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L'ENIGMA DEL MONASTERO DEL LIANO
L'ultimo lavoro di Michele Chieppi
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DESCRIZIONE DELL’OPERA
Viste e considerate le soluzioni a dir poco
appariscenti si è resa necessaria, a vantaggio della
credibilità di questo testo, riportare ricche citazioni
documentarie di tradizione pavese e non, concentrandosi in
particolar modo sulle fonti rare. Ciò porta vantaggio
anche a chi è desideroso di interessarsi a quella parte
di letteratura reperibile solamente nelle biblioteche più
prestigiose e che prevede quindi prolungate consultazioni
nelle medesime. Grazie alla notevole quantità di frammenti
proposti, il testo porta spesso a far dialogare gli studiosi
antichi e moderni in un dibattito acceso, in cui l’Autore,
conciliando le sentenze, propone la sua personale soluzione.
Delucidazioni sul Testo
Questo Studio analizza gran parte del Repertorio documentario
pavese che tratta di San Martino del Liano, riportando, in
alcuni casi, anche ampi frammenti degli originali. Questo
anche con il fine, oltre a dare testimonianza che le ipotesi
formulate non derivano da ragionamenti di fantasia ma poggiano
le loro fondamenta su elementi concreti, di portare ai Lettori
parti di scritti relegati in Volumi di grande valore storico,
che solo un lungo “pellegrinaggio” nelle Biblioteche
di Pavia porterebbe alla Loro attenzione. Inoltre, mi è
parsa un’operazione inutile e storicamente scorretta
cambiare alcuni termini di un frammento di testo e farlo indebitamente
mio!
Chi vorrà concedermi l’onore di proseguire la
lettura di questo libro avrà quindi modo di ritrovare
anche parte della propria storia, o meglio, sarebbe mio desiderio
portare al Lettore un frammento della vita passata di quel
meraviglioso universo chiamato Pavia. E’ sembrato così
utile citare Testi che racchiudono nelle proprie lettere una
bellezza stilistica degna di essere ricordata.
Da tenersi sin d’ora in considerazione il fatto inoltre,
che malgrado sia di notevole interesse percorre approfonditamente
l’analisi storica dalla nascita sino alla scomparsa
del Complesso pavese, questo Studio focalizzerà l’attenzione
sul periodo che corre fra la fondazione fino al 1300 circa,
anche se, naturalmente, non ometterà di riportare in
linea generale notizie dei periodi successivi.
Ma non si parlerà solamente di San Martino del Liano:
si tratterà anche del Palazzo Regio di Pavia, di San
Siro, di San Marino, di Costantino il Grande, ecc.
Tesi alla quale sono giunto dopo un anno e mezzo di ricerche
San Martino del Liano è da considerarsi un Complesso
di Edifici Religiosi ispirato dal Santo Sepolcro di Nostro
Signore, o meglio, è da intendersi la replica di questo
in base all’esperienza mediatoria del Milion di Costantino
il Grande a Costantinopoli.
Storicamente è stato dimenticato, confuso e messo in
disparte, ma il suo valore è grande a cominciare dalle
sue denominazioni. Era composto da tre elementi: San Martino
in Petra Lata, San Salvatore Liano e San Maurizio (conosciuta
anche come Santa Maria Parva).
San Salvatore del Liano era la componente che primeggiava.
Nel corso della Storia le tre parti assunsero posizioni indipendenti,
ma è da supporsi che continuarono a mantenere costanti
i rapporti fra loro.
Nella toponomastica pavese fu collocato in luogo ben preciso,
corrispondente anche con l’area di primo insediamento
longobardo (nella quale conviveva anche la chiesa esaugurata
dall’arianesimo di Sant’Eusebio), su imitazione
delle esperienze sopra citate.
Il Complesso fu fondato da Sant’Emiliano Vescovo di
Vercelli fra il 500 e il 501, probabilmente durante una tappa
del viaggio che lo portò a Roma per assistere ad uno
dei Concili indetti da Papa Simmaco. Da lui ereditò
il nome di Liano ed un’impronta di culto mariano di
tradizione eusebiana. Non si esclude, anzi è probabile,
che vi fu una devozione nei confronti di una Madonna Nera.
Dopo la rifondazione per mano di Ariperto Re dei Longobardi
in un anno imprecisato tra il 653 e il 661, assunse nell’età
longobarda un grande significato significato storico-religioso.
Dal punto di vista religioso, è presumibile che fu
la Pietra scelta, un edificio santo, una testimonianza il
cui valore è grande per chi crede. Al contrario, per
chi non crede, essa è una Pietra d’inciampo e
a questo inciampo sono destinati tutti coloro che non hanno
fede.
Dal punto di vista storico, pur se San Martino del Liano non
presenta un impianto architettonico simile al Santo Sepolcro
a differenza di altre chiese medievali più vicine alla
sua fisionomia, è da ricordarsi che Essa era una chiesa
già esistente all’epoca di Ariperto e che i Longobardi
procedettero a una rifondazione e non a una fondazione ex
novo.
Letti i Documenti i quali attestano che i Longobardi conoscevano
la struttura del Santo Sepolcro, è tuttavia indispensabile
dire che questi sono da considerarsi i preparatori di un progetto
i cui frutti saranno colti più tardi, in particolar
modo in epoca crociata. Se ben dimostrarono di conoscere la
Sua struttura, l’assenza di una maturazione completa
dal punto di vista religioso-culturale portò solo all’inizio
di un processo molto complesso che, partendo in modo embrionale
dagli schemi impostati a proposito dei loca-sanctorum e applicando
questi alla collocazione delle Reliquie nelle chiese di particolare
interesse, si andava a delineare la creazione di un ambiente
in cui si veniva ad esprimere concettualmente, e in alcuni
casi anche fisicamente, ciò che si sprigionava, in
fatto di misticismo, dai luoghi principali della cristianità
oggetto della loro replica. Perciò, il Complesso del
Liano va a commemorare il Santo Sepolcro (puntando l’attenzione
in particolar modo al Milion di Costantinopoli) anche dal
punto di vista storico, il che abbraccia e conforta, i principi
espressi dalla Ricerca in ambito più strettamente religioso.
Naturalmente è impossibile determinare i periodi in
cui le Reliquie trovarono posto nella Chiesa pavese, il vuoto
documentario è notevole: si può azzardare qualche
ipotesi, ma nulla di più. Ciononostante i Longobardi
rifuggono da qualsiasi ragionamento riguardo la traslazione
di Corpi Santi: basti pensare alle incursioni di Astolfo a
Roma. E’ doveroso invece ribadire il ruolo preparatorio
dei Longobardi, i quali gettarono le basi ai secoli successivi,
e che una maggior presa di coscienza religioso-culturale dei
popoli che seguirono portarono a maturazione, per la creazione
in Pavia, di luoghi-replica in ricordo della Passione e della
Morte di Cristo. Eredi principali di ciò, furono i
Crociati.
San Martino del Liano, celebra il culto dei Santi militari
ancora attraverso le Reliquie che conservava: San Martino,
San Procopio, San Giorgio e i Martiri della Legione Tebea
(di cui era Ufficiale San Maurizio) infatti, rispondono tutti
all’appello nell’elenco delle Reliquie stilato
da Padre Romualdo per la Chiesa pavese. Sono queste figure
di grande antichità ed il loro culto è attestato
sin dall’Alto Medioevo; quindi è deducibile che
le loro reliquie, a cui era strettamente correlata la devozione
popolare, si siano diffuse in Pavia nel periodo longobardo
e in quello che si può definire idealmente età
di mezzo, vale a dire il periodo compreso tra il VII Secolo
e l’inizio dell’XI, o poco più in là.
La maggior parte delle Reliquie che conservava sembrano comunque
puntare in un’unica direzione: commemorare la Passione
e la Morte di Gesù, con la soluzione finale rappresentata
dall’affresco posto sull’altare di Petra Lata,
raffigurante l’Ascensione al Cielo di Cristo.
La posizione del Palazzo Reale di Pavia nelle sue immediate
vicinanze rafforzò la sua carica già densa di
significati, indi per cui sono da rimettere in discussione
alcuni fatti attribuiti ai ben più famosi Edifici Religiosi
pavesi che recavano la dedicazione al Salvatore, quali: San
Salvatore della Regina (poi San Felice) e San Salvatore Maggiore.
In conclusione è da dirsi che, quanto meno, la Chiesa
e Monastero di san Martino del Liano sia da riscoprire sotto
una nuova luce, attraverso altri innumerevoli aspetti che
sicuramente saranno in questo frangente sfuggiti o archiviati
perché giudicati privi d’importanza.
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ARGOMENTI TRATTATI
Capitolo 1 - La Chiesa e il Monastero di San Martino del Liano
nei Documenti ufficiali
Capitolo 2 - Petra lata
Capitolo 3 - Il Liano
Capitolo 4 - L’Età dei Longobardi: la parola
dei Critici
Capitolo 5 - Il Labarum di Costantino, i Vessilli Medievali
e l’idea di guerra santa nell’Età di mezzo
fra Longobardi e Crociati
Capitolo 6 - L’enigma di San Martino del Liano: scritti,
confronti e commenti
Capitolo 7 - Il Palazzo Reale
Capitolo 8 - Le Reliquie del Complesso del Liano
Capitolo 9 - Tesi finale
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