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COLLABORAZIONI
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LO SCISMA ANGLICANO
Enrico VII
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Moneta con effigi di alcuni Tudor
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Enrico VIII
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Alla morte di Enrico VII, il Regno d’Inghilterra
passò nelle mani del figlio che prese il nome di Enrico
VIII. Prendendo le redini del Regno egli ereditò
una situazione dal punto di vista religioso molto turbolenta.
Il disprezzo per i difetti e la corruzione della Chiesa era
un sentimento molto diffuso nel paese già molto tempo
prima che prendesse avvio lo scisma.
Tale sentimento non si placò mai, raggiungendo in alcuni
momenti punte di estrema violenza.
La situazione all’inizio del XVI secolo non migliorò:
il concubinaggio, la simonia, l’indifferenza dei chierici
per le “pecorelle” loro affidate, la vita dissoluta
grazie ai privilegi o ai vitalizi loro garantiti e l’ignoranza
in materia teologica, portarono la chiesa ad una destabilizzazione
crescente, perlomeno agli occhi dei laici la cui devozione
era invece ammirevole.
Eppure un’avvisaglia di quello che si sarebbe abbattuto
in modo grave sulla Chiesa inglese si ebbe con il movimento
dei LOLLARDI che prese le mosse dalla predicazione del sacerdote JOHN WYCLIFF (Wycliffe, Wycliff, Wicliffe, or Wiclif).
Caterina Parr
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Anne De Cleves
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Caterina Howard
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Le altre Mogli di Enrico VIII
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WYCLIFF ED IL MOVIMENTO DEI LOLLARDI
John Wycliff e i Lollardi
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John Wycliff ( c. 1324 – 1384 ) il più grande
riformatore religioso prima di Lutero, compì una brillante
carriera universitaria a Oxford dove assunse anche l’incarico
di Maestro.
Egli subì molto l’influenza filosofica –
teologica di Guglielmo di Occam, di Duns Scoto e Roberto Grossatesta,
vescovo poi scomunicato di Lincoln.
Intorno al 1372 scrisse un libro dal titolo Del dominio
divino“ in cui diede forma compiuta alle sue teorie
sulla povertà della Chiesa, sulla sovranità
di Dio, sull’autorità della Bibbia e soprattutto
sulla negazione dell’infallibilità papale e ribadendo
la superiorità regale su quella papale.
E’ facile arguire che queste sue teorie, specie quella
riguardante la superiorità del Re su quella del Papa
,se da una parte gli apportarono notevoli simpatie nella Corte
e tra la maggioranza dei nobili, dall’altra misero in
allarme la gerarchia ecclesiastica
Infatti cinque anni dopo
fu chiamato dinanzi ad un tribunale ecclesiastico a difendersi
dall’accusa di eresia e sarebbe stato condannato ad
una fine orribile se non avesse usufruito della protezione
accordatagli dal figlio del re Edoardo III; la stessa
protezione lo salvò dalla condanna emessa contro di
lui da papa Gregorio XI che invitò i vescovi a
processare il teologo per manifesta eresia.
Fu proprio in quegli anni che fondò il movimento dei
“Poveri Predicatori“, successivamente detti
Lollardi che vestiti miseramente e senza altro che un bastone
ed alcune parti della Bibbia tradotte in inglese da lui stesso,
giravano di villaggio in villaggio predicando il Vangelo,
denunciando la corruzione del clero e invitando alla conversione
e a ribellarsi all’ingiustizia.
John Wycliff
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Bibbia tradotta da Wycliff
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Gregorio XI
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Questa intensa predicazione, unita allo scontento per l’incessante
tassazione del popolo a causa della guerra contro la Francia,
portò nel 1381 ad una gigantesca ribellione popolare, che coinvolse non solo la povera gente ma anche il basso
clero ed i piccoli proprietari terrieri, stanchi della continua
tassazione e che diede vita a saccheggi di beni ecclesiastici
e della nobiltà e ad incendi
di numerose proprietà.
Nel giugno dello stesso anno
i rivoltosi entrarono a Londra e decapitarono l’arcivescovo
Sandbury ed il tesoriere della Corona. Fallito l’incontro
fra il Re e gli insorti cominciò la repressione da
parte dell’esercito regio con conseguenti stragi ed
impiccagioni di ribelli tra cui i capi della rivolta: John
Ball e Wat Tyler.
Wycliff pur dichiarandosi estraneo alla rivolta protestò
contro la durezza della repressione e a causa di ciò
fu costretto ad abbandonare Oxford e a ritirarsi nella sua
parrocchia di Letter Worth dove continuò a scrivere
fino alla morte, contro il clero corrotto.
La condanna per eresia fu pronunciata postuma durante il Concilio
di Costanza (1415) e fu deciso che il suo corpo fosse dissepolto,
bruciato e le ceneri disperse nel fiume Swift, il che avvenne
dopo qualche esitazione, soltanto nel 1428.
Intanto i Lollardi
continuarono ad essere perseguitati fino allo secessione della
chiesa inglese ed ancora negli anni 1521-1522 alcuni
di loro vennero mandati al rogo.
LO SCISMA DI ENRICO VIII
Quando nel 1509 Enrico VIII salì al trono, aveva
appena 18 anni e nel primo periodo del suo regno si mantenne
un figlio fedele della chiesa tanto che qualche anno dopo,
nel 1521, scrivendo il libretto "Assertio septem sacramentorum“ nel quale contestava aspramente la teologia sacramentale
di Lutero, il Papa gli concesse il titolo di “Difensor
Fidei“.
Ma questo periodo idilliaco con la Chiesa di Roma venne a
cessare a causa del suo non felice matrimonio, fra l’altro
reso possibile con dispensa di papa Giulio II, con la
vedova di suo fratello Arturo: Caterina d’Aragona, che
non era riuscita dopo quasi venti anni di matrimonio a dargli
un figlio maschio, lasciando Enrico privo di un erede, necessario
per salvaguardare il proprio trono.
Papa Giulio II
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Caterina D'Aragona
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Arthur Tudor
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Fu questa la ragione che lo spinse a chiedere a Papa CLEMENTE
VII l’invalidazione della dispensa papale, ma la
questione si presentava molto delicata; infatti se da una
parte Enrico era preoccupato per la successione dinastica
perché la moglie Caterina non era riuscita a dargli
un erede maschio (l’unica superstite delle sue varie
gravidanze era la figlia MARIA), dall’altra bisognava
tenere in considerazione un fattore prettamente politico,
essendo Caterina la zia dell’Imperatore CARLO V.
Per risolvere la questione fu deciso di indire un incontro
fra un intermediario papale e cioè l’arcivescovo
CAMPEGGIO ed uno del re, il card. WOLSEY, ma tale trattativa
non riuscì ad arrivare ad una conclusione definitiva.
Allora Papa Clemente VII, che nel frattempo aveva subito
il “Sacco di Roma“ nel 1527 e la conseguente
prigionia a Castel Sant’Angelo, non volendo o non potendo
provocare ulteriormente l’imperatore, decise di avocare
a Roma il diritto di decisione, ma anch’egli tardava
nel prenderla.
Clemente VII |
Carlo V
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Cardinal Wolsey
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Il fallimento di Wolsey fece comparire sulla scena quello
che può essere a ragione considerato l’architetto
della Riforma inglese: THOMAS CRANMER (1489 – 1556) il quale nel 1529 suggerì al Re di sottoporre la
sua questione matrimoniale al giudizio delle principali università
Europee. Anche se tale proposta non ebbe l’unanimità
dei consensi, tuttavia la maggioranza fu favorevole ad Enrico.
Mese dopo mese Enrico VIII consigliato da Cranmer, nominato
nel frattempo Arcivescovo di Canterbury, alzò sempre
di più il tiro contro la Chiesa di Roma.
Il primo grave casus belli avvenne nel 1530, quando il Re
accusò diversi prelati di aver agito secondo il vecchio
statuto del “Praemunire“ (promulgato nel 1353), volto a prevenire che le cause legali riguardanti il clero
fossero trasferite al di fuori dell’Inghilterra e portate
davanti a corti papali. La vittima più illustre di
quest’accusa fu il Card. Wolsey che, già caduto
in disgrazia per il mancato buon esito delle trattative sulla
separazione matrimoniale del re, fu messo sotto accusa ma
morì di malattia poco dopo nel 1530.
Nel 1531 Enrico fece votare dal Parlamento "L’ATTO
DI SUPREMAZIA“ col quale si fece proclamare Capo Supremo
della Chiesa d’Inghilterra, e l’anno successivo
fece decretare sempre dal Parlamento una norma la quale stabiliva
che i tributi di spettanza papale venissero pagati al re.
Comunque lo strappo definitivo con Roma arrivò nel
1533 quando sposò segretamente ANNA BOLENA che aspettava
da Lui un figlio, macchiandosi così di bigamia.
Tre mesi dopo, l’Arcivescovo di Canterbury Cranmer,
facendosi forte di un decreto parlamentare sull’autonomia
della Chiesa Inglese nelle decisioni interne, dichiarò
sciolto il vincolo matrimoniale con Caterina e riconobbe solennemente
quello con Anna Bolena.
Nel 1534 Papa Clemente VII reagì a questo atto
di insubordinazione,, scomunicando il Re, Anna Bolena e l’Arcivescovo
Thomas Cranmer, e colpendo l’Inghilterra di interdetto,
una punizione che nel Medio Evo avrebbe messo in ginocchio
qualsiasi re cristiano, ma che nell’Inghilterra del
XVI Secolo passò quasi inosservata.
Thomas Cranmer
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Re Enrico VII tra Cromwell e Cranmer
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Anna Bolena
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Enrico VIII reagì alla scomunica con tre atti:
- un’ulteriore atto di supremazia.
- l’obbligo per tutti gli inglesi di giurare solennemente
davanti al Re e non davanti ad altre autorità
straniere.
- condanna per tradimento per chi sostenesse che il Re fosse
eretico o scismatico.
Tommaso Moro
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Tommaso Cromwell
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Giovanni Fischer
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Da questo momento la persecuzione contro i cattolici fedeli
a Roma si intensificò gradatamente fino a giungere,
sotto il coordinamento del Vicario Generale THOMAS
CROMWELL, alla chiusura di monasteri e all’incameramento
dei loro beni alla Corona e come se ciò non bastasse
tutti i prelati e i notabili dovettero sottostare al giuramento
di fedeltà all’Atto di Supremazia e chi si rifiutava
(come Tommaso Moro e il vescovo Fisher) veniva condannato
a morte.
Dunque la chiesa anglicana nasce come chiesa cattolica scismatica,
conservando del cattolicesimo praticamente tutto, almeno in
questa prima fase, escluso il riconoscimento del potere papale
e le influenze luterane e calviniste si fecero sentire solo
dopo la morte di Enrico avvenuta nel 1547, sotto il regno
di suo figlio Edoardo VI (nato dalla sua terza moglie Jane Seymour).
L’AVVICINAMENTO ALLE DOTTRINE PROTESTANTI
Edoardo VI
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Edoardo Seymour
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Jane Seymour
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Quindi, come sopra accennato, le nuove dottrine
tendenti al Calvinismo furono introdotte sotto il regno di
EDOARDO VI che salì al trono d’Inghilterra
nel 1547 all’età di nove anni.
Il potere effettivo era però nelle mani del reggente
e Lord Protettore, suo zio EDWARD SEYMOUR, duca di Somerset.
Egli era un buon amico di Cranmer e un convinto assertore
della Riforma e questa complicità fece sì che
le dottrine riformate prendessero vigore anche a causa del
ritorno di molti predicatori protestanti che, fuggiti dall’Inghilterra
per paura di essere arrestati da Enrico VIII, erano ritornati
e adesso potevano liberamente predicare le nuove dottrine
protestanti e questo fece sì che nei sei anni del
regno di Edoardo, l’Inghilterra si allontanò
progressivamente dal cattolicesimo.
Nel 1549 fu promulgato un Atto di Uniformità che rese
obbligatorio l’uso del BOOK OF COMMON PRAYER (libro
delle preghiere) per tutto il clero, voluto da
Cranmer per semplificare i libri di preghiere e le funzioni
religiose in latino, risalenti al Medio Evo.
Però, dal punto di vista dottrinale ne risultò
un miscuglio di idee diverse (in parte cattoliche e in parte
luterane) e ciò non soddisfaceva nessuno, quindi nel
1552 fu decisa una revisione, questa volta in senso calvinista.
Infine nel 1553 vennero pubblicati i 42 ARTICOLI in cui era
riassunta tutta la dottrina anglicana. L’Inghilterra
sembrava avviata in modo veloce verso un’adesione formale
alla Riforma quando nel 1553 il re morì giovanissimo
di tubercolosi.
Ad esso succedette MARIA TUDOR figlia di
quella Caterina d’Aragona, il cui ripudio aveva scatenato
lo scisma.
IL TENTATIVO DI RESTAURAZIONE
Reginald Pole
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Maria Tudor detta "La Sanguinaria"
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Elisabetta I
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Appena ascesa al trono MARIA instaurò una politica
filo-cattolica volta a riportare la Chiesa Inglese
nelle braccia materne della Chiesa Romana. Di nuovo i protestanti
più autorevoli fuggirono alla volta del Continente,
convinti che presto non avrebbero potuto più farlo
(come in effetti avvenne). Ella fece ritornare i vescovi cattolici
alle loro sedi ed abrogare tutte quelle leggi ecclesiastiche
approvate da Enrico VIII ed Edoardo VI, ad eccezione
dell’Atto di Supremazia e della legge che prevedeva
l’espropriazione dei beni della Chiesa.
Nel 1554 la Regina fece abrogare anche l’Atto di Supremazia
ed il Card. REGINALD POLE (1500 –
1558) legato papale, potè rientrare in patria per
assistere al ritorno della pecorella smarrita (la Chiesa
Ingles ) all’ovile (il Papato). Nel gennaio 1555
furono create Commissioni speciali con il compito di scovare
gli eretici in tutto il regno e di processarli. Le leggi volute
da Maria contro gli eretici produssero quasi 300 vittime,
condannate e giustiziate e fra loro Thomas Cranmer ed il vescovo
Latimer.
Per questa sua feroce persecuzione contro gli eretici
e per le numerose condanne a morte firmate essa fu soprannominata MARIA LA SANGUINARIA.
Tanti altri eretici in carcere stavano aspettando la loro
triste fine, quando quasi improvvisamente, il 17 novembre 1558,
Maria morì, solo qualche ora prima del card. Pole,
il fautore del riavvicinamento dell’Inghilterra alla
Chiesa Cattolica.
LA DEFINITIVA VITTORIA DEGLI SCISMATICI
Nel 1558 salì al trono ELISABETTA I, figlia di Anna
Bolena e fu lei la vera fondatrice della Chiesa Anglicana,
che rimase una sintesi dottrinale tra la liturgia cattolica
e la dottrina calvinista.
Il suo regno non iniziò nel migliore dei modi, in quanto
i cattolici la considerarono una usurpatrice, figlia della
colpa, tanto che l’allora Arcivescovo di Canterbury HEATH si rifiutò perfino di riceverla.
Essendo un abile donna
politica non rese subito chiaro all’inizio il suo credo
politico, non dichiarandosi protestante per non scontentare
i sudditi cattolici e dall’altra parte adottando molto
lentamente i principi protestanti senza usare i toni accesi
dei suoi predecessori.
Nel 1559 con un Atto di Supremazia negò l’autorità
giurisdizionale del papa, ma con un’acuta riformulazione
rese il Sovrano non più Capo Supremo bensì Governatore
Supremo della Chiesa Inglese.
Nello stesso anno - con un terzo Atto di Uniformità - impose a tutto il Paese l’uso
del “Second Prayer book“ riveduto in senso cattolico
e di cui si dice che perfino il Papa lo approvasse.
Permise inoltre il matrimonio degli ecclesiastici e impose
a tutti i sudditi di frequentare la chiesa la domenica e i
giorni dedicati al Signore. Inoltre revisionò i 42
Articoli di Edoardo VI° riducendoli a 39 Articoli, dove
erano formulati i principi dottrinali anglicani, i quali
sono validi ancora oggi.
La reazione di Roma fu lenta, ma con la Bolla “Regnans
in Excelsis“ del 1570, il Papa PIO V la scomunicò
e sciolse gli inglesi dal dovere di obbedienza, il che fu però
un errore grave in un paese che non aveva bisogno di alimentare
il fuoco della polemica anti papale.
Dura fu la reazione della Regina che vietò in pratica
l’esercizio della religione cattolica ed iniziò
ad usare il pugno duro, facendo imprigionare e giustiziare
molti cattolici, specie ecclesiastici, e chiudere e confiscare
tutti i monasteri.
Nel 1581 il Parlamento approvò ”l’ACT
AGAINST RECONCILIATION TO ROME“ obbligando
in pratica tutti gli inglesi ad aderire alla Chiesa Anglicana.
Nel 1587 in seguito alla minaccia di una invasione spagnola
ed in seguito all’ennesima congiura per ucciderla e
sostituirla con MARIA STUARDA, fece imprigionare
quest’ultima e decapitarla più tardi.
La reazione
degli spagnoli avvenne l’anno dopo, ma la loro Invincibile
Armata fu sconfitta e il Regno d’Inghilterra da allora
non corse più nessun pericolo esterno.
Elisabetta morì nel 1603, ed in quel periodo l’anglicanesimo
aveva posto ormai salde radici in tutta l’Inghilterra.
Papa Pio V
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Maria Stuarda
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Foto fornite da Cartantica
dello stesso Autore:
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