Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

A.I.C.I.S. ASSOCIAZIONE ITALIANA
COLLEZIONISTI IMMAGINETTE SACRE

 

CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?

 

L’AICIS è l’Associazione, apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico, culturale, artistico, religioso

 

 

PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?

Perché l’unione fa la forza. Per essere informati, attraverso la Circolare mensile, di quanto interessa il settore e poter effettuare lo scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette. Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni specialistiche, per avere le nuove immaginette, per conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere altri ragguagli su santi e santuari.

 

COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.

 

Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo da versare sul conto corrente postale nr. 39389069 dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la sola iscrizione all’Associazione, mentre la quota annuale 2004 è di euro 22,00 per le persone fisiche e di euro 34,00 per le Associazioni e gli Enti.

L’anno sociale decorre dal 1° gennaio e si conclude il 31 dicembre

 

 

DIRITTI DEI SOCI:

 

- ricevere le Circolari Informative, con immaginette omaggio;

- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;

- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;

- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;

- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta di immaginette nelle Circolari Informative.

Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì del mese, salvo eccezioni, che di volta in volta verranno rese note.


Per ogni eventuale comunicazione, contattare: Renzo Manfè - Segretario
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it

******

DA PASQUA A PENTECOSTE


Il tempo liturgico, che da Pasqua ci conduce alla Pentecoste, costituisce secondo l'antica tradizione della Chiesa un'unica realtà, nella quale viene continuamente ripresentato e approfondito il grande mistero della redenzione: la passione, morte e risurrezione di Gesù.

In questi giorni la liturgia ci conduce a ripercorrere le tappe principali dello sviluppo della Chiesa apostolica e a ripensare al "testamento di Gesù".

È interessante notare come per Paolo e per i primi Apostoli l'annuncio della Buona Novella consiste nel presentare le antiche vicende bibliche come una "storia della salvezza".

È questo un impegno importante anche per noi: insegnare agli uomini e alle donne del nostro tempo a cogliere la volontà di Dio, che guida misteriosamente la storia, annunciando loro con franchezza Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo.

******

COLLEZIONISTI O CULTORI ?

“Collezionisti” o “cultori”? Si tratta, in una parola, di interpretare quella lettera “C”, che rimane nella intestazione del nostro sodalizio e che dovrebbe servire a meglio qualificare il nostro spirito e la nostra attività.

Intendiamoci: non si tratta di sostantivi contrastanti tra loro, perché abbiamo sempre cercato di improntare la nostra opera fraternamente, disinteressatamente e con finalità di onorare i Santi effigiati nelle immaginette, farli conoscere ed elevare noi stessi nella meditazione di virtù eroiche, quali sono quelle dei santi sforzandoci di imitarle, come a ciò spinge il dovere religioso. L’immaginetta ce lo ricorda ogni momento: la Madonna che si invoca nell’Ave Maria, i Santi alla cui intercessione ci si rivolge, sembranno essere più vicini con una loro immagine davanti, di qualsiasi formato essa sia. Non parliamo poi delle immagini diciamo così, personalizzate per eventi lieti o tristi a noi cari; che coincidono con i Sacramenti; dal Battesimo e Cresima, alla Prima Comunione, spesso anche al Matrimonio e, naturalmente, alla Unzione degli Infermi sovente sottinteso nel ricordino funebre.

Sono ricordi ed incentivi al bene che gelosamente si conservano perché riconducono con il pensiero il proposito di tornare o perseverare in quei momenti di grazia. Un tempo questi “santini” si stipavano nei libri da Messa, per averli sempre a portata nella preghiera.

Oggi è venuta a mancare tale opportunità, ma egualmente nel passare in rassegna questi piccoli ricordi, la preghiera sale spontanea.

Nella parola “cultore” è compreso anche il significato, in questo caso, del nostro “collezionismo”. Culto e cultura, sono un altro binomio, perché non si può essere estranei ad un approfondimento storico o teologico circa la vita e la virtù del santo effigiato.

Nelle nostre Circolari Informative questa realtà è continuamente rappresentata; non l’estetica dell’opera d’arte, non la curiosità del folklore e, comunque, della rappresentazione, ci debbono attrarre, ma, senza negare questo aspetto, il fine è quello di conoscere e di onorare, e di rendere quindi un culto personale alla Madre di Dio e ai suoi Santi.

Il nostro compianto amico, Monsignor Dante Balboni, insisteva sempre sul binomio “culto-cultura”, come ricorreva spesso nelle sue esortazioni e, sempre, nella sua vita di sacerdote e studioso.

Nel più ampio significato del termine siamo dunque cultori impegnati nel duplice compito, che alla fine si risolve in una identità di anelito e di intenti.

Anche il nostro indimenticabile amico, Gennaro Angiolino, Fondatore dell’AICIS, impersonava questi ideali, e certamente, guardando l’attuale grande sviluppo dell’Associazione di cui già in vita aveva promosso la crescita, avrebbe considerato degno, per le finalità da lui perseguite, del pensiero e delle esigenze dei soci, rendere, anche formalmente nel nome, il significato.

Il dibattito è aperto. Con il mese di maggio verranno inviate agli associati le schede per mettere ai voti la nuova ragione sociale “Associazione Italiana Cultori Immaginette Sacre”, con cui si interpreta la lettera centrale “C” di AICIS come nostra qualifica di “cultori”, che non nega, né sostituisce, ma avvalora, ed in tale termine ingloba, quella consueta di “collezionisti”.

G.L. MASETTI ZANNINI

Presidente A.I.C.I.S.

******

Rubrica: PERCHE' QUEL SANTINO MI E' PARTICOLARMENTE CARO.

Il socio PAOLO MONCIOTTI di Torino ci ha scritto:

La domanda della nuova rubrica proposta da Gianni Zucco chiede "perché quel Santo?". Oggi non saprei scegliere. Se però la domanda fosse perché quel santino merita una collocazione particolare nella mia raccolta, avendomi provocato un effetto particolare, di gioia o di meraviglia, per la scoperta inattesa che ne è derivata ne presenterei alcuni.

Primo santino: Beato Alfredo Ildefonso card. Schuster, arcivescovo di Milano dal 1929 al 1954, nato a Roma nel 1880 e morto a Venegono nel 1954 (rif. circolare n°258-2004 05 pag. 5). Il 12 luglio 1952 ho ricevuto la Cresima dal card. Schuster durante la sua visita pastorale che fece al mio paesello natio, Ballabio prov. di Lecco (allora prov. di Como).

Quando trovai il primo santino (poi ne seguirono altri), non sapevo ancora che era salito agli onori degli altari, la gioia in me fu grande, la sua mano si era posata sulla mia fronte!

Secondo e terzo santino: riguardano la vita religiosa di Padre Pio; sul fronte non vi è quindi l'immagine del Santo, essendo ancora in vita ma bensì:

- Regina Mundi (Eb Ars/91) stampato a ricordo delle sue Nozze d'Oro Sacerdotali

- Sacro Cuore di Gesù (AR Z/46) stampato in ricordo del 50° di vita religiosa.

Santini semplici sul fronte ma che sul retro (ho scoperto poi con stupore) rivelavano sicuramente la partecipazione del Santo alla realizzazione del santino e alla comunicazione, a chi gli era vicino, della ricorrenza a Lui cara. Per questo motivo hanno quindi acquisito per me un particolare significato. Santo caro alla mia famiglia; ancora oggi mia madre ricorda il suo incontro (di molti anni fa) con Padre Pio, il santo che leggeva negli animi.

Quarto santino:(serie Eb R/712) niente a che vedere con la grandezza spirituale del card. Schuster e di Padre Pio, è più una rara curiosità se vogliamo; per me, quando l'ho raccolto ad un mercatino, era un numero della serie Eb R/--- poi al momento di inserirlo nella raccolta ho scoperto (con meraviglia!) che era il ricordino della Prima Comunione di un bambino (almeno così mi pare di capire) la cui famiglia aveva contribuito alla Storia d'Italia. Il bambino è: Vittorio Emanuele di Savoia - data: 16 maggio 1948 dalla terra di esilio.

******

SAN CARLUCCIO DA VITERBO. CHI L'HA VISTO?

Carissimi soci, giro a voi tutti la domanda per avere - se possibile- qualche notizia di questo santo locale viterbese, San Carluccio appunto. A dir la verità, fino all’estate scorsa ne ignoravo persino l’esistenza, poi, mentre, con mia moglie Angela ero in vacanza nell’Alto Lazio, siamo capitati a Viterbo per una rapida visita alla città e così, girando per il quartiere medioevale, grande è stata la mia sorpresa nel ritrovarmi in Piazza S. Carluccio e, poi, nell’attigua Via S. Carluccio.

Dapprima pensavo si trattasse di un qualche personaggio locale, più o meno noto: Carluccio è infatti un cognome abbastanza diffuso in alcune regione italiane, soprattutto nel Salento.

Poi, invece, leggendo alcune insegne commerciali che si trovavano in loco, mi sono reso conto che la “S.” stava proprio per “San”!

Ho cominciato così a chiedere un po’ in giro, ma nessuno, neppure un religioso trovato in Duomo, mi ha saputo fornire qualche informazione in merito. Nel frattempo la mia curiosità aumentava, anche perché, dovete sapere, che il mio vero nome di battesimo, con il quale risulto iscritto all’anagrafe, è proprio Carluccio. Finora ho sempre pensato che il mio Santo patrono fosse San Carlo Borromeo e quindi che il mio onomastico fosse da ricondurre al 4 novembre (e questo è il giorno che finora ho sempre festeggiato). [...]

******

PADRE PIO: UN MONUMENTO IN MILANO (di Lorenzo Perrone)


In occasione di una mia recente visita al CENTRO FRANCESCANO CULTURALE ARTISTICO “ROSETUM”, ho scoperto che in un angolino della saletta adibita a deposito e stamperia erano accatastate numerose immaginette della statua di S. Pio da Pietrelcina. Alla vista delle stesse, il mio primo pensiero è stato: “Mi piacerebbe farle avere a tutti i miei cari colleghi dell’AICIS attraverso l’iniziativa ‘Un santino per ogni socio’”.

La richiesta al responsabile ha ottenuto una risposta subito positiva.

Le stesse sono residui di quelle fatte stampare da Padre Demetrio PATRINI - direttore per 25 anni del ROSETUM e Responsabile per la Lombardia dei “Gruppi di preghiera di Padre Pio”- , in occasione dell’ inaugurazione solenne, avvenuta il 31 maggio 1987, di un monumento artistico dedicato a Padre Pio da Pietrelcina in occasione del centenario della nascita. Tale obelisco è situato in Piazzale Velasquez di Milano antistante il Convento dei Cappuccini, nei cui immobili sorge appunto il “CENTRO ROSETUM”.

Tutto il monumento, opera dello scultore Ferdinando Saccomani, è molto bello perché è costituito da una statua di bronzo di Padre Pio, alta mt. 2,20, poggiante su di una colonna cilindrica di granito rosa di Baveno, alta 3 metri. Attorno alla colonna corre una anello di bronzo, [...]

******

12 marzo - Convegno "S. LUCIA FILIPPINI": donna, santa, educatrice.

Il 12 marzo scorso, a Tarquinia, nella Sala del Consiglio Comunale, si è tenuto un Convegno sul tema: “Santa Lucia Filippini: donna, santa, educatrice”. Dopo il saluto del sindaco Alessandro GIULIVI, ha introdotto il convegno l’Assessore alla Cultura Silvano OLMI “Perché un convegno di studi su S.Lucia Filippini”, al quale ha fatto seguito Mons. FABENE “S.Lucia Filippini e l’opera del Card.Barbarigo”. La dr.ssa Rita POMPONIO, giornalista ha parlato su: “Cenni biografici su S.Lucia Filippini e il libro ‘Il tredicesimo apostolo’”. E’ quindi intervenuta sr. Nicolina Bandiera: “S.Lucia Filippini e il suo metodo pedagogico”. La Madre Generale delle Maestre Pie Filippini Sr. Mary DE BRACCO ha parlato su “Le Maestre Pie nel Mondo” e Sr. Renata TARICIOTTI, Madre Generale Emerita ha concluso sul tema: “Il movimento Maestre Pie e Laici per il Vangelo”. Moderatrice del Convegno è stata la prof.ssa Lilia Grazia TIBERI.

******

3 aprile: Ann.rio Venerabile MARIA TERESA CASINI

I soci STEFANO IORI e ALVARO TRUCCHI di Grottaferrata hanno trasmesso le immaginette gentilmente donate dalla rev.da Madre ARCANGELA MARTINO, Superiora del Convento delle Oblate di Grottaferrata, alla quale Trucchi e Iori, a nome del Circolo Filatelico San Nilo di Grottaferrata, rivolgono un sentito ringraziamento per la generosa ospitalità concessa a diverse persone in occasione della celebrazione del Millenario della fondazione dell’Abbazia di San Nilo, contribuendo in maniera determinante alla riuscita della manifestazione.

La Venerabile MARIA TERESA CASINI nasce a Frascati il 27 ottobre 1864. Il 2 febbraio 1885 entra nel monastero delle “sepolte vive” in Roma. Sente nel suo intimo:“Qui entro per imparare, non per restare!”.

Il 17 ottobre 1892 a Grottaferrata, nella più grande povertà, con due compagne inizia la vita comune. Il 2 febbraio 1894 nasce l’Istituto delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù a Grottaferrata con l'intento di portare anime al Cuore di Gesù. Per rispondere a tale appello ha coltivato, sin dai primi tentativi di apertura alle opere apostoliche, l'idea della formazione umana e cristiana dei bambini in prospettiva vocazionale.

Nel 1925, infatti, Teresa dà vita all’Opera dei Piccoli Amici di Gesù che aveva lo scopo di offrire ai bambini un ambiente educativo sereno, sano e familiare, dove essi potessero crescere nelle virtù cristiane e nelle attitudini umane, onde renderli atti ad una scelta di vita cristiana autentica.

Tale opera, incoraggiata e sostenuta dalla Chiesa, si è diffusa ben presto in molte parti d'Italia, avendone i Vescovi accolto ed incoraggiato lo sviluppo, sperimentando il prezioso servizio che questi Collegi prestano per una formazione soda e virtuosa dei bambini, molti dei quali hanno fatto scelte vocazionali coraggiose.

In seguito si prodiga con delicata premura in tutte quelle forme di attività che il suo cuore materno le ispira in favore dei sacerdoti.

Teresa Casini muore a Grottaferrata il 3 aprile 1937.

La Chiesa la dichiara Venerabile il 7 luglio 1997. Il suo corpo, dapprima sepolto a Grottaferrata, attualmente riposa nella Chiesa della Casa Generalizia in Roma.

Le Oblate - che una volta venivano chiamate “le monache di ‘zeppi’”per il fatto che quando giravano per il paese raccoglievano rami e sterpi (in dialetto “zeppi”) per alimentare il camino del convento – sono per Grottaferrata una vera e propria istituzione, anche per il fatto di aver mantenuto in vita, fino al 1998, una scuola elementare in cui si sono formati bambini di varie generazioni.

La Congregazione delle Suore Oblate del Sacro Cuore di Gesù che oggi conta circa duecento membri, è aperta a prospettive nuove che le permettano di essere accanto a bambini bisognosi di cure ed attenzioni materne, perchè oggi più che mai il bambino nel mondo soffre, non solo e non tanto la mancanza di cibo, quanto quella dei valori umani che gli permettono di svilupparsi come persona.

Il Comune di Grottaferrata ha previsto di inserire la Venerabile Teresa Casini nella toponomastica cittadina.

******

CURIOSANDO IN LIBRERIA

- AA.VV. – “Speciale sant’Euplio” – Vicum. Organo dell’Associazione “P.S. Mancini” – Trevico, Marzo 2005 - Pagg.79.

A conclusione dei festeggiamenti per il XVII centenario del martirio di Sant’Euplio (Catania 12 agosto 304 d.C.-Trevico 12 agosto 2004) plaudiamo a questo Numero Speciale a cura di Mons. Michele Cogliani, su questo grande martire della Chiesa.

Esso contiene un articolo di Mons. Michele COGLIANI “Diciassettesimo Centenario del Martirio di S.Euplio” (pagg-5-9), un articolo di Marianna RECUPERO “Martirio di Sant’Euplio” (pagg. 11-24) e un lungo saggio del Prof. Avv. Antonino BLANDINI (socio AICIS) “Euplio: Atti, culto, iconografia, devozione” (Pagg.25-74).

Viene riportata, inoltre, un’Appendice di Annalisa CHIELLI e la conclusione di Don Giuseppe CURRO’ (socio AICIS), parroco di Francavilla di Sicilia.

Un sentito grazie al prof. Avv.Antonino Blandini per i vari articoli su S.Euplio e relative immaginette, pubblicati nelle nostre Circolari del 2003 e del 2004, che hanno permesso a tutti gli associati di focalizzare l’attenzione sulla vita, la personalità, la spiritualità e il martirio di sant’Euplio, un gigante della fede dei primi tempi del cristianesimo.

- Antonio Francesco Spada - “Storia della Sardegna Cristiana e dei suoi santi” - Voll. 1, 2, 3 - Ed. S’Alvure – Oristano (presso l’Editore tel. 0783/310182, in c/assegno 76 €). Testo molto bello, ricco e completo circa i culti cristiani in Sardegna, dalle sue origini al XX secolo. Con alcune immagini in b\n e molte didascalie su Santi e santuari Mariani.

- Ino Chisesi – “Dizionario Iconografico” - Ed. Rizzoli, 21,69 €. Immaginario di simboli, icone, miti, eroi, araldica, segni, forme, allegorie, emblemi, colori.

- Saro Brancato –“Sant’Anna. Vita, culto e iconografia” – Ed. Sellero, 135 ill. b\n e col., 30 €. Il libro si prefigge di riordinare gli studi su sant’Anna per quanto attinenti alle fonti letterarie, alle forme e ai luoghi della devozione, all’iconografia.

- Vincenzo Sansonetti – “L’immacolata Concezione. Dal dogma di Pio IX a Medjugorje” Ed. Piemme. Un sintetico excursus dei frutti dell’Immacolata nella vita della Chiesa, nella liturgia e nell’arte, nella cultura moderna e nella devozione popolare mariana; con un capitolo tematico su Kolbe e Wojtyla; e sulle apparizioni mariane sino a Medjugorie.

- Marcello Montanari e Alfonso Schiaroli – “Santi e beati a Loreto” - Ed. Congr. Univ. S. Casa, 9 € + spese postali. Il libro acquistabile al santuario (tel. 071.970104), è un elegante volume di 500 pagine, interamente a colori, curato dalla casa Ed. Shalom, in cui vengono presentati i 183 santi e Beati che sono stati pellegrini a Loreto. Ad essi sono stati aggiunti i numerosi Servi di Dio, che hanno lasciato luminose e commoventi testimonianze della loro visita al santuario.

- Bevegnati G.- “Santa Margherita da Cortona. Vita, colloqui, miracoli” –Edizioni Porziuncola, pp. 326, € 25.00

- AA. VV. –“San Nicola da Tolentino nell'arte” - Volume Primo Dalle origini al Concilio di Trento - Ed. Biblioteca Egidana - Convento San Nicola, circa 400 schede iconografiche.

*****

UN LIBRO UTILE: "IMMAGINETTE SACRE ANTICHE E MODERNE" (di Gianni ZUCCO)

Noi appassionati cultori delle immaginette sacre, spesso siamo alla ricerca di quel Santo appena canonizzato, di quella particolare iconografia che non abbiamo, di quel numero di “serie” così difficile da rintracciare, o di quella immaginetta antica che in futuro ammireremo mille volte e custodiremo gelosamente nei nostri raccoglitori. Successivamente, nel rimirare questi nostri piccoli tesori, inizieremo a chiederci il perché di quel simbolo accostato al nostro Santo, di quelle vesti, quelle piante, quegli animali, quegli strumenti e sul dove trovare notizie su tanti attributi così diversi. Ci chiederemo quale è stato il tipo di stampa utilizzato e come potremo classificarla nel tempo.

A molte di queste domande LORENZO PERRONE ha dato risposta nel libro “IMMAGINETTE SACRE ANTICHE E MODERNE”, con il sottotitolo appropriato e chiarificatore “Uno strumento per conoscere i Santi e capire la loro iconografia”.

Voglio testimoniare la mia esperienza di collezionista e lettore del libro, il cui autore, fra l’altro,è iscritto alla nostra Associazione. Al primo contatto,ho avuto la sensazione che la pubblicazione fosse stata confezionata ad arte per i “principianti” con tutte quelle belle immaginette patinate, ma che io in gran parte, già possedevo. Io, collezionista di lungo corso, cercavo qualcosa ad alto livello, qualcosa adatto alle mie conoscenze e decennali esperienze.

L’ho acquistato, relegandolo però in uno scaffale della libreria, dopo averlo rapidamente (troppo rapidamente) sfogliato. Poco tempo dopo, al fine di identificare il nome di un Santo rappresentato senza alcuna didascalia, l’ho consultato e lì ho trovato ogni spiegazione. Ho iniziato così a leggerlo con sempre maggiore frequenza apprezzando la precisione delle informazioni e la capacità e semplicità dell’autore nel descrivere, per ogni Santo ivi raffigurato, una sintesi della vita, gli attributi, e nota fondamentale, la simbologia attribuitagli nelle rappresentazioni iconografiche.

Ho così scoperto, confesso che lo ignoravo, che quel vecchietto che mi tormentava in un’immagine sconosciuta,vestito di rosso,con la barba bianca, altro non era che San Nicola di Bari, riconoscibile da quelle tre sfere poste sul libro, trasformato nel tempo in “Babbo Natale”.

Spero, e mi auguro, che l’autore ci offra ulteriori lavori così utili e preziosi per noi collezionisti e cultori di santini, considerato che l’attuale testo è una tappa importante soprattutto per coloro che si accostano al mondo delle immaginette sacre.

GIANNI ZUCCO

Poiché diversi soci ci hanno richiesto consigli circa l’acquisto di libri sul tema delle immaginette, ci sentiamo in dovere di citare il volume di Lorenzo Perrone, tra l’altro di facile reperibilità.

Il libro riporta “notizie agiografiche (vita), iconografiche (rappresentazione grafica) di 115 santi, accompagnate dall’indicazione (attributi) e dalle relative spiegazioni sulle motivazioni che, nel corso dei secoli, hanno portato i pittori a rappresentarli in tal modo. 600 immaginette, per lo più cromolitografie, a grandezza naturale corredano il volume.

Abbiamo contattato l’autore Lorenzo Perrone. Informiamo che egli è disponibile per coloro che desiderano acquistare il bel libro “Immaginette Sacre Antiche e Moderne”. [...]

*******

NOTIZIE STORICHE SUI SANTINI

La prof.sa MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI di Roma ci ha trasmesso la 8^ puntata del servizio delle notizie storiche sulle immaginette sacre raccolte curiosando tra i libri.

NUOVE TECNICHE NELLA STAMPA DELL’IMMAGINE

Il 1800, secolo di innovazioni ed invenzioni in ogni settore, regalerà nuove tecniche anche alla stampa delle immaginette sacre, fertili di rinnovata produzione e diffusione tra i devoti dell’epoca, giunte in gran numero fino ai giorni nostri, anche per la gioia di noi collezionisti!

E’ interessante conoscere almeno approssimativamente le metodologie di stampa: non soltanto per arricchire la nostra cultura, ma anche per poter apprezzare con maggiore competenza e soddisfazione i piccoli capolavori così realizzati, immaginando quanto lavoro sia stato necessario per arrivare ai risultati che tanto allietano il nostro spirito. Parleremo brevemente della litografia, della stampa ‘a pressa’ e ‘a punzone’, della siderografia e della fotografia.

La litografia

Il termine litografia deriva dalla parola greca litos, cioè pietra: la nuova tecnica di stampa, scoperta nel 1796 da Aloisio Senenfelder (Praga 1771- Monaco 1834) utilizza come matrice una pietra liscia di carbonato di calcio (che sostituisce il legno della xilografia e il rame della calcografia).

Il disegno sulla lastra di pietra si esegue con un inchiostro grasso (è detto appunto “a inchiostro grasso”) oppure con una matita formata di sostanze grasse, cioè cera, sapone, sego ed anche nerofumo (in questo caso si dice “a matita grassa”). Successivamente si passa sulla pietra, così disegnata, dapprima una spugna imbevuta di gomma arabica e acido nitrico e poi un rullo inchiostrato. Dopo il trattamento eseguito in precedenza, l’inchiostro per la stampa si deposita soltanto sulla parti grasse, cioè sul disegno eseguito all’inizio del procedimento. Infine la carta su cui stampare, umida, viene pressata sulla pietra cosicchè su di essa aderisce solo l’inchiostro, riproducendo finalmente il disegno.

Tra il 1820 e il 1830 Engelmann introdusse una ulteriore importante novità: utilizzando più lastre di pietra in successione, ognuna inchiostrata in un colore diverso, egli riuscì ad ottenere le prime stampe a colori.
Nasceva così la cromolitografia, che tanta rilevanza avrebbe acquisito nell’arte (si pensi a Toulouse Lautrec, Munch, Mirò, Picasso e tanti altri fino ai nostri giorni) e che abbastanza di frequente noi collezionisti di santini incontriamo nelle nostre ricerche di esemplari d’epoca.

Un esempio di grande efficacia troviamo rappresentato nella figura, tratta da “Imago sanctitatis”, Catalogo della mostra di immaginette sacre della collezione di Alessandro Martini, IV Mostra Mercato del Libro Antico, Firenze – Palazzo Corsini, 12-14 Ottobre 2001, con una immagine della ”Immacolata, cromolitografia in ricca cornice punzonata e dorata, Italia, datata 8 dicembre 1876”. [...]

******

CURIOSITA'

29 APRILE: FESTA DI SANTA CATERINA DA SIENA, VERGINE E DOTTORE DELLA CHIESA PATRONA D’ITALIA E D’EUROPA


VIAGGIO TRA LE RELIQUIE DI SANTA CATERINA

La Testa di Santa Caterina è certamente la reliquia più importante ed è conservata nella cappella dedicata alla Santa, posta nella basilica di San Domenico di Siena. Nell'ottobre del 1381 il Papa Urbano VI dette il permesso di staccare dal busto la testa di Santa Caterina, la quale venne affidata a due frati senesi, Tommaso della Fonte e un altro, che la portarono a Siena in segreto. La borsa in seta che contenne la Testa durante il viaggio da Siena a Roma è conservata nella celletta di Santa Caterina presso la Casa-Santuario, dove sono conservati anche il pomo del bastone sul quale era solita appoggiarsi e la lampada per recarsi di notte allo Spedale di S.Maria della Scala a svolgere l'opera di infermiera volontaria. Per quattro anni la testa rimase chiusa in un armadio della sacrestia di San Domenico, ma una volta che il Concistoro della Repubblica venne a conoscenza del fatto, dette ordine di tributare onori pubblici alla preziosa reliquia. Così il 5 maggio 1385 una imponente processione, condusse la reliquia in San Domenico partendo dalla chiesa dell'Ospedale di San Lazzaro, fuori Porta Romana. Chiudeva la processione un gruppo di Mantellate di san Domenico e Lapa, la madre di Caterina. Nella notte tra il 3 e il 4 dicembre del 1531, la Sacra Testa rischiò di essere distrutta; infatti nella chiesa di San Domenico scoppiò un violento incendio; solo il coraggio di fra' Guglielmo da Firenze mise in salvo la reliquia, infatti il frate si avvolse in un lenzuolo bagnato e si gettò tra le fiamme traendo in salvo la Testa.

Dal 1711 la Testa venne collocata in un'urna, opera di Giuseppe Piamontini, noto orafo fiorentino dell'epoca e dono dell'illustrissimo Pietro Biringucci Maestro di camera del Gran Principe di Toscana Cosimo III; quest'urna oggi è conservata nella [...]

Un'altra importante reliquia è il dito conservato anch'esso nella Basilica di San Domenico; con questa reliquia viene impartita [...]

******

MOSTRE

FUSIGNANO (RA), 26 marzo - 1° maggio 2005
“LABORIOSAMENTE"– Immagini, simboli e metafore del lavoro umano –

Oggetti e documenti dal XVII al XX secolo”

Il 26 marzo presso il Museo Civico “San Rocco” di Fusignano (Ravenna) – Via Monti, 5, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Ravenna è stata inaugurata una mostra unica nel suo genere “Laboriosamente”, ideata dalla nostra associata Prof.ssa ELISABETTA GULLI GRIGIONI. Immagini, simboli, oggetti e metafore del lavoro umano dal XVII al XX secolo è costituita da una ricerca inedita, dai risultati sorprendenti ed estremamente ricchi di interesse, elaborata e presentata dalla nostra socia, studiosa di fama, autrice in tempi recenti, sempre a Fusignano, del fortunato progetto espositivo chiamato Album Maternale.

Gli orari della mostra sono sempre 15/18 per i giorni feriali, 10.30/12 e 15/18 per i festi vi. Chiuso il lunedì. L’ingresso è gratuito. Per informazioni: Ufficio Cultura 0545/ 955611 -0545/955672 e URP 0545/955653; E-MAIL: cultura@comune.fusignano.ra.it.

La mostra, suddivisa in quadri autonomi, presenta circa cinquecento elementi: oggetti piccoli e grandi e documenti cartacei (libri, stampe, immaginette devozionali,cartoline, gio chi, bandi, pubblicità commerciali e pubblicistica varia, cattolica, socialista, fascista ecc.) appartenenti all'autrice e quasi tutti da lei esposti per la prima volta, collocabili tra il XVII e il XX secolo, di provenienza prevalentemente italiana, francese, tedesca.

Antiquarialmente pregevoli, comuni ma perduti al nostro ricordo, spesso curiosi, essi rientrano musealmente nel quadro del collezionismo autobiografico. Non si collocano quindi in ordine a un discorso sulla storia del lavoro umano, anche se ne evocano tappe e problemi fondamentali, bensì rispecchiano primariamente la biografia esistenziale e culturale dell'autrice della mostra. Il costante riferimento ai santi patroni di arti e mestieri mediante 'santini' e stampe devozionali costituisce anche una sorta di contrappunto agiografico alle bellissime targhe devozionali-propiziatorie della collezione Amelia e Vincenzo Baroni stabil mente ospitate dal Museo San Rocco.

******

ROMA, 7-18 febb. 2005 – Mostra di santini “I PROTETTORI delle ‘UNIVERSITATES’ di ARTI e MESTIERI nella CONFRATERNITA di SANTA MARIA dell’ORTO”

Il 18 febbraio u.s. si è chiusa l’esposizione di immaginette sacre organizzata dall’Arciconfraternita di S. Maria dell’Orto, in collaborazione con l’A.I.C.I.S. ed il Centro Luigi Huetter per lo studio e la documentazione sulle confraternite e le università di arti e mestieri dedicata a: “I santi protettori delle ‘universitates’ di arti e mestieri in S. Maria dell’Orto”.

Hanno esposto: ROBERTO DE SANTIS di Alessandria, GIANCARLO GUALTIERI, RENZO MANFE’ e SAVERIO VITAGLIANO, di Roma. Ricordiamo che fin dal XV secolo furono assai numerose le Confraternite laicali istituite per iniziativa di Corporazioni di Arti e Mestieri, come appunto quella di Santa Maria dell’Orto, nata per volontà popolare in seguito all’evento miracoloso operato dalla Vergine verso un ortolano infermo.

Le Corporazioni di mestieri a Roma si chiamavano “Universitates Urbis” ed essendo istituzioni di carattere sociale raccoglievano tutti (universi) i cultori di un’arte, un mestiere e una professione. Le Corporazioni aggregate a Santa Maria dell’Orto erano 13: i fruttaroli e limonari, i pizzicaroli e i compagni e i giovani dei pizzicaroli, i mercanti e sensali di Ripa e Ripetta, i padroni molinari e i giovani molinari, i pollaioli, i vermicellari, i fabbricanti e venditori di paste alimentari e i loro lavoranti e garzoni, i vignaioli padroni, affittuari e mezzaroli di vigne ed, infine, gli scarpinelli, ovvero ciabattini, unica categoria di artigiani.

Il Santo Patrono si pregava nelle chiese e alla presenza delle sue reliquie, ma anche attraverso altre forme, come per esempio quella di portare sempre con sé, tra gli effetti personali, l’immaginetta da venerare, oppure appesa sui muri delle botteghe dove si svolgeva la propria attività. E’ noto che tutte le corporazioni d’arte e mestieri - che fin dal XV secolo raccoglievano, tra gli altri, gli operatori degli specifici settori commerciali ed artigianali in modo così consistente da assumere il titolo di università (dal latino universum) – onoravano i loro Santi protettori, ai quali manifestavano devozione perché avevano esercitato l’arte o il mestiere proprio della corporazione, o perché erano ad essa legati da particolari eventi (di solito prodigiosi) della loro vita oppure – più semplicemente - perché titolari delle chiese possedute o frequentate dalle associazioni mestierali.

UNA MOSTRA SUI SANTI PROTETTORI DELLE UNIVERSITA' E MESTIERI -STORIA DELL'IMMAGINE SACRA
IL GIORNALE D’ITALIA del 22 febbraio u.s. ha pubblicato un breve articolo della giornalista “S.S.” dal titolo “Storia dell’immagine sacra” – Una mostra sui protettori delle Università di Arti e Mestieri” che qui di seguito riportiamo.

Nella sede del Centro “Luigi Huetter” per lo Studio e la documentazione sulle Confraternite di S.Maria dell’Horto (Roma - Via Anicia 10), è in corso una mostra sui santi protettori delle Università di Arti e mestieri.

Promossa dall’Associazione Italiana Collezionisti Immaginette Sacre l’esposizione, curata da Renzo Manfè e Bruno Forestieri, è un’occasione non solo per gli studiosi, ma anche per il grande pubblico. Fin dal XV secolo vennero istituite numerose confraternite laicali con finalità di carattere sociale, per iniziativa di corporazioni di mestieri, che raccoglievano tutti i cultori di un’arte e una professione. L’idea del santo protettore traeva origine dai “santorali”, i libri liturgici che assegnavano ogni giorno un santo da venerare, mentre la vicinanza popolare si registrava quando l’immagine compariva appesa sui muri delle [...]

******

HONG KONG (Asia), 18 febb. – 4 marzo 2005

Mostra di Icone “LA CATECHESI DIPINTA”

Oltre 60 icone ortodosse, in mostra a Hong Kong da tutto il mondo, hanno aiutato i fedeli a meditare i misteri della fede. L’icona come “catechesi dipinta”, opera d’arte che accompagna il fruitore in un viaggio mistico verso il trascendente, che schiude la mente dell’uomo al mistero di Dio: è il messaggio trapelato dalla mostra di Icone ortodosse tenutasi di recente a Hong Kong, dal titolo “Ritratto della Teologia”, che ha registrato un grande successo in un pubblico di cristiani e non cristiani.

Durante le due settimane d’esposizione, dal 18 febbraio a 4 marzo scorso, i cittadini dell’ex colonia hanno potuto godere della visione di oltre 60 capolavori artistici della pittura religiosa ortodossa, provenienti da tutto il mondo, specialmente da Grecia e Romania, ma anche da India e Indonesia. Secondo quanto riferisce il Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese), i visitatori hanno riconosciuto il grande significato spirituale ed ecumenico della mostra, oltre al grande valore artistico delle [...]

******

ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE), fine giugno-luglio 2005 Mostra AICIS: “L’EUCARISTIA NELLE IMMAGINETTE DEVOZIONALI”

Tra la fine di giugno e il mese di luglio, la città di Roseto ospiterà la Mostra dell’AICIS su un tema di piena attualità per la Chiesa Cattolica “L’Eucaristia nelle immaginette devozionali”.

Gli associati che desiderano partecipare possono trasmettere in Segreteria con Raccomandata A.R. 19 immaginette su tale tema tra quelle piuttosto interessanti della propria collezione (meglio se trattasi di duplicati).

Le stesse verranno montate a Roma su cartoncini 23x16 per l’esposizione a Roseto e ogni gruppo sarà accompagnato da una scheda con il nome del collezionista AICIS partecipante. Abbiamo limitato a 19 il quantitativo di santini per dare la possibilità a più soci di poter essere presenti.

Si raccomanda di inviare il proprio materiale entro il 31 maggio p.v. a:

Renzo Manfè- AICIS- C/o Bernasconi – Via Merulana 136 – 00185 ROMA RM.

******


ROMA, 11 febbraio / 13 maggio 2005 –
“UNA DONNA VESTITA DI SOLE: L’IMMACOLATA NELLE OPERE DEI GRANDI MAESTRI”

Dall’11 febbraio nel polo espositivo vaticano del Braccio di Carlo Magno è aperta la mostra “Una donna vestita di sole. L’Immacolata Concezione nelle opere dei grandi maestri”. In occasione dei 150 anni della proclamazione del dogma (da Pio IX nel 1854 con la Costituzione Apostolica Ineffabilis Deus), la Pontificia Commissione per i Beni Culturali ha promosso tale interessante e ricchissima esposizione.

Il percorso iconografico sull’Immacolata viene sviluppato attraverso più di 100 opere: circa 60 opere pittoriche, 12 scultoree e numerosi mAnoscritti, oggetti liturgici e devozionali provenienti dall’Italia e da altr [...]

******

UBOLDO (VA), 5-6 marzo 2005 –

Mostra di santini “LA PASSIONE DI GESU’”

Di grande interesse l’esposizione di immaginette sacre allestita dal socio LUCIANO GALBUSERA sul tema “La Passione di Gesù” dal 5 al 6 marzo p.v. a Uboldo (Varese), nell’atrio del cinema parrocchiale. Hanno partecipato alla mostra con proprie collezioni i soci Roberto DE SANTIS e Luciano GALBUSERA; inoltre sono stati presenti con proprie immaginette S. AGLIETTI, O. e C. MAZZELLA e Don Carlo LEO. Due articoli su “LA SETTIMANA” di venerdì 11 (“Le immagini sacre che raccontano la Passione”) e di sabato 12 marzo u.s. (“Successo per la mostra di santini”) hanno parlato di questa mostra a Uboldo e dell’AICIS. [...]

******

BOSCOMARENGO (AL), 6-29 maggio 2005

Mostra di santini “SAN PIO V PAPA”

La SMS-Società di Mutuo Soccorso, in collaborazione con l’Associazione Amici di Santa Croce e il patrocinio del Comitato Nazionale per il V Cent.rio di San Pio V, organizzano dal 6 al 29 maggio 2005, nel complesso monumentale di Santa Croce in Boscomarengo, una esposizione sul tema “San Pio V, Papa”.

Oltre vari oggetti appartenuti al grande e unico Pontefice piemontese, saranno presenti 500 immaginette delle collezioni di ROBERTO DE SANTIS, LUCIANO GALBUSERA, ATTILIO GARDINI, SILVIA LANCELLOTTI, RENZO MANFE’, ANTONIO MENNONNA, ROSA M.PANISI, SAVERIO VITAGLIANO e 300 rosari,dal 1600 ad oggi, esposti dalla sig.ra CARMEN UGO PEROSINI.Con l’occasione,sarà possibile visitare gratuitamente il complesso di Santa Croce con l’accompagno di esperte guide locali.

Per informazioni: sig.ra [...]

******

CAMPAGNA "UN SANTINO PER OGNI SOCIO

13 aprile: ann.rio Beata MARGHERITA della METOLA

La socia GABRIELLA GASPARINI TICCHI di Pesaro, nell’ambito della campagna “Un santino per ogni socio” ha trasmesso 400 immaginette della Beata Margherita della Metola e il seguente articolo.

Margherita nacque l’anno 1287 nel castello della Metola, in Comune di Mercatello, provincia Pesaro-Urbino e, attualmente, Diocesi di Urbino-Urbania-S.Angelo in Vado. La nascita della bambina provocò una profonda delusione nell’animo dei suoi genitori, che attendevano con ansia un erede nel loro piccolo feudo: era venuta alla luce una creatura cieca e deforme. Chiusi nel loro dramma, fecero battezzare la figlia con il nome di Margherita e la tennero nascosta alla gente, affidandola poi al Cappellano del Castello, perché provvedesse a darle un’educazione. Per tutti gli altri non doveva esistere. Margherita si rivelò ben presto intelligente, vivace e bisognosa di affetto.

Quando arrivò alla Metola la notizia che a Città di Castello il Beato Giacomo, religioso francescano morto nel 1294, operava miracoli, i genitori condussero la figlia in quella città; ma non avendo ottenuto il miracolo, l’abbandonarono e se ne tornarono al loro castello.

Quale fu il dramma della fanciulla? Chi incontrò? E’ certo che, fra le persone che si occuparono di lei, ci fu una coppia di sposi, Venturino e donna Grigia, che le fecero da genitori. Non aveva trovato, invece, buona accoglienza presso una comunità di monache che, ben presto, l’avevano allontanata.

Ebbe modo di avvicinare la comunità dei Padri Domenicani e di ricevere la loro assistenza spirituale come Terziaria. Poté, in tal modo, vivere il suo programma di preghiera, penitenza, carità, non solo verso quelli che venivano a cercarla, ma anche verso tanti che Margherita andava a cercare: poveri, malati, carcerati, nemici da rimettere in pace…

Morì a 33 anni, il 13 aprile 1320, considerata come Santa dal popolo, che la volle sepolta dentro la Chiesa dei Domenicani.

Favorita da doni mistici, dopo la sua morte le furono trovati nel cuore tre lobi con le figure della Sacra Famiglia. Il mistero dell’ [...]

******

TUTINO: LA FESTA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE

3 Aprile: Domenica “in Albis”- Una tradizione ininterrotta di fede e devozione, ieri come oggi

I soci FABRIZIO CAZZATO e IPPAZIO MASTRIA ha trasmesso l’immaginetta della Madonna delle Grazie, venerata a Tutino, per l’iniziativa “Un santino per ogni socio” e il seguente articolo sui festeggiamenti. Un grazie sentito al parroco Don ROSARIO STASI per aver messo a disposizione le immaginette e per la preziosa collaborazione.

Tutino è una piccola comunità alla periferia di Trifase, grosso centro del Capo di Leuca, dove la tranquillità scorre sui binari della quotidianità, scandita da rarissime occasioni di eventi o di momenti importanti.

Ma una volta all’anno Tutino esce da questa routine per generare una delle Feste più poliedriche e rinomate del Basso Salento, tanto attesa dai numerosi devoti e visitatori.

Nella prima domenica dopo Pasqua (“in Albis”) la comunità di Tutino si accinge a venerare e festeggiare solennemente la Vergine Ss.ma delle Grazie, in ricordo di un avvenuto prodigio di diversi secoli fa, quando il paese contava poche famiglie di umili contadini e di un grandioso castello medioevale (in gran parte ancora conservato), edificato dai Baroni del luogo per la difesa dal territorio.

Quando nel 1480, con la presa della città di Otranto da parte dell’esercito ottomano, dove subirono il martirio più di 800 idruntini, si videro minacciate anche le popolazioni interne con distruzioni di interi villaggi, saccheggi e numerose vittime, la comunità di Tutino non fu sottratta a tale attacco.

La leggenda narra che i pochi abitanti del villaggio, rifugiatisi nell’antico maniero per difendersi dell’orda turca, furono minacciati da un grandioso incendio che avrebbe provocato loro una trappola mortale.

All’improvviso, tra le fiamme, apparve la Vergine SS.ma che assicurò loro la Sua protezione: tutti si sarebbero salvati e il nemico allontanato. Così avvenne. E Tutino per gratitudine volle ringraziare la Madonna dedicandole la chiesa parrocchiale e tributando onore e devozione che nel popolo, ininterrottamente, non si è mai spenta.

E nei ricordi dei più anziani emergeva l’attesa della festa patronale per[...]

******

COLLEZIONE DELLE IMMAGINETTE SACRE NEI CALENDARIETTI TASCABILI (di SAVERIO VITAGLIANO)

In questi ultimi tempi è cresciuta la voglia dei Santini e la nostra associazione rappresenta il termometro di questa febbre e con essa la voglia di studiare il Santino in tutti i suoi aspetti storici, culturali, devozionali, religiosi, popolari, tipologici, etc. Basta dare una lettura alle varie tematiche collezionate dai soci a dimostrazione che la raccolta non è solo un fatto quantitativo o un accumulo di materiale senza criterio. La tematica non ha lo scopo di raccogliere solo materiale inerente al tema prescelto, per lo più affettivo, ma anche ricerca di notizie, informazioni e studi per migliorarne la conoscenza.

Tra le varie tematiche, non di rado compare quella dei “Calendarietti”, che qui si cercherà di trattare brevemente. I calendarietti tascabili a soggetto religioso s no apparsi a fine ‘800 con lo scopo di augurare un buon anno e ringraziare amici e benefattori di Istituti o Pie Opere Religiose. Poi le emissioni si sono estese a Santuari e Parrocchie, a Istituti assistenziali, ad Opere Missionarie, etc.

Nel contempo il calendarietto, oltre alla pratica ed immediata disponibilità per la consultazione, accoppiava anche quella promozionale con gradevoli e vivaci immagini. Senza dimenticare poi la presenza di un santino nel portafoglio.

I primi calendarietti apparsi erano a forma di pagellina, apribili con il riporto dell’anno solare in due semestri all’interno e con la effige di una immaginetta sulla prima e quarta di copertina e la scritta dell’Istituto, Opera, Missione o Santuario che aveva curato la emissione.Specie quelli emessi ad inizio secolo sono di particolare e pregiata fattura, eleganti cromolito liberty e tali si sono mantenuti fino agli anni ’30. In questo periodo la beatificazione di Santa Teresa di Lisieux e di S. Giovanni Bosco, due nuovi Santi molto popolari, diedero vita ad una vasta ed elegante produzione anche a libretto, tipo calendarietto da barbiere, le cui pagine erano dedicate ai fatti più salienti della vita del Santo, con idonea raffigurazione: una sorta di agiografia popolare.

Molto ricercati in questo periodo quelli su S. Teresa, stampati dalla S.L.E. (Vedi foto calendario della S.L,E, - 1930) di Milano, succursale d’Italia di Lisieux, che deteneva i diritti del marchio O.S.T. (Objets Sainte Thérèse).

Dopo questo periodo segnaliamo la produzione edita dal Santuario Parrocchia del S.Cuore, Salesiani di Bologna che, iniziata nel 1935, è proseguita senza interruzione sino al 1976. Ogni anno il Santuario emetteva una serie di 5 – 6 o 7 calendarietti, sempre con un disegno diverso, ornato, arabescato ma di gradevole effetto, in cui sul frontespizio appariva sempre il S. Cuore di Gesù e sull’ultima di copertina invece un’immagine di un Santo, in genere S. Giovanni Bosco, S. Rita, S. Pio X, S. Teresa, S. Domenico Savio, S. Antonio, Maria Auxliatrice e pochi altri. (Vedi foto )

Dal 1971 il disegno è rimasto sempre lo stesso con la figura del S.C. di Gesù sul frontespizio e la varietà di Santi sul retro. Dopo il 1976 non sono stati rivenuti altri calendarietti del tipo predetto.

Ricerche effettuate – anche presso lo stesso Santuario – non hanno portato a nessun fatto nuovo e quanto innanzi citato è frutto solo di una ricostruzione a seguito di uno studio-ricerca del materiale rinvenuto sul mercato. Comunque l’intera raccolta del periodo dei 42 anni noti, con oltre 220 esemplari, è di per sé già una bella collezione, di cui andar fieri.

Da segnalare negli anni 30-40,la produzione di bellissimi calendarietti, editi dal periodico “Fede e Popolo” di Ravenna, dedicati per lo più a S. Antonio e a S. Teresa del B.G. (Vedi foto: calendario del 1932). Dopo gli anni ’70 si assiste ad una notevole diminuzione dei calendarietti a pagellina, sostituiti da quelli più pratici di formato tascabile, a doppia facciata su cui compare una piccola immagine religiosa - con relativa scritta attinente l’Istituto, Santuario od Opera che ha curato l’emissione – e la restante parte dedicata al calendario vero e proprio. I primi risalgono agli anni ’50 in cartoncino pressato, poi su carta cellofanata per finire a quelli in plastica, più o meno rigida, dei giorni nostri che hanno invaso il mercato. In definitiva anche i calendarietti raccontano la storia di un’epoca, attraverso la moda, il materiale, la tecnologia, il gusto, confermando così che nel misterioso mondo del collezionismo spesso si nasconde una cultura tutta da scoprire.

Poiché ragioni di ordine religioso hanno deciso l’adozione dell’attuale calendario, riteniamo opportuno fornire notizie storiche e ragioni sui fatti che ne hanno determinato la corrente concezione e ripartizione temporale. Il primo calendario romano fu adottato da Romolo nell’anno 753 a.C. che prevedeva 304 giorni ripartiti in 10 mesi con inizio il 1° marzo. Successivamente il secondo Re di Roma, Numa Pompilio, adottò un calendario solare-lunare, di dodici mesi di 29-31 giorni che i Romani usarono fino al 46 a.C. ed una durata di 355 giorni. Per compensare la differenza rispetto al calendario solare, ogni due anni veniva introdotto il cosiddetto mese Mercedonio, di 22 o 23 giorni. Con Giulio Cesare si perviene al Calendario Giuliano [...]

******

RUBRICA: L'ANGOLO DELLA PREGHIERA

Il 3-4 aprile ci sono in Italia le elezioni regionali-amministrative. Già da tempo la maggior parte del nostro territorio ha incominciato a riempirsi di cartelloni pubblicitari con volti sorridenti di candidati, vari slogan e promesse: più lavoro, più soldi, meno tasse, più case, etc. Non ci resta che fare il nostro dovere civico di elettori, affidarci ai “santi” e… pregare!

PREGHIERA PER LE ELEZIONI

Ricòrdati, o pietosissima Vergine Maria che non si né mai sentito dire che alcuno abbia ricorso alla tua protezione, implorato il tuo aiuto, richiesto il tuo patrocinio e sia stato da te abbandonato.

Animato da una tal fiducia, a te ricorro, o Madre, Vergine delle Vergini,

a te vengo gemendo, sotto il peso dei miei peccati a domandar pietà.

Tu che tutto puoi presso Dio, impetra da Lui un governo,

un avvenire, un ordine sociale perfettamente cristiano.

Non volere, o Madre del Verbo disprezzare la mia preghiera, ma benigno ascoltami ed esaudiscimi. Così sia.

PREGHIERA PER GLI EMIGRANTI

O Gesù, che assieme alla vostra SS.ma Madre Maria conosceste le vie dell’esilio.

Vi supplichiamo per tanti nostri fratelli che, abbandonando la famiglia e la Patria, si sono recati in lontane regioni in cerca di un onesto guadagno.

Rammentate, caro Gesù, che coloro che vivono col lavoro faticoso delle loro ma ni sono particolarmente vostri, poiché anche Voi voleste nascere povero trascorrere la vita come operaio.

I nostri fratelli emigrati hanno bisogno di luce per riconoscere le vane promesse onde sono allettati, hanno bisogno dell’opera di zelanti missionari che amorevolmente li richiamino all’osservanza dei loro doveri religiosi, hanno bisogno di soprannaturali speranze che li nobilitino nelle fatiche e li fortifichino nei pericoli.

O dolcissimo Gesù, fecondate i sudori dei nostri emigrati, fate prosperare le loro industrie, ma soprattutto fate che si mantengano sempre buoni cristiani, e che non perdano mai il timore di Dio, che è principio di ogni bene spirituale e temporale.

E voi, o Vergine SS.ma, Madre degli emigranti, guardate pietosa al loro stato, difendeteli ed aiutateli, perché godendo i frutti della giustizia cristiana in questo mondo, meritino la perfetta felicità nei secoli eterni. Così sia.

PREGHIERA A MARIAMADRE DEI POVERI

di chi muore di fame e di malattia, di chi patisce torti

e soprusi, di chi non trova lavoro, casa e rifugio.

MADRE DELLA CHIESA

mssionaria sulle vie della terra.

MADRE DELLA VITA

per i molteplici segni con cui ci hai accompagnati.

MADRE DI OGNI UOMO

che lotta per la vita che non muore, aiutaci a crescere

nella concordia e nella solidarietà verso l’amore e l’unità. Amen.

******

PROCESSI DI BEATIFICAZIONE E CANONIZZAZIONE

José María Hernández Garnica: apertura del processo di beatificazione a Madrid

Il 29 febbraio u.s., a Madrid, si è aperto il processo di canonizzazione del sacerdote ed ingegnere José María Hernández Garnica con un atto presieduto da Mons.César Franco Martínez , vescovo ausiliare di Madrid, e celebrato nella Basilica di San Miguel. Hernández Garnica, nato a Madrid nel 1913 e morto nel 1972, è stato stretto collaboratore del fondatore dell’Opus Dei, san Josemaría Escrivá de Balaguer. Era laureato in Ingegneria Mineraria, Scienze Naturali e Teologia.Mons.Martínez, ha riconosciuto che “è molto bello che in tutte le fondazioni ed opere della Chiesa sboccino accanto al fondatore esempi di vita cristiana e di vita santa”. Erano presenti per l’occasione numerosi familiari del Servo di Dio.

José Carlos Martín della Falce, direttore dell'Ufficio per le Cause dei Santi della Prelatura e Postulatore della Causa, ha detto che il servo di Dio "seppe rispondere con generosità alla chiamata specifica di Dio e che la sua vita, centrata nella sacra messa, fu apostolicamente feconda." Sottolineò anche la sua unione col fondatore dell'Opus Dei "che ebbe in lui una gran fiducia". Aggiunse che "aveva avuto grandi talenti umani che mise al servizio della Chiesa e di tutti gli uomini”.

******

Beata Josefa Navale Girbés: si apre il processo su un possibile miracolo

L'Arcivescovo di Valencia il 27 febbraio u.s. ha aperto il processo diocesano su un possibile miracolo attribuito all'intercessione della beata Josefa Navale Girbés (Algemesí 1820-1893), che permetterebbe la sua canonizzazione nel caso superi la fase diocesana di investigazione e, poi, quella della Santa Sede. Il possibile miracolo consiste "nella guarigione, in apparenza scientificamente inspiegabile, di un giovane valenzano gravemente malato, dopo che la sua famiglia aveva pregato la beata di Algemesí di cui hanno molta devozione". Josefa era una laica e come tale aveva vissuto la propria strada verso la santità. Nel 1850, a 30 anni, viventi ancora il padre e lo zio, con la guida del parroco che la seguì per ventotto anni (1833-1860), Josefa cominciò a radunare nella sua casa le amiche, per riunioni di lettura e formazione spirituale. Poi per aiutare tante altre giovani, trasformò la casa in un vero e proprio laboratorio, dove insegnò gratuitamente il ricamo. La sua dedizione alla famiglia e poi alle tante giovani frequentanti la sua casa, non le permise di essere lei stessa una religiosa; fu in effetti una “monaca di casa”, scelta fatta nell’Ottocento e primo Novecento, da tante anime elette, che facevano tanto bene al di fuori del chiostro.
Estese la sua opera d’apostolato, insegnando catechismo ai bambini, organizzando incontri formativi per le donne sposate e nubili; come membro della Conferenza di s. Vincenzo, assisteva un gruppo di ammalati, fu consigliera di donne e uomini per i loro problemi, pacificatrice di discordie familiari.

Giovanni Paolo II la proclamò beata il 25 di settembre del 1988 e la diocesi di Valencia celebra la sua festività liturgica il 6 di novembre, e la festa esterna la prima domenica posteriore a questa data.

******


Beata Ana di San Bartolomeo: nuovo vigore alla causa di canonizzazione.

Il Vescovado di Getafe (Spagna) ha convocato alla fine di febbraio una conferenza stampa per spiegare il nuovo impulso della causa di canonizzazione della Beata Ana di San Bartolomeo (1549-1626), Carmelitana Scalza, e il successo di vendite del CD "Coloquio di Amore" di Sonnia Rivas Caballero e Belén Yuste, con testi di San Juan della Croce, di Santa Teresa e della stessa Beata Ana di San Bartolomeo. Il CD ha fatto sì che la figura della beata sia più conosciuta. Nella conferenza stampa inoltre, Padre Julián Urkiza vice-postulatore della causa, ha sottolineato che il clamore popolare prima d’ora non aveva dato "mai tanto impulso ad un processo di canonizzazione". Ana di San Bartolomeo era "la mano destra di Santa Teresa” che spirò tra le sue braccia. Santa Teresa le diceva: "Ana, Ana, tu hai le opere, io ho la fama”.

Con ciò il vescovado di Getafe sottolinea della Beata “ il suo carattere di abnegazione e la bontà del suo cuore sacrificato per la Madre”. E’ stata beatificata il 6 maggio 1917, da papa Benedetto XV. La sua celebrazione religiosa è al 7 giugno.

******


Guadalupe Ortiz di Landázuri: chiusa la fase diocesana della causa

Il cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio Rouco Varela, (che aveva aperto il processo il 12.XI.2001, ha presieduto il 18 marzo scorso alla chiusura dell'istruzione diocesana della causa di canonizzazione di Guadalupe Ortiz di Landázuri (1916-1975), chimica ed investigatrice, appartenente all'Opus Dei. Egli ha distinto “il rigore giuridico della fase diocesana" e "ciò che interessa alla Chiesa e alla società del secolo XXI della Serva di Dio: femminilità, professionalità e indirizzo verso la santità vissuti nel mondo, cer-cando la promozione della donna, senza ridurre la sua donazione totale e radicale a Cristo nell'Opus Dei."
La documentazione raccolta sarà inviata alla Congregazione per le Cause dei Santi, a Roma.

Guadalupe Ortiz di Landázuri (1916-1972) fu una delle prime donne dell'Opus Dei, istituzione della quale fece parte dal 19.3.1944. Sviluppò la sua vita professionale in Spagna, Messico ed Italia, Paesi nei quali portò a termine un'intensa evangelizzazione e proposta sociale dedicata alla donna. Dottoressa in Chimica, esercitò la docenza in vari centri.

Nel 1965 ricevette nel CSIC il "Premio Juan de la Cierva". In Messico sviluppò un'ampia attività professionale e apostolica, e collaborò nella creazione di residenze universitarie e scuole agricole. Poi si trasferì a Roma per collaborare con san Josemaría Escrivá nel governo centrale dell'Opus Dei.

******

Chiara Luce Badano (1971-1990): causa di beatificazione in corso

Bella, intraprendente, sportiva. Normale. Una giovane, una cristiana. Poi l’improvvisa malattia, l’agonia, la morte. Una rapida scalata al cielo. Nata il 29.X.1971 in Savona e morta a 18 anni il 7.X.1990 a Sassello (SV). Membro del Movimento dei Focolarini di Chiara Lubich, la sua causa di beatificazione è stata introdotta nel 1998.

Dice di lei Mons. Livio Maritano, vescovo di Acqui Terme, promotore della causa di beatificazione, intervistato da Aurora Nicosia, per Città Nuova: "La sua è una testimonianza significativa in particolare per i giovani. Basta considerare come ha vissuto la malattia, vedere l’eco suscitata dalla sua morte. Non si poteva lasciar cadere un esempio di questa portata. C’è bisogno di santità anche oggi. C’è bisogno di aiutare a trovare un orientamento, uno scopo alla vita, aiutare i giovani a superare le loro insicurezze, la loro solitudine, i loro enigmi di fronte agli insuccessi, al dolore, alla morte. I discorsi teorici non li conquistano, ci vuole la testimonianza". E ancora: "Nei colloqui con lei notavo una maturità di gran lunga superiore alle giovani della sua età. Aveva colto l’essenziale del cristianesimo: Dio al primo posto; Gesù, con cui aveva un rapporto spontaneo, fraterno; Maria come esempio; la centralità dell’amore; la responsabilità di annunciare il vangelo. Tutto questo, collaudato dall’esperienza della sofferenza e della morte, non temuta ma attesa, ha reso la sua vicenda veramente singolare".

******

Daniela Zanetta (1962-1986): introdotta nel 2005 la causa di beatificazione

Daniela, nata e morta a Maggiora Novara (15.XII.1962/ 14.IV. 19869, è stata una ragazza straordinaria, che ha convissuto dalla nascita con una inguaribile malattia che oltre a darle dolori fortissimi, le causava diversi impedimenti fisici.
Nonostante questo (“grazie a questo”) la sua vita è stata una scia luminosa per tantis sime persone: mai chiusa in se stessa, si è sempre adoperata per gli altri, con una straordinaria capacità di trasformare la sua sofferenza in amore verso chi le stava vicino.

Il suo segreto era l’amore per Dio e il gioire della possibilità di potersi specchiare in Gesù sulla croce.
Le pagine del suo diario, di cui anche il valore letterario viene oggi scoperto, riportano i suoi colloqui personali con Gesù, e giungono ad una altezza spirituale riscontrabile nelle grandi mistiche, in particolare Santa Teresina. La cosa straordinaria è che a 17 anni dalla sua morte sembrerebbe che lei continui a operare dal cielo.
Continuano ad arrivare echi da persone che leggendo il diario di Daniela (“I segreti del cuore” di Daniela Zanetta. A cura di Marco Mascellani. “Città Nuova Editrice” – Euro 7.00) si sono sentite trasformate, aiutate, comprese, convertite.
I suoi testi sono usati come preghiere, come formazione per i campi scuola dei giovani o dei volontari che lavorano con i malati.

******

24 APRILE 2005 - BEATIFICAZIONI IN PIAZZA SAN PIETRO

1-Wladyslaw Findysz (1907-1964)

2-María de Los Ángeles Ginard Martí (1894-1936)

3-Léon Dehon (1843-1925)

4- Bronislaw Markiewicz (1842-1912)

5- Rita Amada de Jesus (1848-1913)

6-Maria Crocifissa Curcio (1877-1957)

7-Eurosia Fabris (1866-1932)

(Al momento non sappiamo ancora se la data delle beatificazioni in calendario per il 24 aprile, prevista nel Pontificato di Giovanni Paolo II, deceduto il 2 aprile 2005, sarà confermata o spostata con l'elezione del nuovo Sommo Pontefice).

******

IN PREGHIERA PER IL PAPA GIOVANNI PAOLO II

Non abbiate paura. Aprite, anzi,

spalancate le porte a Cristo!"

(Giovanni Paolo II , 16 ottobre 1978)

L'ULTIMO MESSAGGIO DEL PAPA AI FEDELI
E' L'AMORE CHE DONA LA PACE

D ocumenti

"Carissimi Fratelli e Sorelle! Risuona anche oggi il gioioso Alleluja della Pasqua. L'odierna pagina del Vangelo di Giovanni sottolinea che il Risorto, la sera di quel giorno, apparve agli Apostoli e 'mostrò loro le mani e il costato', cioè i segni della dolorosa passione impressi in modo indelebile sul suo corpo anche dopo la risurrezione. Quelle piaghe gloriose, che otto giorni dopo fece toccare all'incredulo Tommaso, rivelano la misericordia di Dio, che 'ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito'".

"Questo mistero di amore sta al centro dell'odierna liturgia della Domenica in Albis, dedicata al culto della Divina Misericordia".

"All'umanità, che talora sembra smarrita e dominata dal potere del male, dell'egoismo e della paura, il Signore risorto offre in dono il suo amore che perdona, riconcilia e riapre l'animo alla speranza. E' amore che converte i cuori e dona la pace. Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e di accogliere la Divina Misericordia! Signore, che con la tua morte e risurrezione riveli l'amore del Padre, noi crediamo in Te e con fiducia ti ripetiamo quest'oggi: Gesù, confido in Te, abbi misericordia di noi e del mondo intero".

"La solennità liturgica dell'Annunciazione, che celebreremo domani, ci spinge a contemplare con gli occhi di Maria l'immenso mistero di questo amore misericordioso che scaturisce dal Cuore di Cristo. Aiutati da Lei possiamo comprendere il senso vero della gioia pasquale, che si fonda su questa certezza: Colui che la Vergine ha portato nel suo grembo, che ha patito ed è morto per noi, è veramente risorto. Alleluia!".

Ciao a Tutti | Contattami | Nota Legale | Ringraziamenti |©2000-2020 Cartantica.it