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I primi discepoli di Gesù, da Lui
chiamati e assurti poi al ruolo di Apostoli sono:
Simone, detto dal Maestro "Cefa", poi
tradotto in Pietro
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Andrea, fratello di Pietro, |
Matteo, dapprima chiamato Levi,
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Giacomo il Maggiore, figlio di Zebedeo
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e Giovanni, suo fratello, definiti da Cristo come
"figli del tuono"
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Filippo
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Bartolomeo o Natanaele
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Simone il Cananeo, detto "lo Zelote",
o "lo Zelante
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Tommaso, detto Didimo, cioè "Gemello"
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Giacomo di Alfeo (il Minore)
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e Giuda il Taddeo o Lebbeo, suoi cugini
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e Giuda di Simone, detto l'Iscariota.
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Al posto di Giuda Iscariota, poi, per sorteggio tra
due pretendenti, verrà annoverato tra i 12
apostoli San Mattia.
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All'infuori di Matteo che era un esattore
delle tasse e quindi aveva una "posizione", come
si direbbe oggi, tutti gli altri erano pescatori e qualcuno
di loro aveva anche famiglia. Non erano dunque istruiti
e faticavano anche a capire le parabole che Gesù,
pur parlando con semplicità, spesso diceva. Come
comprendere, infatti, l'immenso dono che Dio aveva fatto
loro e agli uomini tutti, mandando in terra il suo figlio
Prediletto? E l'abissale mistero dell'Incarnazione, quello
della Santissima Trinità, quello della Risurrezione?
Come staccarsi dalle cose terrene per cui faticavano, come
ambire solo alle cose del cielo, come accantonare i difetti,
le dispute, le ambizioni, le mancanze di fede, i tradimenti?
Eppure, avevano lasciato tutto e seguito Gesù alla
Sua chiamata! Sia pure nella loro pochezza avevano intravisto
- per opera dello Spirito Santo - l'immensità dei
cieli che si sarebbero aperti loro dinanzi al solo contatto
con il Cristo e Pietro, con la sua impetuosità d'animo
dirà: "Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente".
Anche se, poco dopo, nel momento della verità, misconoscerà
la sua amicizia ed il suo amore per il Maestro, con un triplice
tradimento. Uomini, insomma, con difetti comuni a tutti
gli altri, che però furono chiamati a diventare di
Cristo, ad operare per Lui e a condurre a Lui tutte le genti
della terra attraverso la Chiesa, che da loro verrà
detta "apostolica".
SAN PIETRO
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San Pietro, pescatore di Galilea,
dopo aver incontrato e seguito Cristo - "Poco
dopo, ecco pure Simone davanti a Gesù; il
quale "fissando lo sguardo su di lui, disse:
"Tu sei Simone, figlio di Giovanni: ti chiamerai
Cefa" - diventerà pescatore d'uomini,
come annunciato dal Maestro. Facile a lasciarsi
trascinare dagli impulsi ma fedele e pieno di fervore,
Pietro riconoscerà in Cristo la natura divina
ed Egli lo investirà di autorità:
"Beato te, Simone figlio di Giona, perché
né la carne né il sangue te l'hanno
rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io
ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò
la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno
contro di essa. A te darò le chiavi del regno
dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla
terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò
che scioglierai sulla terra sarà sciolto
nei cieli"
Purtroppo, proprio per l'impetuosità e l'alternanza
dei suoi moti d'animo dettati dalle umane incertezze
e debolezze, avrà paura e tradirà
- così come Gesù gli aveva predetto
- il suo Maestro, pentendosene amaramente subito
dopo e impegnando tutte le sue energie per riscattarsi.
Nonostante la sua scarsa istruzione, dopo la morte
di Cristo e soprattutto dopo la Pentecoste, illuminato
dallo spirito Santo, avrà i mezzi spirituali
per guidare la Chiesa nascente, come primo ed indiscusso
Pastore, compiendo miracoli ed esortando i suoi
confratelli sparsi per la terra, con due Lettere
apostoliche.
Imprigionato più volte, riuscirà ad
evadere grazie ad un intervento divino: "Ed
ecco gli si presentò un angelo del Signore
e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò
il fianco di Pietro, lo destò e disse: "Alzati,
in fretta!". E le catene gli caddero dalle
mani".
Lasciata Gerusalemme, sembra si sia recato a Corinto,
Antiochia e infine a Roma, dove venne martirizzato,
durante l'impero di Nerone. La tradizione vuole
che, essendo stato condannato alla crocifissione,
per umiltà nei confronti del Redentore, ucciso
nello stesso modo, abbia chiesto di essere crocifisso
a testa in giù. Là sul colle Vaticano
dove venne martirizzato, venne poi innalzata una
cappella che, durante il regno di Costantino diventerà
una grande basilica, ampliata poi, come oggi appare.
La sua festa liturgica viene celebrata, unitamente
a quella di San Paolo il 29 Giugno.
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SANT'ANDREA
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Andrea, nato a Betsaida, fratello
di Pietro, pescatore anche lui e discepolo del Battista
sarà presente, insieme con l'Apostolo più
giovane, quando Giovanni affermerà: "Ecco
l'Agnello di Dio". E i due discepoli, sentendolo
parlare così, seguirono Gesù."
Insomma, è tra i primi due ad essere "chiamato"
e si affretterà ad avvicinare Gesù,
a credere in Lui e poi a seguirLo, trascinando anche
il fratello ed altri alla sua sequela, dicendo loro:
"Abbiamo trovato il Messia!"
Anche lui, dunque, diventerà 'pescatore di
uomini'. Nel Vangelo viene segnalato nella moltiplicazione
dei pani e dei pesci e quando con Filippo presenta
a Gesù dei Greci; viene ancora citato quando
con Pietro, Giacomo e Giovanni è sul monte
degli Ulivi e, infine, il suo nome appare nel primo
capitolo degli Atti degli Apostoli, nominato insieme
a quelli che vanno a Gerusalemme dopo l'Ascensione.
Secondo fonti tradizionali, Andrea verrà crocifisso
a Patrasso (è, infatti, molto venerato tra
i Greci), su una croce a forma di X.
Sembra che successivamente il suo corpo, tranne il
capo, venne trasportato a Costantinopoli, dove sarebbe
rimasto fino alla quarta crociata, quando le sue reliquie
furono portate in Italia, nel Duomo di Amalfi. La
testa, invece, durante l'occupazione turca della Grecia
fu trasferita in San Pietro dove sarebbe rimasta per
cinque secoli, finchè cioè Papa Paolo
VI non la fece restituire alla Chiesa greca.
Viene ricordato dalla chiesa il 30 Novembre. |
SAN MATTEO
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Levi, nato a Cafarnao, era un pubblicano, cioè
un esattore delle tasse per conto dei romani invasori,
che stabilivano le somme da esigere e che li ritenevano
responsabili delle cifre stabilite. Per questo, gli
esattori, che dovevano anticipare all'amministrazione
le tasse dovute, per lo più "arrotondavano"
le cifre stabilite per compensare eventuali disavanzi
ed erano per questo - come del resto, non mi sembra
diverso oggigiorno - alquanto invisi al popolo.
Nonostante ciò, Gesù lo guardò
e lo chiamò, dicendo "Seguimi". "ed
egli si alzò e lo seguì" senza
indugio, senza riserve, senza pensare che stava abbandonando
i suoi averi terreni per ben altri beni spirituali.
La sua presenza nel gruppo che seguiva Gesù
era piuttosto criticata perchè ritenuto, prima
di tutto un "venduto" ai romani e poi un
peccatore. Ma Gesù era il medico venuto a guarire
non i sani ma gli ammalati dello spirito e la presenza
di Matteo servì forse a fargli avvicinare altri
"peccatori" del genere "Mentre Gesù
sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani
e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli"
. Passato alla sequela di Gesù, Levi cambiò
il nome in Matteo "dono di Dio" e seguì
il Maestro fedelmente fino alla morte e alla Resurrezione.
Essendo uno dei pochi che sapesse scrivere, iniziò
la redazione del suo Vangelo - il più antico
dei quattro - forse una diecina d'anni dopo la morte
di Gesù, quando ancora molti testimoni dei
fatti avvenuti erano in vita, utilizzando l'aramaico,
cioè la lingua degli Ebrei di quel tempo, indirizzandolo
quindi proprio ad essi. Egli inizia dalla genealogia
di Gesù, per dimostrare come il Messia discendesse
da Abramo, citando le Scritture Profetiche, per rendere
più semplice comprendere come tutte le promesse
di Dio al suo popolo si adempissero per mezzo di Lui.
I suoi scritti vennero trovati, secondo una rivelazione
di San Matteo stesso nella tomba di Barnaba.
Si dice che abbia evangelizzato l'Etiopia dove pare
sia morto e molte sue reliquie si trovano in varie
chiese romane e a Salerno, di cui è Patrono
e dove sembra che i suoi resti abbiano prodotto per
molti anni, una sostanza particolare, chiamata "manna".
La sua festa liturgica è il 21 Settembre. |
SAN GIOVANNI
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Fratello di Giacomo il Maggiore
e quindi figlio di Zebedeo e pescatore a Betsaida,
è tra i primi a seguire Cristo nel suo lungo
cammino fino alla Croce, sempre pronto all'ascolto
e alla interiorizzazione di ciò che Gesù
dice e l'unico a seguirlo fisicamente attraverso la
via dolorosa, dal processo sino al Calvario, poichè
gli altri si disperderanno per paura.
A lui, che nel suo Vangelo si defnisce "il discepolo
che Egli amava", Gesù, per la sua lealtà
e trasparenza, per la predilezione che gli suscitava
la sua purezza d'animo ed il suo affetto, affiderà
la Madre che Giovanni, simbolo di tutti i cristiani
di cui Maria è Madre, accoglierà nella
sua casa.
Insieme a Pietro è colui che più volte
viene menzionato nel Vangelo e che con il discepolo
più anziano e più autorevole, sarà
testimone dei numerosi miracoli di Gesù e dei
momenti più salienti della Sua vita: saranno
infatti insieme, quando Maria di Magdala dirà
loro: "Hanno levato il Signore dalla tomba!"
e successivamente davanti a quel sepolcro vuoto lascerà
il passo all'Apostolo più illustre. Saranno
ancora uniti sulla barca quando, di primo mattino,
il Signore risorto apparirà loro sulle rive
del lago, ed egli riconoscendolo, dirà: «
E’ il Signore ».
Autore, in età già molto avanzata, del
quarto Vangelo e dell'Apocalisse, ultimo libro del
nuovo Testamento redatto dopo una visione, era riuscito
a penetrare nell'essenza del mistero di Gesù,
vero Dio e vero Uomo, amore e bene infinito o come
diceva: « Dio è carità »
e soltanto in quell'amore di Dio si poteva trovare
felicità e salvezza.
Secondo le fonti avrebbe vissuto ad Efeso con la Madonna,
sarebbe stato esiliato a Patmos, per ritornare poi
ad Efeso dove morì.
La sua festa liturgica è il 27 Dicembre. |
SAN GIUDA TADDEO
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San Giuda, fratello
di Giacomo Apostolo, cugino di Gesù poichè
figlio di Alfeo e di Maria di Cleofe, sorella della
Vergine Maria, venne detto anche "Taddeo",
da "Thad" che vuol dire "dolce, misericordioso,
amabile, generoso, magnanimo", oppure "Lebbeo",
cioè coraggioso. Si può dire che sia
stato il primo discepolo di Maria e di Gesù,
perchè da bambino senz'altro come parente li
frequentò entrambi. A causa del nome Giuda,
purtroppo, talvolta viene confuso con l'Iscariota
e quindi non molto considerato. Derivante da questo
bel nome ebraico, una delle 12 Tribù, quella
da cui sarebbe poi nato il Messia.
Giuda fu quindi tra i primi ad essere interpellato
dal Maestro e si dice che fosse lo sposo delle nozze
di Cana a cui, quindi, come parenti, erano invitati
anche la Madre e il Figlio. Nei Vangeli, la sua presenza
viene sottolineata solo una volta, nell'ultima Cena,
quando gli domanda: "Signore, che cosa è
avvenuto, che tu debba manifestarti a noi e non al
mondo?".
E Gesù gli risponde: "Se uno mi ama, osserverà
la mia parola, e il Padre mio l'amerà e verremo
a lui, e faremo una cosa sola".
Di lui abbiamo una Lettera in cui accusa chi semina
discordia, che lui definisce ""nuvole senza
acqua, portate qua e là dai venti; alberi d'autunno,
senza frutto, onde furiose del mare, che spumano le
proprie turpitudini. astri erranti, ai quali sono
serbate in eterno le tenebre più profonde".
Sicuramente seguì Gesù senza reticenze
per tutta la vita, impegnandosi a divulgare il Verbo,
non solo in Patria ma anche in Mesopotamia o in Libia
e infine in Persia, dove sembra si sia ricongiunto
con l'Apostolo Simone e dove entrambi sarebbero stati
martirizzati. Vengono ricordati dalla chiesa il 28
Ottobre e san Giuda è considerato il Patrono
delle cause senza speranza. |
SAN MATTIA
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Il suo nome in ebraico vuole dire
"Dono del Signore".
San Mattia prese il posto di Giuda Iscariota tra gli
Apostoli che, dopo aver deciso la sostituzione: "Bisogna
dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto
il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto
in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni
fino al giorno in cui è stato di tra noi assunto
in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della
sua risurrezione» e dopo aver pregato Dio di
illuminarli nella scelta, lo elessero per sorteggio.
I candidati erano due, Mattia uno e l'altro era Giuseppe
detto Barsabba, soprannominato "Il Giusto".
Entrambi avevano sicuramente vissuto alla sequela
di Cristo "fin dal Battesimo di Giovanni"
ed erano stati anche testimoni della sua Risurrezione
e della Pentecoste. Questi, infatti, erano i requisiti
che doveva avere il nuovo Apostolo.
La scelta cadde, dunque, su Mattia di cui non si hanno
notizie dettagliate e certe, nè per quanto
concerne la sua opera apostolica nè per quanto
riguarda le circostanze della sua morte.
Viene ricordato liturgicamente il 14 Maggio, data
presumibilmente vicina a quella della sua elezione. |
SAN FILIPPO
|
San Filippo, nato
a Betsaida come Giacomo e Giovanni, nel Vangelo è
citato poche volte, ma sempre in situazioni di una
certa rilevanza.
La prima quando presenta a Gesù l'amico Bartolomeo-Natanaele,
che si unirà al cammino del Maestro, poi quando
Gesù, commosso dinanzi alla gran folla radunata,
a lui si rivolge, dicendo : "Dove compremo il
pane, perchè questa gente possa mangiare?",
ma Filippo non comprende appieno ciò che Gesù
sta dicendo.
Di nuovo viene citato quando si occupa di portare
a Gesù dei non credenti e nell'ultima Cena,
quando il Cristo parla loro della Trinità e
poichè l'Apostolo sembra non comprendere Gesù,
chiamandolo per nome, gli risponde:: «Da tanto
tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?
Chi ha visto me, ha visto il Padre... Non credi tu
che io sono nel Padre e il Padre è in me?...»
Poi non si sa più nulla di lui, neanche come
morì. La tradizione dice che evangelizzò
alcune città della Samaria e della Frigia,
dove compiva miracoli. A questo proposito, il suo
nome è legato a quello di Simon Mago che con
le arti occulte aveva attratto molti seguaci i quali
però, dopo averlo confrontato con Filippo,
che parlava di Cristo e di ben altri prodigi, scelsero
quest'ultimo.
Sembra che abbia trovato la morte a Gerapoli, crocifisso
sotto Domiziano o Traiano e le sue relique sono, insieme
a quelle di San Giacomo il Minore, nella chiesa dei
SS.Apostoli. La chiesa dunque li festeggia insieme
il 3 Maggio. |
SAN BARTOLOMEO
|
Figlio di Tholmai (Tolomeo) - questo il significato
del nome - Bartolomeo viene identificato anche come
Natanaele, così lo definisce Giovanni nel suo
Vangelo.
Egli viene trascinato dal suo amico Filippo a seguire
il Messia, ma sulle prime egli è dubbioso "Può
mai venire qualcosa di buono da Nazaret?", ma
poi va e Gesù appena lo vede lo apostrofa con
un: "Ecco un israelita in cui non vi è
falsità". Non accade spesso che vengano
riportate le parole di Gesù dirette ad un apostolo,
ma queste sono così esplicative da sole che
già fanno intravvedere il luminoso cammino
dell'Apostolo sulle vie del Signore. Egli dunque,
illuminato interiormente dirà: "Rabbì,
tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!"
e poi seguirà senza incertezze il Maestro,
anche se della sua opera poco si sa dai Vangeli, se
non che è tra quelli che vedranno il Cristo
risorto sul lago di Tiberiade.
Sicuramente l'ha seguito fino alla fine, ammaestrando
le folle (si dice che sia andato in Frigia e nel Ponto
arrivando fino in India e in Armenia), coronando il
suo percorso, secondo la tradizione, con il martirio:
spellato vivo e poi decapitato o crocifisso.
La chiesa celebra la sua festa il 24 Agosto. Il suo
corpo è deposto nella chiesa di San Bartolomeo
all'Isola Tiberina in Roma. |
SAN TOMMASO
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Tommaso, detto Didimo, che tradotto significa
"gemello", probabilmente anche lui pescatore
sulle rive del Genazareth, giunto alla sequela di
Cristo dopo i primi chiamati, viene citato varie volte
nei Vangeli sempre in situazioni determinanti che
ne definiscono la figura apostolica.
Viene infatti menzionato mentre manifesta la sua fedeltà
al Maestro dicendo: "Andiamo insieme e moriamo
con Lui", quando, chiamato da Marta e Maria per
la malattia di Lazzaro, Gesù decide di tornare
in Giudea, nonostante le minacce ricevute e il parere
contrario dei suoi.
Poi,, nell'ultima Cena, l'Apostolo chiede a Gesù
per quale via potrà seguirlo e Cristo gli risponderà:
" Io sono la via, la verità e la vita".
Ma il momento che viene più ricordato è
quello in cui Tommaso, dopo aver messo in dubbio l'apparizione
di Gesù agli altri Apostoli, proclama con tutto
il suo essere, la sua fede in Cristo: "Mio Signore
e mio Dio".
Pur se quasi sempre tacciato di incredulità,
san Tommaso sembra destinato a dare le risposte più
pregnanti ai nostri interrogativi, perchè troppo
spesso anche noi dubitiamo e vorremmo vedere i "segni
dei chiodi" e "mettere il dito nel posto
dei chiodi e mettere la mano nel suo costato"
per credere, per essere fedeli. Egli, quindi, rispecchia
la nostra umanità che ci lega costantemente
ai problemi terreni e che non ci permette di comprendere
l'immensità dell'Uomo-Dio, e ci è di
esempio nel professarGli la sua incondizionata adesione.
Di lui, dopo la morte del Redentore si sa poco o niente,
sembra che abbia svolto la sua opera di evangelizzazione
tra i Parti, i Medi e altri popoli e che recatosi
poi in India, vi sia stato martirizzato.
La sua festa liturgica è il 3 Luglio. |
SAN SIMONE
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Simone, dall'ebraico "Dio ha
esaudito", e forse il meno noto degli Apostoli,
soprannominato da Luca "lo Zelote", forse
perchè seguace del partito politico e religioso
degli zeloti (che però non è certo esistesse
già al tempo di Gesù, mentre da Matteo
e Marco viene definito "il Cananeo", per
indicare la sua città d'origine.
Molti identificano Simone con il cugino di Gesù,
fratello dell’apostolo Giacomo il Minore, al
quale secondo la tradizione sarebbe succeduto come
vescovo di Gerusalemme. Ma, comunque, nonostante non
vi siano altre notizie nei Vangeli, egli è
uno degli Apostoli di Cristo, da Lui scelto personalmente
- poichè aveva scrutato nel suo cuore e trovato
amore e disponibilità - a Lui fedele sino alla
fine, che portò la Parola a chi ancora non
la conosceva.
La tradizione vuole, infatti, che con S. Giuda Taddeo
abbia predicato in Mesopotamia e nelle dodici province
dell'impero persiano dove, entrambi furono martirizzati.
La chiesa li ricorda insieme il 28 Ottobre. |
SAN GIACOMO (IL MAGGIORE)
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San Giacomo, fratello maggiore
di San Giovanni e figlio di Zebedeo e di Salome, inizia
subito a seguire Gesù che, mentre erano intenti
al loro lavoro di pescatori, passando lungo le rive
del lago di Genazareth li chiama. Entrambi accettano
senza indugi, senza pensare al lavoro appena iniziato
e che lasceranno per chissà quanto tempo -
se non per sempre - senza sapere che sbocchi avrà
il loro futuro, insomma senza esitazione alcuna, rivelando
una prontezza e una fermezza d'animo che solo "Gesù
che passa e chiama" può instillare nell'animo
umano. Una simile, decisa risposta di Giacomo si avrà
quando Gesù chiederà se vorranno seguirlo
sulla via che conduce al calvario. L'Apostolo verrà
difatti subito perseguitato in Gerusalemme per quel
suo essere cristiano e prima condannato al carcere
e alla flagellazione e successivamente verrà
ucciso da Erode Agrippa.
San Giacomo è molto venerato in Spagna che,
secondo un'antica tradizione, avrebbe evangelizzato
e dove è noto come Santiago; nel IX secolo
le sue reliquie sarebbero state ritrovate e conservate
a Compostella, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo,
sin dall'antichità.. La sua festa liturgica
è il 25 Luglio. |
SAN GIACOMO (IL MINORE)
|
Di San Giacomo, detto
il Minore - per distinguerlo dal fratello di Giovanni
chiamato il Maggiore - o anche "Il Giusto",
nel Vangelo non si dice nulla, tranne che viene annoverato
tra i 12 e che era cugino di Gesù, essendo
anch'egli come Giuda Taddeo figlio di Alfeo, nato
probabilmente a Cana. Dagli Atti degli Apostoli, invece,
sappiamo che nella chiesa di Gerusalemme occupava
un posto di primo piano, anche per la parentela con
il Maestro, tanto che probabilmente ne diventò
Vescovo, dopo l'uccisione di Giacomo il Maggiore.
Di San Giacomo possiamo leggere una Lettera, indirizzata
a tutti i cristiani, che esorta con forza alla fede;
tuttavia essa da sola non basta, è necessaria
anche l'operato che si deve svolgere con umiltà,
pazienza e carità.
Pietro, dopo la liberazione dal carcere lo investirà
con la sua autorità del il compito di portare
la Parola ai neoconvertiti e sarà accanto a
lui nel primo Concilio di Gerusalemme, tenutosi attorno
al 50 d.C., per parlare sull'ecumenismo della Chiesa.
Ebbe poi contatti con San Paolo che lo cita nella
sua lettera ai Galati dicendo: «Degli Apostoli
non vidi nessun altro se non Giacomo, il fratello
del Signore».
Secondo la tradizione sarebbe stato condannato alla
lapidazione dai sacerdoti del Tempio attorno al 62
ed il suo sepolcro si trova quindi a Gerusalemme,
mentre la sua testa viene venerata nel Duomo di Ancona.
La sua festa liturgica viene celebrata dalla chiesa,
insieme a quella di San Filippo, il 3 maggio. |
GIUDA ISCARIOTA
O
GIUDA DI SIMONE
Figlio di Simone, detto l'Iscariota forse come derivante
dalla parola "sicar" - sicario è
il "portatore di pugnale (sica)" - cioè
seguace di un partito nazionalista che combatteva
l'occupazione romana, è sempre citato come
ultimo Apostolo e con il marchio del suo tradimento.
Come evidenziato nei Vangeli, sembra essere stato
incaricato da Gesù stesso di occuparsi della
cassa: "Alcuni infatti pensavano che, tenendo
Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra
quello che ci occorre per la festa», oppure
che dovesse dare qualche cosa ai poveri" e probabilmente
era l'uomo giusto al posto giusto in quel momento.
Come gli altri Apostoli, comunque, aveva ricevuto
il comando di predicare il regno di Dio con la potestà
di cacciare gli spiriti immondi e di guarire gli infermi.
Uno tra i tanti, insomma, con difetti e pregi come
gli altri, ma evidentemente per essere stato "chiamato"
doveva di sicuro avere delle doti personali molto
spiccate.
Nei Vangeli, oltrechè in occasione del suo
tradimento, Giuda viene menzionato anche nell'episodio
relativo all'unzione di Cristo da parte della Maddalena,
gesto di amore e riverenza che suscita in lui un moto
di stizza perchè da lui ritenuto eccessivo
e costoso, avendo mentalmente calcolato che il costo
dell'unguento avrebbe potuto sfamare molti poveri.
Cosa abbia scatenato in lui la scintilla della ribellione
a Cristo, non è davvero possibile sapere e
capire. Si è ipotizzato il fatto che, ritenendo
Gesù il Messia salvatore e conquistatore del
popolo d'Israele, secondo un'ottica puramente umana,
egli non l'abbia trovato all'altezza di questo compito,
visto che Gesù era venuto sulla terra per ben
altri scopi e la sua natura mite non rendeva davvero,
per Giuda, l'idea di un "combattente".
D'altra parte, il diavolo è sempre presente
accanto a noi e non attende che il momento più
opportuno per scatenarsi. Dunque, avrà atteso
il momento migliore per infiltrarsi nell'animo di
Giuda e non sapremo mai le reali motivazioni che lo
condussero al tradimento e quanto grande poi sia stata
la sua sofferenza morale nel comprendere il male compiuto.
Ma che anche noi, ci rendiamo sempre conto del male
che stiamo facendo e quali conseguenze porterà
nella nostra vita e in quella di chi ci è vicino?
La narrazione evangelica del momento in cui Gesù
sa che Giuda è in procinto di tradirlo, è
densa di pathos e di amarezza:
"Gesù si commosse profondamente e dichiarò:
«In verità, in verità vi dico:
uno di voi mi tradirà... quindi gli disse:
«Quello che devi fare fallo al più presto»....
Giuda non è ancora del tutto convinto di voler
commettere questo atto irreversibile, non è
ancora completamente irretito dal male: "Giuda,
il traditore, disse: «Rabbì, sono forse
io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».".
"Il traditore aveva dato loro questo segnale
dicendo: «Quello che bacerò, è
lui; arrestatelo!». E subito si avvicinò
a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!».
E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico,
per questo sei qui!». »
Amico, Gesù lo chiama così!.
Forse proprio questo, oltre al fatto di vederlo oltraggiato
e percosso e infine crocifisso, avrà ferito
l'animo di Giuda più di una ferita reale e
l'avrà ricondotto sui suoi passi a rendere
quei maledetti 30 denari, che non erano poi neanche
una somma così ragguardevole, urlando: "Ho
peccato, perché ho tradito sangue innocente".
Ma a nulla valgono i suoi rimorsi e quel denaro non
lo vuole più nessuno. Infatti, i sacerdoti
dissero: "Non è lecito metterlo nel tesoro,
perché è prezzo di sangue e tenuto consiglio,
comprarono con esso il Campo del vasaio, denominato
poi "Campo di sangue' ".
L'apostolo, in preda al rimorso si allontanò
per impiccarsi ad un albero. secondo tradizione un
albero di siliquastro che prenderà poi il nome
di "albero di Giuda". |
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Possiamo annoverare tra gli Apostoli, anche se sono da definirsi
solo Evangelisti, gli autori degli altri due Vangeli e cioè
San Luca e San Marco, nonchè San Paolo che, per il
suo fervore apostolico, verrà chiamato "'Apostolo
delle genti".
SAN LUCA
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San Luca Evangelista, nato ad
Antiochia e medico di professione, pagano e convertitosi
alla fede, fu l'unico Evangelista non ebreo. Passò
molto tempo con Paolo che seguì anche a Roma
e sostenne durante la sua prigionia. Scrisse il suo
Vangelo attorno alll'anno 53, partendo dalla nascita
del Battista, cercando di illuminare le menti sui
misteri dell'Annunciazione dell'Incarnazione, della
Natività e della Redenzione, mentre negli Atti
degli Apostoli fa intravvedere le difficoltà
in cui si dibatteva la chiesa primitiva.
Avendo potuto conoscere tutti gli Apostoli, molti
degli altri protagonisti e testimoni oculari delle
vicende della vita del Maestro e dei Suoi numerosi
miracoli, egli aveva raccolto notizie di prima mano,
confermate poi da San Paolo. Sembra che abbia persino
conosciuto Maria Santissima e che Lei gli abbia raccontato,
con dovizia di particolari, i fatti avvenuti nell'infanzia
di Gesù, da lui poi narrati nei Vangeli ma,
ovviamente, non se ne ha la conferma. Probabilmente,
avrà attinto queste informazioni direttamente
da Giovanni, colui che aveva accolto in casa sua la
Vergine e che aveva dunque avuto il tempo di ascoltare
dalla Madre molte inedite notizie sui primi anni dell'esistenza
di Cristo e sugli avvenimenti successivi.
Si dice anche che San Luca, oltrechè medico
fosse anche pittore e abbia dipinto molti ritratti
della Vergine che, a vari titoli, compaiono in molte
chiese cristiane, come si afferma ancora che egli
evangelizzò molte Nazioni, finendo poi martirizzato.
Ma in realtà non ci sono certezze.
Viene ricordato liturgicamente il 18 Ottobre e molte
sue reliquie sono in varie chiese italiane. |
SAN MARCO
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L’evangelista Marco (o Giovanni-Marco
- Giovanni, nome ebraico e Marco, di antica tradizione
romana riferentesi forse a Marte, dio della guerra
- ), cugino o nipote di Barnaba, apparteneva ad una
famiglia di origine greca - forse era nato a Cirene
- successivamente rifugiatasi a Gerusalemme, era uno
studioso ed un conoscitore della Sacra Scrittura.
E' autore del secondo Vangelo, il più breve
dei quattro, probabilmente scritto a Roma, attorno
al 60, a seguito di richieste pressanti di molti neoconvertiti.
In esso egli ha riferito i fatti e le notizie certe
avute di prima mano da San Pietro, di cui fu collaboratore
nella predicazione in Asia e a Roma, essendone pure
l'interprete e il portavoce autorizzato. Con il suo
Vangelo, senza peraltro aver mai udito nè seguito
Gesù, egli ci ha trasmesso le vicende che il
primo Papa aveva vissuto accanto al Maestro.
Insieme al cugino Barnaba, Marco accompagnò
Paolo nel suo primo viaggio missionario, ad Antiochia
e a Cipro, lasciandolo poi ai suoi viaggi apostolici
"ma Giovanni si distaccò da loro e se
ne tornò a Gerusalemme". Tuttavia, seguirà
a Roma San Pietro - che, nella Lettera scritta agli
abitanti dell'Asia del nord, ai suoi saluti unisce
anche quelli del "suo figlio, Marco" - ed
anche San Paolo, aiutandoli nella divulgazione del
Vangelo e assistendoli durante la loro prigionia,
come dirà Paolo nella Lettera ai Colossesi:
"Vi saluta Aristarco, il mio compagno di prigione
e Marco, cugino di Barnaba ". Nella sua seconda
prigionia romana, Paolo ne richiese ancora la presenza,
indirizzando a Timoteo una delle sue Lettere: "Affrettati
a venire da me al più presto... Solo Luca è
con me. Prendi Marco e conducilo con te, perché
mi è utile per il ministero".
Secondo alcune fonti, pare che S. Marco abbia evangelizzato
buona parte della Gallia e dell'Egitto, dove avrebbe
fondato la chiesa di Alessandria di cui sarebbe stato
il primo Vescovo. Non si sanno le circostanze della
sua morte, si sa solo che nella prima metà
dell'800 alcuni mercanti veneti ne trafugarono le
reliquie le quali, l'anno successivo, vennero traslate
in una splendida Basilica, fatta costruire apposta
a Venezia. Viene ricordato dalla Chiesa il 25 Aprile. |
SAN PAOLO
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Nato a Tarso, in Asia Minore,
probabilmente agli inizi dell'era cristiana, Saulo
era cittadino romano di famiglia giudaica; educato
secondo la tradizione farisaica e grande conoscitore
delle Scritture, pare sia stato discepolo di uno dei
più importanti rabbi di Gerusalemme, Gamaliele.
Tenace assertore della sua fede, fu acceso avversario
del Cristianesimo nascente e, come citato negli Atti
degli Apostoli, compare fra i persecutori nell'uccisione
di Santo Stefano il protomartire; "Saulo era
fra coloro che approvarono la sua uccisione... ".
Sulla via di Damasco, percorsa per condurre dei prigionieri
cristiani a Gerusalemme, viene segnato per sempre
da un'esperienza straordinaria, l'apparizione di una
gran luce che lo abbaglierà e lo farà
restare cieco per alcuni giorni, mentre una voce lo
esorterà a cambiare vita, abbandonando le cose
del passato.
Con la stessa forza e fede che aveva avuto nell'essere
un buon israelita, convertitosi al Cristianesimo,
anche senza aver vissuto con Gesù, secondo
il Suo mandato "Io ti ho posto come luce per
le genti, perché tu porti la salvezza sino
all'estremità della terra", sarà
un perfetto cristiano e farà udire in tutto
il mondo conosciuto la sua voce e attraverso le parole
scritte - le sue Lettere inviate a tutte le chiese
- esorterà a seguire la Parola di Cristo nel
mondo: "Prendete perciò l'armatura di
Dio, rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi
e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà,
di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi
a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno
abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri.
Come il Signore vi ha perdonato, così fate
anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità,
che è il vincolo di perfezione. E la pace di
Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa
siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!".
Nei primi tempi, ovviamente, era ritenuto un "infiltrato"
e nessuno si fidava di lui ma poi Barnaba lo prese
con sè, raccontando agli Apostoli ciò
che gli era avvenuto. Con Barnaba e Marco iniziò
le sue lunghe peregrinazioni per diffondere il Vangelo
tra i pagani: "Era necessario che fosse annunziata
a voi per primi la parola di Dio, ma poiché
la respingete e non vi giudicate degni della vita
eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani. Così
infatti ci ha ordinato il Signore.. perché
i pagani divengano una oblazione gradita, santificata
dallo Spirito Santo..". Seguendo ancora i dettami
di Cristo "Coraggio! Come hai testimoniato per
me a Gerusalemme, così è necessario
che tu mi renda testimonianza anche a Roma",
finirà prigioniero a Roma dove verrà
martirizzato
La conversione di Paolo deve servire anche a noi per
comprendere l'infinita misericordia di Cristo che
si serve anche dei suoi persecutori per portare agli
altri la Buona Novella, il Cristo che perdona un cuore
sincero che si pente e che dà la forza di affrontare
ogni avversità e persino il martirio in nome
della Fede.
Secondo tradizione, sia San Paolo che San Pietro trascorsero
gli ultimi anni della loro vita a Roma dove poi furono
uccisi, con modalità diverse. Paolo, come cittadino
romano, venne condannato ad una morte meno infamante
e cioè alla decapitazione. Il suo capo rimbalzò
per terra tre volte, facendo zampillare quelle che
vennero dette "le Tre Fontane".
I due Apostoli vengono ricordati liturgicamente nella
stessa data, il 29 Giugno. |
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