PARLIAMO DI... LETTERINE DI NATALE
Usate dapprima in occasione del nuovo anno
e in seguito più specificatamente per il Natale, le
Letterine fanno la loro comparsa nel Settecento (la prima
conosciuta in Europa è datata 1731), diffondendosi
nell'Ottocento e nella prima metà del Novecento come
messaggio augurale destinato soprattutto ai genitori, ma anche
ad altri parenti stretti come nonni e zii - che una volta
vivevano nell'ambito della famiglia patriarcale - e talvolta
indirizzate direttamente al Bambino Gesù.
Questo soprattutto nell'area e nella tradizione italiana,
poiché in Germania, ad esempio, le letterine venivano
utilizzate in varie festività come augurio, con testi
copiati da precedenti scritti o poesie.
Soprattutto in Italia, durante la cena di Natale, le letterine
venivano depositate abitualmente sotto il piatto del destinatario
o sotto l'abete, sul davanzale della finestra o sotto la cappa
del caminetto, secondo le varie tradizioni regionali.
I complessi motivi floreali e dorati, impressi a rilievo sui
fogli di carta leggera, decorati con figurine in cromolitografia
applicate in un secondo tempo, uno spolverio di porporina
argentata, rilievi dorati ed altri elementi decorativi, ci
discoprono un mondo infantile e fantastico intriso di buoni
sentimenti.
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La loro iconografia è duplice:
da un lato quella nordica fatta di renne e di abeti
luminosi sotto cui occhieggiano i regali, dall'altra
quella cristiana, con in primo luogo il Bambinello
sulla paglia, ma anche con la Sacra Famiglia, la Cometa,
stuoli di Angeli e di pastori osannanti.
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Le Letterine di Natale vengono raccolte non solo per
la bellezza della veste grafica ma spesso anche per
i messaggi trasmessi - spesso vergati da una mano infantile
con una grafia che denota la trepidazione dell'attesa
- che hanno valore sia come documento storico che come
saggio di composizione.
Il loro contenuto, infatti, è spesso un vero
e proprio spaccato d'epoca e di vita familiare, come
evoca questa letterina riportata di seguito, datata
Natale 1944, in cui timori non più fanciulleschi
vengono espressi - anche con qualche errore ortografico
- dal giovane firmatario:
"Carissimi Genitori,
In questo momento così grave
Mi sento più che mai unito a Voi.
Ormai è il quinto Natale di guerra,
il quinto anno che passiamo fra questa
bufera umana.
Non posso fare a meno di pensare sempre
alla nostra Venezia che tutt'ora è
martellata
Che Gesù faccia cantare agli Angeli
"Pax ominibus bonae voluntatis".
Con questa speranza, Vi porgo
Mille e mille auguri affinché si
adempino
Tutti i vostri desideri e possiate vivere
Sempre felici per molti anni
Gian"
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Per saperne di più: - Vittorio Pranzini - Elisabetta
Gulli Grigioni "Letterine di Natale, Immagini e Messaggi nella
corrispondenza augurale infantile, XIX e XX secolo" Edizioni
Essegi, Ravenna 1981 - Letterine del Balilla - Collana "I
Trucioli" 1973 ristampa Colonnese, Napoli 1983
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BIGLIETTI DI AUGURI
NATALIZI E NON SOLO
La tradizione di inviare auguri ha origini
remote; è un antichissimo costume nato in Cina, successivamente
diffusosi anche in Europa. Già nel Quattrocento, nei
paesi di lingua tedesca, per il nuovo anno si usava regalare
delle stampine in cui erano presenti sia gli elementi cristiani
che gli auspici pagani.
Derivate da queste, ma decisamente profane, le immaginette
di amicizia, i calendari e stampine con auguri del Settecento
tedesco, il cui uso è durato sino alla metà
del secolo scorso.
Fra il 600 e il 700, le relazioni sociali tra i Paesi del
bacino mediterraneo si erano infittite e, alla scopo di preannunciare
visite o appuntamenti o semplicemente per inviare un pensiero
augurale durante le festività, vennero utilizzate carte
personalizzate che vennero rese sempre più sontuose
e raffinate
All'inizio del'800, con il perfezionamento dei metodi di
stampa, i fabbricanti cominciarono a produrre la stessa immagine
ripetuta su vasta scala, sbizzarrendosi sia nei soggetti,
sia negli effetti speciali, raggiunti utilizzando la tecnica
del collage e anche stoffa, velluto, strass, oppure aggiungendo
parti mobili mosse da linguelle che permettevano il ricambio
delle figure.
Le immagini venivano inoltre arricchite da figurine fustellate,
scenari floreali e da trafori di pizzo. Niente di nuovo poichè
già nel 600 questi effetti si potevano vedere nelle
immagine religiose; erano cambiate solo le tecniche, il mercato
e i fornitori.
I biglietti migliori erano tedeschi ed austriaci - il primo
biglietto di Buon Anno, una rarità, venne stampato
in Germania nel 1816 - e, fra il 1820 e il 30, a Vienna, furoreggiò
la moda di pezzi unici fatti del tutto a mano con intarsi
in madreperla e altri materiali costosissimi, secondi solo
ai Surinomo giapponesi.
I pizzi erano realizzati con piccole matrici o fustelle metalliche
contro cui si premeva il foglio inumidito, martellando delicatamente
con un piccolo attrezzo; poi a Praga venne approntata una
macchina che realizzava gli intagli - utilizzata soprattutto
in Francia per i santini che, comunque, influenzarono l'estetica
dei biglietti augurali - che permetteva rapidità e
ripetitività.
Rilievi e intagli a profusione vennero dunque realizzati dando
vita ad esemplari fastosi anche in eccesso, con cadute di
gusto.
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Con la litografia e la cromolitigrafia (1837) - prima
si erano utilizzate la xilografia e la calcografia -
inizia la produzione in grandi quantità di cartoncini
di tutte le dimensioni e di tutti i tipi, con un'esplosione
di voli di colorate farfalle, steccati e fiori, angeli...
a trittico, a teatrino, a sorpresa, a più piani
con mazzi di fiori che si aprivano all'interno.
Anche queste cromolitografie vennero arricchite da immagini,
in stili diverso, stampate in rilievo o ricamate, con
parti da sollevare o ruotare o stendere e montare con
un effetto tridimensionale. |
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In Germania e Francia per auguri si intendevano particolarmente
quelli di Capodanno.
In Inghilterra invece si stavano rivalutando i simboli romantici
di amore e fraternità, riscoprendo lo spirito del Natale.
Il primo cartoncino fu fatto stampare in Inghilterra nel 1843
mentre la produzione commerciale e la diffusione in tutta
Europa della moda di inviare auguri per Natale, inizia nel
1862, divisa in due filoni: il primo di ottima qualità
ed elegante, l'altro ridondante di decori.
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Ovviamente accanto a questi, escusivamente
dedicati al Natale e all'inizio del nuovo anno, c'è
una vastissima produzione di altri biglietti augurali
per ogni genere di ricorrenza: auguri per Pasqua, per
i compleanni, le Cresime e le Comunioni, onomastici,
per il Primo di aprile, per il giorno del Ringraziamento
e festività varie, per dichiarare il proprio
amore...
I pezzi più spettacolari erano poi utilizzati
per abbellire le case o raccolti in albums creati ad
hoc, predisposti con una linguetta da inserire in apposite
fessure praticate nelle pagine.
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