Rubriche di
Patrizia Fontana Roca

 

PARLIAMO DI... LETTERINE DI NATALE

Usate dapprima in occasione del nuovo anno e in seguito più specificatamente per il Natale, le Letterine fanno la loro comparsa nel Settecento (la prima conosciuta in Europa è datata 1731), diffondendosi nell'Ottocento e nella prima metà del Novecento come messaggio augurale destinato soprattutto ai genitori, ma anche ad altri parenti stretti come nonni e zii - che una volta vivevano nell'ambito della famiglia patriarcale - e talvolta indirizzate direttamente al Bambino Gesù.
Questo soprattutto nell'area e nella tradizione italiana, poiché in Germania, ad esempio, le letterine venivano utilizzate in varie festività come augurio, con testi copiati da precedenti scritti o poesie.
Soprattutto in Italia, durante la cena di Natale, le letterine venivano depositate abitualmente sotto il piatto del destinatario o sotto l'abete, sul davanzale della finestra o sotto la cappa del caminetto, secondo le varie tradizioni regionali.
I complessi motivi floreali e dorati, impressi a rilievo sui fogli di carta leggera, decorati con figurine in cromolitografia applicate in un secondo tempo, uno spolverio di porporina argentata, rilievi dorati ed altri elementi decorativi, ci discoprono un mondo infantile e fantastico intriso di buoni sentimenti.

La loro iconografia è duplice: da un lato quella nordica fatta di renne e di abeti luminosi sotto cui occhieggiano i regali, dall'altra quella cristiana, con in primo luogo il Bambinello sulla paglia, ma anche con la Sacra Famiglia, la Cometa, stuoli di Angeli e di pastori osannanti.

Le Letterine di Natale vengono raccolte non solo per la bellezza della veste grafica ma spesso anche per i messaggi trasmessi - spesso vergati da una mano infantile con una grafia che denota la trepidazione dell'attesa - che hanno valore sia come documento storico che come saggio di composizione.
Il loro contenuto, infatti, è spesso un vero e proprio spaccato d'epoca e di vita familiare, come evoca questa letterina riportata di seguito, datata Natale 1944, in cui timori non più fanciulleschi vengono espressi - anche con qualche errore ortografico - dal giovane firmatario:

"Carissimi Genitori,

In questo momento così grave

Mi sento più che mai unito a Voi.

Ormai è il quinto Natale di guerra,

il quinto anno che passiamo fra questa bufera umana.

Non posso fare a meno di pensare sempre

alla nostra Venezia che tutt'ora è martellata

Che Gesù faccia cantare agli Angeli

"Pax ominibus bonae voluntatis".

Con questa speranza, Vi porgo

Mille e mille auguri affinché si adempino

Tutti i vostri desideri e possiate vivere

Sempre felici per molti anni

Gian"

   

Per saperne di più: - Vittorio Pranzini - Elisabetta Gulli Grigioni "Letterine di Natale, Immagini e Messaggi nella corrispondenza augurale infantile, XIX e XX secolo" Edizioni Essegi, Ravenna 1981 - Letterine del Balilla - Collana "I Trucioli" 1973 ristampa Colonnese, Napoli 1983

 

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BIGLIETTI DI AUGURI NATALIZI E NON SOLO

 

 

La tradizione di inviare auguri ha origini remote; è un antichissimo costume nato in Cina, successivamente diffusosi anche in Europa. Già nel Quattrocento, nei paesi di lingua tedesca, per il nuovo anno si usava regalare delle stampine in cui erano presenti sia gli elementi cristiani che gli auspici pagani.
Derivate da queste, ma decisamente profane, le immaginette di amicizia, i calendari e stampine con auguri del Settecento tedesco, il cui uso è durato sino alla metà del secolo scorso.
Fra il 600 e il 700, le relazioni sociali tra i Paesi del bacino mediterraneo si erano infittite e, alla scopo di preannunciare visite o appuntamenti o semplicemente per inviare un pensiero augurale durante le festività, vennero utilizzate carte personalizzate che vennero rese sempre più sontuose e raffinate

All'inizio del'800, con il perfezionamento dei metodi di stampa, i fabbricanti cominciarono a produrre la stessa immagine ripetuta su vasta scala, sbizzarrendosi sia nei soggetti, sia negli effetti speciali, raggiunti utilizzando la tecnica del collage e anche stoffa, velluto, strass, oppure aggiungendo parti mobili mosse da linguelle che permettevano il ricambio delle figure.

Le immagini venivano inoltre arricchite da figurine fustellate, scenari floreali e da trafori di pizzo. Niente di nuovo poichè già nel 600 questi effetti si potevano vedere nelle immagine religiose; erano cambiate solo le tecniche, il mercato e i fornitori.

I biglietti migliori erano tedeschi ed austriaci - il primo biglietto di Buon Anno, una rarità, venne stampato in Germania nel 1816 - e, fra il 1820 e il 30, a Vienna, furoreggiò la moda di pezzi unici fatti del tutto a mano con intarsi in madreperla e altri materiali costosissimi, secondi solo ai Surinomo giapponesi.
I pizzi erano realizzati con piccole matrici o fustelle metalliche contro cui si premeva il foglio inumidito, martellando delicatamente con un piccolo attrezzo; poi a Praga venne approntata una macchina che realizzava gli intagli - utilizzata soprattutto in Francia per i santini che, comunque, influenzarono l'estetica dei biglietti augurali - che permetteva rapidità e ripetitività.
Rilievi e intagli a profusione vennero dunque realizzati dando vita ad esemplari fastosi anche in eccesso, con cadute di gusto.

Con la litografia e la cromolitigrafia (1837) - prima si erano utilizzate la xilografia e la calcografia - inizia la produzione in grandi quantità di cartoncini di tutte le dimensioni e di tutti i tipi, con un'esplosione di voli di colorate farfalle, steccati e fiori, angeli... a trittico, a teatrino, a sorpresa, a più piani con mazzi di fiori che si aprivano all'interno.
Anche queste cromolitografie vennero arricchite da immagini, in stili diverso, stampate in rilievo o ricamate, con parti da sollevare o ruotare o stendere e montare con un effetto tridimensionale.

In Germania e Francia per auguri si intendevano particolarmente quelli di Capodanno.
In Inghilterra invece si stavano rivalutando i simboli romantici di amore e fraternità, riscoprendo lo spirito del Natale.
Il primo cartoncino fu fatto stampare in Inghilterra nel 1843 mentre la produzione commerciale e la diffusione in tutta Europa della moda di inviare auguri per Natale, inizia nel 1862, divisa in due filoni: il primo di ottima qualità ed elegante, l'altro ridondante di decori.

Ovviamente accanto a questi, escusivamente dedicati al Natale e all'inizio del nuovo anno, c'è una vastissima produzione di altri biglietti augurali per ogni genere di ricorrenza: auguri per Pasqua, per i compleanni, le Cresime e le Comunioni, onomastici, per il Primo di aprile, per il giorno del Ringraziamento e festività varie, per dichiarare il proprio amore...

I pezzi più spettacolari erano poi utilizzati per abbellire le case o raccolti in albums creati ad hoc, predisposti con una linguetta da inserire in apposite fessure praticate nelle pagine.

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