Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

I 12 APOSTOLI

 

I primi discepoli di Gesù, da Lui chiamati e assurti poi al ruolo di Apostoli sono:


Simone, detto dal Maestro "Cefa", poi tradotto in Pietro

Andrea, fratello di Pietro,


Matteo, dapprima chiamato Levi,

Giacomo il Maggiore, figlio di Zebedeo


e Giovanni, suo fratello, definiti da Cristo come "figli del tuono"

Filippo

 

Bartolomeo o Natanaele

Simone il Cananeo, detto "lo Zelote", o "lo Zelante

 

Tommaso, detto Didimo, cioè "Gemello"

 

Giacomo di Alfeo (il Minore)

 

e Giuda il Taddeo o Lebbeo, suoi cugini

 

 

e Giuda di Simone, detto l'Iscariota.

 

 

 

 

Al posto di Giuda Iscariota, poi, per sorteggio tra due pretendenti, verrà annoverato tra i 12 apostoli San Mattia.


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All'infuori di Matteo che era un esattore delle tasse e quindi aveva una "posizione", come si direbbe oggi, tutti gli altri erano pescatori e qualcuno di loro aveva anche famiglia. Non erano dunque istruiti e faticavano anche a capire le parabole che Gesù, pur parlando con semplicità, spesso diceva. Come comprendere, infatti, l'immenso dono che Dio aveva fatto loro e agli uomini tutti, mandando in terra il suo figlio Prediletto? E l'abissale mistero dell'Incarnazione, quello della Santissima Trinità, quello della Risurrezione? Come staccarsi dalle cose terrene per cui faticavano, come ambire solo alle cose del cielo, come accantonare i difetti, le dispute, le ambizioni, le mancanze di fede, i tradimenti? Eppure, avevano lasciato tutto e seguito Gesù alla Sua chiamata! Sia pure nella loro pochezza avevano intravisto - per opera dello Spirito Santo - l'immensità dei cieli che si sarebbero aperti loro dinanzi al solo contatto con il Cristo e Pietro, con la sua impetuosità d'animo dirà: "Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente". Anche se, poco dopo, nel momento della verità, misconoscerà la sua amicizia ed il suo amore per il Maestro, con un triplice tradimento. Uomini, insomma, con difetti comuni a tutti gli altri, che però furono chiamati a diventare di Cristo, ad operare per Lui e a condurre a Lui tutte le genti della terra attraverso la Chiesa, che da loro verrà detta "apostolica".

SAN PIETRO

San Pietro, pescatore di Galilea, dopo aver incontrato e seguito Cristo - "Poco dopo, ecco pure Simone davanti a Gesù; il quale "fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, figlio di Giovanni: ti chiamerai Cefa" - diventerà pescatore d'uomini, come annunciato dal Maestro. Facile a lasciarsi trascinare dagli impulsi ma fedele e pieno di fervore, Pietro riconoscerà in Cristo la natura divina ed Egli lo investirà di autorità: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli"
Purtroppo, proprio per l'impetuosità e l'alternanza dei suoi moti d'animo dettati dalle umane incertezze e debolezze, avrà paura e tradirà - così come Gesù gli aveva predetto - il suo Maestro, pentendosene amaramente subito dopo e impegnando tutte le sue energie per riscattarsi.
Nonostante la sua scarsa istruzione, dopo la morte di Cristo e soprattutto dopo la Pentecoste, illuminato dallo spirito Santo, avrà i mezzi spirituali per guidare la Chiesa nascente, come primo ed indiscusso Pastore, compiendo miracoli ed esortando i suoi confratelli sparsi per la terra, con due Lettere apostoliche.
Imprigionato più volte, riuscirà ad evadere grazie ad un intervento divino: "Ed ecco gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: "Alzati, in fretta!". E le catene gli caddero dalle mani".
Lasciata Gerusalemme, sembra si sia recato a Corinto, Antiochia e infine a Roma, dove venne martirizzato, durante l'impero di Nerone. La tradizione vuole che, essendo stato condannato alla crocifissione, per umiltà nei confronti del Redentore, ucciso nello stesso modo, abbia chiesto di essere crocifisso a testa in giù. Là sul colle Vaticano dove venne martirizzato, venne poi innalzata una cappella che, durante il regno di Costantino diventerà una grande basilica, ampliata poi, come oggi appare.
La sua festa liturgica viene celebrata, unitamente a quella di San Paolo il 29 Giugno.

SANT'ANDREA


Andrea, nato a Betsaida, fratello di Pietro, pescatore anche lui e discepolo del Battista sarà presente, insieme con l'Apostolo più giovane, quando Giovanni affermerà: "Ecco l'Agnello di Dio". E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù."
Insomma, è tra i primi due ad essere "chiamato" e si affretterà ad avvicinare Gesù, a credere in Lui e poi a seguirLo, trascinando anche il fratello ed altri alla sua sequela, dicendo loro: "Abbiamo trovato il Messia!"
Anche lui, dunque, diventerà 'pescatore di uomini'. Nel Vangelo viene segnalato nella moltiplicazione dei pani e dei pesci e quando con Filippo presenta a Gesù dei Greci; viene ancora citato quando con Pietro, Giacomo e Giovanni è sul monte degli Ulivi e, infine, il suo nome appare nel primo capitolo degli Atti degli Apostoli, nominato insieme a quelli che vanno a Gerusalemme dopo l'Ascensione.
Secondo fonti tradizionali, Andrea verrà crocifisso a Patrasso (è, infatti, molto venerato tra i Greci), su una croce a forma di X.
Sembra che successivamente il suo corpo, tranne il capo, venne trasportato a Costantinopoli, dove sarebbe rimasto fino alla quarta crociata, quando le sue reliquie furono portate in Italia, nel Duomo di Amalfi. La testa, invece, durante l'occupazione turca della Grecia fu trasferita in San Pietro dove sarebbe rimasta per cinque secoli, finchè cioè Papa Paolo VI non la fece restituire alla Chiesa greca.
Viene ricordato dalla chiesa il 30 Novembre.

SAN MATTEO

 

Levi, nato a Cafarnao, era un pubblicano, cioè un esattore delle tasse per conto dei romani invasori, che stabilivano le somme da esigere e che li ritenevano responsabili delle cifre stabilite. Per questo, gli esattori, che dovevano anticipare all'amministrazione le tasse dovute, per lo più "arrotondavano" le cifre stabilite per compensare eventuali disavanzi ed erano per questo - come del resto, non mi sembra diverso oggigiorno - alquanto invisi al popolo.
Nonostante ciò, Gesù lo guardò e lo chiamò, dicendo "Seguimi". "ed egli si alzò e lo seguì" senza indugio, senza riserve, senza pensare che stava abbandonando i suoi averi terreni per ben altri beni spirituali. La sua presenza nel gruppo che seguiva Gesù era piuttosto criticata perchè ritenuto, prima di tutto un "venduto" ai romani e poi un peccatore. Ma Gesù era il medico venuto a guarire non i sani ma gli ammalati dello spirito e la presenza di Matteo servì forse a fargli avvicinare altri "peccatori" del genere "Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli" . Passato alla sequela di Gesù, Levi cambiò il nome in Matteo "dono di Dio" e seguì il Maestro fedelmente fino alla morte e alla Resurrezione.
Essendo uno dei pochi che sapesse scrivere, iniziò la redazione del suo Vangelo - il più antico dei quattro - forse una diecina d'anni dopo la morte di Gesù, quando ancora molti testimoni dei fatti avvenuti erano in vita, utilizzando l'aramaico, cioè la lingua degli Ebrei di quel tempo, indirizzandolo quindi proprio ad essi. Egli inizia dalla genealogia di Gesù, per dimostrare come il Messia discendesse da Abramo, citando le Scritture Profetiche, per rendere più semplice comprendere come tutte le promesse di Dio al suo popolo si adempissero per mezzo di Lui. I suoi scritti vennero trovati, secondo una rivelazione di San Matteo stesso nella tomba di Barnaba.
Si dice che abbia evangelizzato l'Etiopia dove pare sia morto e molte sue reliquie si trovano in varie chiese romane e a Salerno, di cui è Patrono e dove sembra che i suoi resti abbiano prodotto per molti anni, una sostanza particolare, chiamata "manna".
La sua festa liturgica è il 21 Settembre.

SAN GIOVANNI

 

Fratello di Giacomo il Maggiore e quindi figlio di Zebedeo e pescatore a Betsaida, è tra i primi a seguire Cristo nel suo lungo cammino fino alla Croce, sempre pronto all'ascolto e alla interiorizzazione di ciò che Gesù dice e l'unico a seguirlo fisicamente attraverso la via dolorosa, dal processo sino al Calvario, poichè gli altri si disperderanno per paura.
A lui, che nel suo Vangelo si defnisce "il discepolo che Egli amava", Gesù, per la sua lealtà e trasparenza, per la predilezione che gli suscitava la sua purezza d'animo ed il suo affetto, affiderà la Madre che Giovanni, simbolo di tutti i cristiani di cui Maria è Madre, accoglierà nella sua casa.
Insieme a Pietro è colui che più volte viene menzionato nel Vangelo e che con il discepolo più anziano e più autorevole, sarà testimone dei numerosi miracoli di Gesù e dei momenti più salienti della Sua vita: saranno infatti insieme, quando Maria di Magdala dirà loro: "Hanno levato il Signore dalla tomba!" e successivamente davanti a quel sepolcro vuoto lascerà il passo all'Apostolo più illustre. Saranno ancora uniti sulla barca quando, di primo mattino, il Signore risorto apparirà loro sulle rive del lago, ed egli riconoscendolo, dirà: « E’ il Signore ».
Autore, in età già molto avanzata, del quarto Vangelo e dell'Apocalisse, ultimo libro del nuovo Testamento redatto dopo una visione, era riuscito a penetrare nell'essenza del mistero di Gesù, vero Dio e vero Uomo, amore e bene infinito o come diceva: « Dio è carità » e soltanto in quell'amore di Dio si poteva trovare felicità e salvezza.
Secondo le fonti avrebbe vissuto ad Efeso con la Madonna, sarebbe stato esiliato a Patmos, per ritornare poi ad Efeso dove morì.
La sua festa liturgica è il 27 Dicembre.

SAN GIUDA TADDEO

 

 

San Giuda, fratello di Giacomo Apostolo, cugino di Gesù poichè figlio di Alfeo e di Maria di Cleofe, sorella della Vergine Maria, venne detto anche "Taddeo", da "Thad" che vuol dire "dolce, misericordioso, amabile, generoso, magnanimo", oppure "Lebbeo", cioè coraggioso. Si può dire che sia stato il primo discepolo di Maria e di Gesù, perchè da bambino senz'altro come parente li frequentò entrambi. A causa del nome Giuda, purtroppo, talvolta viene confuso con l'Iscariota e quindi non molto considerato. Derivante da questo bel nome ebraico, una delle 12 Tribù, quella da cui sarebbe poi nato il Messia.
Giuda fu quindi tra i primi ad essere interpellato dal Maestro e si dice che fosse lo sposo delle nozze di Cana a cui, quindi, come parenti, erano invitati anche la Madre e il Figlio. Nei Vangeli, la sua presenza viene sottolineata solo una volta, nell'ultima Cena, quando gli domanda: "Signore, che cosa è avvenuto, che tu debba manifestarti a noi e non al mondo?".
E Gesù gli risponde: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola, e il Padre mio l'amerà e verremo a lui, e faremo una cosa sola".
Di lui abbiamo una Lettera in cui accusa chi semina discordia, che lui definisce ""nuvole senza acqua, portate qua e là dai venti; alberi d'autunno, senza frutto, onde furiose del mare, che spumano le proprie turpitudini. astri erranti, ai quali sono serbate in eterno le tenebre più profonde".
Sicuramente seguì Gesù senza reticenze per tutta la vita, impegnandosi a divulgare il Verbo, non solo in Patria ma anche in Mesopotamia o in Libia e infine in Persia, dove sembra si sia ricongiunto con l'Apostolo Simone e dove entrambi sarebbero stati martirizzati. Vengono ricordati dalla chiesa il 28 Ottobre e san Giuda è considerato il Patrono delle cause senza speranza.

SAN MATTIA

Il suo nome in ebraico vuole dire "Dono del Signore".
San Mattia prese il posto di Giuda Iscariota tra gli Apostoli che, dopo aver deciso la sostituzione: "Bisogna dunque che tra coloro che ci furono compagni per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga, insieme a noi, testimone della sua risurrezione» e dopo aver pregato Dio di illuminarli nella scelta, lo elessero per sorteggio.
I candidati erano due, Mattia uno e l'altro era Giuseppe detto Barsabba, soprannominato "Il Giusto". Entrambi avevano sicuramente vissuto alla sequela di Cristo "fin dal Battesimo di Giovanni" ed erano stati anche testimoni della sua Risurrezione e della Pentecoste. Questi, infatti, erano i requisiti che doveva avere il nuovo Apostolo.
La scelta cadde, dunque, su Mattia di cui non si hanno notizie dettagliate e certe, nè per quanto concerne la sua opera apostolica nè per quanto riguarda le circostanze della sua morte.
Viene ricordato liturgicamente il 14 Maggio, data presumibilmente vicina a quella della sua elezione.

SAN FILIPPO

 

San Filippo, nato a Betsaida come Giacomo e Giovanni, nel Vangelo è citato poche volte, ma sempre in situazioni di una certa rilevanza.
La prima quando presenta a Gesù l'amico Bartolomeo-Natanaele, che si unirà al cammino del Maestro, poi quando Gesù, commosso dinanzi alla gran folla radunata, a lui si rivolge, dicendo : "Dove compremo il pane, perchè questa gente possa mangiare?", ma Filippo non comprende appieno ciò che Gesù sta dicendo.
Di nuovo viene citato quando si occupa di portare a Gesù dei non credenti e nell'ultima Cena, quando il Cristo parla loro della Trinità e poichè l'Apostolo sembra non comprendere Gesù, chiamandolo per nome, gli risponde:: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre... Non credi tu che io sono nel Padre e il Padre è in me?...»
Poi non si sa più nulla di lui, neanche come morì. La tradizione dice che evangelizzò alcune città della Samaria e della Frigia, dove compiva miracoli. A questo proposito, il suo nome è legato a quello di Simon Mago che con le arti occulte aveva attratto molti seguaci i quali però, dopo averlo confrontato con Filippo, che parlava di Cristo e di ben altri prodigi, scelsero quest'ultimo.
Sembra che abbia trovato la morte a Gerapoli, crocifisso sotto Domiziano o Traiano e le sue relique sono, insieme a quelle di San Giacomo il Minore, nella chiesa dei SS.Apostoli. La chiesa dunque li festeggia insieme il 3 Maggio.

 

SAN BARTOLOMEO

Figlio di Tholmai (Tolomeo) - questo il significato del nome - Bartolomeo viene identificato anche come Natanaele, così lo definisce Giovanni nel suo Vangelo.
Egli viene trascinato dal suo amico Filippo a seguire il Messia, ma sulle prime egli è dubbioso "Può mai venire qualcosa di buono da Nazaret?", ma poi va e Gesù appena lo vede lo apostrofa con un: "Ecco un israelita in cui non vi è falsità". Non accade spesso che vengano riportate le parole di Gesù dirette ad un apostolo, ma queste sono così esplicative da sole che già fanno intravvedere il luminoso cammino dell'Apostolo sulle vie del Signore. Egli dunque, illuminato interiormente dirà: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!" e poi seguirà senza incertezze il Maestro, anche se della sua opera poco si sa dai Vangeli, se non che è tra quelli che vedranno il Cristo risorto sul lago di Tiberiade.

Sicuramente l'ha seguito fino alla fine, ammaestrando le folle (si dice che sia andato in Frigia e nel Ponto arrivando fino in India e in Armenia), coronando il suo percorso, secondo la tradizione, con il martirio: spellato vivo e poi decapitato o crocifisso.
La chiesa celebra la sua festa il 24 Agosto. Il suo corpo è deposto nella chiesa di San Bartolomeo all'Isola Tiberina in Roma.

SAN TOMMASO

 

Tommaso, detto Didimo, che tradotto significa "gemello", probabilmente anche lui pescatore sulle rive del Genazareth, giunto alla sequela di Cristo dopo i primi chiamati, viene citato varie volte nei Vangeli sempre in situazioni determinanti che ne definiscono la figura apostolica.
Viene infatti menzionato mentre manifesta la sua fedeltà al Maestro dicendo: "Andiamo insieme e moriamo con Lui", quando, chiamato da Marta e Maria per la malattia di Lazzaro, Gesù decide di tornare in Giudea, nonostante le minacce ricevute e il parere contrario dei suoi.
Poi,, nell'ultima Cena, l'Apostolo chiede a Gesù per quale via potrà seguirlo e Cristo gli risponderà: " Io sono la via, la verità e la vita".
Ma il momento che viene più ricordato è quello in cui Tommaso, dopo aver messo in dubbio l'apparizione di Gesù agli altri Apostoli, proclama con tutto il suo essere, la sua fede in Cristo: "Mio Signore e mio Dio".
Pur se quasi sempre tacciato di incredulità, san Tommaso sembra destinato a dare le risposte più pregnanti ai nostri interrogativi, perchè troppo spesso anche noi dubitiamo e vorremmo vedere i "segni dei chiodi" e "mettere il dito nel posto dei chiodi e mettere la mano nel suo costato" per credere, per essere fedeli. Egli, quindi, rispecchia la nostra umanità che ci lega costantemente ai problemi terreni e che non ci permette di comprendere l'immensità dell'Uomo-Dio, e ci è di esempio nel professarGli la sua incondizionata adesione.
Di lui, dopo la morte del Redentore si sa poco o niente, sembra che abbia svolto la sua opera di evangelizzazione tra i Parti, i Medi e altri popoli e che recatosi poi in India, vi sia stato martirizzato.
La sua festa liturgica è il 3 Luglio.

SAN SIMONE

Simone, dall'ebraico "Dio ha esaudito", e forse il meno noto degli Apostoli, soprannominato da Luca "lo Zelote", forse perchè seguace del partito politico e religioso degli zeloti (che però non è certo esistesse già al tempo di Gesù, mentre da Matteo e Marco viene definito "il Cananeo", per indicare la sua città d'origine.
Molti identificano Simone con il cugino di Gesù, fratello dell’apostolo Giacomo il Minore, al quale secondo la tradizione sarebbe succeduto come vescovo di Gerusalemme. Ma, comunque, nonostante non vi siano altre notizie nei Vangeli, egli è uno degli Apostoli di Cristo, da Lui scelto personalmente - poichè aveva scrutato nel suo cuore e trovato amore e disponibilità - a Lui fedele sino alla fine, che portò la Parola a chi ancora non la conosceva.
La tradizione vuole, infatti, che con S. Giuda Taddeo abbia predicato in Mesopotamia e nelle dodici province dell'impero persiano dove, entrambi furono martirizzati.
La chiesa li ricorda insieme il 28 Ottobre.

SAN GIACOMO (IL MAGGIORE)

San Giacomo, fratello maggiore di San Giovanni e figlio di Zebedeo e di Salome, inizia subito a seguire Gesù che, mentre erano intenti al loro lavoro di pescatori, passando lungo le rive del lago di Genazareth li chiama. Entrambi accettano senza indugi, senza pensare al lavoro appena iniziato e che lasceranno per chissà quanto tempo - se non per sempre - senza sapere che sbocchi avrà il loro futuro, insomma senza esitazione alcuna, rivelando una prontezza e una fermezza d'animo che solo "Gesù che passa e chiama" può instillare nell'animo umano. Una simile, decisa risposta di Giacomo si avrà quando Gesù chiederà se vorranno seguirlo sulla via che conduce al calvario. L'Apostolo verrà difatti subito perseguitato in Gerusalemme per quel suo essere cristiano e prima condannato al carcere e alla flagellazione e successivamente verrà ucciso da Erode Agrippa.
San Giacomo è molto venerato in Spagna che, secondo un'antica tradizione, avrebbe evangelizzato e dove è noto come Santiago; nel IX secolo le sue reliquie sarebbero state ritrovate e conservate a Compostella, meta di pellegrinaggi da tutto il mondo, sin dall'antichità.. La sua festa liturgica è il 25 Luglio.

SAN GIACOMO (IL MINORE)

Di San Giacomo, detto il Minore - per distinguerlo dal fratello di Giovanni chiamato il Maggiore - o anche "Il Giusto", nel Vangelo non si dice nulla, tranne che viene annoverato tra i 12 e che era cugino di Gesù, essendo anch'egli come Giuda Taddeo figlio di Alfeo, nato probabilmente a Cana. Dagli Atti degli Apostoli, invece, sappiamo che nella chiesa di Gerusalemme occupava un posto di primo piano, anche per la parentela con il Maestro, tanto che probabilmente ne diventò Vescovo, dopo l'uccisione di Giacomo il Maggiore.
Di San Giacomo possiamo leggere una Lettera, indirizzata a tutti i cristiani, che esorta con forza alla fede; tuttavia essa da sola non basta, è necessaria anche l'operato che si deve svolgere con umiltà, pazienza e carità.
Pietro, dopo la liberazione dal carcere lo investirà con la sua autorità del il compito di portare la Parola ai neoconvertiti e sarà accanto a lui nel primo Concilio di Gerusalemme, tenutosi attorno al 50 d.C., per parlare sull'ecumenismo della Chiesa. Ebbe poi contatti con San Paolo che lo cita nella sua lettera ai Galati dicendo: «Degli Apostoli non vidi nessun altro se non Giacomo, il fratello del Signore».
Secondo la tradizione sarebbe stato condannato alla lapidazione dai sacerdoti del Tempio attorno al 62 ed il suo sepolcro si trova quindi a Gerusalemme, mentre la sua testa viene venerata nel Duomo di Ancona.
La sua festa liturgica viene celebrata dalla chiesa, insieme a quella di San Filippo, il 3 maggio.



GIUDA ISCARIOTA
O
GIUDA DI SIMONE

 

Figlio di Simone, detto l'Iscariota forse come derivante dalla parola "sicar" - sicario è il "portatore di pugnale (sica)" - cioè seguace di un partito nazionalista che combatteva l'occupazione romana, è sempre citato come ultimo Apostolo e con il marchio del suo tradimento.
Come evidenziato nei Vangeli, sembra essere stato incaricato da Gesù stesso di occuparsi della cassa: "Alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri" e probabilmente era l'uomo giusto al posto giusto in quel momento.
Come gli altri Apostoli, comunque, aveva ricevuto il comando di predicare il regno di Dio con la potestà di cacciare gli spiriti immondi e di guarire gli infermi. Uno tra i tanti, insomma, con difetti e pregi come gli altri, ma evidentemente per essere stato "chiamato" doveva di sicuro avere delle doti personali molto spiccate.
Nei Vangeli, oltrechè in occasione del suo tradimento, Giuda viene menzionato anche nell'episodio relativo all'unzione di Cristo da parte della Maddalena, gesto di amore e riverenza che suscita in lui un moto di stizza perchè da lui ritenuto eccessivo e costoso, avendo mentalmente calcolato che il costo dell'unguento avrebbe potuto sfamare molti poveri.
Cosa abbia scatenato in lui la scintilla della ribellione a Cristo, non è davvero possibile sapere e capire. Si è ipotizzato il fatto che, ritenendo Gesù il Messia salvatore e conquistatore del popolo d'Israele, secondo un'ottica puramente umana, egli non l'abbia trovato all'altezza di questo compito, visto che Gesù era venuto sulla terra per ben altri scopi e la sua natura mite non rendeva davvero, per Giuda, l'idea di un "combattente".
D'altra parte, il diavolo è sempre presente accanto a noi e non attende che il momento più opportuno per scatenarsi. Dunque, avrà atteso il momento migliore per infiltrarsi nell'animo di Giuda e non sapremo mai le reali motivazioni che lo condussero al tradimento e quanto grande poi sia stata la sua sofferenza morale nel comprendere il male compiuto. Ma che anche noi, ci rendiamo sempre conto del male che stiamo facendo e quali conseguenze porterà nella nostra vita e in quella di chi ci è vicino?
La narrazione evangelica del momento in cui Gesù sa che Giuda è in procinto di tradirlo, è densa di pathos e di amarezza:
"Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà... quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto»....
Giuda non è ancora del tutto convinto di voler commettere questo atto irreversibile, non è ancora completamente irretito dal male: "Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».".
"Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». E subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». »
Amico, Gesù lo chiama così!.
Forse proprio questo, oltre al fatto di vederlo oltraggiato e percosso e infine crocifisso, avrà ferito l'animo di Giuda più di una ferita reale e l'avrà ricondotto sui suoi passi a rendere quei maledetti 30 denari, che non erano poi neanche una somma così ragguardevole, urlando: "Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente". Ma a nulla valgono i suoi rimorsi e quel denaro non lo vuole più nessuno. Infatti, i sacerdoti dissero: "Non è lecito metterlo nel tesoro, perché è prezzo di sangue e tenuto consiglio, comprarono con esso il Campo del vasaio, denominato poi "Campo di sangue' ".
L'apostolo, in preda al rimorso si allontanò per impiccarsi ad un albero. secondo tradizione un albero di siliquastro che prenderà poi il nome di "albero di Giuda".



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APOSTOLI ED EVANGELISTI


Possiamo annoverare tra gli Apostoli, anche se sono da definirsi solo Evangelisti, gli autori degli altri due Vangeli e cioè San Luca e San Marco, nonchè San Paolo che, per il suo fervore apostolico, verrà chiamato "'Apostolo delle genti".

SAN LUCA

San Luca Evangelista, nato ad Antiochia e medico di professione, pagano e convertitosi alla fede, fu l'unico Evangelista non ebreo. Passò molto tempo con Paolo che seguì anche a Roma e sostenne durante la sua prigionia. Scrisse il suo Vangelo attorno alll'anno 53, partendo dalla nascita del Battista, cercando di illuminare le menti sui misteri dell'Annunciazione dell'Incarnazione, della Natività e della Redenzione, mentre negli Atti degli Apostoli fa intravvedere le difficoltà in cui si dibatteva la chiesa primitiva.
Avendo potuto conoscere tutti gli Apostoli, molti degli altri protagonisti e testimoni oculari delle vicende della vita del Maestro e dei Suoi numerosi miracoli, egli aveva raccolto notizie di prima mano, confermate poi da San Paolo. Sembra che abbia persino conosciuto Maria Santissima e che Lei gli abbia raccontato, con dovizia di particolari, i fatti avvenuti nell'infanzia di Gesù, da lui poi narrati nei Vangeli ma, ovviamente, non se ne ha la conferma. Probabilmente, avrà attinto queste informazioni direttamente da Giovanni, colui che aveva accolto in casa sua la Vergine e che aveva dunque avuto il tempo di ascoltare dalla Madre molte inedite notizie sui primi anni dell'esistenza di Cristo e sugli avvenimenti successivi.
Si dice anche che San Luca, oltrechè medico fosse anche pittore e abbia dipinto molti ritratti della Vergine che, a vari titoli, compaiono in molte chiese cristiane, come si afferma ancora che egli evangelizzò molte Nazioni, finendo poi martirizzato. Ma in realtà non ci sono certezze.
Viene ricordato liturgicamente il 18 Ottobre e molte sue reliquie sono in varie chiese italiane.

SAN MARCO

L’evangelista Marco (o Giovanni-Marco - Giovanni, nome ebraico e Marco, di antica tradizione romana riferentesi forse a Marte, dio della guerra - ), cugino o nipote di Barnaba, apparteneva ad una famiglia di origine greca - forse era nato a Cirene - successivamente rifugiatasi a Gerusalemme, era uno studioso ed un conoscitore della Sacra Scrittura.
E' autore del secondo Vangelo, il più breve dei quattro, probabilmente scritto a Roma, attorno al 60, a seguito di richieste pressanti di molti neoconvertiti. In esso egli ha riferito i fatti e le notizie certe avute di prima mano da San Pietro, di cui fu collaboratore nella predicazione in Asia e a Roma, essendone pure l'interprete e il portavoce autorizzato. Con il suo Vangelo, senza peraltro aver mai udito nè seguito Gesù, egli ci ha trasmesso le vicende che il primo Papa aveva vissuto accanto al Maestro.
Insieme al cugino Barnaba, Marco accompagnò Paolo nel suo primo viaggio missionario, ad Antiochia e a Cipro, lasciandolo poi ai suoi viaggi apostolici "ma Giovanni si distaccò da loro e se ne tornò a Gerusalemme". Tuttavia, seguirà a Roma San Pietro - che, nella Lettera scritta agli abitanti dell'Asia del nord, ai suoi saluti unisce anche quelli del "suo figlio, Marco" - ed anche San Paolo, aiutandoli nella divulgazione del Vangelo e assistendoli durante la loro prigionia, come dirà Paolo nella Lettera ai Colossesi: "Vi saluta Aristarco, il mio compagno di prigione e Marco, cugino di Barnaba ". Nella sua seconda prigionia romana, Paolo ne richiese ancora la presenza, indirizzando a Timoteo una delle sue Lettere: "Affrettati a venire da me al più presto... Solo Luca è con me. Prendi Marco e conducilo con te, perché mi è utile per il ministero".
Secondo alcune fonti, pare che S. Marco abbia evangelizzato buona parte della Gallia e dell'Egitto, dove avrebbe fondato la chiesa di Alessandria di cui sarebbe stato il primo Vescovo. Non si sanno le circostanze della sua morte, si sa solo che nella prima metà dell'800 alcuni mercanti veneti ne trafugarono le reliquie le quali, l'anno successivo, vennero traslate in una splendida Basilica, fatta costruire apposta a Venezia. Viene ricordato dalla Chiesa il 25 Aprile.

 

SAN PAOLO

 

Nato a Tarso, in Asia Minore, probabilmente agli inizi dell'era cristiana, Saulo era cittadino romano di famiglia giudaica; educato secondo la tradizione farisaica e grande conoscitore delle Scritture, pare sia stato discepolo di uno dei più importanti rabbi di Gerusalemme, Gamaliele.
Tenace assertore della sua fede, fu acceso avversario del Cristianesimo nascente e, come citato negli Atti degli Apostoli, compare fra i persecutori nell'uccisione di Santo Stefano il protomartire; "Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione... ".
Sulla via di Damasco, percorsa per condurre dei prigionieri cristiani a Gerusalemme, viene segnato per sempre da un'esperienza straordinaria, l'apparizione di una gran luce che lo abbaglierà e lo farà restare cieco per alcuni giorni, mentre una voce lo esorterà a cambiare vita, abbandonando le cose del passato.
Con la stessa forza e fede che aveva avuto nell'essere un buon israelita, convertitosi al Cristianesimo, anche senza aver vissuto con Gesù, secondo il Suo mandato "Io ti ho posto come luce per le genti, perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra", sarà un perfetto cristiano e farà udire in tutto il mondo conosciuto la sua voce e attraverso le parole scritte - le sue Lettere inviate a tutte le chiese - esorterà a seguire la Parola di Cristo nel mondo: "Prendete perciò l'armatura di Dio, rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!".
Nei primi tempi, ovviamente, era ritenuto un "infiltrato" e nessuno si fidava di lui ma poi Barnaba lo prese con sè, raccontando agli Apostoli ciò che gli era avvenuto. Con Barnaba e Marco iniziò le sue lunghe peregrinazioni per diffondere il Vangelo tra i pagani: "Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore.. perché i pagani divengano una oblazione gradita, santificata dallo Spirito Santo..". Seguendo ancora i dettami di Cristo "Coraggio! Come hai testimoniato per me a Gerusalemme, così è necessario che tu mi renda testimonianza anche a Roma", finirà prigioniero a Roma dove verrà martirizzato
La conversione di Paolo deve servire anche a noi per comprendere l'infinita misericordia di Cristo che si serve anche dei suoi persecutori per portare agli altri la Buona Novella, il Cristo che perdona un cuore sincero che si pente e che dà la forza di affrontare ogni avversità e persino il martirio in nome della Fede.
Secondo tradizione, sia San Paolo che San Pietro trascorsero gli ultimi anni della loro vita a Roma dove poi furono uccisi, con modalità diverse. Paolo, come cittadino romano, venne condannato ad una morte meno infamante e cioè alla decapitazione. Il suo capo rimbalzò per terra tre volte, facendo zampillare quelle che vennero dette "le Tre Fontane".
I due Apostoli vengono ricordati liturgicamente nella stessa data, il 29 Giugno.

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