A.I.C.I.S. ASSOCIAZIONE ITALIANA
COLLEZIONISTI IMMAGINETTE SACRE
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CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?
L’AICIS è l’Associazione,
apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati
cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano
di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico,
culturale, artistico, religioso
PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?
Perché l’unione fa la forza.
Per essere informati, attraverso la Circolare mensile,
di quanto interessa il settore e poter effettuare lo
scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle
mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette.
Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni
specialistiche, per avere le nuove immaginette, per
conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere
altri ragguagli su santi e santuari. |
COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.
Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e
richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo
da versare sul conto corrente postale nr. 39389069
dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la
sola iscrizione all’Associazione, mentre la
quota annuale 2004 è di euro 22,00 per le persone
fisiche e di euro 34,00 per le Associazioni e gli
Enti.
L’anno sociale decorre dal 1° gennaio e
si conclude il 31 dicembre
DIRITTI DEI SOCI:
- ricevere le Circolari Informative, con immaginette
omaggio;
- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;
- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;
- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;
- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta
di immaginette nelle Circolari Informative.
Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in
P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile
adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì
del mese, salvo eccezioni, che di volta in volta verranno
rese note.
Per ogni eventuale comunicazione, contattare: Renzo
Manfè - Segretario
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it
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DA PASQUA A PENTECOSTE
Il tempo liturgico, che da Pasqua ci conduce alla Pentecoste,
costituisce secondo l'antica tradizione della Chiesa un'unica
realtà, nella quale viene continuamente ripresentato
e approfondito il grande mistero della redenzione: la passione,
morte e risurrezione di Gesù.
In questi giorni la liturgia ci conduce a
ripercorrere le tappe principali dello sviluppo della Chiesa
apostolica e a ripensare al "testamento di Gesù".
È interessante notare come per Paolo
e per i primi Apostoli l'annuncio della Buona Novella consiste
nel presentare le antiche vicende bibliche come una "storia
della salvezza".
È questo un impegno importante anche
per noi: insegnare agli uomini e alle donne del nostro tempo
a cogliere la volontà di Dio, che guida misteriosamente
la storia, annunciando loro con franchezza Gesù Cristo,
unico Salvatore del mondo.
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COLLEZIONISTI O CULTORI ?
“Collezionisti” o “cultori”?
Si tratta, in una parola, di interpretare quella lettera “C”,
che rimane nella intestazione del nostro sodalizio e che dovrebbe
servire a meglio qualificare il nostro spirito e la nostra
attività.
Intendiamoci: non si tratta di sostantivi
contrastanti tra loro, perché abbiamo sempre cercato
di improntare la nostra opera fraternamente, disinteressatamente
e con finalità di onorare i Santi effigiati nelle immaginette,
farli conoscere ed elevare noi stessi nella meditazione di
virtù eroiche, quali sono quelle dei santi sforzandoci
di imitarle, come a ciò spinge il dovere religioso.
L’immaginetta ce lo ricorda ogni momento: la Madonna
che si invoca nell’Ave Maria, i Santi alla cui intercessione
ci si rivolge, sembranno essere più vicini con una
loro immagine davanti, di qualsiasi formato essa sia. Non
parliamo poi delle immagini diciamo così, personalizzate
per eventi lieti o tristi a noi cari; che coincidono con i
Sacramenti; dal Battesimo e Cresima, alla Prima Comunione,
spesso anche al Matrimonio e, naturalmente, alla Unzione degli
Infermi sovente sottinteso nel ricordino funebre.
Sono ricordi ed incentivi al bene che gelosamente
si conservano perché riconducono con il pensiero il
proposito di tornare o perseverare in quei momenti di grazia.
Un tempo questi “santini” si stipavano nei libri
da Messa, per averli sempre a portata nella preghiera.
Oggi è venuta a mancare tale opportunità,
ma egualmente nel passare in rassegna questi piccoli ricordi,
la preghiera sale spontanea.
Nella parola “cultore” è
compreso anche il significato, in questo caso, del nostro
“collezionismo”. Culto e cultura, sono un altro
binomio, perché non si può essere estranei ad
un approfondimento storico o teologico circa la vita e la
virtù del santo effigiato.
Nelle nostre Circolari Informative questa
realtà è continuamente rappresentata; non l’estetica
dell’opera d’arte, non la curiosità del
folklore e, comunque, della rappresentazione, ci debbono attrarre,
ma, senza negare questo aspetto, il fine è quello di
conoscere e di onorare, e di rendere quindi un culto personale
alla Madre di Dio e ai suoi Santi.
Il nostro compianto amico, Monsignor Dante
Balboni, insisteva sempre sul binomio “culto-cultura”,
come ricorreva spesso nelle sue esortazioni e, sempre, nella
sua vita di sacerdote e studioso.
Nel più ampio significato del termine
siamo dunque cultori impegnati nel duplice compito, che alla
fine si risolve in una identità di anelito e di intenti.
Anche il nostro indimenticabile amico, Gennaro
Angiolino, Fondatore dell’AICIS, impersonava questi
ideali, e certamente, guardando l’attuale grande sviluppo
dell’Associazione di cui già in vita aveva promosso
la crescita, avrebbe considerato degno, per le finalità
da lui perseguite, del pensiero e delle esigenze dei soci,
rendere, anche formalmente nel nome, il significato.
Il dibattito è aperto. Con il mese
di maggio verranno inviate agli associati le schede per mettere
ai voti la nuova ragione sociale “Associazione Italiana
Cultori Immaginette Sacre”, con cui si interpreta la
lettera centrale “C” di AICIS come nostra qualifica
di “cultori”, che non nega, né sostituisce,
ma avvalora, ed in tale termine ingloba, quella consueta di
“collezionisti”.
G.L. MASETTI ZANNINI
Presidente A.I.C.I.S.
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Rubrica: PERCHE' QUEL SANTINO MI E' PARTICOLARMENTE
CARO.
Il socio PAOLO MONCIOTTI di Torino ci ha
scritto:
La domanda della nuova rubrica proposta da
Gianni Zucco chiede "perché quel Santo?".
Oggi non saprei scegliere. Se però la domanda fosse
perché quel santino merita una collocazione particolare
nella mia raccolta, avendomi provocato un effetto particolare,
di gioia o di meraviglia, per la scoperta inattesa che ne
è derivata ne presenterei alcuni.
Primo santino: Beato Alfredo Ildefonso card.
Schuster, arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954, nato a Roma
nel 1880 e morto a Venegono nel 1954 (rif. circolare n°258-2004
05 pag. 5). Il 12 luglio 1952 ho ricevuto la Cresima dal card.
Schuster durante la sua visita pastorale che fece al mio paesello
natio, Ballabio prov. di Lecco (allora prov. di Como).
Quando trovai il primo santino (poi ne seguirono
altri), non sapevo ancora che era salito agli onori degli
altari, la gioia in me fu grande, la sua mano si era posata
sulla mia fronte!
Secondo e terzo santino: riguardano la vita
religiosa di Padre Pio; sul fronte non vi è quindi
l'immagine del Santo, essendo ancora in vita ma bensì:
- Regina Mundi (Eb Ars/91) stampato a ricordo
delle sue Nozze d'Oro Sacerdotali
- Sacro Cuore di Gesù (AR Z/46) stampato
in ricordo del 50° di vita religiosa.
Santini semplici sul fronte ma che sul retro
(ho scoperto poi con stupore) rivelavano sicuramente la partecipazione
del Santo alla realizzazione del santino e alla comunicazione,
a chi gli era vicino, della ricorrenza a Lui cara. Per questo
motivo hanno quindi acquisito per me un particolare significato.
Santo caro alla mia famiglia; ancora oggi mia madre ricorda
il suo incontro (di molti anni fa) con Padre Pio, il santo
che leggeva negli animi.
Quarto santino:(serie Eb R/712) niente a che
vedere con la grandezza spirituale del card. Schuster e di
Padre Pio, è più una rara curiosità se
vogliamo; per me, quando l'ho raccolto ad un mercatino, era
un numero della serie Eb R/--- poi al momento di inserirlo
nella raccolta ho scoperto (con meraviglia!) che era il ricordino
della Prima Comunione di un bambino (almeno così mi
pare di capire) la cui famiglia aveva contribuito alla Storia
d'Italia. Il bambino è: Vittorio Emanuele di Savoia
- data: 16 maggio 1948 dalla terra di esilio.
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SAN CARLUCCIO DA VITERBO. CHI L'HA VISTO?
Carissimi soci, giro a voi tutti la domanda
per avere - se possibile- qualche notizia di questo santo
locale viterbese, San Carluccio appunto. A dir la verità,
fino all’estate scorsa ne ignoravo persino l’esistenza,
poi, mentre, con mia moglie Angela ero in vacanza nell’Alto
Lazio, siamo capitati a Viterbo per una rapida visita alla
città e così, girando per il quartiere medioevale,
grande è stata la mia sorpresa nel ritrovarmi in Piazza
S. Carluccio e, poi, nell’attigua Via S. Carluccio.
Dapprima pensavo si trattasse di un qualche
personaggio locale, più o meno noto: Carluccio è
infatti un cognome abbastanza diffuso in alcune regione italiane,
soprattutto nel Salento.
Poi, invece, leggendo alcune insegne commerciali
che si trovavano in loco, mi sono reso conto che la “S.”
stava proprio per “San”!
Ho cominciato così a chiedere un po’
in giro, ma nessuno, neppure un religioso trovato in Duomo,
mi ha saputo fornire qualche informazione in merito. Nel frattempo
la mia curiosità aumentava, anche perché, dovete
sapere, che il mio vero nome di battesimo, con il quale risulto
iscritto all’anagrafe, è proprio Carluccio. Finora
ho sempre pensato che il mio Santo patrono fosse San Carlo
Borromeo e quindi che il mio onomastico fosse da ricondurre
al 4 novembre (e questo è il giorno che finora ho sempre
festeggiato). [...]
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PADRE PIO: UN MONUMENTO IN MILANO (di Lorenzo
Perrone)
In occasione di una mia recente visita al CENTRO FRANCESCANO
CULTURALE ARTISTICO “ROSETUM”, ho scoperto che
in un angolino della saletta adibita a deposito e stamperia
erano accatastate numerose immaginette della statua di S.
Pio da Pietrelcina. Alla vista delle stesse, il mio primo
pensiero è stato: “Mi piacerebbe farle avere
a tutti i miei cari colleghi dell’AICIS attraverso l’iniziativa
‘Un santino per ogni socio’”.
La richiesta al responsabile ha ottenuto
una risposta subito positiva.
Le stesse sono residui di quelle fatte stampare
da Padre Demetrio PATRINI - direttore per 25 anni del ROSETUM
e Responsabile per la Lombardia dei “Gruppi di preghiera
di Padre Pio”- , in occasione dell’ inaugurazione
solenne, avvenuta il 31 maggio 1987, di un monumento artistico
dedicato a Padre Pio da Pietrelcina in occasione del centenario
della nascita. Tale obelisco è situato in Piazzale
Velasquez di Milano antistante il Convento dei Cappuccini,
nei cui immobili sorge appunto il “CENTRO ROSETUM”.
Tutto il monumento, opera dello scultore
Ferdinando Saccomani, è molto bello perché è
costituito da una statua di bronzo di Padre Pio, alta mt.
2,20, poggiante su di una colonna cilindrica di granito rosa
di Baveno, alta 3 metri. Attorno alla colonna corre una anello
di bronzo, [...]
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12 marzo - Convegno "S. LUCIA FILIPPINI":
donna, santa, educatrice.
Il 12 marzo scorso, a Tarquinia, nella Sala
del Consiglio Comunale, si è tenuto un Convegno sul
tema: “Santa Lucia Filippini: donna, santa, educatrice”.
Dopo il saluto del sindaco Alessandro GIULIVI, ha introdotto
il convegno l’Assessore alla Cultura Silvano OLMI “Perché
un convegno di studi su S.Lucia Filippini”, al quale
ha fatto seguito Mons. FABENE “S.Lucia Filippini e l’opera
del Card.Barbarigo”. La dr.ssa Rita POMPONIO, giornalista
ha parlato su: “Cenni biografici su S.Lucia Filippini
e il libro ‘Il tredicesimo apostolo’”. E’
quindi intervenuta sr. Nicolina Bandiera: “S.Lucia Filippini
e il suo metodo pedagogico”. La Madre Generale delle
Maestre Pie Filippini Sr. Mary DE BRACCO ha parlato su “Le
Maestre Pie nel Mondo” e Sr. Renata TARICIOTTI, Madre
Generale Emerita ha concluso sul tema: “Il movimento
Maestre Pie e Laici per il Vangelo”. Moderatrice del
Convegno è stata la prof.ssa Lilia Grazia TIBERI.
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3 aprile: Ann.rio Venerabile MARIA TERESA
CASINI
I soci STEFANO IORI e ALVARO TRUCCHI di Grottaferrata
hanno trasmesso le immaginette gentilmente donate dalla rev.da
Madre ARCANGELA MARTINO, Superiora del Convento delle Oblate
di Grottaferrata, alla quale Trucchi e Iori, a nome del Circolo
Filatelico San Nilo di Grottaferrata, rivolgono un sentito
ringraziamento per la generosa ospitalità concessa
a diverse persone in occasione della celebrazione del Millenario
della fondazione dell’Abbazia di San Nilo, contribuendo
in maniera determinante alla riuscita della manifestazione.
La Venerabile MARIA TERESA CASINI nasce a
Frascati il 27 ottobre 1864. Il 2 febbraio 1885 entra nel
monastero delle “sepolte vive” in Roma. Sente
nel suo intimo:“Qui entro per imparare, non per restare!”.
Il 17 ottobre 1892 a Grottaferrata, nella
più grande povertà, con due compagne inizia
la vita comune. Il 2 febbraio 1894 nasce l’Istituto
delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù a Grottaferrata
con l'intento di portare anime al Cuore di Gesù. Per
rispondere a tale appello ha coltivato, sin dai primi tentativi
di apertura alle opere apostoliche, l'idea della formazione
umana e cristiana dei bambini in prospettiva vocazionale.
Nel 1925, infatti, Teresa dà vita
all’Opera dei Piccoli Amici di Gesù che aveva
lo scopo di offrire ai bambini un ambiente educativo sereno,
sano e familiare, dove essi potessero crescere nelle virtù
cristiane e nelle attitudini umane, onde renderli atti ad
una scelta di vita cristiana autentica.
Tale opera, incoraggiata e sostenuta dalla
Chiesa, si è diffusa ben presto in molte parti d'Italia,
avendone i Vescovi accolto ed incoraggiato lo sviluppo, sperimentando
il prezioso servizio che questi Collegi prestano per una formazione
soda e virtuosa dei bambini, molti dei quali hanno fatto scelte
vocazionali coraggiose.
In seguito si prodiga con delicata premura
in tutte quelle forme di attività che il suo cuore
materno le ispira in favore dei sacerdoti.
Teresa Casini muore a Grottaferrata il 3
aprile 1937.
La Chiesa la dichiara Venerabile il 7 luglio
1997. Il suo corpo, dapprima sepolto a Grottaferrata, attualmente
riposa nella Chiesa della Casa Generalizia in Roma.
Le Oblate - che una volta venivano chiamate
“le monache di ‘zeppi’”per il fatto
che quando giravano per il paese raccoglievano rami e sterpi
(in dialetto “zeppi”) per alimentare il camino
del convento – sono per Grottaferrata una vera e propria
istituzione, anche per il fatto di aver mantenuto in vita,
fino al 1998, una scuola elementare in cui si sono formati
bambini di varie generazioni.
La Congregazione delle Suore Oblate del Sacro
Cuore di Gesù che oggi conta circa duecento membri,
è aperta a prospettive nuove che le permettano di essere
accanto a bambini bisognosi di cure ed attenzioni materne,
perchè oggi più che mai il bambino nel mondo
soffre, non solo e non tanto la mancanza di cibo, quanto quella
dei valori umani che gli permettono di svilupparsi come persona.
Il Comune di Grottaferrata ha previsto di
inserire la Venerabile Teresa Casini nella toponomastica cittadina.
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CURIOSANDO IN LIBRERIA
- AA.VV. – “Speciale
sant’Euplio” – Vicum. Organo dell’Associazione
“P.S. Mancini” – Trevico, Marzo 2005 - Pagg.79.
A conclusione dei festeggiamenti per il XVII
centenario del martirio di Sant’Euplio (Catania 12 agosto
304 d.C.-Trevico 12 agosto 2004) plaudiamo a questo Numero
Speciale a cura di Mons. Michele Cogliani, su questo grande
martire della Chiesa.
Esso contiene un articolo di Mons. Michele
COGLIANI “Diciassettesimo Centenario del Martirio di
S.Euplio” (pagg-5-9), un articolo di Marianna RECUPERO
“Martirio di Sant’Euplio” (pagg. 11-24)
e un lungo saggio del Prof. Avv. Antonino BLANDINI (socio
AICIS) “Euplio: Atti, culto, iconografia, devozione”
(Pagg.25-74).
Viene riportata, inoltre, un’Appendice
di Annalisa CHIELLI e la conclusione di Don Giuseppe CURRO’
(socio AICIS), parroco di Francavilla di Sicilia.
Un sentito grazie al prof. Avv.Antonino Blandini
per i vari articoli su S.Euplio e relative immaginette, pubblicati
nelle nostre Circolari del 2003 e del 2004, che hanno permesso
a tutti gli associati di focalizzare l’attenzione sulla
vita, la personalità, la spiritualità e il martirio
di sant’Euplio, un gigante della fede dei primi tempi
del cristianesimo.
- Antonio Francesco Spada - “Storia
della Sardegna Cristiana e dei suoi santi”
- Voll. 1, 2, 3 - Ed. S’Alvure – Oristano (presso
l’Editore tel. 0783/310182, in c/assegno 76 €).
Testo molto bello, ricco e completo circa i culti cristiani
in Sardegna, dalle sue origini al XX secolo. Con alcune immagini
in b\n e molte didascalie su Santi e santuari Mariani.
- Ino Chisesi – “Dizionario
Iconografico” - Ed. Rizzoli, 21,69 €.
Immaginario di simboli, icone, miti, eroi, araldica, segni,
forme, allegorie, emblemi, colori.
- Saro Brancato –“Sant’Anna.
Vita, culto e iconografia” – Ed. Sellero,
135 ill. b\n e col., 30 €. Il libro si prefigge di riordinare
gli studi su sant’Anna per quanto attinenti alle fonti
letterarie, alle forme e ai luoghi della devozione, all’iconografia.
- Vincenzo Sansonetti – “L’immacolata
Concezione. Dal dogma di Pio IX a Medjugorje”
Ed. Piemme. Un sintetico excursus dei frutti dell’Immacolata
nella vita della Chiesa, nella liturgia e nell’arte,
nella cultura moderna e nella devozione popolare mariana;
con un capitolo tematico su Kolbe e Wojtyla; e sulle apparizioni
mariane sino a Medjugorie.
- Marcello Montanari e Alfonso Schiaroli –
“Santi e beati a Loreto” - Ed.
Congr. Univ. S. Casa, 9 € + spese postali. Il libro acquistabile
al santuario (tel. 071.970104), è un elegante volume
di 500 pagine, interamente a colori, curato dalla casa Ed.
Shalom, in cui vengono presentati i 183 santi e Beati che
sono stati pellegrini a Loreto. Ad essi sono stati aggiunti
i numerosi Servi di Dio, che hanno lasciato luminose e commoventi
testimonianze della loro visita al santuario.
- Bevegnati G.- “Santa Margherita
da Cortona. Vita, colloqui, miracoli” –Edizioni
Porziuncola, pp. 326, € 25.00
- AA. VV. –“San Nicola
da Tolentino nell'arte” - Volume Primo Dalle
origini al Concilio di Trento - Ed. Biblioteca Egidana - Convento
San Nicola, circa 400 schede iconografiche.
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UN LIBRO UTILE: "IMMAGINETTE SACRE
ANTICHE E MODERNE" (di Gianni ZUCCO)
Noi appassionati cultori delle immaginette
sacre, spesso siamo alla ricerca di quel Santo appena canonizzato,
di quella particolare iconografia che non abbiamo, di quel
numero di “serie” così difficile da rintracciare,
o di quella immaginetta antica che in futuro ammireremo mille
volte e custodiremo gelosamente nei nostri raccoglitori. Successivamente,
nel rimirare questi nostri piccoli tesori, inizieremo a chiederci
il perché di quel simbolo accostato al nostro Santo,
di quelle vesti, quelle piante, quegli animali, quegli strumenti
e sul dove trovare notizie su tanti attributi così
diversi. Ci chiederemo quale è stato il tipo di stampa
utilizzato e come potremo classificarla nel tempo.
A molte di queste domande LORENZO PERRONE
ha dato risposta nel libro “IMMAGINETTE SACRE ANTICHE
E MODERNE”, con il sottotitolo appropriato e chiarificatore
“Uno strumento per conoscere i Santi e capire la loro
iconografia”.
Voglio testimoniare la mia esperienza di
collezionista e lettore del libro, il cui autore, fra l’altro,è
iscritto alla nostra Associazione. Al primo contatto,ho avuto
la sensazione che la pubblicazione fosse stata confezionata
ad arte per i “principianti” con tutte quelle
belle immaginette patinate, ma che io in gran parte, già
possedevo. Io, collezionista di lungo corso, cercavo qualcosa
ad alto livello, qualcosa adatto alle mie conoscenze e decennali
esperienze.
L’ho acquistato, relegandolo però
in uno scaffale della libreria, dopo averlo rapidamente (troppo
rapidamente) sfogliato. Poco tempo dopo, al fine di identificare
il nome di un Santo rappresentato senza alcuna didascalia,
l’ho consultato e lì ho trovato ogni spiegazione.
Ho iniziato così a leggerlo con sempre maggiore frequenza
apprezzando la precisione delle informazioni e la capacità
e semplicità dell’autore nel descrivere, per
ogni Santo ivi raffigurato, una sintesi della vita, gli attributi,
e nota fondamentale, la simbologia attribuitagli nelle rappresentazioni
iconografiche.
Ho così scoperto, confesso che lo
ignoravo, che quel vecchietto che mi tormentava in un’immagine
sconosciuta,vestito di rosso,con la barba bianca, altro non
era che San Nicola di Bari, riconoscibile da quelle tre sfere
poste sul libro, trasformato nel tempo in “Babbo Natale”.
Spero, e mi auguro, che l’autore ci
offra ulteriori lavori così utili e preziosi per noi
collezionisti e cultori di santini, considerato che l’attuale
testo è una tappa importante soprattutto per coloro
che si accostano al mondo delle immaginette sacre.
GIANNI ZUCCO
Poiché diversi soci ci hanno richiesto
consigli circa l’acquisto di libri sul tema delle immaginette,
ci sentiamo in dovere di citare il volume di Lorenzo Perrone,
tra l’altro di facile reperibilità.
Il libro riporta “notizie agiografiche
(vita), iconografiche (rappresentazione grafica) di 115 santi,
accompagnate dall’indicazione (attributi) e dalle relative
spiegazioni sulle motivazioni che, nel corso dei secoli, hanno
portato i pittori a rappresentarli in tal modo. 600 immaginette,
per lo più cromolitografie, a grandezza naturale corredano
il volume.
Abbiamo contattato l’autore Lorenzo
Perrone. Informiamo che egli è disponibile per coloro
che desiderano acquistare il bel libro “Immaginette
Sacre Antiche e Moderne”. [...]
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NOTIZIE STORICHE SUI SANTINI
La prof.sa MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI di
Roma ci ha trasmesso la 8^ puntata del servizio delle notizie
storiche sulle immaginette sacre raccolte curiosando tra i
libri.
NUOVE TECNICHE NELLA STAMPA DELL’IMMAGINE
Il 1800, secolo di innovazioni ed invenzioni
in ogni settore, regalerà nuove tecniche anche alla
stampa delle immaginette sacre, fertili di rinnovata produzione
e diffusione tra i devoti dell’epoca, giunte in gran
numero fino ai giorni nostri, anche per la gioia di noi collezionisti!
E’ interessante conoscere almeno approssimativamente
le metodologie di stampa: non soltanto per arricchire la nostra
cultura, ma anche per poter apprezzare con maggiore competenza
e soddisfazione i piccoli capolavori così realizzati,
immaginando quanto lavoro sia stato necessario per arrivare
ai risultati che tanto allietano il nostro spirito. Parleremo
brevemente della litografia, della stampa ‘a pressa’
e ‘a punzone’, della siderografia e della fotografia.
La litografia
Il termine litografia deriva dalla parola
greca litos, cioè pietra: la nuova tecnica di stampa,
scoperta nel 1796 da Aloisio Senenfelder (Praga 1771- Monaco
1834) utilizza come matrice una pietra liscia di carbonato
di calcio (che sostituisce il legno della xilografia e il
rame della calcografia).
Il disegno sulla lastra di pietra si esegue
con un inchiostro grasso (è detto appunto “a
inchiostro grasso”) oppure con una matita formata di
sostanze grasse, cioè cera, sapone, sego ed anche nerofumo
(in questo caso si dice “a matita grassa”). Successivamente
si passa sulla pietra, così disegnata, dapprima una
spugna imbevuta di gomma arabica e acido nitrico e poi un
rullo inchiostrato. Dopo il trattamento eseguito in precedenza,
l’inchiostro per la stampa si deposita soltanto sulla
parti grasse, cioè sul disegno eseguito all’inizio
del procedimento. Infine la carta su cui stampare, umida,
viene pressata sulla pietra cosicchè su di essa aderisce
solo l’inchiostro, riproducendo finalmente il disegno.
Tra il 1820 e il 1830 Engelmann introdusse
una ulteriore importante novità: utilizzando più
lastre di pietra in successione, ognuna inchiostrata in un
colore diverso, egli riuscì ad ottenere le prime stampe
a colori.
Nasceva così la cromolitografia, che tanta rilevanza
avrebbe acquisito nell’arte (si pensi a Toulouse Lautrec,
Munch, Mirò, Picasso e tanti altri fino ai nostri giorni)
e che abbastanza di frequente noi collezionisti di santini
incontriamo nelle nostre ricerche di esemplari d’epoca.
Un esempio di grande efficacia troviamo rappresentato
nella figura, tratta da “Imago sanctitatis”, Catalogo
della mostra di immaginette sacre della collezione di Alessandro
Martini, IV Mostra Mercato del Libro Antico, Firenze –
Palazzo Corsini, 12-14 Ottobre 2001, con una immagine della
”Immacolata, cromolitografia in ricca cornice punzonata
e dorata, Italia, datata 8 dicembre 1876”. [...]
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CURIOSITA'
29 APRILE: FESTA DI SANTA CATERINA DA SIENA,
VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA PATRONA D’ITALIA E D’EUROPA
VIAGGIO TRA LE RELIQUIE DI SANTA CATERINA
La Testa di Santa Caterina è certamente
la reliquia più importante ed è conservata nella
cappella dedicata alla Santa, posta nella basilica di San
Domenico di Siena. Nell'ottobre del 1381 il Papa Urbano VI
dette il permesso di staccare dal busto la testa di Santa
Caterina, la quale venne affidata a due frati senesi, Tommaso
della Fonte e un altro, che la portarono a Siena in segreto.
La borsa in seta che contenne la Testa durante il viaggio
da Siena a Roma è conservata nella celletta di Santa
Caterina presso la Casa-Santuario, dove sono conservati anche
il pomo del bastone sul quale era solita appoggiarsi e la
lampada per recarsi di notte allo Spedale di S.Maria della
Scala a svolgere l'opera di infermiera volontaria. Per quattro
anni la testa rimase chiusa in un armadio della sacrestia
di San Domenico, ma una volta che il Concistoro della Repubblica
venne a conoscenza del fatto, dette ordine di tributare onori
pubblici alla preziosa reliquia. Così il 5 maggio 1385
una imponente processione, condusse la reliquia in San Domenico
partendo dalla chiesa dell'Ospedale di San Lazzaro, fuori
Porta Romana. Chiudeva la processione un gruppo di Mantellate
di san Domenico e Lapa, la madre di Caterina. Nella notte
tra il 3 e il 4 dicembre del 1531, la Sacra Testa rischiò
di essere distrutta; infatti nella chiesa di San Domenico
scoppiò un violento incendio; solo il coraggio di fra'
Guglielmo da Firenze mise in salvo la reliquia, infatti il
frate si avvolse in un lenzuolo bagnato e si gettò
tra le fiamme traendo in salvo la Testa.
Dal 1711 la Testa venne collocata in un'urna,
opera di Giuseppe Piamontini, noto orafo fiorentino dell'epoca
e dono dell'illustrissimo Pietro Biringucci Maestro di camera
del Gran Principe di Toscana Cosimo III; quest'urna oggi è
conservata nella [...]
Un'altra importante reliquia è il dito
conservato anch'esso nella Basilica di San Domenico; con questa
reliquia viene impartita [...]
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MOSTRE
FUSIGNANO (RA), 26 marzo - 1° maggio
2005
“LABORIOSAMENTE"– Immagini, simboli e metafore
del lavoro umano –
Oggetti e documenti dal XVII al XX secolo”
Il 26 marzo presso il Museo Civico “San
Rocco” di Fusignano (Ravenna) – Via Monti, 5,
con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e della Provincia
di Ravenna è stata inaugurata una mostra unica nel
suo genere “Laboriosamente”, ideata dalla nostra
associata Prof.ssa ELISABETTA GULLI GRIGIONI. Immagini, simboli,
oggetti e metafore del lavoro umano dal XVII al XX secolo
è costituita da una ricerca inedita, dai risultati
sorprendenti ed estremamente ricchi di interesse, elaborata
e presentata dalla nostra socia, studiosa di fama, autrice
in tempi recenti, sempre a Fusignano, del fortunato progetto
espositivo chiamato Album Maternale.
Gli orari della mostra sono sempre 15/18
per i giorni feriali, 10.30/12 e 15/18 per i festi vi. Chiuso
il lunedì. L’ingresso è gratuito. Per
informazioni: Ufficio Cultura 0545/ 955611 -0545/955672 e
URP 0545/955653; E-MAIL: cultura@comune.fusignano.ra.it.
La mostra, suddivisa in quadri autonomi,
presenta circa cinquecento elementi: oggetti piccoli e grandi
e documenti cartacei (libri, stampe, immaginette devozionali,cartoline,
gio chi, bandi, pubblicità commerciali e pubblicistica
varia, cattolica, socialista, fascista ecc.) appartenenti
all'autrice e quasi tutti da lei esposti per la prima volta,
collocabili tra il XVII e il XX secolo, di provenienza prevalentemente
italiana, francese, tedesca.
Antiquarialmente pregevoli, comuni ma perduti
al nostro ricordo, spesso curiosi, essi rientrano musealmente
nel quadro del collezionismo autobiografico. Non si collocano
quindi in ordine a un discorso sulla storia del lavoro umano,
anche se ne evocano tappe e problemi fondamentali, bensì
rispecchiano primariamente la biografia esistenziale e culturale
dell'autrice della mostra. Il costante riferimento ai santi
patroni di arti e mestieri mediante 'santini' e stampe devozionali
costituisce anche una sorta di contrappunto agiografico alle
bellissime targhe devozionali-propiziatorie della collezione
Amelia e Vincenzo Baroni stabil mente ospitate dal Museo San
Rocco.
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ROMA, 7-18 febb. 2005 – Mostra di santini
“I PROTETTORI delle ‘UNIVERSITATES’
di ARTI e MESTIERI nella CONFRATERNITA di SANTA MARIA dell’ORTO”
Il 18 febbraio u.s. si è chiusa l’esposizione
di immaginette sacre organizzata dall’Arciconfraternita
di S. Maria dell’Orto, in collaborazione con l’A.I.C.I.S.
ed il Centro Luigi Huetter per lo studio e la documentazione
sulle confraternite e le università di arti e mestieri
dedicata a: “I santi protettori delle ‘universitates’
di arti e mestieri in S. Maria dell’Orto”.
Hanno esposto: ROBERTO DE SANTIS di Alessandria,
GIANCARLO GUALTIERI, RENZO MANFE’ e SAVERIO VITAGLIANO,
di Roma. Ricordiamo che fin dal XV secolo furono assai numerose
le Confraternite laicali istituite per iniziativa di Corporazioni
di Arti e Mestieri, come appunto quella di Santa Maria dell’Orto,
nata per volontà popolare in seguito all’evento
miracoloso operato dalla Vergine verso un ortolano infermo.
Le Corporazioni di mestieri a Roma si chiamavano “Universitates
Urbis” ed essendo istituzioni di carattere sociale raccoglievano
tutti (universi) i cultori di un’arte, un mestiere e
una professione. Le Corporazioni aggregate a Santa Maria dell’Orto
erano 13: i fruttaroli e limonari, i pizzicaroli e i compagni
e i giovani dei pizzicaroli, i mercanti e sensali di Ripa
e Ripetta, i padroni molinari e i giovani molinari, i pollaioli,
i vermicellari, i fabbricanti e venditori di paste alimentari
e i loro lavoranti e garzoni, i vignaioli padroni, affittuari
e mezzaroli di vigne ed, infine, gli scarpinelli, ovvero ciabattini,
unica categoria di artigiani.
Il Santo Patrono si pregava nelle chiese
e alla presenza delle sue reliquie, ma anche attraverso altre
forme, come per esempio quella di portare sempre con sé,
tra gli effetti personali, l’immaginetta da venerare,
oppure appesa sui muri delle botteghe dove si svolgeva la
propria attività. E’ noto che tutte le corporazioni
d’arte e mestieri - che fin dal XV secolo raccoglievano,
tra gli altri, gli operatori degli specifici settori commerciali
ed artigianali in modo così consistente da assumere
il titolo di università (dal latino universum) –
onoravano i loro Santi protettori, ai quali manifestavano
devozione perché avevano esercitato l’arte o
il mestiere proprio della corporazione, o perché erano
ad essa legati da particolari eventi (di solito prodigiosi)
della loro vita oppure – più semplicemente -
perché titolari delle chiese possedute o frequentate
dalle associazioni mestierali.
UNA MOSTRA SUI SANTI PROTETTORI DELLE UNIVERSITA'
E MESTIERI -STORIA DELL'IMMAGINE SACRA
IL GIORNALE D’ITALIA del 22 febbraio
u.s. ha pubblicato un breve articolo della giornalista “S.S.”
dal titolo “Storia dell’immagine sacra”
– Una mostra sui protettori delle Università
di Arti e Mestieri” che qui di seguito riportiamo.
Nella sede del Centro “Luigi Huetter”
per lo Studio e la documentazione sulle Confraternite di S.Maria
dell’Horto (Roma - Via Anicia 10), è in corso
una mostra sui santi protettori delle Università di
Arti e mestieri.
Promossa dall’Associazione Italiana
Collezionisti Immaginette Sacre l’esposizione, curata
da Renzo Manfè e Bruno Forestieri, è un’occasione
non solo per gli studiosi, ma anche per il grande pubblico.
Fin dal XV secolo vennero istituite numerose confraternite
laicali con finalità di carattere sociale, per iniziativa
di corporazioni di mestieri, che raccoglievano tutti i cultori
di un’arte e una professione. L’idea del santo
protettore traeva origine dai “santorali”, i libri
liturgici che assegnavano ogni giorno un santo da venerare,
mentre la vicinanza popolare si registrava quando l’immagine
compariva appesa sui muri delle [...]
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HONG KONG (Asia), 18 febb. – 4 marzo
2005
Mostra di Icone “LA CATECHESI DIPINTA”
Oltre 60 icone ortodosse, in mostra a Hong
Kong da tutto il mondo, hanno aiutato i fedeli a meditare
i misteri della fede. L’icona come “catechesi
dipinta”, opera d’arte che accompagna il fruitore
in un viaggio mistico verso il trascendente, che schiude la
mente dell’uomo al mistero di Dio: è il messaggio
trapelato dalla mostra di Icone ortodosse tenutasi di recente
a Hong Kong, dal titolo “Ritratto della Teologia”,
che ha registrato un grande successo in un pubblico di cristiani
e non cristiani.
Durante le due settimane d’esposizione,
dal 18 febbraio a 4 marzo scorso, i cittadini dell’ex
colonia hanno potuto godere della visione di oltre 60 capolavori
artistici della pittura religiosa ortodossa, provenienti da
tutto il mondo, specialmente da Grecia e Romania, ma anche
da India e Indonesia. Secondo quanto riferisce il Kong Ko
Bao (il bollettino diocesano in versione cinese), i visitatori
hanno riconosciuto il grande significato spirituale ed ecumenico
della mostra, oltre al grande valore artistico delle [...]
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ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE), fine giugno-luglio
2005 Mostra AICIS: “L’EUCARISTIA NELLE IMMAGINETTE
DEVOZIONALI”
Tra la fine di giugno e il mese di luglio,
la città di Roseto ospiterà la Mostra dell’AICIS
su un tema di piena attualità per la Chiesa Cattolica
“L’Eucaristia nelle immaginette devozionali”.
Gli associati che desiderano partecipare
possono trasmettere in Segreteria con Raccomandata A.R. 19
immaginette su tale tema tra quelle piuttosto interessanti
della propria collezione (meglio se trattasi di duplicati).
Le stesse verranno montate a Roma su cartoncini
23x16 per l’esposizione a Roseto e ogni gruppo sarà
accompagnato da una scheda con il nome del collezionista AICIS
partecipante. Abbiamo limitato a 19 il quantitativo di santini
per dare la possibilità a più soci di poter
essere presenti.
Si raccomanda di inviare il proprio materiale
entro il 31 maggio p.v. a:
Renzo Manfè- AICIS- C/o Bernasconi
– Via Merulana 136 – 00185 ROMA RM.
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ROMA, 11 febbraio / 13 maggio 2005 –
“UNA DONNA VESTITA DI SOLE: L’IMMACOLATA NELLE
OPERE DEI GRANDI MAESTRI”
Dall’11 febbraio nel polo espositivo
vaticano del Braccio di Carlo Magno è aperta la mostra
“Una donna vestita di sole. L’Immacolata Concezione
nelle opere dei grandi maestri”. In occasione dei 150
anni della proclamazione del dogma (da Pio IX nel 1854 con
la Costituzione Apostolica Ineffabilis Deus), la Pontificia
Commissione per i Beni Culturali ha promosso tale interessante
e ricchissima esposizione.
Il percorso iconografico sull’Immacolata
viene sviluppato attraverso più di 100 opere: circa
60 opere pittoriche, 12 scultoree e numerosi mAnoscritti,
oggetti liturgici e devozionali provenienti dall’Italia
e da altr [...]
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UBOLDO (VA), 5-6 marzo 2005 –
Mostra di santini “LA PASSIONE DI GESU’”
Di grande interesse l’esposizione di
immaginette sacre allestita dal socio LUCIANO GALBUSERA sul
tema “La Passione di Gesù” dal 5 al 6 marzo
p.v. a Uboldo (Varese), nell’atrio del cinema parrocchiale.
Hanno partecipato alla mostra con proprie collezioni i soci
Roberto DE SANTIS e Luciano GALBUSERA; inoltre sono stati
presenti con proprie immaginette S. AGLIETTI, O. e C. MAZZELLA
e Don Carlo LEO. Due articoli su “LA SETTIMANA”
di venerdì 11 (“Le immagini sacre che raccontano
la Passione”) e di sabato 12 marzo u.s. (“Successo
per la mostra di santini”) hanno parlato di questa mostra
a Uboldo e dell’AICIS. [...]
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BOSCOMARENGO (AL), 6-29 maggio 2005
Mostra di santini “SAN PIO V PAPA”
La SMS-Società di Mutuo Soccorso, in
collaborazione con l’Associazione Amici di Santa Croce
e il patrocinio del Comitato Nazionale per il V Cent.rio di
San Pio V, organizzano dal 6 al 29 maggio 2005, nel complesso
monumentale di Santa Croce in Boscomarengo, una esposizione
sul tema “San Pio V, Papa”.
Oltre vari oggetti appartenuti al grande
e unico Pontefice piemontese, saranno presenti 500 immaginette
delle collezioni di ROBERTO DE SANTIS, LUCIANO GALBUSERA,
ATTILIO GARDINI, SILVIA LANCELLOTTI, RENZO MANFE’, ANTONIO
MENNONNA, ROSA M.PANISI, SAVERIO VITAGLIANO e 300 rosari,dal
1600 ad oggi, esposti dalla sig.ra CARMEN UGO PEROSINI.Con
l’occasione,sarà possibile visitare gratuitamente
il complesso di Santa Croce con l’accompagno di esperte
guide locali.
Per informazioni: sig.ra [...]
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CAMPAGNA "UN SANTINO PER OGNI SOCIO
13 aprile: ann.rio Beata MARGHERITA
della METOLA
La socia GABRIELLA GASPARINI TICCHI di Pesaro,
nell’ambito della campagna “Un santino per ogni
socio” ha trasmesso 400 immaginette della Beata Margherita
della Metola e il seguente articolo.
Margherita nacque l’anno 1287 nel castello
della Metola, in Comune di Mercatello, provincia Pesaro-Urbino
e, attualmente, Diocesi di Urbino-Urbania-S.Angelo in Vado.
La nascita della bambina provocò una profonda delusione
nell’animo dei suoi genitori, che attendevano con ansia
un erede nel loro piccolo feudo: era venuta alla luce una
creatura cieca e deforme. Chiusi nel loro dramma, fecero battezzare
la figlia con il nome di Margherita e la tennero nascosta
alla gente, affidandola poi al Cappellano del Castello, perché
provvedesse a darle un’educazione. Per tutti gli altri
non doveva esistere. Margherita si rivelò ben presto
intelligente, vivace e bisognosa di affetto.
Quando arrivò alla Metola la notizia
che a Città di Castello il Beato Giacomo, religioso
francescano morto nel 1294, operava miracoli, i genitori condussero
la figlia in quella città; ma non avendo ottenuto il
miracolo, l’abbandonarono e se ne tornarono al loro
castello.
Quale fu il dramma della fanciulla? Chi incontrò?
E’ certo che, fra le persone che si occuparono di lei,
ci fu una coppia di sposi, Venturino e donna Grigia, che le
fecero da genitori. Non aveva trovato, invece, buona accoglienza
presso una comunità di monache che, ben presto, l’avevano
allontanata.
Ebbe modo di avvicinare la comunità
dei Padri Domenicani e di ricevere la loro assistenza spirituale
come Terziaria. Poté, in tal modo, vivere il suo programma
di preghiera, penitenza, carità, non solo verso quelli
che venivano a cercarla, ma anche verso tanti che Margherita
andava a cercare: poveri, malati, carcerati, nemici da rimettere
in pace…
Morì a 33 anni, il 13 aprile 1320,
considerata come Santa dal popolo, che la volle sepolta dentro
la Chiesa dei Domenicani.
Favorita da doni mistici, dopo la sua morte
le furono trovati nel cuore tre lobi con le figure della Sacra
Famiglia. Il mistero dell’ [...]
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TUTINO: LA FESTA DELLA MADONNA
DELLE GRAZIE
3 Aprile: Domenica “in Albis”-
Una tradizione ininterrotta di fede e devozione, ieri come
oggi
I soci FABRIZIO CAZZATO e IPPAZIO MASTRIA
ha trasmesso l’immaginetta della Madonna delle Grazie,
venerata a Tutino, per l’iniziativa “Un santino
per ogni socio” e il seguente articolo sui festeggiamenti.
Un grazie sentito al parroco Don ROSARIO STASI per aver messo
a disposizione le immaginette e per la preziosa collaborazione.
Tutino è una piccola comunità
alla periferia di Trifase, grosso centro del Capo di Leuca,
dove la tranquillità scorre sui binari della quotidianità,
scandita da rarissime occasioni di eventi o di momenti importanti.
Ma una volta all’anno Tutino esce da
questa routine per generare una delle Feste più poliedriche
e rinomate del Basso Salento, tanto attesa dai numerosi devoti
e visitatori.
Nella prima domenica dopo Pasqua (“in
Albis”) la comunità di Tutino si accinge a venerare
e festeggiare solennemente la Vergine Ss.ma delle Grazie,
in ricordo di un avvenuto prodigio di diversi secoli fa, quando
il paese contava poche famiglie di umili contadini e di un
grandioso castello medioevale (in gran parte ancora conservato),
edificato dai Baroni del luogo per la difesa dal territorio.
Quando nel 1480, con la presa della città
di Otranto da parte dell’esercito ottomano, dove subirono
il martirio più di 800 idruntini, si videro minacciate
anche le popolazioni interne con distruzioni di interi villaggi,
saccheggi e numerose vittime, la comunità di Tutino
non fu sottratta a tale attacco.
La leggenda narra che i pochi abitanti del
villaggio, rifugiatisi nell’antico maniero per difendersi
dell’orda turca, furono minacciati da un grandioso incendio
che avrebbe provocato loro una trappola mortale.
All’improvviso, tra le fiamme, apparve
la Vergine SS.ma che assicurò loro la Sua protezione:
tutti si sarebbero salvati e il nemico allontanato. Così
avvenne. E Tutino per gratitudine volle ringraziare la Madonna
dedicandole la chiesa parrocchiale e tributando onore e devozione
che nel popolo, ininterrottamente, non si è mai spenta.
E nei ricordi dei più anziani emergeva
l’attesa della festa patronale per[...]
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COLLEZIONE DELLE IMMAGINETTE SACRE NEI
CALENDARIETTI TASCABILI (di SAVERIO VITAGLIANO)
In questi ultimi tempi è cresciuta
la voglia dei Santini e la nostra associazione rappresenta
il termometro di questa febbre e con essa la voglia di studiare
il Santino in tutti i suoi aspetti storici, culturali, devozionali,
religiosi, popolari, tipologici, etc. Basta dare una lettura
alle varie tematiche collezionate dai soci a dimostrazione
che la raccolta non è solo un fatto quantitativo o
un accumulo di materiale senza criterio. La tematica non ha
lo scopo di raccogliere solo materiale inerente al tema prescelto,
per lo più affettivo, ma anche ricerca di notizie,
informazioni e studi per migliorarne la conoscenza.
Tra le varie tematiche, non di rado compare
quella dei “Calendarietti”, che qui si cercherà
di trattare brevemente. I calendarietti tascabili a soggetto
religioso s no apparsi a fine ‘800 con lo scopo di augurare
un buon anno e ringraziare amici e benefattori di Istituti
o Pie Opere Religiose. Poi le emissioni si sono estese a Santuari
e Parrocchie, a Istituti assistenziali, ad Opere Missionarie,
etc.
Nel contempo il calendarietto, oltre alla
pratica ed immediata disponibilità per la consultazione,
accoppiava anche quella promozionale con gradevoli e vivaci
immagini. Senza dimenticare poi la presenza di un santino
nel portafoglio.
I primi calendarietti apparsi erano a forma
di pagellina, apribili con il riporto dell’anno solare
in due semestri all’interno e con la effige di una immaginetta
sulla prima e quarta di copertina e la scritta dell’Istituto,
Opera, Missione o Santuario che aveva curato la emissione.Specie
quelli emessi ad inizio secolo sono di particolare e pregiata
fattura, eleganti cromolito liberty e tali si sono mantenuti
fino agli anni ’30. In questo periodo la beatificazione
di Santa Teresa di Lisieux e di S. Giovanni Bosco, due nuovi
Santi molto popolari, diedero vita ad una vasta ed elegante
produzione anche a libretto, tipo calendarietto da barbiere,
le cui pagine erano dedicate ai fatti più salienti
della vita del Santo, con idonea raffigurazione: una sorta
di agiografia popolare.
Molto ricercati in questo periodo quelli su
S. Teresa, stampati dalla S.L.E. (Vedi foto calendario della
S.L,E, - 1930) di Milano, succursale d’Italia di Lisieux,
che deteneva i diritti del marchio O.S.T. (Objets Sainte Thérèse).
Dopo questo periodo segnaliamo la produzione
edita dal Santuario Parrocchia del S.Cuore, Salesiani di Bologna
che, iniziata nel 1935, è proseguita senza interruzione
sino al 1976. Ogni anno il Santuario emetteva una serie di
5 – 6 o 7 calendarietti, sempre con un disegno diverso,
ornato, arabescato ma di gradevole effetto, in cui sul frontespizio
appariva sempre il S. Cuore di Gesù e sull’ultima
di copertina invece un’immagine di un Santo, in genere
S. Giovanni Bosco, S. Rita, S. Pio X, S. Teresa, S. Domenico
Savio, S. Antonio, Maria Auxliatrice e pochi altri. (Vedi
foto )
Dal 1971 il disegno è rimasto sempre
lo stesso con la figura del S.C. di Gesù sul frontespizio
e la varietà di Santi sul retro. Dopo il 1976 non sono
stati rivenuti altri calendarietti del tipo predetto.
Ricerche effettuate – anche presso
lo stesso Santuario – non hanno portato a nessun fatto
nuovo e quanto innanzi citato è frutto solo di una
ricostruzione a seguito di uno studio-ricerca del materiale
rinvenuto sul mercato. Comunque l’intera raccolta del
periodo dei 42 anni noti, con oltre 220 esemplari, è
di per sé già una bella collezione, di cui andar
fieri.
Da segnalare negli anni 30-40,la produzione
di bellissimi calendarietti, editi dal periodico “Fede
e Popolo” di Ravenna, dedicati per lo più a S.
Antonio e a S. Teresa del B.G. (Vedi foto: calendario del
1932). Dopo gli anni ’70 si assiste ad una notevole
diminuzione dei calendarietti a pagellina, sostituiti da quelli
più pratici di formato tascabile, a doppia facciata
su cui compare una piccola immagine religiosa - con relativa
scritta attinente l’Istituto, Santuario od Opera che
ha curato l’emissione – e la restante parte dedicata
al calendario vero e proprio. I primi risalgono agli anni
’50 in cartoncino pressato, poi su carta cellofanata
per finire a quelli in plastica, più o meno rigida,
dei giorni nostri che hanno invaso il mercato. In definitiva
anche i calendarietti raccontano la storia di un’epoca,
attraverso la moda, il materiale, la tecnologia, il gusto,
confermando così che nel misterioso mondo del collezionismo
spesso si nasconde una cultura tutta da scoprire.
Poiché ragioni di ordine religioso
hanno deciso l’adozione dell’attuale calendario,
riteniamo opportuno fornire notizie storiche e ragioni sui
fatti che ne hanno determinato la corrente concezione e ripartizione
temporale. Il primo calendario romano fu adottato da Romolo
nell’anno 753 a.C. che prevedeva 304 giorni ripartiti
in 10 mesi con inizio il 1° marzo. Successivamente il
secondo Re di Roma, Numa Pompilio, adottò un calendario
solare-lunare, di dodici mesi di 29-31 giorni che i Romani
usarono fino al 46 a.C. ed una durata di 355 giorni. Per compensare
la differenza rispetto al calendario solare, ogni due anni
veniva introdotto il cosiddetto mese Mercedonio, di 22 o 23
giorni. Con Giulio Cesare si perviene al Calendario Giuliano
[...]
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RUBRICA: L'ANGOLO DELLA PREGHIERA
Il 3-4 aprile ci sono in Italia le elezioni
regionali-amministrative. Già da tempo la maggior parte
del nostro territorio ha incominciato a riempirsi di cartelloni
pubblicitari con volti sorridenti di candidati, vari slogan
e promesse: più lavoro, più soldi, meno tasse,
più case, etc. Non ci resta che fare il nostro dovere
civico di elettori, affidarci ai “santi” e…
pregare!
PREGHIERA PER LE ELEZIONI
Ricòrdati, o pietosissima Vergine
Maria che non si né mai sentito dire che alcuno abbia
ricorso alla tua protezione, implorato il tuo aiuto, richiesto
il tuo patrocinio e sia stato da te abbandonato.
Animato da una tal fiducia, a te ricorro,
o Madre, Vergine delle Vergini,
a te vengo gemendo, sotto il peso dei miei
peccati a domandar pietà.
Tu che tutto puoi presso Dio, impetra da
Lui un governo,
un avvenire, un ordine sociale perfettamente
cristiano.
Non volere, o Madre del Verbo disprezzare
la mia preghiera, ma benigno ascoltami ed esaudiscimi. Così
sia.
PREGHIERA PER GLI EMIGRANTI
O Gesù, che assieme alla vostra SS.ma
Madre Maria conosceste le vie dell’esilio.
Vi supplichiamo per tanti nostri fratelli
che, abbandonando la famiglia e la Patria, si sono recati
in lontane regioni in cerca di un onesto guadagno.
Rammentate, caro Gesù, che coloro
che vivono col lavoro faticoso delle loro ma ni sono particolarmente
vostri, poiché anche Voi voleste nascere povero trascorrere
la vita come operaio.
I nostri fratelli emigrati hanno bisogno di
luce per riconoscere le vane promesse onde sono allettati,
hanno bisogno dell’opera di zelanti missionari che amorevolmente
li richiamino all’osservanza dei loro doveri religiosi,
hanno bisogno di soprannaturali speranze che li nobilitino
nelle fatiche e li fortifichino nei pericoli.
O dolcissimo Gesù, fecondate i sudori
dei nostri emigrati, fate prosperare le loro industrie, ma
soprattutto fate che si mantengano sempre buoni cristiani,
e che non perdano mai il timore di Dio, che è principio
di ogni bene spirituale e temporale.
E voi, o Vergine SS.ma, Madre degli emigranti,
guardate pietosa al loro stato, difendeteli ed aiutateli,
perché godendo i frutti della giustizia cristiana in
questo mondo, meritino la perfetta felicità nei secoli
eterni. Così sia.
PREGHIERA A MARIAMADRE
DEI POVERI
di chi muore di fame e di malattia, di chi
patisce torti
e soprusi, di chi non trova lavoro, casa
e rifugio.
MADRE DELLA CHIESA
mssionaria sulle vie della terra.
MADRE DELLA VITA
per i molteplici segni con cui ci hai accompagnati.
MADRE DI OGNI UOMO
che lotta per la vita che non muore, aiutaci
a crescere
nella concordia e nella solidarietà
verso l’amore e l’unità. Amen.
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PROCESSI DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE
José María Hernández
Garnica: apertura del processo di beatificazione
a Madrid
Il 29 febbraio u.s., a Madrid, si è
aperto il processo di canonizzazione del sacerdote ed ingegnere
José María Hernández Garnica con un atto
presieduto da Mons.César Franco Martínez , vescovo
ausiliare di Madrid, e celebrato nella Basilica di San Miguel.
Hernández Garnica, nato a Madrid nel 1913 e morto nel
1972, è stato stretto collaboratore del fondatore dell’Opus
Dei, san Josemaría Escrivá de Balaguer. Era
laureato in Ingegneria Mineraria, Scienze Naturali e Teologia.Mons.Martínez,
ha riconosciuto che “è molto bello che in tutte
le fondazioni ed opere della Chiesa sboccino accanto al fondatore
esempi di vita cristiana e di vita santa”. Erano presenti
per l’occasione numerosi familiari del Servo di Dio.
José Carlos Martín della Falce,
direttore dell'Ufficio per le Cause dei Santi della Prelatura
e Postulatore della Causa, ha detto che il servo di Dio "seppe
rispondere con generosità alla chiamata specifica di
Dio e che la sua vita, centrata nella sacra messa, fu apostolicamente
feconda." Sottolineò anche la sua unione col fondatore
dell'Opus Dei "che ebbe in lui una gran fiducia".
Aggiunse che "aveva avuto grandi talenti umani che mise
al servizio della Chiesa e di tutti gli uomini”.
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Beata Josefa Navale Girbés:
si apre il processo su un possibile miracolo
L'Arcivescovo di Valencia il 27 febbraio u.s.
ha aperto il processo diocesano su un possibile miracolo attribuito
all'intercessione della beata Josefa Navale Girbés
(Algemesí 1820-1893), che permetterebbe la sua canonizzazione
nel caso superi la fase diocesana di investigazione e, poi,
quella della Santa Sede. Il possibile miracolo consiste "nella
guarigione, in apparenza scientificamente inspiegabile, di
un giovane valenzano gravemente malato, dopo che la sua famiglia
aveva pregato la beata di Algemesí di cui hanno molta
devozione". Josefa era una laica e come tale aveva vissuto
la propria strada verso la santità. Nel 1850, a 30
anni, viventi ancora il padre e lo zio, con la guida del parroco
che la seguì per ventotto anni (1833-1860), Josefa
cominciò a radunare nella sua casa le amiche, per riunioni
di lettura e formazione spirituale. Poi per aiutare tante
altre giovani, trasformò la casa in un vero e proprio
laboratorio, dove insegnò gratuitamente il ricamo.
La sua dedizione alla famiglia e poi alle tante giovani frequentanti
la sua casa, non le permise di essere lei stessa una religiosa;
fu in effetti una “monaca di casa”, scelta fatta
nell’Ottocento e primo Novecento, da tante anime elette,
che facevano tanto bene al di fuori del chiostro.
Estese la sua opera d’apostolato, insegnando catechismo
ai bambini, organizzando incontri formativi per le donne sposate
e nubili; come membro della Conferenza di s. Vincenzo, assisteva
un gruppo di ammalati, fu consigliera di donne e uomini per
i loro problemi, pacificatrice di discordie familiari.
Giovanni Paolo II la proclamò beata
il 25 di settembre del 1988 e la diocesi di Valencia celebra
la sua festività liturgica il 6 di novembre, e la festa
esterna la prima domenica posteriore a questa data.
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Beata Ana di San Bartolomeo: nuovo vigore
alla causa di canonizzazione.
Il Vescovado di Getafe (Spagna) ha convocato
alla fine di febbraio una conferenza stampa per spiegare il
nuovo impulso della causa di canonizzazione della Beata Ana
di San Bartolomeo (1549-1626), Carmelitana Scalza, e il successo
di vendite del CD "Coloquio di Amore" di Sonnia
Rivas Caballero e Belén Yuste, con testi di San Juan
della Croce, di Santa Teresa e della stessa Beata Ana di San
Bartolomeo. Il CD ha fatto sì che la figura della beata
sia più conosciuta. Nella conferenza stampa inoltre,
Padre Julián Urkiza vice-postulatore della causa, ha
sottolineato che il clamore popolare prima d’ora non
aveva dato "mai tanto impulso ad un processo di canonizzazione".
Ana di San Bartolomeo era "la mano destra di Santa Teresa”
che spirò tra le sue braccia. Santa Teresa le diceva:
"Ana, Ana, tu hai le opere, io ho la fama”.
Con ciò il vescovado di Getafe sottolinea
della Beata “ il suo carattere di abnegazione e la bontà
del suo cuore sacrificato per la Madre”. E’ stata
beatificata il 6 maggio 1917, da papa Benedetto XV. La sua
celebrazione religiosa è al 7 giugno.
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Guadalupe Ortiz di Landázuri: chiusa
la fase diocesana della causa
Il cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio
Rouco Varela, (che aveva aperto il processo il 12.XI.2001,
ha presieduto il 18 marzo scorso alla chiusura dell'istruzione
diocesana della causa di canonizzazione di Guadalupe Ortiz
di Landázuri (1916-1975), chimica ed investigatrice,
appartenente all'Opus Dei. Egli ha distinto “il rigore
giuridico della fase diocesana" e "ciò che
interessa alla Chiesa e alla società del secolo XXI
della Serva di Dio: femminilità, professionalità
e indirizzo verso la santità vissuti nel mondo, cer-cando
la promozione della donna, senza ridurre la sua donazione
totale e radicale a Cristo nell'Opus Dei."
La documentazione raccolta sarà inviata alla Congregazione
per le Cause dei Santi, a Roma.
Guadalupe Ortiz di Landázuri (1916-1972)
fu una delle prime donne dell'Opus Dei, istituzione della
quale fece parte dal 19.3.1944. Sviluppò la sua vita
professionale in Spagna, Messico ed Italia, Paesi nei quali
portò a termine un'intensa evangelizzazione e proposta
sociale dedicata alla donna. Dottoressa in Chimica, esercitò
la docenza in vari centri.
Nel 1965 ricevette nel CSIC il "Premio
Juan de la Cierva". In Messico sviluppò un'ampia
attività professionale e apostolica, e collaborò
nella creazione di residenze universitarie e scuole agricole.
Poi si trasferì a Roma per collaborare con san Josemaría
Escrivá nel governo centrale dell'Opus Dei.
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Chiara Luce Badano (1971-1990):
causa di beatificazione in corso
Bella, intraprendente, sportiva. Normale.
Una giovane, una cristiana. Poi l’improvvisa malattia,
l’agonia, la morte. Una rapida scalata al cielo. Nata
il 29.X.1971 in Savona e morta a 18 anni il 7.X.1990 a Sassello
(SV). Membro del Movimento dei Focolarini di Chiara Lubich,
la sua causa di beatificazione è stata introdotta nel
1998.
Dice di lei Mons. Livio Maritano, vescovo
di Acqui Terme, promotore della causa di beatificazione, intervistato
da Aurora Nicosia, per Città Nuova: "La sua è
una testimonianza significativa in particolare per i giovani.
Basta considerare come ha vissuto la malattia, vedere l’eco
suscitata dalla sua morte. Non si poteva lasciar cadere un
esempio di questa portata. C’è bisogno di santità
anche oggi. C’è bisogno di aiutare a trovare
un orientamento, uno scopo alla vita, aiutare i giovani a
superare le loro insicurezze, la loro solitudine, i loro enigmi
di fronte agli insuccessi, al dolore, alla morte. I discorsi
teorici non li conquistano, ci vuole la testimonianza".
E ancora: "Nei colloqui con lei notavo una maturità
di gran lunga superiore alle giovani della sua età.
Aveva colto l’essenziale del cristianesimo: Dio al primo
posto; Gesù, con cui aveva un rapporto spontaneo, fraterno;
Maria come esempio; la centralità dell’amore;
la responsabilità di annunciare il vangelo. Tutto questo,
collaudato dall’esperienza della sofferenza e della
morte, non temuta ma attesa, ha reso la sua vicenda veramente
singolare".
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Daniela Zanetta (1962-1986):
introdotta nel 2005 la causa di beatificazione
Daniela, nata e morta a Maggiora Novara (15.XII.1962/
14.IV. 19869, è stata una ragazza straordinaria, che
ha convissuto dalla nascita con una inguaribile malattia che
oltre a darle dolori fortissimi, le causava diversi impedimenti
fisici.
Nonostante questo (“grazie a questo”) la sua vita
è stata una scia luminosa per tantis sime persone:
mai chiusa in se stessa, si è sempre adoperata per
gli altri, con una straordinaria capacità di trasformare
la sua sofferenza in amore verso chi le stava vicino.
Il suo segreto era l’amore per Dio
e il gioire della possibilità di potersi specchiare
in Gesù sulla croce.
Le pagine del suo diario, di cui anche il valore letterario
viene oggi scoperto, riportano i suoi colloqui personali con
Gesù, e giungono ad una altezza spirituale riscontrabile
nelle grandi mistiche, in particolare Santa Teresina. La cosa
straordinaria è che a 17 anni dalla sua morte sembrerebbe
che lei continui a operare dal cielo.
Continuano ad arrivare echi da persone che leggendo il diario
di Daniela (“I segreti del cuore” di Daniela Zanetta.
A cura di Marco Mascellani. “Città Nuova Editrice”
– Euro 7.00) si sono sentite trasformate, aiutate, comprese,
convertite.
I suoi testi sono usati come preghiere, come formazione per
i campi scuola dei giovani o dei volontari che lavorano con
i malati.
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24 APRILE 2005 - BEATIFICAZIONI IN PIAZZA
SAN PIETRO
1-Wladyslaw Findysz (1907-1964)
2-María de Los Ángeles Ginard
Martí (1894-1936)
3-Léon Dehon (1843-1925)
4- Bronislaw Markiewicz (1842-1912)
5- Rita Amada de Jesus (1848-1913)
6-Maria Crocifissa Curcio (1877-1957)
7-Eurosia Fabris (1866-1932)
(Al momento non sappiamo ancora se la data
delle beatificazioni in calendario per il 24 aprile, prevista
nel Pontificato di Giovanni Paolo II, deceduto il 2 aprile
2005, sarà confermata o spostata con l'elezione del
nuovo Sommo Pontefice).
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IN PREGHIERA PER IL PAPA GIOVANNI PAOLO II
Non abbiate paura. Aprite, anzi,
spalancate le porte a Cristo!"
(Giovanni Paolo II , 16 ottobre 1978)
L'ULTIMO MESSAGGIO DEL PAPA AI FEDELI
E' L'AMORE CHE DONA LA PACE
D ocumenti
"Carissimi Fratelli e Sorelle! Risuona
anche oggi il gioioso Alleluja della Pasqua. L'odierna pagina
del Vangelo di Giovanni sottolinea che il Risorto, la sera
di quel giorno, apparve agli Apostoli e 'mostrò loro
le mani e il costato', cioè i segni della dolorosa
passione impressi in modo indelebile sul suo corpo anche dopo
la risurrezione. Quelle piaghe gloriose, che otto giorni dopo
fece toccare all'incredulo Tommaso, rivelano la misericordia
di Dio, che 'ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio
unigenito'".
"Questo mistero di amore sta al centro
dell'odierna liturgia della Domenica in Albis, dedicata al
culto della Divina Misericordia".
"All'umanità, che talora sembra
smarrita e dominata dal potere del male, dell'egoismo e della
paura, il Signore risorto offre in dono il suo amore che perdona,
riconcilia e riapre l'animo alla speranza. E' amore che converte
i cuori e dona la pace. Quanto bisogno ha il mondo di comprendere
e di accogliere la Divina Misericordia! Signore, che con la
tua morte e risurrezione riveli l'amore del Padre, noi crediamo
in Te e con fiducia ti ripetiamo quest'oggi: Gesù,
confido in Te, abbi misericordia di noi e del mondo intero".
"La solennità liturgica dell'Annunciazione,
che celebreremo domani, ci spinge a contemplare con gli occhi
di Maria l'immenso mistero di questo amore misericordioso
che scaturisce dal Cuore di Cristo. Aiutati da Lei possiamo
comprendere il senso vero della gioia pasquale, che si fonda
su questa certezza: Colui che la Vergine ha portato nel suo
grembo, che ha patito ed è morto per noi, è
veramente risorto. Alleluia!".
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