LA CONTINUITA’ DOMENICANA
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Palermo. Prospetto monumentale della Chiesa di San Domenico. A sinistra Benedetto XI da cui il nostro prese il nome papale. L’Orsini fu il quarto ed ultimo della famiglia domenicana. Le opere in stucco furono realizzate, nel 1726, da Gian Maria Serpotta. |
Stemma papale di Benedetto XIII |
Pierre-Paul Guérin de Tencin fu nominato arcivescovo di Embrun il 12 giugno 1724 e consacrato a Roma il 2 luglio dal neo-eletto papa Benedetto XIII. |
Sigillo di cera rossa, S.Pietro nell'atto di tirare le reti in barca, posto sul retro del documento di Papa Benedetto XIII con il quale concede al principe di Piemonte Carlo Emanuele di Savoia e alla principessa Polissena Cristina Giovanna di Assia-Rheinsfeld la dispensa dal grado di affinità per poter contrarre matrimonio e allo stesso principe l'indulto sullo statuto dell'ordine dei santi Maurizio e Lazzaro per poter contrarre il secondo matrimoni, in Archivio di Stato di TORINO Datum Romae apud Sanctum Petrum sub annulo piscatoris 9/6/1724. |
D.O.M. BENEDICTUS XIII PONT. MAX INCLYTO PRAEDICATORUM ORDINE
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VESCOVO DI ROMA
24 settembre 1724, dipinto di Bernard Picart Processione di Benedetto XIII, verso la Basilica Patriarcale di san Giovanni in Laterano, Cattedrale di Roma, per la cerimonia di possesso della Cattedra episcopale. Il papa ha raggiunto S. Giovanni in Laterano cavalcando un mulo o cavallo bianco o di un elaborato su lettiera. Il corteo si trasferisce dal Vaticano a Castel Sant’Angelo, attraversando il Tevere e Ponte Sant’Angelo dirigendosi verso S. Andrea della Valle, il Campidoglio, Colosseo, S. Clemente per raggiungere Piazza di S. Giovanni in Laterano. Tutti i cardinali a seguire il Papa, in ordine i cardinale vescovi, i cardinali sacerdoti e per ultimo i cardinali diaconi. |
Verso e recto della medaglia papale emessa in occasione della presa di possesso della cattedrale di Roma. |
Roma Palazzo Venezia. Sala del Concistoro o delle Battaglie. In questo salone, il giorno dopo la presa di possesso della Basilica Lateranense, avvenuta il 24 settembre 1724, l’ambasciatore veneto, Pietro Cappello, organizzò, in onore del nuovo pontefice, una mobilissima cantata, “Cantata in lode di Benedetto di Benedetto XIII: Amica e cara fede, a quattro voci di scelti musicisti, scritta per l’occasione dal maestro compositore Giuseppe Valentini. Fra numeroso pubblico accorso, godettero dello spettacolo i cardinali Ottoboni e Polignac, l’ambasciatore di Portogallo, il duca di Gravina e tutti i ministri ed agenti dei principi stranieri. |
In previsione del Giubileo del 1725, papa Benedetto XIII (1724-1730) incaricò l'architetto Filippo Raguzzini (1680-1771) di restaurare il tetto della basilica di Santa Maria Maggiore; in segno di ringraziamento, i canonici fecero scolpire un busto del pontefice che venne posto entro una nicchia ovale nella sacrestia, e in seguito ricollocato sulla parete destra del battistero ove ancora oggi si ammira. Di questo marmo si conserva la bella terracotta preparatoria entrata nelle collezioni del Museo di Palazzo Venezia nel 1919: sin dai primi studi di Federico Hermanin (1929-1930; 1948), entrambe le opere sono state assegnate a Pietro Bracci (1700-1773) ed anche Santangelo (1954) ne ha confermato l'attribuzione proponendo una datazione precoce, anteriore al 1724. Lo studioso giustifica tale cronologia sulla base della mancata segnalazione della commissione nel dettagliato Diario dello scultore, la cui stesura ebbe inizio a partire dal 1725. In numerosi interventi successivi la critica ha concordemente ribadito la paternità di Bracci e, solo di recente, Montagu (2002) ha espresso forti perplessità sottolineando come tale attribuzione non fosse sostenuta da alcuna evidenza documentaria. Nel 2008, in occasione della mostra The Color of Life, si è potuto assegnare il busto in esame a Bartolomeo Mazzuoli, sulla base di un documento rinvenuto da Michael Erwee ma non ancora reso noto. Merita infine una riflessione la nuova attribuzione a Bartolomeo Mazzuoli, nipote del più famoso Giuseppe (1644-1725) e attivo nell'industriosa bottega senese del padre Giovanni Battista. La collaborazione tra i vari membri della famiglia è attestata da numerose prove e lo scambio di modelli fra le botteghe era pratica piuttosto consueta: Bartolomeo, pur essendo un artista di buona formazione, non dimostra nelle prove ad ora conosciute una capacità interpretativa particolarmente raffinata e talvolta anche la tecnica di lavorazione risente di una certa rigidezza. Non conoscendo il testo del documento rinvenuto da Erwee non è possibile farsi un'idea più compiuta, ma sembra plausibile ipotizzare che Bartolomeo anche per la redazione del busto marmoreo di Santa Maria Maggiore possa aver fatto affidamento su un modello eseguito dallo zio Giuseppe negli ultimi mesi della sua vita, ed è dunque a quest'ultimo a cui si può attribuire la terracotta di Palazzo Venezia. (SITO UFFICIALE DEL MUSEO NAZIONALE DEL PALAZZO DI VENEZIA).Cristiano Giometti |
Sede Vacante 1724 Medaglia in bronzo emessa dal Tesoriere Generale e Prefetto di Castel Sant'Angelo Monsignore Carlo Collicola. Opus Antonio Travani. AE 28.41 mm. SEDE VACANTE Stemma di Monsignore Carlo Collicola. R/ CAROLVS COLLICOLA THES GEN CASTRI S ANG PRAEFECTVS 1724. |
Sede Vacante 1724 Medaglia in piombo emessa dal Governatore del Conclave Monsignor Maffeo Farsetti, di artista anonimo. (Prima variante) PB 26.96 mm. SEDE VACANTE Stemma |
Sede Vacante 1724 Medaglia in bronzo emessa dal Governatore del Conclave Monsignor Maffeo Farsetti, di artista anonimo, (Terza variante). AE 28.02 mm. SEDE VACANTE Stemma ovale di Monsignor Maffeo Farsetti. R/ MAPHAEIVS FARSETTVS CONCLAVIS GVBERNATOR 1724. |
Benedetto XIII. Sommo Pontefice 1724-1730. Pier Francesco Vincenzo Maria Orsini di Gravina. Elezione e incoronazione. Medaglia 1724 in argento. |
Benedetto XIII. Sommo Pontefice 1724-1730. Pier Francesco Vincenzo Maria Orsini di Gravina. Possesso della Basilica Lateranense. Medaglia 1724 in argento. |
Benedetto XIII. Sommo Pontefice 1724-1730. Pier Francesco Vincenzo Maria Orsini di Gravina. I pellegrini in visita a Roma per l’Anno Santo. Medaglia 1725 in argento. |
Benedetto XIII. Sommo Pontefice 1724-1730. Pier Francesco Vincenzo Maria Orsini di Gravina. Lavanda dei piedi del Giovedì Santo. Medaglia 1725 in argento. |
Benedetto XIII. Sommo Pontefice 1724-1730. Pier Francesco Vincenzo Maria Orsini di Gravina. Lavanda dei piedi del Giovedì Santo. Medaglia circa 1725 in bronzo. |
Benedetto XIII. Sommo P.ontefice 1724-1730. Pier Francesco Vincenzo Maria Orsini di Gravina. Chiusura della Porta Santa della Basilica Ostiense. Medaglia 1725 in bronzo. |
Benedetto XIII. Sommo Pontefice 1724-1730. Pier Francesco Vincenzo Maria Orsini di Gravina. Chiusura della Porta Santa della Basilica Lateranense. Medaglia 1725 in bronzo. |
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Benedetto XIII. Sommo Pontefice 1724-1730. Pier Francesco Vincenzo Maria Orsini di Gravina. Lavanda dei piedi del Giovedì Santo. Medaglia 1728 anno IV in bronzo. |
Benedetto XIII. Sommo Pontefice 1724-1730. Pier Francesco Vincenzo Maria Orsini di Gravina. Iscrizione nel libro dei Santi di Giovanni Nepomuceno. |
Benedetto XIII. Sommo Pontefice 1724-1730. Pier Francesco Vincenzo Maria Orsini di Gravina. Consacrazioni Giubilari. |
Medaglia papale di Benedetto XIII conservata a Notting Hill, Londra, presso The Emanuel Archive Collection - This Auction Has Now Ended.
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ANCHE QUI LO STEMMA PONTIFICIO ACCOMPAGNATO DALLA SCRITTA DEL PONTEFICE REGNANTE E SULL’ALTRO VERSO SANT’UBALDO, VESCOVO DI GUBBIO |
GROSSO EMESSO NELL’ANNO V DI PONTIFICATO DI BENEDETTO XIII, COSI’ COME SI LEGGE ALL’INTERNO DELLA MONETA. SULL’ALTRO VERSO LA DICITURA: PRODERIT IN TEMPORE |
ANNO VI DI PONTIFICATO DI BENEDETTO XIII, DA NE NOCEAT 1729 RIPORTATO SULL’ALTRO VERSO. |
Benedetto XIII Stato Pontificio 1725. La moneta o medaglia papale si trova ad Arezzo in località Casentino. |
Certificato di autenticità di un Quattrino emesso dalla Zecca di Gubbio, durante il pontificato, presumibilmente, in occasione dell’Anno Santo del 1725, conservato presso Roggero Lionello, antiquario di Torino. |
ACCORAMBONI GIUSEPPE, |
ALTIERI GIOVANNI BATTISTA, |
ANSIDEI MARCO ANTONIO, |
ASTORGA (D’) y CESPEDES DIEGO, |
BANCHIERI ANTONIO, |
BORGHESE FRANCESCO, |
CARAFA PIER LUIGI, |
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COLLICOLA CARLO, |
COSCIA NICOLO’, |
COZZA frà LORENZO, |
CYBO CAMILLO, |
FALCONIERI ALESSANDRO, |
FERRERI frà CARLO VINCENZO MARIA, |
FINY FRANCESCO ANTONIO, |
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In questo dipinto è raffigurato Benedetto XIII, grande benefattore del cardinale Finy. La città e il clero di Minervino Murge, in segno di stima e gratitudine verso il pontefice, fecero realizzare quest’opera, anch’essa anonima, collocandola nella sagrestia della cattedrale. |
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Il Calice e la patena sui quali sono incisi lo stemma pontificio orsiniano e l’anno, 1729, in cui fu donato al Finy. Il cardinale, a sua volta, donò il tutto alla cattedrale di Avellino di cui fu vescovo. |
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FLEURY (DE) ANDREA ERCOLE, |
GIUDICE (DEL) di CELLAMARE NICOLO’, |
GOTTI frà VINCENZO LUDOVICO, creato da Benedetto XIII nel 1728 il 30 aprile. Fu un altro confratello domenicano ad essere elevato alla dignità cardinalizia il quale venuto a sapere della nomina, emulò l’Orsini rifugiandosi a Ronzano. I domenicani di quel convento, per ricordare l’episodio di cui si resero protagonisti i due confratelli, immortalarono l’evento con una lapide, purtroppo, andata distrutta, la cui memoria si conserva solo in alcuni testi storici. |
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HVMILIS DOMUS HAEC A parte questo ricordo marmoreo, se ne dovrebbe conservare un altro su cui sono incise le seguenti parole: “chiunque leggerà questa lapide impari quanto sia capriccioso il carattere delle dignità terrene: esse fuggono coloro che le cercano e inseguono chi le fugge”. |
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KOLLONITZ (DE) SIGISMONDO, il 26 novembre del 1727 |
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LAMBERTINI PROSPERO, |
LERCARI NICOLO’ MARIA, |
MAREFOSCHI PROSPERO, |
MOTTA (DE) y SILVA GIOVANNI, |
PIPIA frà AGOSTINO, Gran Maestro dell’Ordine dei Predicatori (Domenicani); creato da Benedetto XIII nel 1724, il 20 dicembre. Morto a Roma, all’età di 69 anni, il 21 febbraio 1730, sepolto a S.Maria sopra Minerva. I titoli cardinalizi:S Sisto, 1725 genn. 29; S.Maria sopra Minerva, 1729, marzo 3. Il dipinto, di mano ignota, è conservato presso la Pinacoteca di Cingoli (Ancona), perché di questa città era stato vescovo allorquando Benedetto XIII, con sua bolla, del 1725, concesse il titolo di Cattedrale alla preesistente Collegiata e prescrisse che la Diocesi dovesse assumere la denominazione Osimo – Cingoli. Interrompendo, provvisoriamente la serie dei cardinali creati dal pontefice, riproduciamo la facciata della Concattedrale della cittadina marchigiana con l’epigrafe, a ridosso del portale, in segno di gratitudine e di riconoscenza per il beneficio papale ricevuto. A seguire, poi, un olio su tela che ritrae il pontefice. Il dipinto fu commissionato dal Comune di Cingoli, tanto è verto che nel cartiglio descrittivo compare lo stemma della città, lo stesso anno in cui l’Orsini firmò la Bolla, 1725. |
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Di questa iscrizione poco leggibile, sormontata, inizialmente dalle insegne papali, nel frattempo andate distrutte, siamo riusciti a recuperare il testo, grazie alla consultazione del volume sulle Visite pastorali alla Chiesa di Cingoli nel periodo tra il 1726 e il 1858: Benedicto XIII Pont. Opt. Max Purtroppo, altre due lapidi, a ricordo della dignità papale ricevuta, sono situate all’interno della cattedrale, ma non visibili, perché coperte dall’organo e dalla cantoria che furono sovrapposti successivamente. |
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Frontespizio e prima pagina della Bolla papale, del 19 agosto 1725, con la quale la Diocesi di Cingoli veniva unita,” aeque principaliter” a quella di Osimo. |
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Questo è un dipinto che si trova presso la cattedrale di Cingoli e fatto realizzare dalla civica amministrazione in segno di gratitudine per il beneficio papale ricevuto. |
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PETRA VINCENZO, |
PORZIA don LEANDRO, |
QUIRINI ANGELO MARIA, il 9 dicembre 1726. La stampa si trova presso il Metropolitan Museum of Art, New York, 1990, cat. No. sotto il no. 276, p. 274. Francesco Zugno, disegno a matita. |
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LA BENEVOLENZA DEL CARDINALE QUIRINI
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Busto del Cardinal Querini sulla facciata del Duomo di Brescia dello scultore Stefano Bolognini. |
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Benedetto XIII fa dono al Quirini, in occasione della Visita ad Limina Apostolorum , di alcune sue proprie pubblicazioni. In cambio, il cardinale, gli regala due tavole dipinte da un pittore greco. L’iscrizione in latino riportata in basso alla figura può leggersi in italiano: “Nel mese di maggio del 1726 partì da Corfù alla volta di Roma per la “visita ad limina Apostolorum” e fu accolto con grande benevolenza da Benedetto XIII che gli donò anche tute le opere da lui scritte ed egli in cambio gli offrì due quadri di dimensioni piuttosto grandi, dipinti da un maestro greco ed una tavola di bronzo con incise le cerimonie riguardanti Sua santità. Lieto dei molti segni di benevolenza avuti dal Pontefice, si mise in viaggio per visitare il monastero di Subiaco e in questa occasione toccò prima Frascati, poi Albano e Tivoli, dove ebbe molti colloqui con Matteo Petitdidier, monaco forense e successivamente vescovo “in partibus infildelium (cioè vescovo titolare)”. Bibliografia: Rizzini, 1986, p.58, n.15; Passamani- Begni, 1980, p.12. |
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Riceve da Benedetto XIII, il 2 luglio 1727, la nomina a vescovo di Brescia. Acquaforte e bulino. |
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Viene creato Cardinale. Acquaforte e bulino. |
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SALVIATI ALAMANNO, l’8 febbraio 1730 |
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SELLERI frà GREGORIO, |
SINTZENDORF FILIPPO LUDOVICO, |
Cerimonia dell'imposizione del Cappello Cardinalizio a Prospero Lambertini e a Vincenzo Gotti (1728), cartolina postale. Stampatore/Editore Mengoli Giovanni, Bologna. |
Sant'Agnese Segni da Montepulciano |
San Giacomo Gangale della Marca |
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St. Toribio Alfonso de Mogrovejo Robledo (1538-1606),
beatificato il 02 Luglio1679 can. 10 Dicembre 1726.
Roma, chiesa di Sant’Anastasia, cappella di san Turibio, particolare dell’iscrizione posta sull’altare consacrato da Benedetto XIII il 30 dicembre del 1726, a pochi giorni della canonizzazione. |
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Questa stampa è stata estrapolata dal testo sulla vita di Turibio da Mongrovejo. |
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St. Francisco Solano Jiménez (1549-1610)
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La Basilica di San Pietro addobbata in occasione delle otto canonizzazioni celebrate nel corso del 1726 da Benedetto XIII. Disegni di Juan Maria Salvioni, stampante Vaticano, 1726.
La Basilica di San Pietro parata a festa sempre in occasione della stessa celebrazione. Disegno di Juan Maria Salvioni, stampante Vaticano, 1726. |
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Decreto del papa per la concessione delle indulgenze, il 5 giugno 1727, ai religiosi della Compagnia di Gesù, in occasione della canonizzazione di san Luigi Gonzaga e san Stanislao Kostka della medesima famiglia religiosa. |
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I due quadri sono opera di Giuseppe Maria Crespi. Riproducono Benedetto XIII e i Gesuiti, o più esattamente, il primo, in cui il Generale dei Gesuiti, padre Michelangelo Tamburini, inginocchiato presenta al Papa il libro dei meriti di San Luigi Gonzaga, nel secondo, un dettaglio dello stesso dipinto. Le due opere appartengono ad una collezione privata. |
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Questo piviale, con le insegne orsiniane nella parte anteriore, è parte del parato, donato da papa Benedetto XIII, alla Chiesa di Gravina, in occasione della sua prima visita da pontefice a Benevento, nel 1727, e utilizzato per le canonizzazioni dei due gesuiti: Luigi Gonzaga e Stanislao Kostka. |
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Reliquiario di Santa Margherita da Cortona. L’opera fu eseguita su commissione dalla municipalità di Cortona da un argentiere romano, fra il 1721 e il 1722. |
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Immagine di san Giovanni Nepomuceno, esposta nella Basilica di san Giovanni in Laterano durante il solenne rito per la sua canonizzazione avvenuta il19 marzo 1729. |
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Ludwig Seitz, Madonna col Bambino tra s. Giovanni Nepomuceno, s. Giovanni Sarkander, Pio IX e Benedetto XIII (a sinistra). 1883. Roma, Chiesa di S. Maria dell’Anima (Foto Cefaloni, Roma). |
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San Pietro Crisologo |
Michele Carlo Visdomini Cortigiani |
San Venceslao |
- San Pietro Crisologo dichiarato, nel 1729, Dottore della Chiesa San Gregorio VII Con Decreto del 25 settembre 1728, Benedetto XIII ordinò con precetto, canonizzazione per equipollenza, e che per tuta la Chiesa si facesse l’Ufficio e Messa, il 25 maggio di ogni anno, con rito doppio. |
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Archivio Fotografico Luce , Anonimo romano? O Pietro Longhi ? sec. XVIII. Papa Benedetto XIII riceve i generali degli Ordini in occasione delle canonizzazioni dei santi che appartenevano alle loro Congregazioni religiose. |
Viterbo, Chiesa di San Bernardino, Santa Giacinta Marescotti. |
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Parigi. Cappella Casa Madre dei Vincenziani. Vincenzo de' Paoli, fu proclamato Beato da papa Benedetto XIII il 13 agosto 1729. |
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Fedele da Sigmaringa
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Juan de Prado Díez |
Pietro Fourier
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Cardinale Gregorio Barbarigo. Benedetto XIII, nel 1725, su richiesta del nipote, Gianfranco, pure egli cardinale e successore episcopale nella stessa città di Padova, permise di aprirne il sepolcro. Il corpo fu trovato incorrotto. Avvertito di ciò, il santo pontefice, ordinò che le spoglie fossero collocate in una tomba più decorosa e lo dichiarò Venerabile. Sul nuovo sacello fu inserita la seguente iscrizione: D.O.M. |
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LA PROMULGAZIONE DI SANTI PRECEDENTEMENTE CANONIZZATI |
Sant'Isidoro |
Sant'Andrea Corsini |
San Filippo Benizi |
San Francesco Borgia |
San Lorenzo Giustiniani |
San Giovanni da Capistrano |
Santa Caterina di Bologna |
San Felice da Cantalice |
In ordine, come vengono riportati nella didascalia del titolo, i santi che erano stati canonizzati da precedenti pontefici e che Benedetto XIII ammise al culto. |
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Ermanno- Giuseppe, nel periodo a cui stiamo facendo riferimento, era beato, infatti, solo il 15 maggio 1960 la Congregazione Vaticana dei Riti stabilì che Ermanno si può invocare come santo e che questo titolo può essere stampato nei calendari liturgici della diocesi di Aachen e apparteneva all’Ordine dei Canonici Regolari Premostratensi, fondato da san Norberto. |
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In questa scena pittorica, di autore ignoto, è rappresentato san Giuseppe Calasanzio, a ricordo delle tappe che lo condussero agli onori degli altari: Benedetto XIII, l’8 settembre 1728, con apposito documento papale, riconobbe le sue virtù eroiche. Successivamente, Benedetto XIV, il 18 agosto 1748 lo beatificò. Canonizzato da Clemente XIII il 16 luglio 1767. |
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La seconda dopo l'Epifania fu destinata dalla Santa Memoria di Benedetto Papa XIII, al Nome Santissimo di Gesù , Salvatore del Mondo. La seconda Domenica di Novembre fu assegnata al Patrocinio della Vergine delle Vergini Maria Il nome di S. Giuseppe fu inserito nelle Litanie dei Santi e dei moribondi. Successivamente, lo stesso pontefice, il 23 gennaio del 1726, introdusse per tutta la Chiesa la festa dello Sposalizio con Maria Vergine. Il 9 febbraio 1725 Papa Benedetto XIII eleva il santuario della Madonna di Guadalupe, in Messico, ricostruito nel 1709, al rango di collegiata. |
Basilica Vaticana |
Basilica Vaticana. Lapide con busto del Bracci, di Benedetto XIII, situato attualmente nel corridoio occidentale della sagrestia. Il testo dal latino in AL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XIII ORSINI |
Altare della cattedra di San Pietro. Sul fronte dell’altare, sotto la mensa, vi è la seguente iscrizione: IN HONOREM |
La didascalia riportata sull’immagine: Prospetto del nobile Ciborio o sia tabernacolo esistente nella Cappella del SS. Sacramento nella Basilica Vaticana.
BENEDICTUS XIII PRAE. |
Basilica Patriarcale di San Pietro. |
Cappella di Santa Maria delle Partorienti nelle Grotte Vaticane
BENEDICTVS XIII P(ONTIFEX) M(AXIMVS) In italiano: Benedetto XIII, Pontefice Massimo,dell’Ordine dei Predicatori in questo oratorio della famiglia Orsini chiamato la Cappella di Santa Maria delle Partorienti, dopo la consacrazione dell’altare in una solenne cerimonia il 19 gennaio 1727,coprendo con un nuovo e più elegante mosaico, quello di Giotto, in modo che le reliquie dei santi intarsiati in esso non cadessero. 1728, quarto anno del suo pontificato. |
La Cappella Sistina con l’altare consacrato da Papa Benedetto XIII. |
Corridoii del Vaticano. Affresco con la riproduzione dello stemma dell’Orsini. |
BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO |
Incisione in latino situata nella Basilica di San Giovanni in Laterano per ricordare l’apertura e la chiusura della Porta Santa, nell’Anno Giubilare del 1725, indetto da Benedetto XIII. Alla solenne cerimonia intervenne il cardinale Benedetto Pamphili. Lapide posta nel corridoio d’accesso alla sagrestia in ricordo della consacrazione dell’altare dedicato a Sant’Anna avvenuta per mano del vescovo di Eleusa, mons. Francesco De Vico, canonico della Santa Chiesa Lateranense, su mandato di Benedetto XIII, il quale, in occasione dell’anniversario della dedicazione, concesse quaranta giorni di indulgenze.
Sagrestia Basilica Patriarcale di San Giovanni in Laterano. Lapide e busto commemorativi in onore del pontefice che consacrò l’altare dedicato a S. Giovanni Nepomuceno con gli emolumenti pervenutigli in occasione della canonizzazione del medesimo e della beatificazione di Fedele da Sigmaringa. Basilica Patriarcale Cattedrale di San Giovanni in Laterano. Altare dedicato a san Giovanni Evangelista e consacrato dall’Orsini il 3 gennaio 1729, ad un anno, quasi, prima della sua morte. A ricordo di tutti i benefici concessi dal Pontefice, il Capitolo lateranense volle immortale nella memoria le benemerenze ricevute con una sontuosa lapide, posta nella Basilica sulla porta d’ingresso della navata di sinistra. PRINCIPEM HANC ECCLESIAM |
BASILICA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA |
San Paolo Fuori le Mura Roma. Benedetto XIII affida, per il Giubileo del 1725, la costruzione di un nuovo portico ad Antonio Canevari, il quale demolisce l’antico vestibolo e fa aggiungere la Cappella del Crocifisso (o del Santo Sacramento) per inserirvi il Crocefisso “miracoloso” in legno policromo attribuito al senese Tino di Camaino (XIV secolo); vi si vede anche una icona in mosaico (XIII secolo) ed una commovente statua-reliquia in legno policromo di San Paolo, recante le tracce dell’incendio del 1823. DOM.// INSIGNEM HANC // CRICIFIXI IMAGINEM // EX ALTARI IN QUOD // ANNO MDXCIV EX ALIO //TRANSLATA FUERAT IN // NOVUM HOC SACELLUM // BENEDICTI XIII P M // INTERVENCTU // ABBAS ET MONACHI // SOLEMNIORI POMPA // DEDUXERUNT AN. JUB. // nno rumI NON // MAIJ QUI ET AD EJUSDEM // CRUCIFIXI PEDES // PERANTIQUAM B.V. // EFFIGIEM COLIOCARUNT// EODEM AN. XIV KAL JUNIJ // Roma Facciata esterna della Basilica di San Paolo fuori le mura. |
BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE |
Busto di Benedetto XIII, opera di Pietro Bracci presso il Battistero della Basilica di Santa Maria Maggiore. |
SANTA MARIA SOPRA MINERVA |
Roma. Santa Maria Sopra Minerva. Lapide posta sul lato destro dell’altare maggiore
Roma. Santa Maria Sopra Minerva. Lapide posta sul lato sinistro dell’altare maggiore. |
ARA COELI |
Roma. Basilica Santa Maria Ara Coeli. Lapide commemorativa per la consacrazione dell’altare maggiore avvenuta il 21 settembre 172 5 e l’altra di concessione dei privilegi ai sacerdoti celebranti all’altare maggiore. |
Roma. Basilica Santa Maria Ara Coeli. Incisione sotto la mensa dell’altare della cappella di Santa Margherita da Cortona a ricordo della consacrazione avvenuta per mano di papa Benedetto XIII il 22 novembre 1728. |
BASILICA DI SAN LORENZO IN DAMASO Basilica San Lorenzo in Damaso. Questa epigrafe ricorda il privilegio perpetuo, con cui fu decorato l’altare del SS.mo Crocifisso, per suffragare le anime dei fedeli defunti con messe celebrate da un qualsiasi sacerdote. Lo storico della Basilica, don Giuseppe Bitozzi, nella sua dettagliata descrizione scrive: “Nel lato destro della cappella sopra i sedili del Coro è il Coreto de’ Musici, a cui si va per una scaletta esistente nell’andito della contigua porta minore, per cui si esce nella strada dei Librari. Sotto detto Coretto è inciso in marmo il seguente Breve Pontificio.
INTENTI CON CARITÀ PATERNA ALLA SALVEZZA DI TUTTI, ARRICCHIAMO TALVOLTA I SACRI LUOGHI DEL DONO SPIRITUALE DELLE INDULGENZE, AFFINCHÉ LE ANIME DEI FEDELI DEFUNTI POSSANO COSÌ CONSEGUIRE I SUFFRAGI DEI MERITI DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO E DEI SUOI SANTI: DA LORO AIUTATE, ESSE POTRANNO, PER LA MISERICORDIA DI DIO, ESSERE CONDOTTE DALLE PENE DEL PURGATORIO ALL’ETERNA SALVEZZA. VOGLIAMO DUNQUE ARRICCHIRE D’UN MAGGIORE DONO DI GRAZIA LA CHIESA SECOLARE E COLLEGIATA DI SAN LORENZO IN DAMASO DI ROMA, NELLA QUALE, COME AFFERMATO, V’È UN SOLO ALTARE PRIVILEGIATO, IMPARI TUTTAVIA AL NUMERO DI MESSE SOLITE A CELEBRARSI IN DETTO TEMPIO. D’UN SIMILE PRIVILEGIO INTENDIAMO ARRICCHIRE L’ALTARE DEL SS. CROCIFISSO SITO NELLA STESSA CHIESA. CONFIDANDO NELLA MISERICORDIA DI DIO ONNIPOTENTE IN UNA CON L’AUTORITÀ DEI BEATI APOSTOLI PIETRO E PAOLO, INDULGENZIAMO E CONCEDIAMO, PER L’AUTORITÀ A NOI TRASMESSA DAL SIGNORE, CHE, OGNIQUALVOLTA UN SACERDOTE SECOLARE OPPURE APPARTENENTE A QUALSIVOGLIA ORDINE, CONGREGAZIONE O ISTITUTO REGOLARE CELEBRERÀ AL DETTO ALTARE LA MESSA DEI DEFUNTI PER L’ANIMA D’UN QUALSIASI FEDELE, MIGRATA DA QUESTA VITA IN STATO D’AMICIZIA CON DIO, LA MEDESIMA ANIMA CONSEGUA DAL TESORO DELLA CHIESA L’INDULGENZA IN FORMA DI SUFFRAGIO. IN TAL MODO ESSA SARÀ LIBERATA DALLE PENE DEL PURGATORIO PER I MERITI DELLO STESSO SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO, DELLA BEATISSIMA VERGINE MARIA E DI TUTTI I SANTI, APPLICATI A MO’ DI SUFFRAGIO. NON OSTANTE QUALUNQUE CONTRARIA DISPOSIZIONE, DOVENDO LE PRESENTI VALERE PER TUTTO IL TEMPO FUTURO. DATO A ROMA PRESSO SAN PIETRO SOTTO L’ANELLO DEL PESCATORE, ADDÌ 11 FEBBRAIO 1729, DEL NOSTRO PONTIFICATO ANNO QUINTO. FABIO CARDINALE OLIVIERI. (Traduzione del Prof. Francesco Lepore)
A Benedetto XIII P.O.M. / che / il decoro di questa Basilica accrebbe con grandissimi benefici, un piccolo ma sentito riconoscimento di gratitudine dopo la morte. Il Capitolo dei Canonici posero con il consenso del Card. Pietro Ottoboni, Vicecancelliere, Vescovo di Sabina e Commendatore. Ai cui meriti eccellentissimi attribuiscono il gradito beneficio nell’anno di salute 1730. Purtroppo, oggi, a distanza di secoli, di questo monumento non vi è più traccia e né vi sono documenti che potrebbero far risalire alla sua eventuale destinazione ed attuale o ad altra allocazione. |
BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI Roma, Basilica Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Benedetto XIII, il 6 ottobre 1727, consacrò l’altare dell’Epifania, posto nel Coro dei Certosini (la sagrestia michelangiolesca), dove erano stati trasferiti fin dal 1725 gli stalli del Coro che si trovavano nella zona absidale, mentre il corridoio divenne l’attuale sagrestia. Nella parete sinistra dell’altare dell’Epifania, figurava secondo il Galletti (Inscr. T. I. Cl., n. 109, p. CLX), la seguente iscrizione: BENEDICTUS XIII PONT. MAX. ORD. PRAED. |
BASILICA DEI SANTI ALESSIO E BONIFACIO |
Basilica dei santi Alessio e Bonifacio. Il Cardinale Angelo Maria Querini aveva finanziato il restauro del portico del Tempio. In segno di riconoscenza i monaci Geronimiani decisero di erigere una statua che rappresentasse il Cardinale Querini ma egli rifiutò e chiese invece che al suo posto fosse realizzata una statua in onore del Pontefice Benedetto XIII. La statua del Papa fu collocata nel pronao della chiesa nel 1752.
L’incisione sul basamento della maestosa statua, in italiano si può leggere come segue: QUESTA STATUA |
Pavia. Basilica di san Pietro in Ciel d’Oro. Urna che raccoglie le spoglie mortali di sant’Agostino, dopo la ricognizione ufficiale avvenuta durante il pontificato di Benedetto XIII, come si evince dalla targa sovrapposta nella parte superiore del coperchio. |
Pavia. Basilica di san Pietro in Ciel d’Oro. Targa sovrapposta sul coperchio dell’urna . L’incisione riporta il nome di papa Benedetto XIII, che il 16 luglio 1728 approvò il riconoscimento ufficiale delle ossa di sant. Agostino eseguito dal vescovo di Pavia, mons. Francesco Pertusati. |
Pavia. Basilica di S. Pietro in Ciel d’Oro. Benedetto XIII riprodotto sulla formella del lume che arde accanto alla tomba del vescovo di Ippona. Per le foto è doveroso ringraziare padre Giustino Casciano, superiore del Convento degli agostiniani. |
Stemma famiglia Piersanti inquadrato con quelli di Benedetto XIII e di Clemente XII (sec. XVIII). |
Il dipinto di Gian Domenico Porta raffigura mons. Piersanti, fondatore del Museo di Matelica, collezionista di oggetti sacri e antichi, maestro di cerimonie pontificie di ben sei pontefici, fra i quali anche il nostro. |
Questi oggetti sono esposti in un’unica teca a dimostrazione forse perché sono serviti per un comune momento liturgico. I due barilotti, su quello di destra si intravede lo stemma papale, servivano per la conservazione del vino da usare per la celebrazione delle messe solenni,secondo una versione. Secondo, invece, don Sennen Bigiaretti, riordinatore del Museo Piersanti, i due oggetti venivano usati per le consacrazioni dei vescovi. L’urna, invece, veniva utilizzata nelle funzioni religiose dedicate alle beatificazioni o canonizzazioni dei candidati agli onori degli altari. Servivano per conservare uno o due columbi a cui far spiccare il volo nel momento ufficiale della proclamazione. |
Targa dorata sopraposta ad una ricchissima cornice di ebano in cui si conserva la tabella originale dell’ultima sessione del Conclave e la firma apposta dall’Orsini, di accettazione della avvenuta elezione Suam in summum |
L’intera cornice con il pregevole documento, una specie di verbale, con i cognomi dei cardinali che parteciparono al conclave, in numero di 53; i voti riportati dall’eletto, furono 52, e un voto assegnato al cardinale Paolucci. Gli scrutatori furono i cardinali Sacripante, Piazza e di Santagnese. Verificatori, invece, i porporati Tolomei, Polignac, Prioli. |
Ritratto di Benedetto XIII proveniente, probabilmente, dalla casa romana del Piersanti. |
Stemma papale di Benedetto XIII |
Cappello Pontificio. Statua a busto di Benedetto XIII, opera di Francesco Giardoni. Allo stesso orefice, mons. Venanzio Filippo Piersanti, per conto di Benedetto XIII, commissionò, nel 1730, l’urna d’oro per la S. Casa di Loreto, la cui chiesa, nel1728, come leggeremo in seguito, fu elevata a dignità di Basilica minore dallo stesso pontefice. |
Calamaio e Spolvero Scarpa Pontificale di Benedetto XIII. Secondo quanto narrava Mons. Latoni Cerimoniere Pontificio e ripreso da don Sennen Bigiaretti nel suo Catalogo Generale del Museo Piersanti, a cura di Angelo Antonelli, “si deve dire di Benedetto XIII, che nell’esposizione del suo cadavere a S. Pietro fu trovato con una scarpa sola”. Era morto in concetto di Santità e Mons. Piersanti era legato a Lui da stima e affetto particolarissimo. Ciò spiega tutto. |
Oratorio della Famiglia Piersanti, con la lapide dedicatoria e le insegne papali dell’Orsini, consacrato nel 1729 su concessione del Papa. |
Il dipinto, di mano ignota, rappresenta la Vergine in cielo, attorniata da una schiera di angeli e di alcuni santi in adorazione, tra i quali sono riconoscibili san Pietro, Giovanni evangelista, Filippo Neri e Felice da Cantelice. |
Due stoloni, di color rosso, indossati da Benedetto XIII e Clemente XII, racchiusi in una teca con i nomi dei pontefici scritti di mano del Piersanti. |
Sommario delle Indulgenze e grazie perpetue concesse da Papa Orsini alla Cappella della Famiglia Piersanti. |
Esemplare del Diario delle funzioni pontificali. I volumi, complessivamente, vanno dal 1724 al 1730. I testi sono stati redatti da Mons. Venanzio Filippo Piersanti, Maestro di Camera di Sua Santità. |
Oltre alle immagini riportate e alle notizie documentali nell’Archivio e nel Museo di Matelica si conservano: “ATTO AUTENTICO DEL VESCOVO DI ARLES DICHIARANTE L’AUTENTICITA’ DEL CORPO DI S. FROFIMO DONATO A BENEDETTO XIII”; “N. 2 DISEGNI DI FACCIATE POSTICCE DINANZI ALLA CHIESA DELL’ARACOELI PER LA CANONIZZAZIONE DI S. GIACOMO DELLA MARCA E FRANCESCO SOLANO UNA, L’ALTRA DI S. MARGHERITA DA CORTONA. ARCHIT. M.M. EMANUEL RODRIGUEZ, PORTOGHESE”; “PIETRA CONSACRATA, IN MARMO BIANCO, SULLA MENSA DELL’ALTARE, CON LA SEGUENTE ISCRIZIONE: BENEDICTUS XIII ALTARE HOC DIE 29 AUG. 1728. HAC PRIVILEGIIS QUOTIDIANUS PERP. ET MULTIS INDULGENTIIS DECORAVIT”; “QUADRETTO CON AUTOGRAFO DEL CARDINAL ORSINI ARCIVESCOVO DI BENEVENTO: E’ UN RESCRITTO PER INDULGENZE NEL GIORNO DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA DEI SANTI 12 APOSTOLI (DI BENEVENTO?), 10 SETTEMBRE 1728”.* “PICCOLO QUADRETTO NERO CON IN MEZZO UNA MEDAGLIA DORATA DA UNA PARTE SOLA COMMEMORANTE BENEDETTO XIII CIRCONDATO DALLA SUA CORTE CHE PONTIFICALMENTE METTE IL PRIMO MATTONE DI CHIUSURA DELLA PORTA SANTA NEL 1725. NELL’ESERGO CAMERANUS, IL SOLITO INCISORE. NEL ROVESCIO SPLENDIDO RITRATTO DI BENEDETTO XIII. VI SONO DUE NON BELLE MINIATURE RAPPRESENTANTI S. GIOVANNI E. E S. ANTONIO A.”. “PICCOLO QUADRETTO RETTANGOLARE NERO. IN MEZZO MEDAGLIA DORATA DELLA FAMOSA MADONNA DI S. MARIA MAGGIORE. COMMEMORA COME ALL’ISCRIZIONE DI DIETRO LA CHIUSURA DELLA PORTA SANTA NEL 1725. AI FIANCHI PICCOLE MINIATURE DI S. FILIPPO E S. CARLO”. ****** (*) Su questo oggetto bisogna fare alcune considerazioni, correggendo le eventuali inesattezze contenute o in sede di stesura dell’inventario da parte di mons. Bigiaretti, o in sede di trascrizione postuma. Intanto, non ci pare essere mai stata consacrata una chiesa in Benevento dedicata ai SS. 12 apostoli, sia pure lo stesso autore ne dubita, ma forse più riferito alla città che al sacro tempio. Comunque, ciò che fa pensare all’errore sono la data e l’anno. Benedetto XIII, come sappiamo, è stato, da papa, a Benevento nel 1727 e nel 1729 e certamente in un periodo mai compreso fino a settembre. Più verosimilmente, l’evento a cui il cimelio potrebbe riferirsi è la consacrazione della basilica omonima, che si trova a Roma, e consacrata dallo stesso pontefice il 17 settembre del 1724, a pochi mesi dalla sua elezione e una settimana prima che prendesse possesso della cattedrale di Roma per diventarne vescovo. Infatti, in un’altra pubblicazione, del professor Trecciola del 2008, riguardante sempre l’inventario del Museo Piersanti, si fa riferimento “ad una cornice di legno dorato (un palmo) contenente un’iscrizione originale di Benedetto XIII per la consacrazione della chiesa dei SS. Apostoli in Roma”. Comunque, il professor Trecciola fa chiarezza, confermando il nostro ragionamento, altrimenti ci saremmo trovati di fronte all’ennesimo falso storico, come se non bastassero quelli che sono circolati e ancora, purtroppo, circolano. |
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