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COLLABORAZIONI
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I RE MAGI
Nonostante che ormai i miei anni comincino
ad essere un po’ troppi ed i capelli si stiano tingendo
di bianco, purtuttavia ogni volta che mi capita di leggere
il brano di S. Matteo relativo ai Magi, immancabilmente il
pensiero corre veloce ai periodi natalizi della mia infanzia,
facendo riemergere nel mio spirito sentimenti di felicità
e di curiosità nel voler conoscere le misteriose terre
lontane d’Oriente, da cui i Magi provenivano per conoscere
ed adorare ”il Re dei Giudei”.
La festa liturgica relativa a questo episodio viene definita
“Epifania“, termine che significa “manifestazione
del Signore“.
I Magi, infatti, per divina ispirazione videro in quel fanciullo
stretto al seno di Maria, l’atteso dalle genti, il Figlio
di Dio e dalla tradizione cristiana essi sono ritenuti come
i primi pagani ad aver riconosciuto ed adorato il Dio fatto
uomo; per questo il loro culto fin dai primi tempi della Chiesa
fu molto intenso e diffuso tra i convertiti dal paganesimo.
Oltre il Vangelo di Matteo (canonico, cioè riconosciuto
dalla chiesa come ispirato) dell’episodio dei Magi
ne parlano anche alcuni vangeli apocrifi: Il Protovangelo
di Giacomo, il Libro dell’infanzia del Salvatore, il
Vangelo dello Pseudo-Matteo, il Vangelo Arabo dell’infanzia
ed il Vangelo Armeno dell’infanzia.
La parola “mago” che si usa per indicare questi
personaggi non va confusa con il significato che oggi ad esso
diamo. Il vocabolo deriva dal greco “magoi” e
sta ad indicare i membri di una casta sacerdotale persiana
che si interessava di astronomia ed astrologia ed a cui spettava
il ministero sacerdotale e di presiedere il culto, lodando
Dio quasi nel silenzio, pregandolo a voce bassa ed in modo
devoto senza servirsi di templi o altari.
Conducevano una
vita austera, ritmata da raccoglimento ed astinenza, osservando
la castità matrimoniale, vestendo sobriamente ed alimentandosi
di verdure, formaggio e pane; per la loro dottrina e sapienza
furono sempre tenuti in gran conto, tanto da far parte del
Gran Consiglio del re.
Essi erano seguaci di Zoroastro che
fu il fondatore della religione Mazdea, così chiamata
dal dio Mazda, dio supemo e creatore del mondo e delle cose
buone che in esso vi sono, antagonista di Ahriman, responsabile
di tutto il male fisico e morale che c’è nell’universo.
Nella lotta finale, Ahriman sarà sconfitto per opera
di un Salvatore.
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NUMERO E NOME DEI MAGI
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Il
riferimento ternario è sicuramente derivato dal triplice
dono offerto al Bambino Gesù più che ad un esplicito
riferimento dell’autore sacro, anzi alcuni altri autori
fanno riferimento ad un quarto mago: Artibano, il quale partito
in ritardo non si ricongiunse con gli altri tre ed arrivò
da solo a Betlemme con qualche giorno di ritardo.
La devozione
siriana ed armena fissa il numero dei Magi a dodici.
Del resto
nelle rappresentazioni artistiche dei primi secoli il numero
dei Magi è variamente indicato, a volte tre, altre
volte in numero diverso.
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Per quanto riguarda i loro nomi, più che la storia
fu la fantasia popolare a dargliene uno; quelli con cui sono
più conosciuti sono: Melchiorre (re dell’oro) , Gaspare (colui che porta la cannella), Baldassarre (signore dell’incenso).
Questi nomi
si conservano anche nel meraviglioso mosaico di S. Apollinare
Nuovo a Ravenna.
Bisogna inoltre sfatare un’altra leggenda e cioè
che i Magi fossero re. Se così fosse stato, penso che
San Matteo lo avrebbe fatto notare ed Erode li avrebbe accolti
in maniera regale ma così non è stato; a creare
la persuasione che i Magi fossero re influì certamente
il salmo messianico 71: “I re di Tarsis e delle isole
gli offrano doni: i re di Saba e di Sceba gli paghino il tributo.
A Lui si prostrino tutti i re...”
PROVENIENZA DEI MAGI
A
questo punto sorge spontanea una domanda: da dove provenivano
i Magi?
Matteo ci fa sapere solamente che erano partiti dall’Oriente
e con questo termine il linguaggio biblico intende indicare
parecchie regioni ad est della Palestina come per esempio
l’Arabia e la Persia.
Coloro che sostengono che i Magi provenissero dall’Arabia,
per affermare tale ipotesi, si basano sulla natura dei doni
offerti e sulla lingua analoga all’ebraica. Proprio
questa regione forniva oro ed incenso, trasportati a Gerusalemme
dai dromedari di Madian, di Efa e di Saba. |
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Anche alcuni Padri della Chiesa, tra cui S. Giustino e Tertulliano,
sostennero che i Magi provenissero dall’Arabia, ma la
stragrande maggioranza di essi e degli studiosi resta convinto
che essi provenissero dalla Persia; a sostegno di questa ipotesi
vi sono anche le molte raffigurazioni artistiche che rappresentano
questi saggi vestiti alla foggia persiana.
Nel 614 d.c. l’esercito del re persiano Cosroe invase
la Palestina ed occupò anche il villaggio di Betlemme
distruggendovi tutte le chiese cristiane…, tranne la
Basilica della Natività dove forse avevano riconosciuto
dei compatrioti in un mosaico che raffigurava i Magi come
persiani.
IL SIGNIFICATO DELLA STELLA
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Molto
si è scritto su questa stella e diverse sono state
le ipotesi formulate, che possono riassumersi in tre:
una cometa, una “stella nova”,
una sovrapposizione di satelliti.
I Padri della Chiesa, pur convinti che tale stella fosse un
corpo celeste, lo ritennero però diverso da tutti gli
altri, facendo così strada all’idea che ad apparire
ai Magi non sia stata né una cometa, né una
meteora, né nessuna stella nuova, ma che sia stata
una potenza, una forza divina che aveva assunto l’apparenza
esterna di un stella, per annunciare ai Magi, in un linguaggio
ad essi comprensibile, la nascita del Re dei Giudei.
Tutte le altre ipotesi sostenute da vari studiosi e cioè
che la stella dei Magi fosse la cometa di Halley o che si
sia trattato di un’insolita posizione di Giove, sono
tutte congetture affascinanti ma senza alcuna valenza scientifica.
Commenta il Ricciotti: “In questi tentativi, fuor della
buona intenzione, non c’è altro da apprezzare,
giacchè scelgono una strada totalmente falsa: basta
fermarsi un’istante sulle particolarità del racconto
evangelico per comprendere che quel racconto vuole presentare
un fenomeno assolutamente miracoloso, il quale non si può
in nessun modo far rientrare nelle leggi stabili di una stella
naturale sebbene rara”. |
L’OFFERTA DEI DONI
Giunti
nella “casa” come dice il Vangelo
e non in una grotta come vuole una certa tradizione non suffragata
da prove sicure, i Magi “provando una grandissima gioia”,
si inginocchiarono e adorarono il Bambino Gesù. All’adorazione
seguì l’offerta dei doni : oro, incenso e mirra.
E’ proprio nel costume degli orientali presentare dei
regali nel far visita a un re od a persone molto importanti,
anche con un certo apparato esteriore.
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L’oro era frequentemente
offerto in omaggio a persone di cui si aveva la massima stima
e da cui si sperava di ricevere dei favori.
L’incenso come essenza odorosa cresceva in Arabia meridionale
e nell’Abissinia settentrionale e questa sostanza era
usata nei sacrifici cultuali, nelle offerte a Dio con atto
di adorazione.
La mirra è una sostanza resinosa prodotta dall’albero
omonimo, usata principalmente per le unzioni, specialmente
per purificare i defunti. Essa fu anche usata dagli Egizi
per imbalsamare i cadaveri e dai Romani come profumo e medicinale.
Ad ogni dono fu attribuita dai Padri della
Chiesa una simbologia:
l’oro ha il significato della regalità
di Gesù, l’incenso la Sua divinità,
la mirra ha un duplice significato: l’umanità
ed il Suo sacerdozio.
Infine dopo aver trovato ed adorato Colui che avevano con
tanta difficoltà cercato e dopo essere stati consigliati,
in modo soprannaturale, di prendere un’altra strada,
essi si rimisero in viaggio e ritornarono nelle loro terre
d'origine.
Da questo momento essi escono dalla storia ed entrano nella
leggenda.
IL CULTO DEI MAGI
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Giunti al termine di questa interessante
ricerca, ci viene comunque spontanea questa domanda: "Ma
che
fine hanno fatto i Magi"?
Il Vangelo ci informa soltanto che essi “per un’altra
strada fecero ritorno al loro paese“ ed altro ufficialmente
non sappiamo.
Per saperne qualcosa di più bisogna attingere alle
varie tradizioni formatesi nel corso dei secoli.
Una di esse
ci dice che i Tre, dopo la loro conversione, furono consacrati
vescovi dall’apostolo Tommaso e morirono martiri in
tarda età in India dove vennero sepolti.
Un’altra versione ci fa sapere, invece, che morirono
in Persia e sepolti insieme in una grande tomba. Sempre secondo
questa tradizione, l’imperatrice Elena, madre di Costantino,
venutane a conoscenza, ne avrebbe fatto trasportare le reliquie
a Costantinopoli in una grande chiesa costruita apposta per
ospitarle. |
Alcuni storici asseriscono che successivamente
queste reliquie furono trasferite a Milano da Eustorgio, vescovo
di questa città, dove poi successivamente venne costruita
una Basilica a lui dedicata, in cui le reliquie dei Tre Magi
furono conservate in un’urna.
Nel 1164, quando l’imperatore Federico Barbarossa vinse
Milano ribelle, ordinò il trasferimento di queste reliquie
a Colonia in Germania, dove attualmente ancora si trovano,
conservate nel Duomo cittadino.
In conclusione, non resta che ribadire come
l’affascinante avventura dei Tre Magi, favorita dal
mistero, continui ad essere per gli uomini di tutti i tempi
l’esempio più limpido di ricerca della Verità;
Verità che Dio offre a tutti gli uomini di buona volontà
che la cercano con cuore puro e sincero.
Foto fornite da Cartantica
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