COLLABORAZIONI
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SACRO CUORE DI GESU'
INTRODUZIONE
Il 15 maggio 1956, Pio XII pubblicò l’enciclica
Haurientis aquas per ricordare l’istituzione della festa
del Sacro Cuore di Gesù estesa a tutta la Chiesa da
Pio IX, il 23 agosto 1856.
I primi impulsi della devozione al S. Cuore, provengono dalla
mistica tedesca del tardo medioevo, in modo particolare Matilde
di Magdeburgo (1207 – 1282), Matilde di Hackenborn (1241
– 1299), Gertrude la Grande di Hefta (1256 – 1302)
ed Enrico Suso (1295 – 1366).
La fioritura della devozione si ebbe a seguito delle rivelazioni
provate del Cuore di Gesù alla visitandina santa Margherita
Maria Alacoque (1647 – 1690) che insieme a San Claudio
La Colombiére (1641 – 1682) propagarono il culto
al Cuore di Gesù.
Le pratiche devote che contraddistinguono la devozione: l’adorazione
riparatrice, l’ora santa, il primo venerdì del
mese, le immagini, gli scapolari, la consacrazione delle famiglie
e delle nazioni, i pellegrinaggi ai santuari, caratterizzano
la vita religiosa in tutte le sue manifestazioni.
Nel XX secolo vi fu il rinnovamento nella devozione al Sacro
Cuore. Mentre si mettevano in evidenza i fondamenti biblici
e patristici della devozione, si giungeva ad una rinnovata
concezione del simbolo: la devozione al Sacro Cuore si orienta
verso il Cristo misericordioso che mostra il suo Cuore che
ha tanto amato il mondo.
Importanti nello svilupp o della devozione negli ultimi secoli
sono state tre encicliche: Annum sacrum (1899) di Leone XIII,
Miserentissimus Deus (1928) di Pio XI e soprattutto l’enciclica
Haurientis aquas (1956) di Pio XII.
Afferma Pio XII, la devozione al Sacro Cuore “è
in sostanza il culto dell’amore che Dio ha per noi nel
Cristo, e insieme la pratica del nostro amore verso Dio e
verso gli altri uomini”.
Se vogliamo citare gli ultimi pontificati, quello di Giovanni
Paolo II e di Benedetto XVI, ecco alcuni appunti.
Giovanni Paolo II non ha scritto nessun documento dedicato
unicamente al Sacro Cuore però possiamo scorgere nelle
due encicliche Redemptor hominis e Dives in misericordia alcuni
spunti che confermano l’idea dell’amore affermata
da Pio XII: “La Chiesa sembra professare in modo particolare
la misericordia di Dio e venerarla rivolgendosi al Cuore di
Cristo. Infatti, proprio l'accostarci a Cristo nel mistero
del suo Cuore ci consente di soffermarci su questo punto -
in un certo senso centrale e, nello stesso tempo, più
accessibile sul piano umano - della rivelazione dell'amore
misericordioso del Padre, che ha costituito il contenuto centrale
della missione messianica del Figlio dell'Uomo”. (DM
13).
Il pontefice Benedetto XVI nella sua lettera al preposito
generale dei Gesuiti per il cinquantesimo anniversario dell’enciclica
Haurientis aquas (1956), scrive, in data 15 maggio 2006: “Questo
mistero dell'amore di Dio per noi, peraltro, non costituisce
soltanto il contenuto del culto e della devozione al Cuore
di Gesù: esso è, allo stesso modo, il contenuto
di ogni vera spiritualità e devozione cristiana. E’
quindi importante sottolineare che il fondamento di questa
devozione è antico come il cristianesimo stesso. Infatti,
essere cristiano è possibile soltanto con lo sguardo
rivolto alla Croce del nostro Redentore, “a Colui che
hanno trafitto”.
Concludiamo questo breve escursus introduttivo con le parole
di papa Paolo VI che scrive nella lettera Imprescrutabiles
Divitias Christi, il 6 febbraio 1965: “il culto del
sacro Cuore, che – lo diciamo con dolore – si
è in alcuni affievolito, rifiorisca ogni giorno di
più, e sia da tutti considerato come forma nobilisisma
e degna di quella vera pietà che, al tempo nostro,
specialmente per opera del Concilio Vaticano II, viene insistemente
richiesta verso il Cristo Gesù, Re e centro di tutti
i cuori”.
Questa esortazione del venerato pontefice Paolo VI ci deve
far memoria che al culto del Cuore di Cristo, da tanti secoli
insegnato dalla Chiesa, è sorgente di feconda santità:
“la devozione al Cuore di Gesù è teocrentrica,
cristocentrica, ecclesiale”.
La devozione al sacro Cuore nel mese di Giugno deve la sua
origine all’iniziativa di una allieva del Monastero
des Oiseaux a Parigi nel 1833: ella concepì il progetto
di consacrare il mese di giugno per onorare il Sacro Cuore
come si onora in maggio la Beata Vergine Maria. Il vescovo
di Parigi, Monsignor de Quélen, approvò e fisso
lo scopo e il modo. Nel 1899 con una lettera ai vescovi, papa
Leone XIII, esortò la pratica già diffusa….
Che è giunta fino ad oggi!
Ora vogliamo dare un assaggio di santità devota al
Sacro Cuore di Gesù, in ordine sparso e casuale…
è solo un piccolo assaggio…
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SANTITÀ E SACRO CUORE
|
Annibale Maria Di Francia (1 giugno)
Sant' Annibale Maria Di Francia, sacerdote diocesano
e fondatore dei Rogazionisti e delle Figlie del Div
Zelo. Nasce a Messina, 5 luglio 1851, e muore nella
dello stretto il 1 giugno 1927
Attingeva forza per la sua vita spirituale nella devozione
al Sacro Cuore, praticata in modo privato fino dalla
sua adolescenza. Animato da una illimitata carità
verso il prossimo, fin da giovane considerò mezzo
efficacissimo per la salvezza di tutti gli uomini il
comando di Gesù: "la messe è abbondante,
ma gli operai sono pochi. Pregate (=Rogate) dunque il
Padrone della messe perché mandi operai alla
sua messe" (Mt. 9,38). E' unanimemente riconosciuto
come l'apostolo della preghiera per le vocazioni e come
padre dei poveri e degli orfani, per i quali istituì
gli Orfanotrofi Antoniani. |
Un pensiero…
“Il 20 agosto 1911, quando con altri otto ragazzi
viaggiammo – parla Teodoro Tusino, uno dei primi
sacerdote rogazionisti - con lui (Sant’Annibale
Maria di Francia, sac. – oggi festa liturgica
– 1 giugno) per andare al suo Istituto di Oria,
come il treno si mosse, il padre mi domandò:
Dimmi: quanto ami Gesù? Balbettai: L’amo
quanto posso! Ed egli ad insistere: Ma quanto vuoi amarlo?
Non ricordo se e cosa risposi; ricordo, invece, che,
dopo aver rivolto a tutti la stessa domanda, egli suggerì
questa risposta: io voglio amare Gesù con l’amore
con cui l’amano tutti gli angeli e tutti i santi
del cielo e tutti i giusti della terra, con l’amore
con cui l’ama la SS. Vergine Maria e finalmente
con l’amore con cui l’ama il suo stesso
divin Genitore! E spiegava: Certo non è possibile
arrivare a tanto: ma che importa? Gesù gradisce
i santi desideri, se ne compiace e accresce nell’anima
le fiamme del suo amore”. |
Giovanni Eudes (19 agosto)
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San Giovanni Eudes, sacerdote diocesano e fondatore
dell’Ordine di Nostra Signore della carità
(1641) e della Congregazione di Gesù e Maria
(Eudisti, 1643)
Nato a Ri in Normandia nel 1601, muore a Caen il 19
agosto 1680. Divenuto un attivista e un devoto di Maria
è ordinato sacerdote nel Collegio dei gesuiti
di Caen. Da qui parte per assistere gli appestati nella
regione di Argentan. In seguito si consacra alle missioni
parrocchiali. Resosi conto di quanto sia importante
la figura del sacerdote, riesce a far costruire un seminario,
dando vita alla «Congregazione di Gesù
e di Maria ». San Giovanni Eudes è il primo
e più ardente apostolo del culto liturgico ai
Sacri Cuori di Gesú e di Maria. Nel 1641 fonda
due Congregazioni religiose, una maschile e una femminile,
dedicate ai Sacri Cuori. Per lui, quindi, il culto del
Sacro Cuore di Gesú è il culto della persona,
in quanto esso è l'origine e la fonte della dignità
e della santità della persona. Fonda poi rifugi
per togliere le ragazze dalla strada e una Congregazione
di Religiose per assisterle, l'ordine di «Nostra
Signora della Carità del Rifugio». Scrive
numerose opere, fra cui la più conosciuta e la
più considerevole è «Il cuore ammirabile
della Madre di Dio».
Un pensiero…
“Signore Dio, Padre delle misericordie nella
tua smisurata bontà ci hai dato il Cuore amatissimo
del tuo Figlio. Accorda ai nostri cuori di essere strettamente
uniti tra loro come lui, affinché il nostro amore
in te sia perfetto.
O Cuore amabilissimo e amorossimo del mio Salvatore,
sii il Cuore del mio cuore, l’anima della mia
anima, lo spirito del mio spirito, la vita della mia
vita.
O Gesù, sii sempre Gesù, e io sarò
sempre contento, qualunque cosa possa succedermi”. |
Margherita Maria Alacoque (16 o 17 ottobre)
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Santa Margherita Maria Alacoque, monaca dell’Ordine
della Visitazione, nasce a Verosvres (Autun, Francia)
nel 1647, e muore a Paray-le-Monial il 17 ottobre 1690
Nata in Borgogna nel 1647, Margherita ebbe una giovinezza
difficile, soprattutto perché dovette vincere
la resistenza dei genitori per entrare, a ventiquattro
anni, neII'Ordine della Visitazione, fondato da san
Francesco di Sales. Margherita, diventata suor Maria,
restò vent'anni tra le Visitandine, e fin dall'inizio
si offrì «vittima al Cuore di Gesù».
Fu incompresa dalle consorelle, malgiudicata dai superiori.
Anche i direttori spirituali dapprima diffidarono di
lei, giudicandola una fanatica visionaria. Il beato
Claudio La Colombière divenne preziosa guida
della mistica suora della Visitazione, ordinandole di
narrare, nell'autobiografia, le sue esperienze ascetiche.
Per ispirazione della santa, nacque la festa del Sacro
Cuore, ed ebbe origine la pratica dei primi Nove Venerdì
del mese. Morì il 17 ottobre 1690.
Un pensiero…
“Mi disse – Gesù – che dovevo
perdermi nell’abisso senza fondo del Suo Cuore,
questa è la dimora degli amanti; l’anima
trova la sorgente delle acque vive per la purificarsi
e ricevere la vita della grazia che il peccato aveva
tolto; il cuore vi trova la fornace di amore ardente
che non lascia più vivere che per amore”. |
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Geltrude (Gertrude) la Grande di Hefta (16 novembre)
Santa Geltrude (Gertrude) la Grande, monaca cistercense,
nasce a Eisleben (Germania) all’incirca nel 1256
e muore presso il Monastero di Helfta (Germania), nel
1302
Geltrude, detta la grande, entrò nel monastero
cistercense di Helfta. Donna di profonda cultura anche
profana, alimentò la sua vita spirituale nella
liturgia specialmente eucaristica, nella Scrittura e
nei Padri. Ebbe un'elevata esperienza mistica, caratterizzata
dal vivo senso della libertà dei figli di Dio
e da una tenera devozione all'umanità di Cristo.
Precorse il culto al Cuore di Gesù. |
Un pensiero…
“O vita della mia vita, possano gli affetti del
mio cuore
accesi dalla fiamma del tuo amore, unirmi intimamente
a Te.
Possa la mia anima essere come morta
riguardo a tutto ciò che potrebbe cercare all’infuori
di Te.
Tu sei lo splendore di tutti i colori, la dolcezza
di tutti i sapori,
la fragranza di tutti i profumi, l’incanto di
tutte le melodie,
la tenerezza dolcissima dei più intimi amplessi.
In Te si trova ogni delizia, da Te scaturiscono acque
copiose di vita, a Te attira un fascino dolcissimo,
per Te l’anima si riempie degli affetti più
santi.
Tu sei l’abisso straripante della Divinità,
o Re, nobilissimo tra tutti i re,
o Sovrano eccelso, o Principe chiarissimo,
o Signore mitissimo, o Protettore potentissimo.
O Gemma nobilissima di vivificante umanità.
O Creatore di tutte le meraviglie.
O Maestro dolcissimo, o Consigliere sapientissimo,
o Soccorritore benignissimo, o Amico fedelissimo.
Tu unisci in Te tutti gli incanti di un’intima
dolcezza.
Tu accarezzi con soavità, ami con dolcezza,
prediligi con ardore, o Sposo dolcissimo e gelosissimo.
Tu sei un fiore primaverile di pura bellezza,
o Fratello mio amabilissimo, pieno di grazia e di forza,
o Compagno giocondissimo, Ospite liberale e generosissimo.
Io preferisco Te ad ogni creatura,
per Te rinuncio ad ogni piacere,
per Te sopporto ogni avversità,
non cercando in ogni cosa che la tua lode.
Col cuore e con la bocca confesso che Tu sei il Principio
di ogni bene...”. |
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Giovanni Paolo II (2 aprile)
Il servo di Dio Giovanni Paolo II (Karol Wojtyla),
pontefice, nasce a Wadowice (Cracovia, Polonia) il 18
maggio 1920 e muore in Vaticano, 2 aprile 2005.
Nato a Wadovice, in Polonia, è il primo papa
slavo e il primo papa non italiano dai tempi di Adriano
VI. Nel suo discorso di apertura del pontificato ha
ribadito di voler portare avanti l'eredità del
Concilio Vaticano II. Il 13 maggio 1981, in Piazza San
Pietro, anniversario della prima apparizione della Madonna
di Fatima, fu ferito gravemente con un colpo di pistola
dal turco Alì Agca. Al centro del suo annuncio
il Vangelo, senza sconti. Molto importanti sono le sue
encicliche, tra le quali sono da ricordare la "Redemptor
hominis", la "Dives in misericordia",
la "Laborem exercens", la "Veritatis
splendor" e l'"Evangelium vitae". Dialogo
interreligioso ed ecumenico, difesa della pace, e della
dignità dell'uomo sono impegni quotidiani del
suo ministero apostolico e pastorale. Dai suoi numerosi
viaggi nei cinque continenti emerge la sua passione
per il Vangelo e per la libertà dei popoli. Ovunque
messaggi, liturgie imponenti, gesti indimenticabili:
dall'incontro di Assisi con i leader religiosi di tutto
il mondo alla preghiere al Muro del pianto di Gerusalemme.
Così Karol Wojtyla traghetta l'umanità
nel terzo millennio. |
|
Un pensiero…
“Cuore di Gesù, fornace ardente di carità.
Desideriamo, insieme con la Madre di Dio, rivolgere
i nostri cuori verso il Cuore del suo Figlio divino.
La madre ci aiuti a capire meglio i misteri del Cuore
di suo Figlio. Fornace di carità. La fornace
arde. Ardendo, brucia ogni materiale, sia legno o altra
sostanza facilmente combustibile. Il Cuore di Gesù,
il Cuore umano di Gesù, brucia dell’amore
che lo ricolma. E questo è l’Amore per
l’Eterno padre e l’amore per gli uomini:
per le figlie e i figli adottivi. La fornace, bruciando,
a poco a poco si spegne. Il Cuore di Gesù invece
è fornace inestinguibile. (…) Desideriamo
pregare la Madre del Verbo Eterno, perché sull’orizzonte
della vita di ciascuna e di ciascuno di noi non cessi
mai ardere il Cuore di Gesù – fornace ardente
di carità. Perché esso ci riveli l’Amore
che non si spegne e non si deteriora mai, l’amore
che è eterno. Perché illunimi le tenebre
della notte terrena e riscaldi i cuori”. |
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Leone Giovanni Dehon (12 agosto)
Il venerabile Leone Giovanni Dehon, sacerdote diocesano
e fondatore dei Dehoniani. Nasce il 14 marzo 1843 a
La Capelle (Soissons), nella Francia Settentrionale,
e muore 12 agosto 1925, a 82 anni, nella città
di Bruxelles.
Fu ordinato sacerdote nella basilica di S. Giovanni
in Laterano il 19 dicembre 1868, avendo la gioia di
vedere riaccostato ai sacramenti il proprio padre, che
non frequentava più le celebrazioni. Fu l'apostolo
infaticabile delle opere sociali, della gioventù
operaia e studiosa e della devozione riparatrice al
Sacro Cuore di Gesù. Edificò tutti con
il profumo delle sue virtù. |
Un pensiero…
“Ci sono tre strade che conducono a Dio: il timore,
la speranza e l’amore. Il timore si è rivelato
fecondo molto spesso sul principio della conversione.
La speranza è di frequente macchiata di amor
proprio. La carità è pura e feconda. (…)
Dobbiamo amare nostro Signore perché il padre
ce lo presenta quale oggetto del nostro amore. Se lo
amiamo dobbiamo offrirci a lui per amore come egli si
è offerto al Padre. (…) l’amore vero
deve essere generoso e invincibile, deve mostrasi forte
nell’osservanza della legge, deve resistere nelle
prove, deve essere forte e coraggioso nell’azione
e nelle occupazioni della vita quotidiana”. |
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Anna (Giovanna Francesca) Michelotti (1 febbraio)
La beata Anna (Giovanna Francesca) Michelotti, fondatrice
delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù,
nasce ad Annecy (Savoia), il 29 agosto 1843 e muore
a Torino, il 1 febbraio 1888
Anna Michelotti nacque ad Annecy, in Savoia, appartenente
in quel tempo politicamente agli Stati Sardi. Rimasta
precocemente orfana di padre, conobbe un’infanzia
assai disagiata. Se pure nella povertà, la famiglia
Michelotti vive una intensa attività caritativa,
soprattutto l’attenzione per i malati poveri.
Ben presto questo segnò la sua vocazione alla
consacrazione religiosa. Studiò a Lione, nell’Istituto
delle Suore di S. Carlo, e il desiderio alla vita religiosa
la spinse a chiedere di entrare nel loro noviziato.
Ma la sua strada era altrove. Nel 1863 rimase sola a
causa della morte della madre e del fratello Antonio.
Le sembra così di coronare la sua vita entrando
nelle Piccole Serve a Lione, dove prese il nome di Suor
Giovanna Francesca della Visitazione, in omaggio dei
suoi concittadini santi. Ma l’associazione si
sciolse nel 1871 a seguito di problemi contingenti.
Ritornando inizialmente ad Annecy, poi andò dai
parenti paterni ad Almese, in Italia, ed infine, spinta
dalla suo desiderio di consacrazione religiosa, a Torino.
Qui, nel 1874, sotto la guida di alcuni sacerdoti intraprende
la sua opera vestendo l’abito religioso con due
postulanti. Nel 1875 viene approvato il nuovo istituto
religioso delle Piccole Suore del S. Cuore di Gesù
per gli ammalati poveri. L’attività e l’opera
delle Piccole Suore subisce tristi eventi e lutti, anche
se le fondazioni di case si moltiplicano. La Beata fondatrice
morì il 1 febbraio 1888. |
Un pensiero…
“Pregate la Vergine Santa che il Cuore del Suo
e nostro Gesù si avvicini a noi, che i nostri
cuori battano all’unisono con i palpiti del suo
Cuore amorosissimo. Cuore di Gesù, siate tutto
il nostro amore! Signore, non guardate alle nostre colpe,
ma guardate al Sacro Cuore di Gesù ed abbiate
pietà di noi”. |
|
Francesca Saverio Cabrini (22 dicembre)
Santa Francesca Saverio Cabrini, fondatrice delle Missionarie
del Sacro Cuore di Gesù, nasce a S. Angelo Lodigiano
nel 1850 e muore a Chicago nel 1917.
Una fragile quanto straordinaria maestrina di Sant'Angelo
Lodigiano. In questo ritratto si colloca la figura di
Francesca Saverio Cabrini, nata nella cittadina lombarda
nel 1850 e morta negli Usa, in terra di missione, a
Chicago. Divenne maestra e quindi entrò nell'Ordine
delle «Sorelle della Provvidenza», poi diede
vita alla missione del «Sacro Cuore di Gesù»
che si occupò delle orfanelle e delle opere parrocchiali.
Portò il suo carisma missionario negli Stati
Uniti, tra gli italiani che vi avevano cercato fortuna.
Per questo divenne la patrona dei migranti. Nel giorno
della morte il suo corpo venne traslato a New York alla
«Mother Cabrini High School», vicino ai
suoi figli. |
Un pensiero…
“Quanto è mai buono il Cuore santissimo
di Gesù con noi! E che vuole egli in compenso,
per tanto amore, non altro che un perfetto abbandono
in lui e uno studio continuo di conformare la nostra
vita alla sua crocifissa, prendendo lui per modello
in tutti gli avvenimenti e in tutte le nostre azioni,
unendo tutti i nostri passi a suoi, affinché
di non camminare che la via del suo santo amore, come
appunto convienesi…”. |
|
Laura Baraggia
La serva di Dio Laura Baraggia nasce nel 1851 e muore
nel 1923. Il suo Diario autobiografico è la fonte
in leggere il suo desiderio di rendere gloria a Dio,
il quale solo le basta! Il Diario è rivolto a
tutti coloro che prendono sul serio la proposta cristiana
di amare e di far amare il Cuore dell’Amore, il
Cuore di Cristo da cui sgorga la salvezza, la tenerezza,
la consolazione. Madre Laura incontra Gesù come
Amore Eucaristico, si sente amata in modo speciale,
fa esperienza di Gesù dimenticato ed offeso.
Tutto questo la porta a fondare il 22 settembre 1880
la congregazione della Suore della Famiglia del Sacro
di Gesù a Brentana di Subiate (MI) con lo scopo
di riparare e consolare il suo dolcissimo Cuore, ad
amare e far amare Gesù. |
Un pensiero…
“Quest’anno mi dici (Gesù) che sarà
un anno pieno di pene e che un grande sacrificio vuoi,
ma sarà un anno tutto d’Amore. Che vuoi?
Qual sarà il sacrificio? Non cerco altro, Amor
mio, che la Tua Santa Volontà, il tuo piacere.
Fin d’ora accetto tutto ciò che tu mi manderai..
fammi grazia di vivere sempre unita a te, Amor mio Sacramentato.
Ho passato tre giorni di dolorose pene, dubbi, calunnie,
le più umilianti, dolori d’animo e di corpo.
Senza l’aiuto di te, Amor mio, avrei potuto resistere?
Tu vuoi proprio un stretta unione con te, Amor Sacramentato.
Vuoi che tutte le mie azioni, parole, pensieri, affetti,
respiro, tempo, siano per te solo. Eccomi qui Gesù,
fa tu quanto vuoi da me: io sarò (…) …null’altro
cerco che di accontentare il tuo cuore santissimo e
ripararlo di tante offese che ricevi”. |
|
Benedetto Menni (24 aprile)
San Benedetto Menni, nasce a Milano, l’11 marzo
1841, e muore a Dinan (Francia), il 24 aprile 1914
Benedetto Menni, al secolo Angelo Ercole è stato
il restauratore dell’ordine ospedaliero di San
Giovanni di Dio (Fatebenefratelli) in Spagna, nonché
il fondatore nel 1881 delle Suore ospedaliere del Sacro
Cuore, particolarmente dedite all’assistenza dei
malati psichiatrici. Nato nel 1841, lasciò il
posto in banca per dedicarsi, come barelliere, ai feriti
della battaglia di Magenta. Entrato tra i Fatebenefratelli,
fu inviato a soli 26 anni in Spagna con l’improbo
compito di far rinascere l’Ordine, che era stato
soppresso. Ci riuscì tra mille difficoltà
– tra cui un processo per presunti abusi a una
malata di mente, concluso con la condanna dei calunniatori
– e in 19 anni da provinciale fondò 15
opere. Su suo impulso la famiglia religiosa rinacque
anche in Portogallo e Messico. Fu poi visitatore apostolico
dell’Ordine e anche superiore generale. Morì
a Dinan in Francia nel 1914, ma riposa a Ciempozuelos,
nella sua Spagna. È santo dal 1999. |
Un pensiero…
“Non cerco e non posso vivere se non amando Gesù
(…) fate scoccare, all’indirizzo del Cuore
di Gesù, insieme al Cuore di Maria, i dardi infuocati
del vostro amore, mediante giaculatorie e interiori
aspirazioni (…) Quale pace sperimenteremmo se,
prostrati dinanzi al Divin Cuore di Gesù, modellassimo
il nostro cuore al suo...”. |
|
Maria Amata Fazio (23 febbraio)
Madre Maria Amata Fazio nacque a Palermo nel 1915,
decima di dodici figli. Conseguito il diploma magistrale,
nel 1934 entrò nell’Istituto delle Serve
dei Poveri, fondato dal beato Giacomo Cusmano. Appena
professa, le vennero affidate le novizie. Ma l’anelito
da sempre avvertito verso la vita contemplativa la spinse
a chiedere e ottenere il passaggio all’Ordine
della Visitazione, nel Monastero di Palermo (1948).
Compiuto il tempo di noviziato ad Annecy, culla dell’Ordine,
ritornò a Palermo, ove ben presto venne eletta
Superiora, tale rimanendo – con le dovute interruzioni
– per ben 27 anni, facendo rifiorire il Monastero
nei muri e soprattutto nelle persone. Difficoltà
all’esterno e sofferenze nell’intimo furono
sue compagne fedeli, senza fermarla mai. Nel 1996 fu
colpita da paralisi, che, inchiodandola sulla sedia
a rotelle, la fissò in uno stato di incessante
preghiera e sofferenza. Si spense serenamente il 23
febbraio 2005. |
Un pensiero…
"Sentii che la grazia, soltanto la grazia, era
l’unico possibile, adeguato sostegno all’impossibilità
umana. Attraimi a te… corriamo… è
la preghiera di chi non ha ancora consumato le sue nozze
perché ancora non pronta, non purificata.. Attraimi,
corriamo… il Re m’introdusse nelle sue stanze…
la Divinità, lo Spirito, mi’introdusse
nella santa Umanità del Cristo; nelle stanze
del Suo Cuore… Cor Jesu, templum Dei sanctum!...
Gioiremo, esulteremo in te. Celebreremo i tuoi amori
più del vino… è il gaudio della
Comunione eucaristica..” |
|
Suor Maria del Sacro Cuore (2 agosto)
Sr. Maria del Sacro Cuore (1825 – 1903), Fondatrice
della Guardia d'onore. La Guardia d'Onore al S. Cuore
di Gesù è la risposta più semplice
e più conforme al desiderio espresso da Gesù
a S. Margherita Maria Alacoque. Fu ispirata da Gesù
alla Serva di Dio Sr. Maria dei S. Cuore e cominciò
ad essere praticata nel Monastero della Visitazione
in Bourg (Francia). Leone XIII la dichiarò Arciconfraternita
per la Francia e per il Belgio il 26 novembre 1878,
il P. Giovanni Baccichetti, dei Ministri degli Infermi
(Camilliani), la trapiantò in Italia. Il 18 luglio
1879 il primo Centro da lui stabilito in Roma fu - dallo
stesso Leone XIII - dichiarato Arciconfraternita per
l'Italia e Nazioni prive di una propria Direzione generale,
ed ha la sua sede nella Basilica di S. Camillo in Roma |
Un pensiero …
“Eterno Padre, accetta in sacrificio di propiziazione
per i bisogni della Santa Chiesa e in riparazione dei
peccati degli uomini, il Sangue prezioso e l'Acqua che
uscirono dalla ferita del divin Cuor di Gesù
ed abbi pietà di noi”. |
|
Maria Deluil-Martiny (27 febbraio)
La beata Maria di Gesù Deluil-Martiny, prima
Zelatrice della Guardia d'onore, nasce a Marsiglia,
il 28 maggio 1841, e muore a La Servianne (Marsiglia),
il 27 febbraio 1884
Il cardinale Dechamps, al tempo arcivescovo di Malines-Bruxelles,
l'ha definita "la Teresa d'Avila del nostro secolo".
Siamo nell'Ottocento e Maria Deluil-Martiny, nata a
Marsiglia nel 1841, è a contatto con importanti
personalità. Non solo francesi. Il vescovo missionario
Daniele Comboni, infatti, quando è in Francia
ricorre al suo consiglio. Da giovinetta ha come confessore
il Curato d'Ars e a lei si interessa persino Papa Pio
IX. Sotto la guida del padre Calage giunge - dopo essersi
votata alla castità rimanendo in famiglia e aiutando
i genitori, i poveri e i sacerdoti missionari - a fondare
con alcune consorelle, in Belgio, l'Istituto claustrale
delle Figlie del Cuore di Gesù, dedite all'adorazione
eucaristica e alla preghiera per missioni e santificazione
del clero. Prende il nome di Maria di Gesù. Dà
vita a due monasteri ad Aix-en-Provence e a La Servianne
(Marsiglia). Qui il giardiniere del monastero la uccide
a colpi di pistola in odio alla fede il 27 febbraio
del 1884. È beata dal 1989. |
Un pensiero…
“Gesù, mio Salvatore, lascia che io offra
a Te, e, per mezzo tuo, all'Eterno Padre, il Sangue
preziosissimo e l'Acqua che uscirono dalla ferita fatta
al tuo divin Cuore sull'albero della croce. Degnati
di applicare efficacemente questo Sangue e quest'Acqua
per la salvezza di tutte le anime e specialmente dei
poveri peccatori e della mia povera anima. Purifica,
rigenera, salva tutti gli uomini in virtù dei
tuoi meriti. Concedimi, infine, o Gesù, di penetrare
nel tuo Cuore e di rimanervi per sempre. Amen”. |
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Claudio de la Colombiere (15 febbraio)
San Claudio de la Colombiere, sacerdote gesuita e apostolo
del Sacro Cuore, nasce a Grenoble (Francia), il2 febbraio
1641, e muore a Paray-le-Monial (Francia), il 15 febbraio
1682
Il gesuita francese Claudio de la Colombiere (1641-1682)
fu superiore del collegio di Paray-le-Monial e confessore
delle vicine suore della Visitazione. Tra esse c'era
Margherita Maria Alacoque, propagatrice del culto al
Sacro Cuore di Gesù, che sarebbe divenuta santa.
Egli fu guida ai fedeli, disorientati dalle dispute
tra Francia e Roma per le dottrine gianseniste. Venne
poi mandato a Londra come cappellano della futura regina
Maria Beatrice d'Este. Fu poi arrestato con l'accusa
di voler restaurare la Chiesa cattolica in Inghilterra.
Espulso, tornò a Paray-le-Monial, dove morì
solo tre mesi dopo. È santo dal 1992. |
Un pensiero…
“La santità consiste nell’accordare
la nostra volontà a quella di Dio. (…)
Bisogna abituarsi presto nelle piccole cose, fare atti
di sottomissione tutti i giorni riguardo a tutto ciò
che Dio può volere di più fastidioso,
di più penoso per la natura. A tutto questo aggiungete
che, se voi fate la sua volontà, egli farà
la vostra. (…) Datevi da fare, dunque, sotto la
croce, a raccogliere con la Maddalena, le gocce di sangue
che ne cadono. Mettetevi anche voi sotto la croce e
accoglierete questa pioggia sul vostro corpo, perché
vi santifichi. Considerate tutte le piaghe di Gesù;
entrate in esse, fino nel suo cuore. Considerate tutte
le virtù che egli pratica e cercate, almeno durante
(questi) otto giorni, di praticarle a ogni occasione:
la pazienza, l’umiltà, il perdono, l’obbedienza,
lo zelo, la carità, la mortificazione”. |
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Caterina da Siena (29 aprile)
Santa Caterina da Siena, religiosa domenicana, dottore
della Chiesa, patrona d'Italia e d’Europa, nasce
a Siena, il 25 marzo 1347, e muore a Roma, il 29 aprile
1380
Nata nel 1347 Caterina non va a scuola, non ha maestri.
I suoi avviano discorsi di maritaggio quando lei è
sui 12 anni. E lei dice di no, sempre. E la spunta.
Del resto chiede solo una stanzetta che sarà
la sua ""cella"" di terziaria domenicana
(o Mantellata, per l'abito bianco e il mantello nero).
La stanzetta si fa cenacolo di artisti e di dotti, di
religiosi, di processionisti, tutti più istruiti
di lei. Li chiameranno "Caterinati". Lei impara
a leggere e a scrivere, ma la maggior parte dei suoi
messaggi è dettata. Con essi lei parla a papi
e re, a donne di casa e a regine, e pure ai detenuti.
Va ad Avignone, ambasciatrice dei fiorentini per una
non riuscita missione di pace presso papa Gregorio XI.
Ma dà al Pontefice la spinta per il ritorno a
Roma, nel 1377. Deve poi recarsi a Roma, chiamata da
papa Urbano VI dopo la ribellione di una parte dei cardinali
che dà inizio allo scisma di Occidente. Ma qui
si ammala e muore, a soli 33 anni. Sarà canonizzata
nel 1461 dal papa senese Pio II. Nel 1939 Pio XII la
dichiarerà patrona d'Italia con Francesco d'Assisi;
Giovanni Paolo II nel 1999 la proclama patrona d’Europa. |
Un pensiero…
“Il Costato di Gesù ti mostra il segreto
del Cuore, che è quello che egli ha fatto e dato
per noi, l’ha fatto per vero proprio amore”. |
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Michele Garicoits (14 maggio)
San Michele Garicoits, sacerdote diocesano, nasce a
Ibarre (Bassi Pirenei, Francia), il 15 aprile 1797 e
muore a Bétharram (Francia), il14 maggio 1863
Nato a Ibarre, nei Bassi Pirenei, in Francia, il 15
aprile 1797 era pecoraio, al servizio di un possidente,
ma i suoi discorsi erano da adulto ponderato e sicuro,
tanto da meritarsi il titolo di «dottorino».
Eppure aveva fatto pochi studi, perché i suoi
genitori avevano cinque figli e pochi beni. Nel 1819
entrò in seminario a Dax; nel 1823 fu ordinato
sacerdote e due anni dopo divenne insegnante di filosofia
nel seminario maggiore di Bétharram. Di fronte
a un clero impreparato e disorientato decide di cambiare
questa situazione. Ebbe così l'idea di creare
un istituto per sacerdoti da inviare come collaboratori
del clero nelle parrocchie, nei collegi e nei seminari:
voleva farne elementi di stimolo creativo, spirituali
vitamine nell'impoverito organismo del clero. Fondò
così l'istituto dei Preti del Sacro Cuore di
Gesù (noti come Preti di Bétharram). Nata
nel 1835, l'iniziativa fu poi approvata nel 1841, mentre
intorno al fondatore si andava formando un alone di
santità. Nel 1853, però, lo colpisce una
paralisi, poi superata. Dopo un anno, è di nuovo
a letto per altri nove anni, fino alla morte, avvenuta
a Bétharram, il 14 maggio 1863. |
Un pensiero…
"Oh! Se si potesse costituire una società
di Preti che abbia come programma lo stesso programma
del Cuore di Gesù....: disponibilità e
obbedienza assoluta, perfetta semplicità, inalterabile
mitezza!... per esercitare l’immensità
della carità nei limiti della loro posizione...
a imitazione di Maria, l’Ancella del Signore..." |
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Daniele Comboni (10 ottobre)
San Daniele Comboni Vescovo, fondatore dei Missionari
Comboniani del Cuore di Gesù, nasce a Limone
del Garda (Brescia), il 15 marzo 1831, e muore a Khartum
(Sudan), il 10 ottobre 1881
Nacque a Limone sul Garda il 15 marzo 1831, venne educato
a Verona, e si forma in una orbita culturale Mitteleuropea;
morto a Khartoum in Sudan il 10 ottobre 1881, appartiene
in pieno alla storia del movimento missionario, rinvigoritosi
grazie alla sua opera, concretizzando di fatto quel
risveglio apostolico che - iniziato nel secolo XIX -
arriverà sino a noi. Stratega della nuova missionarietà
in Africa, Comboni è l'apostolo della Nigrizia,
e considera la fede come l'unica arma con cui è
possibile restituire agli africani la propria dignità.
Daniele Comboni è stato proclamato beato da Papa
Giovanni Paolo II il 17 marzo 1996 e da lui canonizzato
il 5 ottobre 2003. |
Un pensiero…
“L'Opera che sto per fondare, e che spero di
iniziare già quest'anno con l'erezione di due
grandi Vicariati Apostolici nell'Africa centrale, che
la S. Sede aprirà in seguito al mio Piano per
la Rigenerazione dell'Africa, che consacrerò
ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria, si riallaccia
intimamente alla bell'Opera della Guardia d'Onore del
Sacro Cuore di Gesù, della quale lei è
la fervente zelatrice. Vede, cara Suora (Maria Deluil-Martiny),
l'unione intima che deve passare tra me e lei. E' per
questo che la terrò informata di tutti i progressi
della grande Opera, che deve essere anche sua, come
mia è la sua. Raccomandi quest'Opera agli associati
per moltiplicare le preghiere in favore della conversione
dell'Africa, come io promuoverò l'Opera della
Guardia d'Onore del Sacro Cuore, non solamente in Africa,
ma in tutto il mondo. Il Sacro Cuore di Gesù
sia con noi e noi siamo fedeli e felici di consacrare
la nostra vita per gli interessi della Sua gloria”.
(..) “Preghi anche per noi. Stiamo bene nelle
mani di Dio e nascosti nel Sacro Cuore”. |
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Gaetano Catanoso (4 aprile)
San Gaetano Catanoso, sacerdote diocesano e fondatore
delle Suore Veroniche del Volto santo, nasce il
Chorio di San Lorenzo (RC), il 14 febbraio 1879 e muore
a Reggio Calabria, il 4 aprile 1963.
Gaetano Catanoso nacque a Chorio di San Lorenzo, Archidiocesi
di Reggio Calabria, il 14 febbraio 1879. Ordinato sacerdote
il 20 settembre 1902, fu parroco di Pentedattilo e della
Candelora in Reggio Calabria, dove realizzò un
centro irradiante di vita eucaristica, divulgando la
devozione al Volto Santo. Guida illuminata delle anime,
da essere definito "il Confessore della Chiesa
reggina", fu anche Cappellano delle carceri e dell'ospedale,
Padre spirituale del Seminario diocesano, Canonico Penitenziere
della Cattedrale. Promosse e sostenne iniziative di
sostentamento per le vocazioni ecclesiastiche e fondò
la "Congregazione delle Suore Veroniche del Volto
Santo". Morì il 4 aprile 1963, fu beatificato
da Papa Giovanni Paolo II il 4 maggio 1997 e canonizzato
nel 2005. |
Un pensiero…
“Come sono commoventi, o Gesù Sacramentato,
le parole che dicesti alla beata Margherita: Eccoti
questo Cuore che ha tanto amato gli uomini (…)
le medesime parole tu ripeti nella santa Messa a ciascuno
dei tuoi ministri, dicendogli: Eccoti questo Cuore!
È il capolavoro della Spirito santo! È
come lo strumento delle affezioni più nobili,
più pure e più sublimi che si possono
immaginare; è il cuore del miglior padrone, del
più amoroso padre, dell’amico più
sincero. Eccoti questo Cuore, che ha tanto amato gli
uomini! Tanto!... che soave parola!”. |
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Maria Droste Zu Vischering (8 giugno)
La beata Maria del Divino Cuore di Gesù (Droste
Zu Vischering), nasce Münster, l’8 settembre
1863 e muore in Oporto, l’8 giugno 1899.
La beata Maria Droste Zu Vischering nacque l’8
settembre 1863 a Münster, da una delle più
antiche famiglie dell’aristocrazia della Westfalia
insieme con il fratello Max. Il cammino ascetico della
Beata, iniziato con la Prima Comunione, ebbe il suo
culmine nei favori mistici ossia i “carismi”
che la rendono apostolo della devozione del Cuore di
Gesù. Questo è il messaggio della Beata
alla Chiesa, che ha le sue radici nel 1883 quando, ventenne,
ebbe più perfetta conoscenza del culto del Sacro
Cuore, al quale in quell’anno l’intera famiglia
si era consacrata. Dopo una breve esperienza tra le
Suore di S. Giuseppe di Chambery e alcuni anni di volontario
ritiro nel castello di Darfeld, entra, nel 1888, tra
le Suore del Buon Pastore. Morirà a Oporto nel
1899, nella comunità dove era superiora da quattro
anni. |
Un pensiero…
"I am linked with Eternal Love through the Blessed
Sacrament. In His Temple within me, the Saviour has
revealed his goodness and kindness to me. I have received
the inestimable alms of God. His love urges me... So
for all mankind, I beg your Eternal Love. Let me pour
out this Love into the hearts of all. Let me welcome
with compassion the poor, the oppresed, the rejected,
those in danger, and lead them all to You, the Good
Shepherd. Grant me this grace through the Blessed Sacrament,
the source of Your human-divine love."
“Sono legato all’Amore Eterno attraverso
i Sacramenti. Nel suo tempio dentro me, il Salvatore
ha rivelato la sua bontà e la sua bontà
nei miei confronti. Ho ricevuto l’inestimabile
elemosina di Dio. Il suo amore mi incoraggia…e
così per tutto il genere umano, io chiedo il
tuo Eterno amore. Lascia che io riversi questo Amore
nei cuori di tutti. Lascia che io accolga con compassione
i poveri, gli oppressi, i reietti, coloro che sono in
pericolo e guidali tutti verso di te, il Buon Pastore.
Garantiscimi questa grazia attraverso i sacramenti,
la sorgente del tuo amore umano e divino”. |
Francesco Mottola (29 giugno)
|
Il servo di Dio Francesco Mottola, sacerdote diocesano
e fondatore della Famiglia degli Oblati e delle Oblate
del Sacro Cuore, nasce e muore a Tropea (Catanzaro),
rispettivamente il 3 gennaio 1901 e il 29 giugno 1969.
Don Francesco Mottola nacque a Tropea (Catanzaro) il
3 gennaio 1901, e i suoi genitori Antonio e Concetta
Braghò, gli fecero frequentare fin da piccolo
la scuola elementare, media e ginnasiale nel Seminario
vescovile di Tropea, di cui fu il primo seminarista
nel 1911. Da lì passò al Seminario regionale
di Catanzaro per proseguire con gli studi filosofici
e teologici, venendo ordinato sacerdote nel 1924; da
subito ebbe diversi incarichi nelle organizzazioni diocesane
dell’Azione Cattolica, nel contempo insegnò
teologia per diversi anni. Dal 1929 e fino al 1942 fu
rettore del seminario di Tropea e insegnante di materie
letterarie e dal 1931 fu nominato anche canonico della
cattedrale. Fu promotore di varie iniziative culturali,
come il circolo “Francesco Acri” e direttore
della rivista “Parva favilla”; conferenziere,
scrittore, predicatore, confessore, direttore spirituale,
svolse la sua attività pastorale polivalente
molto ricercato da tante anime, che indirizzò
sulla via della perfezione, sia a voce che con intenso
epistolario. Dal 1935 cominciò ad organizzare
in piccoli gruppi, sacerdoti e laici, secondo un’ideale
di azione caritatevole e preghiera contemplativa, come
“certosini della strada”. Fondò varie
Case della Carità per l’accoglienza e l’assistenza
dei disabili a Tropea, Vibo Valentia, Parghelia, Roma;
per la loro cura fondò la “Famiglia degli
Oblati e delle Oblate del Sacro Cuore” un Istituto
secolare, eretto poi a livello diocesano, dal vescovo
mons. Vincenzo De Chiara il 25 dicembre 1968. Aveva
41 anni quando nel 1942 rimase colpito da una paralisi,
che gli tolse persino l’uso della parola e che
sembrò stroncare la sua attività sacerdotale,
ma padre Francesco Mottola seppe dimostrare la grandezza
autentica della sua personalità, accettando con
amore e speranza il sacrificio e la croce, che gli era
stata caricata addosso. E il suo misticismo si accentuò
con il dolore quotidiano e con l’impossibilità
di comunicare agevolmente, morì nella sua Tropea
il 29 giugno 1969; fu un cantore lirico di Gesù,
della Trinità, del Corpo Mistico, della Madonna,
dell’Eucaristia, del sacerdozio, del suo “lavoro”
cioè del suo ministero pastorale sfociato anche
in Opere reali ed assistenziali, come le sue “Case
di Carità”. Don Francesco Mottola è
stato definito “una perla del clero calabrese”.
|
Un pensiero…
“Vulnerasti cor meum, Deus! Quid reddam tibi?
(“Hai ferito il mio cuore, o Dio! Come ti ripagherò?)
“Tutto me stesso: è nulla, ma tu ami questo
nulla ed io non ho altro. Non faccio, Gesù che
questo proposito: darmi tutto e stare in pace nel tuo
Cuore divino” |
Faustina Kowalska (5 ottobre)
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Santa Faustina Kowalska nasce a Glogowiec (Polonia),
il 25 agosto 1905 e muore a Cracovia, il 5 ottobre 1938,
è una religiosa mistica dell’Amore Misericordioso
del Cuore di Gesù
Nata in un villaggio polacco e battezzata col nome di
Elena, è la terza dei 10 figli di Marianna e
Stanislao Kowalski. Che sono contadini poveri, nella
Polonia divisa tra gli imperi russo, tedesco e austriaco.
Lei fa tre anni di scuola, poi va a servizio. Pensava
di farsi suora già da piccola, ma realizza il
progetto solo nell’agosto 1925: a Varsavia –
ora capitale della Polonia indipendente – entra
nella comunità della Vergine della Misericordia,
prendendo i nomi di Maria Faustina. E fa la cuoca, la
giardiniera, la portinaia, passando poi per varie case
della Congregazione (tra cui, quelle di Varsavia, Vilnius
e Cracovia). Ma al tempo stesso è destinataria
di visioni e rivelazioni che i suoi confessori le suggeriscono
di annotare in un diario (poi tradotto e pubblicato
in molte lingue). E tuttavia non crede che questi fatti
straordinari siano un marchio di santità. Lei
scrive che alla perfezione si arriva attraverso l’unione
intima dell’anima con Dio, non per mezzo di “grazie,
rivelazioni, estasi”. Queste sono piuttosto veicoli
dell’invito divino a lei, perché richiami
l’attenzione su ciò che è stato
già detto, ossia sui testi della Scrittura che
parlano della misericordia divina e poi perché
stimoli fra i credenti la fiducia nel Signore (espressa
con la formula: Gesù, confido in te) e la volontà
di farsi personalmente misericordiosi. Muore a 33 anni
in Cracovia. Beatificata nel 1993, è proclamata
santa nel 2000 da Giovanni Paolo II. Le reliquie si
trovano a Cracovia-Lagiewniki, nel santuario della Divina
Misericordia. |
Un pensiero…
“Dal Diario di Santa Faustina Kowalska: Il Mio
Cuore è ripagato solo con ingratitudine e trascuratezza
da parte delle anime che vivono nel mondo. Hanno tempo
per ogni cosa; per venire da Me a prendere le grazie
non hanno tempo. E perciò mi rivolgo a voi, a
voi, anime elette! Anche voi non comprendete l’amore
del Mio Cuore? E anche qui è rimasto deluso il
Mio Cuore. Non trovo il completo abbandono al Mio amore.
Tante riserve! Tanta diffidenza! Tanta cautela! Per
tua consolazione ti dirò che ci sono anime che
vivono nel mondo, che Mi amano sinceramente; dimoro
nei loro cuori con delizia. Ma non sono molte. Anche
nei conventi ci sono tali anime che riempiono di gioia
il Mio Cuore; in esse sono impressi i Miei lineamenti
e per questo il Padre Celeste guarda a loro con un compiacimento
particolare. Esse saranno la meraviglia degli angeli
e degli uomini. Il loro numero è molto piccolo.
Esse costituiscono una difesa di fronte alla giustizia
del Padre Celeste ed impetrano la Misericordia per il
mondo. L’amore di queste anime ed il loro sacrificio
mantengono l’esistenza del mondo. Quello che ferisce
più dolorosamente il Mio Cuore è l’infedeltà
di un’anima che Io ho scelto in modo particolare.
Quelle infedeltà sono come lame taglienti che
trafiggono il Mio Cuore" |
Alfonso Maria de' Liguori (1 agosto)
|
Sant' Alfonso Maria de' Liguori, vescovo, dottore
della Chiesa e fondatore della Congregazione del Ss.
Redentore, nasce a Napoli nel 1696, e muore a Nocera
de' Pagani (SA) il 1 agosto 1787.
Nasce a Napoli il 27 settembre 1696 da genitori appartenenti
alla nobiltà cittadina. Studia filosofia e diritto.
Dopo alcuni anni di avvocatura, decide di dedicarsi
interamente al Signore. Ordinato prete nel 1726, Alfonso
Maria dedica quasi tutto il suo tempo e e il suo ministero
agli abitanti dei quartieri più poveri della
Napoli settecentesca. Mentre si prepara per un futuro
impegno missionario in Oriente, prosegue l'attività
di predicatore e confessore e, due o tre volte all'anno,
prende parte alle missioni nei paesi all'interno del
regno. Nel maggio del 1730, in un momento di forzato
riposo, incontra i pastori delle montagne di Amalfi
e, constatando il loro profondo abbandono umano e religioso,
sente la necessità di rimediare ad una situazione
che lo scandalizza sia come pastore che come uomo colto
del secolo dei lumi. Lascia Napoli e con alcuni compagni,
sotto la guida del vescovo di Castellammare di Stabia,
fonda la Congregazione del SS. Salvatore. Intorno al
1760 viene nominato vescovo di Sant'Agata, e governa
la sua diocesi con dedizione, fino alla morte, avvenuta
il 1 agosto del 1787. Come scrittore, sant'Alfonso è
popolarissimo. Pubblicò centoundici opere tra
grandi e piccole. Alcune di esse hanno raggiunto centinaia
di edizioni in gran parte delle lingue del mondo. Quelle
di ascetica e di spiritualità si ristampano continuamente
ancora oggi: Uniformità alla volontà di
Dio; Modo di conversare continuamente e alla familiare
con Dio; Pratica di amare Gesù Cristo; Visite
al al Cuore di Gesù Sacramentato e a Maria santissima;
Meditazioni sulla Passione di Nostro Signore Gesù
Cristo; Glorie di Maria; Massime eterne; Necessità
della preghiera. |
Un pensiero…
“Amore amabile dal mio Salvatore. Tu sei la sede
di tutte le virtù: Tu la fonte di tutte le grazie.
Tu la sacra fornace dove si accendono del divino amore
tutte le anime sante. Tu sei l'oggetto di tutta la compiacenza
di Dio: tu il Rifugio de' tribolati: tu la Stanza delle
anime, che vi amano”. |
Luisa Teresa de Montaignac de Chauvance (27 giugno)
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La beata Luisa Teresa de Montaignac de Chauvance,
vergine e fondatrice della Pia Unione delle Oblate del
Sacro Cuore di Gesù, nasce a Le Havre, il 14
maggio 1820, e muore a Montluçon (Francia), il
27 giugno 1885.
Luisa Teresa de Montaignac de Chauvance, nacque il 14
maggio 1820 a Le Havre in Francia da Raimondo Amato
e Anna de Raffin, quinta dei loro sei figli; la famiglia
era di nobili origini, imparentata con i reali di Francia
e nei suoi avi ci furono numerosi Crociati e il santo
abate Amabile. Ricevé l’educazione in famiglia
e poi a sette anni dalle suore “Fedeli Compagne
di Gesù”. Proseguì passando al celebre
pensionato “Les Oiseaux” di Parigi, dove
ebbe inizio quella sua devozione al Sacro Cuore di Gesù
a cui consacrò tutta la sua vita; in quella Casa
nel 1833 mons. De Quelen autorizzò la celebrazione
del primo mese dedicato al Sacro Cuore. Lasciato il
pensionato per motivi di salute, fu affidata dalla madre
inferma alla zia Madame de Raffin, che era anche sua
madrina; da lei Luisa ricevette un’educazione
spirituale e dottrinale molto profonda, leggendo con
passione il Vangelo e gli scritti di s. Teresa d’Avila;
a 13 anni ricevette la Prima Comunione, che costituì
l’esperienza più bella della sua vita.
Nel 1837 a 17 anni ritornò a “Les Oiseaux”
di Parigi, dove approfondì la sua devozione al
Sacro Cuore entrando in rapporto con il gesuita Rousin,
uno dei propagatori di quella devozione. L’8 settembre
1843 pronunciò il voto di consacrazione al Sacro
Cuore e seguì la zia nel suo progetto di fondare
un’Associazione per diffonderne il culto; ma il
4 dicembre 1845 la zia morì improvvisamente e
Luisa si trovò erede del suo progetto e anche
dei suoi beni. Commossa soprattutto dalla miseria delle
chiese rurali della regione, nel 1848 fondò l’Opera
dei Tabernacoli, per aiutare il loro mantenimento; nel
1850 accolse anche alcune bambine rimaste orfane, in
un locale attiguo alla casa paterna, ponendo le basi
per un orfanotrofio, che nel 1852 fondò a Moulins.
Nel 1854 fondò l’Opera dell’Adorazione
riparatrice; dopo il 1854 a 34 anni, fu colpita da una
malattia grave alle gambe che la costrinse a stare più
a letto che in piedi per sette anni, sarà una
malattia che l’accompagnerà per tutta la
vita, ma Luisa de Montaignac non si stancò mai
dal continuare la devozione al Sacro Cuore. Dopo vari
tentativi di aggregare il suo gruppo come Terz’Ordine
a delle Congregazioni votate al Sacro Cuore, alla fine
su consiglio del gesuita Gautrelet (1807-1886), fondatore
dell’Apostolato della Preghiera e suo direttore
spirituale, Luisa Teresa diede vita nel marzo 1874 alla
“Pia Unione delle Oblate del Sacro Cuore”
approvata dal vescovo di Moulins; l’Istituzione
era divisa in due gruppi, le “Oblate Religiose”
che potevano vivere in comune e le “Oblate Secolari”
che avevano per scopo le opere di carità per
i bisognosi. Nel dicembre 1875 Luisa Teresa fu nominata
segretaria generale dell’Apostolato della Preghiera,
diretto allora dal gesuita Enrico Ramière; pur
essendo quasi immobile per la sua malattia, poté
allargare le sue relazioni e seguire specie per corrispondenza
le sue Oblate. Nel 1880 le Oblate decisero di unire
i due rami, le Religiose e quelle dette delle ‘Riunioni’
in unica Congregazione, eleggendo Luisa Teresa superiora
generale.
Nonostante la rottura con padre Ramière, la Congregazione
ottenne il 4 ottobre 1881 l’approvazione della
Santa Sede. Un anno dopo Luisa fondò l’opera
dei “Piccoli Samueli” per preparare i ragazzi
a scegliere la vita sacerdotale o religiosa. Purtroppo
in seguito, nel 1888, quando l’Istituzione fu
approvata dalla Congregazione romana, solo le Oblate
religiose vennero riconosciute, le Oblate Secolari o
delle ‘Riunioni’ e le Dame aggregate, vennero
soppresse. La causa per la sua beatificazione fu introdotta
a Roma il 15 dicembre 1914 e papa Giovanni Paolo II
l’ha proclamata beata il 4 novembre 1990. |
Un pensiero…
“Ho chiesto per voi…per tutte le vostre
intenzione e per la mia, che dove ottenere una perfetta
devozione al Cuore di Gesù, che consiste in una
fede profonda nel suo amore, generosa per i suoi benefici,
sempre attiva per la sua gloria e finalmente un ardente
desiderio di piacere alla pratica di chi ha dato un
esempio e che sono le uniche capaci di rimuovere gli
ostacoli per lo stabilimento dei suoi amici in mezzo
a noi “.
He pedido por vosotros…. Por todas vuestras intenciones
y por la mia tambièn que tengo que obtener una
perfecta devociòn al corazòn de Jesùs,
que consiste en una Fe profunda en su amor, generoso
por sus beneficios, siempre activa para su gloria y
finalmente un ardiente deseo de placer con respecto
a la practica de quien ha dado un ejemplo y que son
las unicas capaces de remover los obstaculos para el
establecimiento de sus amigos en medio de nosotros. |
LITANIE AL SACRO CUORE
Signore, pietà.
Cristo, pietà.
Signore, pietà.
Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici.
Padre Celeste, che sei Dio abbi pietà di noi
Figlio Redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà
di noi
Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, Figlio dell'Eterno Padre abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno
della Vergine Maria abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, unito alla Persona del Verbo di Dio
abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, maestà infinita abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, tempio santo di Dio abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, tabernacolo dell'Altissimo abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, casa di Dio e porta del cielo abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, fornace dì carità abbi
pietà di noi
Cuore di Gesù, fonte di giustizia e di carità
abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, pieno di bontà e di amore abbi
pietà di noi
Cuore di Gesù, abisso di ogni virtù abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, degno di ogni lode abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, re e centro di tutti i cuori abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, tesoro inesauribile di sapienza e di
scienza abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, in cui abita tutta la pienezza della
divinità abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, in cui il Padre si compiacque abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, dalla cui pienezza noi tutti abbiamo
ricevuto abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, paziente e misericordioso abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, generoso verso tutti quelli che ti invocano
abbi pietà di noi
Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità abbi
pietà di noi
Cuore di Gesù, colmato di insulti abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, propiziazione per i nostri peccati abbi
pietà di noi
Cuore di Gesù, annientato dalle nostre colpe abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, obbediente fino alla morte abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, vita e risurrezione nostra abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, pace e riconciliazione nostra abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, vittima per i peccatori abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, salvezza di chi spera in te abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, speranza di chi muore in te abbi pietà
di noi
Cuore di Gesù, gioia di tutti i santi abbi pietà
di noi
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci, Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo esaudiscici,
Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà
di noi.
Gesù, mite e umile di cuore, Rendi il nostro cuore
simile al tuo.
Preghiamo.
O Dio Padre, che nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio ci
dai la gioia di celebrare le grandi opere del suo amore per
noi, fa' che da questa fonte inesauribile attingiamo l'abbondanza
dei tuoi doni.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
Per saperne di più :
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