenti ambientali, ma superarli; non soccombere, ma elevarsi. Perciò le famiglie che vogliono vivere in pienezza la vocazione e la spiritualità propria della famiglia cristiana, devono dispiegare ogni energia per eliminare tutto ciò che ostacola gli incontri in famiglia e le preghiere in comune” (B. Paolo VI, Marialis cultus, n. 54).
3 - “Ma dopo la celebrazione della liturgia delle Ore – culmine a cui può giungere la preghiera domestica -, non v’è dubbio che la corona della Beata Vergine Maria sia da ritenere come una delle più eccellenti ed efficaci “preghiere in comune”, che la famiglia cristiana è invitata a recitare” (B. Paolo; Marialis cultus, n. 54).
4 - “Analoga urgenza di impegno e di preghiera emerge su un altro versante critico del nostro tempo, ‘quello della famiglia’ cellula della società sempre più insidiata da forze disgregatrici a livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti dell’intera società. Il rilancio del Rosario nelle famiglie cristiane nel quadro di una più larga pastorale della famiglia, si propone come aiuto efficace per arginare gli effetti devastanti di questa crisi epocale” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 6).
5 - “Preghiera per la pace, il Rosario è anche, da sempre, preghiera della famiglia e per la famiglia.
Un tempo questa preghiera era particolarmente cara alle famiglie cristiane e certamente ne favoriva la comunione. Occorre non disperdere questa preziosa eredità. Bisogna tornare a pregare in famiglia e pregare per le famiglie, utilizzando ancora questa forma di preghiera.
Se nella lettera apostolica ‘Novo millennio ineunte’ ho incoraggiato la celebrazione della ‘liturgia delle ore’, anche da parte dei laici e nella vita ordinaria delle comunità parrocchiali e dei vari gruppi cristiani, altrettanto desidero fare per il Rosario. Si tratta di due vie non alternative, ma complementari, della contemplazione cristiana. Chiedo pertanto a quanti si dedicano alla pastorale delle famiglie di suggerire con convinzione la recita del Rosario.
‘La famiglia che prega resta unita’.
Il santo Rosario, per antica tradizione, si presta particolarmente a essere preghiera in cui la famiglia si ritrova. I singoli membri di essa, proprio gettando lo sguardo su Gesù, recuperano anche la capacità di guardarsi sempre negli occhi, per comunicare, per solidarizzare, per perdonarsi scambievolmente, per ripartire con un patto di amore rinnovato dallo Spirito di Dio.
Molti problemi delle famiglie contemporanee, specie nelle società economicamente evolute, dipendono dal fatto che diventa sempre più difficile comunicare. Non si riesce a stare insieme e magari i rari momenti dello stare insieme sono assorbiti dalle immagini di un televisore.
Riprendere a recitare il Rosario in famiglia significa immettere nella vita quotidiana ben altre immagini, quelle del mistero che salva: l’immagine del Redentore, l’immagine della sua Madre Santissima.
La famiglia che recita il Rosario riproduce un po’ il clima della Casa di Nazaret’: vi pone Gesù al centro, si condividono con Lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui la speranza e la forza per il cammino” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 41).
La voce dei fedeli
1 - PIO XII insisteva per il ripristino del Rosario nelle famiglie: “Se recitate il Rosario tutti uniti, gusterete la pace delle vostre famiglie, avrete la concordia degli animi nelle vostre case”.
La famiglia che prega unita, vive unita” (in Gabriele Amorth, Dialoghi su Maria, Ed. Il Messaggero, 1997).
IL ROSARIO PER LA PACE
La voce del Papa
1 - “Vi è, inoltre, un’intenzione che Ci spinge a rivolgere più ardenti suppliche a Gesù Cristo e alla sua amorevolissima Madre, alle quali invitiamo il sacro collegio dei cardinali, voi, venerabili fratelli, i sacerdoti e le anime consacrate, gli ammalati e i sofferenti, i fanciulli innocenti e tutto il popolo cristiano.
Ed è questa: affinché gli uomini responsabili dei destini della grandi come delle piccole collettività, i cui diritti e le cui immense ricchezze spirituali debbono essere scrupolosamente conservate intatte, abbiano a valutare attentamente il grave compito dell’ora presente.
Noi perciò preghiamo il Signore affinché essi si sforzino di conoscere a fondo le cause che originano i contrasti e con buona volontà le superino; soprattutto valutino il triste bilancio di rovine e di danni dei conflitti armati – che il Signore tenga lontani! – e non ripongano in essi speranza alcuna; adeguino la legislazione civile e sociale alle reali esigenze degli uomini, non immemori peraltro delle leggi eterne, che provengono da Dio e sono il fondamento e il cardine della vita stessa civile; e siano sempre pensosi del destino ultraterreno in ogni singola anima, creata da Dio per raggiungerlo e goderlo un giorno”.
“E’ inoltre da ricordare che ci sono oggi diffuse posizioni filosofiche e atteggiamenti pratici assolutamente inconciliabili con la fede cristiana. Noi continueremo con serenità, precisione e fermezza ad affermare tale inconciliabilità.
Ma Dio ha fatto sanabili gli uomini e le nazioni (cfr Sap. 1, 14).
E perciò confidiamo che, messi da parte gli aridi postulati di un pensiero cristallizzato e di un’azione penetrata di laicismo e di materialismo, si faccia tesoro di quella sana dottrina, che ogni giorno più è convalidata dall’esperienza, e si cerchino gli opportuni rimedi. Ora questa dottrina conclama che Dio è “Nostra salvezza e nostra redenzione” (S. Giovanni XXIII, Grata recordatio,26 settembre 1959)
2 - “Noi non viviamo di illusioni. Come tante e tante altre volte nella storia – poiché Nihil novi sub sole (Eccle. 1, 10). L’ora che il mondo sta attraversando è grave assai, grave e pericolosa. E’ in gioco la vocazione storica dei popoli e il destino di ciascun uomo creato a immagine di Dio.
Non è Nostra abitudine sollevare il velo delle miserie e di minaccianti rovine, che stringono il cuore per chi sente il sacro dovere di custodire e difendere l’ordine domestico, sociale e religioso.
Ma le statistiche stanno là, allarmanti nella gelida enunciazione dei dati offerti pubblicamente da studiosi avvertiti e competenti:
- generale dispregio della vita,
- smania di strapotere,
- sottile ma ostinata iniziazione all’errore, che determina con teorie e con spirito anticristiani la struttura di sistemi di vita sociale delle menti alimentate da contraffazioni della verità” (S. Giovanni XXIII, L’ottobre che ci sta innanzi, 28 setttembre 1960).
3 - “Il religioso Convegno della domenica del 10 settembre a Castelgandolfo, con rappresentanze nobili e copiose di Cardinali, di Prelati, del Corpo Diplomatico e una moltitudine di fedeli di ogni provenienza, è stato tutto penetrato da sentimenti di viva preoccupazione circa il problema della pace ().
Tutte le nazioni in rappresentanza erano là a dare ampia significazione di universalità. Gruppo notevole formavano, fra gli altri, gli alunni del Collegio Urbano di Propaganda, richiamo di tutte le genti, anche non cristiane, ma tutte invocanti la pace “().
Commossi e insieme fiduciosi, abbiamo annunziato in quella sera misteriosa il Nostro proposito di incoraggiare successivi convegni di anime a misura che se ne presentasse l’occasione lungo la via, per intrattenerle in preghiera circa questo fondamentale impegno della preservazione della pace nel mondo intero e a salvezza della civiltà
E’ a questa intenzione e ad offrire un primo esempio, che pochi giorni dopo ci siamo recati nelle Catacombe di S. Callisto, le più vicine alla nostra residenza estiva, per implorare di là, presso le sacre memorie di quanti Ci precedettero – ben 14 Pontefici e con loro Vescovi e martiri illustri della storia – la cooperazione della loro intercessione celeste per assicurare a tutte le nazioni – e tutte appartengono in qualche modo a Cristo – il grande tesoro della pace: ‘Ut cuncto populo cristiano pacem et unitatem Dominus largiri dignetur’ (cf Litaniae sanctorum)” (S. Giovanni XXIII, Il religioso convegno, 29 settembre 1961).
4 - “O Rosario benedetto di Maria: quanta dolcezza nel vederti sollevato dalle mani degli innocenti, dei sacerdoti santi, delle anime pure, dei giovani e degli anziani, di quanti apprezzano il valore e l’efficacia della preghiera, sollevato dalle folle innumeri e pie come emblema e come vessillo augurale di pace nei cuori e di pace per tute le genti umane!
Dire pace in senso umano e cristiano significa penetrazione negli animi di quel senso di verità, di giustizia, di perfetta fraternità fra le genti, che dissipa ogni pericolo di discordia, di confusione, che compone le volontà di tutti e di ciascuno sulle tracce della evangelica dottrina, sulla contemplazione dei misteri e degli esempi di Gesù e di Maria, divenuti familiari alla devozione universale, nello sforzo di ogni anima, di tutte le anime, verso l’esercizio della legge santa, che, regolando i segreti del cuore, rettifica le azioni di ciascuno verso il compimento della cristiana pace, delizia del vivere umano, pregustamento delle gioie immanchevoli ed eterne” (S. Giovanni XXIII, Il religioso convegno, 29 settembre \1961).
5 - “Come ai nostri immediati Predecessori, così a noi la provvidenza di Dio sembra abbia voluto affidare il particolare compito di conservare e consolidare la pace, assumendone con un lavoro paziente e instancabile il faticoso impegno.
Questa responsabilità, è evidente, nasce dal fatto che la Chiesa intera ci è stata affidata, essa che ‘come un vessillo levato fra le nazioni’ (Is, 11, 12), non è legata a interessi politici, ma deve recare agli uomini la verità e la grazia di Gesù Cristo, suo divino fondatore“ (B. Paolo VI, Christi Matri, 15 setttembre 1966).
6 - “Si addensa infatti il pericolo di una più vasta e dura calamità, che incombe sull’umana famiglia, poiché, specialmente nelle regioni dell’Asia orientale, ancora si combatte con spargimento di sangue e infuria una guerra difficile; e pertanto ci sentiamo spinti a tentare nuovamente e con maggior forza tutto quanto è in nostro potere per garantire la pace.
Sono inoltre motivo di turbamento le notizie di ciò che avviene in altre regioni del mondo, come la crescente corsa agli armamenti nucleari, i nazionalismi, i razzismi, i movimenti rivoluzionari, la forzata divisione dei cittadini, i criminosi attentati, l’eccidio di persone innocenti. Tutte queste cose possono fornire l’esca di un immane flagello” (B. Paolo VI, Christi Matri, 15 settembre 1966).
7 - “’La pace () è cosa tanto grande, che anche tra le cose terrene e mortali nulla si ascolta con maggior diletto, nulla si desidera con maggior ardore, nulla infine si può avere di più perfetto’ (S. Agostino, De civitate Dei, 19, 11).
Eleviamo ancora, pertanto, la nostra voce Con forti grida e lacrime (Eb 5, 7) per scongiurare insistentemente i governanti a fare ogni sforzo perché l’incendio non si estenda, ma sia totalmente estinto. ()
Nel nome del Signore gridiamo: ‘fermatevi’”! (B. Paolo VI, Christi Matri, 15 settembre 1966).
8 - “L’intenzione che vogliamo proporre quest’anno a tutti i nostri figli, poiché ci sembra più urgente e più grave che mai, è quella della pace fra gli uomini e fra i popoli.
Nonostante alcuni progressi e speranze legittimi, ancora continuano conflitti micidiali, appaiono nuovi ‘punti caldi’ e si vedono in lotta tra di loro perfino i cristiani che fanno appello allo stesso Vangelo di amore.
In seno alla stessa Chiesa si manifestano incomprensioni tra i fratelli che vicendevolmente si accusano e si condannano. Cosicché è più urgente che mai pregare per la pace.
Un anniversario inoltre ci invita a far ciò con maggior confidenza, il quarto centenario della bolla Consuevereunt Romani Pontifices, con la quale S. Pio V definiva la forma del Rosario ancora oggi in uso, in un’epoca di turbamenti per la Chiesa e per il mondo.
Fedeli a questa eredità così santa, da cui il popolo cristiano non ha mai cessato di attingere forza e coraggio, noi esortiamo il clero e i fedeli a chiedere intensamente a Dio, per intercessione di Maria Vergine, la pace e la riconciliazione fra tutti gli uomini e fra tutti i popoli” (B. Paolo VI, Recurrens mensis october, 7 ottobre 1969).
9 - Nella stessa Esortazione apostolica, lo stesso B. Paolo VI vuole che per la pace
- “Preghino i figli della santa Chiesa,
- i bambini e i giovani (),
- gli ammalati e gli anziani,
- gli adulti (),
- le anime consacrate,
- i Vescovi e i Sacerdoti”.
E conclude: “In questo desiderio ardente della pace, che è Frutto dello Spirito, noi tutti, come gli apostoli nel cenacolo, saremo uniti nella preghiera Con Maria, Madre di Gesù”.
Quindi il Papa assicura che lui pregherà per tutti coloro che fanno opera di pace (), si destino ovunque vocazioni degli operatori di pace (), perché Gesù, che è morto per i nostri peccati.
Riunisca nell’unità i figli di Dio che erano dispersi” (B. Paolo VI, Recurrens mensisis october, 7 ottobre 1969).
10 - “() Abbiamo sottolineato il valore (del Rosario) in molteplici circostanze, ordinarie alcune, gravi altre, come quando, in un’ora di angoscia e di insicurezza, abbiamo pubblicato l’Epistola Enciclica “Christi Matri” (15 settembre 1966), perché fossero rivolte supplici preghiere alla Beata Vergine del Rosario, per implorare da Dio il bene supremo della pace. Appello che abbiamo rinnovato nella Nostra Esortazione Apostolica Recurrens mensis october” (B. Paolo VI, 1 ottobre 1969).
11 - “A dare maggiore attualità al rilancio del Rosario si aggiungono alcune circostanze storiche.
Prima fra tutte l’urgenza di invocare da Dio il dono della ‘pace’.
Il Rosario è stato più volte proposto dai miei Predecessori e da me stesso come preghiera per la pace.
All’inizio di un millennio che è cominciato con le raccapriccianti scene dell’attentato dell’11 settembre 2001 e che registra ogni giorno in tante parti del mondo nuove situazioni di sangue e di violenza, riscoprire il Rosario significa immergersi nella contemplazione di Colui che ‘è la nostra pace’ avendo fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l’inimicizia (Ef 2, 14).
Non si può quindi recitare il Rosario senza sentirsi coinvolti in un impegno di servizio alla pace, con una particolare attenzione alla terra di Gesù, ancora così provata e tanto cara al cuore cristiano” (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 6).
12 - “Le difficoltà che l’orizzonte sociale presenta in questo avvio del nuovo Millennio ci inducono a pensare che solo un intervento dall’Alto, capace di orientare i cuori di quanti vivono situazioni conflittuali e di quanti reggono le sorti della Nazioni, può far sperare in un futuro meno oscuro.
Il Rosario è ‘preghiera orientata per sua natura alla pace’ per il fatto stesso che consiste nella contemplazione di Cristo, principe della pace e Nostra pace (Ef 2, 149). Chi assimila il mistero di Cristo - e il Rosario proprio a questo mira – apprende il segreto della pace e ne fa un progetto di vita. In forza del suo carattere meditativo, con il tranquillo succedersi dell’ ‘Ave Maria’ il Rosario esercita sull’orante un’azione pacificante, e lo dispone a ricevere e sperimentare nella profondità del suo essere e a diffondere intorno a sé quella pace vera che è dono speciale del Risorto” (Gv 14, 27; 20, 21).
E’ poi preghiera di pace anche per i frutti di carità che produce.
Se ben recitato come preghiera meditativa, il Rosario, favorendo l’incontro con Cristo nei suoi misteri, non può non additare anche il volto di Cristo nei fratelli, specie in quelli più sofferenti.
- Come si potrebbe fissare, nei misteri gaudiosi, il mistero del Bimbo nato a Betlemme, senza provare desiderio di accogliere, difendere e promuovere la vita, facendosi carico della sofferenza dei bambini di tutto il mondo?
- Come si potrebbero seguire i passi di Cristo rivelatore, nei misteri della luce, senza proporsi di testimoniare le sue beatitudini nella vita di ogni giorno?
- E come contemplare Cristo carico della croce e crocifisso, senza sentire il bisogno di farsi suoi ‘cirenei’ in ogni fratello schiacciato dal dolore e affranto dalla disperazione?
- Come si potrebbe, in fine, fissare gli occhi sulla gloria di Cristo risorto e su Maria incoronata Regina, senza provare il desiderio di rendere questo mondo più bello, più giusto, più vicino ai disegni di Dio?
Insomma, mentre ci fa fissare gli occhi su Cristo, il Rosario ci rende anche costruttori della pace nel mondo. Per la sua caratteristica di petizione insistente e corale, in sintonia con l’invito di Cristo a pregare sempre, senza stancarsi (Lc 18, 1), esso ci consente di sperare che, anche oggi, una battaglia tanto difficile come quella della pace possa esser vinta.
Lungi dall’essere una fuga dai problemi del mondo, il Rosario ci spinge così a guardarli con occhio responsabile e generoso e ci ottiene la forza di tornare ad essi con la certezza dell’aiuto di Dio e col proposito fermo di testimoniare in ogni circostanza la carità che è il vincolo della perfezione (Col 3, 14) (S. Giovanni Paolo II, Rosarium Virginis Mariae, n. 40).
PER I NEMICI ESTERNI DEL CRISTIANESIMO
1 - “Nei momenti di trepidazione e di incertezza fu sempre sacro e primo pensiero quello di ricorrere a Maria e di rifugiarsi nella sua materna bontà” (Leone XIII, Supremi apostolatus, 29 settembre 1883)
2 - “E Noi nulla stimiamo più efficace e più potente che renderci propizia, con la devozione e la pietà, la gran Madre di Dio” (Leone XIII, Fidentem piumque, 19 settembre 1896).
3 - “Dai nostri figli, così devoti e così affezionati, piuttosto che felicitazioni e lodi, Noi ardentemente aspettiamo che innalzino a Dio vivissimi ringraziamenti, preghiere e voti.
Saremo lietissimi se ci otterranno che quel tanto di vita e di forze che ci resta, quel che abbiamo di autorità e di prestigio, lo possiamo spendere unicamente per il bene della Chiesa e prima di tutto ricondurle in seno e riconciliarle i nemici e i traviati che la nostra voce da tanto tempo invita” (Leone XIII, Magnae Dai Matris, 8 settembre 1892).
Gli eretici Albigesi
1 - “Nati della setta degli ultimi manichei avevano contagiato di perniciosi errori la Francia meridionale e altre regioni del mondo latino.
Costoro, spargendo intorno a loro il terrore delle armi, tramavano di estendere il loro dominio con le stragi e con le rovine. S. Domenico e i suoi seguaci combatterono strenuamente e vittoriosamente contro costoro con l’arma del Rosario.
Per ispirazione e impulso divino egli (S. Domenico) ben sapeva che, con l’aiuto di questa preghiera, potente strumento di guerra, i fedeli avrebbero potuto vincere e sconfiggere i nemici e costringerli a cessare la loro stolta ed empia audacia. Ed è noto che gli avvenimenti diedero ragione alla previsione” (Leone XIII, Supremi apostolatus, 19 settembre 1883).
2 - “Difatti la setta eretica degli Albigesi, ora di soppiatto ora apertamente, aveva invaso numerose contrade; spaventosa progenie dei manichei, essa ripeteva i mostruosi errori, e ne rinnovava le ostilità, le violenze e l’odio profondo contro la Chiesa.
Contro questa turba si perniciosa e arrogante poco o nulla ormai si poteva contare sugli aiuti umani, quando il soccorso venne palesemente da Dio per mezzo del Rosario di Maria.
Così, grazie alla Vergine gloriosa debellatrice di tutte le eresie, le forze degli avversari furono rovesciate e infrante e la fede di moltissimi rimase salva e intatta.
E si può dire che simili fatti si sono verificati presso ogni popolo.
Quanti pericoli scongiurati!
La storia antica e moderna sta là a dimostrarlo con le più luminose testimonianze” (Leone XIII, Octobri mense, 22 settembre 1891).
3 - “Già altre volte ricordammo queste glorie e i gli strepitosi trionfi riportati contro gli Albigesi e contro altri potenti nemici; glorie e trionfi che ritornano sempre non solamente a profitto della Chiesa perseguitata, ed afflitta, ma a prosperità temporale altresì dei popoli e delle nazioni” (Leone XIII, Vi è ben noto. 20 settembre 1887).
I Turchi
4 - “L’efficacia e la potenza della stessa preghiera fu poi mirabilmente sperimentata anche nel secolo XVI, allorché le imponenti forze dei turchi minacciavano di imporre a quasi mezza Europa il giogo della superstizione e della barbarie.
In quella circostanza il sommo Pontifice S. Pio V, dopo aver spronato i sovrani cristiani alla difesa di una causa che era la causa di tutti, rivolse ogni suo zelo ad ottenere che la potentissima Madre di Dio, invocata con le preghiere del Rosario, venisse in aiuto al popolo cristiano.
E la risposta fu il meraviglioso spettacolo, allora offerto al cielo e alla terra; spettacolo che incatenò le menti e i cuori di tutti!” Da una parte, infatti, i fedeli, pronti a dare la vita e a versare il sangue per l’incolumità della religione e della patria, aspettavano impavidi, presso il golfo di Corinto, il nemico, dall’altra, uomini inermi, in pia e supplichevole schiera, invocavano Maria, affinché assistesse i combattenti fino alla vittoria.
E la Madonna, mossa da quelle preghiere, li assistette: infatti, avendo la flotta dei cristiani attaccato battaglia presso Lepanto, senza gravi perdite dei suoi, sbaragliò e uccise i nemici e riportò una splendida vittoria.
Per questo il santo Pontefice, ad eternare il ricordo della grazia ottenuta, decretò che il giorno anniversario di quella grande battaglia fosse considerato festivo in onore della Vergine delle vittorie, festa che poi Gregorio XIII consacrò col titolo del Rosario.
5 - Del resto la storia della Chiesa attesta la forza e l’efficacia di queste preghiere, ricordandoci la sconfitta delle armate turche nella battaglia navale di Lepanto e le splendide vittorie riportate nel secolo scorso a Temeswar in Pannonia (Ungheria) e presso l’isola di Corfù.
Del primo fatto resta monumento perenne la festa della Madonna delle Vittorie, istituita da Gregorio XIII e consacrata poi e estesa alla Chiesa universale da Clemente XI, col nome di festa del Rosario” (Leone XIII, Augustissimae Virginis, 12 settembre 1897).
6 - “E questo nella festa della gran Vergine, prima pregata secondo il pio rito del Rosario” (Leone XIII, Supremi apostolatus, 1 settembre – 1883).
Timisoara e Corfù
7 - “Parimenti note sono le vittorie riportate sulle forze dei Turchi, durante il secolo scorso, prima presso Timisoara in Romania e poi presso l’isola di Corfù: in due giorni dedicati alla grande Vergine e dopo molte preghiere a Lei innalzate sotto la forma del Rosario.
Questa fu la ragione che mosse il nostro Predecessore Clemente XI a stabilire che, in attestato di riconoscenza, tutta la Chiesa celebrasse ogni anno la solennità della Madonna del Rosario” (Leone XIII, Supremi apostolatus, 19 settembre 1883).
8 - “E quando l’empia potenza maomettana, confidando in poderose flotte e in eserciti agguerriti, minacciava rovina e servaggio ai popoli dell’Europa, allora per suggerimento del sommo Pontefice, si implorò fervorosamente la protezione della celeste Madre, e i nemici furono sconfitti e le loro navi sommerse” (Pio XI, Ingravescentibus malis, 29 settembre 1937).
9 - “A questa preghiera (il Rosario) la Chiesa ha riconosciuto sempre una particolare efficacia, affidando ad essa, alla sua recita corale, alla sua pratica costante, le cause più difficili. In momenti in cui la cristianità stessa era minacciata, fu alla forza di questa preghiera che si attribuì lo scampato pericolo e la Vergine del Rosario fu salutata come propiziatrice della salvezza” (S. Giovanni Paolo II, Rosaarium Virginis Mariae, n. 38).
Nemici interni
1 - “Poiché i tempi, forieri di sciagure per la Chiesa e per la società, esigevano l’aiuto potente di Dio, Noi ritenemmo di doverlo implorare appunto mediante l’intercessione della sua Madre e soprattutto con quella formula di preghiera di cui il popolo cristiano ebbe sempre a sperimentare la salutare efficacia. ()
E anche ai nostri tempi, travagliati da molteplici crisi, siamo lieti di riconoscere che proprio dal Rosario sono venuti frutti salutari” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 settembre 1894).
2 - “La baldanza delle sette, cresciute con il favore e la connivenza che incontrò dovunque, non ha ormai ritegno, e in mille modi da per tutto si prova a recare onta e offesa alla Chiesa, la sola potenza che può combatterle e che sempre le ha combattute” (Leone XIII, Più volte, 31 ottobre 1896).
3 - “Incessanti e gravi lotte tormentano la Chiesa
- la pietà cristiana,
- la pubblica moralità,
- la stessa fede, sono esposte a pericoli sempre più gravi” (Leone XIII, Octobri mense, 22 settembre 1891).
La pietà cristiana (ignoranza della religione).
4 - “Come abbiamo osservato da principio, la nostra epoca ha sempre più bisogno degli aiuti celesti; specialmente per le molteplici tribolazioni che soffre la Chiesa, avversata nel suo diritto e nella sua libertà; e poi per i molti pericoli che minacciano le basi stesse della prosperità e della pace dei popoli cristiani” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 settembre 1894).
5 - “Chiunque studi con diligenza gli annali della Chiesa cattolica, facilmente vedrà congiunti con tutti i fasti del nome cristiano il vallido patrocinio della Vergine Madre di Dio.
Quando infatti gli errori, diffondendosi dovunque, si accanivano a lacerare la veste inconsutile della Chiesa e si metteva a soqquadro l’oribe cattolico, a Colei, che “Da sola distrusse tutte le eresie del mondo” (Breviario Romano), i nostri paderi si rivolsero con animo fiducioso, e la vittoria da Lei conquistata fece ritornare tempi sereni.
Come nelle pubbliche sventure, così nelle necessità private i fedeli di ogni epoca si rivolsero supplichevolmente a Maria, perché tanto benigna venisse in soccorso impetrando sollievo e rimedio ai dolori del corpo e dello spirito.
E mai il suo potentissimo aiuto fu atteso invano da coloro che lo imploravano con pia e fiduciosa preghiera” (Pio XI, Ingravescentibus malis, 29 settembre 1937).
6 - “Ma
- poiché ai giorni nostri non minori pericoli che in pasato sovrastano la società religiova e civile,
- poiché da molti si disprezza e si ripudia completamente la suprema ed eterna autorità di Dio, che comanda e vieta, ne viene di conseguenza che è debilitata la coscienza del dovere cristiano, che negli animi dei fedeli si illanguidisce o si spegne del tutto, che poi si smuovono e rovinano le stesse basi dell’umano consorzio.
Da una parte si vedono cittadini intenti a una lotta atroce tra loro, perché gli uni sono forniti di abbondanti ricchezze e gli altri devono invece guadagnare il pane per sé e per i loro cari con il duro lavoro quotidiano..
In alcune regioni, come tutti sanno, il male è arrivato a tal punto che si è voluto distruggere perfino il diritto privato di proprietà per mettere in comune ogni cosa.
D’altra parte non mancano uomini che dichiarano di onorare ed esaltare soprattutto la potestà dello Stato, () si sforzano di far risorgere gli errori dei pagani e il loro tenore di vita” (Pio XI, Ingravescentibus malis, 29 settembre 1937).
7 - “E poiché l’insensata perversità degli empi a tutto ormai ricorre - con l’inganno e l’audacia - per provocare la collera divina e attirare sulla patria il peso di questo castigo, è necessario che la pia pratica del Rosario sia seguita con sempre maggiore impegno ().
Nel seno stesso dei popoli cattolici vi sono troppi, che non contenti di godere delle offese comunque arrecate alla religione, essi stessi, forti di un’incredibile licenza di propaganda, mostrano di non mirare ad altro che ad esporre al disprezzo e allo scherno della gente le cose più sante della religione e la sperimentata fiducia nell’intercessione della Vergine.
In questi ultimi mesi poi non si è risparmiata l’augustissima persona di Gesù Cristo Salvatore.
Non si è avuta vergogna di impadronirsene per le attrattive del palcoscenico, ormai troppo spesso contaminato di nefandezze, e di rappresentarvela spogliata della maestà della sua natura divina; senza la quale necessariamente crolla il fondamento stesso della redenzione del genere umano.
E si colmò l’onta quando si volle riabilitare dall’infamia dei secoli l’uomo reo della delittuosa perfidia che la storia ha bollato come la più abominevole e mostruosa: il traditore di Cristo, nell’intento di svellere dalle radici e distruggere l’opera divina della Redenzione, che nessuna forza potrà mai distruggere né cancellare” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 settembre 1894).
8 - “Per tanto, in mezzo alla tempesta dei mali, che così duramente tormentano la Chiesa, tutti i suoi figli devoti vedono chiaramente quale urgente dovere abbiamo di pregare insistentemente l’Onnipotente Iddio e in qual modo soprattutto debbono adoperarsi, perché le loro preghiere abbiano la massima efficacia” (Leone XIII, Octobri mense, 22 saettembre 1891).
La pubblica moralità (i vizi)
9 - “Il popolo cristiano () si rivolga con rinnovata pietà alla gran Madre di Dio, () a Lei ricorrendo supplichevole () col santo Rosario.
Ci spinge a ciò urgentemente e ci stimola il nostro amore per la Chiesa, le cui angustie, anziché alleggerirsi, crescono ogni giorno più in numero e in asprezza.
A tutti sono noti i mali che Noi deploriamo:
- la lotta spietata contro i sacri e intangibili dogmi, che la Chiesa custodisce e tramanda;
- la derisione dell’integrità della virtù cristiana che la Chiesa difende;
- la trama di calunnie in mille lodi ordita;
- l’odio fomentato contro il sacro ordine dei Vescovi e principalmente contro il Romano Pontefice;
- gli attacchi diretti, con la più impudente audacia e delittuosa empietà, contro la divinità stessa di Cristo” (Leone XIII, Octobri mense, 18 settembre 1892)
La stessa fede (L’errore)
10 - “Le Sacre Scritture chiamano Cristo Autore e perfezionatore della fede.
Autore perché Egli ha insegnato agli uomini un grande numero di verità che essi debbono credere (); e per di più con la grazia e quasi con l’unzione dello Spirito Santo concede generosamente il dono della fede.
Perfezionatore perché nel cielo, dove convertirà l’abito della fede nella chiarezza della gloria, Egli renderà evidenti quelle cose che gli uomini, nella loro vita mortale, hanno percepito come attraverso un velo.
E siccome è necessario che la fede, per essere degna e perfetta, si manifesti esteriormente, Poiché con il cuore si crede per la giustizia, e con le labbra si fa professione per la salute (Rm 10, 10), nel Rosario troviamo anche un eccellente mezzo per professare la nostra fede.
E realmente, con le preghiere vocali di cui s’intesse, possiamo esprimere la nostra fede in Dio, Padre nostro provvidentissimo
- nella vita futura,
- nella remissione dei peccati
- nei misteri dell’augusta Trinità,
del Verbo incarnato,
della divina maternità, e in altre ancora” (Leone XIII, Fidentem piumque, 2° settembre 1889).
11 - “Non possiamo nasconderci il profondo senso di tristezza, che pervade i migliori dinanzi a questa battaglia.
E’ infatti motivo di immensa tristezza il vedere
- il gran numero di coloro che, dalla diversità degli errori e da questo protervo atteggiamento contro Dio, sono trascinati e spinti verso l’abisso;
- il gran numero di coloro che, ponendo su uno stesso piano ogni forma di religione, si può dire che stiano per abbandonare la fede divina;
- il numero notevole di coloro che sono cristiani solo di nome e non compiono i doveri della fede” (Leone XIII, Octobri mense, 22 settembre 1891).
12 - “E’ ormai a tutti notissimo con quanti e quali mezzi di corruzione la malizia del mondo iniquamente si sforzi di indebolire ed estirpare interamente dai cuori la fede cristiana e l’osservanza della legge divina, che alimenta questa fede e la fa fruttificare.
Ben a ragione ()
- ci si deve rattristare che a pubblica manifestazione sia stata deliberatamente data tale organizzazione che consente che il nome di Dio vi sia taciuto e oltraggiato;
- ci si deve rattristare della licenza, ognor più sfacciata di stampare e predicare ogni sorta di oltraggi contro Cristo, Dio e la Chiesa.
- né è meno deplorevole quel conseguente languore e intiepidimento della pratica cristiana, che, se non è un’aperta apostasia dalla fede, è certo prossima a divenirlo.
Non potrà quindi sembrare eccessiva la Nostra affermazione, se diciamo che la fede non deve affatto temere i pericoli dell’ignoranza e dei nefasti errori in quei luoghi, in quelle famiglie e presso quei popoli, dove si mantiene nel primitivo onore la pratica del Rosario ().
La fede, se sarà autentica, avrà () potere () fino a farlo prorompere in quella potenza degna di Paolo: Chi ci separerà dall’amore di Cristo, la tribolazione o l’angoscia, la fame o la nudità o il pericolo o la persecuzione o la spada? (Rm 8, 35). Non vivo più, ma Cristo vive in me (Gal. 2, 20)” (Leone XIII, Magnae Dei Matris, 18 settembre 1892).
13 - “Poiché i tempi, forieri di sciagure per la Chiesa e per la società, esigevano l’aiuto potente di Dio, Noi ritenemmo di doverlo implorare appunto mediante l’intercessione della sua Madre e soprattutto con quella formula di preghiera, di cui il popolo cristiano ebbe sempre a sperimentare la salutare efficacia.
E anche ai nostri tempi, travagliati da molteplici crisi, siamo lieti di riconoscere che proprio dal Rosario sono pervenuti frutti salutari” (Leone XIII, Fidentem piumque, 20 settembre 1896).
14 - “Quante sono le anime oggi, che, private del pane della vita, cioè della dottrina celeste, muoiono di una sorta di inedia!
Quanti sono gli spiriti che sedotti da un’apparenza di verità, si sono allontanati dalla fede per i molteplici aspetti dell’errore!
E se i sacerdoti vogliono venire in aiuto alle miserie di tutti costoro, comunicando loro la parola di Dio, come è necessario che essi siano infiammati dal desiderio di salvare i loro fratelli e, nello stesso tempo, animati di una solida conoscenza delle cose divine!
E parimenti quanti sono i figli della chiesa che, ingrati e immemori, si sono distolti dal Vicario di Cristo o per ignoranza o per pervertimento della volontà e che bisogna farli ritornare nel grembo della madre comune.
Per porre riparo a questi mali e alla calamità di ogni genere di questo secolo, come abbiamo bisogno della materna protezione di Maria!” (Benedetto XV, Fausta appetente die, 29 giugno 1921).
15 - “La Vergine santa che un giorno fugò dai paesi cristiani la terribile setta degli Albigesi, ora, da noi supplichevolmente invocata, storni i nuovi errori, quelli specialmente del comunismo, i quali fanno pensare per molti motivi e per molti misfatti a quelli antichi” (Pio XI, Ingravescentibus malis, 29 settembre 1937).
IL ROSARIO PER L'ITALIA, PER ROMA E LE CONFRATERNITE
Il Rosario e l’Italia
Questa enciclica è rivolta particolarmente al popolo italiano.
1 - “Non abbiamo esclusa dalle nostre quotidiane sollecitudini, nessuna nazione né alcun popolo, ben sapendo che per tutti il Redentore ha profuso sulla croce il suo sangue prezioso, a tutti ha aperto il regno della grazia e della gloria.
Nessuno però può farsi meraviglia, se con singolare predilezione riguardiamo il popolo italiano: che anche il divino Maestro, Gesù Cristo, fra tutte le parti del mondo prescelse l’Italia a Sede del suo Vicario in terra e nei consigli della Provvidenza dispose che Roma addivenisse la capitale del mondo cattolico” (Leone XIII, Vi è ben noto, 20 settembre 1887).
2 - La ragione?
“Nella nostra Italia non mancano al presente gravissime ragioni di amarezza all’animo Nostro.
La fede e la morale cristiana, preziosissimo retaggio tramandatoci dai nostri antenati, e che pur fece in ogni tempo la gloria della Patria nostra e dei grandi italiani, sono insidiosamente e quasi di nascosto, o palesemente e con ributtante cinismo assaliti da una mano di uomini, i quali si studiano di strappare agli altri la fede e la morale che essi hanno perduto.
E’ facile intravedere in tutto questo, più che in ogni altra cosa, l’opera delle sette, e di coloro che sono strumenti più o meno docili in mano ad esse”.
() “Le nostre più vive e più ferme speranze sono collocate nella gloriosissima Regina del Rosario: la quale fin da quando cominciò a invocarsi con questo titolo si mostrò prontamente soccorrevole ai bisogni della Chiesa e del popolo cristiano” (Leone XIII, Vi è ben noto, 20 settembre 1887).
3 - “E così, a cominciare dall’anno che corre, abbiamo stabilito di innalzare a rito doppio di seconda classe per tutta l Chiesa la solennità del Rosario.
Ed allo stesso fine ardentemente bramiamo che il popolo cattolico italiano, con particolare slancio di devozione sempre, ma singolarmente nel mese prossimo di ottobre, si volga a questa gran Vergine e faccia dolce violenza al suo cuore di Madre” (Leone XIII, Vi è ben noto, 20 settembre 188).
4 - () “Ma mentre lamentiamo e detestiamo qual sacrilego misfatto, con lo stesso ardore del Nostro animo apostolico, rivolgiamo una calda esortazione a tutti i cristiani, ma particolarmente agli italiani, perché custodiscano intatta, difendano strenuamente e continuino ad alimentare con opere oneste e pie quella fede avita che costituisce la loro più preziosa eredità” (Leone XIII, Iucunda semper, 8 settembre 1894).
5 - “Per quanto si riferisce all’Italia, ci è, in questo momento, una particolare, estrema necessità d’implorare l’efficacissimo soccorso della Vergine, dato che non solo incombe, ma già è sopravvenuta una inattesa calamità.
Vogliamo accennare alla peste asiatica che, varcando, per volontà di Dio, i confini che la natura sembrava averle fissato, ha invaso i porti più frequentati della costa francese e di là le zone confinanti dell’Italia.
Dobbiamo quindi cercare rifugio in Maria, in Colei che la Chiesa chiama a ragione Vergine salutifera, ausiliatrice, liberatrice; perché voglia benevolmente recarci il soccorso invocato con la più gradita delle preghiere (il Rosario) e allontanare da noi il turpe contagio” (Leone XIII, Superiore anno, 20 giugno 1884).
6 - “In questa santa e nobile gara non è rimasta addietro l’Italia, dove la pietà per la Vergine è così profondamente radicata e così universalmente sentita; né dubitiamo che anche quest’anno l’Italia sia per dare bella prova del suo amore per la gran Madre di Dio e per apprestare a noi nuovi motivi di consolazione e di conforto.
Non possiamo tuttavia dispensarci dal rivolgere a voi, Venerabili Fratelli, una parola di speciale esortazione, affinché con nuovo e singolare impegno in tutte le diocesi italiane sia santificato il mese dedicato a Maria Santissima del Rosario” (Leone XIII, Vi è ben noto, 20 settembre 1897).
Il Rosario e la Confraternita del Rosario
1 - E’ un documento inviato alla Confraternita del Rosario, pertanto ha sì molto interesse, ma limitato ai destinatari.
Tuttavia c’è qualche cosa di molto importante a proposito dell’efficacia della preghiera alla Madonna.
Dice S. Tommaso d’Aquino:
“Alla santa Trinità chiediamo che abbia pietà di noi, a tutti gli altri Santi chiediamo che preghino per noi” (Summa theol., q. 83, a.4).
“Invece – precisa il Papa Leone - la preghiera che si rivolge a Maria ha qualche cosa di comune col culto che si rende a Dio; tanto che la Chiesa la invoca con questa espressione, che si suole indirizzare a Dio: ‘Abbi pietà di noi peccatori’.
Perché questi privilegi? Perché (dice Leone)
- “Chi mai, fra tutti i santi, che abitano le sedi beate, potrà competere con l’augusta Madre di Dio nell’impetrare la grazia?;
- Chi potrà con maggiore chiarezza vedere nel Verbo eterno di Dio le nostre angustie e le nostre necessità?
- A chi è stato concesso maggiore potere nel commuovere Dio?;
- Chi al pari di Lei ha viscere di materna pietà”? (Leone XIII, Augustissimae Virginis, 12 settembre 1897).
2 - “In modo particolare Noi rivolgiamo questa esortazione alla ‘Confraternita della Sacra Famiglia’ che di recente abbiamo raccomandato e approvato.
Se infatti il fondamento di questa Confraternita è il mistero del lungo periodo della vita silenziosa e nascosta di Cristo Signore, fra le mura della Casa di Nazaret, perché le famiglie cristiane si sforzino costantemente di modellarsi sull’esempio della Santa Famiglia, divinamente costituita, appare subito evidente la sua connessione col Rosario specialmente nei misteri gaudiosi, che si chiudono appunto quando Gesù, dopo aver mostrato la sua sapienza nel tempio, Venne, con Maria e Giuseppe, a Nazaret ed era ad essi sottomesso, quasi preparando così gli altri misteri, coi quali avrebbe più da vicino compiuta l’opera di ammaestramento e di redenzione degli uomini.
Da ciò tutti gli associati comprendano quale diligenza debbano dimostrare nel coltivare e propagare la devozione del Rosario” (Leone XIII, Magnae Dei Matris, 8 settembre 1892).
3 - “Ma come ognuno facilmente comprende, di tale efficacia saranno più direttamente e più largamente partecipi gli iscritti alle sacre Confraternite del Rosario, perché esse acquistano uno speciale titolo, sia per la loro fraterna unione, sia per la loro speciale devozione alla Vergine Santissima.
Tali sodalizi, autorevolmente approvati dai romani pontefici e da essi arricchiti di privilegi e di tesori d’indulgenze, hanno una loro propria forma di ordinamento e di disciplina.
Tengono riunioni nei giorni determinati e sono forniti di mezzi più adatti per fiorire nella pietà e per rendere utili servizi anche alla società civile. Essi sono come schiere militanti che, guidate e sorrette dalla celeste Regina, combattono le battaglie di Cristo, in virtù dei suoi santi misteri. E in ogni occasione, ma specialmente a Lepanto, si è potuto vedere come la Vergine gradisca le preghiere, le feste e le processioni di questi suoi devoti” (Leone XIII, Letitiae sanctae, 8 settembre 1893).
4 - “Ora fra queste associazioni Noi non esitiamo di dare un posto eminente alla confraternita, che prende il nome dal santo Rosario. Se infatti si considera la sua origine, essa è tra le più antiche; poi è fama che l’abbia fondata lo stesso Padre S. Domenico; se poi se ne considerino i privilegi, essa ne è ricchissima per la munificenza dei Nostri predecessori” (Leone XIII, Augustissimae Virginis, 12 settembre 1897).
5 - Per tali morivi “I Papi esaltarono (la preghiera del Rosario) sempre con grandissime lodi questa confraternita, dedicata a Maria. Tra gli altri:
Innocenzo VIII la definisce ‘devotissima confraternita’ (Splendor paternae gloriae);
Pio V attribuisce alla sua influenza i seguenti risultati:
- “I fedeli si trasformano rapidamente in altri uomini;
- le tenebre dell’eresia si dipanano;
- e la luce della fede cattolica si manifesta”.
Molti altri infine la arricchirono di preziose e abbondantissime indulgenze, oppure la posero sotto la loro particolare protezione, iscrivendosi ad essa e manifestandole in diversi modi la loro benevolenza” (Leone XIII, Augustissimae Virginis, 12 settembre 1897).
Il Rosario e Roma
1 - “Qui a Roma poi, dove il Vicario di Cristo ha la sua Sede, si concentrano a preferenza gli sforzi di costoro e si manifestano in tutta la particolare ferocia i loro satanici insediamenti” (Leone XIII, Vi è ben noto, 20 settembre 1887).
2 - E’ una lettera scritta “Al Signor Cardinale Lucio Maria Parocchi nostro Vicario Generale”.
Dunque è diretta alla Diocesi di Roma.
Dopo aver riconosciuto che “In moltissimi luoghi si è rianimata e fiorisce tal devozione (del Rosario) sia in pubblico che in privato, e porta alle anime frutti preziosi di grazie e di salute” afferma che desidererebbe “Vedere sempre più largamente diffusa, addivenire devozione veramente popolare di tutti i luoghi e di tutti i giorni” a motivo dato da “La baldanza delle sette, cresciuta pel favore e nella connivenza che incontrano dovunque, non ha ritegno e in mille modi da per tutto si prova a recare onta e offesa alla Chiesa”.
“Signor Cardinale! Amiamo porgere un invito fiducioso innanzitutto ai Romani, che il Signore ha voluto darci come più vicino oggetto delle Nostre sollecitudini di Vescovo.
Ci sentiamo confortati al pensiero che nel mese di ottobre, specialmente in seno alle famiglie, dopo la quotidiana fatica, le mani dei genitori e dei figli, particolarmente dei piccoli innocenti, degli ammalati e degli anziani, intreccino la corona del Rosario e levino al cielo la preghiera benedetta.
3 - Né è senza motivo che ordiniamo per Roma preghiere speciali.
“Roma, sede del Vicario di Cristo, articolarmente favorita dalla Provvidenza e alla Vergine singolarmente devota, è ben giusto che vada innanzi a ogni altra città nelle manifestazioni religiose e serva a tutte di esempio
.
Inoltre qui, nella persona del suo capo supremo, la Chiesa soffre più che altrove, qui come a centro del cristianesimo sono rivolti più che altrove gli attacchi dei nemici; e l’odio satanico delle sette Roma prende più specialmente di mira.
Roma pertanto ha più ragione e maggior bisogno di mettersi sotto la protezione della gran Vergine e di meritarsene il patrocinio.
E Noi non dubitiamo che la pietà dei romani Ci secondi pienamente in questi nostri sentimenti, che mirano ad un tempo al vantaggio di tutta la Chiesa e all’incolumità di Roma” (Leone XIII, Più volte, 31 ottobre 1886).
“E poiché nella recita del Rosario ciò che conta è il movimento delle labbra in accordo con la devota meditazione dei singoli misteri.
Noi siamo certi che iI nostri figli, facendo insieme di tutto il mondo, sapranno farne una scuola di vera perfezione, contemplando con intimo raccoglimento gli insegnamenti che irraggiano dalla vita di Cristo e di Maria Santissima” (S. Giovanni XXIII, L’ottobre che ci sta innanzi, 28 settembre 1860).
APPENDICE 1
Il Rosario ‘meditato’ proposto da
Domenico di Prussia (il ‘Certosino’ - 1384-1460)
Misteri gaudiosi
Ave, Maria, piena di grazia,
il Signore è con te;
Tu sei benedetta fra le donne
E benedetto il frutto del tuo seno GESU’.
1 - Che all’annuncio dell’Angelo hai concepito di Spirito Santo.
2 - Che dopo il suo concepimento lo hai portato a Elisabetta sui monti della Giudea.
3 - Che hai generato nella gioia rimanendo Vergine.
4 - Che gli angeli hanno lodato cantando: Gloria a Dio e i pastori hanno trovato a Betlemme.
5 - Che è stato circonciso l’ottavo giorno e chiamato Gesù.
6 - Che è stato venerato e adorato dai Re Magi che gli offrirono i loro doni.
7 - Che hai portato nel tempio sulle tue braccia materne e presentato a Dio Padre.
8 - Che il vecchio Simeone ha benedetto ricevendolo fra le sue braccia.
9 - Con il quale sei fuggita in Egitto lontana da Erode.
10 - Con il quale sei tornata nel tuo paese, richiamata dall’angelo dopo sette anni.
11 - che hai
- smarrito a Gerusalemme all’età di 12 anni,
- hai cercato con dolore per tre giorni.
- e hai ritrovato nel tempio.
12 - Che cresceva tutti i giorni in età, grazia e sapienza davanti a Dio e agli uomini
Misteri luminosi
Ave, Maria, piena di grazia,
il Signore è con te;
Tu sei benedetta fra le donne
E benedetto è il frutto del tuo seno GESU’.
1 - Che Giovanni ha battezzato nel Giordano e presentato come Agnello di Dio.
2 - Che ha digiunato nel deserto per 40 giorni e Satana ha tentato tre volte.
3 - Che a Cana di Galilea cambiò l’acqua in vino.
4 - Che ha annunziato il regno dei cieli ai suoi discepoli e al mondo.
5 - Che ha ridato la vista ai ciechi, purificato i lebbrosi, guarito i paralitici e liberato tutti quelli che erano oppressi da Satana.
6 - Che fu trasfigurato sulla montagna davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni.
7 - A cui Maria Maddalena lavò i piedi con le sue lacrime, li asciugò con i suoi capelli e li unse di profumo.
8 - Che ha risuscitato l’amico Lazzaro morto da quattro giorni,
9 - Che il giorno delle palme, seduto su un asino, è stato portato in trionfo dal popolo.
10 - Che nell’ultima cena ha istituito l’adorabile sacramento del suo Corpo e del suo Sangue.
Misteri dolorosi
Ave, Maria, piena di grazia,
il Signore è con te;
Tu sei benedetta fra le donne
E benedetto è il frutto del tuo seno GESU’.
1 - Che entrò nell’orto con i suoi discepoli e quivi, mentre pregava con fervore, ha sudato sangue.
2 - Che si è presentato ai suoi nemici e volontariamente si è dato nelle loro mani.
3 - Che i rappresentanti degli Ebrei hanno legato duramente e condotto al sommo sacerdote.
4 - Che falsi testimoni accusarono,
- nemici gli velarono il volto,
- gli sputarono in faccia,
- lo schiaffeggiarono e lo percossero.
5 - Che davanti a Erode e a Pilato fu giudicato come un malfattore e degno della morte di croce.
6 - Che dopo essere stato spogliato delle sue vesti, fu crudelmente flagellato.
7 - Che i soldati hanno
- coronato di spine,
- beffeggiato,
- adorato per burla
dopo averlo rivestito con una veste di scherno.
8 - che hanno condannato a una morte ignominiosa e condotto al supplizio con due malfattori.
9 - Che hanno confitto mani e piedi alla croce e gli hanno offerto del vino mirrato misto a fiele.
10 - Che ha pregato per i crocifissori dicendo Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.
11 - Che ha detto al malfattore che era alla sua destra: In verità ti dico: oggi stesso sarai con me in paradiso.
12 - Che ha detto a sua Madre: Donna, ecco tuo figlio; e a Giovanni: Ecco tua Madre.
13 - Che ha gridato: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
14 - Che ha detto: Tutto è compiuto.
15 - Che ha detto infine: Padre, nelle tue mani raccomando il mio spirito.
16 - Che ha sofferto per noi peccatori una morte crudelissima e santissima.
17 - A cui un soldato ha aperto il costato con una lancia, da cui è uscito sangue ed acqua per la remissione dei nostri peccati .
18 - I cui amici hanno staccato il Corpo santissimo dalla croce e l’hanno posto in un sepolcro.
19 - Che anime giuste e pie, dopo averlo imbalsamato con profumi e avvolto in un lenzuolo, hanno sepolto.
20 - Del quale i Giudei hanno sigillato la tomba e vi hanno posto delle guardie.
21 - La cui anima santissima è discesa agli Inferi per consolare i santi patriarchi e condurli con sé in paradiso.
Misteri gloriosi
Ave, Maria, piena di grazia,
il Signore è con te;
Tu sei benedetta fra le donne
E benedetto è il frutto del tuo seno GESU’.
1 - Che è risorto il terzo giorno rallegrandoci con una gioia inesprimibile.
2 - Che dopo la sua risurrezione apparve più volte i discepoli e ai fedeli per confermarli nella fede.
3 - Che davanti a loro è salito al cielo per sedere alla destra del Padre.
4 - Che ai suoi fedeli, nel giorno della Pentecoste, ha inviato lo Spirito Santo che aveva promesso.
5 - Che ha fatto salire al cielo la sua dolcissima Madre, l’ha posta alla sua destra e l’ha gloriosamente incoronata.
6 - Che si degni, per la sua intercessione, dopo questa povera vita, di ricevere anche noi, suoi servi, e farci abitare nel regno del Padre suo.
7 - Che con il Padre e lo Spirito Santo, e con la sua gloriosissima Madre, vive e regna glorioso nei secoli dei secoli. Amen.
Note
Domenico il certosino, propone un metodo che anticipa le raccomandazioni dei Papi sul Rosario meditato.
Noi abbiamo rispettato la successione dei misteri quanto all’argomento, non quanto al numero delle Ave!
Abbiamo aggiunto i misteri luminosi introdotti da S. Giovanni Paolo II. Ora sono quattro serie, non tre.
Il numero delle Ave è uguale per ogni mistero, ma non il numero delle formule.
Questo, però, non è un difetto. Domenico aveva l’intenzione di proporre al popolo tutta la vita Cristo.
Con libertà quindi in alcuni misteri (la Passione) si è indugiato più che in altri: 12 per i Gaudiosi, 10 per i Luminosi, 22 per i Dolorosi, 7 per i Gloriosi.
Ecco perché nella distribuzione sugli attuali misteri in quattro serie, in qualcuno ce ne sono di più, in altri di meno.
Del resto se non era possibile dividere equamente cinquanta (intenzioni) per tre, dividere cinquanta misteri per quattro è ancora più problematico.
Noi abbiamo rispettato la scansione dell’Autore.
APPENDICE SECONDA
P r o p o s t e
Tre proposte
1 - Sopprimere (o posticipare) il nome di Maria nel ‘saluto angelico’;
2 - Sopprimere (o posticipare) il nome di Maria, nella preghiera ecclesiale.
3 - Pregare Santa Maria solo alla fine di ogni decade del Rosario.
Perché?
1 - L’Arcangelo Gabriele non ha detto: Ave, Maria, ma Ave, piena di grazia.
a) Il nome Maria lo dirà dopo: quando vuole sollevare la Madonna dallo sconcerto provocato in lei dalla proposta di divenire Madre dell’Altissimo (‘Figlia del tuo Figlio’).
Così come lo abbiamo noi oggi è ignorato anche dalla Chiesa Ortodossa.
b) ‘Maria’ è un nome comune che pone in secondo piano Piena di grazia: un’eccellenza unica, che è solo di chi doveva divenire Madre di Dio. Così come diciamo ora l’Ave, Maria’ Piena di grazia, diventa quasi un’apposizione, un titolo come tanti altri.
c) S. Giovanni Paolo II vede questa omissione dell’Arcangelo come un cambiamento di nome.
Anche ad Abramo Dio cambia nome: perché nella Bibbia il nome ha rapporto con la missione.
2 – Sopprimere (o posticipare) il nome Maria nella preghiera ecclesiale, cioè nella Santa Maria…
Valgono le ragioni dette per il saluto angelico.
- Il nome comune Maria fa andare in secondo luogo l’eccellenza unica ed esclusiva di Madre di Dio;
- anche qui, Madre di Dio, diventa quasi un’apposizione al nome.
3) Pregare il Santa Maria solo alla fine di ogni decade.
- L’Ave Maria (pregata a due cori) è una preghiera di lode.
Così:
- Ave, piena di grazia, il Signore è con te (Gabriele);
- Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno (S. Elisabetta).
La ripetizione del Santa Maria per 10 volte ogni mistero, la fa diventare preghiera di intercessione.
a) Pregata una sola volta, chiude le decadi in bellezza. Esse vengono aperte con il Padre nostro, e concluse con il Gloria al Padre. L’uno e l’altro si dicono una sola volta, mentre il saluto angelico e la benedizione di Elisabetta, che – dice S. Giovanni Paolo II – formano la parte corposa del Rosario, si ripetono per dieci volte in gioiosa alternanza.
b) Nella campagne, quando alla sera si diceva il Rosario, i nostri genitori dicevano a noi figli: “Diciamo le Laudi della Madonna”.
Giustamente si chiamava così il Rosario perché esso è una preghiera meravigliosa proprio se è (e a condizione che sia) ‘lode’.
Gioiosa preghiera di ‘lode’.
INDICE
Prefazione |
Trionfo del Rosario |
|
Qualche notizia |
4
|
Nascita del Rosario |
5
|
Formazione del Rosario |
6
|
Trionfo del Rosario |
8 |
PARTE PRIMA
|
Grandezza di Maria |
|
Corredentrice e Mediatrice
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
Corredentrice e Mediatrice |
|
- Voce del Papa - Voce dei Vescovi, Pastori e Dottori della Chiesa e dei Santi |
28 |
Mediatrice
Voce del Papa - Voce dei Vescovi, Pastori e Dottori della Chiesa
Voce dei Santi e dei fedeli |
|
|
Gradimento del Rosario
- Voce del Papa
- Voce dei fedeli |
|
|
Efficacia del Rosario
- Voce del Papa
-Voce dei fedeli |
|
|
|
PARTE SECONDA
|
Il Rosario preghiera evangelica |
|
Il Rosario preghiera sociale e solenne |
61 |
Il Rosario, preghiera importante
Voce del Papa |
62 |
Voce dei fedeli |
|
Il Rosario meditato
- Voce del Papa
- Voce dei fedeli
- Voce laica |
|
|
|
|
Il Rosario e le virtù cristiane
- Voce del Papa |
|
Il Rosario promosso dai Papi |
|
Il Rosario e le indulgenze |
|
|
PARTE TERZA |
Il Santo Rosario |
- La voce del Papa |
|
- La voce dei Fedeli
|
|
- Avvertenza |
|
|
Misteri Gaudiosi: |
- 1° – L’Annunciazione |
|
- 2° - La visita a S. Elisabetta |
|
- 3° - Il Natale |
|
- 4° - Presentazione di Gesù al Tempio |
|
- 5° - Il ritrovamento di Gesù |
|
|
Misteri Luminosi |
- 1° - Il Battesimo al Giordano |
|
- 2° - Le nozze di Cana |
|
- 3° - La predicazione del Regno |
|
- 4° - La trasfigurazione |
|
- 5° - L’istituzione dell’Eucaristia
|
|
|
Misteri Dolorosi |
- 1° - L’agonia nel Getsemani |
|
- 2° - La flagellazione di Gesù |
|
- 3° - L’incoronazione di spine |
|
- 4° - Gesù porta la croce al Calvario |
|
- 5° - La morte di Gesù sulla croce |
|
|
Misteri Gloriosi |
- 1° - La risurrezione di Gesù
|
|
- 2° - L’ascensione di Gesù al cielo |
|
- 3° - La discesa dello Spirito Santo
|
|
- 4° - L’Assunta |
|
- 5° - Regina del cielo e della terra |
|
Litanie lauretane |
|
|
SECONDO SCHEMA
|
Misteri Gaudiosi: |
- La voce del Papa |
|
- 1° - L’Annunciazone |
|
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
2° - La visita a S. Elisabetta
|
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce dei fedeli |
|
- Voce dei fedeli |
|
- ‘Magnificat’ |
|
|
3° - Ilatale
|
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa
|
|
- Voce dei fedeli |
|
|
4° - La presentazione al tempio
|
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
5° - Il ritrovamento di Gesù |
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
Misteri Luminosi |
- Voce del Papa |
|
1° – Il Battesimo al Giordano |
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
2° - Le nozze di Cana
|
- Voce dello Spirito |
166 |
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
168 |
- Voce dei fedeli |
|
|
3° - La predicazione del Regno
|
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
4° - La trasfigurazione di Gesù |
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
5° - L’istituzione dell’Eucaristia
|
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
Misteri Dolorosi
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
1° - L’agonia nel Getsemani
|
- Voce dello Spirito |
191 |
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
2° - La flagellazione di Gesù |
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
3° - L’incoronazione di spine
|
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
4° - Gesù porta la croce al Calvario |
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
5° - La morte in croce di Gesù
|
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
Misteri Gloriosi
|
1 – La risurrezione di Gesù |
|
- Voce dello Spirito
|
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
225 |
|
2° - L’ascensione di Gesù al cielo |
- Voce dello Spirito |
227 |
- Voce deL Magistero |
228 |
- Voce del Papa |
229 |
- Voce dei fedeli |
231 |
|
3° - La discesa dello Spirito Santo
|
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero
|
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
- 4° - L’Assunta |
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
- 5° - Regina del cielo e della terra |
|
- Voce dello Spirito |
|
- Voce del Magistero |
|
- Voce del Papa |
|
- Voce dei fedeli |
|
|
Modi di pregare il Rosario: |
|
- Secondo Leone XIII |
|
- Secondo Pio XI |
|
- Secondo il B. Paolo VI |
|
- Secondo S. Giovanni Paolo II: |
|
- Enunciazione del mistero |
|
- Ascolto della parola di Dio |
|
- Silenzio |
259 |
- Il ‘Padre nostro’ |
260 |
- Le dieci ‘Ave Maria’ |
|
- Il ‘Gloria’ |
|
- La giaculatoria finale
|
|
- La Corona |
|
- Avvio e chiusa |
|
Benedetto XVI |
|
Il “Padre nostro” secondo S. Francesco d’Assisi |
|
Due voci di fedeli |
|
Pratica del Rosario
- La voce del Papa |
|
Suggerimenti |
|
Pregjhiere a Maria
- Dai documenti pontifici pastorali
- Dalla Liturgia delle Ore
- Da alcuni Santi |
|
|
|
|
|
PARTE QUINTA |
Per chi pregare il Rosario
- Voce del Papa
- Voce dei fedeli |
|
|
|
Il Rosario per la Chiesa
- Voce del Papa
- Voce dei fedeli |
|
|
|
Il Rosario per l’unità dei cristiani
- Voce del Papa
- Voce dei fedeli |
|
|
|
Il Rosario per la famiglia
- Voce del Papa
- Voce dei fedeli |
|
|
|
Il Rosario per la pace
- Voce del Papa |
|
Per i nemici del Cristianesimo |
|
Per i nemici esterni:
- gli Albigesi
- i Turchi
- Timisoara e Corfù |
|
|
|
|
Per i nemici interni
- La pietà cristiana
- La pubblica moralità
- La stessa fede |
|
|
|
|
Per l’Italia
- Voce del Papa |
|
Per le confraternite del Rosario
- Voce del Papa
|
|
Per Roma
- Voce del Papa |
|
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Appendice I |
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Appendice seconda: Proposte |
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