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A.I.C.I.S. ASSOCIAZIONE ITALIANA
CULTORI IMMAGINETTE SACRE
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CHE COSA E’ L’A.I.C.I.S.?
L’AICIS è l’Associazione,
apolitica e senza fini di lucro, che raccoglie appassionati
cultori, studiosi, collezionisti e quanti si interessano
di immaginette sotto ogni profilo: storico, folkloristico,
culturale, artistico, religioso
PERCHE’ ISCRIVERSI ALL’AICIS?
Perché l’unione fa la forza.
Per essere informati, attraverso la Circolare mensile,
di quanto interessa il settore e poter effettuare lo
scambio del materiale fra i soci. Per partecipare alle
mostre o anche conoscere ove si svolgono mostre di immaginette.
Per partecipare a conferenze. Per avere notizie su pubblicazioni
specialistiche, per avere le nuove immaginette, per
conoscere i nuovi Venerabili, Beati e Santi, per avere
altri ragguagli su santi e santuari. |
COME ISCRIVERSI ALL’A.I.C.I.S.
Telefonando alla Segreteria (tel.06-7049.1619) e
richiedendo l'apposito modulo da compilare. L’importo
da versare sul conto corrente postale nr. 39389069
dell'’A.I.C.I.S è di euro 3,00 per la
sola iscrizione all’Associazione, mentre la
quota annuale 2005 è di euro 25,00 per le persone
fisiche e di euro 37,00 per le Associazioni, Enti,
Confraternite.
L’anno sociale decorre dal 1° gennaio al
31 dicembre
DIRITTI DEI SOCI:
- ricevere le Circolari Informative, con immaginette
omaggio;
- partecipare alle mostre ed alle iniziative sociali;
- partecipare alle riunioni di scambio fra soci;
- effettuare scambi fra soci per corrispondenza;
- fare inserzioni gratuite di offerta o di richiesta
di immaginette nelle Circolari Informative.
Gli incontri si tengono nella Sede dell'Ass.ne, in
P.za Campitelli 9, in una sala interna al cortile
adiacente la
Chiesa di S.ta Maria in Portico, ogni primo martedì
del mese, eccetto agosto, e salvo variazioni che di
volta in volta verranno rese note.
Informazioni: Contattare Renzo Manfè - Vice
Presidente
Tel.06-7049.1619 e-mail: aicis_rm@yahoo.it
– Tel/fax 06-7049.1619 - Ccp.39389069
http://www.cartantica.it/
Segreteria: R.Manfè–A.I.C.I.S.–Via
Merulana,137–00185 ROMA RM
CONSIGLIO DIRETTIVO- Presidente:
Gian Lodovico Masetti Zannini,
Vice-Presidente: Renzo Manfè,
Segretario: Saverio Vitagliano,
Tesoriere: Silvia Lancellotti, Consigliere:
Gianni Zucco.
Assistente Ecclesiastico: Padre Vito
Paglialonga, O.M.D.
COLLEGIO DEI REVISORI: Giacomo Barberi,
Agostino Cerini, Giuliana Faraglia.
COLLEGIO DEI PROBIVIRI: Carluccio
Frison, Luigi Zanot, Ugo Amici.
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VITA ASSOCIATIVA
7 Febbraio - CONFERENZA IN SEDE DEL PRESIDENTE G.L. MASETTI
ZANNINI
Il nostro Presidente dr. Gian Lodovico Masetti Zannini ha
tenuto una conferenza sul tema: “Le preghiere
scritte a mano sul retro delle immaginette devozionali”.
Troverete qui un breve stralcio della conferenza, che ha riscosso
unanime consenso da parte dei numerosi soci presenti alla
riunione sociale di Piazza Campitelli 9 - Roma e che troverete
per intero nella circolare.
SANTINI PERSONALIZZATI
"Il valore morale e religioso, ma anche quello affettivo
dell’immaginetta sacra, comunemente detta “santino”,
consiste non solo nella figura, ma anche nella parola che
reciprocamente si illustrano. Aprendo, o voltando la piccola
immagine a seconda del formato, ci si addentra nella preghiera
che prepara e segue una meditazione sul soggetto rappresentato
e stimola i buoni propositi che ne scaturiscono.
Il Padre Martino Jugie, Agostiniano dell’Assunzione,
scrive (Enciclopedia Cattolica, VI, pp.1065-1066): “Di
immagini ci si serve continuamente tanto nella vita familiare,
che nella vita sociale. […] Non si vede, pertanto, perché
debba essere vietato servirsene nel campo religioso. […].
L’uomo è composto di materia e di spirito; ha
bisogno delle cose sensibili e materiali per elevarsi alla
conoscenza e all’amore del mondo spirituale e invisibile”.
L’immagine (e possiamo benissimo estendere il concetto
alle immaginette che da quelle maggiori differiscono soltanto
nel formato ed anche per certe tematiche ad essa peculiari),
risponde alla funzione di ornamento dei luoghi di culto o
della devozione privata, di insegnamento, perché ci
fa conoscere, piccola Bibbia del povero, immagini popolari
o artistiche della Sacra Scrittura, figure di Santi e loro
caratteristiche peculiarità, verità insegnate
dal catechi-smo ed incitamento alla pietà.
Ma è anche necessario che l’immagine (e torniamo
al discorso sul santino) abbia una sua illustrazione. Il nostro
bollettino mensile, con la sua attività formativa e
informativa, ne è una felicissima prova. [...]"
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10 Febbraio: GIULIANA FARAGLIA, REVISORE DEI CONTI, AI FUNERALI
DI DON ANDREA
Il nostro Revisore dei Conti, GIULIANA FARAGLIA,
il 10 febbraio u.s. ha rappresentato l’A.I.C.I.S., nella
monumentale Basilica di San Giovanni in Laterano, dove si
è svolta la solenne celebrazione delle esequie di Don
Andrea Santoro, il sacerdote ucciso a Trebisonda, in Turchia,
domenica 5 febbraio. Commossa, la sig.ra Faraglia ci ha ricordato
Don Andrea quale testimone di amore e di adesione a Cristo
ed alla sua Chiesa. Ella lo aveva personalmente conosciuto
nella Parrocchia romana dei Ss.Fabiano e Venanzio. Aveva anche
collaborato con lui, tanti anni prima, nella Comunità
di Sant’Egidio a Trastevere con Don Vincenzo Paglia,
divenuto poi Vescovo di Terni. Un incontro quello con Don
Andrea che costituisce una esperienza positiva indimenticabile:
un modello da imitare.
Don Andrea era divenuto sacerdote “Fidei donum”,
che prende nome dall’enciclica di Pio XII “Fidei
Donum”, del 21 aprile 1957, in cui il Papa chiedeva
ai Vescovi delle diocesi più antiche di inviare sacerdoti
e laici come “dono della fede” alle diocesi delle
giovani Chiese.
Don Andrea, “Fidei Donum”, ha dato tutto se stesso
e la pr
opria vita.
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20 Febbraio : L’ALBUM DEI SANTINI IN TV A RAI UNO, A
“PORTA A PORTA”
L’Album dei Santini edito dalla nostra associata la
“Pubblicazioni srl” di Lugo sta davvero facendo
il giro del mondo. Ma è ovviamente in Italia che il
successo sta assumendo dimensioni davvero ragguardevoli.
Tutti i ‘media’ nazionali (radio, tv e giornali)
si sono occupati del ‘fenomeno santini’ e anche
il conduttore televisivo Bruno Vespa, lunedì 20 febbraio
scorso, durante una infuocata puntata di “Porta a Porta”
tutta incentrata sul dibattito politico, ha voluto tributare
all’opera curata da Vittorio Pranzini una ribalta eccezionale.
Il popolare giornalista di Rai1 ha utilizzato proprio l’Album
dei Santini e le figurine per cercare di stemperare gli animi
fra i politici presenti e riportare un po’ di sereno
in studio.
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NUOVE ISCRIZIONI: UN CONSIGLIO AGLI ASSOCIATI
I soci che desiderano far iscrivere all’Associazione
un proprio amico, o conoscente o anche corrispondente, sono
invitati a fornire agli interessati il numero della Segreteria
(06-7049. 1619) consigliando di mettersi direttamente in contatto
con il vice presidente R.Manfè.
La Segreteria, oltre le informazioni di rito ed eventuali
chiarimenti, trasmetterà per via postale agli aspiranti
il notiziario del mese con un pieghevole informativo dell’AICIS
ed i moduli necessari per esplicare la pratica di iscrizione
in maniera celere e completa.
Altre strade comportano allungamenti dei tempi tecnici e maggiori
spese. Grazie.
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CURIOSANDO TRA I LIBRI:
NOTIZIE STORICHE SUI SANTINI
L’IMMAGINETTA DEVOZIONALE
TRA XIX E XX SECOLO
4 - Lo stile Liberty o floreale
Liberty costituisce la denominazione italiana
di un nuovo stile (in Francia “Art nouveau“, in
Germania - Austria “Secessione”, in Spagna “modernismo”)
della grafica, dell’arte decorativa, dell’architettura e dell’artigianato, che ebbe origine a fine 1800
presso i magazzini londinesi di A.Lesenby Liberty, specializzati
in prodotti di artigianato inglese innovativi e di qualità,
con sperimentazione di nuovi materiali (ferro, bronzo, vetro…)
e con motivi decorativi ispirati alla natura. Lo stile si
diffuse in Europa ed ebbe successo per vari decenni anche
nel XX secolo.
Le produzioni di oggetti cartacei, quali cartoline, biglietti
di auguri, partecipazioni di eventi e, naturalmente, i santini
fornirono ampi spazi alle fantasiose decorazioni fitomorfe
ormai di moda, essendo arricchiti con fiori, foglie, rami
multicolori, disposti simmetricamente ad incorniciare i cartoncini
o fittamente affollati a campire gli spazi liberi da eventuali
testi stampati.
Le immaginette sacre e i ricordini di Prima Comunione, di
Cresima o di Battesimo, all’epoca molto in voga, ebbero
vasta diffusione in Italia, in Francia, in Cecoslovacchia
e in Germania.
Si distinsero non solo per le ricche e a volte anche esagerate
illustrazioni floreali, intorno a soggetti riprodotti in cromolitografia
o in piccole fotografie, ma altresì per i margini lavorati,
manualmente con la fustella o con macchine fustellatrici,
dai profili geometrici o in forma di petali o centinati, ed
infine per le sovraimpressioni dorate e per i rilievi eseguiti
con la macchina a pressa o a punzone.
La finezza e il buon gusto delle esecuzioni li rendono gradevoli
ed apprezzati anche oggi. A volte la eccessiva ridondanza
dei decori prevarica l’intimità e la spiritualità
alla base delle produzioni di arte o artigianato sacro.
La figura a destra, fotocopia inviata gentilmente dal socio
di Firenze Alessandro Martini, rappresenta un “Souvenir
di Prima Comunione. Cromolitografia francese. Bouasse-Lebel
Edit. Paris, primo ‘900 (sul retro la data 11 maggio
1905)” e ci mostra i caratteri dello stile descritti,
con i gigli che invadono gli spazi, le volute dorate, la scritta
in eleganti caratteri bicolore e i margini sagomati in curve
che assecondano le volute del disegno.
Nella seconda figura, tratta da (2), ammiriamo una ”Vergine
purissima. Cromolitografia italiana. S.Lega Eucaristica Edit.,
primo ‘900 o fine ‘800”, con una iconografia
più articolata nei personaggi, ma più semplice
nella cornice dai tratti tipici dello stile.
5 - La litoleografia San Giuseppe e altre
La litoleografia San Giuseppe fu attiva a Modena nel settore
delle immaginette dalla fine dell’800 in poi e può
ben esemplificare la produzione italiana nello stile Liberty,
al quale si attenne con spirito innovatore,dopo un primo esordio
con santini stampati in uno o al massimo due colori (come
nella figura a destra, bellissima fotocopia concessa gentilmente
da Silvia Lancellotti; il santino, in bianco e grigio, riporta
sul retro la data 1871 e l’orazione alla B.Vergine del
Rosario nel 3° ann.rio della battaglia di Lepanto).
La attività della S.Giuseppe fu vasta e interessante
ed ebbe diffusione anche in altri paesi.
Le immaginette erano caratterizzate da vivaci colorazioni,
da ricche ed eleganti decorazioni floreali, ma anche da volute,
da stemmi, da cornici e inquadrature, stampate in litoleografia
(litografia sottoposta a particolari trattamenti per creare
l’effetto della pittura ad olio), intorno a figure in
piccole fotografie, con originali soluzioni grafiche che
rendono questi santini inconfondibili per un osservatore esperto.
La figura a sinistra riproduce una “Madonna in fotografia
ovale color seppia, contornata da un elaborato festone a-simmetrico
di gigli e rose con foglie su sfondo dorato, nuvolato agli
angoli; in basso un cartiglio con la litania che appare scritta
ad inchiostro, manualmente; sul retro preghiera al Cuore amabilissimo
di Maria per ottenere la purità e la data 1885”,
collezione della scrivente.
A destra troviamo una interessante fotocopia di A.Martini,
che ringrazio per la disponibilità, con “Ricordo
del Giubileo Episcopale di Sua Santità Leone XIII;
in cornicette ovali l’immagine del Papa, la S.Famiglia,
due angeli; in basso una simbolica imbarcazione nel mare in
burrasca con la scritta DOMINE SALVA NOS.
Orazione alla S.Famiglia sul retro e la data 1893”.
Entrambe le immaginette riportano l’indicazione “Modena,
Società Litoleogr. S.Giuseppe”.
6 – Santini manufatti o semimanufatti su celluloide,
similpergamena, cartoncino
L’avvento di nuovi tipi di materiali, come detto, introdusse
una novità anche nei santini: la celluloide (“Materia
plastica incolore, trasparente, infiammabile, ottenuta gelatinizzando
nitro-cellulosa con alcool e canfora, usata per pellicole
fotografiche e per svariati oggetti di uso comune.”
Cfr. Zingarelli, 2004).
Le esecuzioni a mano, con la già più volte riscontrata
pazienza e perizia, nei monasteri femminili, si avvalsero
di nuovi e moderni supporti in celluloide, utilizzata anche
in oggettistica, attraente perché di attualità
ed emblematica di progresso; la parola sarebbe divenuta più
tardi simbolo del mondo del cinema (la cui nascita si fa risalire
al 1895).
Nella figura a destra, tratta da (1) troviamo “La Vergine
con il Bambino, piccola foto applicata su supporto di celluloide intagliato a forbicine e dipinto a mano. Fine secolo
XIX o inizi XX”. Il fondo è sfumato in verde,
la foto è color seppia e gli intagli evidenziano i
fiori agli angoli con un suggestivo gradevole effetto.
Su un materiale così liscio (anche nella facciata più
opaca) e resistente, come saranno poi tutti i materiali
di sintesi, era possibile dipingere con una metodologia completamente
nuova, diversa da quella in uso secoli addietro per le miniature
su pergamena, (“Pelle di agnello, pecora o capra macerata
in calce, poi seccata e levigata, usata un tempo per scrivervi
sopra e ora per rilegature di lusso, diplomi, paralumi; detta
così perché l’uso di essa venne introdotto
da Eumene II, re di Pergamo, nel 157 a.C. circa.” Cfr.
Zingarelli, 2004) poco assorbente e non ruvida, adatta per
inchiostri, colori ad acqua e ad olio, e dai piccoli dipinti
su carta, ad acquarello.
La raffinatezza e le sfumature delle antiche immaginette erano
impensabili sulla celluloide, che si prestava a pennellate
di effetto più nitido e leggero, fredde nei toni e
meno articolate nei particolari. Sul supporto così
decorato si inseriva a mano la didascalia, una preghiera,
a volte la firma ed infine un soggetto sacro in piccole fotografie
rettangolari od ovali.
I margini erano lisci, oppure fustellati meccanicamente, raramente
intagliati con l’uso di forbicine, come abbiamo visto
in figura. Sono reperibili anche interessanti esemplari d’epoca
con analoga esecuzione manuale, ma su cartoncino o similpergamena,
con colorazioni dai toni più caldi.
7 - Teatrini ricordo
Nell’ambito sempre dello stile Liberty rientrano i cosiddetti
teatrini-ricordo, biglietti con costruzioni in carta apribili,
in modo da far innalzare scenari a più strati con meccanismi
di particolari piegature e linguette cartacee, generosamente
decorati e con immagini a memoria di particolari eventi, quali
Prime Comunioni o altro, come già ricordato.
Pur non trattandosi di un santino, ben esemplifica questo
tipo di produzione un biglietto augurale per un Battesimo,
appartenente alla collezione della scrivente; è raffigurato
a sinistra nella sua facciata piana, con vistosi motivi colorati
e dorati in rilievo a pressa, ad incorniciare lo spazio per
la dedica a mano: vi sono scritti ad inchiostro gli auguri
per la nascita di un sorellina, con data il 15 ottobre 1903.
A sinistra è riportata la costruzione aperta, consistente
in una carrozza dorata intagliata meccanicamente e lavorata
a pressa, completa di ruote, balestre, sportelli, stemma,
corona e cordoni, recante sul retro una esplosione di rami
di mughetti bianco-azzurri con foglie verdi e un fiore in
carta velina rosso, aperto a ventaglio; le finestre sono in
materiale trasparente e lasciano intravvedere al centro un
piccolo angelo tra altri mughetti; vi sono cinque strati di
carta intagliata, distanziati tra loro per riprodurre la profondità
della carrozza, sotto la quale si può vedere nella
figura la facciata posteriore del biglietto, colorata in verde;
in un riquadro la frase a stampa: “Le più vive
felicitazioni”.
MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI
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UN MUSEO DI SANTINI... ANCHE A MILANO
La Prof.ssa MARIA GABRIELLA ALESSANDRONI,
a seguito di una breve visita alla Raccolta delle stampe “Achille
Bertarelli” di Milano ci ha trasmesso il seguente breve
ed interessante articolo che è un cortese invito a
visitare l’interessante Raccolta.
Al Castello Sforzesco di Milano è possibile ammirare
una ricca raccolta di santini antichi, piccola parte della
enorme (circa 300.000 pezzi) e variegata collezione cartacea
costituita dal collezionista Achille Bertarelli (Milano 1863
- Roma 1938) e da lui donata nel 1925 al Comune di Milano.
La raccolta delle stampe “Achille Bertarelli”,
arricchita nel tempo da altre donazioni, è oggi costituita
da circa 1.000.000 di stampe su carta, realizzate anche da
artisti famosi e di datazione a partire dal millequattrocento,
tra paesaggi, scene di eventi storici o privati, ritratti,
carte geografiche, cartoline, calendari, biglietti da visita,
libri e esemplari di numerosi altri tipi di arti minori, documenti
di vita, di storia e cronaca d’epoca; tra questi trovano
posto numerose immaginette sacre, conservate a gruppi di 50-100
pezzi entro contenitori di facile e piacevole consultazione.
Il funzionamento del museo è simile a quello di una
biblioteca: si richiedono i documenti che interessano (c’è
un ampio catalogo a disposizione), che possono essere esaminati
con calma su tavoli. La richiesta può anche essere
inviata preventivamente via fax, via e-mail o per telefono,
così si trova il materiale pronto su appuntamento.
Mi ha fatto piacere trovare il personale molto serio e disponibile
(il signor Bruno e la signorina Roberta sono stati con me
gentilissimi). Personalmente, avendo poco tempo a disposizione,
ho richiesto per telefono da Roma e poi visionato sul posto
due volumi-contenitori con santini francesi, italiani o tedeschi
del ‘700-‘800, con stampe di ottima qualità
e di case editrici famose, anche trinati o parzialmente manufatti.
E’ stato molto interessante e come sempre emozionante
apprezzare le piccole opere d’arte sacra.
Civica Raccolta delle Stampe A. Bertarelli - Castello Sforzesco
– 20121 Milano
L’orario di visita è: lunedì - venerdi
9-14; giovedì 9-16 (i documenti possono essere richiesti
fino alle 12.30).
Tel 02 88463837 – fax 02 88463812 - L’ingresso
è libero.
e-mail: craai.bertarelli@comune.milano.it
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I DIVERSI TITOLI A MARIA SANTISSIMA
LA BEATA VERGINE DEL PIRATELLO
Nel mese di marzo, siamo nella città romagnola che
sa coniugare insieme un famoso manicomio ed un autodromo noto
in tutto il mondo: Imola (BO). Un pio pellegrino, di nome
Stefano Mangelli, in cammino da Cremona è diretto a
Loreto, per venerare la santa Casa di Nazareth, dove il Verbo
si è fatto carne. Il 27 marzo 1483 il calendario liturgico
ricorda che è Giovedì Santo, ma le condizioni
meteorologiche non danno segni dell’attesa primavera.
Il pellegrino arriva a tre miglia da Imola, dove scorge, all’incrocio
con una strada secondaria, un pilastro, fiancheggiato da un
piccolo pero: un Piradel, che custodisce, in una finestrella,
un’immagine di Maria col Bambino, dolce e materna. La
località, a causa di quel piccolo pero si chiama Piradello
o Piratello.
Stefano si accosta a compiere il rito consueto di recitare
una preghiera e di accendere una candela, quando accade un
fatto sorprendente: la sua candela si rovescia e si spegne,
ma subito dopo, come per mano di un angelo, si risolleva e
si riaccende da sé. Lo stupore del pellegrino si accresce,
quando ode distintamente una voce dolcissima, che gli dice
di andare alla vicina città a dire alla gente che lei,
la Immacolata Maria Regina di vita eterna, vuole essere venerata
in quel luogo. «Non aver paura, Stefano, sono proprio
la Madonna, la Madre di Dio. Se quelli non ti credono, mostra
queste». Stefano sente che la sua casacca si riempie
di rose, nonostante la stagione ancora fredda. Con la gioia
nel cuore e la certezza che Maria gli abbia veramente parlato,
il pellegrino percorre d’un fiato le tre miglia che
lo separano dalla città e si presenta al Magistrato,
al quale narra l’accaduto.
Mentre le campane suonano a distesa, anche se in quel giorno
il loro suono è vietato dalle norme liturgiche, andò
pure dal vescovo mons. Giacomo Passarella e ripeté
il racconto.
Presto la straordinaria notizia fece il giro della città.
Si formò una folla che, insieme ai religiosi, ai magistrati
e allo sbalordito pellegrino, raggiunse il Piratello.
I Signori di Imola e di Forlì, Girolamo Riario e Caterina
Sforza, che si trovano a Roma, informati del fatto, provvedono
ad una migliore custodia del pilastro ed alla devozione sempre
crescente della gente, invitando al Piratello i «Romiti
di Valverde», cioè i Frati del Terzo Ordine della
Penitenza di S.Francesco, che essi ben conoscono, perché
a Forlì i Frati hanno il romitorio proprio nei pressi
del loro castello.
Lo storico contemporaneo Andrea Bernardi, detto il Novacula,
ci parla di tanti miracoli stupendi ed infiniti, fra i quali
ricorda la guarigione di una sua nipote, affetta da un gran
male agli occhi. Il Papa Innocenzo VIII, nel 1490, scrive
che «per intercessione della sua genitrice, il Signore
Nostro Gesù Cristo, in questo luogo, mostrò
frequentemente miracoli di ogni sorta».
Nel 1500, Cesare Borgia muove da Bologna con un poderoso esercito
di mercenari, per riconquistare le città di Romagna
che si sono ribellate, ma, a seguito di un voto rivolto alla
Madonna, ottiene la città senza colpo ferire e senza
recare danno agli imolesi.
Alessandro VI, venuto a conoscenza del fatto, nel 1501 ricolma
il Santuario di vari privilegi, dato che «i fedeli -
scrive - qui confluiscono volentieri perché conoscono
di essere più abbondantemente rifocillati dai doni
della grazia celeste».
I privilegi furono poi confermati da Giulio II, che nel 1504
viene a venerare la Madonna del Piratello e si ferma a pranzo
con i frati. Le pareti della chiesa erano letteralmente tappezzate
da migliaia di tavolette ex voto per grazie ricevute, ma che
nel 1557 i soldati francesi, accampati all'interno della chiesa,
le avevano bruciate in gran parte per riscaldarsi.
Il 15 agosto 1714, è collocata sul capo della Vergine
Santa la corona d'oro, decretata dal Capitolo Vaticano il
2 novembre 1711.
La protezione di Maria si manifesta in modo speciale nei tempi
duri della Rivoluzione Francese.
Il 22 agosto 1798 viene soppresso il convento del Piratello
ed espulsi i quindici frati che lo abitano, ad eccezione di
P.Luigi Masotti di 86 anni. Ma non per questo la città
smette di onorare la sua Madonna e di celebrare le sue feste.
Alla fine di maggio 1799, i cittadini di Imola insorgono contro
i francesi ed abbattono gli alberi della libertà; ottocento
francesi, guidati dal Generale Hullin, sono mandati a punire
la città.
Il Vescovo, il Cardinale Barnaba Chiaramonti, che il 14.3.800
sarà eletto Papa con il nome di Pio VII, muove incontro
alle schiere nemiche; al Piratello scongiura la Vergine Santa
che salvi Lei la sua città, e poi va incontro al Generale.
Si ripete il miracolo accaduto al tempo di Cesare Borgia:
anche questa volta la città è risparmiata.
Nell'aprile 1814, il Papa Pio VII torna dall'esilio, e fa
sosta al Piratello per ringraziare la Madonna. Qui lo incontrano
il clero e il popolo. L'entusiasmo giunge a tal punto che,
staccati i cavalli, gli stessi fedeli di gran corsa trainano
la carrozza del Papa in città.
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SANTUARI MARIANI IN ITALIA
del ProF . Francesco Bracaletti
9 - LUCANIA
ABRIOLA - PZ -Madonna di MONTEFORTE
ARMENTO - PZ - “ STELLA
AVIGLIANO - PZ - “ CARMINE
BARILE - PZ - “ COSTANTINOPOLI
BRIENZA - PZ - “ CROCIFISSO
CALVELLO - PZ - “ MONTE SARACENO
GINESTRA - PZ - “ COSTANTINOPOLI
GRUMENTO NOVA - PZ - “ GRUMENTINO
GUARDIA PERTICARA - PZ -“ PERGAMO
LAGONEGRO - PZ - “ SIRINO
LATERZA - PZ - “ MATER DOMINI
LAURENZIANA - PZ - “ CARMELO
LAVELLO - PZ - “ PRINCIPIO
MARATEA - MT - “ FATIMA
MARSICO NUOVO - PZ - “ COSTANTINOPOLI
MATERA - MT - “ BRUNA
MATERA - MT - “ IDRIS
MATERA - MT - “ PALOMBA
MATERA - MT - “ PICCIANO
MATERA - MT - “ VAGLIA
MELFI - PZ - “ INCORONATA
MURO LUCANO - PZ - “ GRAZIE
NEMOLI - PZ - “
[...]
10 - MARCHE
ACQUACANINA - MC - Madonna del RIO SACRO
ACQUACANINA - MC - “ VALLONE
ANCONA - AN - “ REGINA DI TUTTI I SANTI
APIRO - MC - “ FIGURA
APPIGNANO DEL TRONTO - AP - “ MADONNA
ARCEVIA - AN - “ GRAZIE
ASCOLI PICENO - AP - “ ASCENSIONE
ASCOLI PICENO - AP - “ CARITA'
ASCOLI PICENO - AP - “ GRAZIE
ASCOLI PICENO - AP - “ PACE
BATTAGLIA - PS - “ SALUTE
BELLISIO SOLFARE - PS - “ SASSO
BELVEDERE OSTRENSE - AN - “ SOLE
BORGOPACE - PS - “ SPUGNA
CALDAROLA - MC - “ MONTE
[...]
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18 MARZO: NOSTRA SIGNORA DELLA MISERICORDIA DI SAVONA
Il titolo di Signora e Madre di Misericordia è uno
dei più antichi e diffusi fra quelli mariani, e uno
dei più appropriati, per la costante protezione di
Maria sperimentata nei secoli e perché Madre di Dio,
che è Amore e Misericordia per eccellenza. "Misericordia
e non giustizia! Misericordia! Misericordia!" da Dio
verso gli uomini e dagli uomini verso altri uomini invocava
- in una Savona, un'Europa, una Chiesa dilaniate da conflitti
civili e religiosi - la Madonna apparsa il 18 marzo e l'8
aprile 1536, sulla riva del Letimbro, al contadino Antonio
Botta che andava a lavorare in una vigna recitando il rosario.
E insisteva sulla necessità della penitenza e di una
vera conversione, perché "se non fussero quelle
poche orationi e buone operationi, che si fanno per le Confraternite,
et altri servi di Dio, sarebbe il mondo più tribulato
che non è". I Savonesi credettero, accolsero e
posero in pratica l'invito alla penitenza.
Il 18 marzo fu dichiarato giorno festivo. Intorno al masso
su cui avevano poggiato i piedi di Maria sorse subito per
volontà di popolo una cappelletta, e contemporaneamente
iniziò la costruzione del santuario, su progetto di
Pace Antonio Sormano (noto 1529-1591) alla cui decorazione
concorsero molti artisti dell'epoca, fra i quali l'architetto
e scultore Taddeo Carlone (1543-1613), autore della facciata,
e i pittori Bernardo Castello (1557-1629), Orazio Bongioanni
(1578-1616) e Giovanni Battista Paggi (1554-1627); l'altare
maggiore è attribuito a Francesco Schiaffino (c. 1690- 765). Sull'altare della cripta, che corrisponde al luogo
dell'apparizione, sta la statua della Madonna scolpita nel
marmo da Pietro Orsolino nel 1560. Questa immagine fu solennemente
incoronata da papa Pio VII che attribuiva alla protezione
della Madonna di Savona la sua liberazione dalla prigionia
di Fontainebleau, avvenuta il 17 marzo 1814, vigilia della
festa.
Al momento del suo arresto nel palazzo del Quirinale per ordine
di Napoleone, il 9 giugno 1809, aveva ricevuto da un sacerdote
un santino che la raffigurava, e l'aveva portato con sé
nelle successive peregrinazioni.
Prigioniero a Savona dal 1809 al 1812, aveva ottenuto di recarsi
al santuario e lì aveva promesso alla Vergine di incoronarla
con le proprie mani quando avesse ottenuto la libertà:
voto che poté sciogliere il 10 maggio 1815.
Nel 180° anniversario dell'incoronazione (1995) la Diocesi
di Savona - Noli e il Priorato delle Confraternite hanno donato
al Papa un grande pannello in ceramica, policroma, opera dell'artista
Renata Minuto di Savona, realizzato nella Fabbrica - Museo
"G. Mazzocchi 1903" di Albisola Marina (SV): l'artista
ha reso magistralmente visibile nell'espressione di Maria
la misericordia di cui è madre e, con una particolare
trattazione del materiale, l'alone di luce che -secondo il
Botta - era un elemento caratterizzante dell'apparizione.
Il pannello è stato montato vicino alla Torre della
Radio Vaticana.
Il 3 agosto 1537, con la bolla "Sacrosanctae Romanae
Ecclesiae", papa Paolo III concesse di erigere vicino
al santuario un "hospitale pauperum", riconoscendo
che per "gli innumerevoli prodigi che Dio onnipotente
si degnava di operarvi per l'intercessione della gloriosissima
madre sempre Vergine Maria, affluiva da ogni parte grandissima
moltitudine di fedeli d'ambo i sessi".
Il flusso dei fedeli non è mai cessato, e il museo
del santuario custodisce (dal 1959 ), insieme a paramenti
sacri e oreficerie, un gran numero di ex-voto, per la maggior
parte riferiti a fatti di mare.
Molti sono tavolette dipinte, ma anche modelli di imbarcazioni,
soprattutto velieri; prima erano appesi in chiesa, e suscitavano
stupore, oscillanti e tintinnanti, quasi animati dall'aria
smossa dall'andirivieni
dei pellegrini e partecipi della devozione che li aveva originati.
Confraternite e chiese in tutto il mondo sono intitolate a
N. Signora della Misericordia di Savona, particolarmente in
America Latina, dove questa devozione è stata diffusa
dagli immigrati liguri e dalle Figlie di N. Signora della
Misericordia, fondate il 10 agosto 1837 da santa Maria Giuseppa
Rossello [Albissola Marina -Savona/ 27.5. 1811 - Savona 7.12.1880].
Emilia Bagnasco Angiolino
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I SANTINI: UN MONDO AFFASCINANTE
III- PICCOLE ESPERIENZE DI UN COLLEZIONISTA
IMMAGINETTE DI DEVOZIONE MARIANA
La nascita della Vergine si celebra l’8 settembre; settembre
è il mese che favorisce pensieri delicati dopo la calura
dell’estate.
Le iconografie che rappresentano tale evento sono ricche di
angeli, cornici e fiori, ma si tratta di un evento straordinario,
della nascita di una regina.
Il culto e il bisogno della sua intercessione hanno stimolato,
in tutte le epoche, il fiorire di innumerevoli produzioni
artistiche.
La devozione mariana si basa sulla concezione che essa sia
il modello di ogni virtù cristiana; e da lei impariamo
le cose da praticare e quelle da fuggire.
Sul retro dei santini e nelle rappresentazioni si evidenziano
le virtù dell’obbedienza, della modestia, della
devozione e dell’umiltà: tappe indispensabili
nel cammino spirituale di ciascun fedele.
La Madonna, in genere, è rappresentata con vesti rosse,
per la sua natura umana, e con il manto azzurro, perché
coperta dalla divinità dello Spirito Santo, mentre
Gesù è vestito di celeste, per la sua natura
divina, con il mantello rosso avendo preso anche la natura
umana.
Dopo tali necessarie premesse e per la molteplicità
delle tematiche che le iconografie propongono in maniera
del tutto lacunosa e arruffata, proverò a dare una
idea per la suddivisione delle immaginette negli albums, che
ognuno sarà libero di seguire, o disporre a proprio
piacimento.
VITA DI MARIA (natività – Bambina – Presentazione
al tempio – Sposalizio – Annunciazione –
Maternità – Visitazione – Purificazione).
ADDOLORATA – ASSUNTA IN CIELO – INCORONAZIONE
– IMMACOLATA CONCEZIONE – VERGINE IMMACOLATA –
MADONNE PROTETTRICI – MADONNE VENERATE A …. –
MADONNE CON BAMBINO – MADONNE SENZA BAMBINO –
MADONNE DELLA …(da disporre in ordine alfabetico) –
LITANIE LAURETANE – SANTUARI DELL’APPARIZIONE
– SANTUARI SECONDO LE REGIONI ITALIANE – SANTUARI
EUROPEI E INTERNAZIONALI – MADONNE CHE HANNO PIANTO
– ROSARIO – SACRO CUORE DI MARIA – SCAPOLARE
DEL CARMINE E DELLA CINTURA – DIVINA PASTORA –
TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA -
Oltre a quanto disposto nei raccoglitori per alcune tematiche
particolari, proporrei per le altre, nelle quali è
chiaro il luogo del culto, l’inserimento per sito geografico.
Inizialmente si dovranno suddividere le immaginette per le
venti regioni e, successivamente, per i centodue capoluoghi
di provincia. Quindi, rispettando rigorosamente l’ordine
alfabetico si inizierà a riempire il primo album con
la prima regione (Abruzzo) inserendo, sempre in [...]
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NOTIZIE DAL MONDO
CATANIA 25.1.2006: Conferenza del Prof. A.Blandini su “Il
martirio del compatrono S. Euplio”
Il professore Antonino Blandini, il 25 gennaio u.s.
per i soci dell'Archeoclub di Catania, ha parlato del martirio
di S.Euplio, sottolineando che i frammenti più antichi
e del codice parigino, studiato da J.B.Cotelier nel sec.XVII
riguardanti il martirio del compatrono della città
e dell'arcidiocesi di Catania sono attendibili, verosimili
e particolarmente apprezzati dagli agiografi contemporanei.
Le reliquie gelosamente conservate e venerate nell'antica
cattedrale di Trevico, in provincia di Avellino, hanno un'alta
percentuale di autenticità perché potrebbero
veramente essere quelle del giovane diacono, che fu martirizzato,
in Catania, il martedì 12 agosto 304 per essersi rifiutato
di "tradire" la parola di Dio, cioè di consegnare
i libri dei Vangeli all'autorità e per essersi presentato
spontaneamente in tribunale, gridando di essere cristiano
e di volere morire per testimoniare la fedeltà al Cristo.
L'oratore ha evidenziato, oltre alle memorie artistiche, storiche
e culturali presenti a Catania, in Italia e nel mondo sul
nostro martire, la consistenza delle testimonianze liturgiche
diffuse nell'ecumene cristiano sin dal tempo del martirio
nonché la grande devozione che ancora anima le comunità
ecclesiali di Francavilla di Sicilia e dell'ex Baronia di
Vico (corrispondente all'ex diocesi di Trevico e all'attuale
vicariato foraneo di Ariano Irpino).
Dalla conferenza sono emerse alcune ipotesi di lavoro, assai
suggestive e plausibili, ma ancora prive di rigoroso riscontro
storico, relative alla traslazione definitiva delle reliquie
di Sant'Euplio a Trevico, che giustamente si vanta, sulla
base di prove documentarie, di custodire almeno da sei secoli,
anche se risulta necessario retrodatare di molto l'arrivo
di esse in quelle città. [...]
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PECHINO - Un sacerdote della Cina continentale commenta la
prima Lettera Enciclica del Santo Padre Benedetto XVI: “Deus
Caritas Est”
“Se Giovanni Paolo II ha guidato la Chiesa fino all’ingresso
nel terzo millennio, Benedetto XVI la sta portando nel mondo
moderno con fermezza e profondità di pensiero, come
testimoniato dall’Enciclica “Deus caritas est”,
un’opera che segnerà il percorso teologico della
Chiesa”: lo afferma un sacerdote cinese che, dopo aver
letto diverse volte l’Enciclica, non riesce ancora a
trattenere la propria emozione.
Il sacerdote ha riferito: “Il testo mi colpisce fin
da primo paragrafo. ‘Deus caritas est’ segna un
passo importante nella storia della Chiesa. E’ un opera
che si deve meditare, riflettere e approfondire a lungo. ‘Deus
caritas est’ rappresenta per me una pietra miliare.
Esso offre risposte essenziali alle domande dei non cristiani”.[...]
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MADRID - Il 2006 “Anno Missionario” degli Agostiniani
Recolletti per il Centenario della morte di Sant’Ezechiele
Moreno e i 400 anni dell'arrivo nelle Filippine
Gli Agostiniani Recolletti hanno iniziato le celebrazioni
dal primo Centenario della morte del Santo missionario Ezechiele
Moreno y Diaz, uno dei grandi evangelizzatori dell'America,
che si celebrerà il prossimo 19 agosto. In questo anno
2006 si celebrano anche i 400 anni dall'arrivo nelle Filippine
degli Agostiniani Recolletti, per questo motivo il Priore
Generale ha proclamato il 2006 come “Anno Missionario”.
Lungo tutto l'anno si celebreranno diversi incontri e Congressi
in varie parti del mondo, organizzati dalla Provincia San
Nicolás di Tolentino (Spagna) alla quale appartenne
il santo. P. Rafael Mediavilla, Priore provinciale della Provincia
di San Nicolás, ha chiesto “entusiasmo e forze
per vivere questo nuovo anno 2006 e continuare a lavorare
per il Regno di Dio e la sua gloria”.
La prima manifestazione di questo Anno Missionario ha avuto
luogo dal 25 gennaio al 2 febbraio, con un incontro dei missionari
di tutto il mondo nella città colombiana di Yopal,
dove Sant’Ezechiele fu Vicario Apostolico. Il secondo
appuntamento è in calendario per il 9 aprile, giorno
della nascita di Sant’Ezechiele, avvenuta nel 1848.
Ad Alfaro (Spagna), luogo di nascita del Santo, avrà
luogo la presentazione di un nuovo libro sulla sua figura.
[...]
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IL 6 FEBBRAIO LA CHIESA RICORDA SAN PAOLO MIKI E COMPAGNI,
MARTIRI GIAPPONESI. SUBIRONO A NAGASAKI IL SUPPLIZIO PER AVERE
ANNUNCIATO IL VANGELO
.
Paolo Miki è stato il primo giapponese accolto in un
ordine religioso cattolico, quello dei Gesuiti. Nato a Kyoto
nel 1556, Paolo conosceva bene le religioni orientali ed aveva
aperto un buon dialogo con dotti buddhisti.
Grazie alla sua predicazione, i cristiani in Giappone divennero
decine di migliaia e nel 1582-84, per la prima volta, una
delegazione giunse a Roma, autorizzata dallo Shogun Hideyoshi,
e lietamente accolta da papa Gregorio XIII.
Ma temendo che il cristianesimo potesse compromettere l’unità
nazionale, già indebolita dai feudatari, a causa del
comportamento offensivo e minaccioso di marinai cristiani
(spagnoli) arrivati in Giappone, e di gravi dissidi tra missionari
di vari ordini in terra giapponese, Hideyoshi capovolse la
politica verso i cristiani dando vita a spietati eccidi.
[...] (Fonte: Radio vaticana).
******
VATICANO, 1° FEBBRAIO: S.GIOVANNI BOSCO PRESENTATO AI
GIOVANI COME “MAESTRO DI VITA” DA PAPA BENEDETTO
XVI
Mercoledì 1° febbraio, Benedetto XVI si è
rivolto ai giovani indicando loro San Giovanni Bosco (1815-1888),
sacerdote ed educatore, come “maestro di vita”.
“Guardate a lui, cari giovani, come a un autentico maestro
di vita e di santità”: questo è il messaggio
lasciato dal pontefice ai circa 8 mila presenti, soprattutto
giovani, il giorno successivo della memoria liturgica del
santo fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice,
al termine dell’Udienza generale, tenutasi all’interno
dell’Aula Paolo VI del Vaticano
.******
PERCHE’ VENERARE LE RELIQUIE DEI SANTi
Benedetto XVI, in occasione della XX Giornata
Mondiale della Gioventù, il 18 agosto 2005 a Colonia
ha detto: “Mi farò ora pellegrino alla cattedrale
di Colonia per venerarvi le reliquie dei santi Magi, che hanno
accettato di lasciare tutto per seguire la stella che li guidava
al Salvatore del genere umano. Anche voi, cari giovani, avete
già avuto, o avrete, l'occasione di fare lo stesso
pellegrinaggio. Queste reliquie non sono che il segno fragile
e povero di ciò che essi furono e di ciò che
essi vissero tanti secoli or sono.
Le reliquie ci indirizzano a Dio stesso: è Lui infatti
che, con la forza della sua grazia, concede ad esseri fragili
il coraggio di testimoniarlo davanti al mondo.
Invitandoci a venerare i resti mortali dei martiri e dei santi,
la Chiesa non dimentica che, in definitiva, si tratta sì
di povere ossa umane, ma di ossa che appartenevano a persone
visitate dalla potenza viva di Dio.
Le reliquie dei santi sono tracce di quella presenza invisibile
ma reale che illumina le tenebre del mondo, manifestando il
Regno dei cieli che è dentro di noi. Esse gridano con
noi e per noi: “Maranatha!” - “Vieni Signore
Gesù!”.
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DON ANDREA SANTORO: UN MARTIRE DEI NOSTRI TEMPI
Un “coraggioso testimone del Vangelo della Carità”:
così Benedetto XVI ha definito don Andrea Santoro,
il sacerdote del clero romano “fidei donum”, assassinato
il 5.2.2006 in Turchia, nella località di Trebisonda.
In due telegrammi, uno inviato al cardinale vicario Camillo
Ruini e l’altro al vicario apostolico dell’Anatolia,
mons.Luigi Padovese, il Papa deplora “ogni forma di
violenza” e auspica che il sangue versato di don Andrea
diventi “seme di speranza”.
Ad uccidere il missionario
sarebbe stato un adolescente, con due colpi di pistola. Il
giovane avrebbe gridato “Allah è grande”
prima di sparare al sacerdote, ucciso mentre pregava vicino
all’altare della sua chiesa a Trebisonda.
******
L’OMELIA PRONUNCIATA DAL CARD. CAMILLO RUINI DURANTE
LA S.MESSA
"Celebriamo la Messa di suffragio per un sacerdote romano,
don Andrea Santoro. Uno dei tanti, perché questa diocesi
ha circa 900 sacerdoti e ogni anno alcuni di loro fanno ritorno
al Signore. Eppure questa Basilica è straordinariamente
affollata, e tutti sappiamo il perché.
Don Andrea aveva 60 anni, era originario di Priverno ma come
sacerdote era totalmente romano: nato in una famiglia profondamente
cristiana, si era formato nel Seminario Romano Minore e poi
in quello Maggiore. Era diventato sacerdote 35 anni fa, il
18 ottobre 1970.
Poi aveva percorso le tappe consuete della vita e del ministero
di un sacerdote romano: vicario parrocchiale nella parrocchia
dei Santi Marcellino e Pietro al Casilino e poi in quella
della Trasfigurazione. In seguito parroco della parrocchia
di Gesù di Nazareth e finalmente di quella dei Santi
Fabiano e Venanzio, fino all'Anno Santo del 2000. […]
Ma
la sua propria strada, la sua chiamata specifica e definitiva
don Andrea l'ha individuata con certezza soltanto in età
matura, attraverso le esperienze dei pellegrinaggi che continuava
a guidare in Medio Oriente. […] Don Andrea chiese di
andare in Anatolia: intendeva essere una presenza credente
e amica, favorire uno scambio di doni, anzitutto spirituali,
tra l'Oriente e Roma, tra cristiani, ebrei e musulmani. [...]"
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1° MARZO: MERCOLEDI' DELLE CENERI
Inizio del periodo quaresimale
Il Santo Padre Benedetto XVI domenica 27 febbraio commentando
il brano evangelico tratto da San Marco, sul significato del
digiuno, prima di recitare l’Angelus, ha introdotto
il tema della Quaresima ormai prossima.
“Per una felice coincidenza, il brano odierno tocca
il tema del digiuno: come sapete, mercoledì prossimo
inizierà il tempo quaresimale con il Rito delle Ceneri
e il digiuno penitenziale. La pagina evangelica risulta perciò
particolarmente appropriata… l’episodio evangelico
anticipa il significato della Quaresima. Questa, infatti,
nel suo insieme costituisce un grande memoriale della passione
del Signore, in preparazione alla Pasqua di Risurrezione.
Durante questo periodo ci si astiene dal cantare l’alleluia
e si è invitati a praticare forme opportune di rinuncia
penitenziale.
Il tempo di Quaresima non va affrontato con spirito "vecchio",
quasi fosse un’incombenza pesante e fastidiosa,ma con
lo spirito nuovo di chi ha trovato in Gesù e nel suo
mistero pasquale il senso della vita, e avverte che tutto
ormai deve riferirsi a Lui”.
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ROBERTO D'AGOSTINO: A MIO AGIO TRA I SANTINI
Roberto D’Agostino, volto lanciato dalla trasmissione
di Renzo Arbore “Quelli della notte” ha recentemente
rilasciato un’intervista al settimanale “Chi”
(nr. 4 del 1 febbraio 2006) dove tra l’altro ha detto:
“Per non parlare della mia collezione di immagini sacre,
provenienti da ogni parte del mondo, con tanti Santi e Madonne,
tra i quali mi sento perfettamente a mio agio. In fondo, anche
se nessuno lo sospetterebbe mai, ho l’animo di un chierichetto”.
(Fonte: “Chi”)
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FESTEGGIAMENTI
17 Gennaio 2006 - 17 Gennaio 2007: GIUBILEO ANTONIANO
356-2006 - 1650° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA IN CIELO
14-22 GENNAIO - LE RELIQUIE DI SANT’ANTONIO ABATE A
ISCHIA
La Parrocchia di Sant’Antonio Abate di Ischia, risalente
al 1500 e recentemente restaurata, ha ospitato dal 14 al 22
gennaio 2006 le reliquie dell’eremita Antonio provenienti
dalla città di Arles in Francia.
Il settimanale cattolico “Famiglia Cristiana”
ha parlato di tale avvenimento nel nr.3 del gennaio scorso
attraverso un bell’articolo.
Il 17 gennaio anche il quotidiano “Il Giornale”
nella rubrica “il Santo del giorno” ha sottolineato
la storia di questo Santo di origini nobili che ha saputo
vivere la propria vita alla luce di Cristo.
Per evidenziare l’importanza di questo GIUBILEO ANTONIANO
(17 gennaio 2006 -17 gennaio 2007), istituito per il 1650°
anniversario della nascita di Antonio Abate (356-2006), viene
riportato il collegamento all'l”home page” del
sito della Parrocchia di Sant’Antonio Abate di Ischiam
che è il seguente (http://www.giubileoantoniano.org/letterapastorale.php)
e sarà utile per i soci in possesso di internet.
Le reliquie del Santo, che per la prima volta hanno lasciato
la città francese di Arles, sono approdate a Ischia.
«È stato un miracolo», dice don Carlo Candido,
il parroco della chiesa di "Sant’Antuono"
(così è chiamato nel Napoletano). «Abbiamo
aperto una strada e adesso tanti parroci ci hanno chiesto
un gemellaggio o informazioni per fare la stessa richiesta.
Ci stiamo preparando da un anno e oggi viviamo quello che
la Chiesa universale ha vissuto con il Giubileo del 2000:
le celebrazioni di gennaio aprono un anno giubilare, che prosegue
fino al 17 gennaio 2007. In questi mesi chi visiterà
la chiesa di "Sant’Antuono" e compirà
gli atti di fede e di preghiera previsti, lucrerà l’indulgenza
plenaria».
I festeggiamenti liturgici del giorno 17 gennaio u.s. sono
stati presieduti dal cardinale James Francis Strafford.
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S. ANTONIO ABATE - COMPATRONO RITROVATO DI ZAFFERANA ETNEA
(CT)
Il socio DANIELE PENNISI di Zafferana Etnea,
cittadina che si sta preparando a ospitare le venerabili reliquie
di Sant’Antonio Abate per il mese di agosto p.v., ci
ha inviato la seguente comunicazione:
"In occasione dell’Anno Giubilare Antoniano (1650°
Anniversario dalla morte) la costituzione di un Comitato ha
consentito di solennizzare il giorno della memoria di S. Antonio
Abate “Il Grande”, Compatrono della Città
di Zafferana Etnea (CT). La Festa, trascurata da più
di 60 anni, è rinata con la collaborazione del parroco
della Chiesa Madre di Zafferana, sac.LUIGI LICCIARDELLO, che
ha ritenuto questo momento una validissima occasione per riflettere
sugli insegnamenti cristiani fatti propri da S. Antonio Abate.
Fino agli anni ’40 il Compatrono veniva festeggiato
con tanto di solennità e di processioni col simulacro,
e attorno alla festa ruotavano numerose tradizioni, come la
benedizione degli animali, dei “cuddureddi di Sant’Antoni”
(tradizionali pani) e l’accensione dei fuochi per le
vie del paese. Oggi di ciò non rimane purtroppo più
nulla. [...]
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CATANIA: CONCLUSI I FESTEGGIAMENTI IN ONORE DELLA SANTA PATRONA
SULLE ORME DI SANT'AGATA
NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETA'
Il Prof. ANTONINO BLANDINI ci ha inviato
il testo del suo articolo, pubblicato il 18 febbraio u.s.
dal quotidiano vaticano L’Osservatore Romano.
"Si concluderanno domenica 12 febbraio, a Catania, con
i riti dell’ottava, i festeggiamenti annuali in onore
di sant’Agata vergine e martire, patrona della città
e dell’arcidiocesi, nel segno della più genuina
tradizione, della continuità, delle buone novità
e, soprattutto, della solidarietà e della carità
fraterna, come ha sottolineato più volte e con insistenza
nei giorni centrali e principali della grande ed antica festa
cittadina, S.E.Rev.ma mons.Salvatore Gristina, Arcivescovo
metropolita.
Alle celebrazioni agatine ha partecipato S. Em.za il card.
Salvatore Pappalardo, arcivescovo emerito di Palermo e titolare
della chiesa romana di Santa Maria Odigitria dell’arciconfraternita
dei siciliani, che ha ricevuto dalla Municipalità catanese
il premio civico “La candelora d’oro”.
Il porporato, la sera del 2 febbraio, ha
presieduto nella cattedrale intitolata a Sant’Agata,
risplendente più di prima dopo i lunghi lavori di restauro,
la solenne concelebrazione eucaristica nella festa della Presentazione
del Signore, nella X giornata mondiale per la Vita Consacrata,
alla luce del messaggio che S.E. mons. Pio Vigo, vescovo delegato
della Conferenza episcopale siciliana per la Vita consacrata,
ha rivolto alle Chiese di Sicilia e alle comunità religiose.
Il cardinale, assieme all’arcivescovo Gristina, è
intervenuto a Palazzo degli Elefanti, sede del Comune, al
ricevimento che il sindaco, prof.Umberto Scapagnini, ha offerto
alle autorità in occasione della tradizionale cantata
in onore della Patrona, la sera del 3 febbraio, a conclusione
di una giornata caratterizzata al mattino dalla devota processione
per l’offerta della cera alla Patrona, la medievale
Luminaria, dalla chiesa di San Biagio in Sant’Agata
alla Fornace al Duomo, che custodisce il venerato sacello
della martire concittadina. [...]
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UN SANTINO PER OGNI SOCIO
SOMMATINO (CL) - 19 MARZO: SAN GIUSEPPE
La socia ARCANGELA TRICOLI di Sommatino ci
ha fatto pervenire l’ immaginetta del Patrono San Giuseppe,
con le unite notizie, per l’iniziativa “Un santino
per ogni socio”.
"Il 19 marzo tutta la Chiesa celebra la festa liturgica
di San Giuseppe, sposo della Vergine Maria, madre di Gesù.
Anche Sommatino, che fino agli anni Sessanta era definito
“il centro dello zolfo”, con il suo centro storico
collocato attorno all’antico palazzo dei Principi di
Trabia, celebra la festa del proprio patrono. Ma nella II
domenica di agosto tale celebrazione assume un tono ed un
sapore veramente eccezionale, grazie anche alla presenza degli
emigrati che per l’occasione ritornano in massa.
I festeggiamenti sono da sempre legati ad alcune particolari
tradizioni come la “Tavula di San Giuseppe”, “lu
tuppi tuppi”, il “palio” e la solenne processione
al santo patrono per le strade del paese.
La “Tavula” (La tavola). Chi per intercessione
di San Giuseppe ha ottenuto una grazia fa la promessa di imbandire
una tavola di pane dalle forme più diverse e particolari,
ortaggi, frutta, dolci e tanto altro ben di Dio.
“Lu tuppi tuppi” (Toc toc). Le sue origini risalgono
al 1890.
E’ la rappresentazione in forma teatrale della Sacra
Famiglia che bussa alle varie locande in cerca di ristoro
dopo la fuga in Egitto.
Il “Palio”. I partecipanti a cavallo si schierano
lungo un’immaginaria linea di partenza per conquistare
il palio, cioè un drappo di seta, mediante un’asta.
Ogni aspirante offre una cifra, vince il miglior offerente.
Con l’asta si aggiudicano anche “li giumma”
(i cordoni laterali del palio), che però hanno un prezzo
inferiore a quello del palio. I soldi della vittoria vengono
quindi appuntati con degli spilli sul drappo ed esposti durante
la processione del patrono.
San Giuseppe è ritenuto a Sommatino un intercessore
molto potente per cui la devozione a questo grandissimo Santo
è molto sentita da tutta la popolazione locale".
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MESSINA: IL SANTUARIO DI N.S. DI LOURDES
IL MESE DI FEBBRAIO: MESE “LOURDIANO”
11 febbraio: inaugurazione del cammino biennale per il giubileo
dei 150 anni dell’apparizione di Lourdes
Il Santuario di Nostra Signora di Lourdes di Messina, come
ogni anno anche nello scorso mese di febbraio, ha visto un
continuo susseguirsi di pellegrinaggi da molte parrocchie
messinesi e non..
Quest'anno poi, con la presenza dell'arcivescovo di Messina
Mons.Giovanni Marra, l’11 febbraio scorso è
stato inaugurato l'inizio del cammino biennale che porterà
al giubileo di Lourdes: 150 annni dall'apparizione della Beata
Vergine Maria alla grotta di Massabielle.
E’ stata una giornata indimenticabile che ha visto migliaia
di pellegrini accostarsi all'eucaristia e al sacramento della
penitenza.
La solennità della Beata Vergine Maria di Lourdes è
stata preceduta da un triduo preparativo che ha aiutato a
entrare nel messaggio di Lourdes.
Il socio Fratel CARMELO MARIA PACE di Castroreale
(ME) ha trasmesso per la festa della Madonna di Lourdes (11
febbraio) le relative immaginette, gentilmente offerte per
gli associati AICIS da Frà FRANCESCO FURORE
che ringraziamo e l’articolo sulla storia del
Santuario.
Situato su uno dei punti panoramici della città di
Messina, il Santuario di N.Signora di Lourdes fu creato dalla
cura e dallo zelo di un frate Minore, morto in concetto di
santità, Padre Bernardo da Messina. Di ritorno da un
viaggio a Lourdes, nel 1875, pellegrino sul luogo dove la
Vergine SS.ma, apparse a Bernadette, P.Bernardo ricco spiritualmente
per quella commovente esperienza, sognava di poter diffondere
anche nella città dello Stretto il culto e la devozione
verso la Madonna.
Un evento alquanto miracoloso, gli dette l’impulso per
poter creare ciò che sognava. Il 18 marzo 1884, la
religiosa Maria Ragusa gli donò un terreno nel quartiere
allora detto della “Madonna Nuova”. Su di esso
P. Bernardo con tenacia e sacrifici fece costruire una Chiesetta
con annesso un piccolo Convento, dedicando il luogo di preghiera
a S.Maria degli Angeli.
In un locale del Convento volle far costruire una piccola
grotta, simile a quella di Lourdes, ed in essa fece collocare
un’artistica statua della Vergine SS.ma con ai suoi
piedi, inginocchiata la veggente Bernadette.
La devozione verso la Madonna di Lourdes si diffuse così
rapidamente e in modo incredibile, tant’ è che
p.Bernardo fu costretto a realizzare una nuova Chiesa più
grande nello stesso luogo. Purtroppo il terribile terremoto
del 1908, con la di-struzione della città, coinvolse
anche la Chiesa e il Convento.
Anche la grotta fu distrutta, ma miracolosamente si salvarono
le statue della Santa Vergine e di Bernadette.
P.Bernardo aveva perso quanto aveva eretto in onore della
Vergine di Lourdes, ma era rimasta forte in lui la volontà
e la speranza della ricostruzione. Sgomberata l’area
dalle macerie, con l’aiuto dei devoti della Madonna
ricostruì una nuova Chiesa con Convento annesso nelle
baracche di legno entro il settembre 1910. Dopo ciò
Padre Bernardo santamente morì.
Nel 1939 il Capitolo Vaticano, riconoscendo l’intensa
devozione del popolo messinese verso la Madonna di Lourdes,
autorizzò la solenne incoronazione del simulacro, con
diadema d’oro. Nel frattempo la stessa popolazione chiese
e partecipò alla costruzione in muratura della Chiesa
e del convento. I lavori, iniziati nel 1940, terminarono nel
1949. [...]
******
17 MARZO - X ANNUNZIO DELLA BEATIFICAZIONE DI GUIDO M. CONFORTI
Padre MICHELE GIULIANO di Orta di Atella
ci ha trasmesso l’immaginetta del Beato di cui sopra,
per l’iniziativa “Un santino per ogni socio”.
Guido nasce a Parma nel 1865. Ancora bambino, tutte le mattine
andando a scuola si intrattiene a contemplare un enorme crocifisso
nella chiesa della Pace. Dirà più tardi: "Io
guardavo Lui e Lui guardava me, e sembrava che mi dicesse
tante cose".
Nella contemplazione del Crocifisso, il Beato Conforti ha
scoperto il proprio carisma: annunciare l’amore di Dio
a tutti!
I malanni fisici che lo affliggono fin da ragazzo impediscono
a Guido di seguire la strada che il padre vuole per lui, dirigente
agricolo, ma anche la via della missione «ad gentes».
Non per questo il fondatore dei Saveriani si perde d'animo.
Acquista una casa per formare giovani missionari. Nasce così
la «Pia società saveriana». I primi Saveriani
sono andati in Cina nel 1899. La missione è stroncata
nel sangue dalla rivolta dei Boxers nel 1900. Ma non si fermano.
[...]
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MOLFETTA (BA): IL CULTO DI SAN SALVATORE DA HORTA
CORRADO de GENNARO di Molfetta ci ha inviato
600 immaginette di San Salvatore da Horta che si venera nella
Chiesa di San Bernardino di Molfetta, gentilmente concesse
dal Presidente dell’Associazione locale Prof.
NINO LO MARTIRE che ringraziamo vivamente, per l’iniziativa
“Un santino per ogni socio”.
Lo stesso De Gennaro e il nuovo socio VINCENZINO MONACO
hanno trasmesso le notizie inerenti il culto del
santo a Molfetta. Il santo catalano viene festeggiato a Molfetta
la III domenica dopo Pasqua.
Il culto a San Salvatore da Horta, francescano morto il 18
marzo 1567 a Cagliari, che è stato beatificato dopo
quaranta anni e canonizzato nel 1938, doveva essere vivo e
presente a Molfetta fin dal ‘600. Infatti, durante la
seconda metà del XV secolo, gli venne dedicato un altare
presso la parrocchia di San Bernardino, sormontato da un dipinto
(immesso in una grande e maestosa cornice dorata) che ritrae
il Santo Taumaturgo nell’atteggiamento di aiuto e conforto
a molti sofferenti.
Successivamente, il culto a San Salvatore, che era quasi del
tutto scomparso, fu reintrodotto a Molfetta intorno agli anni
Trenta da alcuni pescatori devoti al Santo. Infatti, tali
pescatori svolgendo la propria attività presso le coste
della Sardegna frequentavano la città di Cagliari e
la Chiesa di Santa Rosalia che ospita ancora oggi il corpo
del Santo spagnolo. Erano così divenuti grandi devoti
del Beato francescano che proprio in quegli anni (1938) era
stato iscritto da Papa Pio XI nell’Albo dei Santi.
Ben presto la venerazione a San Salvatore da Horta si divulgò
presso le famiglie dei pescatori e dei marittimi molfettesi.
Nel 1946, l’allora Rettore della Chiesa di San Bernardino,
il canonico Giulio Binetti, fece conoscere e amare la grande
figura del Santo catalano per cui il culto in quel periodo
ebbe una capillare diffusione. Proprio in tale periodo la
chiesa ricevette dai fedeli diversi doni come paramenti ed
oggetti sacri, oltre a una statua in cartapesta modellata
dallo scultore barese Salvatore Bruno, dono dei fratelli De
Dato nel 1951.
Con l’erezione a parrocchia il 10 luglio 1960, si sentì
la necessità di dare un assetto giuridico a questo
movimento di spiritualità e l’8 agosto 1962,
con bolla del Vescovo Mons.Achille Salvucci venne approvata
la “Pia Associazione a San Salvatore da Horta”
con relativo Regolamento.
Cura particolare nel culto al Santo viene data attraverso
la pia pratica dei “Nove mercoledì” e della
solenne “Novena” antecedente la festa. I ‘nove
mercoledì’ iniziano dalla prima metà del
mese di gennaio e terminano alla vigilia della festa liturgica.
Tale pia pratica consiste nella meditazione della vita del
Santo, presentato come modello di vita per tutti i cristiani,
e si conclude con la preghiera di intercessione.
La solenne novena in preparazione alla festa liturgica inizia
il venerdì dopo la prima domenica di Pasqua. Infatti,
coincidendo il 18 marzo, che è il giorno della festa
liturgica della Chiesa, con le celebrazioni della Quaresima,
e a volte della Settimana Santa, la festa viene fissata alla
terza domenica dopo Pasqua.
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ORTA DI ATELLA (CE), 18 MARZO, FESTA DI SAN SALVATORE DA HORTA
Padre MICHELE GIULIANO di Orta di Atella
ci ha trasmesso l’ immaginetta per l’iniziativa
“Un santino per ogni socio”.
Questo santo è venerato oltre che a Cagliari, dove
è sepolto, anche ad Orta di Atella dove sorge un grande
santuario dedicato al santo catalano.
Nacque in Spagna a Santa Coloma de Farnés in Catalogna
nel dicembre del 1520. I suoi genitori lavoravano nel piccolo
ospedale della zona. Rimasto orfano, si trasferì a
Barcellona dove svolse il mestiere di calzolaio, anche per
sostenere la sorella minore Blasia. Una volta sistemata la
sorella, Salvatore potè finalmente attuare il desiderio
di dedicarsi totalmente a Dio seguendo la vita religiosa.
Inizialmente si ritirò nell’abbazia benedettina
di Montserrat.
Ben presto però comprese che l’umiltà
e la povertà di vita che andava cercando poteva incontrarla
soltanto tra i Francescani è così a 21 anni,
abbracciò la spiritualità di Francesco d’Assisi.
L’anno successivo, nel 1542 fece la professione religiosa
e venne impiegato in tutti i servizi più faticosi che
svolse sempre con umiltà e diligenza. Ma per lui cominciarono
i guai. Dovunque si recasse lo circondava la fama di dispensatore
di miracoli e questo lo rendeva agli occhi della gente molto
popolare. I suoi superiori e i suoi confratelli, invece, infastiditi,
incominciarono a osteggiarlo considerandolo alla stregua di
un indemoniato e presero a trasferirlo da un convento all’altro.
Dovunque arrivasse, i prodigi si ripetevano e i frati perdevano
la pace e non trovavano di meglio che trasferirlo in un altro
convento. In un’occasione arrivarono perfino a cambiargli
nome nel tentativo di allontanarlo dai fedeli. In un’altra
circostanza fu denunciato alla famigerata Inquisizione spagnola,
ma anche da questa prova uscì indenne con l’umiltà
e la carità dei santi. Finalmente giunse a Cagliari
nel 1565 dove visse in serenità e pace.
Colpito da una violenta malattia, morì a Cagliari il
18 marzo del 1567, a 46 anni, compianto da tutta la città.
La chiesa di Santa Rosalia di Via Torino a Cagliari, con la
facciata in barocchetto piemontese ed un'unica navata con
cappelle laterali, edificata nella metà del XVIII
secolo dai Frati Minori Osservanti, conserva all'interno le
spoglie di San Salvatore da Horta.
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PIETRAVAIRANO (CE - : SAN LIBERATO MARTIRE
Il socio Padre MICHELE GIULIANO, OFM, di
Orta di Atella ha trasmesso l’unita immaginetta di San
Liberato Vescovo per l’iniziativa “Un santino
per ogni socio”.
Il martire San Liberato è venerato a Pietravairano,
nell’alto casertano, a 42 km. dal capoluogo di provincia.
Pietravairano è’ un centro adagiato ad anfiteatro
sul costone orientale del Monte Caievola e con le abitazioni
arroccate l’una sull’altra in un armonioso degradare
verso il piano.
Poco distante dal centro storico sorge il complesso monumentale
del Convento di Santa Maria della vigna. L’origine del
convento è legata ad una pia e secolare tradizione
che ricorda la scoperta - avvenuta nel 1384 nella vigna di
un certo Paolo Della Vecchia - di un affresco raffigurante
la Beata Vergine Maria nell’atto di porgere un chicco
di uva al Bambino Gesù che tiene sul grembo. [...
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VALDERICE (TP) - MARIA SS.MA DELLA MISERICORDIA
Il socio Don DAMIANO MARCO GRENCI ha trasmesso
l'immaginetta di Maria SS.ma della Misericordia - Santuario
di Misericordia Valderice (TP) - per l’iniziativa “Un
santino per ogni socio”,
Il santuario, segno di un soccorso provvidenziale, di piccole
dimensioni, ma di grande pregio artistico, ebbe origine nel
1640 per una prodigiosa guarigione ottenuta da un vecchietto.
In tale luogo, infatti, era stata costruita una cappelletta
per il culto della Madonna. In seguito, essa fu modificata
con successivi rimaneggiamenti negli interni in stile barocco.
Ristrutturata nel 1769, la Chiesa è di forma quadrata
ad una navata con tre altari e il cappellone. L'interno, rivestito
da bianco stucco, conserva, sull'altare, una tela a olio dipinta
dal celebre Andrea Carreca, che raffigura la Madonna in atteggiamento
implorante verso Cristo per i peccatori.
Sulla volta vi sono affreschi, rappresentanti la Natività
e la Crocifissione, che vengono attribuiti alla scuola di
Domenico La Bruna. La facciata della Chiesa, dalle linee semplici,
è coronata da un campanile a tre fornici, per altrettante
campane, mentre il portale, sormontato da una ghiera spezzata,
è decorato da elementi in pietra scolpita.
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APERTURA DI NUOVE CAUSE DI BEATIFICAZIONE
APERTO A TRONZANO (VERCELLI) IL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE
DEI CONIUGI GIOVANNI GHEDDO E ROSETTA FRANZI
Il 18 febbraio, l’arcivescovo di Vercelli mons. Enrico
Masseroni, ha aperto il processo diocesano per la beatificazione
dei coniugi Rosetta Franzi e Giovanni Gheddo, istituendo il
Tribunale informativo per l’esame dei testimoni e dei
testi dei due Servi di Dio.
La cerimonia si è celebrata a Tronzano (Vercelli),
dove i due giovani militanti d’Azione cattolica godono
ancor oggi di una solida “fama di santità”:
senza nulla di straordinario, hanno vissuto la loro breve
esistenza vivendo il Vangelo nelle gioie e nelle sofferenze
di una normale famiglia, scalando assieme la vetta della santità
nella carità e nell’accettazione gioiosa della
volontà di Dio.
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APERTO A LIONE, IN FRANCIA, IL PROCESO DI BEATIFICAZIONE DEL
FONDATORE DEI 2 CHIERICI DI SAN VIATORE" PADRE LOUIS JOSEPH
MARIE QUERBES
Il 23 febbraio u.s. si è aperto il processo di beatificazione
del fondatore dei “Chierici di San Viatore”, una
Congregazione relativamente giovane, ma già presente
in 16 Paesi di quattro continenti. Infatti si è tenuta
a Lione la prima sessione del processo informativo sulla vita,
le virtù e la fama di santità di padre Louis
Joseph Marie Querbes, sacerdote della suddetta città
francese. Padre Querbes nacque a Lione il 21 agosto 1793,
in piena Rivoluzione.
Entrò nel Seminario di Sant’Ireneo di Lione nel
1812 e venne ordinato sacerdote il 17 dicembre 1816. Parroco
in una piccola parrocchia rurale al sud di Lione, avvertì
la profonda scristianizzazione del suo Paese, unita ad una
grande ignoranza religiosa.
Ebbe allora l’ispirazione di dar vita ad un’associazione
di catechisti per l’istruzione religiosa dei più
piccoli, che includesse gli uomini che collaboravano con il
parroco nell’animazione liturgica.
Egli stesso situava
verso la fine del 1826 la prima idea della Società,
che nacque con il nome di “Clercs paroissiaux ou Catechistes
de Saint-Viateur” (“Catechisti di San Viatore”),
ottenendo l’approvazione diocesana nel 1831.
Il sacerdote francese scelse come santo patrono della sua
fondazione Viatore, un giovane catechista-lettore della Cattedrale
di Lione del IV secolo.
Nell’autunno 1832 vennero aperte le prime scuole, mentre
il 31 maggio 1839 giunse l’approvazione pontificia dei
“Chierici di San Viatore”. Parroco di Vourles
e fondatore della suddetta congregazione, padre Querbes morì
nella località citata il 1° settembre 1859.
I “Chierici” di San Viatore, con sede a Roma,
sono presenti in 16 Paesi del mondo.
.
Questa Congregazione è composta da sacerdoti e religiosi,
ai quali si associano sacerdoti diocesani e laici, uomini
e donne, tutti impegnati nell’educazione nella fede
e nell’annuncio del Vangelo ai più piccoli e
ai più poveri in scuole, comunità cristiane,
centri educativi e parrocchie.
******
L'ANGOLO DELLA PREGHIERA
Perché è importante la preghiera?
Viviamo in una società basata sul consumismo, tutti
si affannano a rincorrere quei beni terreni che sembrano soddisfare
il corpo, ma quando ci troviamo davanti ad una malattia o
ad una sofferenza, quando ci viene a mancare una persona cara,
allora forse ci si rende conto che ci manca qualcosa, ci sentiamo
come vuoti, allora, noi cristiani, ci rivolgiamo a Dio, alla
Madonna, ai Santi con una “preghiera” che riempie
di gioia e serenità il nostro cuore e ci aiuta a superare
i momenti difficili e tristi.
Certo è difficile pregare, i discepoli chiesero a Gesù:
"Signore, insegnaci a pregare", però Santa
Teresina diceva: "La preghiera è uno slancio del
cuore".
Quindi, a mio avviso, non contano le parole con cui preghiamo
ma come preghiamo, non esistono preghiere importanti o preghiere
sdolcinate, infatti ne “L’angolo della Preghiera”,
riporto sempre integralmente il testo che trovo sul recto
del santino.
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Marzo è il mese dell’attesa: noi cristiani aspettiamo
la Risurrezione di Nostro Signore. Il 1° marzo, infatti,
ha inizio la “Quaresima” che dopo 40 giorni ci
fa approdare alla “Santa Pasqua” fondamento della
nostra fede.
Ma marzo è anche il mese di S. Giuseppe, il padre putativo
di Gesù e, per questo, il Santo protettore della famiglia.
(figura a destra e sotto). L’immaginetta di destra è
un bellissimo canivet del XVIII sec. da me trovato in un vecchio
libricino di preghiere.
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PREGHIERA A S. GIUSEPPE
O Beatissimo Padre della famiglia di Nazaret, modello di mitezza
e purezza, difensore spirituale delle anime nostre, tu che
hai in protezione la Santissima Vergine Maria ed il piccolo
Gesù Bambino, sii tu il vero protettore della mia e
di tutte le famiglie.
Tu che con la castità hai vinto ogni male, guidaci
ed insegnaci il vero amore che tanto manca in molte famiglie
.
Infondi la vera pace nei nostri cuori e conduci noi nella
giusta via verso il tuo Gesù.
Sii Tu il vero protettore
di ogni padre di famiglia, reggi le anime e vinci ogni tentazione
unendoci al tuo sacro vincolo con Gesù e Maria.
Con Te per protettore, non avremo nessun timore o beato Giuseppe,
amen
Protettore delle nostre famiglie, prega per noi.
Pater, ave, gloria.
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